Non si placano le polemiche tra Lazio e Juventus dopo aver deciso di giocare la supercoppa Italiana il 18 Agosto allo Stadio Olimpico di Roma. A far la voce grossa ora è un gruppo noto della tifoseria della Juventus che lancia il seguente appello :”A nome del gruppo tradizione (Juventus), per quanto riguarda la finale di supercoppa italiana decisa da lotito lega,
”Continui? No, con la Roma sicuro no da giocatore“. Con queste parole SIMONE PERROTTA chiude la sua carriera in giallorosso. Il suo pensiero, attraverso le frequenze di Teleradiostereo,
Il confronto tra Lotito e Moratti non è un discorso di soldi, non è un paragone tra patrimoni ereditati o conti in banca, non è neanche un confronto tra due modi diversi di intendere il calcio e di gestione societaria. Il parallelo tra Lotito e Moratti è solo la dimostrazione lampante della differenza tra chi dice di essere tifoso di una squadra e poi mette in cima a tutto i propri interessi e chi è veramente tifoso di una squadra, al punto da mettere il bene del club davanti a qualsiasi cosa: agli interessi economici e soprattutto alla voglia di protagonismo e di vetrina che prima o poi contagia tutti i presidenti di calcio.
“Date a Cesare quello che è di Cesare”, è un noto detto attribuito a Gesù che con il passare del tempo ha assunto il significato di rendere onore a chi lo merita… E oggi, bisogna rendere a “Lotito quel che è di Lotito”, senza foderarsi gli occhi di prosciutto, senza dire per forza di cose che qualcosa è nero se invece è bianco. Nel Consiglio di Lega i oggi, grazie al voto di maggioranza, il presidente della Lazio ha vinto la battaglia con la Juventus: la finale della Supercoppa si giocherà allo stadio Olimpico il 18 agosto e non a Torino.
Nel giorno in cui viene riportata con scarso risalto la notizia del patteggiamento di Gervasoni e Carobbio, i due“grandi pentiti” (spesso e volentieri smentiti e ritenuti poco credibili dai giudici sportivi) del nuovo filone dello scandalo scommesse che con un patteggiamento
Non ho mai creduto, neanche per un istante, che la Lazio avesse già chiuso la trattativa per acquisire le prestazioni calcistiche di Felipe Anderson. Neppure quando l’evento veniva ampiamente strombazzato a destra e a manca dai creduloni di turno, più o meno professionali, che si aggirano nei pressi dell’ambiente Lazio. Non mi illudo neanche ora che dopo le ammissioni dei dirigenti del Santos e la dichiarazione d’amore verso la Lazio fatta dal giocatore, l’operazione sembra oramai definita, se non addirittura chiusa.
Felipe Anderson è un giocatore della Lazio! Nella notte è stato lo stesso presidente del Santos, Odilio Rodrigues, a confermare la notizia riportata da alcuni siti brasiliani.
Ad un mese dalla morte di qualcuno che ci è molto caro, di solito ci si riunisce in chiesa per celebrare una messa e ricordare la scomparsa del caro estinto. Questo rito, si chiama “trigesimo”. Oggi, quindi, ad un mese esatto da quel 26 maggio già entrato nella storia, ci si dovrebbe riunire per ricordare. Da qualche parte con gli amici, passando davanti all’Olimpico, in un luogo che ci è particolarmente caro oppure da soli con un minuto di meditazione, rivivendo ad occhi chiusi emozioni e sensazioni di quel giorno, ma soprattutto pensando a cosa sarebbe successo a parti invertite. Perché se a loro non passa e forse non passerà mai, perché noi staremo sempre qui a ricordarglielo, pensate che cosa sarebbe successo a parti invertite. Non aggiungo altro, mi fermo a pensare e per rivivere le sensazioni provate a caldo vi ripropongo quelle righe scritte di getto, con il cuore in tumulto e le lacrime agli occhi alla fine di un evento che ho voluto vivere da solo, a casa e in silenzio…
“E ora zitti, tutti, per sempre! Perché questa vittoria ve la sbatteremo in faccia per tanto tempo, senza fair play, senza fare i signori, perché voi non avreste fatto prigionieri in caso di successo. E noi troppe volte ci siamo comportati da signori, festeggiando in modo pacato. In passato, ma non questa volta, non in questa occasione. Perché oggi Roma è nostra e lo sarà a lungo! Sì, perché la reale portata di questo successo nel derby la capiremo più avanti, non oggi che siamo travolti da un mare in piena di emozioni, stravolti dalla tensione, ora che voliamo per la gioia mentre le lacrime scendono, irrefrenabili, al pensiero delle tante persone con cui avremmo voluto condividere l’estasi di questo successo sognato per una vita. Il peso di questa Coppa Italia alzata al cielo della Capitale dai giocatori della Lazio lo capiremo tra anni, quando potremo sbattere in faccia questo successo a qualunque romanista provi ad alzare in qualche modo la testa. Perché non era mai successo in 85 anni e forse non succederà per chissà quanti altri anni di poter alzare in faccia agli avversari di sempre un trofeo. Una coppa che per quelli che hanno perso diventerà subito una coppetta, anche se avrebbero pagato qualunque cifra per alzarla al cielo, come dimostrano le lacrime di De Rossi, di Totti e dei tifosi.
Questo successo, come ha detto Hernanes a fine partita a caldo è “tanta roba, veramente tanta roba”, perché è entrato nella storia. Non è importante per quella sesta Coppa Italia che finirà nella bacheca, non è importante perché chi aveva già preparato le magliette giallorosse con la stelletta d’argento ora se le darà in faccia, oppure perché chi voleva la finale della Supercoppa a New York per omaggiare la Roma a stelle e strisce ora semmai nella grande mela ci vedrà giocare la Lazio di Giorgio Chinaglia, dell’italiano che ha fatto diventare il soccer un qualcosa d’importante nel paese del baseball e del football americano. Questa vittoria è importante perché è un trampolino di lancio, un’occasione da cogliere al volo per far fare il salto di qualità a questa società, ma aprendo le porte a chi ha mezzi per investire, per nel calcio servono i soldi per vincere. Lo dico ora e non per scena: Lotito va ringraziato per quello che ha fatto in questi anni, ma ora deve essere il primo a prendere atto di aver raggiunto il massimo dei suoi mezzi, forse addirittura di più dei suoi mezzi e di quello che lui stesso poteva immaginare o anche sognare.
Lo so che in questo momento dovrebbe essere celebrata solo la squadra, l’impresa di un gruppo di ragazzi che da mesi prendevano schiaffi e che nel giorno più importante hanno dimostrato di essere squadra, guidati da un allenatore che meriterebbe di essere messo in condizione di poter dare il meglio, dopo aver dimostrato di poter dare tanto, di avere idee e carisma. E’ stato bravo a tenere unito il gruppo in un momento in cui tutto poteva andare in frantumi, è stato bravo a recuperare un giocatore importante come Lulic che oggi quasi da solo ha fatto a pezzi l’intera difesa della Roma, realizzando il gol che lo ha consegnato direttamente alla storia. E con lui Candreva, monumentale per l’ennesima volta e autore dell’ennesimo assist decisivo di questa stagione. Lo so che tutti meriterebbero due righe e una citazione, ma come avevo scritto alla vigilia. dalle 19.50 di questo 26 maggio inizia la grande partita della Lazio, quella del futuro. E ora basta parole, perché questa non è una sera di parole, è una sera di festa, di cori urlati a squarciagola, di braccia al cielo e di lacrime, le stesse uscite al fischio finale di Orsato mentre esultavo solo in casa con un urlo soffocato per ore, tenuto dentro per giorni, sognato per anni, anzi da una vita. Le stesse lacrime che non riesco a frenare neanche ora che sto scrivendo e che bagnano la tastiera. Le stesse lacrime di quella notte di Lazio-Milan nel 1998, il giorno in cui nacque la Lazio più bella e più forte di tutti i tempi. E chissà che questo successo non sia solo l’inizio, un trampolino di lancio verso il futuro sulle note di “il cielo è sempre più blu”!
La notizia arriva dal Brasile quando in Italia è appena scoccata la mezzanotte: la Lazio ha convinto il fondo inglese e la cessione di Felipe Anderson è ormai cosa fatta. La bomba è lanciata dal sito Lancenet, uno dei più attenti alla vicenda e uno dei più vicini al club alvinegro. La Lazio sborserà una cifra vicina agli 8 milioni di euro. Secondo il portale brasiliano, sarebbe stata decisivo l’ennesimo contatto tra le parti andato in scena oggi e soprattutto fondamentali sono state le pressioni del giocatore sul fondo. Felipe Anderson è stato da subito pazzo di Lazio, lo ha fatto capire a più riprese, insieme ai suoi agenti ha portato avanti una continua opera di convincimento che finalmente pare aver dato i suoi frutti. Per lui è pronto un contratto di cinque anni da 800.000 euro a stagione a salire.
Lo ammetto: i tifosi laziali non finiscono mai di sorprendermi. Una tifoseria che ha sofferto moltissimo, ha vissuto momenti di gioia importante e incubi incredibili, è passata dalla festa dello scudetto del ’74 alla morte di Maestrelli e Re Cecconi, all’addio di Chinaglia e alla B per il calcio scommesse in appena sei anni; ha vissuto la straordinaria era Cragnotti vincendo il tricolore, per poi veder vincere l’anno successivo la Roma e rischiare il fallimento. Ecco avendo vissuto momenti del genere, essendo stata abbandonata e tradita più volte nella sua storia da giocatori simbolo (la fuga di Chinaglia ai Cosmos, il calcio scommesse degli anni ottanta che vide coinvolti giocatori amatissimi), calciatori posi sempre perdonati, ci aspetteremmo una tifoseria più riconoscente nei confronti di chi sul campo l’ha fatta vincere (o la fa).
“Il Santos FC informa che, contrariamente a quello che alcuni media hanno riferito sul possibile trasferimento dell’atleta Felipe Anderson, non ha raggiunto alcun accordo con la Lazio per la definizione della trattativa. Come è noto il gruppo Doyen Sports possiede una quota del cartellino, ma non ha posto ostacoli alla trattativa. Si precisa che la decisione di accettare o meno la proposta spetta solo al club e al giocatore”…
Neanche per la Pamela Anderson che furoreggiava ai tempi di “Baywatch” si è sprecato tanto inchiostro e si è discusso come sta succedendo per la trattativa tra Lazio, Santos e Doyen Sports per portare a Roma un ragazzo di belle speranze ma che in pochissimi hanno visto giocare. E’ in atto un tutti contro tutti nell’ambiente laziale, l’ennesimo. C’è chi difende a spada tratta Lotito e Tare, chi li attacca a priori, chi dice di aspettare la fine della trattativa o del mercato per tirare le conclusioni, chi se ne frega di chi arriva o di chi parte e anche di chi c’è alla guida della Lazio. E se un marziano sceso dalla sua bella astronave li ascolta, senza sapere quello che è successo in questi nove anni, per decidere a chi dare ragione non può far altro che tirare la monetina in aria. Perché ognuno degli schieramenti è convinto di avere non ragione, di più! E che solo l’ottusità della controparte può negare quella che è la realtà sotto gli occhi di tutti e che chiaramente è completamente diversa da quella degli altri. Succede da sempre, per carità, ma anni fa discussioni e liti si concludevano sempre con un FORZA LAZIO che alla fine metteva d’accordo tutti. Ora, invece, non basta più neanche quello, perché oramai siamo stremati da anni di liti, di divisioni, di spaccature insanabili. Perché siamo stremati, perché tutti vorremmo tornare a pensare solo ed esclusivamente al campo e non più a quello che ruota intorno alla squadra; perché una volta l’inizio del calciomercato era il momento più bello dell’anno perché liberava il sognatore che c’è dentro ogni tifoso, mentre ora è quasi un incubo; perché una volta ti svegliavi la mattina e scoprivi che con un blitz all’alba Sergio Cragnotti aveva soffiato Stankovic a Sensi che già gongolava annunciando l’acquisto del talento serbo, senza sapere che il rivale l’aveva fregato un’altra volta; perché tempo fa in un giorno, tra un prosecco e un piatto di pesce crudo compravamo Vieri nel giorno in cui Sensi diceva che era incedibile, altrimenti l’avrebbe comprato lui…
Altri tempi, altro calcio, altri nomi, altri personaggi: tutto diverso, a partire da noi, tifosi e giornalisti. Allora si giudicava e basta quello che succedeva, senza prese di posizione precostituite, senza giudizi dettati più dall’appartenenza ad uno schieramento che legati alla realtà. Allora veniva portato in trionfo Cragnotti quando comprava Vieri e Stankovic, così come veniva contestato ferocemente quando vendeva Nedved. Oggi, invece, si esalta l’acquisto di Novaretti (che nessuno ha mai visto giocare) e si contesta il mancato accordo con il Santos per Felipe Anderson (che quasi nessuno ha visto giocare), mentre magari il giorno prima si criticava perché 10 milioni di euro per una“scommessa” erano considerati troppi. Non c’è più un filo logico, né nel comportamento dei tifosi né nei ragionamenti e tantomeno nelle mosse della società.
Una volta si andava, si trattava e si chiudeva: con una stretta di mano o con un arrivederci. L’unico tormentone di quel periodo fu il mancato acquisto di Anelka: una trattativa estenuante, con continui colpi di scena e carte cambiate in tavola da parte dal fratello-procuratore dell’attaccante francese. Ma una… Qui, invece, oramai ogni trattativa è un tira e molla estenuante, che dura mesi, a volte anni. Basta pensare a Ederson, arrivato a quattro anni di distanza dalla prima volta che fu trattato dalla Lazio, quando ancora giocava nel Nizza. Basta pensare alla storia di Golasa o alla vicenda di Eguren, presi e presentati e poi spariti. Basta pensare a Pablo Pintos che fece tutto il ritiro e poi sparì, provocando la rottura tra Lotito e Fonseca. Basta pensare a Honda e Nilmar, a Yilmaz, a Breno, ed ora a Felipe Anderson che era già preso il 31 gennaio e che il 25 giugno è ancora in bilico, con una vicenda che a vederla dall’esterno appare grottesca. La Lazio dice che aveva l’accordo con il Santos ma che il fondo inglese ha fatto saltare tutto; il procuratore del giocatore da dei “banditi” agli inglesi; Lotito rincara la dose e parla di “schiavismo”; poi arriva il comunicato del Santos che dice che non c’è mai stato un accordo con la Lazio; poi arriva un sito brasiliano che dice che in realtà è tutto fatto e che l’annuncio ci sarà solo il 1° luglio perché la Lazio deve mettere l’acquisto di Anderson sul nuovo bilancio per non aggravare quello al 30 giugno che è già in rosso; poi spunta qualcuno che sempre dal Brasile dice che l’accordo era stato trovato, che quelli del fondo erano volati per questo in Brasile, ma che al momento di chiudere Lotito ha cambiato le carte in tavola facendo sparire un milione e pretendendo di pagare in 3 anni invece che in 2… E il tifoso sta lì e non sa chi dice la verità, ma si schiera comunque.
Per quel che mi riguarda, il problema non è chi ha ragione o chi ha torto, perché in queste trattative ognuno tira acqua al proprio mulino e valgono ZERO sia le dichiarazioni delle parti in causa (dirigenti, giocatori, procuratori…) che i comunicati. Perché è la storia che ce lo insegna. Il problema vero, secondo me, è che dopo 9 anni di navigazione a vista, anche il più fedele dei marinai si rompe i “cosìdetti” del modo in cui viene condotta la nave. E il rischio alla fine è quello di fare la fine del Bounty, con un tutti contro tutti che porta all’ammutinamento prima e poi all’incendio e all’affondamento della nave… E tutti noi, nessuno escluso, lo stiamo sottovalutando questo rischio.
Ieri è partita la seconda fase della campagna abbonamenti, la prima si è chiusa con un flop che in altri tempi avrebbe fatto segnare non uno ma mille campanelli d’allarme. Meno di 2000 abbonamenti rinnovati nonostante il successo in Coppa Italia e l’entusiasmo che (guardando i festeggiamenti e la goliardia dilagante) regna nel mondo-Lazio. Una risposta figlia della sfiducia di chi per anni ha firmato cambiali in bianco senza veder mai o quasi rispettati i patti o le promesse. E’ vero che l’abbonamento è un atto d’amore e quindi un qualcosa che si fa a prescindere, ma oramai neanche questo non è più automatico e tantomeno scontato. Poi alla fine si arriverà comunque intorno alle 20.000 tessere, probabilmente lo zoccolo duro resisterà ancora una volta, ma la “stanchezza” dell’ambiente è evidente e somiglia tanto alla rassegnazione di chi accetta il presente solo perché ha smesso di credere alla possibilità che ci sia un’alternativa, chiudendo a doppia mandata in un cassetto qualsiasi sogno legato ad un futuro diverso.
Un grande uomo, che proprio in queste ore e in questi giorni sta consumando gli ultimi spiccioli di un’esistenza straordinaria, una volta ha detto: “Un vincitore, è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso”. Quell’uomo straordinario si chiama Nelson Mandela, presidente nero di quello che è stato il paese più razzista della Terra. Se qualcuno 30 anni fa avesse detto che quell’uomo rinchiuso in carcere per le sue idee sarebbe diventato presidente di un paese isolato dal resto del mondo a causa della sua politica di segregazione razziale portata avanti dal governo di minoranza bianca di allora, sarebbe stato preso per pazzo. Proprio come viene preso per pazzo oggi chi rifiuta il presente e si ostina a credere che per la Lazio possa e debba esserci un futuro (non per forza di cose remoto) senza Lotito e quindi con la possibilità di abbattere barriere e trincee per tentare di ripartire da zero…
Secondo quanto riportato da Gazzetta.it, sono oltre 50 gli accordi tra club, procuratori e calciatori sui quali sta indagando la Guardia di Finanza: tra questi ci sono anche Lavezzi e Nocerino, Immobile e Sculli. Altri accordi sotto la lente dei finanzieri riguardano le prestazioni di Mutu, Datolo, Pellicori, Tacchinardi, Perea, Molinaro, Stellini, Franceschini, Curiale, Danti, Innocenti, Calaiò, Bogdani, Liverani, Fernandez, Sforzini, Cozza, De Rose, Tavano, Chavez, Paletta, D’Agostino, Scarlato, Denis, Statella, Stendardo, Davì, Acosta, Fideleff, Paniagua, Cassetti, Jankulovski, Stankevicius, Oddo, Contini, Paro, Graffiedi, Dorlan, Arcari, Arce, Legrottaglie, Mora, Amodio, Fontanello, Foggia, Bryan, Battaglia, Botta, Aronica, Guzman e Campagnaro.
Ribaltamenti di fronte, ad ogni ora. Stando a quanto riportato da alcuni portali brasiliani, la Lazio ufficializzerà il trasferimento di Anderson lunedì prossimo. Il Santos, infatti, starebbe ancora risolvendo alcune pratiche burocratiche relative alla trattativa per il giovane brasiliano e attendendo le garanzie bancarie della società biancoceleste. Dopo quanto accaduto nei scorsi giorni, comunque, ogni ipotesi (positiva e negativa) sembra rimanere aperta.
Le vacanze per Ederson Honorato Campos giungono al termine. Il brasiliano ha fatto ritorno nella Capitale nella giornata odierna. In vena di ricordi, il fantasista laziale ha pubblicato sul suo profilo twitter
“E’ una pratica che ha preso piede nei paesi sudamericani e viola i diritti umani. Questi giocatori sono trattati quasi come schiavi. Dopo essere venuto a conoscenza di questa realtà, porterò avanti una battaglia per abolire i fondi. Il ragazzo vuole venire a Roma, ma il fondo inglese sta usando la metà del cartellino che detiene come arma di ricatto e io non ci sto”.
Claudio Lotito ha parlato ai microfoni di Radio Radio all’interno della trasmissione un “Giorno Speciale” parlando anche della vicenda FELIPE ANDERSON.
Ecco le sue parole riportate fedelmente ascoltando l’audio dell’intervento: “Siamo convinti che sia un buon giocatore, se riusciremo a portarlo a Formello, lo vedremo da qui a breve. Ma noi non ci facciamo certo condizionare da questi atteggiamenti estortivi da parte di situazioni che non hanno nulla di legale.
La gioia di Hernanes per aver trovato la propria dimensione in Nazionale ed aver messo una seria ipoteca sulla convocazione ai prossimi Mondiali. Dopo la buonissima stagione in maglia biancoceleste, per il Profeta continua il periodo d’oro nella Seleçao di Felipe Scolari che ha sempre creduto in lui. La lotta per il posto da titolare con Paulinho è serratissima, ma Hernanes è pronto ad incantare tutti come racconta sulle colonne della Gazzetta dello Sport. Nella Confederations Cup il Brasile sta facendo bene e nonostante il gioco non sia proprio spettacolare la Nazionale verdeoro ha chiuso il suo girone al primo posto battendo anche l’Italia: “Mi sembra che stiamo facendo bene: tre vittorie, tanti gol segnati. Per quanto mi riguarda, ho caratteristiche molto diverse rispetto a Paulinho. A lui piace entrare in area e cercare il gol, io credo di essere più uno che costruisce il gioco. Con tutto il talento che abbiamo in questa Nazionale, c’è spazio per tutti”.
Dias resta alla Lazio e pone fine alle voci che lo volevano in partenza. E’ chiaro e perentorio il difensore brasiliano, scaccia ogni dubbio, lo fa in un’intervista concessa a Il Messaggero a firma Daniele Magliocchetti. Niente saudade, nessua voglia di approdare in leghe esotiche come quella cinese o quella degli Emirati Arabi, a 34 anni Dias sente che è ancora tempo di Lazio. Ha voglia di tornare a grandi livelli, gli infortuni non lo hanno aiutato. Era partito bene, poi i suoi muscoli lo hanno tradito. Dias, però, non molla ed è convinto di poter essere ancora un valore aggiunto per la Lazio.
Entrato nella ripresa nelle prime due partite della fase a gironi, Hernanesè sceso in campo dal primo minuto nella gara di questa sera contro l’Italia. Soltanto quarantacinque minuti erano stati concessi al Profeta prima della sfida contro gli Azzurri. Complice l’assenza per infortunio di Paulinho, Scolari ha deciso di schierarlo titolare alla sinistra di Luiz Gustavo nel duo in mediana davanti alla difesa. Buona la prova del ragazzo di Recife, molto utile sia nella fase di costruzione che nell’azione di rottura.
Carte in tavola cambiate in maniera sistematica, un atteggiamento arrogante che ha mandato su tutte le furie Lazio, Santos ed entourage del giocatore. E’ la Doyen Sport la vera antagonista alla felice chiusura dell’affare Felipe Anderson, a conferma di ciò arriva anche un tweet di Stefano Castagna: “Dopo questa settimana sarò al fianco della FIFA per cercare di abolire i fondi sono dei banditi il calcio e’ un’ altra cosa”.
E’ finito in manette il giovane di 18 anni, figlio della guardia giurata che alcuni giorni fa ha ucciso un giovane di 33 anni, Maurizio Alletto, dopo una lite per la viabilità stradale a Roma, nel quartiere di San Basilio. Moreno Coppi, figlio di Luciano, è stato arrestato dopo ulteriori indagini eseguite dalla Squadra mobile e dai carabinieri di Montesacro.
Una volta superati i dubbi sulla sua collocazione in campo, è diventato uno dei leader della Lazio targata Petkovic. Lorik Cana si è conquistato un posto da titolare al centro della difesa e le sue prestazioni hanno contribuito alla storica vittoria della Coppa Italia. Il centrale albanese, che attualmente si trova in vacanza in patria a Dhërmi , ha parlato ai microfoni di Panorama Sport. Poche ombre sulla maglia che indosserà la prossima stagione, sarà celeste con una coccarda tricolore ben in vista: “Mi trovo molto bene alla Lazio. Abbiamo concluso la stagione in positivo e questo mi ha convinto a restare un altro anno”.
Mare, sole e goliardia: questa è stata la mattinata dei bagnanti del litoraneo laziale. Tra chi era in acqua per un bagno rinfrescante e chi invece sulla sdraio a curare la propria ‘tintarella’, tutti loro hanno avuto un’inaspettata sorpresa: positiva per i tifosi biancocelesti, negativa invece per i cugini giallorossi. Infatti è da stamattina che per i cieli romani svolazza un aereo con attaccato alla coda un messaggio.
Tre giovani sono stati feriti alle gambe nella zona del Parco della Caffarella, a Roma. Uno è stato trovato mentre era all’interno di un vivaio, in via Giovanni Villani e poi subito portato al Policlinico Umberto I. «Le sue condizioni non destano preoccupazione», è stato spiegato.
L’altro ferito è stato trovato in via Caffarelletta, all’interno di una officina. Si chiama Fabrizio Toffolo, storico capo degli Irriducibili della Lazio. Toffolo sarebbe stato colpito all’altezza dell’inguine ed è stato portato in codice rosso al pronto soccorso del San Giovanni.
Da giocatore ha sempre dato tutto quello che poteva, ma ora Cristian Brocchi ha appeso gli scarpini al chiodo. Ha deciso di chiudere la sua carriera, indossando dei colori che rimarranno sempre nel suo cuore. Lo ripete spesso e lo ha ribadito oggi, parlando ai microfoni diSkySport: “Alla Lazio– ha detto l’ex mediano – ho lasciato tifosi che mi hanno voluto bene e non li dimenticherò mai. Ci sarà sicuramente modo per incontrarci di nuovo”.
Vedere un giocatore con la maglia numero 10 verdeoro fa sempre un certo effetto, soprattutto a quelli della mia generazione. Quel numero e quella maglia, anche se indossati da un ragazzino di 20 anni, ti portano indietro nel tempo a sognare le imprese di Pelè o di Zico, i due numeri 10 per eccellenza del passato. Ma il fascino del Brasile, non deve abbagliare, non deve togliere la capacità di ragionare e di capire. Se Felipe Anderson alla fine indosserà la maglia della Lazio, allora evviva Felipe Anderson! Comunque, senza SE e senzaMA, perché una volta firmato il contratto c’è solo da sostenere il ragazzo e pregare di non veder svanire il capitale investito, come è successo con il caso-Zarate, anche se a ben altre cifre.
Finalmente la grande occasione. Hernanes scalda i motori e si appresta a scendere in campo contro l’Italia, finalmente dal primo minuto. Una sfida affascinante, sicuramente la più attraente sino ad ora della Confederations Cup. ConPaulinho ai box a causa di una distorsione alla caviglia, il Profeta avrà modo di mettersi in mostra e di conquistarsi un posto per la semifinale. Hernanes e Paulinho, due giocatori dalle caratteristiche diverse, come emerge dalle parole del Profeta rilasciate in conferenza stampa: “Io gioco di più palla al piede, prendo l’iniziativa, e quando arrivo al limite dell’area rischio il tiro o cerco il passaggio”.
L’Armageddon, secondo il Nuovo testamento, è il luogo in cui nel giorno dell’Apocalisse si disputa la battaglia finale tra il bene e il male. E’ il campo di battaglia in cui i tre spiriti immondi radunerebbero tutti i re della Terra, incitati da Satana, per il conflitto finale con Dio. L’ultima battaglia tra il “Bene” e il “Male”, insomma, ma soprattutto il giorno senza domani in un luogo che dall’interpretazione dei testi sacri si chiama Tel Megiddo, ed è situato a circa 15 chilometri da Nazareth, la città d’origine di Gesù. Quindi, il termine Armageddon più che indicare un luogo, è inteso un po’ come il giorno del giudizio.
Strette di mano, aggiornamento nella giornata di oggi per cercare di siglare l’accordo definitivo. Da quanto emerge dalla notte brasiliana, l’incontro tra Lazio, Santos e fondo inglese è proseguito lungo la direzione positiva che si era venuta a creare nel tardo pomeriggio di ieri. Mancano ancora alcuni dettagli da limare, Tare vuole ottenere il sì definitivo per portare a Roma Felipe Anderson già nel weekend, ma non è certo che la delegazione laziale riparta già oggi. Non è da escludere che il rientro a Roma venga posticipato ancora. Forse a domenica.
L’Uruguay supera 2-1 la Nigeria in una partita fondamentale per la classifica del gruppo B di Confederations Cup : Lugano apre le marcature al 19′ con un sinistro ravvicinato, Obi Mikel pareggia momentaneamente al 37′, ma è il bolide di Forlan al 51′ a regalare il successo alla Celeste.