È un saluto quasi commosso quello che Albano Bizzarri ha rivolto ai tifosi biancocelesti davanti le telecamere di Lazio Style Channel:“Sono molto triste dopo 4 anni vado via, non è facile dirsi addio, l’affetto rimane per sempre. I tifosi della Lazio hanno capito la mia scelta, tutti mi hanno ringraziato chiedendomi di rimanere. Il loro affetto mi ha stupito, è stato meraviglioso! Non è facile guadagnarsi la stima non giocando molto. Ringrazio tutti, anche chi lavora con noi ogni giorno”.
La leggenda narra che dove passava Attila non cresceva più neanche un filo d’erba, perché al suo passaggio il “flagello di Dio” radeva al suolo qualsiasi cosa.
E’ calato il sipario. Dove eravamo rimasti? Ah, sì, a quei banditi del fondo inglese, gli schiavisti che tenevano imprigionato Felipe Anderson impedendo al giovane talento di sbarcare alla Lazio.
Trattativa lampo, Rozzi al Real Madrid B: i suoi saluti, arrivano direttamente dalle frequenze radiofoniche ufficiali della società biancoceleste. “La decisione di andare al Real Madrid B è stata presa e condikvisa con Tare e tutta la società.
Finalmente ci siamo, finalmente siamo arrivati alla fine di questo ennesimo supplizio chiamato mercato. Questa mattina pensavo con nostalgia al passato, agli anni in cui consideravo questo periodo come il più bello e forse il più emozionante della stagione.
Un biglietto d’aereo fissato a 18 milioni di euro, retroscena del viaggio di Antonio Rozzi direzione Madrid. “Se dobbiamo rinunciare al giovane aquilotto, bisogna farlo per un’offerta importante”, deve essere stato il pensiero di Lotito e Tare alla richiesta di mercato del Real.
Un arrivederci. Forse un addio. Antonio Rozzi saluta ed è pronto a sbarcare a Madrid. Un colpo di scena inatteso, una sorpresa anche per il diretto interessato. E’ storia di pochi giorni fa, l’evoluzione è stata rapida.
Etrit Berisha è un nuovo giocatore della S. S. Lazio. A dare l’annuncio è stato il Kalmar FF, club dal quale il portiere albanese è stato acquistato, sul proprio sito ufficiale.
Le ultime indiscrezioni di sky, danno per certo la partenza di Libor Kozak che dovrebbe andare a vestire i panni della società Aston Villa.Per ora sono voci non si riescono a trovare ne conferme e ne le cifre della trattativa. Altre voci secondo lalaziosiamonoi, ci sarebbe stata un offerta per il giocatore del Galatasaray , Yilmaz, del valore di 18 milioni di euro da parte del club spagnolo Atletico Madrid. Se le voci fossero vere per quest’ultima voce di corridoio, la fiamma turca si spegnerebbe all’istante lasciando basiti quei pochi tifosi che ancora speravano in un suo arrivo nei panni biancocelesti. Domani ci sarà il tanto atteso annuncio di Lotito che porterà un altro acquisto ed il tesseramento di Perea.
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Vi ricordate l’ultima grande partita giocata dalla Lazio? Non mi dite il derby del 26 maggio perché quella è stata una partita intensa, nervosa, attenta e alla fine straordinariamente eccitante, ma non bella.
Dopo il fischio finale di ieri, il presidente Claudio Lotito sfuria contro i giornalisti di sky nell’intervista post gara.
Copione già visto e parole che rimbalzano da anni nel mondo biancoceleste. Alla domanda del giornalista che chiede se il giocatore tanto atteso per lunedì, fosse Yilmaz, il”padron” se non il “padrin” dei poveri risponde stizzito vantandosi dei soldi spesi quest’estate per portare 8 giocatori con la casacca laziale senza vendere nessuno. Biglia, Perea che deve essere ancora tesserato, Novaretti, Felipe Anderson, la seconda metà del cartellino di Candreva, un altro difensore centrale (che neanche ha nominato), Vinicius ed il giocatore che arriverà Lunedi. Questa performance entrerà nella galleria video e dichiarazione del presidente Lotito che da anni costruisce siparietti che ridicolizzano ancor di più la gestione pessima e superficiale che dura ormai da anni. Salvare la Lazio dal crack di 9-10 anni fa non deve essere un alibi ed una scusa per subire anno dopo anno ripetuti comportamenti sgradevoli nei confronti di chi ama questa squadra.
Claudio Lotito forse penserà di giocare a sette e mezzo con la speranza che prima o poi esca la “matta”.
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A 28 anni giocava in Messico con la maglia del Toluca, poteva essere adatto al calcio italiano? No, per questo motivo noi siamo stati critici sin dall’inizio sull’acquisto di Novaretti, perché avremmo preferito un calciatore con esperienza europea, in grado di rinforzare la difesa laziale già nelle prime partite.
“Yilmaz? E’ un nome uscito fuori solo dalla Turchia. Noi non proclamiamo gli obiettivi, ma li centriamo. Avete mai sentito me o Tare parlare di Yilmaz? No! Allora siete voi che costruite i film e date per fatte cose che non esistono. Una punta l’abbiamo presa, si chiama Perea, poi vedremo se sarà all’altezza.
Esattamente 41 anni fa, il 31 Agosto nasceva Pavel Nedved. Scoppiato negli anni 90 con la casacca bianco azzurra, Pavel è stato un dei pilastri della rosa laziale che ha portato lo scudetto a Roma. Non solo quello, ma è stato un ottimo trascinatore in campo.
nato a Cheb (Repubblica Ceca) il 30 agosto 1972.
Cresciuto prima nel TJ Skalná, dove inizia a calciare nel 1977 e poi dal 1985 nel RH Cheb, passa al glorioso Dukla Praga dove viene promosso in prima squadra nel 1991. Nella stagione 1992/93 viene acquistato dallo Sparta Praga con cui gioca per cinque stagioni, realizzando 26 reti. Nel 1996 è protagonista di un Campionato Europeo brillante arrivando in finale con la sua Nazionale, al termine del quale, fortemente voluto dal tecnico biancoceleste Zdenek Zeman, passa alla Lazio che vince l’asta con il PSV Eindhoven che aveva puntato gli occhi su di lui. Nel primo campionato di Serie A in maglia biancazzurra trova per undici volte la via della rete. Nella stagione 1997/98 centra il suo primo trofeo italiano, la Coppa Italia, mentre perde la finale di Coppa UEFA. La stagione successiva rifiuta un suntuoso contratto offertogli dall’Atletico Madrid e, malgrado un infortunio che lo blocca per molto tempo, vince la Supercoppa Italiana (realizzando una delle due reti) e la Coppa delle Coppe dove realizza la marcatura decisiva per poi dar sfogo ad un’esultanza che contagia lo stadio.
La stagione 1999/00 inizia con la vittoria in Supercoppa Europea contro il forte Manchester United. Realizza 5 reti tra cui 2 “storiche”: la prima contro il Bologna nel giorno del Centenario della Lazio, e l’altro nel derby di ritorno vinto dalla Lazio per 2-1 e che riapre la rimonta sulla Juventus. Nell’ultima giornata si laurea Campione d’Italia nel finale drammatico di quel torneo. Nell’ultima sua stagione realizza 13 gol vincendo la Supercoppa Italiana. A fine stagione la Lazio è costretta a cederlo, dopo cinque anni, per far cassa e viene acquistato dalla Juventus. Con i bianconeri gioca otto campionati (247 presenze e 51 reti), vincendo il Pallone d’Oro nel 2003 ed il premio Guerin d’oro per la stagione 2002/03.
Giocatore moderno, instancabile, tecnico, veloce, gioca a tutto campo e pressa. Inoltre è dotato di un tiro fortissimo con ambedue i piedi che gli ha permesso di segnare molte reti. La sua permanenza alla Lazio è coincisa con i più grandi trofei conquistati dalla società nella sua intera storia.
Con la Lazio colleziona 138 presenze e 33 reti in Campionato. Campione d’Italia nella stagione 1999/00. Nel febbraio 2009 annuncia il suo ritiro dal calcio giocato al termine della stagione. Nell’ottobre 2010 diventa uno degli undici componenti del CdA della Juventus.
fonte laziowiki
Palmares
1 Scudetto.png Scudetto nel 1999/00
1 Coppa Italia.png Coppa Italia nel 1997/98
1 Coppa Italia.png Coppa Italia nel 1999/00
1 Supercoppa Italiana.jpg Supercoppa Italiana nel 1998
1 Supercoppa Italiana.jpg Supercoppa Italiana nel 2000
1 Coppa delle coppe.jpg Coppa delle Coppe nel 1998/99
1 Supercoppa Europea.jpg Supercoppa Europea nel 1999
1 Coppa.png Trofeo di Amsterdam 1999
Burak o non Burak… Come tutti i fiori preziosi e costosi del mercato biancoceleste inseguiti negli ultimi nove anni, anche la margherita-Yilmaz a quanto pare ha un numero di petali infinito e la speranza è che una volta tanto alla fine rimanga in mano alla Lazio quello giusto, perché intorno a questa operazione di mercato potrebbe girare l’intera stagione della squadra di Petkovic. Per non parlare poi del rapporto società-tifosi. Ma visti i precedenti degli ultimi anni, abbiamo deciso di restare alla finestra, di non partecipare alla corsa alla notizia a colpi di esclusive che non sono tali e di annunci entusiastici o catastrofici che si susseguono a distanza di poche ore. Quasi un gioco al massacro per una tifoseria che di tutto ha bisogno meno che di illusioni e disillusioni in serie che non fanno altro che aumentare la tensione o i contrasti tra pro e contro Lotito, soprattutto nei social network che oramai sono diventati terreno di scontro quotidiano tra opposte fazioni.
Per questo, senza addentrarci nella trattativa, abbiamo deciso di fare alcune considerazioni su questa vicenda, provando a rispondere ad una serie di domande che si pongono i tifosi e alle quali a parer nostro nessuno risponde. La prima è: dove ha trovato Lotito i soldi per mettere su questa trattativa e perché si può permettere ora di comprare a 15 un giocatore che Petkovic aveva chiesto già l’estate scorsa e che un anno fa potevamo prendere a 5 milioni di euro?
La Lazio non ha vinto al Superenalotto e non ha trovato nessun tesoro sepolto dentro i prati di Formello. La spiegazione è più semplice di quanto si possa immaginare. Un anno fa la trattativa è saltata per due motivi principali: il primo è perché Lotito (non conoscendo il giocatore) non era entusiasmato dall’idea di mettere un altro attaccante in organico (avendo già Floccari, Rocchi, Kozak e Zarate che non si riuscivano a piazzare), l’altro è che il presidente si è impuntato su un cavillo, ovvero la clausola che avrebbe garantito al Trabzonspor il 25% su una eventuale futura cessione di Yilmaz sulla cifra eccedente i 5 milioni che avrebbe incassato l’estate scorsa con la clausola rescissoria. Per capire dove ha trovato Lotito i soldi per mettere su questa operazione, basta leggere il bilancio. Nella relazione trimestrale al 31 marzo del 2013 (http://www.sslazio.it/images/stories/documenti/pdf/investor_relator/Relazione%2031-03-13%20Lazio.pdf) a pag. 18 si legge che la Lazio ha incassato dal Credito Sportivo 8,1 milioni per un mutuo stipulato al tasso d’interesse del 6% acceso sull’immobile di via Valenziani, acquistato a gennaio 2012. A questo primo “tesoretto”, servito soprattutto per finanziare l’acquisto di Anderson e Biglia (prima rata di circa 3 milioni per ciascun giocatore da mettere nel bilancio 2013, il resto nei successivi due anni), si è aggiunto quello ben più consistente dei soldi risparmiati per l’uscita definitiva dall’organico della Lazio di giocatori dall’ingaggio decisamente pesante o di calciatori pagati anche se non venivano neanche presi in considerazione da Petkovic. Ecco il quadro completo: Zarate (8 milioni di euro lordi, di cui 3 di commissione annuale alla Pluriel Limited), Rocchi (2,6 milioni lordi), Garrido (2,6 milioni), Matuzalem (2,4 milioni), Stendardo (2,4 milioni), Brocchi (2 milioni), Carrizo (2 milioni), Zauri (1,8 milioni), Scaloni (1,6 milioni), Foggia (1,5 milioni), Saha (1 milione) e Diakité (0,7 milioni). Le cifre sono chiaramente tutte al lordo (ovvero il doppio del netto di cui si parla sempre quando si cita l’ingaggio percepito dal calciatore), ma il costo totale per la Lazio di questa pattuglia che gravava un anno fa sul monte ingaggi e sul bilancio era di quasi 29 milioni di euro. Da questi, chiaramente, vanno sottratti gli ingaggi dei nuovi arrivati Novaretti, Vinicius, Biglia, Anderson (circa 8 milioni) e l’adeguamento dei contratti di Cavanda (passato da 160.000 a 500.000 euro lordi per questa stagione) e Lulic (da 1,5 lordi a 2,5), ed i nuovi contratti di Keita e Tounkara (da 150.000 a 300.000 euro il primo e da 100.000 a 200.000 il secondo, sempre lordi), per un aggravio ulteriore di 1,6 milioni. Insomma, si parla sempre di circa 20 milioni di euro risparmiati che potrebbero diventare circa 25 se la Lazio riuscisse negli ultimi giorni di mercato anche nel miracolo di liberarsi di Sculli, Alfaro, Pereirinha e Stankevicius. Ecco da dove esce fuori il tesoretto.
Ora, se il “tesoretto” c’è, la speranza è che non faccia la fine dei famosi 14 milioni di euro pronti per acquistare prima Honda e poi sul filo di lana Nilmar, oppure per portare a Roma i famigerati “4 campioni” promessi l’estate scorsa e mai arrivati. La Lazio ha questi soldi a disposizione e ha deciso di puntare tutto su Yilmaz. E personalmente sono d’accordo. Sia perché mi piace molto Yilmaz, sia perché in vista del possibile addio a fine stagione di Klose non è la solita toppa ma una scelta anche in prospettiva ma, soprattutto, perché è un giocatore che vuole Petkovic. E con il suo arrivo, si tapperebbe finalmente quella falla in organico che c’è da due anni. In ritardo, d’accordo, ma visto che il passato è passato è meglio pensare al presente e al futuro e quindi c’è solo da rallegrarsi per un eventuale arrivo di Yilmaz.
Quello che semmai lascia perplessi, è la durata della trattativa, il cavillare non tanto sulle cifre, ma sulle modalità di pagamento. Il Milan, una volta avuti a disposizione i soldi garantiti dalla Champions League, ha acquistato il 24 ore Matri, mettendo sul tavolo 11 milioni di euro pagabili in 4 anni. Quindi, si può fare, se c’è la voglia e se ci sono i soldi, senza rischiare di tirare troppo la corda e di ritrovarsi a mercato chiuso con il nulla in mano dopo più di 10 giorni di trattativa. Io sono convinto che questa volta la società (Lotito) non ripeterà gli errori commessi in passato, perché la posta in palio è troppa alta, a partire dalla credibilità. Sono convinto che alla fine Yilmaz arriverà e che tutti dovrebbero gioire di questo acquisto, indipendentemente dalla simpatia o dall’antipatia verso Lotito o Tare, perché dall’arrivo di Yilmaz ci guadagna la Lazio. E alla fine è quello che conta. Semmai, l’unico appunto che si può fare, è che con i soldi di uno sponsor in grado di garantire 4 milioni di euro a stagione (a fronte della ZERO attuale e delle ultime sette stagioni) non ci sarebbe nulla da discutere con il Galatasaray, perché basterebbe questa semplice operazione per ripagare in toto o quasi l’acquisto di quella punta che inseguiamo da quando, partito Cissè, Klose si è ritrovato a dover sostenere praticamente da solo il peso dell’attacco. E se poi liberandosi anche dei vari Stankevicius, Pereirinha, Alfaro e Sculli arrivasse anche un centrale difensivo vero, allora non ci sarebbe veramente nulla da dire, perché per la prima volta in 9 anni la società (e quindi Lotito) meriterebbe solo un applauso per una campagna acquisti con tutti gli obiettivi centrati e nessuna partenza illustre. Un sogno di fine estate? Forse, ma questa volta potrebbe diventare una splendida realtà.
Venti mesi di gogna mediatica, con l’aggiunta prima del carcere e poi degli arresti domiciliari, prima di avere un verdetto sportivo che ha totalmente smentito sia il castello accusatorio costruito dalla Procura di Cremona che di conseguenza quello fatto dalla procura Federale per ottenere una squalifica esemplare per illecito sportivo.
Ultimi giorni di mercato, tante le trattative ancora in corso, sia in entrata che in uscita. Tra le operazioni non ancora completamente definite, c’è sicuramente quella che riguarda la comproprietà di Antonio Candrevatra il club biancoceleste e l’Udinese.
La Lazio preme per Yilmaz, sono ore frenetiche, di attesa spasmodica, di sogni che volano veloci. Mister 89 gol nelle ultime tre stagioni, è lui l’obiettivo numero uno di Lotito e Tare. Quasi un’ossessione per patron e ds.
L’estate capitolina, iniziata con una coppa alzata in faccia all’avversario e finendo con un poker subito in pochi minuti dovrebbe far accendere un grillo nel cervello alla presidenza. Siti, giornalisti, trattative ma sopratutto TURCHIA. 25 milioni spesi da contare o già contati, dubbi e conferme, sorprese, scommesse, delusioni e riconferme. Parole e pochi fatti per chi dorme e non prende pesci, sembra di giocare a sette e mezzo in un giorno freddo di capodanno con l’amico turco. 8 milioni e carta, sballato! 8 milioni e Kozak dammi un altra carta! Sballato di nuovo! 13 milioni Kozak e Stankevicius dammi la carta!
Il presidente Claudio Lotito prima del fischio iniziale di Lazio Juve del 18 Agosto disse: noi non cerchiamo personalmente i giocatori ma se capita qualcuno interessato possiamo trattare. Parole che da 9 anni sono sempre le stesse accompagnate dalla solita superficialità del calciomercato biancoceleste.
Se Maometto non va alla montagna è la montagna ad andare da lui?Non per la situazione laziale. Yilmaz, protagonista principale nella soap opera “Io speriamo che me lo prendo” diretto da Claudio Lotito, è il nome caldo di questi giorni estivi. Una fissazione, un chiodo fisso, un disoccupato che vuole lavorare senza cercare lavoro, un modo per distrarre il popolo biancoceleste dalla parte che non va di questa squadra? Un contentino per il tifoso che muore per questa Lazio?. Fatto sta che ci ritroviamo con i seri problemi dell’anno precedente con un Klose lasciato solo, un Floccari che non ti può garantire un gol a partita, un Kozak ormai che sembra partire, un Perea che in caso che arrivi è un incognita grossa quanto una casa, una difesa che se levi un pezzo crolla tutto il puzzle. Da notare anche la grossa percentuale di reti segnata da giocatori che non si trovano nel reparto più avanzato. La morale della favola è che questa Lazio ha grande potenziale come non ce l’ha. Una grande squadra o almeno una società di media-alta fascia non deve tralasciare fattori importanti. Come dice il nostro Vladimir la rosa è molto ampia, ma l’ampiezza non porta grandi risultati a prescindere dal numero che la compongono. I fatti parlano chiaro, Konko si infortunia facile, Klose oltre che deve far reparto da solo, non ha la fisicità per disputare 90 minuti per tutto il campionato, la difesa a volte si perde in errori madornali, le preparazioni fisiche sembrerebbero portare risultati mediocri piuttosto che dare il meglio poi tutto il resto il popolo laziale ne è a conoscenza.
La cosa normale, secondo chi possiede la Lazio è fissarsi un obiettivo che è Yilmaz per giorni, settimane, mesi, con trattative ed offerte da mercante in fiera che in caso di risposta negativa (ricevute già proposta dopo proposta) lascerebbero la squadra quasi uguale a quella della stagione passata, una BMW con mezzo serbatoio di benzina che deve partire da Roma per arrivare a Torino.
Giorgio Chiellini è intervenuto ai microfoni di Sky per parlare della prossima sfida contro la Lazio: “Avrei preferito aspettare ad incontrare la Lazio. Sono passati pochi giorni dalla Supercoppa Italiana e non penso ci sia tutto quel divario.
Cana si è presentato quest’oggi alla clinica Paideia per accertamenti sulla sua condizione fisica. Il difensore laziale è uscito all’intervallo tra Lazio-Udinese per precauzione dopo aver sentito una fitta al polpaccio destro. Il guerriero era reduce da un altro infortunio simile alla gamba sinistra e per evitare che in caso d’infortunio, serio si peggiorassero le cose è stato precauzionalmente sostituito da Dias. Inquadrato dalle telecamere con una vistosa fasciatura mentre lasciava lo stadio Olimpico dopo il match della prima giornata, Lorik quest’oggi tira un respiro di sollievo, dicendo ai microfoni delle emittenti sportivi, che non ha nessuna lesione e tenterà di rientrare in campo già da Sabato a Torino contro la Juventus
-honil888-
L’estate del 1999, il primo atto della stagione più bella nella storia della Lazio, inizia con un trauma: la cessione di Bobo Vieri all’Inter. Un colpo durissimo per tutto l’ambiente, simile a quello che accompagnò quasi 30 anni prima il ritorno in serie A della Lazio, con la cessione di Peppiniello Massa, il gemello del gol di Giorgio Chinaglia, anche in quel caso all’Inter. Una cessione che non portò nessun beneficio all’Inter (come poi è successo anche nel caso di Vieri…) ma che consentì alla Lazio di costruire come per magia una squadra da scudetto, perché con quei soldi Sbardella e Lenzini portarono a Roma tre giocatori risultati poi fondamentali per la conquista del primo scudetto: Felice Pulici, Luciano Re Cecconi e Mario Frustalupi. Magia del calcio, misteri di uno sport in cui i dolori si trasformano in gioie.
Hernanes e Candreva, Udinese al tappeto. Una serata all’insegna dei sorrisi, se non fosse per il silenzio che proveniva dal settore caldo della tifoseria biancoceleste. La Curva Nord si è data appuntamento all’esterno dello stadio per stare vicino alla squadra, proprio come era successo in Europa League.
Paolo Di Canio è già sotto l’occhio dei riflettori. In una lunga intervista sulla sua vita personale e sportiva alla stampa inglese, l’ex calciatore della Lazio, ora allenatore del Sunderland, si è lasciato andare: “Non ho bisogno di sorprendere le persone, è un mio parere personale. A volte mi chiedo come la gente si aspetti sempre qualcosa. E’ diventato facile prevedere alcune reazioni.
La Lazio vuole rinnovare Candreva e lo stesso vuole il giocatore che non ne vuole sapere di tornare all’Udinese. Proprio per questo la Lazio non solo sta studiando il rinnovo contrattuale per l’esterno ma sta cercando di capire con l’Udinese come riscattare la metà del cartellino che appartiene ai bianconeri. La strategia di Lotito è chiara: Kozak va in Friuli e il club biancoceleste ottiene la totalità del cartellino dll’ex
Ieri non ha potuto aiutare i propri compagni e non potrà farlo per i prossimi 6 mesi. Stefano Mauri,però, spera in un’ulteriore sconto sulla squalifica e continua ad allenarsi. Il centrocampista brianzolo, come riportato dalla Gazzetta dello Sport, parteciperà alla partita benefica tra la Lunisiana Soul di Zucchero e la Nazionale Cantanti che si terrà a Pontremoli oggi alle 18.30. “Lo abbiamo chiamato e ci ha detto subito si. Noi siamo aperti a tutti” ha spiegato il manager Gianluca Pecchini.
Mancano pochi minuti all’inizio della partita, i ragazzi della Primavera stanno quasi ultimando il loro giro d’onore in uno stadio desolatamente vuoto, eccezion fatta per i due Distinti della Curva Nord.
Incredibile ma vero, dopo la vittoria ottenuta contro l’Udinese, Lotito è andato pesantemente all’attacco di Petkovic. Infatti, dopo aver parlato della vittoria sull’Udinese, attaccando la squadra per aver fallito troppo occasioni – “dovevamo chiudere la gara, invece abbiamo rischiato di pareggiarla” – il presidente laziale è tornato nuovamente sulla finale di Supercoppa Italiana, attaccando il proprio allenatore, Vladimir Petkovic.
Provate a pensare che cosa sarebbe la Lazio senza Hernanes, quel giocatore che in molti si divertono a mettere spesso e volentieri in discussione, quel gioiello che qualcuno vorrebbe sacrificare sull’altare del bilancio per “rinforzare” la Lazio. La verità, è che per rinforzare seriamente questa squadra, servirebbero un attaccante e un difensore centrale degno di questo nome e mai come questa sera si è capito: è bastato vedere un Klose spento e svagato, è bastato l’ingresso in campo di Dias al posto di Cana per seminare il panico in difesa e per riaprire da solo con i suoi errori in serie una partita che era morta e sepolta, non ancora archiviata definitivamente solo perché la Lazio si è guardata troppo allo specchio invece di affondare i colpi su un avversario allo sbando.