Verso la fine di maggio, in una data storica per i tifosi, a Formello verrà presentata la nuova Academy biancoceleste, una vera e propria scuola per formare giovani campioni. Una rivoluzione. Nessuno in Italia avrà un impianto del genere. Un po’ quello che succede in Inghilterra da decenni, come a Liverpool o a Manchester. Grazie alla realizzazione di nuove strutture, con addirittura cinque nuovi campi da gioco, dalla scuola calcio fino alla Primavera i piccoli talenti avranno la possibilità di vivere Formello e allenarsi accanto ai campioni della prima squadra. La Lazio è già nel futuro. (Il Messaggero)
“La Lazio farà di tutto per arrivare in Europa e le possibilità ci sono tutte. Il Parma tiene duro, l’Inter potrebbe ancora cedere qualcosa, per cui la Lazio non deve mollare”. Così Marco Ballotta ai microfoni di Radio CRC. “Lotito va ringraziato visto il momento in cui ha preso la Lazio, poi però le cose sono andate un po’ a scemare. Probabilmente ha promesso cose che non ha mantenuto. È stato bravo all’inizio ad accaparrarsi la fiducia dei tifosi, ma poi mettendosi contro la curva, è chiaro che il clima si è raffreddato e adesso non è dei migliori. La situazione è delicata e non so come andrà a finire perché, conoscendo il presidente, immagino che andrà dritto per la sua strada. Il campionato del Napoli è stato importante e dovrà servire da esperienza perché nella prossima stagione mi aspetto un Napoli pronto ad ambire a grandi traguardi. La squadra azzurra ha bisogno prima di tutto di uomini e poi di calciatori. In rosa c’è Reina che è un leader, ma c’è bisogno di un calciatore altrettanto carismatico a centrocampo”.
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Era già stato provato poche settimane fa senza alcun risultato. Mauri contro il Napoli potrebbe ricoprire di nuovo la carica del “falso nueve” per non dare punti di riferimento ai partenopei. Dietro di lui si muoveranno Keita e Candreva. Questa è una delle possibilità che scrive il CdS vista l’emergenza infermeria che sta riducendo la Lazio nei minimi termini. Secondo queste indiscrezioni Reja non farebbe giocare dal primo minuto Postiga sostituendolo infatti con Stefano Mauri.
Il 12 Maggio si avvicina, tutti i tifosi biancocelesti fremono per festeggiare lo scudetto della “banda Maestrelli”. Sarà una bolgia, sarà un evento dove vedrà raccolti più di 43.000 laziali e bandiere che hanno fatto la storia nel mondo biancoceleste. Pino Wilson, uno dei promotori dell’iniziativa: “I numeri fin qui sono al di sopra di ogni aspettativa – le sue parole a La Voce della Nord, in onda su Radiosei – considerando che a un mese di distanza dalla fatidica data siamo a quota 43.000 biglietti venduti: un dato che la dice lunga sul riscontro che l’evento ha avuto. Sarà la festa del tifoso laziale, visto che ovunque, dalla gente sugli spalti ai protagonisti in campo, batteranno cuori biancocelesti. Non possiamo che dire grazie a tutti coloro che hanno risposto a questo invito. Speriamo che venga riempito anche il lato Sud rispondente al nome di Tommaso Maestrelli, sarebbe il top”. All’aggiornamento di Wilson fa seguito l’ultimo appello di Marco, uno dei ragazzi della Nord: “Voi avete chiamato a raccolta gli uomini che sul campo hanno fatto la storia della Lazio, noi come Curva Nord facciamo oggi lo stesso con tutti i tifosi della Lazio, gli ultras e i gruppi storici, chiedendo di riportare gli striscioni allo stadio per questa occasione. Saremmo orgogliosi di avere gli striscioni di Irriducibili, Eagles’ Supporters, Viking, Banda Noantri, Ultras ‘74, Nucleo, Legione, Ardite Schiere, Gioventù Biancazzurra, Eagles’ Korps, Ultras Fleming, Vigilantes, Boys, Falange e tutti gli altri che vorranno intervenire. Sarebbe fantastico avere in campo gli uomini e sugli spalti i gruppi ultras che hanno fatto la storia della Lazio”.
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Dopo il comunicato della Figc, arrivano anche le parole del presidente Giancarlo Abete: “Non esistono le condizioni di decadenza dalle cariche sportive – le parole del numero uno del calcio italiano, riportate da Repubblica.it -. Il problema non sussiste, perché anche qualora ci sia la quantificazione della pena e venisse dato il massimo per quel tipo di reato, sarebbe comunque al massimo di un anno. Al di sotto del minimo previsto per la decadenza”, ha spiegato Abete al termine del consiglio federale.
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Zarate è stato intervistato da tuttomercatoweb riguardo la sua scelta per la nazionale.
Il ct Jorge Sampaoli pubblicamente aveva aperto alla convocazione dell’ex attaccante della Lazio, che adesso è tornato ai suoi livelli con la maglia del Velez, che ha pensato seriamente a prendere il passaporto cileno grazie al padre che è nato a Calama, nel nord del Cile. Alla fine, però, l’amore per l’Argentina ha prevalso ed il giocatore ha rinunciato alla possibilità di partecipare al Mondiale, anche se una piccola speranza resta dopo le dichiarazioni del Ct Alejandro Sabella: “Zarate? Lo seguiamo, sta facendo bene al Vélez. Vedremo”. A TuttoMercatoweb.com, l’agente del giocatore, Luis Ruzzi, ha spiegato la decisione del suo assistito: “Sì, ci ha pensato, era una possibilità importante per lui giocare titolare nel Cile ai Mondiali. Sampaoli lo stima, l’ha seguito per tanto tempo, ma alla fine lui si sente argentino e questo nessuno può cambiarlo”. Sabella ha dichiarato che lo segue, crede alla convocazione? “Fino a poco tempo fa sarebbe stato impossibile, l’anno perso alla Lazio pesa molto in questo senso, ma fa già piacere leggere le sue parole. Mauro è tornato ai suoi livelli, è in testa come gol e ci tiene anche a vincere la classifica degli assist. E’ un giocatore ritrovato, prima dei problemi che ci sono stati in Italia lo facevano giocare anche fuori ruolo”.
Intanto Lotito è contestato dalla tifoseria. “La gente ha capito. Lui è un personaggio comunque potente e controlla molti aspetti, ma la tifoseria s’è resa conto della situazione del club biancoceleste. Mauro non ci pensa, rimase deluso dall’ultimo striscione dei tifosi contro di lui”.
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“Se Lotito è tranquillo, meglio per lui. Tranquillo a volte a Roma fa una brutta fine…”, sono la parole dell’Avvocato Massimo Rossetti di Federsupporter, ai microfoni di Radio Manà Sport, durante la trasmissione ‘La Lazio siamo noi’: “Aspettando comunicazioni e spiegazioni ufficiali da parte della Federcalcio sulla decadenza di Lotito, sono contento per lui se si è sempre sentito tranquillo, anche se a Roma si dice che tranquillo a volta fa una brutta fine. Non credo che il presidente della Lazio sia sempre stato sereno nel corso di questa vicenda, tuttavia lo siamo anche noi di Federsupporter nonostante lui dica che dovremmo non esserlo. Chissà perchè…”.
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Fabio Liverani è intervenuto ai microfoni di tuttomercatoweb per commentare la vittoria della coppa Italia Primavera,vinta dai biancocelesti pilotati da Simone Inzaghi: “E’ un grande successo, sono anni importanti per la Primavera, pescano dei giovani non prontissimi ma che poi arrivano. Sono contento per Inzaghi visto che è un mio ex compagno”. Di seguito l’intervista integrale.
Il merito è più suo o di Bollini? “Oggi allena Simone ma è giusto dare meriti anche a Bollini per l’anno passato; io sono per dare i meriti a chi c’è, Bollini ha fatto una scelta”.
La prima squadra invece la sta un po’ deludendo? “Il cambio di allenatore significa che qualcosa non andava bene, ora stanno provando a rimettere a posto le cose; penso sia difficile entrare in Europa League quest’anno, stanno programmando già per la prossima stagione, con un nuovo progetto e nuovi acquisti”.
Klose sarà riconfermato? “È un giocatore importante, forse quest’anno non ha dato un grande apporto ma sicuramente è un top player a cui ne va affiancato un altro”.
Cosa manca alla Lazio in vista del prossimo anno? “Davanti hanno già preparato il ricambio generazionale, dovranno lavorare molto per la difesa, anche perché ci sono molti elementi con età avanzata”.
Come valuta la posizione di Lotito con i tifosi? “Non la valuto perché è un po’ triste. Io ho giocato in quello stadio ed era quasi sempre pieno, così mi sembra una sconfitta per lo sport. Non essendoci dentro è difficile dare un giudizio. Per il bene della Lazio servirebbe un ambiente carico e un Olimpico pieno per aiutare i giocatori”.
Il presidente della Lazio elogia i primavera, promettendo che 5 di loro, avranno la promozione in prima squadra per l’anno prossimo. «Il prossimo anno porteremo almeno cinque talenti in prima squadra»
“La Primavera è il nostro fiore all’occhiello, il prossimo anno porteremo almeno cinque talenti della Primavera in prima squadra”. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, commenta così la vittoria della Coppa Italia Primavera ai danni della Fiorentina. “Sicuramente inizia a prendere corpo il progetto – dice a Lazio Style Channel – e la Primavera sta dando i suoi frutti. Siamo sempre in condizioni apicali: siamo primi in classifica, abbiamo rivinto la Coppa dopo 35 anni, l’anno scorso abbiamo vinto il campionato”.
“Abbiamo creato delle sinergie – spiega -, infatti abbiamo catapultato Bollini vicino Reja, per creare un collegamento tra la Primavera e la prima squadra. Ci sono tutte le premesse che questo settore esploda e dimostri tutto il suo valore. Inzaghi? L’ho inserito in organico sapendo che avrebbe fatto bene, con il tempo ricoprirà ruoli sempre più importanti”.
CdS
Un passo avanti, l’unico possibile e quasi obbligato. Che la contestazione dei laziali abbia colto nel segno ormai non c’è più alcun dubbio. Quelli residui sono stati spazzati via ieri quando, nella presentazione del «Giuliano Fiorini Day» del 26 maggio, la Lazio di Lotito è tornata a sorpresa in mezzo ai tifosi in cerca di una tregua. Un primo passo o, forse, l’ultima carta che il club può calare: la proposta è di una riunione a Formello, cancelli aperti a tutte le componenti del mondo biancoceleste, cioè tifosi, laziali di ieri e laziali di oggi. Per iniziare a ricucire.
La data ancora non c’è, per ora si tratta di sondare gli umori. Ma le prove di pace potrebbe essere collocate tra o dopo i due eventi che vedranno protagoniste la passione e la storia della Lazio: «Di padre in figlio» del 12 maggio e, appunto, la giornata che è intitolata a Giuliano Fiorini (uno dei grandi protagonisti della stagione dei meno 9 scomparso nel 2005) e che servirà pure a festeggiare il gol con cui Lulic, l’anno scorso, ha sancito la vittoria nello storico derby di Coppa Italia. È ovvio, la tregua non è mai univoca, i laziali dovranno prima accettarla. In entrambi gli eventi in calendario, intanto, la Lazio ha assicurato il pieno appoggio. Per il 26 maggio c’è stato l’okay ad un video-messaggio di Senad Lulic dal ritiro della sua Bosnia. Mentre per il 12 è pure arrivato il nullaosta di Lotito ad inviare i tre giocatori richiesti dagli organizzatori Oddi e Wilson, ovvero Keita, Radu e Ledesma. Tutto in via di ricomposizione, dunque? Probabilmente dipenderà da quanto i tifosi giudicheranno autentica la bandiera bianca sventolata da Lotito, il primo passo tanto auspicato dai laziali più moderati. Di fatto il presidente (oggi impegnato in Consiglio Figc: si discute anche della sua decadenza per la quale, filtra dalla federazione, non ci sono le condizioni) subisce un grave danno dalla contestazione, questione di incassi ma soprattutto di immagine. Danni enormi se si considera che i laziali convergeranno all’Olimpico in massa (per ora in 45 mila) per «Di padre in figlio», il paragone con i 12 mila di Lazio-Sampdoria nel pieno della rincorsa all’Europa è automatico.
E tentare la riappacificazione praticando la via morbida, così, potrebbe essere interpretato solo come unica chance per sanare un’atmosfera mefitica e dannosa. In effetti, fino a qualche giorno fa Lotito ha tastato il terreno per capire se l’appuntamento del 12 maggio (nel quale, a novembre, era stato coinvolto e poi si è defilato), fosse stato organizzato in totale regolarità. Lunedì scorso dopo un summit istituzionale, ad esempio, Lotito ha chiesto ai vertici del Coni se gli organizzatori Oddi e Wilson avessero affittato l’impianto pagando come fa lui oppure l’avessero avuto in concessione gratuita. Un sondaggio in piena regola, il presidente sa benissimo che un ente pubblico non può cedere gratis un proprio bene, incapperebbe in una causa per danno erariale. Tutto regolare, l’unica possibilità è la tregua.
35 anni, una vita per chi ha meno di 20 primavere sul groppone. I ragazzi di Simone Inzaghi non erano nati quando la Primavera di Clagluna conquistava il primo storico trofeo: ora, dopo un’attesa interminabile, il trofeo può tornare all’ombra del Colosseo. Vendetta doveva essere e vendetta è stata: fu proprio la Fiorentina, infatti, a scucire dal petto la prima coccarda tricolore della propria storia ai biancocelesti. E’ Lombardi a regalare la prima gioia, il suo colpo di testa è una liberazione, cosi come la rasoiata di Crecco appena un quarto d’ora dopo che manda sul doppio vantaggio la Lazio. Accorcia la Fiorentina allo scadere, ma i biancocelesti non accusano il colpo. La ripresa è uno spettacolo, i 45 minuti perfetti vanno in scena sul rettangolo verde del Franchi: Minala fa 1-3, poi va in scena il replay del secondo gol laziale, cambia solo la porta, non l’esito con Crecco che finalizza e si regala una doppietta che odora di storia. Bangu accorcia nel finale, ma nessuno se ne cura, il suo gol è buono solo per le statistiche. 35 anni di attesa, 12 mesi per mantenere il tricolore sul petto, cambia solo la forma, dallo scudetto alla coccarda, in attesa delle Final Eight. Il meglio, per questa Lazio, deve ancora venire.
FORMAZIONI – Tutto come previsto, Inzaghi non regala sorprese e schiera quella che è, in questo momento, la miglior formazione possibile. Strakosha tra i pali, linea difensiva composta da Pollace e Seck sugli esterni, Ilari e Filippini (che sostituisce lo squalificato Serpieri) al centro. Mediana con Murgia,Minala ed Elez e tridente offensivo classico con le bocche da fuoco Crecco e Lombardi a supporto di Tounkara. Anche la Fiorentina non stupisce, mister Semplici si affida a Mancini per sostituire lo squalificato Empereur e conferma Bangu, Gulin e Gondo in avanti.
PRIMO TEMPO – Ci si aspetta una partita all’arrembaggio per la Fiorentina che al 3° minuto si rende pericolosa con Madrigali che dopo un batti e ribatti colpisce con il sinistro, svirgolando. E’ un fuoco di paglia, la Lazio risponde subito con Lombardi, ma il suo tiro sul primo palo è deviato in angolo dal portiere viola; gustoso antipasto del gol che arriva sul tiro dalla bandierina seguente. Palla in mezzo, Elez è bravissimo ad allungare la traiettoria della sfera e proprio Lombardi, in tuffo di testa, gonfia la rete. Lazio in pieno controllo del match, ma i ragazzi di Inzaghi non sono abituati ad amministrare e continuano a spingere. Il gol che indirizza la Coppa verso il Colosseo lo firma Crecco, lanciato in profondità da Lombardi, vero uomo in più tra le fila laziali. Il numero 11 è glaciale davanti a Bertolucci, il suo sinistro è una lama che apre in due le carni viola. La Fiorentina prova a reagire, i biancocelesti arretrano il proprio baricentro: al 27° l’episodio che potrebbe riaprire il match: calcio di rigore per la Fiorentina, ma errore evidente dell’arbitro, il fallo è fuori area. Sul dischetto va Bangu, si ripete il duello andato in scena appena 4 giorni fa, ma stavolta il vincitore è il portiere albanese che indovina l’angolo, respingendo il tiro. I viola continuano a spingee, Gulin impegna ancora Strakosha che risponde presente poi, quando si aspetta solo il fischio dell’arbitro per andare negli spogliatoi, arriva la doccia fredda. Calcio di punizione dal limite, Strakosha riesce a deviare sul palo, ma sulla respinta si avventa Bangu che di sinistro scaraventa in rete. Si va all’intervallo sul risultato di 1-2 per i biancocelesti, alla vigilia chiunque avrebbe firmato per un parziale simile.
SECONDO TEMPO – Inizia la ripresa, Tare, Calveri e Bollini riprendono i propri posti in tribuna per godersi lo spettacolo. Non devono attendere molto il trio laziale per esultare nuovamente: al 53° è ancora Lombardi a tagliare sul primo palo, il suo colpo di testa si infrange sulla traversa, ma appostato sulla riga c’è Minala che di testa ribadisce in rete, suggellando una prestazione maiuscola. Cambia Inzaghi, il tecnico biancoceleste regala minuti a Pace, fuori Murgia. Anche la Fiorentina cambia, fuori Gulin, dentro Bandinelli. La Lazio mette la mani sulla Coppa al 20° del secondo tempo: replay, cambia solo la porta, l’azione vincente è la fotocopia del primo tempo. Lombardi verticalizza per Crecco che brucia il marcatore e di destro, un lusso per lui, si regala una doppietta storica. Prova a reagire la Fiorentina, lo slalom di Gondo però scalfisce solo la consapevolezze laziali. Girandola di cambi, nella Lazio entra Milani ed esce Lombardi, grande protagonista della serata. Biancocelesti in controllo totale, Inzaghi risparmia Elez, c’è ancora un primo posto da difendere, dentro Oikonomidis. Non succede più nulla, eccezion fatta per gli ululati razzisti nei confronti di Minala che testimoniano come, a qualsiasi latitudine, l’intelligenza sia merce rara. Ad un minuto dalla fine arriva anche il raddoppio viola, premio meritato per Bangu che semina meza difesa e deposita in rete un gol buono solo per gli almanacchi. Dopo 94 minuti è la Lazio ad esultare, la Coppa Italia, 10 mesi dopo il Tricolore, torna nella Capitale.
Niente decadenza per Claudio Lotito, né dalla carica di consigliere federale né da quella di presidente della Lazio. Questa la conclusione a cui è giunta la Federcalcio, dopo un approfondimento giuridico delle norme. E’ quanto si legge dal sito del Messaggero. Il riferimento è alla sentenza della Cassazione, che confermava l’omessa alienazione di partecipazioni societarie per quanto riguarda Claudio Lotito, rimandando alla Corte d’Appello la rideterminazione della pena
Secondo quanto riportato dal portalesslaziofans.it, Claudio Lotito sarebbe andato dal Coni con una curiosa richiesta. Riportiamo lo stralcio dell’articolo: “Perché uno stadio vuoto con la Lazio che lotta per l’Europa League e un Olimpico già con 42.000 spettatori per “di padre in figlio” del 12 maggio, fa male, malissimo. Al punto tale che Lotito ha provato anche a far saltare l’evento chiedendo al Coni di ritirare la concessione dell’Olimpico a Wilson e compagni per la festa del 12 maggio, adducendo come scusa che lui paga l’affitto dello stadio e che quell’evento è stato organizzato (cosa palesemente falsa) per contestarlo. Ma è stato respinto con perdite.”
Un rapporto conflittuale, mai sbocciato. Segnali di riavvicinamento? Macché, all’orizzonte non se ne vedono. Parliamo di Luis Pedro Cavanda e il Belgio, parliamo del feeling (?) del terzino angolano naturalizzato belga con il ct Marc Wilmots. “Non viene convocato per ragioni comportamentali“, aveva tuonato nel novembre scorso il commissario tecnico dei Diavoli Rossi. A distanza di mesi, eccola la replica del numero 39 capitolino, affidata ai microfoni di Sport/Voetbalmagazine: “Non capisco le dichiarazioni di Wilmots, nemmeno Johan Walem (ct della Nazionale Under 21 belga) ne comprende il significato. La mia priorità è il Belgio, in passato ho giocato con l’U18 del Congo e durante quel periodo ho disputato alcuni match anche con le squadre giovanili del Belgio. La Lazio mi ha detto che dovevo scegliere, perché perdevo troppi allenamenti, così ho optato per questa Nazionale”.
Poi svela un retroscena che risale a più di un anno fa, quando la Lazio fece visita al Tottenham in Europa League: “Quando ho giocato contro il Tottenham lo scorso anno, ebbi modo di parlare con Dembélé e Vertonghen, mi dissero che un giocatore con le mie caratteristiche sarebbe servito al Belgio, quindi chi sa… Wilmots non ha ancora svelato i nomi di quelli che prenderanno parte al Mondiale, ognuno di noi ha ancora una possibilità, può succedere di tutto. E se non ci sarò, va bene così. Continuerò a lavorare duramente, per cercare di ottenere una convocazione”.
Nella giornata di ieri Miro ed Alvaro sono stati sottoposti ad accertamenti specialistici riguardo i loro rispettivi infortuni. Il tedesco ha riportato una lesione di primo grado alla coscia sinistra. Lo stop sarà quindi di un mese, stessi giorni che vedranno fuori dal campo anche Alvaro Gonzalez che ha riportato una lesione di primo grado al gemello mediale della gamba destra. Salteranno quindi il match contro il Napoli sicuramente.
“Non mi riferisco solo a Calciopoli o agli scandali delle scommesse, ma in generale ai cattivi insegnamenti che sono stati dati. I tifosi si sentono autorizzati a delegittimare il sistema perché vedono che il sistema è delegittimato da chi lo rappresenta. Chi fa sport deve essere senza macchia. Il danno che fanno certi dirigenti è incalcolabile”.
Come aveva chiarito lui stesso in quell’intervista del 19 marzo a “La Gazzetta dello Sport”, Giovanni Malagò non si riferiva ai fatti di Calciapoli, ma guarda caso il processo agli imputati di Calciapoli è tornato d’attualità in questi giorni, con il deposito da parte della Corte di Appello di Napoli delle motivazioni della sentenza nei confronti di 21 tra presidenti, dirigenti e arbitri che fanno parte del sistema-calcio. In quelle 203 pagine di motivazione, ci sono molte sorprese, soprattutto riguardo all’informazione che ci era stata data, ovvero che aveva emesso una sentenza di “non luogo a procedere per avvenuta prescrizione” nei confronti di alcuni imputati, tra cui Lotito. E questo “non luogo a procedere”, era stato trasformato da una certa informazione in“assoluzione” o comunque in un’uscita senza danni per il presidente della Lazio dalla bufera che nel 2006 aveva portato per un mesetto la Lazio in Serie B. Non è così, anzi…
Con quella sentenza (a pag. 167) la Corte d’Appello di Napoli ha ritenuto di confermare le condanne irrogate in primo nei confronti del dr. Claudio Lotito per i reati di concorso in associazione per delinquere“al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione” ( pag. 23 ) e di frode sportiva , relativamente alle gare Chievo-Lazio del 20 febbraio 2005 e Lazio-Parma del 27 febbraio 2005. La pena, era di 1 anno e 3 mesi e 25.000 euro di multa. Lotito aveva sempre dichiarato che avrebbe rinunciato alla prescrizione, perché era innocente e voleva dimostrarlo. Non lo ha fatto e, di fatto, accettando la prescrizione ha rinunciato alla possibilità di ottenere l’assoluzione e, a fronte di una condanna di secondo grado, il reato risulta “estinto” in sede penale, ma non in sede civile. E tantomeno in sede sportiva, perché l’estinzione del reato per prescrizione cancella soltanto l’illiceità penale di un fatto o di un atto che, però, mantiene intatta la sua eventuale illiceità sotto altri profili.
Vabbé, ma in soldoni, che cosa significa tutto questo? Significa, come ha scritto la Corte d’Appello di Napoli a pag. 196 della sentenza, che “Va confermata la condanna al risarcimento del danno degli imputati ( omissis ) : Lotito Claudio ( omissis ) in favore delle Parti civili ( omissis ).FEDERAZIONEITALIANA GIOCO CALCIO “. Quindi, Claudio Lotito, vice presidente della Federcalcio, dovrà risarcire in sede civile sia la Federcalcio che le altre parte civili, per “frode sportiva, per concorso in associazione a delinquere”. E con lui la Lazio (per responsabilità diretta), a dimostrazione palese che il detto “Lotito è una cosa e la Lazio un’altra”, purtroppo non regge. Neanche a livello penale e tantomeno a livello di giustizia sportiva.
Vabbé, ma cosa può comportare tutto questo? Due cose: la prima, il rischio per la Lazio di dover tirare fuori in sede civile un risarcimento di svariati milioni di euro; la seconda, l’immediata decadenza di Lotito da tutte le cariche all’interno del sistema calcio. L’art. 10 (“Prevenzione dei conflitti di interessi”) del Codice di Comportamento Sportivo del CONI, stabilisce che: “I tesserati, gli affiliati e gli altri soggetti dell’ordinamento sportivo sono tenuti a prevenire situazioni, anche solo apparenti, di conflitto con l’interesse sportivo, in cui vengano coinvolti interessi personali o di persone ad essi collegate“. E vista la sentenza della Corte di Appello, con l’accettazione della prescrizione e quindi la rinuncia da parte di Lotito ad ottenere la piena assoluzione, è oramai accertata la colpevolezza dell’imputato e quindi l’obbligo al risarcimento, nei confronti della FEDERCALCIO. E quindi, è evidente il conflitto di interessi, perché Lotito sarà chiamato a risarcire una federazione nella quale ricopre la carica di vice presidente. Insomma, in pratica sarebbe chiamato a far causa a se stesso.
Per questi motivi, Federsupporter ha preso nuovamente carta e penna e ha scritto una bella lettera alla Federcalcio, girata per competenza (si parla di violazione dell’art. 10 del Codice di Comportamento Sportivo del CONI) anche a Malagò e alla Procura Federale. Sì, anche a Palazzi, perché il reato in questione è sportivo. Questa la parte finale della lettera di Federsupporter (scritta da Alfredo Parisi e Massimo Rossetti) che riassume tutto, compresa la quantificazione in 5 anni della sospensione di Lotito da tutte le cariche.
L’art. 10 del Codice di Comportamento Sportivo del CONI non prevede una sanzione specifica per la violazione dell’obbligo da esso contemplato, tuttavia, il secondo periodo della Premessa allo stesso Codice stabilisce che: “I tesserati alle Federazioni Sportive nazionali, alle Discipline sportive associate, agli Enti di promozione sportiva e alle Associazioni benemerite, in qualità di atleti, tecnici, dirigenti, ufficiali di gara, e gli altri soggetti dell’ordinamento sportivo, in eventuali altre qualifiche diverse da quelle predette, comprese quelle di socio cui è riferibile, direttamente o indirettamente, il controllo delle società sportive, sono tenuti all’osservanza del Codice e la loro violazione costituisce grave inadempimento meritevole di adeguate sanzioni “.
Ne deriva che il “ grave inadempimento meritevole di adeguate sanzioni” comporta, nella fattispecie, l’applicazione di quanto previsto dall’art. 1” Doveri e Obblighi generali” del Codice di Giustizia Sportiva della FIGC. Vale a dire l’applicazione di sanzioni che, nella loro specie e misura, devono tenere conto della natura e gravità dei fatti commessi ( art. 16 “ Poteri disciplinari” del CGS). Laddove già il Codice del CONI qualifica come “ grave inadempimento” la violazione dell’obbligo di cui all’art. 10 dello stesso Codice. Sanzioni, in aggiunta alle quali, gli Organi della Giustizia Sportiva possono adottare, nei confronti dei responsabili delle violazioni disciplinari, prescrizioni dirette ad affermare il rispetto dei valori sportivi (lealtà, correttezza e probità).
Perciò, alla luce di tutto quanto precede, sembra alla scrivente che la sanzione disciplinare appropriata, proporzionata ed adeguata alla gravità della violazione commessa non possa essere diversa da quella della inibizione temporanea a svolgere ogni attività in seno alla FIGC, a ricoprire cariche federali ed a rappresentare la Società nell’ambito federale, ai sensi dell’art. 19, comma 1 , lettera h, del CGS, con tutte le conseguenze di cui al successivo comma 2. E cioè: divieto di rappresentare la Società di appartenenza in attività rilevanti per l’ordinamento sportivo nazionale ed internazionale; divieto di partecipare a qualsiasi attività di organi federali ; divieto di accesso agli spogliatoi ed ai locali annessi, in occasione di manifestazioni o gare calcistiche, anche amichevoli, nell’ambito della FIGC, con eventuale estensione in ambito UEFA e FIFA; divieto di partecipare a riunioni con tesserati FIGC o con agenti di calciatori in possesso di licenza FIFA.
La durata dell’inibizione, considerato sempre che la violazione dell’obbligo di cui all’art. 10 del Codice del CONI è qualificato come “ grave inadempimento”, dovrebbe tendere al massimo (5 anni) della durata dell’inibizione, potendo gli Organi della Giustizia sportiva disporre, altresì, la preclusione alla presenza in qualsiasi rango o categoria della FIGC ( art. 19, comma 3, del CGS). D’altronde, e l’osservazione appare persino ovvia e banale, non si vede come possa continuare a ricoprire e svolgere, nell’ambito della FIGC, cariche dirigenziali, federali e societarie, colui il quale è tenuto a risarcire un grave danno arrecato alla stessa FIGC.
La lettera di Federsupporter, si aggiunge a quella scritta a fine gennaio, in cui si chiedeva la“decadenza di Lotito dalle cariche societarie e federali derivante dall’applicazione dell’art. 22 bis delle NOIF a seguito della sentenza della Corte di Cassazione, Sezione V penale, n. 51897 del 4 luglio/30 dicembre 2013”. Ovvero, quella sul patto parasociale con Mezzaroma, sulla quale il Consiglio Federale si deve ancora esprimere. Insomma, un’altra tegola e l’ennesima conferma di quanto detto il 19 marzo da Malagò. “I tifosi si sentono autorizzati a delegittimare il sistema perché vedono che il sistema è delegittimato da chi lo rappresenta. Chi fa sport deve essere senza macchia. Il danno che fanno certi dirigenti è incalcolabile”.
“Sono un lottatore. Gioco per aiutare la mia squadra e vincere”– è racchiusa in questa frase la filosofia di gioco di Eddy Onazi.Un generoso in campo, lo spirito di sacrificio è il suo credo. Butta un occhio in infermeria e capisce che tocca a lui. Reja ormai si fida, il giovane nigeriano è cresciuto e può affidargli il centrocampo. Ai microfoni di supersport.com, il numero 23 biancoceleste parla del suo futuro, con uno sguardo alla Lazio e al prossimo Mondiale in Brasile:“Il mio obiettivo è quello di aiutare la squadra ad arrivare in una buona posizione in classica a fine stagione. Il mercato? Non mi soffermo su certe voci, sono abituare a ragionare su cose concrete. In questi anni ho lavorato tanto per essere bravo in campo sia in fase difensiva che offensiva. E’ per il bene della squadra. Giocherei ovunque. Sono migliorato anche dal punto di vista della testa, sono più saggio”.
Il discorso non può non scivolare sulla prossima competizione mondiale, in cui Onazi parteciperà con la sua Nigeria:“E’ il mio sogno, credo come qualsiasi altro giocatore. Non vedo l’ora di mettermi alla prova con i migliori al mondo. Lo scorso anno ho perso la Confederations Cup, ma quest’anno voglio la Coppa del Mondo. Mikel? E’ un giocatore fantastico, adoro giocare con lui. Ha una visione di gioco immensa, se l’allenatore vorrà giocheremo insieme. Renderemo la Nigeria orgogliosa di noi”.
Nei mesi scorsi abbiamo visto come le testate giornalistiche possono cadere in basso per vendere molte copie con “ragazzinate”. Il giovane laziale fu preso di mira sui social network da gente goliardica e non, sul suo aspetto fisico. Possiamo ricordare che anche molte testate sportive di livello alto hanno scritto molto su di lui che oltre a prenderlo in giro, avevano creato un caso mediatico dove lo vedevano già condannato per aver mentito sulla sua età. Il sito lalaziosiamonoi questa mattina riporta, e ci fa notare, che ci sono ancora queste persone di basso livello che lavorano nell’informazione nazionale. Stiamo parlando infatti del sito più cliccato in italia che milita anche sulle televisioni nazionali tramite mediavideo e televideo, l’Ansa.Joseph Marie Minala, al minuto 77′ di Lazio-Sampdoria: “Sostituzione. Lulic lascia il posto al giovane (o presunto tale) Minala”
Questo era un paragrafo della diretta live Lazio-Samp sul sito.
Sappiamo anche che il giocatore ha imparato a conviverci e a farsi scivolare le critiche addosso.
L’atmosfera in casa Lazio continua a non essere delle più rosee. Nonostante il doppio successo casalingo contro Parma e Sampdoria i sostenitori biancocelesti continuano a disertare lo stadio Olimpico, segno della contestazione ai danni della dirigenza capitolina. Sull’argomento si è espresso questa mattina Angelo Adamo Gregucci che, presente questa mattina in qualità di ospite per il premio ‘Gli Angeli dello Sport’ al Campidoglio, ha commenatato in esclusiva agli inviati di Calciomercato.it: “La contestazione dei tifosi della Lazio è una sconfitta per tutti. Le parti dovrebbero avvicinarsi”. Poi sugli affari di campo, l’ex difensore biancoceleste ha commentato, in esclusiva ai microfoni di Tuttomercatoweb.com: “La rimonta della Lazio in A? Auguro le migliori fortune e di tornare in Europa, anche se dalla porta secondaria. È nelle corde del club. Il trend sta cambiando anche se l’obiettivo non è ancora raggiunto”.
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La famiglia Berlusconi continuerà a guidare il Milan ma la società va a caccia di soci come ha dichiarato recentemente Barbara Berlusconi. Secondo la stampa spagnola, il primo a farsi avanti potrebbe essere il magnate di Singapore Peter Lim che è pronto ad offrire 300 milioni di euro per il 51% della società rossonera. La proposta è stata presentata in una riunione a cui hanno partecipato Jorge Mendes e Giovanni Branchini. Secondo As, inoltre, tale cifra coprirebbe solo il 30% delle azioni di Berlusconi. Nei prossimi giorni dovrebbe esserci una nuova riunione.
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Stadio semi-vuoto anche con la Samp. La Nord sembra piazza Trilussa al sabato sera, “affollata” da una trentina di ragazze svedesi con le gambe in bella vista per la gioia di cameraman, fotografi e tifosi. Turiste che non hanno contribuito molto a sostenere la squadra, ma importa relativamente. I pochi presenti sugli spalti si adattano e sfoderano un tifo vintage
Keita incanta, Candreva e Lulic insaccano. L’Olimpico torna terreno di conquista per i biancocelesti, dopo il Parma anche la Samp del grande ex Mihajlovic lascia le penne a Roma.
FORMAZIONI – Non c’è il numero 11 a guidare l’attacco, ma il 46. Uno scherzetto muscolare – uno dei tanti di questa stagione – toglie Klose dai giochi: per Postiga è la prima da titolare, Reja lo lancia preferendolo a Perea. Per il resto, anticipazioni della vigilia tutte confermate: Berisha rimpiazza Marchetti, Lulic è il cursore accanto a Biglia e Onazi. Konko-Radu laterali, Biava-Cana centrali formano la linea di difesa. I mattatori del Parma, Candreva e Keita, completano l’attacco. Mihajlovic – tramite il vice Sakic che lo sostituisce – risponde con il tradizionale 4-2-3-1: Gabbiadini-Eder-Soriano è la trequarti pesante a supporto di Maxi Lopez.
PRIMO TEMPO – Doppio passo e cross di Keita, stavolta dalla destra. Deviazione di giustezza all’angolino di Candreva, palla in rete. I primi 45 minuti di Lazio-Samp si chiudono sulle stesse note di Lazio-Parma: sono sempre loro, i trascinatori di una squadra che rimane aggrappata all’Europa, a prendere per mano una formazione imbolsita, statica. L’undici di Reja non digerisce il lunch e fa trascorrere una siesta tranquilla alla difesa doriana per un’abbondante mezz’ora. I biancocelesti percuotono le corsie esterne, ma i movimenti offerti dai compagni sono ridotti all’osso. Eder impegna Biglia in fase di copertura – al 20′ l’argentino si fa ammonire -, più liberi di impostare sono Onazi e Lulic. Con tutto quello che ne consegue. Solo al 31′ il nigeriano pesca bene in area Candreva, ma il castiga-Parma centra in pieno i pugni di Da Costa. La Samp è squadra in salute, gira bene il pallone e i suoi attaccanti creano dinamismo. Ma anche la pericolosità dei blucerchiati è poco consistente. Un primo tempo brutto, che attende il 44′ per essere sbloccato: a fasce invertite rispetto a domenica, Keita manda in rete Candreva. Il vero e proprio bomber della Lazio – nove reti in campionato per lui – corre come domenica verso la Monte Mario: stavolta non zittisce i rumors di mercato, ma manda baci e sorrisi ai tifosi.
SECONDO TEMPO – Punizione di Gabbiadini, Berisha ci mette i pugni: inizia con questo brivido la ripresa. Che prende una piega imprevista e inquietante al 57′: Biglia perde palla sulla trequarti e atterra ingenuamente Krsticic. Già ammonito, Calvarese lo spedisce negli spogliatoi. E mentre in casa Samp Gabbiadini lascia il posto a Sansone, Reja corre ai ripari: fuori Postiga, dentro Mauri. Si passa al 4-4-1: Lulic scala in mediana accanto a Onazi, Candreva e Mauri giostrano a sostegno di Keita. In contemporanea, Sakic richiama Maxi Lopez per gettare nella mischia l’ex giallorosso Okaka. Al 68′ l’ennesimo lampo di Keita costringe Regini a una deviazione off limits in angolo. Un minuto dopo ci prova Sansone a scuotere i suoi, Berisha risponde presente. Al 72′ Calvarese fa infuriare la Lazio: prima non vede un fallo solare su Keita, poi ammonisce Lulic per un’entrata neanche troppo dura. Il cartellino non impedisce però al bosniaco di siglare il suo secondo gol consecutivo, il quinto stagionale: Candreva scarica in area per Mauri, il numero 6 si gira bene e serve Lulic, che di piattone non dà scampo a Da Costa. Sotto di un uomo, la Lazio trova il doppio vantaggio. Chi trova invece l’esordio assoluto in Serie A è Joseph Minala: al 76′ Reja richiama Lulic e concede il debutto al camerunense della Primavera. Poco prima, Sakic aveva sostituito Krsticic con Renan. All’81’ Keita cerca il fallo in area, Calvarese sanzione la simulazione con il giallo. La Samp cerca la via della rete della speranza, senza concludere nulla. All’88’ Reja concede la standing ovation a Keita: Perea prende il posto del baby fenomeno, che si gode tutti gli applausi del pubblico presente. Una punizione di Palombo è l’ultimo acuto del match: la Lazio festeggia la seconda vittoria consecutiva all’Olimpico e sale a 48 punti. In attesa del posticipo tra Parma e Napoli, la corsa all’Europa continua.
«L’Inter ha gli scontri diretti e può essere risucchiata. Noi non dobbiamo sbagliare nulla a partire dalla prossima partita. Ma senza tifosi è difficile»
Eddy Reja nella conferenza fa un punto della situazione che vede la Lazio in corsa per l’Europa, la matematica gli da ancora ragione ma serviranno risultati utili personali e negativi per le dirette concorrenti che navigano più alte della Lazio (classifica parlando). «Adesso inizia un nuovo campionato per l’Europa League, dalla Samp fino all’Inter, che è avvantaggiata perché è davanti, ma ha scontri diretti e può essere risucchiata nella lotta, almeno questo è quello che mi auguro. Punto sulla Lazio in Europa, so che la squadra farà bene. Abbiamo quasi tutti scontri diretti, non possiamo sbagliare neppure una partita in casa a partire dalla prossima contro una squadra giovane, di buone qualità, con un ottimo allenatore, che sta facendo molto bene. Gabbiadini ha talento, può metterci in difficoltà, e in settimana abbiamo lavorato sulla fase difensiva, pensando anche a come ingabbiare Eder. Abbiamo lavorato bene, vedo la quadratura di squadra. Abbiamo la mentalità giusta, dal punto di vista mentale c’è una carica positiva».
«Candreva, Klose, Keita: punto su tutti e tre, possono risultare determinanti in ogni gara. Biava sta abbastanza bene, inizialmente potrebbe scendere in campo.Tra Onazi e Gonzalez deciderò domani. Marchetti ha avuto un risentimento all’adduttore, da martedì valuteremo la sua condizione. Biglia? Pulisce il gioco, gioca di prima, fa diventare la squadra imprevedibile. Felipe Anderson sta ritornando, mi sta dimostrando grandi mezzi e tutte le sue qualità. Lulic mi piace pensarlo mezzala,contro il Parma è stato uomo in più in questa posizione». Finale sui tifosi: «I pochi che c’erano si sono fatti sentire domenica, senza pubblico diventa difficile». Video CdS
Stando ad alcune indiscrezioni, la società biancoceleste starebbe valutando un possibile acquisto estivo. La zona “di caccia” è sempre la stessa:il Brasile. Lotito e co infatti, starebbe bussando alla porta del Santos per un giocatore poco più piccolo di Felipe Anderson ma con lo stesso valore di mercato (8 milioni). Valore che nel giocatore biancoceleste ancora non ha dimostrato. Leo Cittadini, viene soprannominato il “nuovo Kakà” un po’ per l’aspetto fisico, un po’ per le somiglianze tecniche. Soprannome che sembrerebbe avere molta responsabilità conoscendo il vero Kakà.. Su di lui hanno già messo gli occhi numerosi club italiani: stando a quanto raccolto da EuropaCalcio.it, hanno iniziato a interessarsi a lui club come Milan, Fiorentina, Chievo e la stessa Lazio.
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Sembra non volersi calmare la frizione tra i tifosi della Lazio e Claudio Lotito. Oggi, durante la gara della Primavera tra la squadra capitolina e la Fiorentina, gli spalti del Fersini erano gremiti, come accade spesso quando in campo ci sono i ragazzi di Simone Inzaghi. I sostenitori biancocelesti hanno spinto i ragazzi per tutto il match per la conquista del punto che mancava agli aquilotti per la matematica qualificazione alle Final eight di categoria. Non solo tifosi, sulle tribune di Formello c’erano anche alcuni giocatori della prima squadra decisi a spingere i colleghi più piccoli verso il primo traguardo della stagione. L’atmosfera, tuttavia, non è stata delle più rosee visto che non sono mancati, come accade ogni domenica all’Olimpico, cori contro la dirigenza e il presidente Lotito. In particolare ad inizio ripresa è stato esposto uno striscione che recitava: “Firenze ci hai fatto negare… per non farti contestare”. Lo striscione fa riferimento alla decisione della questura del capoluogo toscano di vietare la trasferta per la finale di Coppa Italia Primavera ai tifosi non in possesso della Tessera del Tifoso
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“Il messaggero” lancia una “bomba” (ad orologeria) in casa Lazio. Secondo il quotitiano romano infatti, Senad Lulic sta avendo una discussione col presidente biancoceleste. Il giocatore sempre secondo la stampa romana,”è prigioniero del suo gol segnato contro la Roma il 26 Maggio”. Il terzino bincoceleste vorrebbe partire ed ha avuto diverse offerte da club molto prestigiosi ma Lotito vorrebbe 18 milioni di euro, quasi 16 in più di quelli pagati per portarlo in bianco-azzurro. L’esterno si tiene la rabbia dentro e si limita a dire: “A fine stagione vedremo”.
Sempre secondo il quotidiano romano, Lulic piace parecchio alla Juve, mentre Mazzarri ha chiesto informazioni già in occasione dell’ affare Hernanes. Ma ci sarebbero anche club esteri interessati al ragazzo: si parla di Chelsea e Zenit. Nesuno però offre più di 10 milioni, comunque una bella cifra per un calciatore pagato 2,8 milioni milioni per il suo cartellino. Lulic ne fa anche una questione di sodi: ha infatti rinnovato sino al 2017 a poco più di un milione (premi compresi), ma le corteggiatrici gli offrono il doppio.
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L’operazione è quasi matematica, la somma è scientifica: contestazione e crisi della squadra, tutti sistematicamente perdenti. È il risultato più logico, comprende anche attività parallele al calcio, non si tratta esclusivamente di risultati sportivi. L’indagine portata avanti da «Il Tempo» è agghiacciante, è senza dubbio lo specchio della crisi economica del nostro paese, una routine quotidiana ormai nota a tutti che rischia di compromettere il lavoro di famiglie intere. In casa Lazio però la protesta al presidente Lotito ha toccato più settori, ha tralasciato paradossalmente il campo, ha influito negativamente sul marketing trasformandolo nell’anello debole della società. Tutti i Lazio Style (punti vendita dei prodotti biancocelesti) hanno subito una flessione notevole: il clima che si respira, l’andamento stagionale e l’ambiente hanno portato ad un crollo verticale degli affari, inarrestabile a quanto pare. L’esempio lampante è il negozio di Piazza Talenti ma la situazione è simile per tutti: nel periodo iniziale tra settembre e dicembre le vendite sono diminuite del 20-25%, sicuramente anche a causa delle prestazioni della banda Petkovic. Da gennaio a marzo 2014 il dato complessivo è decisamente allarmante: ulteriore contrazione in negativo e meno 50%, la dura contestazione ha allontanato la gente dalla stadio, fatta eccezione ovviamente per la partita contro il Sassuolo. I prodotti più richiesti sono stati quelli per bambini dai 13/14 anni, vendute molte meno maglie da gara e non c’è stata la Klose-mania. Il paradosso che in molti negozi non si trovano più le t-shirt celebrative della Coppa Italia del 26 maggio, le uniche che continuano ad andare a ruba. Un vero e proprio flop anche per quanto riguarda la linea d’abbigliamento «Lulic71», ha fallito clamorosamente rispetto alle aspettative iniziali, a parte pochi capi come il cappello forse anche per le voci sulla voglia del calciatore di lasciare la Lazio a fine stagione. Resta consolidata invece la vendita delle sciarpe in tutte le sue forme mentre per gli adulti le richieste principali prevedono sempre la tuta da match e i palloni come idea regalo. Niente da fare per i tagliandi, Olimpico vuoto per Lazio-Sampdoria, la protesta continuerà fino al termine del campionato: ad oggi sono stati staccati 2.800 biglietti. – See more at: http://lnx.lazialita.com/2014/04/05/dal-vuoto-dellolimpico-al-calo-delle-vendite-nei-negozi-ufficiali-la-lazio-e-sempre-piu-sola/#sthash.SoYIiuL1.dpuf
Brunelli, direttore generale della lega serie A torna a parlare del comunicato uscito il 28 Marzo (“Una gravissima violazione dei diritti dei club attuata da alcune tifoserie”)
Racconta che il comunicato non era rivolto direttamente ai tifosi laziali ma a tutte quelle tifoserie che analogamente bene o male “disturbano” la serenità dei club: “Non era rivolto solo ai tifosi della Lazio, ma a tutti quelli che nell’ultimo periodo si sono resi protagonisti di episodi analoghi, come quelli di Milan, Genoa, Bologna, Inter e altri ancora. Ancora più nello specifico, poi, aggiungo che il comunicato era indirizzato a stigmatizzare un certo tipo di atteggiamento, più che i tifosi che magari lo rappresentano. Nessuno si sogna di vietare ai tifosi di criticare, anche duramente, e tutti hanno ovviamente il diritto di non comprare più i biglietti e di non andare allo stadio. Ma negli ultimi mesi abbiamo assistito ad alcuni comportamenti all’insegna della prevaricazione e dell’intimidazione, che per essere tale non è necessario che sia solo fisica. Il radicamento territoriale di una società non autorizza nessuno a intimare o minacciare: vendi la società, oppure, compra quello o questo”.
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Igli Tare punta l’Europa. Poche ore fa è intervenuto ai microfoni dell’Ansa, parlando della partita in programma Domenica all’ora di pranzo contro i blucerchiati: «Concentriamoci sul finale di stagione, abbiamo delle partite davvero importanti. Con i ducali è stato un successo fondamentale, perché abbiamo agganciato una diretta concorrente in classifica. Ma domenica c’è già un’altra partita che è come una finale ,con una squadra come la Sampdoria che sta bene ed è in salute»
In vista della partita contro la Lazio,Maxi Lopez interviene ai microfoni de Il Secolo XIX. L’argentino che proprio oggi compie 30 anni parla del suo accostamento alla Lazio di pochi anni fa e della contestazione dei tifosi contro la gestione Lotito:
“Oltre al suo valore storico, per me l’Olimpico non è uno stadio qualunque. Proprio lì ho segnato il mio primo gol in Italia.Quella è stata la prima vittoria nella storia del Catania in casa della Lazio e in panchina c’era proprio Mihajlovic. Tra l’altro sono stato molto vicino alla Lazio, ma alla fine la trattativa saltò e andai a Catania. Domenica andiamo all’Olimpico consapevoli della nostra forza, sappiamo di potercela giocare con tutti, abbiamo voglia di migliorare la nostra classifica. Ce la giocheremo e se i tifosi della Lazio non ci saranno veramente, sarà meglio per noi”.
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