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Tare glissa su Djordjevic :” Non è ancora fatta “

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Lazio-Napoli serie A

Filip Djordjevic a un passo dalla Lazio, l’inserimento dell’Inter, di nuovo i biancocelesti che trovano l’accordo definitivo. La vicenda dell’attaccante serbo sta solleticando i riflettori della stampa francese, l’intrigo di mercato che attraversa i valichi delle Alpi. I microfoni di France Football sono andati a scomodare Igli Tare, sicuri che gli avrebbe confermato il traguardo raggiunto per la punta del Nantes. Ma il diesse capitolino ha glissato, non ha dato nulla per chiuso: “Djordjevic ha firmato per noi? Non ancora, non ancora. Non è ancora fatta. Per quanto ne so, non c’è solo la Lazio su di lui – afferma il dirigente albanese -. Ci sono anche altri club. Lui sa cosa gli propone la Lazio. Abbiamo fatto tutto in maniera trasparente: abbiamo avvertito il Nantes all’inizio dei nostri negoziati con il giocatore. Penso che il ragazzo deciderà in tutta serenità. Non gli puntiamo di certo una pistola alla testa“.

Pre-tattica, desiderio di non sbilanciarsi prima dell’annuncio ufficiale? Dopo la sterzata decisiva di domenica sera, sembra proprio di sì. Una cosa però Tare la conferma, ossia il gradimento per il giocatore:C’è un interesse da parte nostra, perché è un giocatore eccellente, un grande attaccante che ha tutto per fare bene in qualsiasi campionato. E’ un giocatore completo, con caratteristiche importanti per il calcio italiano“.

France Football sottolinea come Tare abbia seguito di recente due partite disputate da Djordjevic: Nel prima gara, non ero lì per lui. Ma Djordjevic mi piaceva. Poi sono venuto di nuovo per vedere altri due-tre giocatori“. La prestigiosa testata transalpina ha provato anche a intercettare il presidente Lotito: Non so nulla e cornetta giù, la risposta del patron laziale.

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Per Hernanes Lotito chiede 20 milioni

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HERNANESAl profeta piace l’Inter: parola del procuratore, Joseph Lee. A dieci giorni dalla chiusura della sessione invernale del mercato, il futuro di Hernanes resta pericolosamente in bilico. Nei prossimi giorni l’agente del brasiliano è atteso nella Capitale per fare il punto della situazione con la Lazio. Registrata la retromarcia dell’Atletico Madrid, al momento Lee ha in mano la proposta del Manchester United: i Red Devils hanno fatto un sondaggio per Hernanes, anche se la prima scelta resta Vidal della Juventus. I bianconeri non vogliono privarsi del cileno già a gennaio, ma i Red Devils sembrano intenzionati ad insistere fino agli ultimi giorni di mercato per poi nel caso virare sul profeta. Uno scenario pericoloso per Hernanes e soprattutto per la Lazio (una cessione del brasiliano al fotofinish renderebbe impossibile un investimento per rafforzare la rosa): per questo – pur conoscendo le ristrettezze economiche dell’Inter e ancora prima del clamoroso dietrofront nello scambio Guarin-Vucinic – ieri pomeriggio Lee ha lasciato la porta aperta anche all’ipotesi milanese.

La trattativa, per la verità, è tutt’altro che semplice. Mazzarri apprezza Hernanes, lo voleva già al Napoli e l’ha chiesto al presidente Thohir. L’Inter ha tentato un primo assalto la scorsa settimana offrendo Ranocchia, Belfodil e aprendo uno spiraglio anche per Icardi. Ma Lotito, finora, ha rifiutato ogni contropartita, chiedendo soltanto soldi, per la precisione 20 milioni di euro. Come riportato questa mattina da Il Tempo, le cose potrebbero però cambiare dopo l’ultima idea nerazzurra: Guarin (valutato 13 milioni) e un conguaglio garantito dalla cessione di Ranocchia al Borussia Dortmund (i tedeschi offrono 10, i nerazzurri chiedono 12) per Hernanes. Sembra fantacalcio (tra l’altro Guarin guadagna oltre 2 milioni a stagione), ma potrebbe non esserlo. Anche perché l’Inter ha già pronta l’offerta di riserva nel caso lo scambio con Guarin dovesse naufragare: 9 milioni subito, altri 9 a giugno per assicurarsi Hernanes. 

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Roma in semifinale : Totti spavaldo, De Rossi spera nel Napoli

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DE ROSSI KLOSELa Roma supera 1-0 la Juventus nella gara secca dei quarti di Coppa Italia e stacca il biglietto per le semifinali, dove troverà la vincente di Napoli-Lazio, match in programma mercoledì 29. Contro i bianconeri, in formazione largamente rimaneggiata, i padroni di casa trovano il successo nel finale grazie al guizzo di Gervinho (79′), abile a finalizzare l’azione impostata da Pjanic e rifinita da Strootman.

Al termine dell’incontro, interpellato sul nome del possibile avversario nel prossimo turno, Francesco Totti si è detto sicuro circa le potenzialità della sua squadra: “Chi preferirei tra Lazio e Napoli? Sono le altre a doversi preoccupare di giocare contro di noi…“, le sue parole ai microfoni di Rai Sport.

Nessuna particolare preferenza nemmeno da parte di Rudi Garcia: So che si affronteranno Napoli e Lazio  ha premesso il tecnico francese – ma per noi non cambia veramente nulla“.

Più netta, invece, la presa di posizione da parte di De Rossi: “Preferisco il Napoli, anche se per quanto fatto vedere finora sembra più forte della Lazio. Perché? Lo sapete anche voi… Tre derby in una settimana sarebbero difficili da vivere, giocare e digerire. In questa stagione abbiamo qualcosa in più noi, a differenza dello scorso anno quando a sembrare più squadra era la Lazio



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La volgarità di Bastos e l’imbarazzo della Roma

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BASTOS“Bastos ha esposto una sciarpa, lanciata dai tifosi, inconsapevole del messaggio che conteneva. La Società e Michel si scusano per l’accaduto”. Sono le parole con cui la Roma, attraverso twitter, chiede scusa dopo l’episodio accaduto allo stadio Olimpico prima del fischio d’inizio di Roma-Juventus valida per i quarti di finale di Coppa Italia. Il giocatore brasiliano aveva raccolto e mostrato una sciarpa offensiva nei confronti della Lazio.



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Konko non ha nulla, Reja spera di recuperarlo

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Lazio - Legia VarsaviaKonko, la speranza è lui: Reja proverà a recuperarlo. Come riferito dall’edizione odierna de Il Corriere dello Sport, se il francese sarà disponibile, a sinistra giocherà Cavanda, è la soluzione numero uno per tappare il buco. Sono finiti i cursori mancini, la candidatura del baby Vinicius (non ha ancora esordito) non è presa in considerazione. Konko è un punto interrogativo, completerà oggi gli accertamenti. Nei giorni scorsi ha riaccusato una sintomatologia simile a quella che lo costrinse ad uscire nel match contro l’Inter. Le indagini svolte sinora hanno dato esito negativo ecco perché lo staff medico spera di riconsegnare il giocatore a Reja. La squadra si ritroverà alle 15 a Formello, inizierà a preparare il match di sabato sera contro la Juve.

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Il Norwich offre 2,5 milioni per Ciani

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CIANI

 

Secondo quanto raccolto in esclusiva dalla redazione di Tuttomercatoweb.com, i Canaries, undicesimi in Premier League, sarebbero disposti a versare nelle casse biancocelesti 2.5 milioni di euro per favorire lo sbarco immediato del possente difensore ex Bordeaux Micael Ciani a Carrow Road. Se le cifre fossero confermate, per il club di patron Lotito si tratterebbe di una proposta conveniente, visto che Ciani – non un titolare inamovibile nello scacchiere di Reja – fu acquistato due estati fa per 1.3 milioni di euro.



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Il Presidente del Nantes scopre l’acqua calda :” Djordjevic non è certo Ibra! “

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djordjevicDopo un lungo corteggiamento è stato tutto sul punto di saltare, ha vacillato il centravanti di Belgrado davanti all’inserimento dell’Inter, poi la scelta di tornare sui suoi passi e sposare la causa biancoceleste. Filip Djordjevic sarà un giocatore della Lazio. I biancocelesti potrebbe direttamente partire per la Francia per mettere tutto nero su bianco. Per l’attaccante pronto un contratto di 1,5 milioni l’anno per cinque anni,dal 1 luglio 2014 fino al 30 giugno 2019. Un atto d’amore e di riconoscenza il suo per la squadra che l’ha consacrato, quello di onorare il contratto e posticipare il suo approdo nella capitale al termine della stagione. Ha deciso di restare a dispetto dei santi, o per lo meno a dispetto del suo presidente Waldermar Kita col quale da settimane è in scena una vera e propria guerra fredda, sfociata pubblicamente dopo la pesante sconfitta del Nantes contro il PSG per 5 a 0. Il presidente al termine della gara, come riportato quest’oggi dal Corriere dello Sport, si è scagliato contro il suo centravanti. “Djordjevic partirà, non è un problema, ma credo che debba mostrare ancora il suo valore, perché proprio contro le grandi squadre deve saper fare la differenza. Lo avete visto Ibra? Lui è uno capace di andarsi a cercare il pallone, ripartire e segnare, ma allo stesso tempo sa anche essere a servizio dei compagni. Dovrebbe prenderne esempio. Questo non toglie che Filip sia buon giocatore, ma voi avete visto il livello, noi in pratica è come se non fossimo scesi in campo”.

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Sabato previsti oltre 30.000 spettatori

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biglietti venduti lazio lecce

LAZIALI CURVA NORDSabato prossimo la grande sfida con la Juventus, si attende il pubblico delle grandi occasioni. Ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7 è intervenutoAngelo Cragnotti, responsabile della biglietteria biancoceleste. “Siamo a 14mila venduti, sommati agli abbonati, sono quasi 30mila spettatori. Nei prossimi giorni ci sarà un’impennata probabilmente; come detto la scorsa settimana sono stati gli juventini a comprare i biglietti, sono circa 5500 gli ospiti presenti.La vendita rimarrà aperta fino ad inizio partita, per quanto riguarda il settore ospiti invece il giorno prima della gara. Ieri sera è terminata la prelazione per i cuccioloni, attualmente ne sono stati venduti solo 1500”

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Klose non rinnega le sue scelte :” Ho fatto bene a venire alla Lazio, ma ora…”

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KLOSEMiroslav Klose, attaccante della Lazio, ha concesso una bella intervista al portale tedesco Sport1.de, in cui si è raccontato tra presente e futuro.

Sulla vittoria contro l’ Udinese:Contro l’ Udinese abbiamo ottenuto un successo molto importante ai fini della classifica, soprattutto perchè arrivato in inferiorità numerica.Mi sento bene, le gambe girano nella direzione giusta.

Sulla sua esperienza alla Lazio ammette: Analizzando i miei tre anni alla Lazio posso dire di aver fatto la scelta giusta. Dopo l’esperienza con il Bayern Monaco era giunto il momento di cambiare. I miei figli ora parlano perfettamente anche l’italiano, è stato un grande passo per me e la mia famiglia ma posso dire che la scelta si è rivelata quella giusta.

Sul futuro lascia le porte aperte: A giugno scade il mio contratto con la Lazio, gli Stati Uniti mi piacciono molto, è stato scritto anche dell’ Inghilterra e della Spagna. Non ho fretta, decideremo insieme alla mia famiglia e al mio agente, la loro parola è fondamentale per me e per prendere la decisione definitiva. Kaiserslautern? Ho sempre questa squadra nel mio cuore, ora è una ipotesi lontana, ma nel calcio mai dire mai.

Sul mondiale e il rapporto con Loew: Con lui ho un feeling speciale, è molto importante questo per me, questo mi permette di essere più tranquillo e recuperare la forma in maniera più veloce. Io sono molto critico nei miei confronti, per questo forse sono riuscito a mantenermi ad alti livelli fino ad ora. Battere il record di goal di Ronaldo è sicuramente un bell’ incentivo ma quello che più conta è il successo della Germania come collettivo, il mio record viene in secondo piano.

Poi svela il segreto del suo successo: Come attaccanti non bisogna mai essere prevedibili e tangibili, l’importante è avere sempre tanta voglia di imparare. Nella mia carriera ho appreso tanto da tutti gli allenatori che ho avuto, anche al Bayern Monaco con Ottman Hitzfield ho appreso tantissimo. Certo adesso non riesco a recuperare come quando ero più giovane ed avevo 23 anni, ma ho rinunciato a tante cose, come ad esempio a qualche bicchiere d birra in più e alla fine sto ricevendo i frutti di tutto questo.

Cittaceleste.it



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Ciani vicino all’addio : Fiorentina o Norwich

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CIANIContinua la risalita della Fiorentina diVincenzo Montella che ieri si è imposta per 3-0 sul campo del Catania. Il club viola è molto attivo sul mercato e, dopo aver messo a segno due colpi importanti come Anderson e Matri con cui ha ritoccato centrocampo e attacco, il ds Pradè pensa ad un rinforzo anche in difesa. Stando a quanto riportato dall’edizione odierna de Il Corriere Fiorentino sono tanti i nomi accostati ai toscani; i quattro i centrali in orbita viola sono Matias Silvestre del Milan, Frederik Sorensen, a metà tra Bologna e Juventus fino ad arrivare Michael Ciani della Lazio e Nicolas Burdisso della Roma. Il francese è un calciatore su cui il club biancoceleste punta molto e non è un caso che ieri Reja lo abbia schierato dal primo minuto. Nonostante questo il mercato è imprevedibile e, qualora la Fiorentina dovesse presentarsi con un’offerta irrinunciabile, il numero due potrebbe tornare in bilico.

Dopo la Fiorentina anche il Norwich, squadra che milita in Premier League, sembra aver mostrato interesse per il roccioso difensore francese, come riportato anche da Michele Criscitiello sulle colonne di Tuttomercatoweb.com. Già nella giornata odierna, infatti, potrebbe esserci l’assalto decisivo,la trattativa sembra essere avviata e Ciani potrebbe salutare la Capitale già in questa finestra di mercato.

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L’OM vuole Vinicius

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ViniciusDa oggetto misterioso a oggetto del desiderio; potrebbe essere questa la strana storia di Vinicius, terzino biancoceleste acquistato quest’estate dal Cruzeiro e mai impiegato fino ad ora. Anche ieri non c’è stato spazio per lui, ma nonostante lo scarso utilizzo, il laterale verdeoro sembra avere degli estimatori. In Francia, infatti,l’Olympique di Marsiglia, sfumato il neroazzurro Alvaro Pereira, starebbe pensando proprio a Vinicius per rimpiazzare il partente Jérémy Morel. Secondo alcuni media francesi i transalpini avrebbero già mostrato il proprio interesse e si starebbe lavorando ad un prestito con diritto di riscatto. 

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Il disco rotto di Lotito :” Abbiamo speso 28 milioni “

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L'aquila della Lazio dietro le sbarre a simboleggiare il mercato bloccato dalla Covisoc, con la chiave della soluzione rimandata a gennaio.

 lotito-soldiIl patron dei capitolini ha preso parola anche nel post partita, sempre ai microfoni di Sky: “La Lazio non ha intenzione di vendere Hernanes, poi se arriveranno offerte le valuteremo, in ogni caso lui è un ragazzo d’oro e le sue prestazioni sono sotto gli occhi di tutti. Non accetteremo mai di venderlo, deve arrivare una proposta indecente. Certamente non andrà via per 17 milioni di euro”.

Poi sulle nuove pedine che potrebbero essere aggiunte allo scacchiere dei biancocelesti:Noi abbiamo avuto un confronto schietto con Reja, la volontà è di rinforzarsi compatibilmente a ciò che offre il mercato. I giocatori che ci sono non sempre sono all’altezza. Di solito sono tutti prestiti, senza esborso di soldi, mentre la Lazio ha solo giocatori di proprietà, ad eccezione di Candreva. Abbiamo speso 28 milioni, altre hanno venduto e poi acquistato, mentre noi non abbiamo venduto nessuno e abbiamo speso. Dobbiamo ritrovare fiducia nei nostri mezzi, la classifica si vedrà alla fine. Oggi avevamo otto giocatori importanti indisponibili e siamo riusciti a fare una buona prestazione. Chiaro che se ci fosse la possibilità di aggiungere valore a questa squadra non ci sottrarremo, ma prima deve uscire un giocatore nello stesso ruolo”. 

Tradotto: solo se parte Floccari arriva un attaccante: “Abbiamo attaccanti di qualità, e non è facile trovarne di migliori. Quagliarella? Dovete chiedere alla Juve se è disponibile alla cessione e al calciatore se vuole lasciare Torino. In estate la situazione era diversa, poi cambia tutto velocemente. Al momento non mi risulta che l’ex Napoli sia disponibile a lasciare la Vecchia Signora. Noi abbiamo tre competizioni ancora, sarebbe superficiale vendere giocatori di qualità che già conosciamo. Siamo stati sempre accusati di avere una squadra vecchia, i giovani devono acquisire esperienza e ci vuole tempo per questo. Nel campionato italiano non ci sono giocatori disponibili più forti. Mercato estero? Non hanno esperienza e si perderebbero mesi per il loro ambientamento. Ci sono anche tre giocatori che arriveranno dalla Primavera, dove siamo altamente competitivi. Floccari? Ha tante richieste, vuol dire che è valido e dunque può far parte della rosa di Reja”.

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Cavanda si sfoga su Twitter

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La Lazio riesce a vincere in inferiorità numerica ad Udine rompendo anche il tabù della vittoria in trasferta. Tutti festeggiano ma c’è qualcuno che non ci riesce. Luis Pedro Cavanda, autore del fallo che ha provocato il rigore e di conseguenza il vantaggio friulano, si sfoga in francese sul noto social network di twitter con il seguente messaggio:
“Ahahahah vorrei sc***** tutti, branco di buoni a nulla, andate a ****. Per tutti quelli che vogliono la mia rovina. A buon intenditor”.
A chi sarà rivolto questo messaggio?



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Hernanes batte l’Udinese da solo

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hernanes candreva edersonSi apre con uno spettacolare 2-3 il girone di ritorno di Udinese e Lazio. Al Friuli i biancocelesti, in dieci per gran parte della ripresa, riacciuffano due volte i friulani grazie a un rigore di Candreva e un autogol di Lazzari, poi addirittura pescano una vittoria eroica con un missile da fuori di Hernanes al 91’. L’Udinese si era portata in vantaggio prima con un rigore di Di Natale, poi con un gol bellissimo di Badu dal limite dell’area.

SEGNA SEMPRE TOTO’- Reja si affida ad un inedito 3-4-1-2, lasciando fuori a sorpresa Hernanes (possibile partente) e Felipe Anderson e rispolverando Floccari nel tridente con Candreva e Klose. Nell’Udinese torna a disposizione Muriel ma Guidolin gli preferisce Maicosuel, a sinistra non c’è Gabriel Silva squalificato, dentro Douglas. E’ proprio da sinistra che arriva il primo squillo del match al 7’, Maicosuelva via, Cavanda lo sgambetta ingenuamente ed è calcio di rigore. Impeccabile la trasformazione di Di Natale dal dischetto ed è 1-0. A questo punto si sveglia la Lazio che comincia a produrre gioco sia sugli esterni che con gli inserimenti centrali di Onazi.  Proprio il nigeriano apre una lunga rassegna di tiri respinti dalla difesa friulana cui si iscrivono anche Lulic e Cavanda col risultato che, nonostante la Lazio domini la parte finale del primo tempo, l’unica parata da fare per Brkic è su un destro centrale di Floccari.  Ma i biancocelesti rischiano anche la beffa prima dell’intervallo a causa di una palla persa da Onazi. Parte un contropiede micidiale che mette Maicosuel solo davanti a Berisha. O’ Mago, però, non è esattamente la personificazione della freddezza e calcia incredibilmente al lato al 42’.

 

ONAZI INGENUO, BADU SUPER- La ripresa si apre con un tentativo di Di Natale direttamente da corner che Berisha devia nuovamente in angolo. Al 54’ poi la svolta del match conOnazi che, già ammonito, stende inspiegabilmente Pereyra a metà campo guadagnandosi il secondo giallo e lasciando i suoi in dieci. Ma qui, paradossalmente la Lazio si scuote e trova il pari con la complicità di Brkic. Il portiere friulano, infatti, ingenuamente intralcia Klose in area, per Rocchi è rigore e dal dischetto Candreva fa 1-1 al 63’. A questo punto la Lazio prova addirittura il colpaccio con un destro a giro del neo entrato Ederson che termina di poco al lato. Ma al 68’ l’Udinese torna avanti con un super gol di Badu che di destro al volo insacca dal limite il gol del 2-1.

REGALO BRKIC- La Lazio però, nonostante l’inferiorità numerica non molla e sfiora il pareggio prima con un colpo di testa di Klose, di poco al lato, e poi con Hernanes, appena entrato, che da fuori impegna Brkic al 77’. Gli sforzi biancocelesti vengono premiati all’82’ con un pizzico di fortuna e la solita collaborazione di Brkic. Ederson a sinistra fa partire un cross teso, Brkic respinge di pungo ma colpendo Lazzari e il pallone rotola mestamente in rete per il nuovo pareggio della Lazio. Ma non è finita qui perché al 91’ gli uomini di Reja sbancano il Friuli con un bolide da fuori area diHernanes che vale tre punti.  Seconda vittoria in tre partite per la Lazio da quando è tornato Reja.



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A Udine diluvia, ma si giocherà !

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UDINEUltime da Udine: piove a dirotto. A riferirlo è Sky Sport 24 che però – riportando le voci degli addetti alla manutenzione dello stadio – assicura che per il match fra Udinese e Lazio non ci dovrebbero essere problemi, visto che il campo (fino a pochi minuti fa coperto dai teloni) sta tenendo perfettamente la propria forma: il drenaggio è ottimo. Poco fa, c’è stato anche il sopralluogo degli arbitri.

Roberto Maccarone – CITTACELESTE



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Il 2014 di Marchetti inizia a Udine

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MARCHETTIMarchetti torna tra i pali oggi, a quasi due settimane dall’infortunio muscolare accusato prima della partita contro l’Inter. Il 2014 del portiere biancoceleste comincia a Udine e a giugno potrebbe sfociare in Brasile, al Mondiale. Come scrive l’edizione locale de La Gazzetta dello Sport, dopo il Mondiale di quattro anni fa, negativo, sia per l’italia, sia per lui, Marchetti ci tiene da matti a viverne un altro. Fino a qualche mese fa sembrava un epilogo scontato: il laziale era il vice-Buffon designato per Brasile 2014. Poi però qualcosa si è inceppato. Dopo due splendide annate in biancoceleste sono arrivate una serie di prestazioni meno esaltanti. Un momento di scarsa forma che si è esteso anche alle performance in azzurro. E così quel posto che pareva sicuro lo è diventato molto meno. Anche perché tra giovani rampanti e vecchi che provano a rientrare la concorrenza non manca per il laziale. La novità delle ultime settimane è che adesso per Marchetti c’è pure una concorrenza interna. Il titolare è lui, non si discute. Ma Etrit Berisha ha mostrato di essere una più che valida alternativa, anche se l’albanese dovrà confermare in altre circostanze la buona impressione suscitata nelle prime uscite. A Marchetti, peraltro, la concorrenza non fa paura. Né quella esterna, né quella interna. Anzi, può essere uno stimolo in più a tornare in fretta quello che è stato nei primi due anni di Lazio. Quando non a caso gli fu affibbiato il nomignolo di Superman. L’infortunio muscolare che lo ha messo fuori causa per le prime partite del 2014 è servito a fargli ricaricare le pile, soprattutto a livello mentale. Ed ora non vede l’ora di ricominciare.



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La Lazio propone a Djordjevic un quinquennale a 1,5 milioni all’anno

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djordjevicLe intenzioni del giocatore? Un club più grande e un campionato con più aspettative. Ha visto offerte importanti provenire da alcuni club inglesi, tra cui il Tottenham. Sicuramente un’ingaggio più alto, ma Djordjevic vuole solo la Lazio. L’accordo è praticamente pronto: cinque anni e circa 1,5 milioni netti a stagione (cifra che per Quagliarella sembrerebbe eccessiva). Una decisione quella del giovane mossa da motivi esclusivamente sportivi: Klose migrerà dal club capitolino a fine stagione, per cui in questa Lazio un attaccante è necessità. L’ultimo scoglio rimane il Nantes che non sembra propenso a voler lasciar andare via il serbo sei mesi prima della scadenza del contratto. Comunque vada una certezza c’è: Djordjevic varcherà le porte di Formello dal 1 Luglio con in un pugno un contratto formalmente firmato, come il giocatore stesso aveva deciso già da tempo.

Intanto, l’edizione odierna de La Repubblica svela chedue giorni fa l’attaccante in Serbia ha dichiarato di “volere solo la Lazio”. Sono parole precedenti all’inserimento dell’Inter, ma il club biancoceleste (ieri a colloquio con il manager del ragazzo Lucci) si fida della parola data dall’attaccante del Nantes e della nazionale serba. Lazio sempre più in vantaggio rispetto ai nerazzurri, quindi. Dalle colonne de Il Tempo si evince la determinazione di Djordjevic: “Ho preso la decisione migliore – ha spiegato al sito sportske.net – non vedo l’ora di arrivare in Italia e misurarmi in un campionato così prestigioso”.

LAZIONEWS



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L’ag. di Konko è irremovibile :” Rimane a Roma, non si muove “

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KONKOIl doppio enigma che riguarda Abdoulay Konko sembra aver trovato una soluzione. Almeno per la parte che riguarda il mercato, visto che al fine di chiarire lo stato di salute del difensore francese (colpito da ripetuti giramenti di testa) saranno necessari ulteriori accertamenti, come specificato dal medico sociale della Lazio già qualche giorno fa.

Chiudendo la controversia medica ed aprendo quella meno importante, ma ben più stuzzicante, del calciomercato, non è un mistero che Konko venisse dato in partenza quasi certa, anche dopo che mister Edy Reja finisse per schierarlo da titolare nel match d’esordio della sua nuova avventura capitolina, affidando a lui le chiavi ed il controllo della fascia destra. Per dirimere la questione partenza o non partenza, la redazione di lazionews24.com ha contattato in esclusiva Daniele Conte, fratello del tecnico della Juventus dei record e procuratore del terzino francese, il quale ha garantito che il futuro di Konko avrà ancora tinte biancocelesti: “Abdoulay non ha intenzione di muoversi da Roma”.

NESSUNA PARTENZA – Si sa, i proclami di metà gennaio vengono spesso smentiti nei giorni di chiusura (talvolta addirittura nelle ore che precedono il gong finale) della finestra di calciomercato. E il giocatore,che ha un valore di mercato di circa 6 milioni di euro, offrirebbe un bel bottino da reinvestire alla società in cerca di un attaccante che possa sostituire od affiancare il panzer Klose. Si son fatti i nomi di Quagliarella e Djordjevic su tutti, ma a quanto pare l’uomo da “sacrificare” non sarà il trentenne originario di Marsiglia. Daniele Conte è stato lapidario, chiudendo la questione: “Non c’è alcuna possibilità che se ne vada, Konko rimane assolutamente alla Lazio”.Mettendola alle percentuali, quante sono le chance che rimanga? “Il 100%”. E se lo dice Conte…

LAZIONEWS24



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11 anni di B ? Ancora più fiero di essere Laziale !

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FIORINI1961-62, 1962-63, 1967-68, 1968-69, 1971-72, 1980-81, 1981-82, 1982-83, 1985-86, 1986-87, 1987-88 : QUESTI SONO I NOSTRI 11 ANNI DI SERIE B E NON ABBIAMO NESSUN PROBLEMA A SCRIVERLI

SONO UNA PARTE DEI NOSTRI 114 ANNI DI STORIA E NON LI ABBIAMO MAI RINNEGATI. NOI CI SIAMO SEMPRE STATI…SEMPRE A TESTA ALTA, OVUNQUE ! Abbiamo fatto il record di presenze per una partita in casa nella storia della Serie B con circa 70.000 tifosi sugli spalti all’Olimpico. Abbiamo fissato il record di presenze per una partita fuori casa nella storia della Serie B con circa 40.000 tifosi al San Paolo.

E’ INUTILE QUANTO DA IDIOTI DA PRENDERCI IN GIRO PERCHE’ QUEGLI ANNI HANNO RAFFORZATO IL NOSTRO STATO D’ANIMO, LA NOSTRA PERSONALITA’ E IL NOSTRO CARATTERE. CHE COSA C’HA INSEGNATO LA SERIE B ? C’HA INSEGNATO CHE NEL CALCIO, COME NELLA VITA, SI PUO’ ANCHE AFFONDARE MA NON SI ABBANDONA MAI LA NAVE ANZI…PIU’ LE DIFFICOLTA’ AUMENTANO PIU’ IL LEGAME DIVENTA FORTE. IN QUEGLI ANNI ABBIAMO DIMOSTRATO COME NON MAI IL NOSTRO GRANDE AMORE PER QUESTI COLORI, PIU’ DI QUANDO ERAVAMO CAMPIONI D’ITALIA O AFFRONTAVAMO IL MANCHESTER UNITED A MONTECARLO. NOI NON CI SIAMO MAI NASCOSTI, NEMMENO QUANDO QUEGLI ALTRI VINCEVANO LO SCUDETTO E NOI CONQUISTAVAMO UNA SEMPLICE PROMOZIONE PER TORNARE IN SERIE A. MAI!

NOI ABBIAMO AMATO TUTTE LE 114 LAZIO CHE SONO ESISTITE. OGNI ANNO, A PRESCINDERE DA TUTTO. ABBIAMO SEMPRE AMATO QUESTA MAGLIA E NON L’ABBIAMO MAI ABBANDONATA. NOI ABBIAMO AFFRONTATO OGNI COSA CON LA MASSIMA DIGNITA’ : DAGLI SCUDETTI E I TROFEI INTERNAZIONALI ALL’INCUBO DI TARANTO-LAZIO! CI SIAMO SEMPRE STATI, CI ABBIAMO SEMPRE MESSO LA FACCIA. LE DIMOSTRAZIONI D’AMORE CHE HA DATO QUESTO POPOLO (PERCHE’ NOI SIAMO UN POPOLO CHE DEVE SOLO RITROVARSI) NON LE HA MAI DATE NESSUNO. CI SIAMO PIEGATI, MA NON CI SIAMO MAI SPEZZATI. ORA SPERO CHE UN GIORNO RIUSCIREMO A RITROVARE TUTTO QUESTO PER CACCIARE UN NEMICO CHE ABBIAMO DENTRO CASA NOSTRA, CHE HA SPACCATO IN MILLE PEZZI QUESTA TIFOSERIA E CHE DEVE RIAPPROPRIARSI DEL SUO AMORE PIU’ GRANDE, DELLA SUA LAZIO 

ONORE AL POPOLO LAZIALE, FORZA LAZIO !

 



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La provocazione di Baldissoni :” Negli anni ’80 sentivamo di più la partita contro la Juve perché la Lazio era in B “

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BALDISSONI-2Intervenuto ai microfoni di “SkySport” nel pre-partita della sfida contro il Livorno, il direttore generale della Roma ha parlato della rivalità con la Juventus, 



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Giorgio Sandri contro Seedorf

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GABRIELE SANDRI
E’ tornato Clarence Seedorf sulla panchina rossonera ma delle scuse ancora nessun traccia anzi, l’olandese mette il dito nella piaga con l’ultima dichiarazione riguardo il caso Sandri e la sua decisione di non indossare la fascia a lutto nella partita di Atalanta-Milan. Dopo quel macth dichiarò:“Non abbiamo indossato il lutto per la morte del fratello di Kaladze, non mi sembra giusto indossarlo per una persona che non conosciamo e che non sappiamo perché è morta”.
Invece di chiedere scusa in questi giorni, ha ribadito:“Non lo feci per mancanza di rispetto. Quando andammo in campo non si sapeva nulla, chi fosse, che cosa fosse successo. Niente. E se fosse stato un mafioso?”.

Giorgio Sandri, padre di Gabriele non ha digerito tali parole e sopratutto quel gesto in quel match contro i bergamaschi, così ha deciso di scrivere due colonne alla nota testata giornalistica de IL TEMPO.
“Non è stato dato risalto a questa vincenda. Purtroppo l’11 novembre 2007, quando fu ucciso Gabriele, Lega e Federazione chiesero a tutti i giocatori di scendere in campo con il lutto al braccio, alcune partite furono sospese e solo Seedorf si rifiutò. Sbagliare è umano ma perseverare è diabolico, non ha mai corretto quelle dichiarazioni, non ha mai cambiato il tiro e così mi sono sono sentito di scrivere quelle cose, del resto è stato un grande calciatore ma come uomo ha dimostrato poca sensibilità nei confronti della nostra famiglia”. In questi anni Giorgio Sandri si è fatto un’idea su quella vicenda: “Voleva solo far emergere la sua diversità, essere anticonformista. E poi non credo che nella sua carriera di calciatore, quando ha rispettato il minuto di silenzio iniziale per una tragedia, piuttosto che per una vita distrutta, conoscesse la storia di tutti i personaggi che venivano ricordati. Dopo due ore tutti sapevano tutto quello che era successo. Gabriele non era un mafioso, è stato assassinato e Seedorf non ha detto nulla. Il mio post ha avuto tantissime adesioni al di là di qualche commento becero, che posso immaginare da che parte venga”. Con il ritorno in Italia dell’olandese, si aspettano anche le sue scuse: “Un passo indetro va bene sempre. Comunque, quando si sbaglia, riconoscere un proprio errore è dimostrazione di intelligenza. Potrei anche comprendere ma mi sembra che lui non voglia farlo. Ora basta parlare di Seedorf, pensiamo al ragazzi ancora reclusi a Varsavia”. Non dimentica Giorgio Sandri i tifosi biancocelesti ancora reclusi in Polonia: “Sono lì da novembre, hanno trascorso le vacanze di Natale in carcere. E poi vorrei sapere perché non si parla più della vicenda dei quattro polacchi che hanno violentato una commessa nel centro di Roma. Pagheranno anche loro oltre 7.000 euro per tornare a casa? Non credo perché qui in Italia la legge e quella che è”. In chiusura si parla di una possibile uscita anticipata di Spaccarotella: “Non volevo vendette ma solo il riconoscimento del reato di omicidio volontario. È stato condannato a 9 anni e sei mesi, ne ha già scontati due, vedrete che sarà libero prima: in Italia funziona così”.
FOnte: Lalaziosiamonoi



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Perea pensa in grande :” Voglio la Champions “

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PEREA“Ieri ho avuto l’opportunità di fare gol e la cosa importante è che la squadra sia andata avanti in coppa.” racconta Brayan Perea. E’ l’indomani della sfida contro il Parma all’Olimpico, in cui la punta schierata in campo da Reja ha siglato due reti. Due reti che permettono alla Lazio la qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia, due reti che ripagano la fiducia del tecnico goriziano. Il detentore del trofeo rimane in piedi nella competizione, continuando a lottare per proteggerlo. In un’intervista rilasciata alla testata colombiana www.caracol.it, l’ex Deportivo Calì si svela. Parla dei suoi quattro gol in questa stagione, di quelli che vorrebbe ancora segnare. E poi racconta del suo bisogno di crescere, questo Brayan lo sa bene, di lavoro ce n’è da fare. Si vuole rimboccare le maniche Perea, vuole dare tutto per questa squadra.

Sei il tipico attaccante d’area, Brayan? “Sì, aspetto sempre il momento giusto e cerco di essere sempre lì, presente, e sfruttare le opportunità per fare gol”

Quanti gol hai fatto in Italia? “In Italia ho realizzato quattro gol in totale.”

Come ti senti in una squadra importante come la Lazio? “Devo esser sincero, mi sono ambientato molto velocemente, sono già quattro o cinque mesi che sono qui e devo dire che lo staff e i miei compagni mi hanno dato una grossa mano ad ambientarmi il più velocemente possibile.”

Hai un buon rapporto con i compagni e con il tecnico? “Con i compagni molto buono! Con il tecnico ho avuto la possibilità di parlarci il primo giorno che è arrivato e mi ha detto di avermi visto in qualche partita e che dovevo continuare a lavorare perché il calcio qui è molto complicato e io, essendo un ragazzo, avevo da imparare molte cose… Credo che lo abbia detto per il mio bene.”

Inoltre il campionato più difficile per fare gol è proprio quello italiano. Sì, qui per gli attaccanti le occasioni che capitano in partita sono molto poche e la qualità delle difese è molto alta. Le squadre sono impostate con l’obiettivo di mantenere la porta inviolata per cui per noi attaccanti è molto complicato.”

Che insegnamento hai ricevuto dal tuo tecnico e dal campionato in generale sul ruolo e sui movimenti dell’attaccante? “Il tecnico mi chiede spesso di sfruttare la mia velocità, di non venire troppo spesso a chieder palla e di sfruttare gli spazi in profondità”.

Quali sono i tuoi obiettivi in biancoceleste? “Ora il mio obiettivo principale è avere più continuità e magari segnare ancora più gol in futuro per aiutare la Lazio a diventare ancora più grande e magari riuscire ad arrivare ad un torneo come la Champions League. Oggi siamo in Europa League e speriamo di arrivare più avanti possibile perché abbiamo un gruppo che ha le qualità per farlo.”

C’è la possibilità che tu vada in prestito per fare più minutaggio o sei tranquillo alla Lazio? “No, sono molto tranquillo, rispetterò qualunque decisione, ma per il momento preferisco continuare a lavorare qui.”

Come ti sembra Roma? La gente mi tratta molto bene, la città è bellissima… Devo dire che mi sto trovando molto bene.”

Sei accompagnato dalla famiglia o da qualcuno? “Ci sono mia madre, la mia fidanzata… E’ molto importante che stiano qui con me. All’inizio sono stato solo un mese, vivendo qui nella sede del club, però non vedevo l’ora di vederle arrivare e ora sono qui.”

Con quale calciatore hai legato di più? “Con il brasiliano Felipe Anderson!”

I brasiliani e i colombiani sembrano avere sempre degli ottimi rapporti. “Abbiamo molto in comune, siamo molto allegri, parliamo molto… Siamo molto simili!”

LALAZIOSIAMONOI



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Il Nantes ferma l’Inter :” Per noi ha già firmato con la Lazio “

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 Djordjevic

La sfida Inter-Lazio per Filip Djordjevic è partita, il club nerazzurro vorrebbe soffiare l’attaccante serbo a Lotito. I biancocelesti porterebbe la punta a Roma in estate – a parametro zero -, ad Appiano Gentile sono pronti invece ad acquistarlo già adesso. Il che vorrebbe dire anche bussare alla porta del Nantes. Proprio il direttore generale francese Frank Kita (figlio del presidente Waldemar) ha però negato di aver ricevuto offerte provenienti da Milano: Contatti con l’Inter? No, non ne abbiamo avuti – ha rivelato a Calciomercato.com -. Se l’Inter lo vuole subito deve parlare con noi. Al Nantes noi tutti pensiamo che abbia già firmato con la Lazio“. Come si troverà in Italia? Lasciamolo prima arrivare – ha proseguito Kita jr -, poi si vedrà. Intanto adesso è un giocatore del Nantes. Inter a gennaio o Lazio a giugno? Noi preferiamo che resti qui, anzi vorremmo allungare il suo contratto“. Secondo quanto si legge su alfredopedulla.com, Djordjevic potrebbe decidere già in serata quale offerta accettare: da una parte la proposta dell’Inter più allettante, dall’altra l’intesa già raggiunta con la Lazio.

LALAZIOSIAMONOI



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C’era una volta un Re…Cecconi !

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re-cecconi

Sono passati 37 anni, quasi una vita, ma rivedendo le foto e il volto sorridente di quell’angelo biondo che sventola ogni domenica in Curva Nord, sembra ieri quando Luciano Re Cecconi è volato via, all’improvviso, in una fredda sera di metà gennaio. Ogni cittadino americano ricorda alla perfezione dove si trovava e che cosa stava facendo l’11 settembre del 2001, quando quei due aerei si sono abbattuti sulle Torri Gemelle a New York; ogni cittadino italiano della mia generazione, si ricorda alla perfezione dove stava il 2 agosto del 1980 quando alle ore 10,25 quella bomba ha devastato la stazione di Bologna. Ci sono episodi nella vita che restano per sempre fissati nella mente, momenti in cui il tempo sembra fermarsi e con lui anche il tuo respiro. Per me, quel giorno è il 18 gennaio del 1977.

Sono appena tornato a casa dagli allenamenti e aspetto di andare a cena. Sono contento, perché quel pomeriggio ho fatto un salto a Tor di Quinto e ho visto Luciano Re Cecconi giocare tutta la partitella. “A Cesena gioca” ci siamo detti tra amici, felici, con in tasca già la prenotazione per quella trasferta in programma il 30 gennaio. “Cecco” è reduce da un brutto infortunio rimediato il 24 ottobre all’Olimpico contro il Bologna. Un infortunio che a detta di Renato Ziaco (che ama esagerare sui tempi di recupero, per poi far passare come miracolosi i rientri in campo a tempo di record dei suoi ragazzi), doveva tenerlo fuori almeno fino a marzo. A metà gennaio, invece, “Cecco” è già pronto, in forma e con il sorriso sulle labbra. Il sorriso di chi torna alla vita. Ad un certo punto, a casa arriva una telefonata. Sento mio padre che risponde, poi dice: “Ma sei sicuro?” poi il silenzio. Vedo la porta che si spalanca e dietro compare mio padre a testa bassa, con gli occhi gonfi e mi sussurra: “Stefano, è successa una brutta cosa, hanno sparato a Re Cecconi”.

E’ l’alba degli Anni di Piombo, Roma è una città in cui si spara tutti i giorni, ma a cadere sono ragazzi di destra e di sinistra, poliziotti, carabinieri, non “eroi invincibili”. Perché ai miei occhi, Luciano Re Cecconi è come il “Mitico Thor” dei fumetti della Marvel, il biondo vichingo “Dio deltuono” creato dal genio di Jack Kirby e Stan Lee. Si può ferire, ma poi si rialza sempre e vince. Quella sera, invece, Luciano Re Cecconi è rimasto a terra, non si è rialzato più. E con lui, è morta una buona parte del ragazzo spensierato che c’è in me. Ricordo quei minuti di speranza davanti al televisore, a pregare che non fosse nulla di grave, poi, proprio quando stanno per andare i titoli di coda, l’annuncio: “Luciano Re Cecconi è morto”. E sento quella fitta dentro, impossibile da dimenticare.

Il giorno dopo a Roma il cielo è nero e piove. Scuola è a 400 metri da casa, ma quel giorno il tragitto sembra lungo come quello di una maratona. Le gambe pesanti come il cuore e nella testa quelle parole: “Luciano Re Cecconi è morto”, la stessa frase sparata sulle locandine dell’edicola di piazza Gentile da Fabriano a metà strada tra casa e scuola. Quel giorno ho compito in classe di italiano e il tema di cronaca è: “Luciano Recconi, pensieri e riflessioni su una morte assurda”.Scrivo più di sei pagine protocollo fitte, fitte, di getto, trasferisco con l’inchiostro in quelle righe tutto il mio dolore per la perdita del mio idolo d’infanzia. Scrivo forse il più bel tema della mia vita, prendo 9. Avrei preferito prendere 8, come il suo numero di maglia.

In quella stagione maledetta, Luciano Re Cecconi si è infortunato il 24 ottobre, all’Olimpico, al 20’ minuto della sfida stravinta con il Bologna. Quella, resta l’ultima delle sue 109 partite di campionato giocate con la maglia della Lazio. L’ultima partita di una carriera che gli ha regalato la gioia di uno scudetto che lo ha reso immortale e l’esordio con la maglia azzurra, il 28 settembre del 1974 a Zagabria contro la Jugoslavia. L’ultima partita del RE, per dirla come Carlo D’Amicis nel suo splendido libro “Ho visto un re”, dedicato a “Cecco”. Ma sulla strana storia di quel cognome è Franco Melli a fare chiarezza, in un’intervista che mi è rimasta impressa:

“Quel Re davanti al mio cognome, è un regalo del re. Vittorio Emanuele II° passò per Busto Arsizio e per Nerviano e gradì la buona cucina, l’accoglienza ricevuta. Allora volle beneficiare la gente delle nostre campagna lombarde con un dono simbolico ma indelebile. Così, i Cecconi diventarono pomposamente Re Cecconi, i David Re David, in base al riconoscimento stampato. Il regalo di Vittorio Emanuele II°, trasmesso di generazione in generazione, l’ho accolto con orgoglio. E’ una ricchezza che il mondo non potrà mai portarmi via. Ho il cognome ornato. E suona bene”.

Quel Re non glielo porta via nessuno, quel sorriso che riempiva il cuore, glielo hanno portato via il 18 gennaio, in circostanze mai del tutto chiarite. Dopo mesi passati ad allenarsi in solitudine al Flaminio, dopo aver versato le lacrime che può versare un figlio per un padre il giorno della morte di Tommaso Maestrelli, quel martedì 18 gennaio del 1977 “Cecco” ha giocato per intero la partitella di allenamento, affondando i contrasti per provare la resistenza del ginocchio. Felice per non aver sentito nessun dolore, prima di lasciare il campo, incrociando Renato Ziaco, il medico della Lazio, gli dice sorridendo: “Va bene dottore, il ginocchio è a posto, non ho sentito nessun dolore, sono pronto. Domenica a Cesena gioco e lascio tutti a bocca aperta”.

“Cecco”, felice, lascia il campo di Tor di Quinto in compagnia di Pietro Ghedin e Renzo Rossi. I tre incrociano Renzo Garlaschelli e lo invitano ad unirsi a loro per una serata a cena fuori, per festeggiare. Ma Renzo ha altri impegni, ringrazia e va via, seguito poco dopo anche dall’altro Renzo, Rossi. Re Cecconi e Ghedin, rimasti da soli, vanno da un loro amico comune, Giorgio Fraticcioli, per fare due chiacchiere e tirare fino all’ora di cena. Fraticcioli, proprietario di una profumeria, li invita ad accompagnarlo da un cliente a cui deve consegnare dei flaconi in una gioielleria di via Nitti, al Fleming, il quartiere dove abitano quasi tutti i giocatori della Lazio, situato sulla collina che domina dall’alto il campo di allenamento di Tor di Quinto.

I tre entrano poco prima dell’orario di chiusura, intorno alle 19,30. Luciano, abituato a fare scherzi, ne suggerisce uno a Fraticcioli e a Ghedin. Uno scherzo che, in una Roma sconvolta da rapimenti, rapine, sparatorie a colpi di P38 tra forze dell’ordine ed estremisti di destra e di sinistra, purtroppo gli sarà fatale.

Fraticcioli e Ghedin entrano per primi, Re Cecconi alle loro spalle e con il bavero del cappotto alzato esclama: “Fermi tutti questa è una rapina”Il gioielliere, Bruno Tabocchini, già vittima in quel periodo di un paio di rapine, agisce di riflesso e scambiando Re Cecconi per un vero rapinatore quasi senza guardare estrae la pistola che tiene sotto il bancone del negozio e spara.

Re Cecconi, colpito in pieno petto, con il volto pietrificato dallo stupore e dal dolore cade mormorando: “Era uno scherzo, era solo uno scherzo”. Ghedin fa appena in tempo ad alzare le mani e farsi riconoscere. Poi si gira verso il compagno dicendogli di alzarsi che lo scherzo è terminato, ma si accorge che dal torace di Re Cecconi esce sangue a fiotti. Il proiettile, infatti, ha reciso in modo letale l’aorta. Udendo lo sparo e le grida, i clienti del bar d’angolo che dà su via Flaminia escono di corsa, qualcuno ferma una pattuglia della polizia che, a sirene spiegate, porta “Cecco” al San Giacomo dove arriva ormai in fin di vita. Mezz’ora dopo quello sparo, alle 20 circa, Luciano Re Cecconi muore, a 28 anni appena compiuti, facendo sprofondare nel dramma la sua famiglia, l’ambiente laziale e tutto il mondo del calcio. La notizia a Roma si sparge in pochi minuti, con un invisibile telefono senza fili. Tutti si preoccupano di proteggere la moglie di “Cecco”, Cesarina, ma anche i figli: Stefano, di due anni e Francesca, nata da pochi mesi. In ospedale arrivano Lenzini e Pulici, poi alla spicciolata gli altri compagni, tutti pietrificati dal dolore. Ghedin, è sotto shock e riesce a malapena a rilasciare una deposizione ai magistrati incaricati dell’inchiesta. Questa è la versione ufficiale, ma a distanza di 26 anni restano ancora tanti lati oscuri in questa vicenda.

A meno di 50 giorni dall’addio a Tommaso Maestrelli, Roma si ferma nuovamente per dare l’ultimo saluto ad un altro dei protagonisti dello scudetto. Al funerale, celebrato nella basilica di San Pietro e Paolo, è presente una folla immensa e silenziosa. Il silenzio si rompe solo quando la bara di Luciano Re Cecconi viene portata a spalla dai compagni dentro la basilica. In prima fila c’è Giorgio Chinaglia, il grande rivale di “Cecco”, che vive a New York, ma che appena appresa la notizia della morte dell’ex compagno ha preso il primo volo diretto a Roma. Processato per direttissima, Tabocchini viene assolto dall’accusa di “eccesso colposo di legittima difesa”, poiché secondo i giudici ha sparato per “legittima difesa putativa”. Quella sentenza scatena un accesissimo dibattito, commentato così sulle pagine de Il Corriere dello Sport dall’allora direttore Giorgio Tosatti.

“La morte di Re Cecconi rappresenta un dramma cui nessuno può sentirsi estraneo: è la folgorante testimonianza della nevrosi nella quale viviamo. Di queste nevrosi si trovano prove anche nei commenti della tragedia: il cinismo si sostituisce alla pietà, la riprovazione per la stupidità dello scherzo è superiore allo sdegno per il modo in cui è stata stroncata la vita di un uomo”.

Il 30 gennaio, a Cesena, si ripete la scena straziante vissuta un mese e mezzo prima a San Siro, con i giocatori della Lazio con il lutto al braccio che sembrano quasi pietrificati dal dolore, con i tifosi che sugli spalti piangono, con quel minuto di raccoglimento in cui l’unico rumore è dato dalle note strazianti di una tromba che intona Il silenzio.

La salma di “Cecco”, viene portata al cimitero di Nerviano, dove a distanza di più di 30 anni dalla sua morte è ancora meta costante di pellegrinaggio da parte di tanti, tantissimi tifosi laziali che non hanno dimenticato quell’angelo biondo e le sue imprese sul campo verde. E quando si ferma nel silenzio di quel piccolo cimitero per rendere omaggio al campione, chiudendo gli occhi possono rivedere le immagini di quel Lazio-Milan del 30 dicembre e risentire il boato di quel gol segnato da “Cecco” allo scadere. Un boato interminabile, secondo per intensità solo a quello del gol di Fiorini.

STEFANO GRECO



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Il trauma di Nesta :” Quando fui costretto ad andare al Milan…”

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NESTA

Dal rifiuto alla ROMA al trasferimento last minute al MILAN. Passando per il fallo a GASCOIGNE in allenamento ai trionfi con la maglia biancoceleste. Alessandro NESTA ha parlato del suo passato da calciatore biancoceleste in un’intervista al portale thehardtackle.com. Ecco le sue parole:



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Il ct Loew minaccia Klose :” Se non sei in forma, niente Mondiale “

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Riscaldamento con la Germania
Riscaldamento con la Germania
Riscaldamento con la Germania

Giugno è vicino, il Mondiale in Brasile anche. I ct di ogni Nazionale iniziano a fare la conta dei convocati. In Germania Loew sembra avere qualche dubbio in attacco, dove fino a qualche mese fa erano sicuri del posto Miro Klose e Mario Gomez.Occhio allora all’attaccante del Bayer Leverkusen, Stefan Kiessling: “Al ragazzo in precedenza avevo detto che per il Mondiale volevo puntare su Miroslav Klose e Mario Gomez, ma se uno di questi due non fosse in uno stato di forma consono sono pronto a cambiare i miei piani” –questo le parole dell’allenatore della Germania riportate dalla rivista Suddeutsche Zeitung Magazin. Ci sarà tempo per parlarne domenica e lunedì prossimo, quando la squadra si riunirà a Monaco di Baviera per registrare alcuni spot in vista della prossima Coppa del Mondo: Non vedo l’ora di rivederli tutti dopo questa lunga pausa, parlerò con ognuno di loro. Ci vogliamo preparare bene e fare gruppo, la competizione sarà troppo importante per noi” – le parole sempre di Low a DFB.de – “Ringrazio i club per le autorizzazioni ai giocatori, non è obbligatorio venire e non fa parte del regolamento FIFA. Sono i giocatori che in base ai propri impegni scelgono se venire o meno”Tra i convocati compare anche Miro Klose. Possibile un suo arrivo in Baviera dopo la partita con l’Udinese, vista anche la distanza abbastanza breve tra la cittadina friulana e Monaco.



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L’Inter prova a intromettersi su Djordjevic

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djordjevicInserimento a sorpresa: l’Inter cerca Filip Djordjevic, puntando allo sgambetto alla Lazio. Perché la punta del Nantes, esplosa in questa stagione in Ligue 1, è un Nazionale serbo che fa gola a tutti: assistito da Alessandro Lucci, secondo quanto raccolto daTuttomercatoweb.com nella fitta agenda degli incontri milanesi del procuratore anche di Vucinic e di Cuadrado, c’è adesso un incontro con l’Inter. Lucci sta incontrando il direttore sportivo nerazzurro, Piero Ausilio, che ha espresso la volontà del club di Thohir di puntare su Djordjevic… Da subito, come raccolto in anteprima dalla nostra redazione, non per gennaio, visto che l’Inter ha un posto da extracomunitario. Accelerata in corso, ore decisive. Lucci e Ausilio ne stanno parlando…

TMW



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In 10 anni di Lotito il mercato di Gennaio è stato sempre un disastro

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lotito-soldiNel 2004 Claudio Lotito diventata il patron della Lazio. In estate, acquistando una valanga di giocatori a poco prezzo e nel giro di 48 ore, offrendo contratti a qualunque svincolato si potesse muovere senza telefonare alle rispettive compagne ché il tempo stringeva. Così si è creata la maxi rosa dei capitolini, costretti poi a dovere sfoltire per parecchie sessioni di mercato i danni di quella prima vera finestra trasferimenti del nuovo presidente. Una difficoltà poi resa sul campo, perché quella Lazio si salvò solamente grazie a due pareggi nelle ultime due giornate, uno dei quali contro la Fiorentina. Una partita tristemente nota per il salvataggio – una vera e propria parata, alla Buffon – di Zauri poi non ravvisata dall’arbitro.Quello che però, a parte la storia della formazione biancoceleste, davvero risalta è il comportamento della Lazio nelle sessioni di mercato invernali. Dieci anni – e nove sessioni – in cui si sono alternati giocatori dall’alterno curriculum e dalle altrettanto oscillanti prestazioni. In negativo, molto spesso.

Nel 2005 fu Fabio Bazzani il prescelto, in uno scambio con Simone Inzaghi, e rimase solamente sei mesi. Quindici presenze, tre gol, ma poi l’epurazione colpì tutti (i colpibili, quelli con contratto lungo rimasero) e pure Bazzani.

Nel 2006 doppio colpo di altissimo livello. Guilherme Siqueira e Samir Handanovic. Il primo ora gioca nel Benfica, il secondo nell’Inter, ma ai tempi solo una presenza in due con la maglia biancoceleste. Per tacere di Massimo Bonanni, lui sì più utilizzato ma spedito alla Sampdoria dopo sei mesi.

Nel 2007 è il turno di Luis Antonio Jimenez, prigioniero della Ternana, che a fine stagione conterà pochissime presenze (anche a causa di un infortunio) e pure pochi gol. Solamente due. Reti che avrebbero dovuto essere garantite da Rolando Bianchi a gennaio 2008, quando torna per un milione di prestito oneroso e undici di riscatto. Ovviamente finirà al Torino senza lasciare troppo il segno nella Capitale. Sempre nel 2008 arrivano due difensori: uno è Rozenhal, che verrà ceduto in estate, e l’altro è Radu. Primo vero e proprio colpo che si è rivelato azzeccato, nonostante i tanti infortuni che ne minano la condizione ogni anno.

Nel 2009 non arriva nessuno, ma nel 2010 c’è la vera svolta. Un giocatore che si distingue subito come Giuseppe Biava – ma la Lazio è molto povera tecnicamente, forse la peggiore degli ultimi anni – un altro che va così così come Floccari, il terzo che, come un diesel, migliora solo alla fine della stagione come André Dias. Da segnalare anche l’approdo di Hitzlsperger, pure se nessuno se lo ricorda. Meteora bella e buona.

Nel 2011 è il turno di Sculli, non proprio un affarone, mentre è nel 2012 che si tocca l’apice con l’arrivo di Candreva, dopo due o tre stagioni davvero da dimenticare dove aveva vestito anche le maglie di Parma e Juventus. Di Alfaro, invece, meglio non parlarne.

Nel 2013 arrivano Pereirinha, il quale potrebbe fare la fine dei carneadi del 2004 (tutti in rosa fino a scadenza contrattuale), e Saha, francese che il campo lo vedrà quasi esclusivamente dalla panchina. Un gennaio amaro, quasi sempre, insomma. Anche perché negli anni saltano vari acquisti. Da Roque Santa Cruz a Honda. Da Felipe Anderson a Eguren. Passando per Miranda e Golasa. E c’è da dire che quest’ultimo non abbia fatto proprio una grande carriera.

(Tmw)

Cittaceleste.it



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Bruno Giordano:” Stadio vuoto per contestare Lotito!”

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lazio atalanta

bruno-giordano
Bruno Giordano parla della situazione in casa Lazio tra presidenza e tifosi:
“Lasciare lo stadio vuoto sarebbe il colpo di grazia per Lotito”, sono le parole di Bruno Giordano, allenatore dell’Ascoli ed ex centravanti biancoceleste, ai microfoni di Radio Manà Sport: “Non ho mai visto un presidente di calcio abbandonare la propria squadra con lo stadio pieno o quasi anche se in contestazione. L’unico modo a disposizione per la tifoseria laziale per far cadere l’attuale gestione di Lotito è lasciare completamente l’Olimpico vuoto per almeno due mesi”. Parole forti quelle di Giordano, bandiera della Lazio anni ’80: “Ad Ascoli, piazza storica dalla tifoseria calda e numerosa, dopo 19 anni la precedente proprietà ha abdicato scontrandosi con la desolazione provocata dagli spalti perennemente vuoti volutamente lasciati tali dai sostenitori bianconeri, i quali si son fatti trovare pronti ritornando ad occupare le tribune nel momento in cui si son sentiti liberi da chi non riconoscevano come loro presidente. Ogni domenica al Del Duca dalla panchina è un colpo d’occhio bellissimo osservare la curva gremita”.
Giordano parla poi del cambio sulla panchina biancoceleste: “Reja? Ha ottenuto solo risultati ma non ha portato la svolta nella qualità delle prestazioni e del gioco. Con Il Parma in Coppa Italia è stato graziato dai giocatori emiliani che hanno fallito diverse ghiotte occasioni da gol. E’ stata la Lazio peggiore della sua seppur breve nuova conduzione tecnica. I quarti di finale contro il Napoli? Gara secca difficile ma non impossibile. Reja deve capire che nelle Coppe bisogna schierare i titolari perchè Benitez come dimostra la sua carriera in queste competizioni non perdona. Inoltre, la Lazio ha il dovere di puntare alla Coppa Italia e più avanti all’Europa League perchè sono i percorsi più brevi per arrivare ad un eventuale successo. Il campionato? Oramai compromesso”.
FOnte CdS



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Per Quagliarella la Juventus chiede almeno 7 milioni

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quagliarella1Il nome di Quagliarella continua a circolare. La Lazio attende fiduciosa alla finestra, qualora si dovesse sbloccare qualcosa in uscita è pronta a sferrare il colpo. Per fare chiarezza sull’attaccante napolenato, l’agente Giuseppe Bozzo ha dichiarato a Tuttosport: “Sento spesso Marotta: non c’è l’intenzione da parte della Juventus di cedere Quagliarella, nè da parte di Quagliarella di lasciare la Juventus” – la frasi che suonano un pò di circostanza del procuratore. Che poi continua: “Certo, ci sono molti club interessati, ma la valutazione del giocatore data dalla Juventus, di circa 7/8 milioni, allontana molti di questi. E’ una cifra importante, anche in rapporto alla scadenza contrattuale (giugno 2015, ndr). Si trova bene, si fa sempre trovare pronto, dà il suo contributo, a volte molto concreto, quando scende in campo, ha la stima di Conte e adesso punta molto sull’Europa League per trovare un po’ più di spazio. Insomma ci sono tutti i presupposti perché finisca la stagione alla Juventus”.



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