A LAZIOpresenta la nuova Academy, il progetto voluto fortemente dal presidente Lotito per far crescere i giovani del vivaio laziale. L’occasione è buona anche per parlare di mercato e non solo: a prestarsi alle domande dei giornalisti è Igli Tare, ds biancoceleste che, ai microfoni dei giornalisti presenti, ha toccato vari punti, primo tra tutti proprio il nuovo progetto.“Il fatto di aver avuto la possibilità di presentare questo importante progetto mi fa molto piacere. Non nasce oggi, lo abbiamo pensato negli ultimi due/tre anni e sono felice di averlo presentato”.
Quanti giovani sono già pronti per fare il salto in prima squadra? In ritiro partiranno 5/6 elementi della Primavera e 3-4 faranno parte della squadra. Dobbiamo essere bravi a trovare il giusto mix tra giocatori di esperienza e giovani. La cosa importante è a qualità dei questi, ma dobbiamo capire che hanno bisogno di tempo, dobbiamo dargli il tempo di crescere. Lo dico con grande serenità: questa società ha aperto scenari importanti per il futuro.
Si riparte da Bollini-Reja anche per la prossima stagione? Si, prossimamente ci incontreremo e valuteremo la stagione. Se ci saranno le possibilità di intrecciare le nostre strade perché no. Ma prima dobbiamo vederci.
Per quanto riguarda la squadra, invece, ci dovrà essere una rivoluzione… Rivoluzione è sbagliato. Penso che 4-5 acquisti possano essere il numero giusto per rinforzare la squadra.
Oggi Biava ha dato l’addio alla Lazio. Riapertura per Dias? Stiamo valutando. Non si mette in discussione il giocatore perché è stato un grande e lo ringrazierò sempre per quello che ha dato fino ad ora. Purtroppo, però, per tutti arriva un momento in cui si è vicino alla fine.
Candreva? Tutto quello che si sta creando intorno a questa situazione è ingiusto. La Lazio può acquistare il cartellino, abbiamo un buon rapporto con l’Udinese, ma la cosa che mi fa dispiacere di più è che lo ripeto da mesi e mesi. Noi faremo una valutazione per il riscatto prima della scadenza della comproprietà e speriamo che possa essere un giocatore fondamentale per la prossima stagione. Il fatto che ha fatto molto bene e che piaccia a tante squadre non è una novità.
De Vrij? Stiamo valutando, non c’è fretta, la stagione inizia tra due mesi perciò valuteremo e vediamo cosa porterà l’estate.
Oggi si festeggia l’anniversario della Coppa Italia. C’è un futuro per Lulic alla Lazio? Lui è una pedina fondamentale di questa squadra, non ha caratteristiche facili da trovare in giro, ma è fondamentale la loro volontà. Per combattere, però, servono dei guerrieri che vogliano lottare con il cuore.
Investire sui giovani: questo è l’imperativo della LAZIO. Una strada intrapresa diversi anni fa e che ora sta iniziando a dare i propri frutti. E adesso la dirigenza biancoceleste non vuole fermarsi per cullarsi sugli allori, ma anzi ha l’intenzione di potenziare ulteriormente un settore che sta diventando un fiore all’occhiello del calcio italiano. Sono queste le motivazioni che hanno spinto alla creazione della nuova Academy, una struttura nella quale si riunirà l’intera attività del settore giovanile al centro sportivo di Formello, dove si allenano la prima squadra e la Primavera e nella quale si seguirà anche l’istruzione delle giovani aquile. Sarà presente anche un albergo foresteria per ospitare sino a 35 ragazzi, un centro medico di proprietà per le analisi, gli esami clinici, monitorando la crescita e la condizione fisica di ogni tesserato. Un progetto in pieno stile Ajax e Barcellona che è stata presentata a Formello – alle ore 16 – dal presidente Claudio LOTITO, il quale ha svelato anche il nome : Roberto Lovati
Ecco il suo intervento : “Roberto Lovati è il nome della struttura, avrei preferito Bob ma all’anagrafe non esisteva (ride ndr). Vorrei parlare di cos’è? L’Academy è un college, vivranno alcuni ragazzi, i giovani fuori sede potranno studiare e vivere qui, ci sarà tutto. Faremo 6 campi di calcio dedicati solo ai giovani, palestra, foresteria con aria studio e aula per lezioni scolastiche. Ci sarà una clinica e servizi per i genitori. Vogliamo avvicinare la gente, renderli partecipi del progetto Lazio; vogliamo educare i giovani e forgiarne il carattere con i valori della Lazio. La valorizzazione del merito e la legalità: questo spero che scelga la gente. Vogliamo che questi valori vengano tramandati nel futuro: al centro ci sarà la persona. Deve essere un calcio che deve coinvolgere le persone e educarli a questi valori. Nel progetto abbiamo anche recuperato una cisterna romana per coniugare la cultura con lo sport. Vogliamo stare dalla parte dei valori dello sport. Abbiamo fatto si che chi ha fatto il progetto sia laziale. I ragazzi devono sentire l’orgoglio di essere della Lazio. Noi vogliamo creare una grande famiglia, le persone devono sentire l’orgoglio dell’apparenza. È la prima volta che accade in Italia. Sarà diretta da un olandese, da colui che ha costruito e creato l’Academy dell’Ajax. I ragazzi devono essre campioni nella vita esterna e in campo. In futuro i prossimo passo sarà lo stadio.Il nostro motto è non mollare mai e vogliamo che tutti partecipiate a questo progetto che ci permetterà di rimanere presente nei secoli. Venerdì sono andato a una cerimonia per ricordare la memoria di Giovanni Falcone. Mi è rimasta impresso un frase: “Le persone che abbassano lo sguardo, ogni volta che lo fanno muioiono, mentre coloro che procedono a testa alta muoiono una sola volta”. Noi vogliamo vivere, non sopravvivere. Vogliamo creare una grande famiglia. Questo sarà il progetto che ci permetterà di rimanere presente nei secoli. Vorrei ricordare il 26 maggio. Quest’anno non siamo soddisfatti ma siamo certo che faremo bene con la determinazione e con il gruppo. Ora abbiamo ancora la possibilità di vincere con al Primavera, spero che vinca, che si chiuda bene questa stagione difficile. In me non alberga solo i rigore gestionale ma anche una grande passione. Io sono il custode dei valori Lazio e voglio che rimangano indelebili nel cuore di ognuno di noi per essere orgoglio di tutti coloro che si chiamano Laziali. Abbiamo iniziato un percorso di crescita, spero di chiuderlo con la costruzione dello stadio, questa è la mia mission. L’unica cosa che mi rimprovero è non essere entrato nel cuore dei tifosi. Io sono molto legata a questi colori, loro mi danno la spinta per andare avanti, Spero che i tifosi capiscano che i miei sono sentimenti autentici. Aiutatemi ad essere mago dei sentimenti, grazie a questo faremo le cose per bene. Oggi siamo divisi, non dobbiamo esserlo, l’unione fa la forza. Insieme possiamo raggiungere tanti traguardi. Siamo una società temuta, abbiamo realizzato tutto quello che ci eravamo detti; radio, tv, negozi e faremo per la prima volta l’academy. Ma manca l’affetto, la voglia di stare insieme. In una famiglia il padre assume atteggiamenti forti e duri, ma è il suo compito. Vogliamo l’affetto di tutti i tifosi, sono pronto ad accettare critiche costruttive, già l’ho fatto in passato e lo continuerò a fare. È un percorso di pace non di guerra. Dobbiamo abbattere i rivali ma non possiamo farlo senza i tifosi Si vince tutti insieme. Vorrei che si ripartisse con una logica del dialogo, com una grande famiglia. Dimostriamo di essere un gruppo compatto portatore di autentici valori. Lo dico pensando anche a Fiorini che con quel gol ci sta permettendo oggi di festeggiare. Siamo l’unica televisione che ha una gestione propria. A settembre faremo anche una scuola di giornalismo sportivo. Siamo dinamici, non statici, ma sembra che manchi qualcosa. Manca quel sentimento affettivo passionale che darebbe dei punti di riferimento certi a tutti,oggi siamo disorientati. Noi vogliamo creare nuovi valori, la Lazio è una filosofia di vita. Grazie a tutti, sono contento che tutti voi siate vanti qui e che c’è ganze ce ci lavora dando i massimo per ottenere i massimo. Io non ci sono riuscito… Ora spero che partiamo tutti insieme, proseguiamo in una strada di crescita che ci regalerà momenti importanti”
Erano cresciuti nella Cantera del Barcellona, sono diventati i gioielli della Lazio. Hanno trascinato la Primavera di Bollini verso lo scudetto un anno fa a Gubbio, si sono appena ritrovati in prima squadra. Keita è stato protagonista e si è già fatto largo in serie A: 26 presenze, 5 gol e altrettanti assist. Con Reja nel girone di ritorno è diventato titolare. «Una stagione piena di cose, rimango con le cose positive. Grazie a tutti per il supporto e l’affetto che mi avete dato»ha postato ieri su Twitter, inserendo le foto più belle della sua stagione. Con il Bologna, all’ultima di campionato, ha esordito Mamadou Tounkara, classe ‘96, ancora in orbita Primavera. Prima di tornare a concentrarsi sui play off di Rimini, il centravanti spagnolo ha realizzato il suo primo gol con i grandi nell’amichevole di Sofia. La Lazio ha blindato sia Keita che Tounkara sino al 30 giugno 2018: si attende l’ufficializzazione del nuovo accordo. Continueranno a far parte a lungo della Lazio. Keita è ormai un titolare, Tounkara si giocherà le sue chances nel ritiro di Auronzo
Quarantatré tavole, una mini-enciclopedia del pallone declinato nella sua accezione economica e sociale. Questo è ‘Il calcio conta’, libro in uscita mercoledì per Bur eRai Eri, scritto da Niccolò Donna, Gianfranco Teotino e Michele Uva, con la prefazione del direttore dellaGazzetta Andrea Monti. Una pubblicazione destinata a diventare un appuntamento fisso, un osservatorio annuale dei numeri del movimento, sotto la forma accattivante dell’infografica. Il calcio conta ma, precisano gli autori, oggi in Italia conta un po’ meno. E proprio il confronto impietoso con l’estero è il filo conduttore. Basti pensare allo spread calcistico con la Germania. La Serie A è indietro di 270 punti rispetto alla Bundesliga (erano 172 nel 2007-08) mescolando i seguenti parametri: rapporto fatturato/stipendi, patrimonio netto, rapporto fatturato/passivo, spettatori e ranking Uefa. La Liga è a -146, la Premier a -174, solo la Ligue sta peggio: -290. Lo sappiamo, il calcio italiano ha perso competitività. Il guaio è che il differenziale con l’Europa aumenta sempre più. Gli stadi sono la nostra palla al piede: 64 anni l’età media di quelli di A, nessuno rientra nella categoria élite dell’Uefa, solo 3 sono a 4 stelle, contro i 12 élite e i 10 a 4 stelle della Germania. Così, non deve stupire se scorrendo le tavole ci si strabuzza gli occhi di fronte a questo dato: nel 2012-13 il Colonia, in Bundesliga 2, ha registrato un’affluenza media di 40.688 spettatori! La redditività, poi, resta un miraggio. Tra il 2007 e il 2013 l’Inter ha accumulato 620 milioni di perdite; poi ci sono Milan (262), Juventus (185) e Roma (134). Le virtuose?Udinese con 51 milioni di utili, Napoli (50), Lazio (34) e Catania (27). Numeri che devono invitare tutti a un esame di coscienza.
Era nell’aria da tempo, uno dei difensori più importanti della S.S Lazio lascerà la rosa per tornare a casa. Stiamo parlando di Biava, che tramite un comunicato ufficiale ringrazia tutto lo staff biancoceleste e i tifosi: “Dopo quattro anni e mezzo lascio la Lazio. Voglio ringraziare tutti, dai magazzinieri al Presidente, dai dipendenti della società ai tecnici, dai dirigenti ai collaboratori del club. Un grazie particolare va ai miei compagni di squadra, con i quali ho avuto l’onore e il piacere di vivere questo momento importantissimo della mia carriera. Un pensiero speciale ai tifosi, con loro ho provato emozioni uniche, irripetibili e indimenticabili che porterò per sempre nel mio cuore. Grazie Lazio”.
Noi dello staff di since1900 ringraziamo il giocatore per tutto quello che ha fatto, con le sue tante primavere che non lo rendono giovane ha dimostrato che in questi anni l’età non conta, salvando più volte la lazio da azioni pericolosi. Biava che nel suo piccolo e nella rosa difensiva che non è da top team, ha mostrato grande forza di volontà coprendo come a pochi la sua linea difensiva. Un difensore molto importante durante certe partite dove risolveva e “tamponava” gli errori dei compagni.
Un addio che non ha sapore di “arrivederci” ma che a malincuore sappiamo tutti che la gestione biancoceleste faticherà a rimpiazzare un valoroso giocatore come lui.
Con la mente basta tornare indietro, a quel 26 maggio 2013. La Lazio è campione di Roma, la Coppa Italia è biancoceleste. Il ricordo di tutti è ancora vivo, come quello di Cristian Daniel Ledesma, che sulla propria pagina Facebook ha postato la foto di un graffito su un muro della Capitale accompagnato da una frase:
...la mia fede tu la conosci, e’ solida da tempo. (A.Donati “La più bella di tutte quante”)
Un anno fa la storia, oggi il futuro. Il 26 maggio 2013, alle 19.27, Senad Lulic spingeva in rete il pallone più pesante della sua carriera e tra i più importanti della storia laziale. E’ del bosniaco il volto del trionfo, quello che stasera sarà di nuovo festeggiato allo Chalet del Bosco in occasione del “Giuliano Fiorini Day” per il saluto degli idoli d’un tempo (tra gli invitati anche Beppe Signori) al bomber che salvò la Lazio del meno nove, con tanto di cocktail creato ad hoc – come anticipa Il Corriere della Sera, non poteva che essere ribattezzato il Lulic 71 – e videomessaggio dal ritiro mondiale della Bosnia. Forse il suo ultimo regalo alla causa biancoceleste, visto che Juve e Inter (con i bianconeri in pole position) se lo contendono e in estate potrebbero portarselo via da Formello, ma non l’unico. Occhio infatti, proprio alle 19.27, al suo profilo ufficiale Facebook: si attendono sorprese, potrebbe essere postata la foto di quella casacca speciale. Ma la festa non sarà circoscritta solo alla Capitale: il Lazio Club Milano ha organizzato la tradizionale festa di fine stagione, con la presenza di tantissimi ex laziali di epoche diverse, proprio in concomitanza del 26 maggio. Una data non casuale, appunto, scelta per la presentazione ufficiale dell’Academy biancoceleste che andrà in scena alle 16 a Formello. Fino alle 13 si potrà continuare a votare per darle un nome – la volata è tra Maestrelli e Lovati, salvo sorprese dell’ultima ora – quindi scatterà la festa con circa 500 invitati, compresi esponenti del mondo istituzionale e sportivo. Come riporta stamattina l’edizione romana de La Gazzetta dello Sport, oggi Claudio Lotito illustrerà i dettagli dell’operazione, che riunirà nella casa biancoceleste di Formello l’intero settore giovanile, dai Pulcini fino alla Primavera. Saranno creati altri quattro campi, in aggiunta ai tre già esistenti, e un’altra foresteria per ospitare i ragazzi delle giovanili che arrivano dall’estero e da altre zone d’Italia. Una sorte di college, modello Ajax e Barcellona, in cui i ragazzi potranno anche studiare e saranno seguiti da alcuni insegnanti. L’allargamento del centro sportivo biancoceleste, peraltro, favorirà altre iniziative collaterali, come quella di agevolare le visite dei tifosi per un itinerario non solo sportivo ma anche archeologico (all’interno di Formello ci sono resti di epoca etrusca). Il lancio dell’Academy accompagna una speranza per il futuro della Lazio, garantito dai talenti cresciuti nella Primavera di Bollini e oggi di Inzaghi. Nel giro di un paio d’anni, Lotito e Tare si augurano di veder diventare titolari in prima squadra almeno un paio di ragazzi. Sarebbe il modo migliore per dare continuità di risultati e di tenuta a un impianto collaudato: questa la riflessione odierna de Il Corriere dello Sport, che come esempio recente più importante a livello di club nel calcio italiano cita l’invincibile Milan di Sacchi e la sua linea difensiva tutta italiana: Tassotti, Costacurta, Baresi e Maldini. Con gli italiani, in assoluto, ci sono maggiori possibilità di instaurare rapporti di lunga durata: si pensi in primis a Inzaghi e Siviglia, rimasti dopo aver appeso gli scarpini al chiodo come allenatori del settore giovanile, ma anche a Mauri, Rocchi, Brocchi e l’oriundo Ledesma. Con più di un occhio al domani dei vari Crecco, Filippini, Lombardi, Rozzi e Cataldi.
Doppia festa domani per la Lazio. Proprio ad un anno dalla storica vittoria in finale di Coppa Italia contro la Roma, la società presenterà il progetto dell’Academy, di cui senza dubbio va fiero l’intero ambiente per il fatto di essere la prima squadra italiana a sperimentare il connubio calcio e scuola. In questa occasione, spiega il Corriere dello Sport (D.Rindone), verranno esposti tutti i trofei conquistati dalla Lazio dal 1900 ad oggi con particolare rilevanza per quella Coppa Italia che nessun laziale potrà mai dimenticare. Sembra ieri il giorno in cui Lulic, che seguirà dal ritiro la festa e ha promesso una sorpresa, ha insaccato al 71esimo minuto la rete che è valsa la vittoria dei biancocelesti contro i “cugini” giallorossi, sembra appena passata quell’estate di sfottò, quei giorni di gloria. E’ passato un anno invece, un anno non facile, anzi deludente e questa festa serve anche per il morale. Se si ripensa a quei giorni un po’ d’amarezza va via.
La Lazio è a un passo da De Vrij. Secondo quanto riportato stamane da Il Messaggero, dall’Olanda arrivano notizie positive su un accordo imminente, tanto che un paio di giorni fa il direttore finanziario della società di Rotterdam avrebbe avallato l’iter bancario proposto da Lotito, con tanto di garanzie bancarie: circa 4 milioni di euro a luglio, il resto della somma entro la fine dell’anno per un totale che si aggira sugli 8. Per ora da Formello non trapela nulla, ma per la fine della prossima settimana il patron laziale attenderebbe una chiamata per volare in Olanda e chiudere definitivamente l’affare.
Il ds dell’Udinese Giaretta ha annunciato un incontro per la prossima settimana, spostando però in avanti la probabile soluzione della trattativa. Le comproprietà vanno risolte entro il 20 giugno, la Lazio deve fare in fretta: l’edizione odierna de Il Tempo rivela che l’ultima offerta – 6 milioni più Cavanda o Pereirinha, entrambi valutati 3 milioni – non ha affatto soddisfatto il presidente Pozzo.
Sembrava esser tutto finito ma nulla è cosi. Nella vicenda Lotito-Petkovic si unisce al processo anche Reja. Il tecnico goriziano rischierebbe la squalifica in quanto fonti giornalistiche dicono che non poteva allenare la S.S Lazio prima del licenziamento di Petkovic.Lunedì scorso l’allenatore goriziano è stato convocato dagli investigatori della Procura federale diretta da Stefano Palazzi per spiegare quanto accaduto in quei giorni e ora potrebbe essere deferito alla Commissione Disciplinare. Il 30 dicembre il tecnico goriziano inizia la sua avventura-bis alla Lazio, allenando i biancocelesti almeno secondo gli «osservatori» presenti al centro sportivo biancoceleste. Per la Lazio, invece, il goriziano non ha mai allenato la squadra fino al 4 gennaio, giorno del licenziamento per giusta causa del bosniaco, giorno del licenziamento per giusta causa del bosniaco e della contestuale formalizzazione del tesseramento del friulano. Differenza importante perché in quei giorni il tecnico non avrebbe potuto allenare la Lazio, infatti la dirigenza sottolinea che fino a quel 4 gennaio sia stato Bollini a dirigere gli allenamenti. La Procura federale valuterà le informazioni raccolte e deciderà se deferire o meno Reja. La Lazio è tranquilla e oggi chiamerà il tecnico goriziano per fissare il vertice societario previsto, e poi rimandato, a inizio settimana”. Lo scrive Daniele Palizzotto su “Il Tempo”.
Sololalazio.it
Finita una stagione deludente, la parola passa alla società biancoceleste che dovrà muoversi bene sul mercato per ricostruire la Lazio. Parola che Il Corriere dello Sport dà al diesse Igli Tare, intervistato da D. Rindone, sulle colonne dell’edizione romana. Questo uno stralcio dell’intervista.
Tare, è l’ora della verità. Avanti con Reja: sì o no? “Sia noi che Reja, dopo ogni stagione vissuta insieme, ci sediamo intorno ad un tavolo per capire se ci sono i presupposti per continuare. A gennaio eravamo rimasti così”.
Nelle ultime ore s’è parlato di Stramaccioni ed Unai Emery. Cercate un altro allenatore?“Speculazioni, invenzioni. Noi parliamo con Reja prima di farlo con qualsiasi altra persona, è stato sempre informato rispetto ai giocatori che abbiamo in programmazione. C’è un allenatore che merita di essere preso in considerazione, merita rispetto.”
Il viaggio in Bulgaria non è servito per parlare? Quando si conosceranno lo decisioni finali? “Ci incontreremo nei prossimi giorni, gli impegni sono terminati, c’è tanto tempo prima dell’inizio della nuova stagione. Non deve esserci frenesia, le cose non si decidono in fretta. Conta una cosa…”.
Quale? “Lo dico da due anni. È iniziato un percorso di cambiamento generazionale e programmazione. Su questi presupposti c’è da capire se si può proseguire insieme. Se giudichiamo il lavoro svolto da Reja in questi mesi non si può dire niente. L’Europa? Era un obiettivo. Con la mancata qualificazione non ha compromesso il rapporto. Le valutazioni vanno fatte a 360º”.
Tare, come immagina la nuova Lazio? “Aggressiva, competitiva, organizzata, affamata. Penso a una Lazio determinata, vogliosa di vincere, capace di far esaltare la gente, i suoi tifosi”.
Niente Europa, quale sarà l’obiettivo? “Il gruppo sarà formato da 24/25 giocatori”.
Si ma la Champions, la vostra Lazio riuscirà a conquistarla? Molti pensano che questa squadra più di così non possa fare.. “Negli ultimi anni abbiamo perso la Champions per la differenza reti o per un punto, ci saremmo andati per due anni di fila. Tra prima squadra e Primavera abbiamo vinto più di altri, abbiamo lanciato tanti giovani, questo mi rende orgoglioso. Certo, quando si lavora tanto si commettono anche degli errori. L’anno che si è concluso è stato di transizione, il prossimo sarà di consolidamento. La Lazio deve essere tra le prime cinque squadre del campionato italiano, è un obbligo ambire in alto. In Italia vedo poche squadre con un potenziale giovanile come il nostro. Faccio alcuni nomi: Keita, Perea, Felipe Anderson, Onazi, Cataldi, Crecco più uno o due elementi della Primavera attuale. In rosa ci saranno 8/9 ragazzi sotto i 20-21 anni, non vedo altre rose con così tanti giovani'”.
I giovani si, ma servono anche giocatori pronti. “Dovremmo esser bravi a creare il giusto mix tra giocatori giovani e d’esperienza”.
Lei pensi ad una Lazio aggressiva, con quali schemi di gioco? “Pensiamo a due sistemi di gioco, 4-3-3 o 4-2-3-1, la difesa sarà comunque a 4. Due schemi molto aggressivi, proiettati in avanti, offensivi. In questa stagione lo abbiamo visto a tratti. Dobbiamo cercare di esprimerci così per 90 minuti”.
Tare, andiamo al sodo, quanti acquisti progettate? “In linea di massima nei nostri pensieri sono previsti 4/5 acquisti, incluso quello di Djordjevic. Stiamo facendo, l’estate sarà molto lunga anche per via del Mondiale, avremo modo di studiare ogni possibilità e fare nuove scoperte. L’importante è sapere cosa vogliamo e non avere fretta nel costruire una squadra importante”.
Nessuna fretta, ma nemmeno ritardi… È importante dare la possibilità all’allenatore, se possibile da subito, di lavorare con il 70-80 per cento dei nuovi acquisti, è utile per far capire loro il calcio italiano”.
Cosa manca alla Lazio? Cosa cercate?“Dobbiamo aggiungere qualcosa di importante alla qualità già esistente. Manca cinismo, la determinazione di imporsi in campo con grande intensità, con la voglia di vincere le partite a tutti i costi. Uno degli obiettivi per il futuro sarà creare un gruppo con un’idea, una fisionomia e la volontà di rappresentare con grande onore questa maglia”.
Candreva: c’è il rischio di perderlo? “Mi fido di quello che ci ha detto l’Udinese. Certo, le cose vanno messe nero su bianco. Io penso che alla fine Candreva diventerà un giocatore della Lazio. Fa parte del progetto, è un punto di forza. Lui ha espresso la sua volontà nelle interviste, non ci aspettiamo sgarbi né dall’Udinese né da Candreva”.
Quanti soldi serviranno? “In linea di massima le cifre sono quelle che circolano”.
Parliamo di ruoli. Due difensori centrali, un esterno difensivo, una mezzala sinistra. I quattro acquisti base saranno questi?“Vogliamo migliorare i reparti in cui sono state riscontrate delle difficoltà, uno di questi è la difesa. Ma parlando della nostra difesa penso che i primi difensori debbano essere gli attaccanti. La Lazio della prossima stagione dovrà essere una squadra con la difesa alta, aggressiva a palla coperta, unità verso un obiettivo”.
Hernanes è stato venduto a 20 milioni. La gente si aspetta che questi soldi vengano reinvestiti… “Non è vero che i soldi sono stati incassati tutti come sento dire. Ci sono delle date, ci son dei pagamenti pluriennali.Dopo la Coppa Italia abbiamo speso 22 milioni e non abbiamo venduto nessuno. Per Hernanes in estate ci fu un’offerta da 30 milioni che non venne nemmeno presa in considerazione”.
Sì, ma alla fine il giocatore non ha rinnovato e avete rischiato di perderlo a basso costo. “È vero, poteva essere una perdita economica importante, ma rifarei quella scelta, la squadra nelle nostre intenzioni doveva esprimere il suo valore”.
I big, appunto. Tanti vanno via. Lulic resterà? “Non sono arrivate le richieste. Con Lulic a gennaio siamo stati molto chiari: gli abbiamo detto che non erano arrivate proposte. Se arriveranno? La società farà le sue valutazioni, è un giocatore importante e tale rimane. Non mettiamo nessuno sul mercato”.
Caso portieri: che farete con Marchetti per la prossima stagione? “La verità è una, è stato infortunato. Ci sono i referti medici: siamo ben coperti nel ruolo, Marchetti è un grande portiere, ci confronteremo con il suo entourage. Berisha ha dimostrato di essere all’altezza, se andasse via Marchetti potrebbe diventare il primo. Strakosha il miglior portiere Primavera in Italia”.
Tare, facciamo un nome. È De Vrij l’asso per la difesa? “È vero, sono stato a Rotterdam, ma anche per altre ragioni. De Vrij è un ottimo giocatore, farebbe molto bene nella difesa della Lazio”.
Biava e Dias verso l’addio, serve una nuova coppia di centrali. “Con Dias parleremo un’ultima volta, vediamo. Biava? Non penso rinnoverà per motivi familiari”.
Un altro anno con Klose, c’è chi dice che è finito, come risponde? “Ha avuto obiettivi importanti oltre quelli prefissati con la Lazio, dopo questo Mondiale potrebbe lasciare la Germania, il suo corpo non può reggere l’intensità degli impegni multipli. Non ho avuto dubbi sul rinnovo, non è uno di quei giocatori che vuole chiudere la carriera incassando soldi. Sarà ancora il vero Klose”.
Festa del 1974, l’Olimpico era strapieno. Riuscirete mai a riempirlo così? “L’obiettivo di tutte le società del mondo è riempire uno stadio così. Ho visto con grande ammirazione la festa del 12 maggio, è stata la festa di tutto il mondo Lazio, si è visto il potenziale che esiste”.
Servono infatti: ma cosa intendete fare per riavvicinare la gente? Sempre che sia ancora possibile. “Bisogna cercare il dialogo: è importante spiegare ma è altrettanto importante essere ascoltati. Vogliamo rendere partecipi i tifosi, la differenza la fanno anche i risultati: ti fanno più credibilità e forza”.
Molti tifosi chiedono a lei e Lotito di andarsene, avete denunciato minacce. Come ha vissuto quei momenti? “Non ho mai toccato questo argomento in modo aperto. Ricevere minacce di morte sia personali che alla famiglia non è mai bello per nessuna persona al mondo. Ho sempre cercato di vedere le cose con più serenità possibile, non posso considerare tutta la gente, allo stesso modo. Mi dispiace solo che non sia stato dato risalto ai fatti”.
Lunedì nascerà l’Academy. È un passo ulteriore verso il futuro? “Stiamo creando nuove strutture, serviranno per la formazione di giocatori e allenatori, vogliamo creare campioni made in Lazio. Ci vuole tempo, ma anche pazienza”.
Un’altra accusa: il mercato di gennaio spesso ha riservato grandi delusioni. Perché? “Molte critiche hanno superato le reali dimensioni. Non mi piace fare mercato a gennaio, i costi sono maggiori, le difficoltà aumentano. È importante programmare bene le cose. Parliamo di Honda”.
Sì, parliamone. “Il CSKA Mosca non è una società che vende facilmente, lo ha visto anche il Milan. Noi eravamo comunque in grado di chiudere l’operazione. Saha? Non era un acquisto previsto, arrivò solo perché Klose si fece male. Felipe Anderson? A gennaio dissi: «Era e rimane un nostro obiettivo». Alla fine è arrivato”.
Helder Postiga e Kakuta, perché prenderli? “Non hanno avuto costi di acquisto, sono arrivati in prestito con riscatto. Postiga aveva solo un problema muscolare, dopo le visite abbiamo scoperto che soffriva di ernia discale. Nonostante tutto è un giocatore importante, non a caso il Portogallo lo porterà ai Mondiali. Non lo dico per difendere l’operato, posso accettare anche le critiche, ma è giusto chiarire certi concetti. Con Kakuta mi sento in colpa, ha avuto poco spazio. Negli anni precedenti ci sono stati tanti infortuni tra gennaio e marzo”.
Negli ultimi anni, prima della scorsa estate, Candreva a parte, sono arrivati Ederson, Ciani, Pereirinha e Saha. Non crede che siano stati acquisti deludenti? “Non definirei nessuno di loro come gente senza qualità, non da Lazio. Rispondo così, vorrei vedere quanti sono i giocatori comprati per 36 mila euro e che ora valgono più di 30 milioni. Faccio dei nomi: Keita, Tounkara, Minala, anche gli stessi Lulic e Candreva”.
Questo per dire? “Sommiamo le cose positive e sommiamo le cose negative, così si fanno i bilanci. L’importante è vedere cosa rimane in bacheca, lo dirà la storia, il compito non mi riguarda. L’importante è lavorare con orgoglio e serietà nei confronti di questa società e dei tifosi, lo meritano”.
Ma non pensa che in questi anni qualcosa in più si poteva fare?“Si può fare sempre, certo. Lo si può fare quando vinci figuriamoci quando le cose non vanno bene”.
Derby: come colmerete il divario creatosi con la Roma? “Nessuna gelosia, quando gli altri fanno un ottimo lavoro lo riconosco con onestà. Negli anni precedenti siamo stati noi davanti, avrei piacere di vedere la Lazio sempre più in alto. Abbiamo nuovi sogni”.
Un goal che sa di liberazione, un sinistro che allontana le nubi e rischiara l’orizzonte. Si è sbloccato, Vinícius De Freitas Ribeiro, dopo mesi vissuti nell’anonimato ha trovato spazio e continuità in quel di Padova. Ci ha pensato la rete siglata sabato scorso contro il Pescara a fargli conquistare una volta per tutte le luci della ribalta. Le panchine e le tribune all’ombra del Colosseo sono ormai uno sbiadito ricordo, l’ex Cruzeiro ha ingranato la quinta in maglia biancoscudata, collezionando sette gettoni, un assist e una segnatura. Sembra trascorsa una vita da quel 5 luglio del 2013, giorno dell’approdo nel Bel Paese del ragazzo di Rio de Janeiro. Catapultato in una realtà completamente diversa, il laterale verdeoro ha faticato a dismisura a imporsi, non è mai a riuscito scendere in campo con l’aquila sul petto, complici anche una lunga serie di infortuni che ne hanno limitato la crescita. Il 30 gennaio del 2014 è già tempo d’addio:‘Faccia da Teschio’(così lo chiamavano in patria i tifosi, per via di quei lineamenti scavati) viene ceduto al Padova con la formula del prestito con diritto di riscatto e contro riscatto da parte della società biancoceleste. Nella città dei tre “senza”, Vinícius rinasce, sboccia, illumina. Al suo fianco c’è Tommaso Rocchi, nelle vesti di maestro, consigliere, fratello maggiore. La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha raggiunto proprio il terzino brasiliano per parlare della sua nuova esperienza in Serie B e non solo.
Sabato scorso contro il Pescara hai segnato il tuo primo gol in Italia. Che significato ha questa rete? “È stata una grande gioia, ricorderò per sempre questo gol, sono davvero felice”.
A servirti l’assist è stato Tommaso Rocchi, uno che alla Lazio ha scritto pagine di storia… “Ho un buon rapporto con lui, mi sta sempre vicino e mi trasmette fiducia. Prima di ogni gara mi dà molti consigli, suggerendomi cosa fare in campo, i movimenti giusti. Per la mia crescita è stato davvero importante, è un grandissimo campione”.
Ti ha parlato del derby della Capitale? Tu ne hai vissuto uno dalla panchina… “Sì, ho avuto la fortuna di vedere da vicino cosa significa. Per me sarebbe un sogno scendere in campo al derby contro la Roma, spero di tornare alla Lazio la prossima stagione per poterlo giocare”.
Quando hai saputo che il club biancoceleste ti cercava? “Avevo subito un infortunio serio al piede sinistro, ero in fase di riabilitazione”.
Hernanes, Dias, Ederson, Felipe Anderson: ti hanno aiutato i brasiliani presenti in rosa ad ambientarti in Italia? “Sì, stavo sempre vicino a loro. Hernanes è un campione dentro e fuori dal campo, lui e Dias all’inizio mi hanno aiutato molto con la lingua, non sapevo una sola parola di italiano. Non è facile per un ragazzo di 20 anni ambientarsi in un Paese nuovo, per questo li ringrazio. Adesso sto diventando un italiano (ride, ndr)! Sono contento di giocare qui, sono pronto per la Serie A”.
Avrai assaggiato sicuramente un piatto tipico romano, il tuo preferito qual è? “La carbonara, assolutamente (ride, ndr)! Quando sono arrivato mangiavo solo carbonara, poi Tare mi ha detto di mangiarne di meno perché era un piatto troppo calorico”.
Alla Lazio hai legato con qualcuno in particolare? “Con i più giovani, Keita, Perea, Cavanda, Felipe Anderson. Ma parlavo sempre con tutti, eravamo un bel gruppo”.
Quali differenze hai notato tra il calcio italiano e quello brasiliano? “Per il ruolo che faccio io, ovvero quello di terzino, ho notato che è più difensivo. Per questo preferisco giocare in un 3-5-2, così posso spingere di più per sfruttare le mie caratteristiche. Ma a Padova ho dimostrato di poter ricoprire il ruolo anche in una difesa a quattro. In ogni caso a me basta giocare, poi decide il mister dove”.
Al tuo arrivo nella Capitale sulla panchina della Lazio c’era Petkovic. Che ricordo hai di lui? “Un buon ricordo, anche se non ho avuto mai l’occasione di giocare quindi c’è poco da dire”.
Cosa non è andato nei primi mesi italiani? “Avevo bisogno di fare esperienza ad alti livelli, l’allenatore non mi conosceva, ero molto giovane e ha preferito dare fiducia a qualcun’altro. Ma adesso ho dimostrato di avere qualità, ho il mondo del calcio davanti a me, ho solo 21 anni e spero di continuare a crescere”.
Reja invece lo hai conosciuto per un breve periodo. Che impressione ti ha fatto? “È un bravo allenatore, mi parlava spesso, mi diceva di continuare ad allenarmi al 100%. Una volta ha preferito schierare Lulic come terzino, mi ha chiamato per rincuorarmi, per spiegarmi che Senad gli dava più garanzie, lo conosceva da tempo”.
Hai sentito Felipe Anderson in questi mesi? Anche lui ha faticato a imporsi… “Sì, lo sento spesso. So che ha finito in crescendo la stagione. Ma con i giovani è così, devi avere pazienza, aspettare il loro processo di crescita. Non si può pretendere che facciano subito bene, bisogna saper aspettare il momento giusto”.
Un giudizio su Keita? “Ha qualità importanti, se manterrà i piedi per terra diventerà un giocatore fortissimo”.
Se ti dico saudade cosa mi dici? “Non ho avuto tanta nostalgia di casa. Certo, sento la mancanza dei miei amici, ma la famiglia è con me, mia mamma è qui a Padova, quindi non ho tanta saudade”.
Hai avuto modo di parlare con Tare in questi giorni? Avete discusso del tuo futuro? “Ci pensa il mio procuratore, sa lui cosa fare. Io penso a lavorare sul campo. Il mio obiettivo è quello di tornare a Roma, mancano ancora due partite alla fine del campionato, poi vediamo cosa succede. C’è tanto da fare alla Lazio, io qui sto dimostrando le mie qualità. Spero di fare bene anche in biancoceleste”.
Tra poco prenderà il via il Mondiale: chi lo vince? “Vince il Brasile! Ma l’Italia arriverà lontano, speriamo in una finale Italia-Brasile”.
Per le vacanze che progetti hai? Tornerai a casa? “Sì, tornerò in Brasile, rivedrò i miei amici, che è la cosa più importante”.
Per il proprietario, la Lazio non è solo una questione sportiva“. Sfogliando l’edizione di questa settimana dell’Espresso, l’occhio cade facilmente su un articolo dal titolo: “Lazio paga, Lotito incassa“. L’argomento del focus – a firma Camilla Conti – pone l’attenzione sull’ultimo bilancio trimestrale della società capitolina (datato 31 marzo e reso noto lo scorso 13 maggio). In particolare, la lente d’ingrandimento riguarda la cosiddetta voce “Rapporti con parti correlate”. In questa categoria – scrive l’Espresso – “vengono citate cinque società con cui la Lazio è in affari, tutte riconducibili a Lotito“.
Snocciolando la relazione, si entra nel particolare: “Nell’elenco ci sono i costi sostenuti nel trimestre gennaio-marzo 2014 per i servizi di vigilanza della Roma Union Security (310 mila euro) e l’assegno da 320 mila euro staccato alla Gasoltermica Laurentina, che si occupa della manutenzione del centro sportivo di Formello“.
E ancora: “Al conto si aggiungono poi 240 mila euro pagati alla Omnia Service per il servizio di mensa e i 3,30 milioni versati alla Lazio Snam Sud, l’impresa di pulizie fondata da Lotito nel 1987. Altri 360 mila euro, infine, sono finiti nelle casse della Salernitana – la seconda squadra del patron biancoceleste – per l’utilizzo di diritti commerciali e pubblicitari“, con l'”obiettivo d’impiego e valorizzazione del patrimonio sportivo soprattutto del settore giovanile“.
Un capitolo suggellato da una precisazione: tutte le transazioni in questione “sono state perfezionate a condizioni di mercato“. “Niente di irregolare, dunque– conclude l’Espresso -.Resta il fatto che la Lazio è un bel cliente per Lotito. Che alle gare d’appalto sembra preferire le società di calcio“.
Incredibile retroscena di mercato. L’agente Fifa Canovi svela che Diego Costa, quando ancora non era esploso ai livelli attuali, fu proposto a molti club italiani ed europei. Tra questi club ci fu anche la Lazio. Canovi spiega l’accaduto a Retesport: “Fu proposto anche a Tare. L’esborso era irrisorio, solo 300.000 euro, ma il Ds della Lazio rifiutò. Motivo perchè non amava i calciatori spagnoli, dimenticando il fatto che Diego Costa è brasiliano poi naturalizzato spagnolo“. Se fosse vera questa storia, la Lazio ha perso un’occasione a dir poco clamorosa.
Partire dal passato per ridisegnare il futuro: il progetto Academy verrà presentato lunedì. Come spiega Stefano De Martino, sulle frequenze di Lazio Style Radio 100.7, sarà un inaugurazione “virtuale” in cuifinalmente si svelerà il nome scelto dal popolo biancoceleste per la struttura dedicata al settore giovanile, che si inizierà a costruire a luglio:“Per ora è Piola il nome meno quotato, ma tutto può cambiare fino a lunedì. Non vedo l’ora di sapere dove cadranno le preferenze della gente laziale. Ci godremo la giornata di lunedì con il lancio dell’Academy, un momento importante: la Lazio è la prima società che mette in atto un progetto come questo, ed è motivo di orgoglio. Il nostro futuro nascerà dalla storia di uno di questi nomi! Domani presenteremo il programma della giornata, si comincierà alle 16. Non sarà un pomeriggio a cancelli aperti perché sarebbe impossibile un evento del genere, sarà su invito. Ci sarà una rappresentazione di tutto il settore giovanile, dai più piccoli alla Primavera. E’ un inaugurazione “virtuale”, poggeremo la prima pietra del progetto per rappresentare l’inizio di un percorso. Il percorso dell’Academy, che quindi già da lunedì avrà una fisionomia ancora più chiara, partendo dal conoscere il personaggio a cui sarà intitolata”.
Il responsabile della comunicazione biancoceleste ha continuato parlando della Primavera, poche ore dopo i sorteggi delle final eight:“Non vedo l’ora che ci sia il derby Primavera! La Primavera è importante, stiamo facendo benissimo. Siamo contenti di quello che stanno facendo tutti i nostri ragazzi del settore giovanile”.
La Lazio dei “grandi”, invece, stasera vola a Sofia, per disputare l’amichevole contro il Levski:“Dopo la partita di stasera avremmo modo di parlare di prima squadra, analizzando tutti gli aspetti di questa stagione”.
In una data storica come quella del 26 maggio, avrà luogo anche la prima edizione del Giuliano Fiorini Day, che con quel gol al Vicenza regalò alla Lazio la vittoria e l’accesso agli spareggi per la salvezza:“Io ero allo stadio-racconta De Martino- vivendo quegli 82 minuti di agonia. Ricordo tutto di quel gol: ero in tribuna, al momento della rete tutti abbracciavano tutti, fu una grandissima emozione!” .
Tagliare, risparmiare, rivedere e ottimizzare… Questa, in parole povere, è la “spending review” che sta caratterizzando questi anni di crisi del sistema-Italia e che sta toccando tutti: dallo Stato alle imprese private, calcio compreso. Per anni, sull’onda dell’euforia del boom degli anni Novanta, il Paese ha viaggiato a ritmi economicamente insostenibili, soprattutto il mondo del calcio. E ora, stiamo pagando gli effetti di quelle spese folli e la conseguenza di tutto questo è il ridimensionamento del sistema-calcio italiano, anche se oggi i nostri club possono contare (grazie ai diritti tv venduti a peso d’oro e fino al 2020) su entrate garantite decisamente superiori rispetto a dieci anni fa! Un esempio? Quando Lotito ha preso in mano la Lazio, la società aveva un contratto con SKY che le garantiva circa 35 milioni di euro (57,5 milioni nel bilancio al 30.6.2004 grazie alla partecipazione alla Champions League), per una squadra che stava stabilmente in zona Champions League. Ora, con una squadra che sotto la gestione Lotito ha una media di piazzamenti nel decennio tra l’ottavo e il nono posto, la Lazio incassa oltre 55,5 milioni di euro garantiti, che nella stagione 2012-2013 sono diventati oltre 70 grazie ai soldi dei diritti tv incassati dall’Uefa per la partecipazione all’Europa League.
Insomma, la Lazio di Lotito incassa 20 milioni di euro in più “garantiti” rispetto al 2004 e spende 20 milioni di euro in meno di monte ingaggi (nel bilancio al 30.6.2004 figurava un costo di 82.617.434 euro, sceso rispetto ai 102.401.481 euro della stagione 2002-2003) rispetto a quando si è insediato Lotito, ma i conti non tornano: risultati peggiori, squadra tecnicamente nettamente inferiore a quella di allora e in vista della prossima stagione si parla di ulteriori “tagli”, in perfetto stile “spending review”. Ma c’è qualcosa che non torna…
E’ giusto contenere i costi, ma perché questo vale solo per la squadra e non per tutte le spese della società, soprattutto quelle legate alle “parti correlate”, ovvero alle aziende di proprietà di Lotito che prestano “servizi” alla Lazio pagati a peso d’oro? Per funzionare, l’azienda calcio deve produrre spettacolo e lo spettacolo lo si mette in piedi ingaggiando buoni attori, non mezze figure spacciate per star. Come si è fatto spesso e volentieri fino ad oggi, buttando decine di milioni di euro dalla finestra. E perseverando. Un esempio? Perché, progettando tagli per la prossima stagione la Lazio non mette in cima alla lista delle priorità la cessione (anche a costo zero…) di uno come Cana che ci costa 3,5 milioni di euro all’anno e fa la riserva di lusso? E dopo di lui via gente risultata inutile come Novaretti, Ciani, Pereirinha e via discorrendo, mentre invece è già partito Hernanes e stanno sul binario di partenza Lulic, Radu e Marchetti. Ovvero gente che guadagna decisamente di meno rispetto (Radu del terzetto è quello che ha l’ingaggio più alto e prende 1,35 milioni all’anno…) a Cana? Semplice, perché la Lazio deve fare cassa per tirare avanti, come ha fatto già con Hernanes. Ecco allora che la necessità di tagliare per risparmiare, viene spacciata per“progetto”. Ecco allora che da giorni si parla solo di “Accademy” (un progetto annunciato da anni, mai partito, che forse partirà a dicembre e produrrà i primi effetti tra qualche anno…) e di giovani da inserire in prima squadra, ma nessuno si chiede come mai se c’erano questi giovani già in rampa di lancio l’estate scorsa per gli stessi ruoli sono stati buttati al vento circa 15 milioni di euro (ingaggi esclusi) per prendere Felipe Anderson, Perea, Vinicius e Novaretti, quando si pensava di lanciare dopo un anno Cataldi, Tounkara, Crecco e Serpieri a costo zero? C’è qualche incongruenza, no?
Va bene tutto, ma se si riducono le spese e se si sforbicia un organico partendo dalla cessione di quello che era l’asse portante della squadra di due anni fa (considerando anche la partenza di Biava e Dias…), ricordando sempre che nelle ultime due stagioni questa squadra ha collezionato un settimo e un ottavo posto, come si fa a parlare di una Lazio che nelle intenzioni della società il prossimo anno dovrà lottare per l’Europa League e possibilmente (parole di Reja…) “anche per dar fastidio e quelle che lottano per andare in Champions League”? Messa così, sembra l’ennesima presa per i fondelli presentata su un bel vassoio d’argento, con tanto di camerieri dell’informazione pronti a servirla con il sorriso sulle labbra ed esaltando la bontà del manicaretto mentre riempiono il piatto del cliente.
La vera domanda, invece, dovrebbe essere: perché la “spending review” di Lotito vale solo per gli investimenti da fare per la squadra? Perché si risparmia sul progetto tecnico mentre crescono a dismisura le spese per i servizi forniti dalle “parti correlate” che si chiamano Roma Union Security, Gasoltermica Laurentina, Linda, Bona Dea, Omnia Service e U.S. Salernitana 1919? Perché si deve ridurre del 30% il monte ingaggi e il budget del progetto tecnico quando nel bilancio al 30.6.2012 le “parti correlate” incassavano dalla Lazio 3,274 milioni di euro, saliti a 6,516 milioni di euro al 30.6.2013 e che sono diventati addirittura 10,298 milioni di euro solo nei primi nove mesi della stagione 2013-2014? Come si fa a pensare che tutto sia normale, a crede che“Si segnala che tali transazioni sono state perfezionate nel rispetto della correttezza sostanziale e procedurale ed a normali condizioni di mercato” (come scritto nel bilancio) quando non si sa neanche quali sono i “servizi” forniti da alcune di queste aziende e le spese sono cresciute globalmente quasi del 400% in due anni?
Eppure, è così. Il bluff è sotto gli occhi di tutti, ma in tanti, in troppi non solo fanno finta di non vedere, ma danno ancora credito a chi da anni si preoccupa di riempirsi le tasche grazie alla Lazio. E lo fa pretendendo di passare anche come un “buon samaritano”, oppure come un “martire”contestato da una piazza composta da estorsori, spacciatori e papponi con tanto di donnine dai facili costumi al seguito. Peccato che questa manica di banditi e di scellerati, era la stessa che si agitava lo scorso anno alla fine della campagna acquisti, quella che aveva “il mal di pancia” e alla quale Lotito aveva consigliato di prendere un bel Malox per risolvere i bruciori di stomaco. “Tanto i conti li faremo alla fine”, ha sempre ripetuto quello che nell’intervista a “Il Messaggero” del 5 ottobre 2013 diceva dei nuovi acquisti: “Novaretti l’ho scelto io, vedendo delle video cassette, e lo abbiamo strappato al Manchester City. Vinicius diventerà il nuovo Kolarov, gli altri campioni nel giro di un anno. Nella passata stagione molti si lamentavano perché la squadra era vecchia e perché mancavano le alternative. Ho ringiovanito la rosa e acquistato sostituti all’altezza, però la gente è comunque scontenta. Ma la gente deve capire che la società è mia, non di tutti, perciò la gestisco come meglio credo. Non esiste il tifoso come professione, solo il patrimonio storico è di tutti”.
Già, ci vuole un bel coraggio a dire che la Lazio è patrimonio di tutti, quando il 90% della piazza si sente ostaggio di chi guida la società e quando quelli che sono scontenti pagano e ad incassare alla fine è uno solo. Anche in tempi di crisi. Perché la “spending review” di Lotito, vale solo quando ci sono da comprare e pagare i giocatori per rinforzare la Lazio…
La storia completa del trasferimento di Hernanes dalla Lazio all’Inter a gennaio contiene dettagli inediti e curiosi che sono venuti alla luce solo in queste ultime ore. All’epoca, riportiamo le lancette agli ultimi giorni della sessione di calciomercato, il presidente dell’Inter, Erick Thohir, era alle prese con una complicata ricerca di linea di credito presso le banche italiane e non era in grado perciò di portare a termine da solo l’affare Hernanes. Per regolamento, infatti, ogni trasferimento “oneroso” deve essere coperto presso la Lega da una fidejussione a garanzia di una parte della cifra investita dalla società che acquista a tutela di quella che cede. L’operazione precedente, lo scambio Guarin-Vucinic negoziato a costo zero e condito da una discreta dose di reciproca plusvalenza, che avrebbe migliorato i numeri del bilancio interista, era sfumata perl’opposizione feroce del tifo. A quel punto, il magnate indonesiano, messo con le spalle al muro dalla richiesta popolare di un acquisto di nome, ha telefonato a Claudio Lotito, presidente della Lazio, e gli ha fatto questa proposta: «Caro presidente, tu fai la cifra della cessione di Hernanes, in cambio mi firmi la garanzia per la Lega sull’operazione». Detto e fatto: Lotito ha accettato ed Hernanes è finito all’Inter. Con reciproca soddisfazione. Perché così il presidente della Lazio è riuscito a cedere il brasiliano ad una cifra (20 milioni) che nessun altro club gli avrebbe mai riconosciuto, mentre Thohir è uscito dalle curve in attesa di ottenere la linea di credito utilizzata poi per trasferire i debiti personali di Moratti sulla nuova società creata, impreziosita dai diritti tv e dal valore del marchio. Dal patrimonio personale del tycoon indonesiano sono arrivati a Milano quindi, al momento, soltanto i 75 milioni versati per l’aumento del capitale sociale (il resto, in forza del suo attuale 30% azionario, è stato coperto ancora dall’ex presidente nerazzurro, 32 milioni). Perciò alla battuta attribuita alla famiglia Moratti («Ma è sempre Massimo che continua a pagare per l’Inter!») se ne può aggiungere un’altra: «Tohir è riuscito a comprare Hernanes con i soldi di Lotito!».
Un campioncino in erba, un diamante che non può più essere definito grezzo. Keita Balde Diao ci ha messo sei mesi per far innamorare tutti i tifosi biancocelesti e non solo. Sono molti, infatti, gli estimatori del talento ex Barca: su di lui avrebbero posato gli occhi le grandi d’Inghilterra, ma la Lazio non ha intenzione di privarsi di quello che sta diventando il vero idolo del tifo laziale.Il numero 14 biancoceleste si è concesso un’intervista in patria in cui ha parlato del suo rapporto con la tifoseria biancoceleste, del suo futuro e dei suoi idoli.
Buonasera Keita. Già iniziate le vacanze? “Abbiamo giocato l’ultima partita contro il Bologna, venerdi saremo a Sofia dove giocheremo un’amichevole contro la squadra locale e poi inizieremo le vacanze”
Come giudichi complessivamente questa stagione? “E’ stata una stagione molto importante soprattutto per il lavoro che ho fatto. Giocando poi sono riuscito a prendere sempre più confidenza con i compagni, con il gol e sono molto orgoglioso del campionato che sono riuscito a fare”
26 partite e 5 gol. Una buona stagione per un calciatore di 19 anni… “Sono molto contento, senza dubbio è un ottimo bottino per me che sono ancora giovanissimo. All’inizio entravo gli ultimi 15/20 minuti, massimo una mezz’ora e non avevo molta confidenza con il campo. Poi iniziando a giocare titolare ho aumentato l’intesa con compagni e anche con l’allenatore. Sono molto contento siano arrivati anche questi gol.”
Quali sono i tuoi programmi per il futuro? Rimarrai alla Lazio? “Si, anche se adesso voglio pensare solo alle vacanze. Ora ho un contratto con la Lazio fino al 2017 e credo che resterò, sono molto contento qui”.
Il razzismo è un problema reale. abbiamo visto cosa è successo, ad esempio, con Dani Alves. Ti è mai capitato di subire episodi simili? “Non mi è mai capitato e penso sia una cosa stupida, chi lo fa è perchè non ragiona. Nel 2014 non vanno permesse certe cose, ma in ogni caso, 3/4 persone su un migliaio che fanno cose simili ci saranno sempre”
Qual’è la cosa più bella che ti è capitata nella tua carriera da calciatore? “Ho avuto tanti momenti belli nella mia giovane carriera. Uno in particolare è stato quando ancora giocavo nel Barcellona e vincemmo la Coppa all’Old Trafford. Poi ho avuto la fortuna di giocare con un campione come Miroslav Klose per esempio; ma anche contro calciatori come Pogba e Balotelli. Da loro cerco di imparare molto per aumentare la mia esperienza”
Qual’è un compagno che mai dimenticherai? “Hara Mateja e Hernanes, un grandissimo giocatore che è andato all’Inter, ma che mi ha aiutato tantissimo. Farà il Mondiale e spero faccia benissimo”
Un gol che ancora ricordi e che sempre ricorderai? “Quello contro il Napoli, a dicembre, allo Stadio Olimpico”.
Un rimpianto che ti porterai dentro? “Non aver centrato l’Europa League”.
Il tuo sogno? “Arrivare tra i migliori giocatori del mondo e vincere il Pallone d’Oro”.
Chi è il tuo idolo? “Cristiano Ronaldo”.
Il tuo campione preferito di gioventù? “All’inizio mi piaceva Parick Kluivert, poi Ronaldo e Ronaldinho: erano tutti grandissimi giocatori”.
Come procedono le pratiche per il passaporto spagnolo? “Ancora non sono in possesso del passaporto, ma ultimerò le pratiche appena sarà possibile”.
Tornerai un giorno al Barca? “No, non lo so. La vita è imprevedibile e non si sa mai cosa ci riserva il futuro”.
Nell’edizione odierna de Il Tempo è stata pubblicata una lettera scritta dal proprietario del Lazio Style di Talenti, in cui viene spiegato come la dura contestazione messa in atto dai tifosi biancocelesti, rischi di far chiudere l’attività nata nemmeno due anni fa. Ve la riproponiamo integralmente.
“Appartengo da generazioni, “di padre in figlio”, alla S.S. Lazio. Sono quindi un tifoso, anzi forse un po’ di più, visto che la mia vita “dipende” proprio dalle sorti della mia amata squadra e dalle scelte dei suoi tifosi. Mi spiego meglio: per anni la mia famiglia ha gestito un negozio di abbigliamento rinomato e qualificato ma questa crisi che investe tutto il nostro Paese ci ha portato a prendere un’importante decisione e il folle amore per la nostra Lazio a realizzare un sogno: Aprire un LAZIO STYLE, circa due anni fa. Entusiasmo, gioia, l’essere in qualche modo vicini alla squadra sempre amata e mai abbandonata. L’ultimo successo il 26 maggio 2013 il cuore che vibra nel vedere tanti bambini frequentare con le famiglie il negozio, proprio “di padre in figlio”, in nome della Lazialità. Oggi, in questi ultimi mesi di dura contestazione il sogno si stà per spezzare pur comprendendo le ragioni che spingono ognuno di noi nelle varie forme di tifo e la posizione assunta dalla società a tutelare lo stesso patrimonio, ecco che noi che siamo nel “mezzo”, rischiamo dopo meno di due anni di veder chiudere e perdere quel “patrimonio familiare” che in decenni abbiamo costruito, ma questa volta non per scelta ma perché coinvolti in qualcosa più grande di noi: in una lotta spietata che non conosce rispetto. Oltre, che l’enorme danno economico che stiamo subendo, non mi capacito che proprio nel momento calcistico in cui la seconda squadra della Capitale, primeggia, noi ci neghiamo il diritto di issare, indossare, portare ostentare il simbolo e i colori della Prima Squadra della Capitale. E’ giusto tutto questo? I sacrifici di una vita, offerti alla Lazio ma anche ai sui Tifosi per essere parte di una famiglia unica al mondo, distrutti da una guerra in cui tutti siamo già, sconfitti. E allora la decisione di scrivere queste poche righe, per spiegare ai tifosi che dietro una protesta, giusta o sbagliata che sia, dietro a un invito a boicottare in varie maniere la società, c’è un’impresa, una famiglia, che ha deciso di puntare, con il cuore, sulla amata Lazio e che, ironia della sorte, rischia di scomparire, di perdere tutto per “colpa” di questo “amore”. Lo so, anche questo è amore verso quei colori che ogni giorno guardo entrando nel mio negozio e fiero li difendo davanti a tutti anche verso quelli che si divertono a sputare sulle nostre vetrine. Non sono solo vetrine per me ma rappresentano pagine della nostra storia, quella storia che vorrei poter continuare a scrivere insieme a tutti voi. Forza Lazio sempre, perché la Lazio non si abbandona!!!”
Obiettivo Stefan de Vrij, anche in Olanda ormai ne parlano. La Lazio è forte sul difensore del Feyenoord.Come riporta il portale ad.nl, nei giorni scorsi ci sarebbe stata anche un’offerta da parte della dirigenza biancoceleste: 5 milioni di euro, che però non bastano per portare il centrale classe 92 olandese in Italia. Il club temporeggia, vorrebbe aspettare la conclusione del Mondiale: tattica e pre tattica. Qualora Stefan sarà protagonista anche in Brasile, il suo prezzo aumenterebbe. Tare è sicuro del sì del giocatore, ma bisogna fare in fretta. Serve ricostruire, il primo mattone per alzare il muro in difesa, potrebbe arrivare direttamente dall’Olanda.
Il rigore realizzato da Lucas Biglia al fotofinish. È quanto basta alla Lazio per superare un Bologna con la testa già alla cadetteria. Nell’ultimo giornata di campionato, da ricordare c’è anche l’esordio in Serie A del gemello di Keita Balde Diao, Mamadou Tounkara. Si chiude così l’anonima stagione biancoceleste, con un nono posto dal sapor di fallimento.
FORMAZIONI – Motivazioni cercasi. Allo Stadio Olimpico, in occasione dell’ultimo turno di campionato, si fatica a scorgerle. Eppure Edy Reja manda in campo i migliori undici a disposizione, non fa sconti al Bologna già retrocesso. Tra i pali dell’ormai consueto 4-3-3 c’è Berisha, davanti a lui Pereirinha, Biava, Dias e Radu. Ledesma si piazza in cabina di regia, ai suoi lati si muovono Biglia e Lulic, mentre il tridente d’attacco è formato da Candreva (che la spunta al fotofinish su Felipe Anderson), Klose e Keita. L’ex Ballardini risponde con un 3-4-3: Moscardelli, Acquafresca e Laxalt guidano l’offensiva felsinea.
PRIMO TEMPO –Che sia l’ultima di campionato, che ci sia ancora in ballo un traguardo o che si fatichi a scovare un obiettivo: cambia poco. La costante è sempre la stessa, Candreva e Keita sono le armi in più della truppa capitolina. Il primo squillo lo suona l’ex Barcellona, che cambia passo, supera il diretto avversario ma strozza troppo il tiro. Al 17′ il testimone passa all’esterno di Tor de’ Cenci, che testa i riflessi di Stojanovic con un destro dei suoi: l’estremo difensore rossoblù respinge in stile tutt’altro che impeccabile, forse memore dei sei gol subiti appena un anno fa. Ritmo balneare, sotto il completo della compagine emiliana fa capolino il costume. Prova ad approfittarsene Pereirinha, ma il suo esterno destro è rimpallato in extremis da Sorensen. Biava e Dias giocano a braccetto, forse per l’ultima volta. Il centrale bergamasco si fa bello davanti al suo compagno di reparto, esibendosi in un intervento acrobatico che libera l’area. Minuto 34, entra in scena Senad Lulic che soffia il pallone a Pazienza, scambia con Biglia ma sul più bello scivola e non riesce a servire un solissimo Miro Klose. Scorrono lenti gli ultimi minuti della prima frazione di gioco, il sussulto regalato dal palo di Candreva, non basta per svegliare i pochi intimi presenti all’Olimpico. Zero periodico all’intervallo.
SECONDO TEMPO – Doppio cambio per il Bologna a inizio ripresa: fuori Natali e Laxalt, dentro Antonsson e Ibson. Proprio quest’ultimo si mette subito in mostra con un’iniziativa interessante che si infrange sui guantoni dell’ottimo Berisha. Emozione al 57′: invasione di campo. Qualche secondo di gloria per il tifoso e si riprende a correre. Edy Reja storce il naso, non è contento dell’atteggiamento dei suoi; il goriziano si gioca così la carta Felipe Anderson al posto di Candreva. Il brasiliano entra e vede giallo. È il colore del cartellino che Maresca gli sventola in faccia. Prendono coraggio i Ballardini boys, Crespo sfiora la traversa al 69′ con un destro scagliato dal cuore dell’are di rigore biancoceleste.Terzo e ultimo cambio per gli ospiti, Acquafresca cede il posto a Rodriguez. Che potrebbe scrivere una favola se l’emozione non avesse la meglio. Berisha ringrazia.Gli fa eco Tounkara, che strizza l’occhio a Edy Reja e debutta in Serie A al minuto 81. Esce un spento Klose, che mercoledì prossimo raggiungerà la sede della Nazionale tedesca in Val Passiria. Proprio quando il Mondiale sembra prendere il sopravvento nei pensieri dei presenti in campo, Felipe Anderson decide di regalare un’ultima, effimera gioia ai tifosi presenti: accelerazione improvvisa dell’ex Santos, Morleo cerca di recuperare ma stende il funambolo verdeoro. È rigore. Lucas Biglia si coccola il pallone, prima di scaraventarlo al centro della porta per l’1 a 0 finale. Si chiude così il campionato della Lazio, che si piazza nona e non riesce a evitare i preliminari di Coppa Italia.
Torna a parlare Igli Tare alla vigilia della fine del campionato e lo fa alla rivista 11Freunde, in Germania. Un Tare spesso fischiato da giocatore ed ora DS: “No, non è una rivincita. Non ho mai combattuto contro altre persone ma solo per me stesso. Negli anni ho poi capito che nessuno ha un destino prestabilito, le esperienze negative mi hanno aiutato, dandomi la forza per continuare a lavorare su me stesso. Ringrazio anche gli scettici, senza di loro non sarei dove sono oggi. Di persone che mi hanno aiutato, poi, ne ho incontrate davvero tante. A 17 anni arrivai in Germania dall’Albania solo con un valigia ed il sogno di giocare in Bundesliga. In una fredda notte d’inverno, tra la neve profonda dei boschi, due uomini mi fecero superare il confine ceco-tedesco per 800 euro. Arrivato a Monaco chiamai i miei due cugini a Ludwigshafen, unico contatto che avevo”.
Scappare dall’Albania, perchè:“Riflettendo oggi non sono stato male. L’Albania in quel momento non era però un posto ideale per diventare un calciatore professionista. La politica, la dittatura, il comunismo sempre più oppressivo. Un giorno, ad esempio, il mio insegnante m’indicò come esempio negativo davanti alla classe per i miei capelli lunghi dicendo: ‘Non è così che dovete andare in giro’. Da giocatore avevo dei privilegi, ma dopo il crollo del sistema politico cambiò tutto. L’inflazione mi rese praticamente povero, senza più soldi, e il Partizan Tirana, fin li il mio club ben organizzato, diventò troppo piccolo. Mi misi in cammino per la Bundesliga. E’ stata una pazzia, parlando oggi, perché durante la fuga potevano spararci e nessuno l’avrebbe mai saputo. I miei genitori devono essere stati veramente tormentati”.
L’intervista prosegue poi con il racconto dei primi anni in Germania. Tare si autogiudica calcisticamente:“Sono sempre stato obiettivo. Ci sono giocatori di classe mondiale, buoni giocatori e giocatori normali. Io non mi giudico ne mondiale ne normale. Penso di essere stato un buon giocatore. Il mio problema è che non ho mai ricevuto elogi”.
La campagna acquisti della scorsa estata è stata anomala rispetto alle precedenti dell’era Lotito. I biancocelesti, infatti, hanno chiuso il mercato con un saldo in negativo di 9 milioni di euro. A pesare sul bilancio sono stati gli acquisti di Biglia, F. Anderson, Perea e Berisha (Novaretti è arrivato a parametro zero), a fronte delle sole cessioni di Kozak e Bizzarri. Nel mercato di gennaio, però, il saldo è tornato in utile. L’addio di Floccari, e soprattutto di Hernanes, hanno portato nelle casse biancocelesti un totale di 17,99 milioni, facendo respirare le finanze laziali e chiudendo con un utile di 11 milioni. La cessione del brasiliano, dunque, è servita per far tornare i conti a Lotito che ha preferito non rischiare cedendo il Profeta. Tra i soldi spesi in estate, rientrano anche quei 2 milioni all’Udinese per riscattare la metà di Candreva che, a breve, diventerà completamente di proprietà della Lazio. Come riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport, infatti, Lotito e Pozzo sono vicini all’accordo. E le dichiarazioni rilasciate ieri dal ds friulano Giarretta a Tuttomercatoweb.com non fanno altro che confermare l’imminente accordo: “La Lazio vuole riscattarlo e noi non vogliamo arrivare alle buste”. C’è tempo fino al 23 giugno per scongiurare questa ipotesi e il punto d’incontro si dovrebbe trovare intorno agli 8,5 milioni. Lazio-Candreva, una storia destinata a continuare.
“La difesa della Lazio parlerà olandese. Giovedì Tare è volato a Rotterdam e non è la prima volta che il ds visita la città, la sede del Feyenoord in particolare. Piacciono due giocatori del club biancorosso: il difensore centrale Stefan De Vrij e il terzino sinistro Bruno Martins Indi. Entrambi 22enni, entrambi nazionali olandesi. L’obiettivo principale è il primo: ha il contratto in scadenza nel 2015 e in questa stagione ha accumulato 32 presenze in campionato realizzando 4 gol. Alto 189 centimetri, può giocare indifferentemente sia sul centro destra che sul centro sinistra. I contatti con il calciatore (che ha dato la propria disponibilità a trasferirsi in Italia) sono già avviati da tempo e il club biancoceleste è a un passo dal chiudere la trattativa anche con il Feyenoord sulla base di circa 6 milioni di euro. Costa un po’ di più, invece, Martins Indi, esterno mancino portoghese naturalizzato olandese. È un vecchio pallino di Tare, il suo eventuale acquisto non è legato a quello di De Vrij”. Lo scrivono Giulio Cardone e Marco Ercole su “La Repubblica”.
Tuttosport lancia la bomba. La Lazio vorrebbe portare a casa propria il talento bergamasco Bonaventura. Il ventiquattrenne ha disputato un campionato egregio facendo portare a se,diversi occhi di altrettanti club. Sembrerebbe, secondo la testata giornalistica, che la Lazio abbia sorpassato i viola per aggiudicarsi il giocatore. L’unica cosa che fa pensare il tifoso biancoceleste è il prezzo, la Dea lo valuta 10 milioni (come minimo). Tra le pretendenti oltre la Lazio e la Fiorentina ci sarebbero anche altri club inglesi.
Candreva parla sui diversi fronti che lo vedono protagonista. Riguardo al mondiale dice che per lui è un sogno che si realizza, teme fortemente l’Uruguay:“E’ bello far parte della lista dei 21 giocatori che lunedì si troveranno a Coverciano. Questo è un sogno che si realizza. Abbiamo fatto bene come nazionale, c’è un bel mix di giocatori esperti e giovani talenti. Il girone? Squadre toste ma temo in particolare l’Uruguay”.
Antonio spera di poter arrivare con la Lazio in Champions lasciando il fato al mercato estivo che dovrà affrontare Claudio Lotito. Futuro con la casacca biancoceleste ancora non consolidato visto che le due parti (Lazio-Udinese) non hanno reso nulla di ufficiale sul riscatto del suo cartellino.
Candreva torna poi a parlare dell’annata laziale:“Abbiamo avuto qualche difficoltà subendo tanti gol e siamo tutti colpevoli per questo. Sono felice per il bottino realizzativo anche se quest’ anno è andato di meno il tiro da fuori. Se riusciremo a raggiungere la Champions il prossimo anno? La speranza è quella, ci sarà il mercato vedremo cosa succederà”.
CdS
Nel calcio esistono gol che scrivono la storia più di altri. Stadio Olimpico, 21 giugno 1987: Giuliano Fiorini segna al Vicenza e caccia via i lugubri fantasmi della Serie C.Stadio Olimpico, 26 maggio 2013: Senad Lulic decide la finale di Coppa Italia contro la Roma, ma soprattutto il derby più importante della storia. Due reti entrate nella leggenda, due momenti tra i più importanti nella lunga storia biancoceleste. A un anno di distanza dalla storica vittoria nella stracittadina, i tifosi laziali festeggeranno doppiamente: lunedì 26 maggio si celebra la prima edizione del “Giuliano Fiorini Day”. Una giornata di pura lazialità, un appuntamento immancabile per chi ha a cuore questi colori. Lo scenario sarà quello dello Chalet nel Bosco (Piazzale dello Stadio Olimpico 5). Tantissimi gli ospiti che hanno già aderito, tutti prestigiosi: Sergio Cragnotti e Gianmarco Calleri, Eugenio Fascetti e Luigi Simoni, Dino Zoff, Fabio Poli, Felice Pulici, Vincenzo D’Amico, Massimo Piscedda, Ernesto Calisti, Oliviero Garlini, Raimondo Marino e tanti altri ancora. Saranno tanti i momenti commoventi della serata, come la proiezione del video “Io sono leggenda”. Ma anche tanto divertimento, sia per i bambini che per i tifosi più grandi: da non perdere il brindisi alle ore 19.27, il fatidico istante di Lulic 71°. Per vivere questo speciale evento, il costo del biglietto è di 10€: il ricavato andrà in beneficenza ad alcune sezioni della Polisportiva e ai gemelli Flavio e Francesco, tifosissimi laziali affetti dal Morbo di Batten.
“L’incremento dell’attivo corrente, al netto delle disponibilità liquide, rispetto al 30 giugno 2013 è pari ad Euro 16,64 milioni. Tale variazione è dovuta principalmente all’aumento dei crediti verso enti specifici in conseguenza delle operazioni di trasferimento dei diritti alle prestazioni sportive nella sessione invernale“.
Il bilancio trimestrale della Lazio reso pubblico nelle ultime ore lo dice in modo inequivocabile: il club capitolino galleggia grazie alla cessione di Hernanes all’Inter, avvenuta nel mese di gennaio tra le lacrime del “profeta” e la rabbia dei tifosi. Cessione che a quanto pare era inevitabile. Perché senza i 17 milioni arrivati da Moratti, ora la situazione economica sarebbe disastrosa. Al contrario di quello che ama ripetere Lotito: “Non abbiamo bisogno di vendere per comprare”. Sì, come no.
Ma non è tutto. A leggere tra le righe del bilancio della Lazio c’è veramente da rabbrividire. Pagina quattordici: “Rispetto al 30 giugno 2013, i Debiti correnti, al netto dell’esposizione finanziaria, sono aumentati di Euro 7,82 milioni passando da Euro 128,97 milioni a Euro 136,79 milioni. La variazione è dipesa principalmente dal ricorrente incremento, esclusivamente infrannuale, dei risconti passivi a fronte di anticipazioni ricevute, nella loro pressoché integralità, su servizi televisivi, ceduti per Euro 8,80 milioni, e dei debiti commerciali per Euro 4,78 milioni in parte compensati dalla riduzione dei debiti tributari per il pagamento della rata della transazione“.
E c’è chi, tra i giornalisti che quotidianamente seguono la Lazio, ha il coraggio di parlare di un “Tesoretto” pronto ad essere utilizzato per rinforzare la squadra. Chi lo dice, evidentemente, è in malafede. O non sa leggere. Il bilancio, purtroppo, è inequivocabile. Non c’è nessun tesoretto, anzi. “Non vi sono attività finanziarie date a garanzia per passività o passività finanziarie ad esclusione della cessione di crediti futuri rivenienti dal contratti Sky per l’ottenimento di anticipi da parte della Unicredit Factoring”. Righe pesanti più di un macigno. Parole, quelle contenute a pagina 9 del bilancio trimestrale della Lazio, che fanno paura. In sintesi, si sta navigando a vista, grazie agli anticipi ricevuti da Unicredit a cui Lotito ha dato in garanzia i “soldi futuri” che avrà modo di incassare da Sky.
Ma se i soldi, a causa di una gestione a dir poco discutibile, non ci sono…Perchè Lotito non prova a trovare qualcuno pronto a rilevare la Lazio? Insomma, torna prepotentemente alla ribalta la solita domanda. A Lotito, chi glielo fa fare? La risposta, forse, è sempre nel bilancio trimestrale presentato dalla società. Pagina dieci, voce “Rapporti con parti correlate”.
Parti correlate che, guarda caso, fanno tutte capo proprio a Lotito. Nel dettaglio: “Roma Union Security, per un costo nel trimestre di Euro 0,31 milioni, riferito al servizio di vigilanza; Gasoltermica Laurentina, per un costo nel trimestre di Euro 0,32 milioni, relativo alla manutenzione del centro sportivo di Formello, dei negozi e la gestione del magazzino merci di tutta la rete commerciale della SS Lazio Marketing; Omnia Service, per un costo nel trimestre di Euro 0,24 milioni e debito di Euro 0,29 milioni al 31 marzo 2014, per il servizio di mensa sia giornaliero che in occasione dei ritiri per i tesserati presso il centro Sportivo di Formello; Lazio Snam sud, per un costo complessivo definitivo che incide solo nel trimestre di Euro 3,30 milioni e debito di Euro 3,30 milioni al 31 marzo 2014, a fronte di costi complementari alle attività ricevute per prestazioni di servizi; U.S. Salernitana per un costo nel trimestre di Euro 0,36 milioni e debito di Euro 0,48 milioni al 31 marzo 2014, per l’utilizzo di diritti commerciali e pubblicitari“.
Avete qualche istante da investire? Fate la somma di tutte queste spese. Ora, vi rendete conto di quello che sta succedendo al più antico club della Capitale? Vi rendete conto che c’è qualcuno che sta usando la Lazio e i soldi che il popolo biancoceleste porta nelle casse della società, per tenere in vita altre aziende che con la Lazio e la sua gente niente hanno a che vedere? Fino a quando non si parlerà di questo, fino a quando in sala stampa e in ogni altra occasione utile, a Lotito non si chiederà conto di questi numeri impietosi, la “liberazione” non potrà che essere una mera utopia. Giornalisti, comunicatori, mestieranti vari: invece di parlare dei polpacci di Klose e di inventare notizie in merito ad una prossima campagna acquisti, iniziate a svolgere correttamente il vostro lavoro. Ne va della dignità di un popolo. Ma, soprattutto, di voi stessi.
Gli vogliono fare le scarpe, lui le mette comodamente ai piedi: «Non mi sento in discussione», ribadisce Reja. Testimonial biancoceleste in centro, sfoggia un sorriso che illumina tutta via Condotti al tramonto. È sereno all’imbrunire di questa stagione, sente la fiducia della società. Dopo il 2010, Edy ha salvato di nuovo Lotito: chiuderà il suo lavoro con 36 punti in 20 giornate, se la Lazio batterà all’Olimpico il Bologna. Un cammino da sesto posto, proiettando la media punti all’intero campionato. Ha un contratto sino al 2015 da 900 mila euro e non c’è alcuna clausola (l’Europa) a minarlo. Eppure sul goriziano s’addensano le riflessioni di un presidente, che deve ridare entusiasmo alla piazza dopo l’ennesimo fallimento.
All’inizio della prossima settimana Lotito e Tare s’incontreranno con Reja per programmare il futuro: ritiro fra il 10 e il 15 luglio, amichevoli in Oriente, America o Inghilterra, innesti mirati entro agosto. Se le idee di tecnico e società combaceranno, ecco la riconferma. Non c’è stato alcun contatto con Mihajlovic, né con altri allenatori. La Lazio si sta guardando intorno, nulla di più. Solo diverse valutazioni sul mercato potrebbero far precipitare il matrimonio. Consolidato con Cristina Mezzaroma: gironzola spesso a Formello perché potrebbe essere proprio la moglie di Lotito a gestire la nuova Academy. (Il Messaggero)
fonte cittàceleste