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Gonzalez, da intoccabile ad esubero:”Lazio o altra squadra,voglio giocare!”

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gonzalez
Alvaro Gonzalez ha perso quel posto da intoccabile datogli da Petkovic e Reja. L’uruguaiano era sempre presente nella rosa titolare dei due mister precedenti ma con l’arrivo di Pioli non riesce a trovare spazio. Un cambio netto per la sua carriera la quale gli sta provocando anche del nervosismo che potrebbe influire sul campo in quei pochi minuti che il mister gli concede.
Periodo nero per il numero 15 quindi che sta subendo anche le critiche in patria da parte dei tifosi e dei media.

Qual è la tua valutazione di questo percorso iniziato con l’Uruguay dopo la Coppa del Mondo in Brasile, con l’inserimento di diversi volti nuovi?

“Penso che la cosa importante sia che c’è stato un rinnovamento, parliamo di un processo cominciato diversi anni fa. Tutto ciò è importante per creare un gruppo solido, sono convinto che ce la metteranno tutta”.

Qual è l’obiettivo in vista della preparazione per la Copa America 2015?

“Ci stiamo preparando bene. Siamo i campioni e vogliamo difendere il titolo nel migliore dei modi, anche se sappiamo che sarà molto difficile. Questo primo impegno servirà anche a prepararci in vista delle qualificazioni, che è la prima cosa da conquistare”.

Come vivi il fatto che uno dei giocatori con più presenze in Nazionale sia anche tra i più contestati dalla tifoseria?

“Credo che sul mio conto si sia formata un’opinione sbagliata, che purtroppo è diventata contagiosa. Purtroppo nel calcio non c’è memoria, se un’idea va per la maggiore poi è difficile demolirla. Ma queste critiche mi caricano e mi rendono orgoglioso, soprattutto quando poi la gente mi dice: ‘Sono stato uno di quelli che non ti voleva in Nazionale, mi sbagliavo’. Non ho mai avuto un posto garantito in squadra, voglio conquistarmelo ogni giorno. È molto importante per me che l’allenatore apprezzi il giocatore che sono. Sono desideroso di dimostrare ancora una volta il mio valore”.

Ti senti di ricoprire un ruolo particolare in squadra vista l’età (30 anni, ndr) e l’esperienza che hai?

“Ovviamente gli anni passano e adessono sono uno dei più grandi e più esperti. I giovani devono avere la voglia di farsi strada, devono essere bravi a gestire le pressioni e le difficoltà che si presentano”.

Come va la tua esperienza alla Lazio?

“Non è stato un buon semestre, anche se quest’ultimo periodo è stato positivo. L’infortunio al gemello che ho rimediato in Nazionale mi ha impedito di lottare per una maglia da titolare. Ma il fatto di aver terminato in campo alcune partite, mi permetterà di presentarmi a gennaio in grado di competere per un posto da titolare con regolarità. C’è anche la possibilità che io scelga di andare in un altro club”.

Quindi cosa ti aspetti dal futuro?

“Ho ancora un contratto per due anni con la Lazio e se penso alla possibilità di andare via dall’Italia non la vedo come un’opportunità che possa realizzarsi a breve. Ma nel mio cuore cullo il sogno di poter indossare ancora una volta la maglia del Defensor Sporting (squadra in cui è cresciuto calcisticamente, ndr) e quella del Nacional (altro suo ex club, ndr)”.



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CALCIOMERCATO: Fontanini vicinissimo alla Lazio

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Fabricio Fontanini è a un passo dalla Lazio, anche il suo agente conferma la probabile possibilità di trasferimento alla Lazio. Si aspetta solo che il San Lorenzo giochi la finale del mondiale per club domani sera per poi annunciare l’acquisto tra lunedi e martedi massimo. Fontanini con tutta probabilità si aggregherà alla rosa alla ripresa degli allenamenti dopo la sosta natalizia.
L’argentino classe 1990 potrebbe arrivare a  parametro zero alla corte di Pioli, e completare il tassello difensivo fino al ritorno del suo ex compagno di squadra Santiago Gentiletti.



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Personaggi storici SS Lazio: Roberto Mancini, il “Mancio”

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Roberto Mancini nasce nel 1964 nella cittadina di Jesi. A soli 13 anni viene segnalato al settore giovanile del Bologna, che lo ingaggia per far parte nella squadra dei “Giovanissimi”. Tre anni dopo entra a far parte dei “Primavera”. Non passa neanche un anno e si ritrova a esordire nella massima serie del calcio italiano, durante la partita Bologna-Cagliari del 13 Settembre 1861. Il 4 Ottobre dello stesso anno arriva la sua prima marcatura nella partita contro il Como. Durante la stagione 1981/1982 sigla 9 gol, che però non bastano a evitare la prima retrocessione in cadetteria nella storia del Bologna.

Nell’ estate del 1982 passa alla Sampdoria del presidente Mantovani, deciso a comprarlo poiché stregato dalla sua tecnica, che gli permette di poter essere allo stesso tempo uomo-assist e realizzatore. E’ proprio nel 1982 che entra a far parte anche della nazionale italiana under-21, di cui faceva parte tutta la spina dorsale di quella nazionale maggiore che diede spettacolo ai mondiali del 1990.

Nella Samp Mancini, insieme a Vialli, compongono una coppia d’ attacco devastante, tanto da essere ribattezzati “i gemelli del gol”. Nel 1984-1985 la banda blucerchiata conquista la coppa Italia, ma è dall’arrivo di Boskov sulla panchina che il collettivo raggiunge livelli altissimi, non solo in Italia ma anche in Europa. La conquista delle coppe Italia 1987-1988 e 198-1989 sono solo l’inizio di un ciclo vincente: dopo aver perso la Coppa delle Coppe 1988-1989 in finale contro il Barcellona, il gruppo di Boskov alza la medesima coppa l’anno successivo a discapito dell’ Anderlecht. Nel 1990-1991 arriva anche lo Scudetto, seguito dalla Supercoppa italiana vinta contro la Roma proprio con un gol del Mancio. Nel 1991-1992 potrebbe arrivare la svolta che porterebbe la banda di Mancini ai vertici del calcio mondiale: la Sampdoria si ritrova a sfidare di nuovo il Barcellona, ma questa volta in Coppa Campioni, in finale. La partita è bloccata e nervosa: alla fine dei 90 minuti il risultato è ancora sullo 0-0 e comincia a intravedersi lo spettro dei calci di rigore. Ma con il gol di Koeman al 7° minuto del secondo tempo supplementare si spengono tutti i sogni di gloria dei tifosi doriani, Il Barcellona vince la competizione e per i blucerchiati ci sono solo lacrime. Dopo la fine del ciclo di Boskov sulla panchina della Samp siede Sven-Goran Eriksson, con il quale arriva il trionfo della quarta coppa italia del 1993-1994, a distanza di 10 anni dalla prima. Nel 1994 finisce per Mancini l’ esperienza, mai veramente positiva, con la nazionale italiana, con cui disputa 36 partite, segnando solamente 4 reti. Nell’ estate del 1997, a 33 anni, Mancini sbarca a Roma, sponda biancoceleste. Il suo arrivo a Roma è seguito da quelli di altri ex-doriani come Eriksson, Veron e Mihajlovic. La stagione 1997-1998 significa molto per i laziali e per Mancini: i destini delle due squadre capitoline non si incrociano solo in campionato, ma anche nella doppia sfida valida per i quarti di finale di coppa Italia. La compagine biancoceleste risulta vincitrice di tutte e 4 le sfide e Mancini mette la firma in 2 occasioni. La doppia vittoria contro i giallrossi, in particolare, da un gusto ancora più dolce al trionfo finale della competizione stessa. Nel restante biennio la Lazio di Mancini conquista ancora una Supercoppa Italiana nel 1998 (in questa stagione Mancini mette a segno una straordinaria doppietta nel derby finito 3-3), una Coppa delle Coppe e l’ ambitissima Supercoppa Uefa contro un favorito Manchester United nel 1999 (il 16 Gennaio del 1999 Mancini regala al calcio un fantastico gol di tacco acrobatico contro il Parma) e nella stagione 1999-2000 trionfa due volte in campo italiano, vincendo Scudetto e coppa Italia, festeggiando così nella maniera migliore il centenario biancoceleste.

Dopo la conquista dello Scudetto con i biancocelesti Mancini firma un contratto di prova della durata di un mese con il Leicester City, disputando 4 partite in Inghilterra e chiudendo la sua gloriosa carriera di calciatore.

Finita la carriera da calciatore Mancini rimane nel mondo Lazio diventando vice allenatore di Eriksson. Nel Gennaio 2001 viene ingaggiato come allenatore della Fiorentina, con cui vince subito una coppa Italia. Solo un anno dopo essersi seduto sulla panchina viola si dimette e dal Luglio 2002 ritorna ancora alla Lazio, questa volta nelle vesti di primo allenatore. Alla prima stagione Mancini raggiunge un 4° posto che porta la Lazio a poter disputare la Champions League, nonostante le dimissioni del presidente Cragnotti a causa di un crack finanziario. L’ anno dopo raggiunge la sesta posizione e coglie una grande vittoria in coppa Italia, conquistata dopo una vittoria in finale con la Juve. Nella stagione 2004-2005 approda all’ Inter e vince subito l’ ennesima coppa Italia. L’anno dopo conquista subito la Supercoppa contro la Juve e alla fine del campionato,  l’ Inter, seppur giunta terza, viene proclamata vincitrice del campionato dalla giustizia sportiva dopo lo scoppio dello scandalo Calciopoli che coinvolge, tra le altre, la Juve e il Milan, piazzatesi nel campionato rispettivamente 1a e 2a. Nello stesso anno conquista anche la coppa Italia a discapito della Roma. La stagione successiva si apre con un altro trofeo in bacheca: l’ Inter conquista un’ altra supercoppa italiana, stavolta contro la Roma, e vince nuovamente lo scudetto, finalmente sul campo. L’anno seguente conquista solo il campionato e a fine stagione Mancini viene esonerato per alcune dichiarazioni fatte dallo stesso dalle quali si intendeva la sua decisione di dimettersi.

Perciò Mancini comincia la stagione 2009-2010 senza allenare una squadra. Accetta cosi a Dicembre la generosa offerta del Manchester City, che ha appena esonerato Hughes. Grazie a Mancini i Citizens finiscono il campionato in 5a posizione, ottenendo cosi una storica qualificazione in Europa League.

Nella seconda stagione alla guida del City il Mancio raggiunge la terza posizione finale, che garantisce per la prima volta nella storia i gironi di Champions League alla squadra di Manchester. Nella stessa stagione Mancini e i suoi conquistano la FA cup in finale contro lo Stoke City. Ma è la stagione successiva che segna l’ ascesa dei Citizens: all’ultimo istante dell’ultimo minuto di recupero dell’ultima partita stagionale Sergio Aguero segna uno dei gol più importanti nella storia del Manchester City, che vince 3-2 sul QPR e vince la Premier League, che fino a un istante prima era in mano degli odiati cugini del Manchester United.

La stagione successiva comincia con la conquista della Community Shield vinta contro il Chelsea per 3-2, ma il City non riesce a bissare il successo in campionato dell’ anno precedente e finisce la stagione perdendo la finale di FA cup contro la neo-retrocessa Wigan, che si qualifica in Europa League per l’ anno successivo, pur giocando in Championship. Perciò Mancini viene sollevato dal ruolo di allenatore e deve ricominciare da un’ altra squadra.

Una nuova opportunità per il Mancio arriva dalla Turchia, precisamente dal Galatasaray. Con il Gala ottiene, a discapito della Juve di Conte, un criticato passaggio agli ottavi di Champions League a causa di presunta inagibilità del campo. Agli ottavi il Galatasaray incontra il Chelsea di Mourinho, che vince la doppia sfida e passa ai quarti. Vince la coppa di Turchia ma non riesce a rimontare il gap con il Fenerbahce per quanto riguarda la vittoria del campionato. Mancini, giunto secondo, si dimette.

A causa dello scarso rendimento dell’ Inter nella stagione 2014-2015, appena prima del derby della Madonnina Walter Mazzarri viene esonerato e al suo posto subentra proprio il Mancio, che raccoglie subito il primo punto con i cugini rossoneri. Vince poi 2-1 contro il Dnipro qualificandosi per i sedicesimi di Europa League, ma subisce due gravi sconfitte in campionato, prima contro la Roma (4-2) e poi con l’ Udinese (2-1). Trova 3 punti d’ oro in casa del Chievo e ora si prepara per affrontare la Lazio.

Mister, ti auguriamo il meglio ma a partire dal 2015!

Lorenzo Martini



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Mauri si racconta:”Dopo il carcere non ho paura di nulla.Champions? Questa è la Lazio più forte in cui ho giocato

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mauri scommesseStefano Mauri è stato intervistato dalla Gazzetta dello sport in merito al suo ottimo momento. Sembrerebbe il capitano bianco azzurro stia lanciando una frecciatina a chi sempre lo ha criticato e sopratutto a tutti coloro che lo credono colpevole nel calcioscommesse, dando il meglio di se sul campo e diventando momentaneamente capocannoniere della Lazio con ben 6 gol.
L’intervista inizia subito col suo pensiero del calcioscommesse
“Questa vicenda (l’inchiesta sulle scommesse che lo vede indagato da tre anni dalla Procura di Cremona, ndr) mi ha cambiato. La squalifica sportiva e soprattutto il carcere sono cose che mi hanno segnato profondamente e mi resteranno dentro. È qualcosa che però ti fortifica anche. Perché poi dopo non ti fa paura più nulla”
“E continuo a farlo, fiducioso che la verità venga a galla. L’inchiesta di Cremona credo sia alle battute finali. Spero nel proscioglimento, ma temo che avrò il rinvio a giudizio. Se così sarà affronterò il processo serenamente, convinto di poter dimostrare la mia estraneità. Penso di non aver fatto nulla di male. Poi è chiaro che, col senno di poi, qualcosa la eviterei di fare”
Il capitano laziale è tornato più forte di prima “costringendo” Pioli a schierarlo in ogni match grazie alla posizione acquisita da Leader
“Meriti? Un po’ l’esperienza, un po’ Pioli. Il tecnico mi fa giocare da trequartista o da attaccante esterno. Molto avanzato quindi, e da lì è più facile segnare. E poi anche l’esperienza aiuta. Qualche anno fa correvo tanto, ma spesso a vuoto e così arrivavo scarico in area. Adesso corro meno, ma mi trovo sempre al posto giusto al momento giusto”. Mauri ha poi dei ringraziamenti speciali per un suo compagno: “Poi ci sono i consigli di Klose. Campione straordinario e compagno di squadra fantastico. In allenamento è uno che ti spiega i movimenti da fare, ti aiuta a migliorare. E nel calcio c’è sempre da imparare. Anche a 35 anni. Klose e Baggio sono i giocatori più forti con cui ho giocato”. Il numero sei biancoceleste parla poi degli obiettivi della squadra che punta decisa all’Europa, ma non solo: “Sono qui dal 2006 e non ho dubbi: questa è la Lazio più forte in cui io abbia giocato. Non so se basterà per arrivare terzi perché ci sono tante squadre in grado di centrare questo piazzamento. Ma ci siamo pure noi e faremo di tutto per riuscirci. Con Reja l’abbiamo buttata per due anni, quest’anno non deve sfuggirci”
Infine guarda in avanti, una strada molto impegnativa in vista dei big match che metteranno alla prova la S.S Lazio
“Un ciclo di ferro (dopo l’Inter ci saranno Samp, Roma, Napoli e Milan, ndr) che può essere decisivo. Dobbiamo partire con il piede giusto. Vincere a San Siro non sarà facile, ma possiamo provarci. Vogliamo andare alla sosta conservando il terzo posto”. L’anno nuovo porterà anche il derby che in passato gli ha regalato la più grande gioia della sua carriera: “Manca meno di un mese, ma non si parla d’altro a Roma. La Coppa Italia conquistata sulla Roma nel 2013 è stata una gioia unica, indescrivibile. Anche le due coppe del 2009, anche il terzo posto del 2007 sono stati risultati importanti. Ma quella Coppa alzata da capitano non ha eguali”. In chiusura c’è tempo per una battuta su passato e futuro: “Rimpianti? La Nazionale. In azzurro ho giocato, ma non sono mai riuscito a trovare la continuità. Rinnovo? Ho il contratto in scadenza, di rinnovo non abbiamo ancora parlato. Ma non c’è fretta. In primavera mi vedrò con i dirigenti e decideremo assieme. Futuro? Mi piacerebbe allenare”.



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Felipe Anderson:” E’ ora di dimostrare quanto valgo”

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FELIPE ANDERSONLa psiche umana è “la cosa più” più studiata al mondo. Possiamo ricordare Zarate nella Lazio quando un anno fece bene e i successivi era etichettato come bidone. Ma se un giocatore ha grandi potenzialità può un cervello dimezzare le prestazioni del corpo? Sembrerebbe di si visti i due casi in casa Lazio. Mentre Zarate è esploso con la Lazio e la sua “mattonella” rifilata alla Roma nel Derby, Felipe è stato preso dalla Lazio in un momento positivo per lui dal Santos. Passato alla Lazio ha avuto 2 anni per abituarsi al calcio italiano, se in Brasile regna un calcio pieno di “trick” e tecnica,in serie A bisogna stare attenti al catenaccio e le pressioni dei difensori con poco spazio per giocare il calcio verde-oro. E’ bastato un gol in coppa Italia a far riaccendere il brasiliano ed il suo calcio, anche se da quando è a Roma ha mostrato giocate di livello alto ma alla fine sporcava sempre l’azione con un errore forse dovuto dall’ansia di “dover dimostrare”.
Felipe è stato intercettato dal sito Globoeporte lasciando le seguenti dichiarazioni:
“Ogni giocatore quando arriva in una squadra sogna di essere un idolo. Ho sempre ricevuto un sacco d’affetto, mi hanno sempre trattato bene. Sono molto felice di vivere questo momento. L’anno scorso ho vissuto un periodo di adattamento. Ora sto trovando continuità e, grazie a Dio, sono stato in grado di sviluppare il mio calcio, questo è importante per la mia crescita. E’ il momento di dimostrare il mio potenziale”.
“La gente si aspettava che facessi di più. Quando senti così tanta pressione è difficile esprimersi al meglio. Ma il Santos è stato un momento meraviglioso della mia carriera. Alcune cose sarebbero potute andar meglio, ma sono contento di aver giocato in un club del genere”.
Il brasiliano non ha mai negato un forte legame con l’ex compagno Neymar, un rapporto saldo e fraterno quello con la stella del Barca: “L’ho incontrato quando sono arrivato al Santos, è un vero professionista. Adesso che mi trovo a Roma l’amicizia continua comunque, lo sento spesso. E’ stato ed è ancora molto importante per la mia carriera”. Poi conclude raccontando un aneddoto: “Osservare il movimento di giocatori come Cristiano Ronaldo, Messi e Neymar mi sta aiutando molto”.
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FOCUS DIFESA: Fontanini e Kennemann i nomi nuovi, Novaretti sempre più in uscita

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fontanini-rafaelaNon si fermano le voci riguardanti il rinforzo difensivo che Tare ha promesso al tecnico Pioli. Come già detto nei giorni scorsi però, individuare quello che sarà il vero obiettivo del ds albanese rimane difficile, vista anche la grande quantità di pretendenti che sono stati accostati alla compagine capitolina. Si aggiungono alla lista due giocatori del San Lorenzo de Almagro: Fontanini e Kennemann.

Il primo, Fabricio Fontanini, è un classe ’90 di prospettiva, alto 187 centimetri. Per ora la situazione è ferma, il San Lorenzo sarà impegnato nella suggestiva finale del Mondiale per Club contro i Galàcticos madrileni di Carlo Ancelotti e non vuole distrarre ulteriormente il giocatore, già informato che la Lazio lo sta seguendo e desideroso di fare il salto di qualità.

Un’altro nome proveniente dall’Argentina è quello di Walter Kennemann, anni 23 con passaporto tedesco e quindi comunitario e compagno di Fontanini nel San Lorenzo, ma vicinissimo nelle ultime ore ai messicani dell’Atlas.

Si seguono inoltre il centrale brasiliano Doria, attualmente in forze al Marsiglia primo in campionato. L’ex Botafogo non ha convito Bielsa e per lui si pensa addirittura ad un ritorno in patria, magari con la forumla del prestito. Il 29enne finlandese Moisander invece rappresenterebbe un “usato garantito” e potrebbe rivelarsi un buon affare, considerando anche che è in scadenza di contratto.

IN USCITA:

A Formello si lavora anche per sfoltire la rosa: Novaretti sembra ormai con le valigie in mano, il Colo-Colo lo accoglierebbe a braccia aperte, mentre Ciani interessa al Cardiff che lo aveva cercato anche in estate.



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Lazio, caccia al centrale. Tanti i nomi sul taccuino di Tare

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182608170-18e47794-d14b-4607-932c-1b9d54186d6dL’infortunio di Gentiletti ha scombussolato e non poco i piani di Pioli e della società. Il roccioso difensore argentino era stato infatti preso per far coppia con il giovane De Vrij e fin da subito, Santiago si è dimostrato all’altezza e pronto a dar battaglia su ogni pallone, uno dei tanti aspetti che gli hanno permesso di accaparrarsi da subito la simpatia e la stima dei tifosi biancocelesti. Poi quella maledetta domenica a Genova, da lì inizia un’altra storia. L’olandese non ha avuto quasi mai il privilegio di trovarsi spalla a spalla con lo stesso partner per più di tre partite e spesso, i buchi difensivi, sono costati cari alla squadra. Per questo ora Tare sonda il terreno in giro per l’Europa e proprio la cena di ieri, oltre che per il consueto appuntamento prima delle feste, è servita per fare un po di chiarezza a riguardo. Proprio il ds è intervenuto ai microfoni di Sky, ammettendo che “la società sta lavorando a soluzioni in uscita per giocatori come Novaretti”. Aggiunge poi che chi verrà scelto, “sarà preso per essere un giocatore di prospettiva e che debba fornire da subito aiuto alla squadra”. Quindi, un difensore arriverà, senza meno, ma chi sarà?

Anche mister Pioli si è espresso in merito, sempre ieri: “cerchiamo un centrale mancino”, proprio come Gentiletti. A tal proposito restano calde le piste che portano al serbo Stankovic e al 23enne Jeffrey Gouweleeuw dell’AZ.

Sarà preso qualcuno sul mercato, sicuramente, ma la girandola di nomi che vengono accostati ogni giorno alla Lazio rimane ampia e non si sfoltirà fino a Gennaio, quando scatterà in via ufficiale la caccia al nuovo difensore centrale.



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Le parole di Pino Insegno, intercettato alla cena di Natale della S.S. Lazio

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4c0ea8853e55bbfcb813acfbb2461670-72839-1373411043Alla cena di Natale che si sta svolgendo in questi momenti in uno dei locali più famosi di Roma, lo Spazio Novecento, Pino insegno si concede alle domande dei giornalisti e ci dice la sua sulla Lazio, sul Derby, sugli infortuni e ci racconta un divertente aneddoto…

Cosa chiedi a questa Lazio come regalo di Natale?

Io non posso chiedere niente, spero si liberi l’infermeria per Natale, solamente quello. Però in questo momento vedo una squadra quadrata e credo ci siano tutti gli elementi per fare qualche risultato di seguito. Poi il calcio è bello per questo: perché può succedere tutto il contrario di quello che sto dicendo

Al derby ci pensi?

No, non c’è il derby, non esiste. Non è una parola che mi riguarda (non c’è rivincita dopo il 26 maggio, questo il concetto ironico espresso da Pino, ndr) Fortunatamente conduco Domenica In e ho questa scusa per non soffrire. “Quanto stanno?” chiedo (ride, ndr). Domenica scorsa ho mancato un’entrata in diretta, c’era Frizzi che è entrato da solo perché io stavo vedendo gli ultimi 5 minuti della partita. Ho detto che mi ero sentito male, anche se adesso ho dichiarato di aver fatto finta, chiedo scusa.

Al terzo posto ci credi?

Io credo anche al primo sinceramente, se mi levi la speranza di poter vincere l’Oscar o di andare a letto con Sharon Stone è finita la vita, io ci credo sempre. Per cui credo sempre in tutto, la speranza di vincere un’Oscar o uno scudetto, “è la vita”. Poi però bisogna essere realistici e capire che quest’anno non ci sono le possibilità di vincerlo. Vedo comunque una Lazio già più divertente, più quadrata, più lineare ed anche i giovani si stanno esaltando, bisogna saperli aspettare ma noi siamo laziali: non aspettiamo nessuno e poi ci ricrediamo dopo un secondo. “Hai visto questo? E’ annoiato; invece poco dopo: E’ un fenomeno!” (riferito a Felipe Anderson, ndr).

 

 



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La Lazio continua la risalita

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231042942-099ca929-8446-4fde-b5e0-09eb85aea67dNell’anticipo della 15esima giornata la Lazio continua a far vedere buoni segnali dopo la vittoria in rimonta contro il Parma di domenica scorsa e porta a casa altri tre punti fondamentali per la zona Europa anche i virtù del fatto che 6 delle prime 7 squadre in classifica si affrontano oggi in uno scontro diretto che ci permetterebbe di guadagnare terreno sulle rivali. 
I padroni di casa si schierano con il solito 4-3-3 con Radu che recupera in difesa e viene schierato sulla sinistra, la coppia Ledesma-Gonzalez che non fa sentire la mancanza di Parolo e Biglia a centrocampo e l’ormai tridente titolare data anche l’assenza di Candreva almeno fino a Natale con Anderson, Mauri e Djordjevic, mentre l’Atalanta schiera le due punte Denis e Bianchi supportati da Maxi Moralez.
Si capisce fin dalle prime battute della gara che sarà la Lazio a fare la partita con l’Atalanta molto attenta dietro e pronta a giocare di rimessa. Nel primo tempo oltre ad un buon possesso palla e un pressing alto la Lazio non riesce a fare, trovando poche occasioni da gol anche per l’ottimo fortino eretto dai bergamaschi. Nella ripresa la Lazio entra in campo con un altro piglio, si riversa subito nella metà campo degli ospiti e trova il vantaggio al 6’ con il solito capitan Mauri abile a spingere in rete in scivolata un cross rasoterra molto bello di Anderson, anche questa sera uno tra i migliori. La reazione dell’Atalanta tarda ad arrivare e quindi la Lazio spinge per trovare il gol della sicurezza, raddoppio che arriva al 27’ sempre con Mauri che riceve palla nuovamente da Anderson dopo una bellissima serpentina e infila all’incrocio dei pali un bellissimo sinistro a giro. Poco dopo Mister Pioli gli regala la standing ovation dell’Olimpico facendo entrare il giovane Keita al suo posto. La partita la chiude definitivamente Lulic al 36’ con un bel colpo di testa su cross di un ottimo Basta, mentre successivamente cercano gloria personale anche Keità e Anderson ma Sportiello gli dice di no. 
Bella prestazione della Lazio che stasera finalmente dopo essere tornata alla vittoria a Parma torna anche a convincere, una Lazio sempre sul pezzo come ha detto il mister e che si appresta ad affrontare un ciclo di partite molto complicate e un calendario che già prima della sosta natalizia vede la trasferta a Milano di domenica prossima contro l’Inter del Mancio. 


TOP: Migliore in campo sicuramente Mauri con la doppietta ma buone anche le prestazioni di Felipe Anderson con due assist e tantissime accelerazioni palla al piede, De Vrij sempre più leader della difesa e Basta che è tornato il giocatore di fascia instancabile di inizio stagione.


FLOP: Nessun flop nella partita convincente di ieri sera, più che altro una nota per Pioli e una per la società. Per quanto riguarda la società mi sembra chiaro che a gennaio sia necessario l’acquisto di un centrale difensivo dato che Cana ogni partita ci mostra i suoi limiti nel bene e nel male, mentre il mister a mio avviso avrebbe dovuto dare spazio al giovane Cataldi rientrato finalmente da una serie di fastidiosi e lunghi infortuni per fargli assaggiare finalmente la serie A.

Articolo di Andre A.



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Che fine ha fatto l’Academy?

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20140527_lotito.jpg.pagespeed.ce.5HEsnugNEK“Ma che fine ha fatto l’Academy?”, alzi la mano chi lo ha pensato almeno una volta da quando, con quella presentazione in grande stile impreziosita da tanti ospiti, il presidente Lotito ha annunciato l’ambizioso progetto. Da quel giorno quasi tutto è taciuto. Ieri invece, con sorpresa di tutti, l’Academy è tornata a far parlare di se. Joop Lensen, il mago olandese ingaggiato da Tare e Lotito per gestire il progetto, è stato avvistato a Roma. Motivo della sua presenza nella capitale? Una visita al campo Gentili ed una in via Boiardo dove si trovava una delle formazioni giovanili laziali. I più attenti però si saranno accorti che l’Academy era stata inserita nell’ultima relazione trimestrale di bilancio dalla quale risulta appunto uno stanziamento di 1,6 milioni di euro alla Snam Lazio Sud, società di Lotito che dovrebbe (speriamo) occuparsi dei lavori per le strutture. È proprio in questa direzione che ci si deve chiedere quando inizieranno i lavori: infatti il pachidermico apparato burocratico che gestisce il nostro paese prevede permessi macchinosi e tempi lunghissimi per quanto riguarda la messa a punto di certe situazioni e, purtroppro, il comune di Formello non è svincolato da esso. Perciò, in attesa di quello che finalmente potrebbe essere, l’Academy resta attualmente un progetto interessante solo sulla carta, con assente (“assente” giustificata e svincolata dalla volontà della società, questo bisogna ammetterlo) tangibilità ma che comunque toglie liquidità alla Lazio ed a possibili movimenti di mercato.



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MIro Klose placa gli animi:”Resto qui pure l’anno prossimo”

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KLOSEMiro Klose butta acqua sul fuoco che lui stesso ha acceso. Nelle scorse settimane si era lamentato con i giornalisti della sua situazione professionale, facendo capire che un campione del mondo non può fare sempre la panchina nonostante ha vinto il trofeo mondiale lo stesso anno.
Il tedesco viene intervistato dal giornale Dw.de mentre era in un ristorante.
“Voglio restare qui quest’anno e anche il prossimo. Se mi guardo intorno cosa c’è di meglio?”
Poi torna a parlare della vittoria mondiale: “L’anno che si sta chiudendo credo sia stato fantastico, non succede tutti i giorni di vincere la Coppa del Mondo. Non penso ci sia qualcosa di meglio. A ogni ora si parlava di questa vittoria e la gente mi acclamava chiamandomi campione del mondo. E’ stato tutto fantastico”
Sul finire dell’intervista spunta il ds Tare che a sua volta viene intervistato sulla situazione del tedesco:
“Posso dire definitivamente che non se ne andrà. Ha ancora un contratto fino a giugno con un’opzione per rinnovare automaticamente di altri 12 mesi. E’ un grandissimo giocatore, uno di quelli che scritto la storia del calcio tedesco e non solo”.



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Personaggi storici SS Lazio: Juan Sebastian Veron, la “Brujita”

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“Io lo so dal primo tocco se quel giorno il pallone in campo mi è amico o no. Se lo è, so che posso fare qualunque cosa, rischiare qualunque tipo di giocata. Ma se è nemico, posso anche alzare la mano e chiedere il cambio dopo dieci minuti”

Juan Sebastian Veron nasce a La Plata, in Argentina, nel 1975.

Se non fosse stato un figlio d’ arte, in quanto suo padre era Juan Ramon Veron, attaccante dell’Estudiantes che vinse 3 Libertadores di fila (1968-1969-1970) e una Coppa Intercontinentale contro il leggendario Manchester United di George Best e Bobby Charlton nel 1968, avremmo parlato di un predestinato: già a 19 anni è titolare nell’ Estudiantes, con il compito di ricalcare la straordinaria carriera del padre. Ma a metà degli anni ’90 la squadra di La Plata non viaggia in acque molto calme e nella stagione 1995-96 viene retrocessa in seconda dvisione argentina. L’ Estudiantes ha bisogno di far cassa e vende i suoi giocatori di spicco, tra cui figura anche Veron, che viene venduto al Boca Juniors. Dopo un solo anno passato alla corte degli “Xienezes”, Sven-Goran Eriksson, allora allenatore della Sampdoria, decide di portarlo in Italia per una cifra intorno ai 6 miliardi di lire. Dopo due stagioni con i blucerchiati la “Brujita” viene ceduto al Parma. Nell’unica stagione in cui indossa la maglia crociata Veron conquista una Coppa Italia e la Coppa Uefa: solo una stagione più tardi infatti passa per la cifra di 52 miliardi di lire (circa 30 milioni di euro) all’ambiziosa Lazio di Cragnotti. E’ qui che l’ argentino da il meglio di sè, aiutato anche dal fatto di poter contare su altri 10 compagni dal valore tecnico unico (tra cui Roberto Mancini, già suo compagno alla Samp e suo prossimo allenatore all’ Inter); nel biennio 1999-2001 con la Lazio conquista una Coppa Italia, uno Scudetto, una Supercoppa italiana e una Supercoppa europea contro il temutissimo Manchester United (1999) e nella stagione 1999-00 Veron entra a far parte della squadra dell’ anno della rivista ESM. Veron stesso dirà: “La Lazio è il posto dove ho avuto maggiore costanza. Due anni sempre al massimo, senza cadute. Negli altri club ho fatto bene, ma ho anche avuto dei cali“. L’ anno dopo la conquista dello Scudetto (si parla della stagione 2000-01) la società biancoceleste comincia ad accusare forti perdite nel bilancio e perciò Cragnotti è costretto a mettere da parte l’ intraprendenza che lo aveva contraddistinto fino a quel momento, lavorando invece sulle cessioni delle stelle del club per fare cassa. Tra questi c’è (ovviamente) la Brujita, che per una cifra poco superiore ai 40 milioni di euro (28 milioni di sterline) si trasferisce a Manchester, sponda United. Con i Red Devils è protagonista per due stagioni, durante le quali l’ argentino conquista il suo primo e unico campionato inglese. Nella stagione 2003-2004 il Chelsea acquisisce le prestazioni di Veron per poco più di 20 milioni di euro. A Londra la “Brujita” passa molto probabilmente il periodo più nero della sua carriera. Rimarrà li solo per un anno, dopo una stagione trascorsa più in infermeria che sul campo, in cui disputerà appena  7 partite in campionato, timbrando il cartellino in una sola occasione. Come il calcio italiano nel 1996 lo aveva lanciato sul palcoscenico dei grandi, esso lo riaccoglie come un figlio nella stagione 2004-2005. E’ l’ Inter di Moratti a credere che la “Brujita” non sia finito. Il tempo darà ragione alla società nerazzurra, grazie alla quale Veron torna ai suoi standard e con cui conquista 2 Coppe Italia, uno Scudetto (quello della stagione 2005-2006, che venne revocato ai rivali della Juventus dopo lo scoppio dello scandalo “Calciopoli”) e una Supercoppa italiana, che proprio grazie ad un suo gol al 5° minuto del primo tempo supplementare verrà conquistata dall’Inter a discapito della Juve. L’esperienza all’ Inter per Veron si chiude quando lui è ormai ultratrentenne: decide così di ricominciare da dove era partito, dall’ Estudiantes, a casa sua. Durante la sua seconda esperienza con la squadra di cui è tifoso, Veron raggiunge altri importanti traguardi, sia a livello di club sia individuale: vince due volte (2006 e 2010) il Campionato di Apertura, conquista nel 2009 la Copa Libertadores e ottiene per ben due volte il Pallone d’ Oro sudamericano (2008 e 2009). Nel 2011 annuncia il suo ritiro dal calcio professionistico stabilendo come data del ritiro il 18 Dicembre, giornata in cui si disputa l’ultima partita del Campionato di Apertura del medesimo anno. Ma per uno come lui è difficile accettare di dover smettere di giocare, perciò annuncia di protrarre l’attività agonistica per altri 6 mesi, giocando tutto il Campionato di Clausura 2012. Per quanto riguarda la Nazionale Veron vanta 73 presenze, un argento alla Copa America 2007 e 3 convocazioni alle fasi finali dei Mondiali con la Selecciòn. Il 16 Giugno 2012 si conclude la sua attività agonistica e pur di non restare lontano dal campo firma per il Coronel, una squadra dilettantistica argentina. Nello stesso anno viene nominato dall’ Estudiantes direttore generale, ruolo che ricoprirà per circa 8 mesi, fino al 19 Luglio 2013, data che riporta Veron tra i professionisti, ancora una volta all’ Estudiantes. Sembra che la storia di Veron calciatore non finisca più, l’ argentino vuole andare contro l’ avanzare del tempo e sembra non riuscire ad attaccare gli scarpini al chiodo. La passione che la Brujita prova nei confronti del calcio e dell’ Estudiantes in particolare supera ogni ostacolo: non importa se lui abbia 38 anni, importa solo giocare un altro anno a calcio con la sua squadra del cuore, temporeggiare il più possibile sperando che il tragico momento dell’ addio definitivo arrivi più tardi possibile o sognando che non arrivi mai, che il fisico regga a oltranza il pesante allenamento che deve subire tutti i giorni. Come afferma in un’ intervista la decisione di ritirarsi è stata ovviamente sofferta, ma è avvenuta per concentrarsi su fini più nobili: aiutare quanti più ragazzi possibili ad emergere, non solo nel calcio, ma anche nelle altre discipline sportive, dando loro non raccomandazioni, ma gli strumenti necessari per crescere da ogni punto di vista. Perciò l’ 11 maggio 2014 la Brujita scende per l’ultima volta in campo davanti al pubblico dell’ Estudiantes al “Ciudad de La Plata” nella partita contro il Tigre. Solo pochi mesi dopo l’addio al calcio giocato, precisamente il 5 ottobre 2014, viene nominato presidente della squadra biancorossa.

LORENZO MARTINI



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Lazio, la cassa è vuota, possibili partenze illustri?

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L'aquila della Lazio dietro le sbarre a simboleggiare il mercato bloccato dalla Covisoc, con la chiave della soluzione rimandata a gennaio.

lotitoGennaio è alle porte e con l’infermeria piena è naturale chiedersi quali e quanti saranno i movimenti del club sul mercato. Il reparto che necessità maggiore attenzione è quello arretrato: al lungo degente Gentiletti si devono aggiungere Ciani, Braafheid e Radu. Proprio il romeno era stato provato in coppia con De Vrij ed aveva fornito ottime indicazioni nel nuovo ruolo di centrale. Intervenire dunque sul mercato per non far sfumare (di nuovo) l’obiettivo Europa, ma l’equazione non è così semplice. Le casse del club infatti sono vuote per l’investimento di quasi 21 milioni fatto nella scorsa estate e per le mancate cessioni di chi non fa più parte del progetto tecnico. Inevitabile pensare che qualche big potrebbe fare le valige e volare lontano da Formello. Alla lista dei partenti sono iscritti Novaretti (su di lui c’è l’interesse dell’Atlas e del Cruz Azul), Konko (possibile ritorno in patria al Marsiglia), Gonzalez (il Parma non lo ha mai mollato), Ederson (che però percepisce 1.7 milioni) e Pereirinha. Queste cessioni però potrebbero non bastare per soddisfare i parametri imposti dalla Uefa con il Fair play finanziaro che prevede un necessario pareggio di bilancio: quindi, di quali pezzi grossi dovrà fare a meno Pioli dopo Gennaio? Il nigeriano Onazi ha estimatori in Inghilterra e senza nasconderlo troppo, ha sempre espresso il desiderio di calcare i prati inglesi; Lulic che è ancora in attesa di rinnovo ed infine Ledesma, che non trova più spazio nella trequarti biancoceleste per l’esplosione definitiva del connazionale Biglia. Anche Keita che ha trovato poco spazio in questa primo spezzone di stagione potrebbe essere sacrificato (magari per consegnare definitivamente la fascia a Felipe Anderson?). Dunque gli scenari che la finestra di mercato invernale potrebbe portare in dote non sono dei migliori, con il ds Tare che intanto scandaglia in giro per l’Europa eventuali affari low cost per rinforzare una squadra che non deve essere abbandonata a se stessa, come spesso è successo nella gestione Lotito.
Valerio-Since1900-



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Infortuni e mercato invernale, è ora di agire?

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calciomercato158Tanti gli assenti in rosa, tanti gli infortuni in difesa ma tante sono le preoccupazioni della gente laziale su una gestione che non risolve i problemi ma cerca di ammorbidirli come quelle donne che fanno di tutto per comprare la spesa con i coupon in stile “tutti pazzi per la spesa”. Gestione che pretende il massimo spendendo il minimo, gestione che in una “botta di matto” spende 8 milioni per un giovane talento che solamente dopo due anni ha acceso i motori ma nulla di più viste le sue rare reti. Gentiletti, Braafheid, Ciani, Pereirinha e Konko un’intera linea difensiva rimasta ai box per i vari infortuni. Vari stop che dovrebbero accendere e cambiare (?) i piani a chi gestisce la SS Lazio.
Varie testate hanno cominciato il valzer dei nomi,Hysaj,ventenne albanese dell’Empoli, vale circa 2 milioni di euro e potrebbe portare nuovi compromessi tra Lazio ed Empoli visto che ai toscani piacerebbe alleggerire con il prestito di Cataldi.
Schar del Basilea (in scadenza nel 2015), Stankovic del Partizan e Terziev del Ludogorets. Per l’attacco si pensa all’uruguaiano Sergio Martin Cortelezzi, classe ’94 che si sta mettendo in mostra tra le fila del Lugano in Serie B svizzera. Piace anche Grégoire Defrel del Cesena, ma sul 23enne francese c’è anche il Torino.



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Comunicato ufficiale da parte di Lotito:” Col Parma vinceremo per Maestrelli”

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Maestrelli_12_maggio_1974 E’ un Lotito carico quello che ha emanato il comunicato ufficiale. E’ un Claudio ance alterato per il presunto caso Klose, è il solito gestore in poche parole.
Riportiamo il comunicato di Claudio Lotito riguardo la prossima partita contro il Parma:
“Respingo con assoluta fermezza le speculazioni mediatiche emerse in questi giorni circa il clima di tensione che si sarebbe venuto a creare intorno al mancato impiego di Miroslav Klose, durante il match di Coppa Italia contro il Varese. Si tratta di fanta-deduzioni che non incidono sulla stabilità di un gruppo il cui unico obiettivo, oggi, è ottenere i prossimi tre punti e riprendere la corsa verso l’Europa. Vogliamo e dobbiamo vincere anche per Tommaso Maestrelli, alla cui famiglia desidero esprimere la mia vicinanza in occasione dell’anniversario della sua scomparsa e unirmi, assieme ai nostri tifosi, nel ricordo indelebile di un personaggio straordinario che resterà per sempre nei cuori di ognuno di noi. Un padre, un ‘maestrò, che indossando i panni dell’allenatore trascinò la S.S. Lazio al primo scudetto, agognato, insperato. Domenica prossima contro il Parma, dobbiamo vincere anche per lui”



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Stipendi in ritardo. Il bilancio della SS Lazio di Lotito

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LOTITOClaudio Lotito ha chiuso con un utile netto di 7 milioni di euro i conti della S. S. Lazio nel bilancio consolidato al 30 giu­gno 2014 malgrado il calo del 41,7% dei ricavi, grazie a 23 milioni di plusvalenze dal calciomercato. La società di Lotito pe­rò ha pagato in ritardo gli sti­pendi dei calciatori della prima squadra: le quote di maggio 2014 sono «slittate al mese di settembre 2014», si legge nel bilancio. Al 30 giugno scorso, la Lazio aveva 13 milioni di debiti verso tesserati e dipendenti. Nell’esercizio di 12 mesi il costo totale del personale del gruppo S. S. Lazio è stato di 52,3 milioni, in calo dai 64.3 milioni dell’anno prima. La relazione spiega che i debiti ver­so tesserati sono «principalmente» costituiti: «dagli stipendi del mese di maggio e giugno dei cal­ciatori di prima squadra pagabi­li entro il 30 settembre 2014, pari a 6,974 milioni» al lordo delle imposte e «da premi individuali a tesserati pagabili entro il 30 set­tembre 2014, pari a 3,589milio­ni» lordi. Quando dice che gli sti­pendi sono «pagabili entro il 30 settembre» Lotito probabilmen­te si riferisce al fatto che le sanzioni della Figc, la penalizzazio­ne di punti, scatterebbero solo se il ritardo andasse oltre il 30 settembre. Ma il ritardo resta. Nella scorsa stagione i debiti finanziari netti sono aumentati di oltre 10 milioni, fino 16,86 milioni al 30 giugno. Ma l’esposizio­ne è più elevata. Ci sono altri 6,9 milioni di debiti non finan­ziari, benchè inferiori di 6,53 mi­lioni rispetto all’anno precedente. In questa esposizione è com­preso il debito residuo di 59 mi­lioni che la Lazio salderà a rate, entro il 2028, in base alla transa­zione “salva-Lazio” firmata nel maggio 2005 da Lotito con l’Agenzia delle entrate, sul debi­to di oltre 140 milioni della precedente gestione. I ricavi, escludendo le plusvalenze, sono di minuiti da 105.4 a 61,38 milioni, a causa soprattutto del calo dei diritti TV (da 70,7 a 56.3 milioni) per il minor nume­ro di partite in Europa League e Coppa Italia e per la «forma di contestazione» nei confronti di Lotito deitifosi che hanno diseredato lo stadio, provocando un calo di 2,7 milioni dei ricavi da bi­glietti a 4 milioni. Gli abbonamenti invece sono aumentati di poco a 3,04 milioni. La Lazio ha incassato 28,5 milioni dalle cessioni di Anderson Hernanes all’Inter per 20 milio­ni (15,7 milioni di plusvalenza), Libor Kozak all’Aston Villa per 6,5 milioni(6,15 milioni di plu­svalenza) e Sergio Floccari al Sassuolo per 2 milioni (1,13 milio­ni di plusvalenza). Nel bilancio c’è però un aumento degli oneri per servizi esterni da 18,69 a 21,33 milioni. Sono quasi raddop­piate le spese amministrative, da 5,5 a 10,5 milioni. Parte di queste spese sono verso società di Lotito, mentre la Lazio è in Bor­sa e ha soci di minoranza. La La­zio ha sostenuto costi per servizi o lavori verso parti correlate, cioè società personali intera­mente o in larga parte di Lotito, per 10,34 milioni,il doppio ri­spetto ai 5.4 milioni del bilancio al 3o giugno 2013. Tra queste spe­se ci sono 3,22 milioni verso Snam Lazio Sud, 1,8milioni ver­so Linda, 1,71 milioni verso Ga­soltermina Laurentina. E 1.45 milioni di costi verso l’Us Salernita­na «per l’utilizzo di diritti com­merciali e pubblicitari». La Sa­lernitana è stata rilevata dal fallimento nel 2011 da Lotito insieme al costrut­tore Marco Mezzaroma, suo cognato. Le quote dei due,ufficialmente,sono paritetiche. Come dire, Mezzaroma e Mezzalazio.
bilancio
Fonte- See more at: http://lnx.lazialita.com/2014/12/05/stipendi-in-ritardo-spunta-lotito-ecco-la-situazione-foto/#sthash.UFBO2zRX.dpuf



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Agente FIFA Cicchetti:”Klose potrebbe chiudere la carriera al Kaiserslautern”

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KLOSESi è parlato nella settimana scorsa, di un possibile caso Klose, il quale avrebbe espresso il suo “malcontento” nell’essere la seconda scelta di Pioli dopo Djorjevic.
Per chiarire meglio la situazione, il sito lalaziosiamonoi ha contattato ed intervistato l’agente FIFA Cicchetti che ruota attorno al calcio tedesco:
Partiamo dalle parole di Klose alla Bild. Il tedesco reclama più spazio, cosa pensa di queste esternazioni? “Bisogna vedere innanzitutto se si tratta di dichiarazioni rilasciate effettivamente dal giocatore. Se fossero confermate mi stupirebbero perchè Klose non è il tipo da esternare situazioni del genere, c’è da capire il motivo. E’ un giocatore non abituato a fare la panchina, evidentemente non l’accetta di buon grado, ammesso che le sue parole siano vere”.

A 36 anni è ancora in grado di giocare tante partite? “Sicuramente va centellinato, schierandolo nelle partite che contano. Quando gioca è in grado ancora di decidere le partite, l’abbiamo visto sia nel Mondiale che con la maglia della Lazio. Credo sia molto legato all’ambiente biancoceleste, si trova bene, difficilmente andrà via a meno che le cose non dovessero precipitare. E’ un piccolo incidente di percorso e nulla più”.

In Germania si parla di un possibile ritorno al Kaiserslautern, il suo primo amore. “E’ probabile che possa chiudere la carriera lì, è il club che lo ha lanciato e lo ha valorizzato, sicuramente è molto affezionato. Sono convinto che possa giocare nella Lazio almeno altri sei mesi, anche ad ottimi livelli. Fossi in Klose rimarrei ancora per completare questo ciclo e cercare di restituire l’Europa alla Lazio”.

Queste dichiarazioni potrebbero complicare le scelte di Pioli? “Non ho mai visto un allenatore che fa giocare un calciatore perchè si lamenta. Se cambierà idea sarà perchè si è reso conto che un altro sistema di gioco possa essere più produttivo per la squadra. L’unica soluzione per schierare sia Klose che Djordjevic sarebbe passare ad un 3-5-2, a un 4-3-1-2 o a un 4-4-2. Sono due centravanti, secondo me si pesterebbero i piedi”.

L’olandese Braafheid invece rappresenta una piacevole sorpresa, dopo un anno di inattività all’Hoffenheim. “Ha dimostrato in carriera di essere un giocatore importante, purtroppo si era perso per varie problematiche tra cui alcuni gravi infortuni. Una volta tornato alla piena efficienza fisica ha dimostrato tutto il suo valore. Averlo preso a parametro zero dopo un periodo di prova significa che la Lazio ha vinto la sua scommessa ed è stata brava e fortunata ad averci creduto”.

La Lazio punta al ritorno in Europa, il terzo posto è una proiezione plausibile? “La Champions è ancora possibile se analizziamo la classifica, realisticamente penso che il Napoli sia la squadra meglio attrezzata per raggiungere questo obiettivo. Il campionato è lungo, può succedere di tutto, sarà determinante il mercato di gennaio. Chi ne uscirà rinforzato potrà ribaltare i pronostici. Penso che per la Lazio sia il caso di puntare anche sulla Coppa Italia, una manifestazione nella quale ha sempre fatto bene, potrebbe arrivare all’Europa anche attraverso questa competizione”.

Tare si sta muovendo molto per individuare rinforzi per gennaio. Lei è un esperto di Bundesliga, è a conoscenza di qualche movimento? “Non è un mistero che la Lazio si stia guardando intorno per rinforzare la squadra, l’obiettivo numero uno è un centrale di piede mancino. Sono stati fatti tanti nomi, tra cui quello del brasiliano Doria dell’OM. Il campo non l’ha praticamente mai visto e potrebbe arrivare in prestito con diritto di riscatto, sarebbe un gran colpo. E’ un ’94 in possesso di un fisico importante, è stato anche vicino alla Juventus in passato. Lo prenderei subito. Il mercato tedesco invece è sempre molto caro ad Igli Tare, lo conosce come le proprie tasche, non è escluso che a gennaio o a giugno possa arrivare qualche rinforzo, anche se i costi in Bundesliga sono lievitati”.



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Intervista a De Martino. Mercato? Lazio già competitiva. Klose? Nessun caso

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de martinoDopo la vittoria sul Napoli dei ragazzi di Simone Inzaghi, De Martino è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio:
“Intanto cominciamo dalla Primavera. È stata una partita difficile contro un Napoli che è una grande squadra con giovani interessanti. I ragazzi hanno portato a casa la partita con grande cuore e su un campo appesantito perché ieri ha piovuto molto. Complimenti ai ragazzi per il grande carattere messo in mostra. La prima squadra e la Primavera sono in simbiosi perché c’è la volontà di voler far approdare molti ragazzi in prima squadra. Più che una speranza è quasi una certezza visto il tasso tecnico. Per quel che riguarda Klose domani dovrebbe essere in gruppo. Ieri ha avuto questo fastidio molto forte che aveva accusato prima della partita, fortunatamente – prosegue il responsabile della comunicazione – non c’è stato bisogno di farlo andare in Germania. Rientrerà in gruppo da domani e sarà pronto per Parma. Le polemiche le lasciamo a quelli del mestiere che devono solleticare il tifoso. Le dichiarazioni rilasciate dal tedesco mi fanno piacere, perché ti dimostrano che il giocatore ha voglia di giocare e che vuole dare ancora molto. È chiaro che le dichiarazioni in patria hanno un’influenza maggiore, Klose in Germania non è solo un giocatore ma un simbolo quindi le sue parole vengono enfatizzate. A me fa piacere se lui vuole giocare di più, resterei stupito del contrario. Non c’è nessun caso. Parliamo di quello che deve accadere in campo contro il Parma. Una squadra che giocherà con il coltello fra i denti, ci serve l’impegno di tutti. Anche quello di Klose. C’è una maglia da onorare e dei tifosi da accontentare. Loro da inizio stagione non hanno fatto mancare nulla alla squadra”. De Martino poi prosegue con la parentesi mercato: “Non lasciamoci distrarre dal mercato, la Lazio è una squadra competitiva. Se ci sarà la possibilità di migliorare la società lo farà. Questo è un gruppo bellissimo, il più bello che ho visto da quando sono alla Lazio”. In conclusione trae un bilancio sull’andamento della Lazio in queste ultime gare: “Non si può accettare la sconfitta con l’Empoli, con la Juve abbiamo provato a giocare ma loro ci hanno colpito perché sono più forti. Ci può stare. Con il Chievo abbiamo cercato la vittoria ma non è arrivata. Ricordiamoci che le squadre stanno tutte lì, gli obiettivi sono tutti raggiungibili. Ballano tre punti e si può recuperare. Non c’è un divario grande come per le prime due posizioni. La Lazio deve ripartire da Parma. Ben venga il passaggio del turno in Coppa Italia con il Varese, però ora dobbiamo restare concentrati per Parma. È presto per dare giudizi, vedremo dove possiamo arrivare quando giocheremo con la Sampdoria, il Napoli e l’Inter, che sono squadre che si giocano l’Europa con noi”.
Lalaziosiamonoi



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Tim Cup Primavera, la Lazio accede ai quarti di finale.

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PRIMAVERARocambolesca, infinita, al cardiopalma. Eccola descritta in tre parole la sfida tra Lazio e Napoli, valida per gli ottavi di finale della Primavera Tim Cup. Con tenacia e fino allo stremo delle forze, sono i biancocelesti ad avere la meglio dopo 120 minuti e oltre. Non bastano certo i novanta minuti, Palombi apre le danze con un rigore, Gilardi pareggia i conti. Ai supplementari lo stesso copione, Oikonomidis riporta la Lazio in vantaggio ma ancora una volta il Napoli agguanta il risultato con Bifulco. Infine i rigori, i biancocelesti non sbagliano neanche un colpo e conquistano i quarti di finale. Torna Pollace nello scacchiere di Inzaghi, si riprende la fascia destra con Germoni sulla corsia opposta. Prce e Mattia la coppia centrale in difesa, Guerrieri in porta. A centrocampo Rokavec e Murgia con Pace in cabina di regia. Solito tridente con Palombi e Oikonomidis a supporto di Tounkara a guidare l’attacco. » un primo tempo da nervi saldi e tanta tattica. Impossibile sbloccare il risultato. Più Napoli che Lazio in realtà, i partenopei ci provano spesso con tiri dalla distanza. L’occasione più ghiotta se la trova tra i piedi Tounkara, servito da Oikonomidis, ma il suo tiro trova la deviazione in angolo del portiere avversario. » un episodio chiave a scardinare la sfida. Al 48′ Palombi viene atterrato in area, l’arbitro – senza alcun dubbio – assegna calcio di rigore per i biancocelesti. Tounkara sfiora pure il raddoppio, solo al limite dell’area sgancia il tiro, il portiere dice di no. Poi immancabile la solita ammonizione per l’ex Barcellona – era già stato graziato per diversi falli – e la sostituzione (in campo Rossi al 65′). Dal dischetto proprio l’attaccante, tiro potente per il vantaggio della Lazio. Non intende mollare il Napoli, si avvicina al pareggio, è solo Guerrieri a salvare i biancocelesti. Ma non per troppo, perché a pochi minuti dal triplice fischio è Gilardi a servire la beffa dell’1-1. » una sfida senza ritorno, il pareggio allo scadere del tempo regolamentare spedisce le squadre ai supplementari. E la Lazio vuole la vittoria a ogni costo, la sfiora con un’azione ingarbugliata quanto decisiva, nata da un cross di Palombi: Rossi raccoglie ma trova la respinta del portiere, Oikonomidis invece non sbaglia il tap in. Ma è ancora il Napoli a rimontare, riacciuffa il pareggio con Bifulco, rimane in dieci per l’espulsione di Luperto ma non molla. I quarti di finale saranno i rigori a deciderli. I biancocelesti non sbagliano neanche un colpo, quattro su quattro a gonfiare la rete, i quarti di finale sono tutti della Primavera di mister Inzaghi.
Il Tempo



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Miro Klose non è felice:” Voglio giocare di più”

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KLOSEDopo Ledesma e Gonzalez, si aggiunge anche un altro giocatore che non ne può più della panchina. Miro Klose infatti, ha dichiarano ad alcuni microfoni esteri, di essere stanco della situazione attuale, vorrebbe giocare di più. Per come ha fatto capire, un giocatore che recentemente ha alzato un trofeo molto importante come quello della coppa del mondo, non può essere la ruota di scorta negli ultimi minuti dei 90 giocati.“Mi sento sano, in forma e voglio giocare di più. E’ ovvio che la situazione attuale non mi rende felice, ho altri obiettivi sportivi”
Il suo contratto scadrà in estate e squadre russe,tedesche ed inglesi sono già alla finestra per prenderlo a parametro zero anche se alcune testate tedesche immaginano che per Miro sia l’ultima stagione prima di appendere gli scarpini al chiodo.
“Adesso parlerò con la dirigenza Lazio e vedrò cosa fare. In teoria nel calcio nulla è impossibile”



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Calcioscommesse.Ottimismo per i legali di Mauri, oggi ritireranno la Perizia

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mauri scommesseGiornata importante oggi per i legali di MAURI: come riporta laziofamily.it, a circa 45 mesi dal compimento del presunto illecito (Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, rispettivamente del 14 e 22 maggio 2011), gli avvocati ritireranno la perizia firmata dagli esperti nominati dal Gip Guido Salvini, in ordine all’incidente probatorio relativo all’inchiesta Last Bet, accertamento tecnico in corso ormai da un anno. Filtra ottimismo sui risultati: dopo i riscontri negativi riguardanti le eventuali tracce di illecito presenti nei suoi dispositivi – un pc, un mobile Apple e un mobile BlackBerry – analoghi risultati sarebbero emersi incrociando gli elementi dei circa 20 dispositivi risultati positivi. In sostanza, i tecnici del gip avrebbero messo a confronto le risultanze dei soggetti il cui incidente probatorio aveva dato buon esito per l’accusa, ma, a quanto emergerebbe, nessuno di questi tentativi avrebbe ricondotto in alcun modo al numero 6 biancoceleste. La parola fine a questo lunga calvario sta per essere scritta: infatti, entro e non oltre febbraio 2015, il pm Di Martino dovrebbe chiudere le indagini con il 415 bis, formulando le eventuali richieste di rinvio a giudizio che saranno valutate da un gip diverso dal magistrato che il 28 maggio 2012 firmò l’ordine di custodia cautelare che portò all’arresto, tra gli altri, di Mauri e Milanetto.
Lazio news



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Mancini domani spegne 50 candeline. Arrivato Lotito me ne sono andato.

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MANCINIE’ un Roberto Mancini nostalgico quello che ha rilasciato l’intervista al CdS.
Domani compierà 50 anni, il “Mancio” ha ripercorso la sua carriera. Indubiamente la sua squadra del cuore è la Sampdoria ma ha anche parlato della bellissima parentesi in biancoceleste e ha confessato che appena arrivò Lotito se ne è andato.
Mancini ha risposto a una lunga lista di domande in cui veniva chiamato a scegliere tra due personaggi. Tra le varie domande c’era anche quella tra Sergio Cragnotti e Claudio Lotito, Mancini non ha dubbi e risponde: “Cragnotti. Quando è arrivato Lotito io me ne sono andato dalla Lazio”. La squadra biancoceleste è protagonista anche della scelta tra Rosetti e Collina con il mister nerazzurro che preferisce il primo: “Collina mi ha lasciato in dieci dopo sei minuti in un derby contro la Roma (espulso Favalli in un Roma Lazio 1-3 del 1997, ndr). Meno male vincemmo lo stesso”. Non poteva mancare, poi, un accenno allo scudetto vinto con la Lazio nel 2000: “Fortuna per la pioggia di Perugia? No, ho pensato: lo scudetto lo meritavamo un anno fa e il Milan ce lo portò via. Ora la sorte ce lo restituisce. A volte la vita è strana”. Mancini definisce poi irripetibile il gol di tacco firmato a Parma, ma boccia il derby di Roma: “Quello di Manchester ha una cornice da brividi. Ma il più caldo è quello di Istanbul: i tifosi avversari non possono andare in trasferta”. In chiusura un sogno per il futuro e alla domanda su dove si vede tra dieci anni, Mancini non ha dubbi: “Sulla panchina dell’Italia”.



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Che fine hanno fatto il Tata e Ledesma?

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Milan - LazioChe fine hanno fatto GOnzalez e Ledesma?. I due giocatori erano partiti come punti fissi di Reja e Petkovic per finire ai margini della rosa di Pioli.
Questa situazione potrebbe aprire una finestra di mercato per Gennaio se i due “veterani” non troveranno spazio. Un’esclusione dai piani quasi senza appello, che non poteva non montare i nervosismi. O la rassegnazione, il tipico malcontento della rosa larga, troppo larga, degli esuberi, dei giocatori che rischiano di finire nel dimenticatoio. E la strada che conduce fuori dalle mura di Roma sembra la pista più percorribile: l’uruguaiano, come sottolinea Il Tempo non vede un futuro nella Città Eterna, almeno, non a queste condizioni. E se è tramontata l’opzione Parma, in Premier el Tata ha attirato più di un’attenzione: Alvaro Gonzalez potrebbe ripartire da lì. Altro discorso invece per l’italo-argentino: a breve l’incontro con Claudio Lotito, in programma c’è il colloquio per discutere il rinnovo contrattuale. Ma le percezioni non sono delle migliori, anche per Ledesma sembra che il futuro conduca lontano dalla Capitale. In passato sia Inter che Fiorentina avevano palesato il proprio interesse per Cristian, bisognerà verificare se si sia spento oppure no.



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Miro Klose:” Perdere con la Juve ci può stare, dobbiamo imparare a difendere”

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kloseMiro Klose mostra tutta la sua professionalità e il ruolo da leader davanti ai microfoni che lo hanno circondato nel dopo partita. Il tedesco accetta la sconfitta e ammette che la Juventus e molto al di sopra della Lazio e torna sulla sconfitta con l’Empoli:” E’ stato molto peggio perdere ad Empoli, quella è una battuta d’arresto che non doveva assolutamente verificarsi. Contro la Juve non era facile”. Provare a rialzarsi immedia”E’ un grandissimo giocatore, anche stasera lo ha fatto vedere. È ancora giovane, quindi può ancora migliorare. Se è da Pallone d’Oro? In futuro potrà vincerlo. Quest’anno chi lo vince tra Messi e Ronaldo? Dico che lo vincerà un tedesco… Neuer”.tamente, senza porsi né limiti né obiettivi: “Sapremo ripartire. Adesso però lasciamo stare il discorso del terzo posto, il nostro obiettivo almeno per il momento deve essere entrare tra le prime cinque per riuscire a tornare in Europa. Non servono nuovi giocatori, dobbiamo imparare tutti a difendere meglio”.

Il Panzer ha risposto anche a degli inviati esteri che hanno chiesto di Pogba e chi vincerà il pallone d’oro:”



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Lazio Juve, la lista di Pioli. Convocato anche Prce

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JUVENTUS LAZIO  SUPERCOPPA 2013Pioli ha ufficializzato la lista dei convocati. Mauri è out per via dell’infortunio rimediato nella scorsa partita mentre Cana stringe i denti per far parte degli 11 che affronteranno questa sera i Bianconeri. Novità in rosa, l’allenatore convoca anche il classe 1996 Prce. La lista completa:
Portieri:Berisha, Marchetti, Strakosha; DIFENSORI: Basta, Braafheid, Cana, Cavanda, De Vrij, Konko, Radu, Prce; CENTROCAMPISTI: Biglia, Ederson, Gonzalez, Ledesma, Lulic, Onazi, Parolo, Felipe Anderson, Candreva; ATTACCANTI: Djordjevic, Klose, Keita. Franjo Prce indosserà la maglia numero 44.



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Lazio-Juventus Record stagionale di presenze in arrivo

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biglietti venduti lazio lecce

LAZIALI CURVA NORDNon succedeva da tempo, un po’ per la protesta ed un pò per il malumore tra laziali ma l’Olimpico di staserà avrà un’immagine diversa da quella vista fino ad ora. I seggiolini occupati saranno più di quelli del famoso Lazio-Sassuolo. La Lazio ha bisogno dei tifosi e loro rispondono alla chiamata per incitare la loro fede a vincere contro una Big del calcio Italiano che può intimidire chiunque ma come ogni laziale sa, i biancocelesti non temono nessuno.Una partita difficilissima che può far capire quali sono i veri limiti della squadra di Pioli ma sopratutto cercare di reagire alla sconfitta di Empoli e rincorrere all’Europa. I tagliandi venduti sono più di 30.000 che aggiunti ai 10.000 abbonati fanno 40.000 presenze. I botteghini chiuderanno solo al fischio d’inizio e si stimano quindi 45.000\50.000 presenze.
I tifosi bianconeri saranno 5.000 ed hanno in programma un omaggio per il 7 anniversario dalla scomparsa di Gabriele Sandri, i capi Ultras porteranno dei fiori in curva nord.



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Lotito manderà via Manzini?

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MAURIZIO MANZINI“L’ultima ribatuta” lancia una “bomba” in casa Lazio. Il sito quest’oggi ha fatto notare come nello staff biancoceleste (sul sito ufficiale) isulta un nuovo collaboratore vicino al nome di Manzini. Si tratterebbe di Stefan Derkum.
Maurizio milita nella Lazio da 41 anni,la sua lazialità non è un dubbio anzi, “ai tempi che furono” scelse la Lazio piuttosto che diventare dirigente all’American Express. Sul nuovo team Manager non si riescono a trovare informazioni su internet di chi sia, cosa faccia, di che nazionalità è (dal nome si potrebbe intuire che sia Albanese o paesi limitrofi). Andando ad intuito se fosse Albanese, ci potrebbe essere lo zampino della coppia Tare-Lotito.
Ad incrementare questa “ponderazione dei fatti” ci pensa sempre il sito “l’ultima ribattuta” che scrive nero su bianco l’intenzione di Lotito a mandar via lo storico Manzini.



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Cragnotti non ha mai detto ai tifosi di seguire Lotito !

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cragnotti lazio

CRAGNOTTI

Leggendo il pezzo, ci si è subito resi conto di come il giornalista romano abbia interpretato a suo piacimento l’intervista concessagli dal presidente più vincente della storia della Lazio. Le capacità di manipolare la verità sono sempre in auge nella carta stampata. Soprattutto quando c’è da tutelare Claudio Lotito.

Nell’articolo di Salomone, dunque, scorrendo ogni riga, non c’è nessuna, ma proprio nessuna, parola di Cragnotti che invita il popolo biancoceleste a seguire l’attuale azionista di maggioranza del club. Anzi, a dire la verità, cosa che non ha fatto il giornalista, non riportandolo nel titolo, il patron della Lazio più forte della storia ha lanciato una violenta stoccata a Lotito. Che non lascia spazio ad interpretazioni di alcun tipo. Alla domanda “cosa manca a questa Lazio”, la risposta è devastante: “ Manca un progetto e Lotito deve spiegarlo chiaramente. Non si può più vivere a fasi alterne. Per ora ha costruito una squadra dal valore medio, ma si deve migliorare se si vuole competere a livello internazionale”.

Parole pesanti che evidenziano tutto quello che ancora non funziona dalle parti di Formello. Parole su cui si sarebbe dovuto montare il titolo dell’articolo. Ma, continuando a scorrere l’intervista, la domanda è sempre la stessa: “dov’è che Cragnotti avrebbe detto di seguire Lotito?”. Inutile scervellarsi più di tanto, non c’è. Si parla di passato, di trofei conquistati, di vittorie, del crack Cirio, di Simeone, di Chinaglia, di progetti futuri. Non esistono inviti rivolti ai tifosi laziali se non “per creare qualcosa di importante si può dar fiducia a Lotito”. Poi, altro accenno è quando Cragnotti parla dell’attuale formazione allenata da Pioli. “Credo in questa Lazio, ha dei buoni giocatori”.

Ma da qui a scrivere “laziali ora seguite Lotito” ce ne passa. Nulla di nuovo comunque. Ma almeno il popolo della prima squadra di Roma si è tranquillizzato: è tutta una montatura, Cragnotti non è diventato un fan di Lotito.

ULTIMARIBATTUTA



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FIlip Djordjevic su tutte le furie:” In nazionale merito di giocare!”

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PIOLI DJORDJEVIC LOTITOIl neo attaccante biancoceleste non sta passando un buon periodo in ambito nazionale, infatti in queste ultime due gare, l’allenatore serbo lo ha lasciato in panchina facendolo giocare solo 2 minuti. Djordjevic è consapevole che sta facendo un buon campionato con la Lazio e le sue prestazioni non rispecchiano la realtà dei fatti in ambito nazionale.
Adesso la parola passa alla Federazione calcistica serba e a Radovan Curcic (il neo ct dopo l’esonero di Dick Advocaat), che con ogni probabilità prenderà dei provvedimenti.

Il caso è stato lanciato dal portale Serbo Arena Sport sul quale si leggeva un articolo con il titolo “Djordjevic lascia la nazionale”.“Filip Djordjevic ha detto addio alla Serbia!”. Questo il titolo di un articolo – comparso sul portale serbo Arena Sport – che non lascia troppo spazio alle interpretazioni. L’attaccante ex Nantes, secondo quanto riportato, si sarebbe rifiutato di entrare nel finale della sfida amichevole disputata ieri tra la Serbia e la Grecia al Karaiskaki Stadium di Atene. Ma non finisce qui. Al termine del match (terminato sul 2 a 0 per la Grecia), Filip Djordjevic avrebbe comunicato a tutti i componenti dello staff tecnico la volontà di abbandonare definitivamente la Nazionale. Il motivo? Il centravanti classe ’87 sarebbe rimasto molto deluso dalla seconda esclusione consecutiva dal blocco dei titolari (era rimasto in panchina anche nella sconfitta dei suoi contro la Danimarca dello scorso 14 novembre). L’esonero del ct Dick Advocaat, a seguito della disfatta di Belgrado, non ha cambiato le carte in tavola: nonostante le ottime prestazioni messe in mostra con la maglia della Lazio, Djordjevic resta la terza scelta dopo Danko Lazovic del Partizan e Aleksandar Mitrovic dell’Anderlecht.
Lalaziosiamonoi



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Cana carica la Lazio:”Non abbiamo paura della Juve. Il mio futuro? Resto ma fino al 2016…”

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CANA Dopo che la sua Albania ha rischiato di vincere in Francia contro i padroni di casa, Lorik torna a parlare di se e del suo futuro in biancoceleste.
Durante il match contro i francesi, ha avuto un siparietto con Pogba:
“Ci vediamo fra una settimana all’Olimpico”, ha detto il laziale al centrocampista juventino. “Ok. Ma se stasera è stata dura contro voi albanesi, sabato sarà ancora più dura contro voi laziali”, gli ha risposto l’ex Manchester United.
Il difensore biancoceleste sarà chiamato in causa anche oggi, per disputare il match contro l’Italia di Conte. Nel ritiro milanese,ai microfoni del CdS ha parlato in primis del big match tra Lazio e Juventus:
“Noi stiamo bene e stiamo facendo bene. Solo all’inizio abbiamo avuto qualche difficoltà a fare risultato, partite come quelle di Marassi con il Genoa e prima ancora di San Siro con il Milan potevamo vincerle. Abbiamo una squadra in forma, possiamo vincere perché giochiamo in casa e perché abbiamo ritrovato i nostri tifosi. Questo è un aspetto importante. Per la Juve tutte le partite sono importanti, in casa o fuori, deve vincere sempre. I bianconeri restano favoriti, però la Lazio non guarda mai nessuno da sotto. Tevez? Non è solo un attaccante, uno che segna tanto, è un giocatore completo e fortissimo. Quando lo vedo sul campo, penso a un campione”. Poi torna con la mente a Empoli: “Cosa ho detto a Hysaj? Niente, anche perché all’inizio era in panchina. È entrato quando noi abbiamo messo Felipe Anderson e ha giocato bene, perché Felipe è forte. Solo che la Lazio non può perdere partite di quel genere”.
Infine conclude l’intervista con un pensiero sul suo futuro
“Il primo anno è stato delicato, sono rimasto fuori 3 mesi per infortunio. Nelle altre due stagioni ho fatto le partite che mi aspettavo, ho una media di 30 presenze a stagione e quest’anno ne ho giocate più o meno la metà. A me va bene così. Io mi metto sempre a disposizione. Dopo 500 partite, non poche, da professionista, so come gestirmi. Sono molto orgoglioso di giocare nella Lazio”. Il contratto con il club biancoceleste scadrà nel 2016, il futuro prossimo sarà ancora nella Capitale: “A gennaio non vado via. Avevo qualche possibilità nel mercato scorso, poi però ho parlato con Pioli e con la direzione e ho deciso di restare. Mi hanno fatto sentire parte del loro programma e mi hanno voluto nel loro gruppo, per le mie qualità, la mentalità e l’esperienza. Di sicuro non andrò più in là del 2016 con la Lazio. Io sono albanese e dopo sono marsigliese, di cuore e di adozione. Ho giocato nella Ligue 1, nella Premier League, in Turchia e in Serie A, ma prima di chiudere mi piacerebbe conoscere anche la Bundesliga. E’ un campionato che mi piace e mi piacciono anche i tifosi”.



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