42 presenze, 10 gol, uno scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana: questo è il curriculum di Fabrizio Ravanelli che, a lalaziosiamonoi.it ha voluto spiegare le sue sensazioni alla luce della finale di Coppa Italia di oggi.
“Una finale così si affronta con la tranquillità e la determinazione giusta, bisogna essere consapevoli del fatto che la Lazio ha fatto una stagione straordinaria. E’ arrivata in finale di Coppa Italia e lotta per il secondo posto, si deve scendere in campo fiduciosi” questi sono i primi sentiment di Penna Bianca che nutre dei dubbi su una possibile coppia Gentiletti-De Vrij dal primo minuto ma che “Pioli da vicino capirà se saranno in condizione di giocare una finale, restano comunque due giocatori veramente importanti per l’economia del gioco laziale”.
Nell’intervista, Ravanelli spiega come la Juventus sia difficile da battere e che hanno pochi punti deboli; nonostante ciò indica la strada giusta per affrontare uno squadrone che può puntare potenzialmente al triplete, “aggredire la Juventus dal primo all’ultimo minuto. E’ sbagliato attenderli, bisogna pressarli ed essere molto corti fra i reparti. Bisogna marcare forte gli appoggi e ripartire. La Lazio deve avere quasi sempre il possesso della sfera per far giocare la Juventus il meno possibile”.
In chiave derby, l’ex attaccante perugino spiega come il campionato dei biancocelesti sia stato, al di là di queste ultime fatiche, qualcosa di fantastico perchè nessuno si sarebbe aspettato che lottasse per il secondo posto; secondo lui, in caso di vittoria della coppa, la Lazio avrebbe il 51% di vittoria nel derby “perché avrà la consapevolezza di aver fatto una stagione incredibile, vincere un coppa vorrebbe dire aumentare la propria autostima dopo aver fatto una stagione ineccepibile“
Domanda secca sulla favorita per il secondo posto: “Essendo laziale mi auguro la spuntino i biancocelesti”
D’Annunzio recitava cosi: “Settembre andiamo, è tempo di migrare”. Noi invece possiamo recitare cosi “Maggio andiamo, è tempo di vincere”. Già, è proprio arrivato il momento di vincere, basta chiacchiere, contano i fatti. La Coppa Italia o Tim Cup (anche se essendo un amante delle tradizioni preferisco chiamarla con il nome originale) è la prima tappa per vincere il primo trofeo dell’era Pioli. I pronostici non sono dalla nostra parte, la Juve vuole vincere la coppa nazionale per puntare al triplete, noi all’ennesimo primato cittadino nei confronti dei nostri dirimpettai giallorossi. Da grande tifoso biancoceleste mi auguro di vivere emozioni forti, di vincere contro tutto e tutti, un po’ come nel 1998 nella finale, giocata sempre all’Olimpico, contro il Milan. Arriviamo a questo appuntamento senza Biglia per infortunio, ma con la consapevolezza di giocarcela ad armi pari. In fin dei conti noi cosa abbiamo da perdere? Nulla, seppur il colpo grosso sarebbe andare in Champions da secondi ora dobbiamo scrivere un altro capitolo del nostro romanzo d’amore… si, perché questa Lazio bisogna paragonarla proprio a un romanzo d’amore, un po’ come i Promessi Sposi di Manzoni, ma anziché un matrimonio che “non s’ha da fare” qui si parla di non voler mandare in Champions la squadra che ha prodotto il miglior calcio insieme alla Juve, ma si sa che il bene trionfa sempre sul male.
Non ci resta che attendere 95 minuti o forse più della finale di mercoledì per vedere quale epilogo avrà questo nostro infinto romanzo d’amore almeno per la coppa, per il campionato possiamo anche attendere 180 minuti!
Mercoledì sera dopo una settimana di polemiche, dovute soprattutto allo spostamento del derby, si affronteranno finalmente la Juventus e Lazio nella 68° finale della Coppa Italia. Una partita che inizialmente si doveva giocare il 7 di giugno ma che è stata anticipata al 20 di maggio causa finale di Champions League in cui sarà impegnata proprio la Juve. Sono 21 gli incontri totali tra Juventus e Lazio in Coppa Italia, 6 le vittorie juventine, 7 i pareggi e 8 le vittorie laziali.
Il primo incontro risale al 27 settembre 1942, valido per gli ottavi di finale, con la Lazio che si impose 3-2 a Torino. L’ultima volta, invece, è stata nella stagione 2012-13, quando la Lazio si impose per 2-1 all’Olimpico, con i goal di Gonzalez e Floccari, per la Juve segnò, invece, Vidal; dopo aver pareggiato a Torino 1-1, con gol di Peluso e Mauri e approdò in finale. La storica finale del 26 maggio in cui vinse contro la Roma per 1-0. Questa sarà, anche, la seconda volta in cui le due squadre si affronteranno in una finale di coppa nazionale. La prima e unica volta fu nell’edizione 2003/04 e vi era ancora la formula della doppia finale. In quell’occasione a vincere il trofeo fu proprio la Lazio, che si impose, prima, 2-0 all’Olimpico, con doppietta di Fiore, per poi pareggiare 2-2 al Delle Alpi di Torino, con le reti di Trezeguet e Del Piero per i bianconeri e i goal di Corradi e Fiore per i biancocelesti. Per ben sei volte su cinque complessive la Lazio dopo aver incrociato la Juve ha sempre vinto la Coppa Italia.
La Juve punta alla decima coppa, i bianconeri, infatti, dopo essersi aggiudicati lo scudetto, sperano di completare la seconda tappa di quello che potrebbe essere il triplete, in attesa della finalissima di Champions contro il Barcellona. La Lazio, invece, cerca la settima Coppa Italia della sua storia, nello stesso stadio dove due anni fa vinse la coppa nel derby contro la Roma con il gol di Lulic. La Juve non vince la Coppa Italia dal 1994-95, quando trionfò contro il Parma. La Juve è andata, poi, altre tre volte in finale e ha sempre perso contro lo stesso Parma nel 2001-02, con la Lazio nel 2003-04 e col Napoli nel 2011-12. La Lazio, invece, torna in finale di Coppa Italia dopo due anni. Nel 2013 la squadra allenata allora da Petkovic si impose nel, già citato derby contro la Roma. E’ stato quello il sesto trionfo per la Lazio che, contro la Juve, avrà dalla sua il piccolo vantaggio di giocare in “casa”. La formazione di Pioli ha raggiunto la finale eliminando Torino, Milan e Napoli. In questa stagione, nei due confronti diretti in campionato, ha sempre vinto la Juventus, 3-0 all’andata a Roma e 2-0 il ritorno allo Stadium.
Massimiliano Allegri opterà, molto probabilmente, per formazione-tipo Juventus (4-3-1-2), eccezion fatta per il portiere, con Storari al posto di Buffon nel ruolo di “portiere di Coppa”. Le due assenze che dovrà fronteggiare il tecnico juventino saranno quelle, forzate, per squalifica, di Marchisio e Morata, oltre ai lungodegenti Asamoah e Caceres. In difesa, quindi, spazio ai soliti Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini ed Evra. A centrocampo, invece, ci saranno Pogba, Pirlo e Sturaro, mentre in attacco Tevez dovrebbe far coppia con Llorente.
Stefano Pioli non avrà sicuramente a disposizione Lucas Biglia, fuori uso per un problema al ginocchio, ma ha recuperato De Vrij, visto già in campo contro la Sampdoria per uno spezzone di partita. Al fianco dell’olandese dovrebbe esserci Mauricio, nonostante l’ottima prestazione a Genova di Gentiletti autore, anche del gol partita contro la Samp. Mentre Basta e Radu saranno sulle fasce. In porta, invece, Pioli è ancora indeciso se schierare Marchetti o Berisha, ma l’italiano sembra favorito sull’albanese. A centrocampo sicuri del posto sono Lulic e Parolo, con Ledesma al momento leggermente in vantaggio nel ballottaggio con Cataldi. In attacco le tre punte di diamante, con il tridente composto da Candreva, Klose e Felipe Anderson.
Daniele Orsato sarà, invece, il direttore di gara dell’atto conclusivo della Coppa Italia. A coadiuvare il fischietto di Schio, che arbitra la sua terza finale consecutiva, ci saranno Stefani, Faverani, Tagliavento e Banti.
Ricordiamo a tutti che mercoledi alle 15 ci sarà una puntata speciale di #Since1900WebRadio dove verrà sviscerato nel miglior modo possibile questa lunga e intensa serata di coppa.
Il nome caldo del mercato estivo potrebbe essere quello di Felipe Anderson. Giocatore strappato al Santos per 7,5 milioni e considerato un flop dopo la prima stagione con la casacca laziale. Quella stagione giocata da ragazzino spaesato dove ha accumulato una serie di critiche anche pesanti dal mondo biancoceleste, caricandolo e facendolo sbocciare esplosivamente con le sue giocate che hanno portato alla Lazio un calcio meraviglioso che mancava da tempo. Un talento che sta ad un passo dalla nazionale, un’esplosività ed una facilità nel driblare e segnare che ha fatto cadere su di lui gli occhi delle big europee (Chelsea, Manchester United,Psg, Bayer Monaco). Stando alla Gazzetta dello sport, proprio i Reds inglesi hanno 50 milioni pronti per sostituire Di Maria. Per ora sono solo voci, ma con l’avvicinarsi della fine del campionato con l’inizio del calciomercato, Lotito dovrebbe cominciare a fare i suoi conti in tasca per preparare una rosa che possa affrontare al meglio il calcio europeo, che sia Champions o che sia Europa League. FA7 è l’uomo che può fare la differenza in una partita e come tutti noi sappiamo, le grandi squadre se puntano un fenomeno fanno di tutto per aggiudicarselo anche se dall’altra parte della cornetta c’è Lotito. C’è ansia quindi tra il popolo laziale che ha paura di perdere il gioiellino che fa innamorare la gente con le sue giocate.
Il Derby si giocherà Lunedì 25 Maggio alle 18. Sabatini non ci sta!
La richiesta ufficiale di Lotito per spostare il derby in programma per Domenica 24 Maggio è stata inviata ieri. L’approvazione sembra essere arrivata con una data ed un orario certo: Lunedì 25 Maggio alle ore 18.00. Ora bisogna solo aspettare la conferma dalla Lega Calcio. Come richiesto dal presidente Lotito, i rimborsi dei biglietti per gli eventuali tifosi che non potranno esserci allo stadio,verranno rimborsati direttamente dalla società biancoceleste. Sabatini però non ci sta e dichiara: “Il derby si gioca domenica, ci mancherebbe altro che non fosse così. C’è un calendario già scritto, sarebbe sbagliato cambiare. La Lazio scenderà in campo mercoledì, noi abbiamo disputato molte partite del girone di Champions League di mercoledì e non abbiamo mai chiesto di rinviare le gare di campionato”.
La Lazio entra nel rush finale.Il classico dentro o fuori. Sabato la banda di Pioli, grazie a un grande lavoro collettivo di sudore e fatica, ha portato a casa i tre punti grazie al goal di Gentiletti e facendo crescere i rimpianti di averlo perso per quel maledetto infortunio.
Per i biancocelesti, vista la differenza di un punto dalla Roma, vincere il derby non garantirebbe aritmaticamente il secondo posto, dovrebbe almeno ottenere un pari a Napoli sperando che, a Torino, i partenopei non vincano e festeggino l’approdo in Champions, una possibile vittoria stasera non sarebbe gradita ma è dura pronosticare un esito diverso con il Cesena già retrocesso.
Mercoledì la Lazio ha il difficile compito di battere una Juve non ancora sazia; per loro si prospetta un potenziale e storico triplete, per noi c’è la voglia di coronare una bellissima stagione con un “titulo”, per dirla alla Mourinho, in risposta a coloro che avevano ambizioni di classifica e ha dovuto ridimensionare tutto in corso aggrappandosi al secondo posto.
Ma come ben sapete la Lazio, per storia e tradizione, non gradisce le cose facili, ama far soffrire e giocare con le coronarie dei suoi tifosi, come per lo scudetto del 2000 o la stagione del -9 che continuerà ad essere ricordata dalla società con la maglia dall’aquila sul petto almeno fino a fine stagione.
Dai grande Lazio, questo è il tempo di vivere e vincere, aggiungiamo noi, con te!
Gentiletti trova la sua rivincita, oltre 230 giorni lontano dalla serie A per colpa di quell’infortunio che proprio in quello stadio lo ha costretto ad un operazione con tempi di recupero enormi (Partita di andata contro il Genoa).
L’estremo difensore ritrova al suo rientro il gol che vale 3 punti ed il momentaneo secondo posto in classifica (aspettando Roma-Udinese di stasera). “Credo nelle favole. Sono tornato, mi serviva giocare. Abbiamo vinto con un mio gol, è bellissimo. La dedica è per mio figlio, che è stato sempre con me come tutta la mia famiglia. Stavo bene, grazie a Dio sono arrivati i 3 punti. Ho fatto gol con il ginocchio, ma è regolare. La Roma? Non ci pensiamo, pensiamo alla Juventus, poi ai giallorossi. Io come mi sento? Sto bene, alla fine ero solo stanco”.
“Qui mi sono fatto male, però mi sentivo bene per giocare, ho parlato con il mister e grazie e Dio ho fatto il gol vittoria. Oggi abbiamo giocato bene, loro hanno fatto pochi tiri in porta e potevamo vincere anche con uno scarto maggiore. Come sto? Mi si è un po’ indurito il polpaccio. Adesso giochiamo con la Juventus, pensiamo alla Coppa Italia”.
“Avevo parlato al mister, gli avevo detto che stavo bene, che potevo giocare. E ho segnato nello stesso stadio in cui mi sono fatto male! E’ incredibile. Quando il mister ha deciso di farmi scendere in campo ero contento. Lui è l’allenatore, lui decide chi può giocare e chi no. Abbiamo vinto, adesso pensiamo alla Juventus. E’ stato un percorso strano il mio, sono arrivato e mi sono fatto subito male. Ma l’operazione è andata bene, così come la riabilitazione. Poi il gruppo mi è stato molto vicino, siamo un gruppo unito, questo in campo si vede”.
Sia la Sampdoria che la Lazio si giocano obiettivi importanti. La squadra di Pioli dopo aver centrato l’europa punta a raggiungere l’apice europeo, se prima era l’Europa League ora si punta alla Champions. Sinisa invece vuole centrare la serie “minore” europea vista la sua posizione in classifica. Sarà quindi un match pieno di insidie e sorprese dietro l’angolo.
Riportiamo le probabili formazioni di Lalaziosiamonoi
SAMPDORIA (4-3-1-2) – Viviano; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Regini; Acquah, Palombo, Obiang; Soriano; Muriel, Eto’o. All. Mihajlovic. A disp. Frison, Romero, Cacciatore, Munoz, Coda, Wszolek, De Vitis, Marchionni Duncan, Rizzo, Correa, Djordjevic, Bergessio, Okaka.
“Quando penso alla Lazio, penso alla mia prima mamma calcistica”. Queste sono le prime parole di Lorenzo De Silvestri in attesa di Sampdoria-Lazio. “Alla Lazio è partita la mia carriera da professionista ed anche oggi ho un particolare legame con quei colori. L’addio ai biancocelesti? La storia di un calciatore è fatta di rischi. Andarmene da Roma, allontanandomi dalla mia famiglia, mi ha permesso di crescere anche come uomo“.
In corsa verso l’Europa League c’è anche la Sampdoria:” Questa sera, però, dovrà mettere i sentimenti da parte, almeno per 90 minuti: “Vincerà chi avrà più carattere, voglia di arrivare al proprio obiettivo e forse anche un po’ di fortuna. Noi siamo umili e affamati, pronti a giocarcela a viso aperto e con tutto lo stadio a favore. Abbiamo fatto una grande cavalcata, sempre tra terzo e sesto posto, e ora non vogliamo farci sfuggire l’Europa”.
Infine alla domanda di un suo possibile ritorno con la casacca Laziale:”“Di solito si dice mai dire mai, ma io ora preferisco pensare a queste tre partite…”.
La Lazio chiude il primo trimestre 2015 in negativo. Se il valore di produzione è in netta crescita rispetto lo scorso anno (24,19 milioni di euro attuali rispetto i 20,56 milioni dello scorso anno) bisogna però registrare che i proventi derivati dalle cessioni sono solo di 0,43 milioni di euro a confronto del 2014 che erano stati ben 16,94 milioni, causando la perdita di 2,21 milioni contro un utile del primo trimestre 2014 di 10,87 milioni. Anche il patrimonio sociale scende a 15,72 mln di euro.
Nel periodo che va da luglio 2014 al 31 marzo 2015 si possono registrare ricavi pari a 61,81 mln quasi 3 mln in meno rispetto l’anno scorso. I proventi delle cessioni sono di 0,11 mln (lo scorso anno erano di 23,08 mln). La perdita da registrare è di 14,05 milioni a confronto dello scorso esercizio che riportava un utile di euro 11,25 mln. La società poi ha comunicato quanto segue:
“I debiti al netto dell’esposizione finanziaria e dei riscontri passivi, sono pari a 117,54 milioni di euro. Depurando anche il debito della transazione tributaria, l’importo scende a 62,46 milioni con un aumento, a parità di perimetro e di analisi, di 4,74 milioni rispetto al 30 giugno 2014. La variazione è dipesa principalmente dall’aumento degli anticipi da clienti”. Secondo la società si possono comunque rispettare gli impegni finanziari assunti raggiungendo anche gli obbiettivi prefissati nel breve/medio periodo.
Sembrano ormai essere decise le maglie della prossima stagione, sponsorizzate sempre Macron.
Oggi il sito footyheadlines.com, ha svelato quella che dovrebbe essere la maglia casalinga. Una casacca di colore celeste con una leggera sfumatura di bianco sulla parte alta del petto.
La seconda maglia, come già si sapeva da tempo, dovrebbe, invece, essere nera e presentare un’aquila stilizzata celeste sul petto.
La terza maglia, infine, dovrebbe essere di colore bianco e presentare una leggera sfumatura celeste sulla parte alta del petto.
Lo stemma della SS Lazio sarà sempre presente a sinistra ed il logo Macron sempre a destra
Derby capitolino,quasi certamente slitterà a Lunedì 25 Maggio
Oramai sembra quasi sicuro. Il derby tra Lazio e Roma non si giocherà Domenica 24 Maggio ma Lunedì 25 salvo cambiamenti. Come riportano le varie testate giornalistiche, la Lazio ha già inviato la richiesta di spostare la stracittadina visto che l’unica data della finale di coppa Italia disponibile è quella già assegnata.La decisione sta ora alla Lega calcio che insieme al Casms (organo per la sicurezza degli eventi sportivi) stanno decidendo l’orario. La Roma non vuole giocare di Martedì (data che per molti laziali è storica) per questo ci sono 3 opzioni per il giorno prima: Giocare alle 15.00 (giorno lavorativo ed orario molto dubbio per le presenze allo stadio), 18.30 (ipotesi più accredidata vista la luce del giorno e facilità per l’ordine pubblico), 20.45 (orario classico per un posticipo in un giorno lavorativo ma con il rischio di non tener a bada le due tifoserie).
In un finale di stagione fondamentale per il futuro dei biancocelesti, arriva una botta pesantissima. Il gioiello Lucas Biglia salterà le tre gare più importanti, contro Sampdoria, Juventus e Roma; una lesione al collaterale destro che complica ancor di più la riuscita di una stagione indimenticabile. Il mediano laziale potrebbe recuperare per l’ultima partita di campionato contro il Napoli, nostra diretta concorrente. Notizie più confortanti arrivano invece da De Vrij, il centrale si è allenato per il secondo giorno consecutivamente, pur non essendo ancora al meglio, ancora non è sicura una sua presenza dal primo minuto sabato sera. Con la Sampdoria giocherà Berisha, che sostituirà lo squalificato Marchetti, in difesa giocherà Ciani, mentre a centrocampo Cataldi e Lulic saranno disponibili dal primo minuto. Si pensa quindi ad un probabile 4-3-3, in attacco confermato il tridente Candreva, Anderson e Klose.
Col passaggio della Juventus al turno finale di Champions League, il calendario laziale ha subito una variazione non da poco. La finale di Coppa Italia, verrà anticipata il 20 Maggio per via degli impegni biancocelesti. I turni infuocati di fine campionato hanno sempre colpito la Lazio,giocandosi la stagione sempre al termine della corsa. Settimana infuocata quindi dove la Lazio affronterà il Napoli, la Juventus e la Roma, 3 big match validi per un titolo e per l’accesso all’europa dei grandi. Lotito e la sua truppa non può che tirare fuori le ultime energie per cercare di centrare tutte e 3 le vittorie per portare il calcio biancoceleste davanti agli occhi di tutta l’Europa. Circolano voci però che la Lazio starebbe cercando di spostare anch’essa una partita: Il Derby capitolino. La data che circola sul web sarebbe quella del Lunedì, circa 24 ore dopo a quella prevista. Ricordiamo però che questo tipo di match non si può giocare la sera per ordine pubblico,quindi l’orario più gettonato sarebbe quello delle 18.30 dove la luce del sole illumina lo stadio Olimpico. 24 ore che potrebbero far rifiatare i giocatori impegnati ma che potrebbe portare meno affluenza allo stadio visto che è un giorno lavorativo e non feriale. Proseguiranno aggiornamenti.
18-24 Maggio 2015: questa sarà la settimana cruciale per la Lazio e per tutti i Laziali. Saranno 7 giorni di vera e propria passione quelli che attenderanno la squadra biancoceleste e tutti i suoi sostenitori: Mercoledì 20 Maggio la finale di Coppa Italia contro la Juve in un Olimpico che si preannuncia gremito in ogni ordine di posto (nonostante i prezzi alti), Domenica 24 derby di campionato contro la Roma. Il futuro della squadra si deciderà in questi sette giorni intensissimi, duri e da cuori forti, come tutti i Laziali sono abituati a vivere. L’unico rimpianto è che Pioli non potrà contare su tutti i suoi effettivi al 100% (si spera per Biglia mentre per De Vrij sembra che tutto stia andando per il verso giusto), ma è assolutamente vietato piangersi addosso, ricordando anche la prestazione da uomini veri e indomabili contro l’Inter. Si prevede che le farmacie vengano prese d’assalto per comprare calmanti e tranquillanti per una delle settimane più infuocate della storia biancoceleste, ma spesso è dall’Inferno che si ascende al Paradiso!
Keita Balde Diao, il giovane campioncino biancoceleste, ha due grandi sogni nel cassetto, uno è quello di giocare la Champions League con la maglia della Lazio, l’altro è quello di vestire la maglia della nazionale spagnola. Vincente Del Bosque, il commissario tecnico delle furie rosse sembra aver messo gli occhi addosso al giovane Keita, ma prima di approdare alla nazionale maggiore, Keita dovrà dimostrare il suo potenziale con la maglia dell’under 21 spagnola, guidata da Albert Celades. Ad oggi, però, il giocatore, di origini senegalesi, non può vestire ancora la maglia della Rojita, causa la mancanza del passaporto comunitario. L’entourage del giocatore è comunque costantemente in contatto con il Consiglio superiore dello sport e la Federcalcio della Spagna ed il passaporto dovrebbe arrivare a breve. A sbloccare la situazione potrebbe essere proprio il C.T. Del Bosque, molto interessato al talento di Keita. Il commissario tecnico spagnolo si starebbe interessando in prima persona al caso del giocatore ed un suo intervento potrebbe facilitare la situazione. Il progetto di Del Bosque, infatti, sarebbe quello di far esordire, prima con l’Under 21 il giovane Keita e poi convocarlo fra un anno tra le file della Nazionale maggiore. Un sogno che si avvererebbe per i giovane talento biancoceleste, ma prima c’è un altro sogno da realizzare, quello di raggiungere prima e poi di giocare la Champions con la maglia della Lazio. E allora forza Keita, fai il possibile per avverare questi sogni ed in becco all’aquila!
Corbo:”La Lazio gioca con uno che è stato in galera”
Dichiarazioni forti di Corbo, giornalista de “La Repubblica”, riasciate alla trasmissione “Si gonfia la rete”. “La giustizia sportiva è l’apoteosi della giustizia ordinaria, è un’armata Brancaleone che si muove con destrezza e furbizia nel mondo sportivo. Se si pensa che la Lazio ha un calciatore in rosa che è passato dalla galera ed è al centro delle indagini di Cremona e che probabilmente giocherà in Champions a danni dei calciatori del Napoli che non sono indagati, si capisco quanto il calcio sia sotto sopra, come lo è l’Italia”.
Purtroppo in Italia, molte persone condannano la gente solo su quello che si legge sui giornali, senza prove di accusa e sopratutto SENZA AUTORITA’.
La Lazio dovrà stare attenta ai cartellini nelle prossime gare ma specie a Marassi. Ci son ben 5 diffidati nella rosa di Pioli: Cataldi,De Vrij,Keita,Ledesma e Radu. Tutti pilastri fondamentali per compiere al meglio la trance finale del campionato dove la prima squadra della capitale ha ancora le porte aperte per la Champions League. Il derby è vicino e nel caso uno dei 5 venga ammonito nel prossimo match, la rosa biancoceleste entrerà in emergenza visti i vari infortuni. Marchetti e Mauricio salteranno la Sampdoria per la squalifica rimediata contro l’Inter.
A tre turni dal termine, continua la rincorsa ai posti Champions. Mancano infatti appena 270 minuti al termine del campionato, minuti in cui saranno emessi i pochi verdetti ancora da sancire: infatti, dopo la conquista dello scudetto da parte della Juventus e la retrocessione aritmetica di Cesena e Parma, le ultime giornate dovranno decretare l’ultima retrocessa e le squadre che parteciperanno alle coppe europee.
La corsa Champions sembra andare a rilento, con Roma, Lazio e Napoli che non riescono ad ingranare la marcia e compiere lo scatto decisivo per la conquista di un posto nella massima competizione europea per club. Analizzando gli ultimi tre match di queste squadre possiamo notare come nonostante i risultati non molto soddisfacenti, le prestazioni sembra essere confortanti e fanno ben sperare per il finale di stagione. La squadra più in forma a livello di gioco sembra essere senza dubbio il Napoli, ma le romane non demordono e hanno dalla loro la classifica, che recita Roma 64, Lazio 63, Napoli 60. Tre squadre in 4 punti, per due posti importantissimi per il prestigio e per i fattori economici.
Nelle ultime tre partite la Roma ha conquistato 6 punti grazie alle due vittorie conquistate contro Sassuolo e Genoa, prima della sconfitta subita a San Siro per mano del Milan di Inzaghi. La formazione giallorossa sembra creare una grande mole di gioco, che però non riesce a finalizzare al meglio: due volte su tre infatti ha mantenuto maggiormente il possesso palla, eccezion fatta per la partita con il Genoa in cui, dopo aver acquisito il risultato, la squadra di Garcia si è chiusa nella propria metà campo a difesa del risultato. I giallorossi hanno concluso ben 38 volte, centrando lo specchio della porta solamente 14 volte (36%), con 6 reti realizzate, al pari di 2 subite. Non molte, anche se il dato riguardante la fase difensiva non fa ben sperare. La Roma ha concesso ben 31 tiri in porta a squadre che non hanno più nulla da chiedere a questo campionato, di cui 12 (39%) in porta.
I giallorossi sembrano avere in tasca il secondo posto, dovendo affrontare Udinese e Palermo che hanno già concluso virtualmente il loro campionato, squadre con le quali è uscita imbattuta nel girone d’andata, oltre alla Lazio in un derby dal valore specifico elevatissimo.
La Lazio arriva al rush finale provando a lasciarsi alle spalle le polemiche del match con l’Inter, condizionato da gravi errori dell’arbitro Massa. La formazioni di Pioli negli ultimi 3 incontri ha portato a casa solamente 4 punti; un bottino magro che, insieme al pari in casa con il Chievo, potrebbe costare caro nella corsa Champions. In realtà, come si nota dalle statistiche, la squadra biancoceleste ha comunque espresso lo splendido gioco che l’ha portata al vertice del calcio italiano, peccando però un po’ in fase difensiva. Si, perché sono tante le occasioni concesse agli avversari, senza dubbio troppe! Sono infatti ben 41 i tiri degli avversari, il 44% nello specchio. Quasi un tiro su due, una media preoccupante considerando anche gli avversari ancora da affrontare: Sampdoria, Roma e Napoli, tre squadre ancora in lotta per un posto europeo, di cui due concorrenti dirette. Ma nonostante una difesa tutt’altro che imperforabile, l’attacco atomico biancoceleste potrà sicuramente impensierire squadre di questo calibro, considerando che nonostante i soli 4 punti conquistati le statistiche parlano di 37 conclusioni di cui 19 verso la porta avversaria. Un ottimo dato, che testimonia come il gioco offensivo di mister Pioli porti molto spesso la squadra al tiro, eludendo le difese avversarie. Come dicevamo il calendario è sicuramente proibitivo ma questa Lazio ha dalla sua la “rabbia” sportiva dopo i fatti accaduti contro l’Inter, la spinta di un pubblico meraviglioso pronto a sostenerla anche lontano dall’Olimpico e soprattutto una mentalità vincente portata da Stefano Pioli, che proprio nell’ultima intervista post-gara ha affermato che, nonostante sia stato già raggiunto l’obiettivo stagionale di ritornare in Europa, la sua squadra non vuole fermarsi ora, proprio sul più bello.
A tre punti dalla Lazio troviamo il Napoli, reduce dal pareggio in casa del Parma e con la testa al ritorno della semifinale di Europa League contro il Dnipro. La formazione di Benitez si è dimostrata molto discontinua nell’ultimo periodo, alternando prestazioni negative come il pari di Parma e la sconfitta di Empoli alla supervittoria in casa ai danni del Milan, indirizzata dall’espulsione dopo 50 secondi di De Sciglio. Gli azzurri hanno creato in queste ultime partite una grande mole di gioco, arrivando alla conclusione ben 64 volte, di cui 24 nello specchio. Nel contempo, la propensione offensiva ha impedito agli avversari di rendersi pericolosi: sono infatti solamente 19 le azioni pericolose subite, con 11 tiri verso la porta difesa da Andujar. Alla luce di questi ottimi risultati a livello di gioco e soprattutto guardando il calendario, che vedrà la squadra di De Laurentis affrontare il Cesena, la Juventus già campione e proprio la Lazio tra le mura amiche, il Napoli sembra tutt’altro che fuori dai giochi. L’unico vero ostacolo per gli uomini di Benitez può essere l’Europa League e le fatiche fisiche e psicologiche.
Non resta che attendere sabato sera alle 20.45, quando l’anticipo al “Ferraris” di Genova darà il via al rush finale. Tre squadre, due posti. Tutti a caccia di un posto nella “Coppa dalle grandi orecchie”!
12 Maggio 1974\ 12 Maggio 2015 Lotito elogia la Lazio
12 Maggio 1974, una data indelebile nella nostra storia quando la Lazio di Maestrelli vinse lo scudetto. Son passati 41 anni e Lotito in un suo comunicato ufficiale elogia quella squadra:
“Il 12 maggio 1974 la Lazio batteva il Foggia 1-0 grazie ad un rigore di Giorgio Chinaglia laureandosi campione d’Italia per la prima volta nella sua storia. Si trattò di un’impresa impensabile fino a quel momento, compiuta da un gruppo straordinario, guidato da un tecnico straordinario, qual era Tommaso Maestrelli. In particolare, oggi, il mio ricordo va a quei giorni memorabili: ci restano tre incontri difficilissimi nel cammino compiuto quest’anno, abbiamo la possibilità di concretizzare il sogno Champions come nessuno si sarebbe mai aspettato a inizio stagione e l’opportunità di giocarci finale di Coppa Italia e Supercoppa. Ce la metteremo tutta, questo è certo. Sono convinto che la squadra tutta, lo staff tecnico e l’allenatore Pioli sapranno raccogliere quello stesso spirito del ’74 ed affrontare ogni singolo incontro con umiltà, spirito di gruppo, spirito di sacrificio, e forte determinazione con cui 41 anni fa approdammo alla vittoria, per ottenere oggi il massimo”.
Il 12 maggio di 41 anni fa, il 12 maggio 1974, è una data storica che nessun tifoso laziale, che si rispetti, potrà mai dimenticare. E’ il giorno del primo scudetto della SS Lazio, il giorno di Lazio Foggia 1-0, il giorno del rigore di Giorgio Chinaglia, il giorno della prima festa scudetto della nostra storia, il giorno in cui un intero popolo tinto di bianco-azzurro invase il prato dell’Olimpico per festeggiare una gioia unica, immensa ed incontenibile. Un titolo meritatissimo per la squadra del Maestro Tommaso Maestrelli, una squadra che per il tutto il campionato diede spettacolo in ogni campo d’Italia. Una squadra, quella, fatta di 11 leoni. Era la Lazio di Felice Pulici, Sergio Martini, Luigi Martini, Giuseppe Wilson, Giancarlo Oddi, Franco Nanni, Renzo Garlaschelli, Luciano Re Cecconi, Giorgio Chinaglia, Mario Frustalupi, Vincenzo D’Amico, ma anche di Luigi Polentes, Giuseppe Avagliano e Paolo Franzoni.
Nell’anno precedente la Lazio aveva già sfiorato l’impresa, lottando fino all’ultima giornata per la conquista dello scudetto contro la Juventus, con la stessa formazione con cui l’anno prima militava in serie B. Nel 1974, poi, finalmente arrivò lo scudetto tanto atteso. Inizialmente fu il Napoli ad essere in testa alla classifica, ma fu poi raggiunto dalla Lazio e dalla Juventus. Prima di Natale la Lazio, dopo aver battuto il Verona, riuscì a portarsi in testa da sola ed il 27 gennaio si laureò campione d’inverno con tre punti di vantaggio su Juve, Napoli e Fiorentina. Nel girone di ritorno la Lazio rimase sempre in testa, rendendosi protagonista di una cavalcata praticamente inarrestabile. Il 17 febbraio sconfisse la Juve all’Olimpico per 3-1. superò velocemente la sconfitta contro l’Inter e mantenne tre punti di vantaggio sulla Juventus per tutto il girone di ritorno. Si laureò, poi, campione d’Italia proprio il 12 maggio 1974 contro il Foggia, con una giornata di anticipo. Quella fu una partita combattutissima, con la Lazio che tenne sempre in mano il pallino del gioco ma senza riuscire a sbloccare il risultato. Poi al 58′ l’episodio chiave: Garlaschelli scende sulla sinistra, crossa al centro e Scorsa, nel tentativo di deviare, stoppa la palla con la mano. Il direttore di gara fischia subito il calcio di rigore e nelle tribune. I pugliesi protestano con l’arbitro Panzino, mentre Chinaglia si avvicina per battere il rigore nel silenzio irreale dell’Olimpico. Pur non tirando benissimo, Long John riesce a segnare con u ntiro centrale, facendo esplodere la gioia di tutti i tifosi biancocelesti. Chinaglia corre verso il centro del campo, con i compagni che riescono a malapena ad abbracciarlo, l’Olimpico ora è una bolgia indescrivibile.La Lazio giocherà poi gli ultimi 25 minuti in inferiorità numerica, a causa dell’espulsione di Garlaschelli. I biancocelesti, però, resistono caparbiamente fino alla fine, riuscendo a portare a casa la vittoria che vale lo scudetto. Il popolo laziale in visibilio invade il prato dell’Olimpico, i giocatori vengono denudati di calzoncini e magliette, mentre Tommaso Maestrelli, Bob Lovati e Gigi Bezzi si abbracciano commossi. Il sogno è finalmente realtà, dopo 74 anni dalla sua fondazione la Lazio è finalmente campione d’Italia. Un popolo festante invaderà, prima, Piazza della Libertà e poi tutta Roma per una festa attesa da moltissimo tempo, che durerà tutta la notte. Roma è biancoceleste come mai lo era stata prima e la Roma può solo stare a guardare. Emozioni indescrivibili, da pelle d’oca, ma quelli erano altri tempi, era un altro calcio, erano giocatori diversi, era una squadra che non tornerà più, una squadra fatta di gente con due attributi enormi, una squadra con un allenatore straordinario, una squadra da leggenda!
Capita a fine stagione che tutti invochino il massimo impegno, che tutti chiedano alle squadre che ganno già raggiunto i loro rispettivi obiettivi (o che ormai non hanno più bnulla da dare) di onorare le partite che devono fare per non falsificare il campionato. Capita, in un caldo Maggio del 2015, che una squadra fallita, con giocatori che rescindono il contratto, con giocatori che rinunciano anche ai propri emolumenti mettendo soldi di tasca propria, dia l’anima in campi in tutte le partite, faccia capire che nel calcio esiste ancora la parola “dignità”.
Fin qui tutto normale, tutto che rimane nella mèra e semplice sfera sportiva, ma quello che è accaduto alla fine del match giocato al Tardini tra Parma e Napoli è al limite del surreale,al limite della vergogna, al limite della mancanza di rispetto. Ma facciamo ordine.
Il Napoli va a Parma, convinto di far un sol boccone dei Ducali che nelle due partite precedenti aveva preso 8 gol tra Lazio e Cagliari. Ma ecco che, la Cenerentola della Serie A, compie un altro piccolo miracolo sportivo dopo aver addirittura battuto la Juve: finisce 2-2 con i Ducali che hanno dato l’anima per tutta la partita, hanno stretto i denti, hanno dimostrato al mondo del calcio cosa significhi essere uomini veri, con dei valori profondi. A fine partita il finimondo. Higuaín, sì proprio lui, il giocatore di spicco della compagine partenopea, dice al portiere gialloblu Mirante che avrebbero dovuto perdere, che tanto ormai eran falliti. Nel postpartita il mister del Parma Donadoni appare scurissimo in volto ai microfoni di Sky: “È una schifezza, ma di che parliamo, è veramente vergognoso. Se ci dicono che dobbiamo perdere tutte le partite lo facciamo, ce lo dicano, noi abbiamo lottato con tutti e poi veniamo ripagati così». Poi prosegue: «Abbiamo deciso di continuare a giocare non di certo per regalare le partite. Abbiamo orgoglio, se poi si assiste a queste cose la parola più giusta da dire è una schifezza. Ma di cosa parliamo? Facciamola finita. Tutti siamo bravi a parlare quando le cose riguardano gli altri e lì siamo bravi a dare giudizi».
Il tecnico del Parma è un fiume in piena che sembra impossibile da arginare: «Quello che è successo a fine gara è davvero spiacevole, chi era in campo ha sentito cosa hanno detto giocatori e dirigenti del Napoli. Capisco che ognuno di noi lotta per un obiettivo e se questo stenta ad arrivare può subentrare la delusione e l’amarezza, ma andare oltre è una cosa fuori luogo. I miei uomini hanno rinunciato al 75% degli stipendi e poi siamo costretti a vedere certe cose in campo, è davvero vergognoso».
In queste parole dure, ma reali e vere, sta tutto quello che si puó dire nei confronti di questo episodio. Addetti ai lavori e tifosi si riempiono sempre la bocca di belle parole, si augurano sempre che tutte le squadre lottino fino alla fine senza mai arrendersi, sei mai regalare nulla a nessuno ma, se qualcuno lo fa realmente e con lo spirito sportivo che dovrebbe contraddistinguere questo sport, qualcuno si indigna. È alquanto sorprendente sentire che giocatori e staff del calibro di quelli partenopei siano arrivati a queste bassezze, siano arrivati a chiamare “falliti” dei ragazzi che invece stanno mostrando il volto bello del calcio, i veri valori, stanno facendo vedere che i soldi non sono tutto, che l’onore e l’amore per la maglia vengono prima di tutto.
In tutto ció viene da chiedersi dove sia in questo momento il Presidente del Napoli De Laurentiis, perchè non abbia fatto anche stavolta una sua filippica degna del miglior Demostene, come quella che ha fatto giovedì dopo il gol irregolare del Dnipro nella semifinale dell’Europa League. Inutile richiamare alla sportività, ai valori, attaccare Platini accusandolo di voler far rivincere la Coppa al Siviglia. Prima di fare determinate illazioni, bisognerebbe essere da esempio per gli altri, dimostrarsi persone serie e rispettose di coloro che si impegnano e danno tutto per la propria maglia.
Il mondo del calcio con questo episodio vergongoso ha toccato nuovamente il fondo, mostrando ancora i lati oscuri, i lati peggiori. Fortuna peró che c’è una favola di nome Parma che tutti speriamo possa avere un lieto fine, possa trovare un Principe che la accompagni nel Purgatorio della Serie B e poi la porti a “riveder le stelle” della Serie A. Sperando che tutti imparino da loro cosa significhi essere leali, onesti e uomini. Da oggi siamo tutti tifosi del Parma.
Messina su Massa:”Stava concentrato sulla barriera”
Le polemiche dopo Lazio-Inter non sembrano cessare. Il designatore arbitrale Messina cerca di buttare acqua sul fuoco. Il popolo laziale non vuole mai dar colpa agli arbitri ma ultimamente,dopo il calcioscommesse, ogni errore commesso fa scattare qualche dubbio all’occhio dello spettatore e non solo. Dubbia prestazione quella di Massa in questo match, una direzione di gara al di sotto del 3 in pagella penalizzando una squadra in corsa Champions, col possibile sorpasso alla seconda il classifica con errori facilmente rimediabili vista l’assistenza dei guardalinea e gli arbitri di porta. Messina dichiara che Massa è dispiaciuto ed ammette che ha sbagliato. L’arbitro,stando alle sue parole, era concentrato sulla barriera per vedere eventuali tocchi di mano (il gol su punizione in fuorigioco). Prova anche a spiegare che con le nuove regole della FIFA sul fuorigioco sta causando questi errori arbitrali mettendo anche nel discorso la difficoltà economica per finanziare i direttori di gara.
Poi parla del possibile arbitro che sarà presente nel derby, la scelta è nella sua testa da due mesi: Orsato o Rizzoli.
Occhi puntati anche sulla finale di Champions dichiarando che in caso si giochi il 20 Maggio, l’occhio di falco (ovvero la tecnologia in campo) non sarà disponibile per mancanza di tempo nella preparazione degli apparecchi elettronici ma assicura che ci sarà in tutti gli stadi dalla prossima stagione.
Le scuse degli ex sembrano non finire. Se Biava chiede perdono per un gol con la paura che quei 2 punti tolti alla sua ex squadra possano influire sulla corsa Champions, Hernanes lo emula ma non per la doppietta ma bensì per l’esultanza.
Oramai siamo abituati alle false parole di amore in un mondo dove regna sovrano il “re denaro” e vedere giocatori con una fede nel cuore è più unico che raro. Ricordiamo tutti quando l’ex centrocampista verdeoro ha lasciato formello in lacrime accusando Lotito di averlo venduto per mandarlo a Milano, ricordiamo tutti le sue parole di amore che dopo la serata di ieri gli si ritorgono contro facendolo diventare per molti un Mercenario. Per carità, nessuno obbliga un giocatore ad amare una maglia, la maggior parte di noi sa che più giochi bene e più ti si aprono mondi nuovi con scenari da possibile campione avendo un accesso nel lusso dei big. Con quest’articolo non vogliamo prendere posizioni ma portare alla luce dei fatti quel che è successo. Alla fine del primo tempo,dopo la capriola incriminata, il giocatore ha dichiarato che ha esultato perchè si sentiva a casa visto il suo trascorso. Dopo il termine della partita ed il presunto battibecco tra lui e la coppia Lotito-Tare cambia motivazione e dichiara che la capriola era contro il presidente laziale.
Due motivazioni differenti che trovano un abbisso,creando ancor più astio tra i suoi ex tifosi e lui.
Esultare in uno stadio gremito dalla gente che ti ama non è una delle migliori idee, è matematico che passi da “rimpianto a nemico”. Fattosta che sia stato fatto in malafede o fatto di proposito i rapporti si sono logorati vedendo i tifosi laziali fischiare il brasiliano.
Riportiamo il video delle scuse dalla sua pagina ufficiale
A tutti i tifosi Laziale volevo chiedervi scusa perchè se io sapessi prima che la mia capriola sarebbe stata interpretata come una mancanza di rispetto nel vostro confronto, non l'avrei mai fatta!C'è stato un motivo ho già dichiarato qual'è stato! forse però non era neanche tanto nobile! Va bene, l'orgoglio a volte ti porta a fare cose che neanche lo capisce bene!Ma una cosa sono sicuro che io non ho mai mancato con rispetto nel vostro confronto neanche quando voi mi fischiavate nel vecchio tempo quando indossavo ancora la maglia della lazio e non stavo giocando tanto bene! E non era adesso che avrei fatto una cosa del genere!E se anche observate bene non ho esultato quando ho segnato contro di voi a San Siro, non ho esultato quando ho segnato il secondo gol ieri e anche la capriola è stata una capriola triste senza esultanza! Però ripeto scusatemi vi prego e mi dispiace tanto per come è andata!
La Uefa ha deciso che dopo aver sorpreso tutti assegnando la finale di Europa League a Varsavia dopo l’episodio increscioso dei tifosi della Lazio lo scorso anno e quindi evidenziando le lacune polacche in fatto di sicurezza e gestione di impegni sportivi doveva per forza di cosa regalare un altro colpo di scena, ebbene i vertici Uefa hanno premiato i tifosi olandesi per il loro fair play consentendogli di avere una squadra in più nella seconda competizione europea. Come dire che i fatti di Roma e il lancio di banane in campo verso Gervinho con sospensione della partita di ritorno (così tanto per gradire) è tutto rigorosamente nelle regole. Ma quali sono quindi i criteri per questo premio, si sono chiesti in tanti. La risposta è da trovare nel calcolo del punteggio di alcuni parametri imposti dalla Federazione calcistica europea nel 1994 che sono i seguenti:
-ammonizioni;
-espulsioni;
-gioco positivo;
-rispetto degli avversari e della terna arbitrale;
-comportamento dei tecnici, dei dirigenti e del pubblico.
Il direttore Uefa delle competizioni Giorgio Marchetti ha specificato che i fatti di Roma non rientrano nel calcolo dei punteggi ma si impegnerà per modificare il regolamento affinché si possano evitare altri casi analoghi.
Giornata di campionato numero 35°, all’Olimpico si affrontano Lazio e Inter. Partita equilibrata nei primi minuti di gioco, ma la Lazio sembra più in palla dell’Inter. Al 3′ minuto Candreva spara un sinistro dal limite dell’area ma Handanovic respinge ma non trattiene, ma sulla respinta Basta spreca una grossa occasione da distanza ravvicinata e non inquadra lo specchio della porta. Poi arriva finalmente il goal della Lazio. 8′ minuto di gioco e i biancocelesti trovano il vantaggio, Felipe Anderson riceve palla sulla fascia, si porta in area di rigore dopo aver dribblato Medel e scarica in mezzo per l’accorrente Candreva, che segna il goal dell’1-0. Handanovic tocca ma non basta, Lazio in vantaggio. Inter che prova subito a reagire, mentre la Lazio cerca di ripartire in contropiede. Al 14′ minuto grande occasione per i nerazzurri, Hernanes mette la palla in aria per l’inserimento di Icardi ma l’argentino non trova la porta. Palla alta di pochissimo e Lazio per il momento salva. Poi sono i biancocelesti a cercare il secondo goal, Klose al 17′ arpiona un pallone dietro a Vidic ma la sfiora soltanto, Parolo è il più lesto ad arrivare sulla palla, conclude con un tiro centrale che Handanovic riesce a respingere. Sulla ribattuta ancora Parolo colpisce di testa, ma proprio sulla linea di porta Ranocchia riesce a liberare e si rifugia in corner. Poi al 24′ arriva l’episodio che cambia volto alla partita, Mauricio tocca Palacio al limite dell’area. Massa vede fallo e fischia la punizione. L’arbitro estrae poi, anche, il cartellino rosso, mandando Mauricio negli spogliatoi anzitempo. Lazio in 10 uomini e partita in salita per i biancocelesti. Per proteste viene ammonito anche Mauri. Sul calcio di punizione l’ex Hernanes mette la palla all’angolino basso sinistro e segna il goal del pareggio. Il guardalinee, però non vede il netto fuorigioco di Medel che ostruisce la visuale a Marchetti e il goal è convalidato. 1-1 il risultato. La Nord non prende bene l’esultanza di Hernanes e lo fischia pesantemente. Ammonito anche Marchetti per proteste. A causa dall’espulsione Pioli toglie Mauri ed inserisce Braahheid. L’Inter, complice l’uomo in meno per la Lazio, si butta in avanti a testa bassa e prende il controllo della partita. Al 31′ ci prova Palacio con una botta da fuori, ma Marchetti para in due tempi. La Lazio si fa vedere solo con un lancio di Biglia che però non riesce a servire Klose. L’Inter sembra abbassare i ritmi, ma poi ancora Hernanes accende la luce, al 43′ prova ad andar via e Braahfeid è costretto a stenderlo ai 25 metri. Punizione per l’Inter. Marchetti salva in corner sul tiro al giro di Guarin, servito dal tacco di Hernanes. Al 45′ ancora Inter, sul corner però Vidic non colpisce bene di testa e la palla si spegne sul fondo. Al 46′ punizione per la Lazio, dopo il fallo su Felipe Anderson, Biglia ci prova a giro ma Handanovic alza in corner. Dopo due minuti di recupero finisce il primo tempo, 1-1 il risultato. Meglio l’Inter in questa prima frazione, ma sulla partita della Lazio pesa l’espulsione di Mauricio.
All’avvio del secondo tempo, cambio per l’Inter, esce Guarin infortunato, entra Podolski. La Lazio ci prova anche con l’uomo in meno, l’Inter risponde anch’essa giocando una buona gara. Al 56′ Hernanes, su assist di Palacio, si rende pericoloso, ma viene chiuso da Biglia. Un minuto dopo grande occasione per la Lazio. Candreva, il migliore per dei biancocelesti, lancia in profondità Klose, il tedesco calcia da dentro l’area, ma Handanovic riesce a chiudere. Che occasione sprecata! L’Inter si rifà, ancora, in avanti e al 61′ altro episodio decisivo. Marchetti sembra toccare Icardi in area di rigore e Amato fischia il penalty. Marchetti espulso e Lazio in 9 uomini. Esce Klose ed entra Berisha, che va sostituire Marchetti tra i pali. Lo stesso Icardi va dal dischetto a calciare il rigore, ma Berisha con un colpo di reni incredibile riesce a respingere. Il risultato resta in parità. Al 67′ ammonito Hernanes per fallo su Ciani. Esce poi D’ambosio per l’Inter ed entra Nagatomo. Al 71′ ammonito Biglia. L’inter ora prova a cercare il goal della vittoria, la Lazio in nove si difende come può. Grande prova di carattere dei biancocelesti che resistono caparbiamente ai nerazzurri. Al 76′ Pioli toglie Candreva e mette Keita.Forze fresche per la Lazio. Al 83′ Parolo salva il risultato sul tiro a botta sicura di Podolski, servito da un cross dalla fascia. La Lazio sembra poter resistere fino alla fine, ma all’84 arriva la beffa, ancora Hernanes, lanciato a rete da Palacio, mette a segno la rete del 2-1. Sinistro chirurgico e Berisha sfortunatamente battuto. Inter in vantaggio. Questa volta il Profeta non esulta. La Lazio ci prova, con orgoglio, a gettarsi in avanti, anche con due uomini in meno, ma l’Inter fa buona guardia. Al 88′ cambio per l’Inter, esce Palacio ed entra Brozovic. Al 92′ ammonito Nagatomo per l’Inter. Dopo quattro minuti di recupero la partita si conclude. La Lazio esce sconfitta dall’Olimpico, l’Inter vince 2-1. Che dire di questa partita, grande carattere e grande orgoglio da parte della Lazio.Ottima prova dei biancocelesti fino all’espulsione di Mauricio, poi nonostante la squadra di Pioli sia stata penalizzata dalle decisioni arbitrali, non ha mai mollato fino alla fine. Grandi applausi a fine gara di tutto lo stadio, che cuore questa Lazio! L’Inter non gioca una grande gara, ma alla fine la spunta, grazie alle prodezze di Hernanes e alla superiorità numerica. Gli uomini di Mancini trovano solo nel finale il gol vittoria, dopo non aver espresso un grande gioco anche in 11 contro 9. Per la Lazio brutta sconfitta, ma la Roma resta comunque ad un solo punto di distacco. La Champions si può ancora e si deve raggiungere. L’Inter, invece, dopo questa vittoria può sperare ancora nell’Europa League.
IL TABELLINO
Lazio (4-2-3-1): Marchetti; Basta, Mauricio, Ciani, Radu; Biglia, Parolo; Candreva (dal 32’ st Keita), Mauri (dal 28’ pt Braafheid), Anderson; Klose (dal 17’ st Berisha). All.: Pioli.
Inter (4-3-1-2): Handanovic; D’Ambrosio, Ranocchia, Vidic, Juan Jesus; Guarin (dal 1’ st Podolski), Medel, Kovacic; Hernanes; Palacio (dal 46’ st Brozovic), Icardi. All.: Mancini.
Arbitro: Massa di Imperia.
Ammoniti: 12’ pt D’Ambrosio, 24’ pt Mauri, 27’ pt Marchetti, 22’ st Hernanes, 26’ st Biglia, 47’ st Nagatomo.
Hernanes è carico e mette nel suo mirino la Lazio di Pioli. Tutti gli occhi saranno puntati su di lui dato che è la prima volta che affronta la sua ex squadra. Il brasiliano tra le tante interviste rilasciate, parla di se stesso e dei suoi obiettivi. Il giocatore non è stato convocato dalla sua nazionale e farà di tutto per tornare al top per riconquistare un posto da titolare con la maglia verdeoro. “Sono convinto che raggiungerò i miei obiettivi in nerazzurro e per questo motivo non sono assolutamente pentito della scelta di trasferirmi a Milano.Ero cosciente del momento di ricostruzione dell’Inter e far parte del suo rilancio è una sfida stuzzicante. Credo nel fatto che possiamo tornare al top.Nella Seleção devono giocare i calciatori migliori, quelli più in forma. Dunga ha fatto bene a non chiamarmi, visto che per tanti mesi sono stato fuori. Ma la mia intenzione è quella di tornare a giocare nel Brasile”.
La partita di Coppa, la finale tanto attesa, il derby fuori casa, tutti questi match si giocano a metà davanti alle biglietterie e chi vive lo Stadio lo sa bene. Svegliarsi la mattina presto o addirittura la notte precedente, mettersi in fila in biglietteria, chiacchierare qua e la con amici e non, ed uscire con quel biglietto in mano ti rende protagonista della partita, da li in poi la vittoria o la sconfitta saranno anche tue. Una pratica romantica, d’amore incondizionato, che Lotito ha pensato bene di stroncare inventandosi il PRIORITY PASS.
Già il nome è tutto un programma: la priorità sulla vendita dei biglietti. Ragionandoci bene forse una certa priorità chi ha passato la sua vita accanto alla Lazio, chi ha sottoscritto abbonamenti su abbonamenti, chi ha visitato i migliori (e peggiori) palcoscenici europei, insomma chi c’è sempre stato, dovrebbe avercela. Esiste già e si chiama prelazione per gli abbonati. Il priority pass è altro, è una semplice card che ti rilasciano nei Lazio Style con l’acquisto di un prodotto per il valore pari o superiore a 25€. Non importa quanto tempo, soldi e salute tu abbia buttato dietro alla tua squadra, se spenderai 25€ avrai lo stesso diritto di un abbonato. E se si pensa che gran parte della Curva Nord questa stagione non si è abbonata per protesta, la situazione si fa delicata. Ma la storia dei priority non è nuova e se Canigiani l’ha riproposta è perchè, seppur indignati, in tanti fecero e faranno questa spesa per non restare senza biglietto. Facendo il punto della situazione possiamo riassumere la vendita in tre fasi: -dal 28 aprile la vendita su prelazione per possessori di abbonamento e priority pass -dal 4 maggio per i possessori della tessera Millenovecento (alias tessera del tifoso) -dall’11 maggio (testuali parole del sito della SS LAZIO) EVENTUALE vendita libera. Ed il termine eventuale non è utilizzato a caso se si pensa che oggi, 9 maggio, la Curva Nord è già terminata senza essere passata per la vendita libera.Pertanto chi ha combattuto la battaglia contro la dirigenza, non abbonandosi e non sottoscrivendo il priority pass, non potrà accedere alla libera vendita dei tagliandi per la Nord. In un calcio che nel tempo si è indignato per i tamburi, per gli striscioni, per le coreografie, per la discriminazione territoriale, per due fischi, per la parola ultras e chi più ne ha più ne metta, non ci si indigna davanti a chi mette in vendita una passione. A chi senza ritegno specula sulla passione altrui, facendo arrivare a costare un biglietto per il ‘settore popolare’ 55€. Da questi personaggi il calcio dovrebbe prendere le distanze, tutelando chi colora e anima gli spalti solo per amore, senza alcun compenso in denaro, senza nessun rimborso spese. Nel Calcio con la C maiuscola nessuno avrebbe dovuto spendere quei 25€, ma in quel Calcio Lotito non farebbe il Presidente.
Tutte le energie, mentali e fisiche, sono concentrate al primo dei 4 match decisivi di campionato che la Lazio dovrà affrontare in questo caldissimo (non solo meteorologicamente parlando) mese di Maggio. Ecco come il Mister Pioli ha risposto alle domande nella sua usuale conferenza stampa del prepartita.
Sonoquattro partite decisive per la stagione della Lazio. Come pensa di affrontarle?
“La prossima partita è sempre la più importante. Ora si è accorciato il calendario, ogni partita è fondamentale, quindi continueremo a pensare partita dopo partita come abbiamo fatto fino ad adesso”.
Qual è l’obiettivo che vi siete prefissati in questo rush finale?
“E’ quello di portare a casa il massimo, dobbiamo scendere in campo con la consapevolezza nei nostri mezzi e cercare di giocare un calcio propositivo come abbiamo sempre fatto. Abbiamo rispetto per l’Inter, ma vogliamo giocarci la partita e il campionato al massimo”.
I due infortunati di lusso De Vrij e Biglia come stanno?
“Biglia molto probabilmente sarà della partita. De Vrij purtroppo no, speriamo di recuperarlo il prima possibile”.
Questione contrattuale: il rinnovo con la Lazio è scattato con la matematica qualificazione in Europa avvenuta mercoledì grazia alla sconfitta del Torino?
“Io e la società non ci siamo dimenticati degli accordi, ma se mi chiamasse ora direi di no. Siamo solo concentrati sul campionato. In questo momento dobbiamo pensare al finale di stagione, è vero che abbiamo raggiunto un obiettivo importante ma puntiamo più in alto. Ci sarà il tempo per tutte le altre cose e per sistemare anche le mie questioni contrattuali”.
Resterà alla Lazio sicuramente?
“E’ solo una formalità, è una cosa che va ratificata E che ratificheremo a fine stagione”.
Come ha vissuto la squadra il controsorpasso, effettuato dalla Roma, dal punto di vista mentale?
“Abbiamo valutato l’ultima prestazione come sempre. Ci sono stati spunti interessanti per migliorare il nostro livello di concentrazione. Ho visto grande determinazione, sono tutti molto concentrati per giocarci al meglio la Coppa e il campionato. Il massimo non lo abbiamo ancora raggiunto e dobbiamo fare il possibile per rasgiungerlo!”
Dopo il turno di squalifica torna Klose che sembra essere tirato a lucido per le ultime partite…
“E’ sotto gli occhi di tutti la sua importanza. Klose è campione del mondo, Biglia vice campione. Mettono in campo personalità, ma dobbiamo vincere di squadra, a prescindere dai giocatori che scenderanno in campo domani sera”.
Gentiletti come sta? La sgambata con la Primavera in settimana sembra avergli fatto bene e sembra quasi pronto al rientro
“Sta meglio, ma credo che la sua prestazione con la Primavera abbia dimostrato che è ancora indietro nella condizione. Ci sono passato anch’io con questo tipo di infortuni. Ci sono giornate in cui un giocatore si sente bene, altri un po’ meno. Ma per domani è molto difficile vederlo in campo. Sarà comunque un tassello importante per questo finale”.
Cos’è che la Lazio non deve più sbagliare? Dove è che può mettere in difficoltà l’Inter?
“Dobbiamo alzare il nostro livello di gioco e la nostra qualità, che sono evidenti per le azioni da gol che costruiamo. Dobbiamo avere la concentrazione per correre meno pericoli possibili e per mettere in difficoltà l’avversario che abbiamo di fronte. Anche se abbiamo ottenuto pochi punti nelle ultime partite abbiamo fatto delle buone prestazioni. Ma servono ottime prestazioni per arrivare in Champions. L’Inter ha un grande potenziale offensivo e un grande allenatore, ma anche noi abbiamo dei valori. Dobbiamo giocare con entusiasmo e con la consapevolezza di avere un potenziale importante che se la puó giocare alla pari con tutti. Mi fido dei miei giocatori e dei nostri tifosi che ci daranno un grande supporto”.
L’Inter è adatta per la Lazio?
“Tutte le squadre hanno punti forti e deboli, è lo stesso anche per noi. L’impatto farà la differenza, noi vogliamo fare il meglio possibile e giocare un calcio propositivo”.
De Vrij quando torna a disposizione?
“Abbiamo perso e vinto tante partite senza di lui. La società ha comprato un giocatore molto forte, la sua situazione verrà valutata giorno per giorno. Credo che probabilmente domani non sarà in campo, mi auguro per la prossima. Tutti vogliamo che rientri in campo il prima possibile, ma non si possono prendere dei rischi troppo grandi e poi magari perderlo per un tempo ancora più lungo”.
In una partita del genere può essere meglio un centrocampo col vertice basso invece che in linea?
“Non credo che faccia tanta differenza. A Bergamo nel primo tempo non ci siamo mossi tantissimo, serviva una migliore circolazione anche dal basso. Ogni partita abbiamo portato a casa qualche spunto positivo. Mi auguro domani di impostare meglio da dietro e dare meno punti di riferimento davanti. Comunque abbiamo creato cinque palle gol clamorose, le occasioni ci sono state. A volte si può vincere 1-0 e non subire gol, l’importante è essere propositivi e creare gioco”.
Novaretti, Ciani e Mauricio: chi sceglierà? Nella partita di domani può servire uno più rapido come Mauricio?
“Voi giornalisti indovinate quasi sempre la formazione, quindi o siete molto bravi o c’è qualcosa che mi sfugge. Ho tre possibilità, sceglierò la più adatta per domani e quella che dà maggiori garanzie. Non è mai il singolo che fa la differenza, dobbiamo essere molto compatti perché l’Inter è forte davanti. Loro sono molto veloci davanti, dovremo mantenere le distanze giuste tra tutti i reparti e darci tutti una mano in fase difensiva”.
Come ha visto Felipe Anderson? Gli manca il gol e sembra leggermente in fase calante dopo diversi mesi ad altissimo livello.
“Felipe è uno di quelli che tutti i giorni devo aspettare mezz’ora in più, perché non uscirebbe mai dal campo. Ha un grande entusiasmo, ha lavorato e lavora ancora per la squadra, poi è vero che i giudizi sui singoli dipendono dai risultati. A Bergamo ha fatto una rincorsa di 60 metri per evitare il raddoppio e sulla ripartenza ne ha fatti 50 per servire Keita, ha delle qualità importanti. Deve ancora crescere e completare la maturità come uomo e giocatore, ma credo che stia facendo bene e che possa dare ancora un grandissimo contributo in questa volata finale”.
Quello da centravanti è il ruolo giusto di Keita affinchè lo spagnolo possa esplodere definitivamente?
Keita è cresciuto tantissimo da quando son qua io, può giocare in qualsiasi posizione offensiva, è un giocatore intelligente. Per me è un attaccante puro, non credo più nei ruoli specifici: lui è un attaccante, lo ha dimostrato nelle grandi partite che ha fatto Coppa Italia e non solo. Domenica ha fatto una buona prestazione, si è creato da solo l’occasione in cui ha preso il palo e si è presentato davanti al portiere 3 volte. Avesse fatto gol, avremmo parlato tutti di un giocatore forte e completo, ma spesso gli episodi condizionano sui giudizi dei singoi”.
Ha parlato con Mauri dopo le vicende che sono accadute in questi giorni?
“Da quando alleno la Lazio ho commentato gli atteggiamenti dei miei calciatori in settimana. Sono tutti concentrati per finire al meglio il nostro lavoro. Altre cose non le voglio commentare, preferisco parlare di aspetti tecnici”.