Dopo la partita tra la Lazio e la Fiorentina, Danilo Cataldi ha condiviso le sue impressioni sul match. Ha dichiarato: “La Fiorentina è una delle squadre più europee, con molti giocatori di qualità. Nel primo tempo, non siamo riusciti a concretizzare. Poi è arrivata l’occasione con Ciro e abbiamo portato a casa tre punti fondamentali.”
Cataldi ha sottolineato l’approccio aggressivo della Fiorentina e il rischio di perdere palla contro una squadra avversaria che pressa costantemente. Ha ammesso di non essere stato al meglio in questa partita, ma ha evidenziato l’importanza della vittoria.
Il centrocampista ha riflettuto sull’andamento della Lazio in Europa, dichiarando: “Penso che la Lazio abbia cambiato marcia. La battuta d’arresto in Olanda è stata dolorosa, ma ci ha insegnato a reagire e a trovare nuove soluzioni per tornare alla vittoria. Sappiamo che non siamo gli stessi visti a Rotterdam. Quando si perdono partite in Europa, naturalmente si vuole reagire. Volevamo fare meglio rispetto allo scorso anno, quando abbiamo perso in Europa League. Non ci siamo riusciti a causa dell’energia intensa degli avversari. Tuttavia, siamo ancora in lizza e a metà del girone siamo ben posizionati per la qualificazione.“
Infine, Cataldi ha parlato della prossima partita contro il Bologna e dell’atteggiamento che la squadra adotterà: “Ci stiamo preparando con l’obiettivo di attaccare e condurre il gioco, mantenendo il possesso della palla e rimanendo aggressivi. Andremo a Bologna con la convinzione di poter vincere.”
Danilo Cataldiai microfoni di Dazn. Ecco le sue parole riguardo la vittoria all’Olimpico:
“Io non riesco a vivere la partita da seduto in panchina, sto sempre in piedi. Mi alzo e cerco di aiutare per quanto è possibile. Il rigore l’ho vissuto bene perché Ciro mi da tanta fiducia, è un rigore che gli lascio sempre tranquillamente. Ero lì perché ultimamente fanno lo scavino al dischetto e io vado fuori di testa, avevo paura che qualcuno potesse andare lì vicino a fare la buchetta“.
Al termine di Lazio – Fiorentina, Maurizio Sarri è intervenuto ai microfoni di Sky Sport:
“Risultato giusto? A partita dura, difficile come era facilmente prevedibile, la Fiorentina ha fatto qualcosa di più rispetto a noi nel primo tempo però poi il risultato penso sia stato legittimato da un secondo tempo in cui abbiamo concesso quasi niente e creato tre o quattro palle gol. Una partita sul filo del rasoio, ma era facilmente prevedibile. Immobile? Ciro lo stiamo aspettando, in questo momento abbiamo un ragazzo che sta facendo bene e è giusto che lo utilizziamo. Ma lui non è in discussione. Il gol gli farà bene così come gli farà bene allenarsi, penso si sia allenato poco. Non si dà un minutaggio e poi non si tiene conto di quello che ci propone la partita. È entrato in un periodo limitato perché nei due slot precedenti abbiamo dovuto fare altre sostituzioni. Da domattina si riallena, spero abbia la fortuna di farlo con continuità. Sicuramente lo avremo al cento per cento tra non molto”
Primo tempo
“Nel primo tempo abbiamo sprecato tanto, abbiamo riconquistato una decina di palloni senza trasformarli in occasioni. Oggi li abbiamo facilitati, in questi movimenti senza palla e attacchi agli spazi dobbiamo fare meglio”.
Nuovi Acquisti
“I nuovi si stanno inserendo abbastanza bene, il problema è stato che quando si sono inseriti ci sono stati problemi dei giocatori dello scorso anno. Mi sembra che la squadra si stia ritrovando e speriamo di continuare in questa rincorsa”.
Rosa più forte
“Cambi? Io penso che il calcio stia andando in questa direzione, il calendario è questo e gli impegni sono tanti. La mia sensazione è che a livello di rosa siamo più forti dello scorso anno, ora dobbiamo dimostrare di essere forti negli undici”
Al termine di Lazio – Fiorentina, Ciro Immobile è intervenuto ai microfoni di Dazn
“Pure io avevo il batticuore, c’era tanta pressione perché la partita stava finendo e ci serviva il risultato. La squadra aveva lottato molto, sono felice per i miei compagni, è un grande passo avanti. Io la sto vivendo bene questa situazione. Quest’anno ho iniziato con il piede sbagliato, e io essendo il perno offensivo e ovvio che si parli dei miei aspetti negativi. Poi ci sono momenti come questi che ti fanno rivivere emozioni con la nostra gente. Ora bisogna recuperare”.
“In questa situazione raccolgo i pezzi. Vedo la gente che mi ama, partendo dalla mia famiglia, poi la società, i tifosi e la squadra. Sento la stima di tutti. Non sto vivendo un momento brillante ma sto facendo di tutto per tornare al massimo“.
FROSINONE, ITALY - AUGUST 16: Vincenzo Italiano head coach of Spezia Calcio looks on during the Serie B Playoff Final first leg match between Frosinone Calcio and Spezia Calcio on August 16, 2020 in Frosinone, Italy. (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images for Lega Serie B )
Al termine della partita tra la Lazio e la Fiorentina, l’allenatore Vincenzo Italiano ha condiviso le sue impressioni con Sky Sport. La sconfitta ha lasciato l’allenatore visibilmente deluso. Ha dichiarato: “La sconfitta fa arrabbiare. La Fiorentina ha fatto una grande partita e abbiamo concesso pochissimo alla Lazio. Era la partita che volevamo fare e perderla in questo modo non va bene.“
Italiano ha poi commentato l’azione che ha portato al rigore concesso alla Lazio: “Lavoriamo su quella situazione nei minuti finali per controllare l’avversario senza farlo colpire. È un peccato enorme non aver raccolto punti oggi. Quando le partite in Serie A sono sullo 0-0, si può perdere anche oltre il tempo di recupero.”
L’allenatore ha sottolineato l’importanza di non subire gol in situazioni simili e ha espresso la sua delusione per non essere riuscito a ottenere un risultato positivo. Ha anche menzionato il rigore contestato per la Lazio, affermando: “Milenkovic si accorge che quel movimento doveva farlo prima e la palla gli sbatte sul braccio.”
Infine, Italiano ha riflettuto sull’opportunità sprecata dalla Fiorentina durante la partita: “È impensabile arrivare a Roma e fare così tante palle gol senza segnare. Questa ingenuità ci costa caro. Un’altra sconfitta dopo l’Empoli, potevamo ottenere di più. La Lazio è molto brava a ripartire, ma non glielo abbiamo permesso tanto. Questo è merito dei ragazzi.”
Vincenzo Italiano ha parlato così ai microfoni di Dazn della sconfitta all’ultimo minuto della squadra viola:
“Rammarico? Non aver fatto quello che sappiamo fare in quell’ultima situazione. Gli ultimi secondi sono i più difficili, lì una squadra di livello dimostra di esserlo, l’attenzione deve regnare. Perdere così non mi piace, mi dà fastidio. La Fiorentina,
“Rammarico? Non aver fatto quello che sappiamo fare in quell’ultima situazione. Gli ultimi secondi sono i più difficili, lì una squadra di livello dimostra di esserlo, l’attenzione deve regnare. Perdere così non mi piace, mi da fastidio. La Fiorentina, ha fatto prestazione ottima contro una grande squadra e perderla così non è bello.
Noi siamo cresciuti sotto tanti aspetti in maniera esponenziale con l’arrivo di giocatori che hanno dinamismo e alzato la qualità. Quelle sono situazioni in cui purtroppo fa perdere e vincere le partite. Stiamo tante ore a ricordare che in quelle situazioni ci dobbiamo comportare in maniera diversa, per questo sono arrabbiato. Dobbiamo continuare a crescere.
Tra Empoli e Lazio meritavamo di fare qualche punto. Mi auguro che anche i miei ragazzi siano amareggiati”.
Ciro Immobile con un rigore al 94′ regala la vittoria alla Lazio, che con questa vittoria permette alla squadra di Sarri di agguantare la zona champions.
Una partita strana quella di stasera, con una Fiorentina che ha giocato meglio nel primo tempo,e con una Lazio che nel secondo tempo ha sprecato troppe palle gol.
Non e’ stata una partita dagli alti contenuti tecnici, dove i giocatori simbolo di entrambe le squadre hanno steccato l’appuntamento.
Dalla nostra parte sottotono Luis Alberto, che ha steccato la sua prima partita stagionale. Senza contare i “soliti” assenti ingiustificati Marusic,Anderson,Lazzari.
Alla fine anche stasera i subentrati hanno deciso la partita, con Pedro che crossa in area di rigore per Vecino che si procura il rigore della vittoria.
Tre punti importantissimi anche in chiave classifica con la Lazio che agguanta la zona champions, distante solo 3 punti.
Adesso poco tempo per recuperare perche’ gia venerdi la Lazio tornera’ in campo, affrontando al dall’Ara di Bologna la squadra di Thiago motta
Vediamo insieme i voti della Lazio:
PROVEDEL 6: poco impensierito dai pochi tiri in porta della Fiorentina.
MARUSIC 5: io ancora mi chiedo perche’ sia sempre titolare in questa squadra. Inguardabile.
PATRIC 6: la pagnotta la porta sempre a casa, anzi possiamo dire che adesso e’ il difensore piu’ in forma della rosa biancoceleste.
ROMAGNOLI 5,5: si fa scappare Beltran che segna ma il var annulla per un tocco di braccio del centravanti viola. Con i piedi male. Un lontano ricordo il giocatore visto lo scorso anno.
LAZZARI 5: almeno correva prima, adesso neanche fa piu quello. Quini,contando che la sua unica qualita’ stasera non si e’ vista, potete benissimo capire il voto.
ROVELLA 5,5: gia’ a Rotterdam avevamo visto un giocatore un po appannato. Stasera ha confermato questa sensazione con una prestazione sciapa.
GUENDOZI 6: e’ l’unico nel primo tempo a creare qualcosa per la Lazio. Ovvio pero’ che non si puo’ chiedere a lui di risolvere le partite.
LUIS ALBERTO 5,5: oggi la peggiore prestazione da inizio campionato, ma ci sta’.
ZACCAGNI 5,5: anche lui molto sottotono e nervoso.
ANDERSON 5: ha giocato bene due partite,le altre le ha steccate tutte,oggi compreso. Sempre addormentato,anche oggi si mangia un gol dormendo con il pallone tra i piedi.
CASTELLANOS 6: oggi poco preciso in zona gol, ma ci mette sempre l’anima e per questo si prende la sufficienza.
CATALDI 5: doveva fare meglio di Rovella,ed invece riesce a fare peggio.
KAMADA 6: entra e dopo 1 minuto regala un cioccolatino ad Anderson che spreca tutto.
VECINO 6,5: si guadagna il rigore,ancora una volta decisivo.
PEDRO 6,5: crossa il pallone che poi vale il rigore che permette alla Lazio di vincere.
IMMOBILE 7: il pallone era pesantissimo,ma Ciro con sangue freddissimo insacca e regala la vittoria alla Lazio.
Dopo la vittoria contro la Fiorentina, Ciro Immobile ha condiviso le sue impressioni in un’intervista con Sky Sport. L’attaccante biancoceleste ha messo in primo piano la squadra e ha commentato il momento attuale.
“Se devo mettere in ordine il momento della squadra, della sconfitta a Rotterdam, il mio momento. Metto la squadra al primo posto, si poteva vincere o perdere e alla fine abbiamo vinto noi. Stanno mancando gol di noi attaccanti, poi è ovvio che devi prima verticalizzare e avere la brillantezza di saltare l’uomo. Ci sta mancando un po’ di lucidità davanti alla porta per concretizzare. Non abbiamo subito gol e per noi è un punto di partenza importante. Ci servono partite come queste dopo le cavolate fatte all’inizio, ci siamo buttati giù. Ora siamo nel vivo nel campionato e nell’Europa. Io sono molto sereno, ho la mia famiglia vicino. Il gol lo dedico a mio padre, sono felice. I miei figli mi fanno sorridere anche nei momenti un po’ così”.
Ciro Immobile regala 3 punti pesanti in ottica campionato in un match dove solamente qualche episodio poteva cambiare la rotta della gara. Lazio – Fiorentina termina 1-0 con un rigore allo scadere rimediato da Vecino su fallo di mano di un difensore viola. Rigore siglato dal Capitano biancoceleste con l’arbitro che fischia la fine subito dopo che la palla termina alle spalle di Terracciano.
SERIE A TIM | LAZIO-FIORENTINA 1-0, IL TABELLINO
LAZIO-FIORENTINA 1-0
Marcatore: 90’+3′ rig. Immobile
LAZIO (4-3-3): Provedel; Lazzari, Patric, Romagnoli, Marusic; Guendouzi (67` Kamada), Rovella (63` Cataldi), Luis Alberto (67` Vecino); Felipe Anderson, Castellanos (77` Immobile), Zaccagni (77` Pedro).
A disp.: Sepe, Mandas, Gila, Pellegrini, Hysaj, Basic, Isaksen.
La tanto attesa partita tra Lazio e Fiorentina si è recentemente conclusa, con la Lazio che ha ottenuto una vittoria per 1-0. È stata una partita intensa e combattuta, ricca di momenti emozionanti. Ecco una sintesi degli eventi chiave avvenuti durante la partita.
Primo Tempo:
La partita è iniziata con entrambe le squadre che hanno annunciato le loro formazioni e i giocatori si sono riscaldati, preparando il terreno per un incontro avvincente. Il primo tempo è iniziato e l’azione ha preso il via.
6′: Mattia Zaccagni della Lazio ha ottenuto un calcio di punizione sulla fascia sinistra dopo un fallo commesso da Giacomo Bonaventura della Fiorentina.
9′: Jonathan Ikoné della Fiorentina ha guadagnato un calcio di punizione nella propria metà campo a seguito di un fallo di Nicolò Rovella della Lazio.
10′: La Fiorentina ha ottenuto un calcio d’angolo grazie a un contrasto di Patric della Lazio.
11′: Giacomo Bonaventura della Fiorentina ha tentato un tiro di sinistro da fuori area, che è stato parato in modo impeccabile dal portiere della Lazio.
13′: Un momento controverso è avvenuto quando Lucas Beltrán della Fiorentina ha segnato inizialmente, ma il gol è stato annullato dopo una revisione del VAR.
17′: La Fiorentina ha guadagnato un altro calcio d’angolo dopo che il colpo di testa di Lucas Beltrán ha colpito il palo destro.
31′: Manuel Lazzari della Lazio ha ricevuto un cartellino giallo per un fallo.
40′: Anche Alfred Duncan della Fiorentina è stato ammonito con un cartellino giallo.
45’+1′: Il primo tempo si è concluso senza gol nel punteggio.
Secondo Tempo:
Il secondo tempo è iniziato con entrambe le squadre che cercavano una svolta nella partita.
45’+2′: Nicolò Rovella della Lazio e Jonathan Ikoné della Fiorentina hanno entrambi ricevuto un cartellino giallo.
62′: La Lazio ha effettuato una sostituzione, con Danilo Cataldi che ha preso il posto di Nicolò Rovella.
66′: Mattia Zaccagni della Lazio ha ricevuto un cartellino giallo per un fallo.
70′: Il potente tiro di sinistro di Felipe Anderson è stato parato dal portiere della Fiorentina.
77′: La Fiorentina ha effettuato una sostituzione, con Rolando Mandragora che è subentrato ad Alfred Duncan.
90’+4′: La Lazio ha ottenuto un calcio di rigore, che è stato trasformato con successo da Ciro Immobile, assicurando il gol della vittoria.
Il secondo tempo si è concluso con la Lazio che ha ottenuto una vittoria per 1-0.
Dopo la recente vittoria contro la Lazio in Champions League, il Feyenoord ha subito un duro colpo incassando una sconfitta contro il Twente nel campionato olandese. Questo risultato negativo ha lasciato il tecnico olandese Arne Slot con sensazioni tutt’altro che positive, aumentando la pressione in vista della prossima gara di ritorno contro i biancocelesti all’Olimpico.
Slot ha espresso la sua frustrazione ai microfoni di ESPN, sottolineando come la sconfitta abbia influito negativamente sul morale della squadra. “Ovviamente sono incazzato. Non solo perdiamo qui, ma non possiamo guardare indietro a una partita molto buona,” ha dichiarato Slot.
Il tecnico ha proseguito, sottolineando la lezione appresa dalla partita contro il Twente: “Nell’intervallo e dopo la partita, ho anche detto ai giocatori che faremo sempre fatica, anche se si gioca bene. Se inizi così e subisci anche un gol, sai che qui non ci sarà pace per novanta minuti.”
Slot ha evidenziato che, nonostante abbiano cercato di mettere pressione, il Feyenoord è stato meno efficace rispetto alla partita contro la Lazio. Ha spiegato: “Abbiamo cercato di mettere pressione, ma contro la Lazio siamo stati molto più bravi con la palla. Questo avrebbe potuto aiutare quando si gioca in uno stadio che entusiasma così tanto la squadra di casa. Se fai pressione in avanti senza palla, ma ci metti molto tempo a tornare e a conquistare la seconda palla nel momento in cui la giocano a lungo… Quindi sei così mediocre in due aree che l’avversario ne trae molta energia.”
Il calciatore Casale sarà l’unico assente, dovendo affrontare un recupero di circa un mese a causa di una lesione all’adduttore subita in Champions League. Il suo posto verrà preso da Patric, che farà coppia con Romagnoli in difesa, una scelta senza dubbi.
Nel resto della formazione, il mister Sarri è alle prese con vari ballottaggi che dovrà risolvere nelle prossime 24 ore. Partendo dall’attacco, Castellanos sembra avere un vantaggio su Immobile, e quindi dovrebbe essere l’argentino a comporre il tridente insieme a Felipe Anderson e Zaccagni, con quest’ultimo in pole rispetto a Pedro. È probabile che ci sia una staffetta tra Taty e il capitano, con quest’ultimo probabilmente destinato a partire dalla panchina in cerca della migliore forma fisica.
A centrocampo, Luis Alberto occupa il centrosinistra, mentre per le altre due maglie ci sono aperti ballottaggi. Rovella e Cataldi si contendono il ruolo in regia, anche se il giovane cresciuto nel vivaio di casa potrebbe avere una chance. La situazione è simile per la posizione di mezzala destra, con Guendouzi e Kamada che si sfidano, ma sembra che il primo sia leggermente in vantaggio rispetto al secondo.
In difesa, Patric e Romagnoli occuperanno il centro, mentre sulle fasce, Lazzari sta cercando di ottenere un posto, come già accaduto nell’ultima partita contro il Sassuolo. Sarri potrebbe decidere di mantenere la difesa invariata rispetto a quella vista a Reggio Emilia, con Marusic sulla fascia sinistra. Altri giocatori come Pellegrini e Hysaj sperano comunque di ottenere una possibilità.
Probabile formazione (4-3-3): Provedel; Lazzari, Patric, Romagnoli, Marusic; Guendouzi, Rovella, Luis Alberto; Felipe Anderson, Castellanos, Zaccagni. A disposizione: Sepe, Mandas, Hysaj, Gila, Pellegrini, Kamada, Cataldi, Vecino, Pedro, Isaksen, Immobile. Allenatore: Sarri.
La Lazio Primavera si ferma in Primavera 1 rimediando solamente un punto in Lazio – Empoli giocata allo Stadio Mirko Fersini. Dopo soli 12 minuti di gioco Sanà Fernandes sigla il primo gol del match con Gonzalez che raddoppia in pieno recupero del primo tempo. Nel secondo tempo, nel giro di 10 minuti, Bucancil e Corona raggiungono i biancocelesti facendo terminare il match 2-2.
Da evidenziare l’espulsione di Bordon per doppio giallo al minuto 36.
La Lazio resta al terzo posto a quota 15 punti a – 5 dalle capoliste Inter e Milan.
“C’è da calcolare il livello della partita. È un Empoli molto forte, con giocatori di grande qualità, sia fisica che tecnica. Lo sapevamo. Tre partire in una settimana di altissimo livello: Fiorentina, in Olanda e oggi. Fare sempre risultato è stata sicuramente una grande cosa. L’espulsione ha ovviamente condizionato un po’ la partita, giocare in 10 per più di un’ora diventa difficile contro squadre di questo livello. Potevamo fare qualcosa di meglio nel prendere due gol nel secondo tempo, ma aver tenuto sul 2-2 per tutta la partita è sicuramente un motivo di vanto e sta a testimoniare che questa squadra, oltre a un buon impianto di gioco, ha sicuramente un grande cuore e una grande anima”.
“Sensazione di vincere? Sì, c’era. Sul 2-0, magari fossimo rimasti in 11, però poi il calcio… se uno fa degli errori, come quello grave che ha fatto Felipe… Entrambe le ammonizioni non erano da prendere. È un margine di miglioramento, ancora c’è qualche giocatore troppo istintivo, però devo dire grazie a questi ragazzi per l’ennesima grande prestazione. Parlavo con un amico che mi ha detto ‘mi sto appassionando a questa squadra’. Ecco, questo significa che la squadra trasmette qualcosa anche dal punto di vista emotivo, come anima, e questo è motivo di vanto per noi. Dobbiamo continuare così”.
“La coppa è molto difficile, se vinci poi devi andare a Torino con la Juve. Noi per la Coppa Italia abbiamo fatto una scelta di far giocare quelli che hanno giocato di meno, che hanno risposto sempre presente. Chi sta giocando sempre ha bisogno di riposare. Gli errori derivano anche dalla stanchezza. Quindi, dentro tutti gli altri e ce la giochiamo alla grande contro il Frosinone”.
“Espulsione? Non mi piace parlare dell’arbitro, l’espulsione era netta perché ha fatto due errori ingenui, quindi… andiamo oltre”.
Alla vigilia di Lazio – Fiorentina, Danilo Cataldi è intervenuto nel match program della Lazio
Quanta voglia di riscatto c’è dopo la sconfitta contro il Feyenoord?
«Tanta. Sappiamo tutti che abbiamo fatto una partita sottotono e questo in Europa non te lo puoi mai permettere. È stata una serata no che però ci può dare una grande lezione per il futuro di questa stagione, perché ci sono ancora tante partite da giocare».
Arriva la Fiorentina, una squadra che va meglio fuori piuttosto che in casa: che partita ti aspetti?
«Ci aspetta una gara difficile. La Fiorentina è una squadra di valore, forte del lavoro fatto lo scorso anno da un ottimo allenatore come Italiano. Hanno una mentalità offensiva,dovremo uscire bene dal loro pressing per trovare zone di campo a noi favorevoli. Al di là della tattica però, servirà qualcosa di importante a livello di voglia e di impegno per portare a casa tre punti fondamentali per la nostra classifica. Conosciamo il valore della Fiorentina ma anche il nostro».
Le vittorie consecutive contro Atalanta e Sassuolo lasciano la sensazione di una Lazio che in campionato ha cambiato marcia dopo un inizio non facile?
«L’inizio di stagione non è stato facile, abbiamo pagato a caro prezzo le due sconfitte contro Lecce e Genoa. La strada che abbiamo intrapreso ora è quella giusta, lo stop contro il Feyenoord ci ha dato la consapevolezza che tutte le partite vanno giocate al massimo. Il calcio di oggi è cosi, a prescindere dalla categoria: se non affronti gli avversari al 100% fai fatica con tutti, deve essere questo il nostro credo».
209 presenze in Serie A e un miglioramento continuo negli anni: il ruolo del play in Nazionale sta vivendo alcuni cambiamenti, credi ancora un po’ a una futura convocazione?
«Non si smette mai di crescere, ho iniziato a giocare in questo ruolo stabilmente con Sarri e ho ancora un po’ di tempo per migliorare. Spero di farlo insieme alla squadra. La Nazionale a centrocampo ha calciatori importanti, in questo momento la mia priorità è rimettere in piedi la Lazio nelle posizioni di classifica che meritiamo in campionato, e far vedere che in Champions League non siamo quelli visti contro il Feyenoord».
Dopo la pessima prestazione in Champions League con Nicolò Casale che non ha superato neanche il 5 in pagella, arriva il comunicato ufficiale della Lazio.
La Lazio ha ricevuto brutte notizie dalla Paideia: Nicolò Casale ha accusato una lesione adduttoria di basso/medio grado nella coscia destra. Questo infortunio costringerà il tecnico Maurizio Sarri a fare a meno del difensore per la partita in programma lunedì contro la Fiorentina.
Il Comunicato ufficiale
“Lo staff medico della S.S. Lazio comunica che il calciatore Nicolò Casale è stato sottoposto, presso la Paideia International Hospital in data odierna, ad esami clinici e strumentali che hanno evidenziato una lesione di basso/medio grado a carico della regione adduttoria della coscia destra. Il giocatore ha già iniziato le cure specifiche del caso e verrà sottoposto a monitoraggio clinico quotidiano. Ulteriori esami strumentali verranno ripetuti nei prossimi giorni per quantificare i tempi di recupero“.
In casa Lazio, due rinnovi contrattuali rimangono in stand-by. Mentre il presidente Lotito si sta avvicinando a chiudere un accordo con Felipe, la trattativa per il prolungamento di Zaccagni sembra essere bloccata.
I contatti con la sorella-agente di Felipe sembrano progredire, anche se potrebbero richiedere uno sforzo economico aggiuntivo. D’altra parte, la situazione con l’agente Giuffredi, rappresentante di Zaccagni, è diventata più complessa dopo un’intervista rilasciata a metà settembre e successivamente “ritrattata”. In quell’intervista, Giuffredi aveva parlato del futuro di Zaccagni e aveva dichiarato: “È molto legato alla Lazio, ha ancora un anno e mezzo di contratto, non abbiamo fretta di rinnovare. E’ stato chiamato in Nazionale, fa bene da diversi anni, ma quando ci sarà la possibilità di rinnovare ne parleremo. Siamo estremamente sereni e tranquilli, per noi non è un argomento prioritario.”
Tuttavia, queste parole non sembrano aver spinto il presidente Lotito a reagire. L’obiettivo della Lazio è quello di chiudere entrambe le operazioni prima dell’apertura del mercato, specialmente quella che coinvolge Felipe, dato che il suo contratto scade a giugno. Invece, il contratto di Zaccagni scade nel 2025, quindi c’è più tempo per trattare.
Entrambi i giocatori stanno cercando un adeguamento salariale, chiedendo 3,5 milioni di euro all’anno. Attualmente, Felipe guadagna 2,2 milioni, mentre Zaccagni riceve circa la metà della nuova richiesta. La Lazio è interessata a evitare un nuovo caso simile a quello di Milinkovic-Savic, e quindi la trattativa è seguita con attenzione.
Anche prima della gara di campionato tra la Lazio e la Fiorentina, i tifosi laziali dimostrano il loro impegno nel sostenere la squadra nella prossima trasferta contro il Bologna, in programma venerdì 3 novembre al Dall’Ara.
I dati sui biglietti sono promettenti, con 1300 biglietti venduti per il settore ospiti su un totale di 2400 disponibili. Questo indica chiaramente che il popolo biancoceleste sarà al fianco dei giocatori anche in un momento complicato per la squadra.
Il 28 ottobre 1979, nel corso del derby tra Roma e Lazio, si è verificato un tragico incidente che ha avuto conseguenze devastanti. Vincenzo Paparelli, un devoto tifoso della Lazio, si trovava in Curva Nord in attesa dell’inizio della partita. Mentre si godeva un panino e scrutava il cielo minaccioso, ha assistito a uno spettacolo terribile. Due razzi di segnalazione sono stati sparati dalla Curva Sud, ma invece di rimanere all’interno dello stadio, hanno deviato dalla loro traiettoria prevista.
Poi, da parte della Curva Sud, è stato lanciato un terzo razzo che ha compiuto una traiettoria retta di quasi 150 metri, colpendo Vincenzo Paparelli direttamente in un occhio. Gli spettatori hanno raccontato di una lunga scia nera nel cielo e di schizzi di sangue ovunque. Paparelli è crollato, e la sua moglie, che si trovava accanto a lui, ha iniziato a urlare e chiedere aiuto. Tuttavia, molti tifosi, presi dal terrore, sono scappati dalla zona.
Un giovane ha cercato disperatamente di aiutare Paparelli, cercando di rimuovere il petardo dal suo occhio. Tuttavia, è riuscito solo a toglierlo in parte, e dal foro nel viso di Paparelli e dall’area dietro la sua testa è uscito del fumo. I medici sono arrivati rapidamente, portando una barella per trasportare Paparelli nell’antistadio della Curva Nord. Da lì, è stata chiamata un’ambulanza che ha cercato di raggiungere l’Ospedale Santo Spirito a sirene spiegate, ma purtroppo, Paparelli è giunto al tragico destino di essere dichiarato morto.
Vincenzo Paparelli aveva 33 anni al momento dell’incidente e lasciava la moglie e due figli. La Curva Nord, che era già ridotta a poche migliaia di spettatori, è stata scossa da disordini e tentativi di invasione. Molti tifosi non volevano che la partita si giocasse, ma alla fine, per evitare ulteriori disordini, è stata disputata in un’atmosfera surreale con la Nord e la Tevere “laziale” vuote mentre il resto dello stadio era pieno.
Le forze dell’ordine hanno immediatamente iniziato a cercare i responsabili dell’atto, e in seguito a un’indagine, è emerso che Giovanni Fiorillo, un giovane pittore edile disoccupato di 18 anni, era l’autore materiale dell’atto criminale. Fiorillo è fuggito subito dopo l’omicidio, cercando rifugio in giro per l’Italia e persino in Svizzera. Dopo quattordici mesi, ha deciso di costituirsi. Nel 1987, la Cassazione lo ha condannato a sei anni e dieci mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale. Fiorillo è poi deceduto il 24 marzo 1993 a causa di una malattia incurabile.
Durante il periodo di latitanza, aveva cercato di contattare quasi ogni giorno Angelo Paparelli, il fratello di Vincenzo, per chiedere scusa e giurare che non aveva intenzione di uccidere nessuno il 28 ottobre.
Il 29 ottobre 2001, a ventidue anni dall’incidente, è stata posta una targa in memoria di Vincenzo Paparelli presso lo stadio Olimpico, sul lato della Curva Nord. Nel 2011, Vanda del Pinto, vedova di Vincenzo, è purtroppo scomparsa all’età di 61 anni.
Gli Articoli del giorno dopo de L’Unità
“La violenza negli stadi ha provocato una vittima. Ammazzato all’Olimpico. Spettatore colpito in pieno viso dal razzo sparato da un teppista. Vincenzo Paparelli, un meccanico di 32 anni, è crollato sotto gli occhi della moglie. La tragedia un’ora prima dell’inizio delderby. Si è discussa l’eventualità di non effettuare l’incontro. Numerose persone fermate”.
Doveva essere una giornata di sport. Il derby Roma-Lazio è appuntamento di gran richiamo per gli sportivi della capitale. Invece s’è trasformata in una assurda tragedia, che non trova spiegazione alcuna e che è costata la vita a Vincenzo Paparelli, un meccanico di 33 anni. Erano circa le 13,20 e già migliaia di spettatori avevano preso posto sulle gradinate dell’Olimpico.
Nella curva sud si erano sistemati come sempre i tifosi della Roma, nella nord quelli della Lazio. Nonostante mancasse ancora più di un’ora all’inizio della partita il clima era teso come da tempo non accadeva. I tifosi di opposta fazione avevano preparato cartelli, striscioni, come negli altri derby insomma. Proprio uno striscione innalzato improvvisamente dalla curva dei tifosi laziali ha provocato la scintilla; c’era scritto: “Rocca bavoso, i cadaveri non risuscitano“. Il giocatore Rocca è un terzino che più volte ha dovuto interrompere l’attività per un infortunio e sottoporsi a interventi chirurgici. La prima reazione dei tifosi romanisti è stata quella di tentare un’invasione di campo per portarsi nell’altra curva. Le forze dell’ordine sono subito intervenute, riuscendo a bloccare gli invasori. Sembrava che tutto dovesse ritornare alla normalità.
Invece qualche minuto dopo il drammatico episodio. Dalla curva dei romanisti, dalla parte della tribuna Tevere all’altezza dello striscione Roma club Somalia, è stato sparato un razzo autoesplodente anti-grandine. Poi si saprà che non era un razzo qualsiasi, ma un vero e proprio proiettile. Si tratta di un cilindro lungo 20 centimetri e con un diametro di 4, che può percorrere traiettorie anche di 200-250 metri.
Nello stadio si è sentito un sibilo, sinistro, il proiettile ha disegnato una lunga scia fumosa e ha colpito Vincenzo Paparelli in pieno viso, nell’occhio sinistro. L’uomo era seduto nell’ultima fila di panchine nel versante della tribuna M. Mario, dietro una delle uscite del settore. Era in compagnia della moglie Wanda Del Pinto e stava aspettando l’inizio della partita, mangiando il panino che si era portato da casa. Era il suo pranzo. La moglie ha visto arrivare il razzo, ha cercato di avvertire il marito, ma non ha fatto in tempo. Vincenzo Paparelli, colpito in pieno viso, nella parte della regione temporale sinistra, s’è subito portato le mani sul viso diventato una maschera di sangue.
I primi soccorsi gli sono stati portati dalla moglie, che gli ha subito estratto il razzo. Poi, non ha resistito, è svenuta. Sono intervenute le forze dell’ordine, Paparelli è stato subito trasportato al pronto soccorso e di lì in ambulanza all’ospedale Santo Spirito, dove però è giunto cadavere.
Intanto nello stadio si vivevano attimi di grande tensione, di paura. Dopo cinque minuti altri due razzi, di identico tipo sparati sempre dallo stesso settore per fortuna sono esplosi fuori dello stadio.
Nella curva nord, anche fra le poche centinaia di spettatori rimasti, si diffondeva il panico, con la gente alla ricerca disperata di una via di uscita. Ma non tutti lasciano le gradinate. Un gruppo di tifosi si scatenava contro i cristalli divisori, per crearsi un varco. “Gridavano come ossessi– racconta un brigadiere di pubblica sicurezza – erano fuori di sé. “Toglietevi” ci strillavano. “Dobbiamo andare ad ammazzare gli assassini romanisti”. La fermezza degli agenti ha bloccato sul nascere ogni ulteriore reazione sconsiderata. Nel frattempo negli spogliatoi si stava decidendo se giocare o no la partita.
Il presidente del centro di coordinamento dei club biancazzurri chiedeva il rinvio della partita per timore di nuovi gravi incidenti. L’arbitro decideva alla fine che si dovesse giocare. Nella curva nord l’atmosfera non si placava. Gruppi di tifosi laziali continuavano a lanciare oggetti di ogni genere in campo. Urlavano verso i giocatori della loro squadra “Fuori, fuori”. Un invito a abbandonare il campo in segno di protesta. Si avvicinavano allora i giocatori Wilson e Giordano per calmare gli animi, mentre numerosi agenti si schieravano ai bordi del campo.
La partita ha avuto così inizio in un clima che non prometteva nulla di buono. Ma fortunatamente non accadeva più nulla di grave. Soltanto proteste verbali dei laziali verso i romanisti e più di un pallone sequestrato dai tifosi biancazzurri, quando arrivava dalle loro parti. La partita è sembrata interminabile.
Si sono temuti incidenti, scontri fra i tifosi, durante lo sfollamento dallo stadio, ma sono giunti rinforzi di polizia e carabinieri. Un enorme dispiegamento di forze dell’ordine ha presidiato i punti nevralgici dei viali dello stadio. “Non ho mai visto un derby più terribile di questo – ha commentato il vice-questore Marinelli, che sovraintende il servizio d’ordine all’Olimpico – Una cosa incredibile. Stamane quando abbiamo fatto l’abituale giro di perlustrazione abbiamo trovato di tutto, nascosto nei posti più impensati. Abbiamo riempito un camioncino di mazze, spranghe di ferro, pistole giocattolo, sassi, mattoni, e anche 50 razzi dello stesso tipo che hanno ucciso il Paparelli. Abbiamo fermato quattro persone”.
Due dei fermati sono sospettati di fare parte del gruppo di teppisti che stava sulla curva sud, nel punto da dove è stato esploso il micidiale razzo. Altri fermi sono stati effettuati poi in città: giovani provenienti dallo stadio sono stati trovati armati di spranghe, coltelli e altre armi.
Da La Stampa del 29 ottobre 1979:
Il derby Roma-Lazio passerà tragicamente alla storia. Uno spettatore di 33 anni, Vincenzo Paparelli, sposato, padre di due figli, è stato ucciso sulle gradinate della curva Nord quasi al limite con la tribuna Monte Mario, da un razzo esploso dalla curva Sud che si trova al lato opposto dello stadio. Era un tifoso della Lazio. Ieri è andato alla partita con la tessera del fratello, tifoso della Roma, con il quale manda avanti una piccola officina nel quartiere di Primavalle. E’ la prima volta in Italia, che un incontro di football viene funestato da un delitto. L’episodio è accaduto verso le ore 13 quando già gli spalti dell’Olimpico erano gremiti di folla. Sulla curva Sud si trovavano, secondo un’antica consuetudine, i tifosi romanisti, mentre il lato Nord era riservato ai sostenitori laziali.
Le due fazioni stavano scambiandosi i soliti slogan sfottenti. La scintilla è scattata quando nel settore laziale e apparso un grosso striscione sul quale era scritto a lettere cubitali: “Rocca bavoso, i morti non resuscitano”. I romanisti replicavano con bordate di fischi. Improvvisamente dal punto dove giganteggiava un grosso drappo con scritto “commando ultra curva Sud”, è partito un grosso razzo, che dopo aver attraversato sibilando tutto il campo, andava a colpire in pieno volto il Paparelli che si accasciava sanguinante al suolo. In un baleno dilagava il panico. La folla si precipitava verso le uscite mentre un altro proiettile, scagliato dallo stesso punto, oltrepassava addirittura il settore Sud, andando a finire su un albero fuori dello stadio. Intanto accanto al Paparelli era rimasta soltanto la moglie Wanda del Pinto, che gridava disperatamente.
E’ trascorso qualche minuto prima che ci si rendesse conto della gravità dell’episodio. Poi sono arrivati i barellieri. L’ambulanza si faceva largo con la sirena spiegata, diretta verso l’ospedale di S. Spirito. Purtroppo il poveretto ha cessato di vivere lungo il tragitto. Uno spettatore ha raccolto il piccolo razzo insanguinato, che aveva ucciso il giovane e lo ha consegnato alla polizia. Solo dopo un quarto d’ora si spargeva fra il pubblico la notizia della morte del Paparelli. I sostenitori biancoazzurri si abbandonavano ad una reazione rabbiosa. Saltavano fuori bastoni, spranghe di ferro, biglie.
Venivano infranti i vetri che dividono i settori delle tribune Tevere e Monte Mario. Alcuni esponenti dei circoli biancoazzurri si portavano davanti agli spogliatoi chiedendo la sospensione della partita. Il presidente della Roma, ing. Viola, pallido in volto, replicava con aria affranta che non si sentiva di assumersi la responsabilità di una decisione che avrebbe rischiato di creare incidenti ancora più gravi.
Anche le autorità hanno ritenuto opportuno evitare di prendere iniziative con il pericolo di far precipitare la già precaria situazione. Quando le squadre sono entrate sul terreno di gioco, dalla curva Sud si è levato il coro di “assassini, assassini”. La curva Nord presentava larghi vuoti. Molti avevano lasciato lo stadio per paura e altri in segno di protesta aderendo all’invito lanciato dai capo-tifosi. Alcuni scalmanati si sono avvicinati al fossato e hanno cominciato a lanciare oggetti in campo mentre le forze dell’ordine si schieravano con i fucili lanciarazzi puntati.
Il capitano della Lazio Wilson e Giordano, si avvicinavano agli spalti cercandodi placare l’ira dela folla. L’arbitro D’Elia si guardava intorno disorientato. Partiva un razzo di color rosso che lo sfiorava ad una spalla. Nel trambusto generale, il direttore di gara decideva di fischiare l’inizio della partita. Continuava il lancio di proiettili di ogni genere. Il comandante dei carabinieri decideva di far entrare nel recinto della curva Nord drappelli di militi. Si accendeva qualche scontro. Ma fortunatamente non accadevano altri episodi gravi. Più tardi il capo del secondo distretto di polizia, dott. Marinelli, ha dichiarato che era stato effettuato il fermo di quattro giovani. Si sospetta che due dì essi abbiano a che fare con l’episodio delittuoso. “Non sappiamo con esattezza quale tipo di arma abbia usato il teppista che ha sparato — ha aggiunto il funzionario — riteniamo che debba trattarsi di un lanciarazzi dotato di una carica di notevole potenza”. Gli aspetti tecnici del derby hanno trovato scarsa eco negli spogliatoi dell’Olimpico. Su allenatori, giocatori, dirigenti, giornalisti, gravava l’atmosfera pesante della tragedia avvenuta prima della partita in curva Nord. Il primo a raggiungere la sala stampa è stato Liedholm che aveva un’aria mesta e sconcertata. Ha cercato all’inizio di sviare il discorso dal luttuoso episodio affermando che secondo lui la partita aveva avuto uno svolgimento regolare.
“Sulla triste vicenda accaduta sugli spalti— ha dichiarato lo svedese — non avevamo notizie sicure. Si parlava di un ferito grave. Rocca era molto agitato per quel cartello pieno di insulti. Ha giocato male, come del resto tutta la mia squadra. Non avevamo la mente serena per sviluppare un gioco normale. Ognuno cercava l’iniziativa personale”. Pensa che possa aver influito la notizia della morte di uno spettatore? “Abbiamo iniziato la gara quasi inconsciamente — ha replicato Liedholm — ma con il trascorrere dei minuti i giocatori sono riusciti a concentrarsi sulla partita. L’episodio è inconcepibile. E’ la prima volta, nella mia lunga carriera prima di calciatore e poi di allenatore, che mi capita di assistere ad un fatto cosi grave”.
Poi il trainer, anche per sdrammatizzare un po’ il clima, ha ripreso a commentare l’incontro con parole piuttosto dure nei confronti dei suoi giocatori: “Tancredi è stato il migliore in campo, non ha potuto far nulla sulla palla del gol deviata da Rocca. Ma nello stesso tempo non esito ad affermare che siamo stati fortunati. La Lazio ha giocato meglio, specialmente nel primo tempo”.
Il capitano Santarini, mentre si recava nello spogliatoio dei laziali, ha dichiarato: “Quando abbiamo appreso la notizia del gravissimo incidente, noi e i nostri avversari, siamo rimasti frastornati. In questo momento non mi vengono le parole. Siamo vicini ai familiari dello scomparso. Ma so che non basta. Purtroppo si alimenta la violenza da una parte e dall’altra con certe scritte offensive come quella su Rocca. Con questo non voglio giustificare l’accaduto. Ma vorrei dire che purtroppo da scherzi pesanti a volte scaturiscono le tragedie”.
Il presidente ing. Dino Viola, pallidissimo in volto, ha detto: “Ho parlato con i ragazzi prima e durante l’intervallo della partita. Li ho esortati a rimanere calmi, anche se era difficile per tutti in quei momenti. In settimana avrò dei contatti con i capo-tifosi. Cercheremo insieme di individuare i responsabili. Ciò che è accaduto è inaudito quando si pensa che si dovrebbe andare in uno stadio solo per divertimento”.
Negli spogliatoi biancazzurri si respirava un clima di doloroso risentimento espresso con parole assai dure. “Quando sono andato verso la curva dei nostri tifosi— ha raccontato il capitano Wilson —ho detto loro di lasciarci giocare. Era il modo migliore per onorare la memoria dello scomparso. In caso contrario penso che si sarebbe rischiata una tragedia ancora più grave anche se il nostro primo istinto è stato quello di non cominciare la gara. E’ brutto quello che dico ma quello che ha ammazzato merita di morire nella stessa maniera. Finire l’esistenza in uno stadio è davvero sconvolgente”.
Preso da una crisi di pianto, Wilson si è interrotto bruscamente. Giordano: “Abbiamo saputo della disgrazia poco prima dell’inizio della partita. Ho pregato i tifosi di stare calmi assicurando loro che avremmo fatto di tutto per vincere dedicando il successo alla memoria dello scomparso. Mi sono sentito rispondere: romanisti assassini”. Montesi ha duramente rimproverato le autorità che “sarebbero dovute intervenire per sospendere la partita”.Lovati è apparso distrutto: “E’ stato un pomeriggio che non dimenticheremo presto — ha dichiarato il trainer — tuttavia non credo che abbia influito sui miei giocatori la notizia dell’accaduto. Per quanto riguarda la gara dico solo che la Lazio è stata nettamente superiore, meritavamo ampiamente dì vincere”. “Ho visto il razzo arrivare dall’altra parte dello stadio. Era luminoso ed aveva una scia di fumo. Ho fatto appena in tempo a girarmi per dire a Vincenzo di stare attento, ma era già stato colpito”. Annientata dal dolore Wanda Del Pinto ricostruisce fra le lacrime gli attimi che hanno preceduto la morte di Vincenzo Paparelli. Sono le 16 e la donna si trova negli uffici della squadra mobile per fornire la sua deposizione. E’ lì da pochi minuti ed il funzionario di turno fa mettere a verbale il suo racconto.
“Eravamo usciti di casa dopo le 12.30. Vincenzo era un patito della Lazio e non voleva mancare al derby. Per vedere la partita si era fatto prestare la tessera dal fratello”. Il calcio era l’unico hobby di Vincenzo Paparelli. Romano, 33 anni, terzo di cinque fratelli, lavorava come meccanico in un’officina di Primavalle. “Stasera sarebbe dovuto venire a cena a casa mia— spiega il cognato Otello Del Pinto —. Dovevamo festeggiare il compleanno di mio figlio che ha compiuto tre anni. L’ho visto l’ultima volta sabato sera. Sono stanchissimo, mi ha detto, ma domani Roma-Lazio non voglio proprio perderla”.
Tutta Primavalle si stringe intorno al dolore di una famiglia provata da una tragedia assurda. La gente della borgata sfila silenziosa sotto la casa del meccanico, in via Dronero, in un pellegrinaggio spontaneo e composto. Nel tardo pomeriggio arriva l’aggiunto del sindaco Petroselli. E’ accompagnato da due vigili urbani e alla sorella di Vincenzo Paparelli porta il cordoglio del primo cittadino e della giunta capitolina.
Il dott. Efisio s’informa sulle condizioni economiche della famiglia. “Domani mattina — dice — verrà una assistente sociale. E’ a vostra disposizione per quanto potrà esservi utile. Oggi all’Olimpico è morto un cittadino romano e vorremmo partecipare al vostro dolore”. L’aggiunto e i familiari di Vincenzo Paparelli si appartano in un angolo. Otello Del Pinto ringrazia il funzionario comunale. “Non sappiamo ancora quando potremo fare il funerale— informa —. In questura ci hanno detto che per avere il nulla osta occorre l’autorizzazione del magistrato e che questa verrà concessa dopo l’autopsia”.
Gli adempimenti di legge e il loro lento rituale si scontrano con il dolore di una famiglia. “Vincenzo è morto e nessuno ce lo restituirà— dice singhiozzando la sorella Carla —. Lascia due bambini, di sette e tredici anni, una moglie e quattro fratelli che lo adoravano. Lo ha ucciso quella violenza che lui detestava, la stessa che da troppo tempo segna la nostra vita di tutti i giorni. Che senso ha sapere esattamente come è morto quando i responsabili di ciò non verranno mai scoperti?”.
“Stiamo facendo il possibile per arrivare all’identificazione dello spettatore che ha esploso dalla curva Sud il razzo che ha ucciso Vincenzo Paparelli— affermano in questura —. Abbiamo fermato e denunciato una ventina di persone perché trovate in possesso di armi improprie. Due sono tuttora in stato di fermo al secondo distretto di polizia, mentre i carabinieri ne hanno fermati altrettanti. E’ difficile dire se fra questi vi sia lo sparatore. Li stiamo interrogando a fondo, nella speranza che dalle loro deposizioni emergano elementi utili”.
Di più, i funzionari della squadra mobile non vogliono dire. Secondo indiscrezioni trapelate nella tarda serata, tra i quattro fermati non figurerebbero gli autori materiali del fatto. Si tratterebbe comunque di testimoni forse preziosi: tifosi che hanno assistito al derby nei pressi del luogo della curva Sud da dove è partito il proiettile. Intanto, i fedelissimi di numerosi club giallorossi e biancazzurri si sono impegnati a fornire tutta la loro collaborazione agli inquirenti per scoprire i responsabili della morte di Vincenzo Paparelli, il primo spettatore ucciso in Italia all’interno di uno stadio di calcio. Da La Stampa del 30 ottobre 1979:
Un senso di profondo sbigottimento si è diffuso fra le tifoserie organizzate di Roma e Lazio in seguito al tragico episodio accaduto domenica allo stadio Olimpico. Abbiamo ascoltato Aldo Sbaffo, presidente del centro coordinamento dei club giallorossi e Gino Camiglieri, presidente dei club biancoazzurri, per tentare di mettere maggiormente a fuoco la triste vicenda, con persone che vivono a stretto contatto con i tifosi. I due hanno concordato su un aspetto inquietante del tifo all’Olimpico, affermano con sicurezza, attraverso dati in loro possesso, che da tempo, fra gli appassionati del calcio capitolino, si è insinuato un tipo di violenza di colorazione politica.
Le due organizzazioni contano migliaia di iscritti (la Roma 130 club con 30 mila associati, la Lazio 75 club con 7500 associati). Ma come mai l’autore del delitto, nonostante la stretta opera di sorveglianza degli incaricati dei club, ha potuto agire senza che nessuno si accorgesse del suo gesto criminoso? “Noi controlliamo gran parte della curva Sud, che è la più calda — ha dichiarato Sbaffo —, ma non possiamo arrivare in ogni angolo del settore. Stiamo tuttavia collaborando con le autorità e penso che si sia già ottenuto qualche risultato concreto”.
Infatti, pare che si sia giunti all’identificazione del presunto responsabile, Giovanni Fiorillo, e dell’amico che lo avrebbe spalleggiato, Enrico Marcioni, attraverso testimonianze di associati alla organizzazione romanista. “Posso assicurare — ha aggiunto Sbaffo — che i due non sono iscritti in alcuno dei nostri club”. Sbaffo ha tenuto anche a chiarire che certe scritte sugli striscioni, spesso offensive o macabre, non appartengono all’associazione di tifosi giallorossi.
“Abbiamo tuttavia istituito un dialogo — ha aggiunto — con le frange estremiste, che invitiamo a comportarsi in maniera civile. Li conosciamo. Lo sparatore non è uno di loro”. Non avete pensato di farvi promotori per una sospensione della partita? “A caldo eravamo propensi a suggerire di non far disputare l’incontro, ma ragionando con più calma pensiamo che sia stato meglio cosi. Si sarebbe corso il pericolo di far entrare in contatto, prima che gli animi si stemperassero, le due fazioni, con tutti i gravissimi rischi che ne sarebbero scaturiti. Siamo tutti vicini alla famiglia dello scomparso”.
Sull’argomento degli striscioni provocatori (domenica uno di questi, che conteneva una scritta offensiva contro Rocca, ha fatto esplodere l’assurda violenza), è intervenuto pure il presidente dei club biancoazzurri, Camiglieri, declinando ogni responsabilità dell’organizzazione.“Noi esponiamo 75 striscioni — ha detto Camiglieri — di cui assumiamo piena responsabilità. Tutti gli altri non hanno niente in comune con i tifosi organizzati”. Secondo lei quale potrebbe essere stata la molla che ha spinto il criminale a sparare?“Innanzi tutto dico che non si tratta di uno sportivo, ma di un individuo uscito da casa con uno strumento da usare per provocare qualcosa di grave”. Camiglieri ha avuto espressioni durissime nei confronti delle persone che avevano l’autorità per non far disputare la gara.
“Hanno prevalso gli interessi del Totocalcio, delle società, di fronte ai quali la vita umana non vale nulla. Davanti al morto è continuato lo spettacolo come se nulla fosse accaduto. In qualsiasi manifestazione di altre discipline sportive, ci si sarebbe comportati diversamente”. Sull’esistenza dei club dei tifosi, è intervenuto ieri Santarini, il capitano della Roma, il quale ha affermato che questi sono utili per togliere, ad esempio, un ragazzo dalla strada, per offrirgli la possibilità di stare insieme con la gente. “Ma se in queste organizzazioni— ha concluso il giocatore — riescono ad introdursi individui che mettono in pericolo la vita del calcio, io penso che sia opportuno procedere al loro scioglimento” Agli stadi come in aeroporto.
Uomini politici, organi d’opinione, personaggi rappresentativi dello sport sono intervenuti sul luttuoso episodio di Roma, esprimendo una corale esecrazione ed un deciso “no” alla violenza. Valerio Volpini, direttore de “L’Osservatore Romano”, definisce la tragedia non accidentale “perché deriva dal diffondersi di quel sonno della ragione che produce mostruosità tanto più gravi quanto più sono futili le cause che le rendono possibili”.
Nelle reazioni degli uomini politici l’aspetto più significativo sta nelle dichiarazioni del ministro del Turismo e Spettacolo D’Arezzo, che si possono sintetizzare in due punti: 1) la partita Roma-Lazio andava sospesa; 2) se la violenza è un fatto strumentale e politico, sarebbero necessarie per entrare negli stadi le stesse misure di sicurezza che sono in vigore negli aeroporti.
L’on. Mammì, capogruppo repubblicano e presidente della Commissione Interni della Camera, sottolinea il dovere della denuncia del responsabile senza inammissibili omertà e chiede che, attraverso severe squalifiche dei campi, gli stessi tifosi siano indotti ad isolare i teppisti. Sono intervenuti sull’argomento, con dichiarazioni più o meno analoghe, anche il presidente della Provincia di Roma Lamberto Mancini, il sindaco della Capitale Petroselli ed il deputato democristiano Pennacchini. “Il gioco del calcio è una bella cosa— dice il presidente della Lega professionisti, Renzo Righetti — e quindi cerchiamo di mantenerla tale”. Righetti suggerisce che siano gli stessi spettatori a denunciare gli autori di gesta criminose negli stadi. Su questa linea sono anche il presidente del Coni Franco Carraro (“L’Italia ha nel campionato di calcio un patrimonio che va salvaguardato”) e quasi tutti i presidenti delle società.
Da La Stampa del 31 ottobre 1979:
Conclusa la prima fase delle indagini riguardanti l’omicidio dell’Olimpico che ha portato all’incriminazione dei presunti responsabili, il sostituto procuratore della Repubblica dottor Paoloni, il quale prima di emettere i tre ordini di cattura aveva ricevuto un secondo e più dettagliato rapporto d’indagine dalla Squadra Mobile, si sta occupando degli aspetti collaterali della tragica vicenda. Il magistrato deve stabilire tra l’altro se si debba procedere d’ufficio contro i componenti di gruppi di tifosi violenti, i quali nel pomeriggio di domenica scorsa allo Stadio Olimpico avevano innalzato cartelli e striscioni con i quali si provocava e si incitava alla violenza.
Il magistrato, inoltre, svolgerà accertamenti per stabilire se da parte dei servizi d’ordine e di vigilanza agli ingressi dello stadio sia stata commessa qualche omissione che abbia facilitato il passaggio di strumenti o ordigni atti a offendere.
Il procuratore capo della Repubblica di Roma, prima che il sostituto procuratore dottor Paoloni firmasse i tre ordini di cattura nei confronti di Fiorillo, Angelini e Marcioni per omicidio volontario in concorso tra loro, aveva affermato a proposito del reato da contestare ai tre ragazzi “tutte le ipotesi di reato sono possibili, ma quella che per il momento viene tenuta presente è quella di omicidio volontario, considerando che il presunto responsabile dell’omicidio era al corrente del potere lesivo dell’ordigno e considerando che volontariamente tale ordigno è stato adoperato. C’è stata la coscienza— ha concluso De Matteo — di adoperare un meccanismo micidiale”.
Oggi intanto, si svolgerà al ministero degli Interni, convocato dal ministro Rognoni, un vertice per esaminare la situazione e l’entità del fenomeno violenza negli stadi e studiare eventuali misure da adottare. Vi parteciperanno i presidenti del Coni e delle Federazioni sportive, rappresentanti dei ministeri interessati, il comandante dei carabinieri e il capo della polizia. Ieri, infine, è stata eseguita l’autopsia di Vincenzo Paparelli.
Nella cavità cerebrale della vittima è stata trovata dal perito settore della carica espulsa dal razzo sparato da Giovanni Fiorillo, nonché lembi di un paracadute delle dimensioni di centimetri 25×25. E’ stato altresì recuperato materiale bruciacchiato e sono stati trovati residui di plastica. Tutti questi elementi — hanno osservato gli investigatori della Squadra mobile — confermano che l’ordigno che ha colpito Paparelli era un razzo a paracadute per segnalazioni nautiche simile a quelli sequestrati all’armiere Romolo Piccionetti, arrestato l’altra sera e accusato soltanto della vendita abusiva dei razzi.
La Questura di Pescara, impegnata da domenica sera nelle indagini sul delitto Paparelli, continua a cercare il diciottenne Giovanni Fiorillo, che secondo voci si sarebbe diretto nella città abruzzese per visitare una ragazza. Alla polizia non è stata fornita, tuttavia, alcuna indicazione circa l’identità della ragazza, che in passato sarebbe stata fidanzata del ricercato. Le indagini si sono orientate in due direzioni: gli ambienti extraparlamentari di sinistra e l’ambiente del romanisti, che sono un centinaio in città. Si è appreso che una comitiva di accesi tifosi dellaRoma si è recata all’Olimpico domenica, per assistere a Roma-Lazio, e che alcuni portavano degli striscioni con scritte. I tifosi sono stati visti alla stazione ferroviaria di Pescara. Le ricerche, comunque, non hanno dato finora alcun esito positivo.
Da La Stampa del 26 gennaio 1981:
Si è costituito ieri mattina il giovane tifoso della Roma che nell’ottobre del ’79 provocò, con un razzo, la morte di un altro spettatore poco prima dell’inizio del derby Roma-Lazio. Giovanni Fiorillo, 19 anni, si è consegnato nelle mani degli agenti della squadra mobile accompagnato dai genitori, Giacomo e Candida Capriotti, e da tre legali, gli avvocati Arcangeli, Vitale e Traldi.
Davanti ai funzionari, che lo hanno interrogato per diverse ore, il giovane ha ricostruito la storia della sua latitanza. Per quattordici mesi, ha raccontato, è stato costretto a vivere di espedienti accettando vari ed umili mestieri, costretto continuamente a nascondere la propria identità. Per questo motivo, conversando successivamente con alcuni cronisti, Fiorillo ha anche inviato le sue scuse ai datori di lavoro che inconsapevolmente lo aiutarono durante i mesi della lunga latitanza.
All’identificazione di quello che le cronache dell’epoca definirono il “killer dell’Olimpico”, si giunse in brevissimo tempo grazie alla testimonianza di alcuni spettatori. Tutto accadde pochi minuti prima dell’inizio della partita. Con l’aiuto di due compagni, Fiorillo sparò uno dei quattro razzi antigrandine che aveva portato con sé allo stadio. Ma quello che voleva essere un pur discutibile atto di tifoseria verso la propria squadra si risolse in un’irreparabile tragedia. Il razzo, micidiale e di dimensioni notevoli, si diresse verso la curva opposta, tradizionalmente occupata dai tifosi laziali, e colpi in pieno un giovane meccanico, Vincenzo Paparelli, di 38 anni, che quel giorno era andato allo stadio con la moglie.
Fu la stessa donna a soccorrere per prima il marito ma ormai non c’era più nulla da fare: il razzo lo aveva colpito in un occhio e nello scoppio gli aveva devastato il volto. L’arbitro D’Elia fu subito avvertito e — secondo quanto dichiarò in seguito — decise di far iniziare lo stesso l’incontro per evitare ulteriori incidenti.
Ignari e all’oscuro di tutto vennero invece tenuti i calciatori: solo alla fine dell’incontro qualcuno disse loro che un tifoso della Lazio era rimasto ucciso. La gara era terminata pari. Nei giorni seguenti l’incidente dell’Olimpico scatenò molte polemiche e ripropose in termini tragici il problema della violenza negli stadi. Sull’argomento vi fu anche una severa presa di posizione da parte delle autorità politiche: dal ministro dell’Interno, Rognoni, a quello del turismo, D’Arezzo: dell’episodio parlarono anche Evangelisti, Valitutti ed il sindaco di Roma, Petroselli. Le indagini portarono ai primi accertamenti. Pochi giorni dopo venne arrestato uno studente di 18 anni, Enrico Marcioni, con l’accusa di “concorso in omicidio”.
Con lui finì in carcere anche l’armiere che fornì i micidiali razzi. Dalle loro testimonianze la polizia risalì all’identificazione di Fiorillo, ma quando gli agenti si recarono nella sua abitazione di piazza Vittorio per arrestarlo, si accorsero che aveva fatto perdere le proprie tracce. Su di lui, in Questura, c’era però un fascicolo abbastanza consistente: nel settembre ’75 fu arrestato per furto aggravato, nell’ottobre ’76 fini in galera per scippo, nel maggio del ’79 fu fermato nei pressi di Milano mentre si trovava in compagnia di alcuni extraparlamentari di sinistra. Ora Giovanni Fiorillo dovrà rispondere dinanzi ai giudici di omicidio preterintenzionale.
Da La Repubblica del 29 ottobre 2001:
Il derby più bello. Quello che tutti hanno sempre sognato. Ebbene, ieri mattina, esattamente alle 10,30 allo stadio Olimpico, tutto questo è diventato realtà. Laziali e romanisti insieme per unico scopo: onorare la memoria e portare dentro con sé il ricordo di Vincenzo Paparelli.
Ventidue anni dopo la sua scomparsa è stata affissa una targa in curva Nord, lo stesso settore dove avvenne la tragedia del 28 ottobre 1979: “A Vincenzo Paparelli, al tuo fianco nel passato, nel presente per non dimenticare. La città di Roma alla famiglia e al popolo biancoceleste”, questo il messaggio dedicato al povero tifoso ucciso da un razzo sparato dalla Sud. Erano quasi tremila le persone presenti. Molti che all’epoca erano ragazzi e oggi sono diventati papà. E accanto a molti di loro proprio i bambini, a chiedere insistentemente cosa sia successo in quel pomeriggio di ventidue anni fa. Sono tutti in religioso silenzio prima di scoprire la targa, per poi applaudire e commuoversi quando il delegato allo sport del Comune di Roma Gianni Rivera insieme alla famiglia Paparelli solleva il velo bianco.
Qualcuno dice di non dimenticare mai, qualcun altro legge una lettera dedicata a Vincenzo Paparelli. Sopra la targa c’è uno striscione che dice: “Nel momento in cui prevalgono rispetto e coscienza”. Ma è stata anche l’occasione per manifestare il dissenso da parte dei tifosi per quello che è avvenuto la sera prima allo stadio. C’è un altro striscione ed è dedicato alle forze dell’ordine: “La vostra unica arma è la violenza”. Rivera prova a dire qualcosa in merito, ma viene fischiato. Il delegato allo sport del Comune, comunque, si è detto favorevole a ricevere gli ultrà per sentire le loro ragioni. Per questo, inoltre, verrà chiesta un interrogazione parlamentare. In più i tifosi biancocelesti in un comunicato chiedono alla società di “schierarsi fortemente al fianco della verità e del suo popolo, aiutandoci nella denuncia per efferatezze mai viste prima, se non al G8 di Genova”.
La S.S. Lazio e BusInsieme comunicano che in occasione di Lazio – Fiorentina in programma lunedì 30 ottobre alle ore 20:45, sarà riproposto il servizio di Bus Sharing per lo Stadio Olimpico riservato ad un limitato numero di posti.
I pullman, che si muoveranno da 5 diverse zone della città, giungeranno allo Stadio Olimpico nei pressi del piazzale della Farnesina in Via Della Macchia Della Farnesina.
I 5 punti di incontro (e di partenza) distribuiti in varie zone della città sono i seguenti:
VILLA VERDE – BORGHESIANA, Via Degas 19, Altezza, Altezza Chiesa San Bernardino da Siena, partenza alle ore 17:50 (clicca qui);
ALESSANDRINO – DON BOSCO, Via Casilina 1011 – Centro Commerciale Casilino, partenza alle ore 18:15 (clicca qui);
TOR TRE TESTE, Via Davide Campari – Altezza Parrocchia San Tommaso d’Aquino, partenza alle ore 18:35 (clicca qui);
MONTI TIBURTINI – PIETRALATA, Via Tiburtina 757 Altezza Ipermercato Panorama, partenza alle ore 19:00 (clicca qui);
EUR, Piazzale Pier Luigi Nervi Palasport, partenza alle ore 18:15 (clicca qui).
Entro i 30 minuti successivi al termine della partita, i tifosi potranno risalire sui rispettivi mezzi, in sosta in Via Della Macchia Della Farnesina, e fare rientro presso gli originari punti di partenza. I bus esporranno un cartello indicante il punto d’incontro.
Per usufruire del servizio basta iscriversi al sito BusInsieme, scegliere il punto di partenza più comodo ed entrare a far parte del gruppo corrispondente.
Al termine di Feyenoord Lazio,Mattia Zaccagni è intervenuto in mix zone rispondendo alle domande dei giornalisti presenti:
“L’impatto con la partita è stato molto negativo, abbiamo subìto subito due gol, non siamo riusciti a stare in partita. Avremmo potuto riaprirla nel secondo tempo però purtroppo è andata così. Perché la Lazio ha questi momenti di stand-by? Quando si vince si è tutti bravi, quando si perde si è sbagliato tutto. Stasera abbiamo mancato l’impatto con la gara, siamo stati un po’ troppo passivi in alcune zone del campo e dopo aver subito il secondo gol siamo andati in difficoltà”.
“Sulle vie esterne cerchiamo di sfruttare bene le occasioni che ci arrivano, dobbiamo essere lucidi nel stare dentro la partita, anche magari finire il primo tempo sull’1-0 e poi cercare di recuperarla nel secondo. Invece ci siamo un po’ sfaldati dopo il primo gol, poi diventa difficile. Feyenoord ha una mancia in più? Spesso siamo arrivati tardi su alcune uscite, loro sono stati bravi a palleggiare, a cercare gli spazi giusti. Sarà una partita che ci servirà per il ritorno. Se noi capivano nel primo tempo che c’era un po’ da soffrire, che potevamo chiudere anche nell’1-0 per poi cercare di recuperarla col secondo con un’altra mentalità, si poteva riprendere.
Al termine del match Feyenoord – Lazio, Ivan Provedel è intervenuto in mix zone rispondendo alle domande dei giornalisti presenti:
“Stasera, per prima cosa, dobbiamo pensare che non siamo stati perfetti sotto tutti gli aspetti, cosa che invece loro sono stati abbastanza. Questo in Champions League si paga, perché il livello è alto. Dobbiamo giusto fare i complimenti a loro, dopodiché pensare a noi stessi, al fatto che l’approccio deve essere molto più determinato, sono sicuro che lo faremo vedere nella prossima in casa”.
Mancanza di Carattere?
“L’approccio non si deve mai sbagliare. Può succedere, magari l’avversario parte forte e ci sta. Non si può essere dominanti tutte le gare, per 90′. Il fatto è che noi gli abbiamo concesso troppo e poi sì c’è stata una sorta di reazione in cui abbiamo riaperto la gara. Magari fai il 3-2, manca poco e si può anche ribaltarla. Purtroppo il calcio è fatto di episodi. A loro ne abbiamo concessi troppi e i nostri non li abbiamo sfruttati, il risultato è giusto”.
Motivi per una difesa ballerina?
“Non c’è un motivo. Semplicemente, in Champions il livello è alto. Credo che con Atletico e Celtic le prestazioni siano state di buon livello, non penso che bisogna fare grossi allarmismi. Oggi gli avversari sono stati più bravi di noi, e noi non siamo stati all’altezza in determinati frangenti. Le cose si decidono nei dettagli, e oggi noi non siamo stati perfetti. Così è andata, stiamo migliorando. Non è che perché oggi abbiamo perso che dobbiamo buttarci giù, dobbiamo pensare a migliorarci, a crescere, sicuramente la rosicata di oggi ce la teniamo pe ribaltare in futuro”.
La Lazio merita la Champions ?
“Nel calcio parla solo il campo. Noi l’anno scorso non dovevamo arrivare neanche tra le prime quattro e siamo arrivati secondi, sul campo. Su tre gare abbiamo fatto 4 punti. Con l’Atletico un punto, abbiamo vinto a Glasgow. Oggi abbiamo perso, ci fa rosicare tanto ma penso sia un bene, vuol dire che eventualmente potevi fare qualcosa in più. Questo ci fa capire che la Champions è alla nostra portata, va dimostrato. Non ci si qualifica parlando, lo si deve fare con i fatti. Se anche avessimo vinto oggi, certamente non voleva dire esser già qualificati. Noi dobbiamo pensare partita dopo partita, ora loro vengono a Roma e sicuramente la prestazione sarà d’alto livello”.
Sarri?
“È giustamente arrabbiato perché noi non siamo stati impeccabili e feroci com’era giusto che sia per portare i punti a casa”.
L’appello di Provedel ai tifosi
Provedel è poi intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel:
Quanta rabbia? Sicuramente tanta, stiamo rosicando perché l’approccio non è stato all’altezza della gara. Mentre il loro lo è stato e per questo risultato per me è giusto, però questo è il calcio e noi impariamo da tutto questo per crescere e fare meglio, per non commettere più questi errori. Non serve fare allarmismi, è tutto aperto e ora verranno loro da noi. Se in Champions League non sei perfetto, i punti a casa non li porti. Cosa non ha funzionato? Il Feyenoord ha avuto l’approccio che ci aspettavamo, come era giusto che sia. Dovevano partire forti, siamo in casa loro. Semplicemente arrivavamo secondi spesso e di conseguenza per loro diventava più facile. Bisogna fargli i complimenti, sono stati molto bravi oggi. Hanno concretizzato sempre, cosa che non abbiamo fatto noi anche se abbiamo avuto qualche occasione in meno. Abbiamo perso qui, rosichiamo però questo ce lo dobbiamo tenere dentro per il futuro. Qua lo stadio è caldo, però non hanno vinto per quello. Quello di cui sono convinto è che quando verranno da noi avremo un Olimpico molto caldo, però starà anche a noi farlo diventare caldo e portare tutta la gente a riempirlo completamente perché sicuramente ci potrà aiutare a per una grande vittoria”.
Termina con una bruttissima sconfitta la trasferta olandese valida per Feyenoord – Lazio. Biancocelesti che sono scesi in campo con un atteggiamento forse peggiore di tutta la stagione. Disattenzioni e nervosismi, ma più che nervosismi sembrava di guardare un match dove la rosa di Maurizio Sarri partiva già demoralizzata dopo aver visto il pressing olandese.
Non basta un Mattia Zaccagni o un Luis Alberto per ribaltare il risultato, non bastano neanche gli ingressi di Pedro e Castellanos che hanno cercato di dare il loro contributo. Il reparto difensivo è stato completamente messo per terra dagli attacchi biancorossi.
La Lazio esce con le ossa rotte da Rotterdam. Sconfitta pesante che ora complica il cammino europeo della squadra di Sarri. Un 3 a 1 giusto anche se, il passivo poteva essere ancora più pesante. Al termine della gara l’ allenatore biancoceleste ha analizzato così il match in conferenza stampa:
Avete portato male la pressione?
“Si è fatta male per tempi, per intensità, per continuità. Andando uno a 30 all’ora e l’altro piano piano, è normale che arrivassero da tutte le parti. Il problema è l’atteggiamento, di poca personalità. Sapevamo che sarebbe stata questa la partita, è difficile da digerire il primo tempo che abbiamo fatto. Il secondo gol non si può prendere, il primo era nell’area. Ma il secondo no. È altrettanto evidente che quando ti pressano con questa intensità poi nei 20 minuti finali ti concedono qualcosa e così è stato. Se rimani in partita qualcosa ti concedono, ma quello che non mi è piaciuto è l’atteggiamento remissivo”.
Squadra non pronta?
“Noi in questa competizione siamo con l’acqua alla gola. Dobbiamo camminare in punta di piedi per non bere. Se diamo il 101% possiamo salvarci, altrimenti andiamo tremendamente in difficoltà”.
Perché non si può provare a vincere?
“Noi parliamo degli aspetti consci, non penso che i ragazzi abbiano avuto meno voglia di giocare a calcio di altre sere. È meglio perdere un pallone per giocare in velocità che per toccarlo una volta in più. Son tutti aspetti inconsci, difficilmente ponderabili”.
Col senno del poi faresti le stesse scelte?
“Queste è una di quelle domande… Col senno del poi. Se cambierei qualcosa, non cambierei dove pensi te. Se penso di aver sbagliato la formazione? Mettiamola così, abbiamo perso 3-1 e quindi sì. Non è che si va analizzare una partita persa perché un calciatore era fuori sintonia”.
È preoccupato per questa sconfitta e per come è arrivata?
“Sono preoccupato di un aspetto, del fatto che questa squadra, anche nelle partite che fa bene, ha 10 o 15 minuti di vuoto totale. Quello ti lascia un minimo di preoccupazione perché ci sono delle partite in cui hai dei vuoti e li paghi cari”.
In queste situazioni il mister come può incidere?
“Quelli che sono entrati dalla panchina non sono entrati male. Se trovi la chiave su come incidere in maniera totale, le partite le vinci tutte. Sulle problematiche collettive sono più difficili da leggere”.
Su Pellegrini,cosa ci dice?
“In questo tipo di partite, con attaccanti offensive, ho bisogno di difensori più applicati sulla fase difensiva. Anche se poi non è andata bene lo stesso”.
Nel giorno della partita tra il Feyenoord e la Lazio in Champions League, il nuovo innesto biancoceleste Daichi Kamada ha condiviso il suo entusiasmo per questa competizione prestigiosa in un’intervista ai microfoni ufficiali della UEFA.
Kamada ha sottolineato quanto la Champions League sia importante per lui, definendola la competizione più prestigiosa. Ha affermato: “Vincere il titolo è sempre stato il mio sogno sin da quando ero bambino.”
Il centrocampista giapponese ha condiviso anche il suo desiderio di vedere un giocatore giapponese svolgere un ruolo chiave in una squadra vincente in Champions League. Ha dichiarato: “Sarebbe una cosa grandiosa se un giocatore giapponese contribuisse in campo e giocasse un ruolo chiave in una squadra che vince la Champions League. Ora ci sono molti giocatori giapponesi che giocano e hanno successo in diversi club esteri, e credo darebbe una spinta e fornirebbe una guida positiva al calcio giapponese se ciò dovesse accadere.”
Dopo la partita tra il Feyenoord e la Lazio, il soddisfatto allenatore Stefano Sanderra è intervenuto in conferenza stampa per commentare la prestazione dei suoi ragazzi, che sono riusciti a ottenere un importante pareggio 2-2 contro la squadra olandese.
Sanderra ha iniziato sottolineando l’arduità della partita contro una squadra di alto calibro, elogiando la tecnica, la velocità e i grandi giocatori del Feyenoord. Ha dichiarato: “Partita difficile, contro una grandissima squadra, realtà e scuola calcistica dove si unisce tecnica, velocità e grandi giocatori con fattore cognitivo. Io da sempre li ammiro ed essere riusciti a giocarsela e a pareggiare una partita del genere è un motivo di soddisfazione.”
Ha poi enfatizzato il lavoro svolto dalla Lazio nel consolidare un gruppo unito, evidenziando l’energia e l’impegno di tutti i calciatori. Sanderra ha fatto notare l’importanza delle rotazioni, sottolineando come i giovani abbiano risposto con determinazione. Ha anche menzionato che la squadra ha dimostrato la forza che deriva dal mettere gli interessi della squadra al di sopra degli interessi personali.
Il coach ha sottolineato il costante obiettivo di migliorare i suoi ragazzi, evidenziando i progressi che hanno fatto sotto diversi aspetti. Ha ammesso che il periodo attuale è caratterizzato da episodi favorevoli ma ha anche lodato l’impegno dei giovani giocatori in campo.
Sanderra ha elogiato specificamente Zazza e Nazzaro per le loro prestazioni, definendoli ragazzi che si fanno notare anche durante gli allenamenti. Ha espresso soddisfazione per l’inclusione di tutta la squadra, sottolineando che nessuno viene escluso e che tutti sono pronti a giocare.
Riguardo alla difesa, ha parlato dell’importanza di fare “muro”, ma ha anche riconosciuto che ci sono margini di miglioramento nello sviluppo della manovra e nel portare più giocatori nella metà campo avversaria. Ha evidenziato le differenze nello stile di gioco del Feyenoord rispetto alla Lazio.
during the Barclays Premier League match between Southampton and Manchester United at St Mary's Stadium on December 8, 2014 in Southampton, England.
Robin Van Persie, un attaccante con oltre 300 gol in carriera, è oggi un allenatore della squadra Primavera del Feyenoord. Dopo aver vestito le maglie di club importanti come Arsenal e Manchester United, il giocatore olandese ha scelto di intraprendere la carriera di allenatore.
Nel corso della conferenza stampa tenutasi dopo il match di Youth League contro la Lazio, Van Persie ha commentato la prestazione della sua squadra e ha anche espresso la sua ammirazione per Ciro Immobile. Ha dichiarato: “È un grande attaccante, sono un suo fan. Si muove alla grande, ha forza, ha fisico, ha tecnica… ha tutto. Ha fatto delle cose incredibili.”
Van Persie ha avuto un passato di voci di trasferimento legate alla Lazio. Nel 2015, quando era svincolato dai Red Devils, il suo nome era stato accostato al club biancoceleste, che cercava un rinforzo in attacco. Tuttavia, le voci erano nate in seguito a una vacanza di Van Persie a Roma nel mese di giugno, che aveva ingannato molti. Inoltre, la sua agenzia, la SEG, curava gli interessi di altri due calciatori della Lazio in quel periodo, Stefan de Vrij e Wesley Hoedt.
Van Persie ha svelato: “Nel 2015, il mio nome è stato accostato alla Lazio, ma da quello che so era la Roma ad aver provato a prendermi. Forse è stata la mia agenzia (la SEG) ad aver parlato con la società biancoceleste. Io in Italia? Due anni prima sono stato vicino alla Juve, ma poi alla fine non si fece nulla. Purtroppo non sono mai riuscito a giocare in Serie A, cosa che mi sarebbe piaciuta.”
L’arbitro designato per questa sfida è Tobias Stieler (GER), assistito da Christian Gittelmann (GER) e Mark Borsch (GER). Il quarto ufficiale è Martin Petersen (GER), mentre il sistema VAR sarà gestito da Bastian Dankert (GER) con l’assistenza di Willy Delajod (FRA).
Questa epica sfida tra Feyenoord e Lazio si svolgerà nell’ambito della Champions League nella terza giornata del gruppo E. La partita è programmata per mercoledì 25 ottobre 2023, con calcio d’inizio alle 18:45 presso lo Stadion Feijenoord ‘De Kuip’ a Rotterdam (NED).
Nella terza giornata di Uefa Youth League del girone E, la Lazio Primavera agguanta un pareggio nel secondo tempo recuperando dal 2-0 olandese. Olandesi che si portano in vantaggio al minuto 40 con Giersthove. Nel secondo tempo raddoppia Slory al minuto 55. Napolitano e Bordon accorciano le distanze e pareggiano al minuto 72 e 86 regalando il secondo punto biancoceleste in questa competizione Europea. Lazio Primavera che si porta al terzo posto in classifica a – 3 dal Benfica e -5 dagli olandesi. Chiude la classifica il Celtic con 1 punto reduce della sconfitta contro l’Atletico.
La Lazio è arrivata a Rotterdam. Domani sera sarà ospite del Feyernood per vendicarsi della sconfitta di un anno fa’. A presentare il match come sempre è stato mister Sarri. Ecco le sue parole:
Feyenoord avversaria principale per il passaggio del turno?
“La Lazio ultimamente ha fatto belle partite, non solo a Reggio Emilia. Il Feyenoord non ha niente in meno dell’Atletico Madrid. Sta segnando con una continuità pazzesca: dallo scorso anno quando hanno perso a Roma non hanno più perso per 22 partite. Erano già difficili da affrontare lo scorso anno e quest’anno forse sono anche migliorati”.
Sui tifosi che non sono presenti, cosa ne pensa?
“Quando si pagano le forze dell’ordine e vengono prese queste decisioni non capisco perché si pagano. Le pene collettive non hanno senso, ognuno ha le proprie responsabilità. Se qualcuno sbaglia prende 5 anni di daspo e stop. Come si fa a vietare una trasferta a una famiglia?”.
La partita dello scorso anno può essere utile come esperienza per domani?
“Questa è una partita diversa. Se bastasse l’esperienza si va quattro volte a Barcellona e la quinta si vince. Sappiamo quello che ci aspetta, noi dobbiamo avere una ferocia come approccio per non subire. Dovremo essere bravi a soffrire per poi creare le possibilità così come abbiamo fatto lo scorso anno. Sofferenza collettiva e cattiveria a livello mentale”.
Immobile può trarre beneficio dopo quello che ha detto nelle due interviste?
“Non so di che stai parlando, sinceramente non leggo niente di quello che i tifosi dichiarano”.
Striscione contro di lei?
“Meglio che offendano che tirino il piscio come lo scorso anno”.
Immobile che sensazioni le ha dato e Guendouzi ha la faccia tosta per giocarla questa partita?
“Tanti hanno la faccia giusta per giocarla, vedremo domani chi scegliere. Adesso si può scegliere con serenità, le ultime due partite le abbiamo vinte con i cambi. In questo momento abbiamo tanti calciatori affidabili. Questo non vuol dire garanzie su prestazioni e risultato, io li vedo tutti i giorni e si può scegliere in modo abbastanza sereno”.
Insieme a mister Sarri a parlare in conferenza stampa è il difensore Alessio Romagnoli. Queste le sue dichiarazioni:
Faccia tosta, esempio deve essere quella con l’Atalanta? Le prossime gare chiare per capire se la Lazio è fuori dalla crisi?
“Sappiamo che non abbiamo fatto un gran inizio di stagione in campionato, la risalita sarà lunga. Siamo in una striscia positiva, vogliamo prolungarla domani. Sarà un match difficile, su un campo difficile contro una squadra attrezzata. Noi dobbiamo essere coscienti della nostra forza per giocare al massimo la partita”
Sei alla Lazio per giocare queste partite. Da tifoso che emozioni si provano?
“Difficile da spiegare. Già è bello giocare per la Lazio, poi fare queste competizioni è ancora più bello. Devo mettere da parte le emozioni e ogni volta che scendo in campo so che devo dare il massimo come sempre”.
Difesa punto forte dello scorso anno, ma quest’anno ci sono stati problemi. Sabato si è rivista quella dello scorso anno. Cosa è successo?
“C’è sempre da stare attenti altrimenti le partite finirebbero 0-0. Sappiamo che in fase difensiva non abbiamo fatto un grande lavoro, ma non solo i difensori, tutta la squadra. Dobbiamo continuare a lavorare per migliorare ogni giorno per fare sempre il massimo. L’obiettivo è concedere sempre meno come è successo nelle utime partite”.
Cosa puoi dare a livello di esperienza? Slot ha detto che la Champions dà più carica rispetto alle altre competizioni,cosa ne pensi?
“La Champions è la più bella competizione che ci sia. Sono tutte partite speciali e bellissime. In sogno giocare queste partite. Io cerco di dare tutto quello che ho. Cerco di essere di esempio e di andare a mille. Io, Ciro, Pedro e Luis, noi vecchietti dobbiamo essere di esempio per la squadra”
Senti la squadra più compatta?
“All’inizio i nostri errori sono stati anche per mancanza di cattiveria non solo per problemi fisici. Li abbiamo analizzati e chiariti. Abbiamo lavorato sui nostri concetti. Le gambe all’inizio possono girare meno, ma il problema eravamo noi”.
Maurizio Sarri, allenatore della Lazio, si prepara a sfidare il Feyenoord in Champions League con il primo posto nel girone da difendere. Dovrà affrontare una serie di decisioni difficili per mantenere l’identità e l’efficacia mostrate contro il Sassuolo.
Tra i giocatori sicuri della maglia, questa volta sembrano esserci gli attaccanti. Ciro Immobile è pronto a riprendersi il posto al centro del tridente, con Felipe Anderson e Zaccagni ai suoi lati. Il brasiliano sarà l’unico confermato rispetto a sabato sera.
A centrocampo, invece, tutto è aperto. Sarri dovrà decidere tra varie opzioni, tra cui il terzetto con Kamada e Luis Alberto insieme a Vecino, spostato in regia. Altre opzioni includono Cataldi, Rovella e Guendouzi, con i primi due che potrebbero vedere l’uruguaiano spostarsi a fare la mezzala destra.
In difesa, Sarri deve ancora decidere chi affiancherà Romagnoli. Patric sembra leggermente in vantaggio su Casale, con lo spagnolo che ha convinto finora in Champions e anche nell’ultima giornata di campionato. Sulle fasce, Marusic e Hysaj sono le opzioni principali, a meno che Sarri non decida di riproporre la spinta di Lazzari a destra, in tal caso il montenegrino slitterebbe sulla corsia opposta.
La probabile formazione che potrebbe scendere in campo, seguendo uno schema di gioco 4-3-3, potrebbe essere la seguente:
Provedel; Marusic, Patric, Romagnoli, Hysaj; Kamada, Vecino, Luis Alberto; Felipe Anderson, Immobile, Zaccagni.
In panchina, diversi giocatori pronti a entrare in campo in caso di necessità. Sarri dovrà prendere decisioni cruciali per affrontare al meglio la sfida contro il Feyenoord e difendere il primo posto nel girone.
Antonio Cassano non è mai stato uno a masticare parole, e questa volta non è diverso quando si tratta della questione Ciro Immobile. Nell’ultimo episodio della Bobo Tv, l’ex fantasista di Roma e Sampdoria ha condiviso le sue opinioni con una franchezza tipica.
Parlando di Immobile, Cassano ha dichiarato: “Ci sono dei giocatori che sono emblemi. Lo conosco superficialmente e non mi piace come tipo di giocatore. Ma un ragazzo che fa 200 gol in 7 anni deve anche accettare delle critiche. È stato fischiato Maldini a San Siro e Totti a Roma.”
L’ex calciatore ha anche affrontato il tema delle critiche sui social media, sottolineando: “Se 5/6 ti scrivono sui social che fai… Ho l’impressione che adesso arrivi il momento dell’aumento e del rinnovo. Il giochino funziona sempre così. Amo la Lazio, ce l’ho nel cuore, ma poi gli manca poco nel contratto e vuole prendere qualcosa in più rinnovando. Non posso pensare che per 10 persone sui social ti lamenti e rosichi.”
Cassano ha sottolineato il valore di Immobile per la Lazio, affermando: “Per me è ancora la Lazio di Immobile. In questi sette anni lo ha dimostrato. Ha una media di 25 gol a stagione. Ha vinto trofei e una Scarpa d’Oro. La Lazio senza i suoi gol non avrebbe vinto niente.”
Niente gioco di Sarri con Immobile
“Finché ci sarà Immobile non vedremo mai la Lazio di Sarri. Perché Ciro non si addice a Sarri. Anche se Sarri vince lo Scudetto, sarà sempre la squadra di Immobile. L’anno scorso si è vista grande compattezza ma non si sono viste le trame di gioco di Sarri. Giocava bene, ma non come voleva Sarri. Immobile attacca sempre load profondità dietro ai difensori. Non viene mai a giocare. Castellanos fa meno gol ma si addice di più all’idea di Sarri. A malincuore per Sarri, non sarà la sua Lazio”.