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Storia S.S. Lazio

Maestrelli, Chinaglia e quello storico scudetto del 12 maggio di 41 anni fa

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lazionelsognoIl 12 maggio di 41 anni fa, il 12 maggio 1974, è una data storica che nessun tifoso laziale, che si rispetti, potrà mai dimenticare. E’ il giorno del primo scudetto della SS Lazio, il giorno di Lazio Foggia 1-0, il giorno del rigore di Giorgio Chinaglia, il giorno della prima festa scudetto della nostra storia, il giorno in cui un intero popolo tinto di bianco-azzurro invase il prato dell’Olimpico per festeggiare una gioia unica, immensa ed incontenibile. Un titolo meritatissimo per la squadra del Maestro Tommaso Maestrelli, una squadra che per il tutto il campionato diede spettacolo in ogni campo d’Italia. Una squadra, quella, fatta di 11 leoni. Era la Lazio di Felice Pulici, Sergio Martini, Luigi Martini, Giuseppe Wilson, Giancarlo Oddi, Franco Nanni, Renzo Garlaschelli, Luciano Re Cecconi, Giorgio Chinaglia, Mario Frustalupi, Vincenzo D’Amico, ma anche di Luigi Polentes, Giuseppe Avagliano e Paolo Franzoni.

Nell’anno precedente la Lazio aveva già sfiorato l’impresa, lottando fino all’ultima giornata per la conquista dello scudetto contro la Juventus, con la stessa formazione con cui l’anno prima militava in serie B. Nel 1974, poi, finalmente arrivò lo scudetto tanto atteso. Inizialmente fu il Napoli ad essere in testa alla classifica, ma fu poi raggiunto dalla Lazio e dalla Juventus. Prima di Natale la Lazio, dopo aver battuto il Verona, riuscì a portarsi in testa da sola ed il 27 gennaio si laureò campione d’inverno con tre punti di vantaggio su Juve, Napoli e Fiorentina. Nel girone di ritorno la Lazio rimase sempre in testa, rendendosi protagonista di una cavalcata praticamente inarrestabile. Il 17 febbraio sconfisse la Juve all’Olimpico per 3-1. superò velocemente la sconfitta contro l’Inter e mantenne tre punti di vantaggio sulla Juventus per tutto il girone di ritorno. Si laureò, poi, campione d’Italia proprio il 12 maggio 1974 contro il Foggia, con una giornata di anticipo. Quella fu una partita combattutissima, con la Lazio che tenne sempre in mano il pallino del gioco ma senza riuscire a sbloccare il risultato. Poi al 58′ l’episodio chiave: Garlaschelli scende sulla sinistra, crossa al centro e Scorsa, nel tentativo di deviare, stoppa la palla con la mano. Il direttore di gara fischia subito il calcio di rigore e nelle tribune. I pugliesi protestano con l’arbitro Panzino, mentre Chinaglia si avvicina per battere il rigore nel silenzio irreale dell’Olimpico. Pur non tirando benissimo, Long John riesce a segnare con u ntiro centrale, facendo esplodere la gioia di tutti i tifosi biancocelesti. Chinaglia corre verso il centro del campo, con i compagni che riescono a malapena ad abbracciarlo, l’Olimpico ora è una bolgia indescrivibile.La Lazio giocherà poi gli ultimi 25 minuti in inferiorità numerica, a causa dell’espulsione di Garlaschelli. I biancocelesti, però, resistono caparbiamente fino alla fine, riuscendo a portare a casa la vittoria che vale lo scudetto. Il popolo laziale in visibilio invade il prato dell’Olimpico, i giocatori vengono denudati di calzoncini e magliette, mentre Tommaso Maestrelli, Bob Lovati e Gigi Bezzi si abbracciano commossi. Il sogno è finalmente realtà, dopo 74 anni dalla sua fondazione la Lazio è finalmente campione d’Italia. Un popolo festante invaderà, prima, Piazza della Libertà e poi tutta Roma per una festa attesa da moltissimo tempo, che durerà tutta la notte. Roma è biancoceleste come mai lo era stata prima e la Roma può solo stare a guardare. Emozioni indescrivibili, da pelle d’oca, ma quelli erano altri tempi, era un altro calcio, erano giocatori diversi, era una squadra che non tornerà più, una squadra fatta di gente con due attributi enormi, una squadra con un allenatore straordinario, una squadra da leggenda!

lazio scudetto

 LAZIO: F.Pulici, Petrelli, L.Martini (50′ Polentes), Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D’Amico. A disposizione: 12 Avagliano, 14 Franzoni. Allenatore: Maestrelli.

FOGGIA: Trentini, Cimenti, Colla, Pirazzini, Bruschini (66′ Golin), Scorsa, Fabbian, Valente, S.Villa, Rognoni, Pavone. A disposizione: 12 Giacinti, 14 Delneri. Allenatore: Toneatto.

Arbitro: Sig. Panzino (Catanzaro) – Guardalinee Sigg. Coletta e Frattini.

Marcatori: 60′ Chinaglia (rig).

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1 novembre 1997: quando la Lazio in dieci asfaltò la Roma

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ROMA – LAZIO – La Lazio per la prima volta sfida l’ex tecnico Zeman, passato in estate sulla panchina della Roma. Eriksson, sbarcato nella Capitale dalla Sampdoria, per il derby sceglie il classico 4-4-2 con la coppia Mancini e Casiraghi in avanti e il centrocampo composto da Fuser, Almeyda, Jugovic e Nedved. Avvio shock per i biancocelesti che già al 7’ rimangono in dieci per l’espulsione di Favalli: Collina, in maniera molto severa, punisce con il rosso l’entrata diretta del difensore su Tommasi. Eriksson risistema la squadra inserendo Negro al posto di Almeyda e chiedendo un sacrificio a Mancini sull’esterno sinistro. Dopo un primo tempo di sofferenza, in apertura di ripresa è proprio il numero 10 a sbloccare il match. L’ex capitano della Sampdoria parte dall’esterno e infilandosi tra Gomez e Servidei fa partire un destro che si infila sotto l’incrocio della porta difesa da Konsel. Passano soltanto dieci minuti e la Lazio raddoppia con un’altra perla: questa volta Mancini si trasforma in uomo assist e Casiraghi in spaccata trova una coordinazione perfetta per il 2-0. All’84’ è Nedved ad infilarsi nel cuore della difesa giallorossa, superando Konsel con un delizioso pallonetto. Il gol di Delvecchio al 91’ conta soltanto per le statistiche e al fischio finale è euforia biancoceleste. Una Lazio da 10, e lode.

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