scontriHa un nome e un cognome, secondo la polizia di Roma, l’uomo che ieri pomeriggio ha sparato e ferito gravemente Ciro Esposito, il 30enne tifoso napoletano ricoverato in condizioni gravissime al policlinico Gemelli della Capitale. Per Daniele De Santis, 48 anni, ultrà della Roma già noto alle forze dell’ordine, l’accusa è di tentato omicidio, dopo le manette scattate nella notte, sempre all’ospedale Gemelli, nel quale è ricoverato per la frattura di una gamba rimediata durante gli scontri. Disordini che, a sentire la questura, sono partiti proprio dal vivaio in cui De Santis lavora come custode. Alle ore 12.30 si terrà una conferenza stampa in Questura nel corso della quale saranno resi noti gli ultimi sviluppi investigativi in merito alla vicenda.
RICOSTRUZIONE — Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato proprio il De Santis a provocare alcuni tifosi del Napoli lanciando dei fumogeni. I tifosi partenopei, a quel punto, avrebbero reagito e l’uomo avrebbe risposto esplodendo dei colpi d’arma da fuoco. Gli agenti tendono a escludere che si sia trattato di un agguato premeditato: i napoletani avrebbero riconosciuto De Santis anche per via di un tatuaggio sulla mano (Spqr) e lo avrebbero aggredito nel luogo in cui lavora.

PRIVO DI SENSI — Il 48enne romano è stato trovato privo di sensi, con la testa insanguinata. Poco distante una pistola semiautomatica calibro 7,65 con matricola abrasa, da cui forse sono partiti i sette colpi verso i tifosi del Napoli. La questura, adesso, dovrà stabilire se la presenza dell’ultrà romanista con la pistola pronta a sparare proprio mentre stavano transitando i tifosi napoletani, fosse casuale o meno.
GASTONE — Daniele De Santis è sì conosciuto dalle forze dell’ordine, ma è un vero e proprio riferimento per la tifoseria giallorossa, che lo conosce da sempre con il soprannome di “Gastone”. Nel 1994, a 28 anni, fu arrestato (e poi assolto) per gli scontri durante Brescia-Roma, in cui fu accoltellato il vice questore di polizia Giovanni Selmin e 16 agenti furono feriti gravemente a colpi d’ascia. Sempre De Santis, nel 1996, venne arrestato insieme ad altri tifosi giallorossi ed esponenti dell’estrema destra romana perché autori di una serie di ricatti all’allora presidente della Roma Franco Sensi. Infine il derby Roma-Lazio del 2004, quando insieme ad altri sei tifosi riuscì a non far giocare la partita, diffondendo la falsa notizia che durante i violenti scontri nei pressi dello stadio Olimpico era morto un bambino perché schiacciato da una camionetta della polizia. Il 25 settembre del 2008 il tribunale di Roma ha deciso che “non si doveva procedere” nei confronti dei sette. Reato andato in prescrizione.
Fonte:Gazzetta.it



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