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Storia S.S. Lazio

“Di padre in figlio”, la speranza degli organizzatori :” Non contestate “

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MAESTRELLI WILSON
”Di Padre in figlio’ deve essere la festa di tutto il mondo Lazio, ed il ricordo dello scudetto del 1974 deve servire a riunire tutte le componenti del mondo biancoceleste: la tifoseria, la societa’, la squadra del nostro cuore”. E’ il messaggio distensivo che diffonde il comitato organizzatore della festa biancoceleste del 12 maggio, quando all’Olimpico saranno celebrati i vincitori del primo scudetto laziale vinto nel 1974. ”Quel giorno si festeggeranno i padri ed i figli – prosegue la nota –: i nostri figli sono i giocatori di oggi, nati dopo le crisi ed il salvataggio della societa’ e della prima squadra della Capitale”. 

E’ la festa di tutti i laziali, al di la’ della spaccatura che sta vivendo la societa’ attuale con parte della tifoseria.E’ grazie a questo che oggi possiamo festeggiare i successi del 1974, quelli che sono venuti dopo, e programmare quelli che verranno – spiegano gli organizzatori -. Il 12 maggio saremo tutti uniti attorno alla Lazio senza divisioni, senza contestazioni, impegnandoci a sostenere la squadra negli sforzi che ha compiuto, che sta compiendo e che compirà”

Numerosi i protagonisti della storia biancoceleste che scenderanno in campo: ”Saranno presenti assieme a noi, protagonisti della vittoriosa cavalcata del 74, anche il memorabile gruppo dei meno 9 e della salvezza agli spareggi, assieme ai campioni che nel 2000 ci regalarono lo scudetto del centenario, nonche’ alcuni giocatori della rosa attuale della S.S. Lazio calcio cui va la nostra gratitudine per aver consentito la partecipazione. Che il 12 maggio sia la festa della Lazialità – e’ l’auspicio –come la pensarono i nostri fondatori: concordia parvae res crescunt”

LALAZIOSIAMONOI

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Accadde Oggi

1 novembre 1997: quando la Lazio in dieci asfaltò la Roma

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derby lazio roma in 10

ROMA – LAZIO – La Lazio per la prima volta sfida l’ex tecnico Zeman, passato in estate sulla panchina della Roma. Eriksson, sbarcato nella Capitale dalla Sampdoria, per il derby sceglie il classico 4-4-2 con la coppia Mancini e Casiraghi in avanti e il centrocampo composto da Fuser, Almeyda, Jugovic e Nedved. Avvio shock per i biancocelesti che già al 7’ rimangono in dieci per l’espulsione di Favalli: Collina, in maniera molto severa, punisce con il rosso l’entrata diretta del difensore su Tommasi. Eriksson risistema la squadra inserendo Negro al posto di Almeyda e chiedendo un sacrificio a Mancini sull’esterno sinistro. Dopo un primo tempo di sofferenza, in apertura di ripresa è proprio il numero 10 a sbloccare il match. L’ex capitano della Sampdoria parte dall’esterno e infilandosi tra Gomez e Servidei fa partire un destro che si infila sotto l’incrocio della porta difesa da Konsel. Passano soltanto dieci minuti e la Lazio raddoppia con un’altra perla: questa volta Mancini si trasforma in uomo assist e Casiraghi in spaccata trova una coordinazione perfetta per il 2-0. All’84’ è Nedved ad infilarsi nel cuore della difesa giallorossa, superando Konsel con un delizioso pallonetto. Il gol di Delvecchio al 91’ conta soltanto per le statistiche e al fischio finale è euforia biancoceleste. Una Lazio da 10, e lode.

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