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Ciani non si pente :” Sono orgoglioso di essere venuto alla Lazio “

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CIANINella lista dei partenti figura stabilmente il suo nome, ma alla fine di ogni sessione di mercato la maglia che indossa è tinta di biancoceleste. Michael Ciani si appresta ad affrontare la terza stagione all’ombra del Colosseo, il francese ha più di un motivo per guardare il futuro con ottimismo. Sì, perché Pioli gli ha consegnato i gradi del titolare, nel ritiro di Marienfeld il tecnico emiliano lo ha affiancato a Stefan De Vrij in quella che – ad oggi – è la difesa titolare. Petkovic prima e Reja poi lo avevano relegato al ruolo di comparsa, dopo tanto anonimato il colosso transalpino vuole prendersi le luci della ribalta. E intanto le voci che lo vogliono in partenza continuano a fiorire: Inghilterra, Francia o Russia? Le richieste non mancano, ma l’ex Bordeaux vuole restare a Roma. A dirlo è lo stesso centrale classe ’84, che sul proprio sito ufficiale fissa gli obiettivi in vista della prossima stagione e allontana i roumors di mercato. 

Quella che inizierà sarà la terza stagione in Italia con la maglia della Lazio, che considerazioni ti senti di fare? “Prima di tutto non mi pento della scelta fatta, qui sono maturato molto, ho accumulato un sacco di esperienza. Il campionato italiano è molto difficile, dopo la prima stagione tutto sommato postiva grazie alla vittoria in Coppa Italia, c’è stato il cambio in panchina che ci ha destabilizzato un po’. Avrei ovviamente preferito giocare di più, ma io ho ancora voglia di rimanere per mostrare le mie qualità”. 

Come hai vissuto il cambio di allenatore? “Non è mai facile trovare continuità in queste situazioni. Ci sono stati periodi in cui non ho avuto modo di giocare, ma alla fine ho comunque disputato 25-30 partite, anche in palcoscenici europei. Non è così male come bottino”.  

Capitolo mercato, circolano tante voci sul tuo conto. Si è parlato in passato di Norwich, Cardiff e Rubin Kazan… “Non ho avuto alcun contatto diretto con i club inglesi. E’ vero che ho sempre detto di avere un debole per il campionato inglese, ma era importante sfatare questa diceria. Alcuni club si sono interessati a me, ma non c’è mai stato nessun contatto diretto. Lo stesso discorso vale per il Rubin Kazan”.

Stefano Pioli sarà il tecnico della Lazio nella stagione 2014/2015, che impressione ti ha fatto? “Come gli allenatori precedenti, è molto coinvolto nella vita del gruppo. Ci tiene a stare vicino ai giocatori e cura molto l’aspetto tattico. Si è già focalizzato sugli obiettivi del club ed è molto esigente con i giocatori, ci vuole sempre concentrati al massimo”.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro? “Il mio obiettivo è ovviamente quello di fare meglio rispetto alla passata stagione, è stato un anno deludente per noi. Sarà fondamentale tornare in Europa, anche se la Champions League sarà difficile da raggiungere. Ci sono molti club ben attrezzati, come Napoli, Inter, Milan e la Juve ovviamente. Raggiungere la Champions League significherebbe aver fatto una una stagione ottima. A livello personale, io di solito non mi pongo limiti, punto sempre in alto”.



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Klose scalda i motori :” Giocherò contro il Milan “

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KLOSE

Il ritorno in patria ha sempre un sapore speciale, ancor di più se con la Coppa del Mondo in tasca. La giornata di ieri, per Miroslav Klose, è stata una di quelle da ricordare: il bagno di folla a Lubecca, la premiazione ed il ritorno al calcio dopo le meritate vacanze. Il tedesco è apparso in forma, naturale per chi come lui, cura in maniera maniacale il proprio corpo.Tanto affetto fa un piacere enorme – ha dichiarato il panzer, come riportato dalla Gazzetta dello Sport -. Adesso, però, si ricomincia. Mi sento carico per la nuova stagione. Voglio allenarmi bene in modo da essere pronto per l’inizio del campionato italiano. A Milano contro il Milan ci sarò”Un campionato che dovrà essere, per forza di cose, quello del riscatto, sia per Miro, finito troppo spesso al centro delle critiche per la sue “gestione”, sia per la Lazio che è chiamata a riconquistare quell’Europa sfuggitale di mano l’anno scorso. Impresa non impossibile, soprattutto se in squadra c’è un campione del mondo.

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Zanzi provoca la Lazio :” L’unica vera squadra cittadina è la Roma “

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ZANZIASROMA

Nuovo anno, vecchia rivalità. Difficile trovare nel mondo derby più importanti di quelli di Roma: Glasgow, Belgrado, Istanbul, Atene, Buenos Aires lottano per la palma di più sentita stracittadina sulla faccia della terra. In Italia la sfida tra Lazio e Roma è sicuramente la più sentita, Milano, Verona, Genova e compagnia vengono dopo.

Della rivalità tra Roma e Lazio parla Italo Zanzi, CEO giallorosso e uno dei simboli della nuova proprietà giallorossa, che vede Pallotta come presidente, Sabatini come direttore sportivo e attualmente Rudi Garcia come tecnico. Sono loro ad aver regalato nuove speranze ai tifosi capitolini, sponda Lupa.

A ‘Philly.com’ Zanzi ha parlato proprio della situazione cittadina, spiegando agli statunitensi la divisione di Roma: “Più della metà è giallorossa. Se si guarda alla gente che vive in città, la Roma è la vera squadra della città. Perdere la Coppa Italia contro la Lazio è stato un brutto momento, ma ci siamo ripresi”.



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Lazio, JA!

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lazio squadra 20142015Bella e vincente, la Lazio di Pioli si regala il primo successo nella terra tedesca. Davanti ai circa 18 mila dello Stadion an der Lohmühle, i biancocelesti regolano 2-0 l’Amburgo. Djordjevic in apertura di match, Tounkara in chiusura di secondo tempo: sono i due attaccanti a siglare le reti decisive. La terza punta, Miro Klose, riceve invece il tributo dei tifosi di casa nel campo adiacente allo stadio, dove prima dell’incontro ha svolto – insieme a Biglia – il primo allenamento dopo la conquista della Coppa del Mondo. A fine partita, applausi per la Lazio: Djordjevic riceve il premio di migliore in campo, Mauri alza la Sparda Bank Cup.

FORMAZIONI – Le scelte del tecnico biancoceleste confermano le prove della vigilia. Unica variazione: a partire titolare tra i pali non è Marchetti, ma Berisha. La linea a quattro è formata da Konko e Radu sulle fasce, Novaretti-Cana la coppia centrale. Cataldi e Mauri sono gli interni a supporto di Ledesma, mentre Djordjevic guida l’attacco completato da Felipe Anderson e Keita. L’Amburgo replica con un 4-5-1 molto duttile: il grande ex Behrami fa da schermo davanti alla difesa, Van der Vaart e Ilicevic supportano l’unica punta Rudnevs.

PRIMO TEMPO – Parte forte la Lazio, aggressiva come desidera Pioli. Una manciata di minuti appena e Keita si fa deviare in corner una velenosa botta da fuori. Poco male. Al 5′ Mauri trasforma una punizione dall’out mancino in un cross per Djordjevic: difesa tedesca imbambolata, il serbo non perdona a tu per tu con Adler. La formazione di Slomka cerca la pronta reazione, ma i biancocelesti reggono l’urto. In grande spolvero Felipe Anderson, vero uomo aggiunto anche in fase di copertura sulla fascia destra. Lazio vicina al raddoppio già al 12′, Radu è sfortunato a centrare il palo alla sinistra di Adler. I capitolini controllano il gioco, in una fase del match che vive di repentini cambi di fronte. Al 17′ Berisha neutralizza una sortita offensiva dell’Amburgo, dalla ripartenza nasce una grande occasione per la Lazio: Felipe Anderson è autore di una fenomenale discesa sulla corsia destra, il cross non è altrettanto efficace ma Keita riesce comunque ad avventarsi sul pallone e a chiamare Adler al miracolo. L’undici di Pioli è padrone del campo, ma concede anche qualcosa di troppo: al 19′ Rudnevs fallisce clamorosamente l’azione orchestrata da Van der Vaart e Stieber. La Lazio amministra, abbassa i ritmi. Al 28′ il povero Konko è vittima di un rilancio sballato di Novaretti: il colpo sul volto non gli impedisce però di tornare subito in campo e ricevere gli applausi del pubblico. Due minuti dopo è invece Behrami a stendere Djordjevic, nulla di grave per l’ex Nantes. Al 31′ Ilicevic prova a riportare sul pari i suoi, ma la sua conclusione dalla distanza è alta sopra la traversa. Al minuto 33 è invece Cataldi a sfiorare l’eurogol su punizione dal limite. Succede poco o nulla fino al fischio dell’arbitro, la Lazio torna negli spogliatoi forte del vantaggio.

SECONDO TEMPO – Fuori Konko l’autore del gol Djordjevic, dentro Cavanda e Tounkara: riparte con due cambi la ripresa della Lazio. Proprio il giovane attaccante si rende pericoloso all’53’, ma Kacar lo anticipa di testa. L’Amburgo alza i ritmi, la voglia di pareggiare si avverte. Tre cambi anche per Slomka: Westermann, Jiracek e Badelj prendono il posto di Diekmeier, Jensen e Arslan. Al 60′ Ledesma tira per la maglia Rudnevs lanciato a rete: giallo per l’italo-argentino. Al 63′ Ilicevic mette paura a Berisha, con un gran tiro da fuori che però termina alto. Un minuto più tardi è Felipe Anderson – che nel frattempo si è scambiato di fascia con Keita – a suonare la carica per la Lazio: il suo tentativo a giro non inquadra di poco lo specchio. Al 66′ Pioli dà vita alla seconda girandola di cambi: lasciano il terreno di gioco Cataldi, Mauri, Felipe Anderson e Keita; spazio a Gonzalez, Parolo, Candreva e Lulic. Per i nazionali si tratta dell’esordio stagionale con la maglia della Lazio, per Parolo è il debutto assoluto. Al 69′ abbaia l’Amburgo: Berisha devia di pugni un cross di Badelj, sulla respinta Behrami non trova lo specchio. Lo stesso ex laziale è protagonista di un battibecco con Candreva, subito risolto con un abbraccio. Behrami abbandona poi il campo, sostituito da Skjelbred. Il match non regala grosse emozioni, ci pensano allora ben due invasori di campo a far divertire il pubblico: gli steward li afferrano – non senza qualche problema – e li conducono fuori dal rettangolo verde. Il gioco riprende senza problemi, qualche scricchiolio lo mostra invece la retroguardia laziale al 34′: Ilicevic stoppa il pallone dentro l’area, se lo aggiusta sul destro e lambisce il palo sinistro di un niente. Subito dopo Pioli è costretto a un altro cambio: Novaretti non ce la fa a continuare, al suo posto Ciani. Ma ecco all’82’ il raddoppio della Lazio. Triangolazione da applausi tra Radu e Lulic: il romeno non trova la deviazione in porta, il pallone arriva a Tounkara che appoggia a porta sguarnita. Per il baby talento è la seconda rete consecutiva in amichevole, dopo il gol contro lo Sporting Lisbona. La Lazio si aggiudica la Sparda Bank Cup, la prima uscita in terra tedesca è trionfale. Klose può sorridere, l’ultimo arrivato De Vrij (rimasto in panchina) anche: a Lubecca gli uomini di Pioli fanno una gran bella figura.

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Tare respinge Balanta :” Non lo stiamo seguendo “

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Tare micr

Arriva la smentita ufficiale da parte della Lazio su Eder Balanta. Il diesse biancoceleste, Igli Tare, che si trova in Germania con la squadra, ha spedito una nota letta in diretta dalla radio ufficiale del club:  “La Lazio smentisce categoricamente di essere sul giocatore”. Queste le parole che allontanano il roccioso colombiano dalla Capitale

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Jacobelli attacca Lotito :” Porta rispetto “

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Jacobelli

Di una cosa possiamo essere certi, almeno quanto il fatto che l’Olimpico di Roma non tornerà mai a riempirsi sino a quando il presidente della Lazio sarà LotitoLe interviste del medesimo sono come le gaffes di Tavecchio. Uniche. E così ricche di perle da incorniciare che ci aiutano a capire perché il calcio italiano, cioè la presidenza della Figc, non possa e non debba finire nelle mani del vecchio che avanza. Dove il vecchio non riguarda certo la questione anagrafica, ma il sistema stantio, mesozoico, fallimentare.

Punto 1) Tavecchio dixit: “… Noi in Italia diciamo che Optì Poba è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così… In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree”. In un Paese normale, uno che proferisce una bestialità del genere o si sotterra o chiede asilo poliico alle Galapagos o a tutto pensa fuorché a candidarsi alla presidenza della Figc. Sicocme questo non è un Paese normale, il signor Lotito salta su e dice: “Sono stata banali gaffes. Certo ha sbagliato la formulazione della frase…”. Eh? Banali gaffes? Sbagliato la formulazione della frase? Ma dove caspita vive Lotito? E poi, è o non è il presidente della Lazio? Perchè non ha rimbeccato Tavecchio che la Lazio ha tirato in mezzo pronunciando quelle parole ributtanti?

Punto 2) Lotito dixit: “Gli stranieri che vengono a giocare in Italia devono essere bravi…”.  Come alcuni fra quelli che, in questi dieci anni, Lotito ha portato alla Lazio e, con rispetto parlando, non hanno malauguratamente  lasciato il segno nella storia biancoceleste? Cogliamo fior da fiore: Oscar Lopez Hernandez, Djibrill Cissè, Robert Braian, Eliseu, Meghni, Stankevicius, Degré, Tare (attuale direttore sportivo), Pablo Pintos preso nell’estate 2010, ma il suo contratto non è stato mai depositato in Lega; Garrido; Alfaro; Hitzlsperger; Makinwa; Keller; Kakuta, Saha; Mea Vitali; Seric; Esteban Gonzalez Rojas; Gonzalo Barreto. Ci fermiamo qui, per carità di patria e per rispetto del fegato dei tifosi laziali.
E da uno che si è tanto coperto di gloria sul mercato straniero, il calcio italiano dovrebbe accettare lezioni? Ma di che cosa stiamo parlando, Lotito?

Punto 3) Già che ci siamo, Lotito lasci stare De Rossi e gli porti rispetto, visto che stiamo parlando di un pilastro della nazionale italiana, campione del mondo 2006 e vicecampione d’Europa 2012, 97 presenze, 15 gol, settimo a pari merito con Facchetti fra i i giocatori più presenti in maglia azzurra.
Il centrocampista della Roma, uno dei più forti del mondo, ha il diritto di dire ciò che gli pare e su Tavecchio ha detto parole sacrosante (“Non lo giudico, ma le cose che ha detto sono gravi. Il problema è che in Italia siamo abituati così, non succede mai nulla. In America, in Francia, in Inghilterra, di fronte a parole simili il giorno dopo sarebero scattate le dimisisoni automatiche. Invece da noi no. Anche in ambienti più importanti della Figc nessuno ha mai lasciato la propria poltrona. Se ora dovessi litigare con una persona di colore in campo dicendogli “tu mangi le banane”, allora sarà giusto considerarla solo una gaffe, guai a squalificarmi. La verità è che Tavecchio ha sbagliato, specie nel non valutare le conseguenze delle sue dichiarazioni”).

Punto 4) Lotito si risparmi il sarcasmo sui dipendenti, suoi e altrui, visto che De Rossi è tesserato della Roma, non della Lazio e non ha certo bisogno di chiedergli il permesso per manifestare la sua libera opinione. E Lotito la pianti una buona volta con questa tracotanza che fa rima con arroganza. Poi, uno si domanda perché sia già passato alla storia del calcio mondiale come presidente durante la cui gestione, lo stadio dove gioca la sua squadra sia meno affollato del deserto del Sahara. Lunga vita ai tifosi della Lazio.

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4224 abbonamenti venduti ( di cui 1400 cuccioloni)

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stadio vuoto

Un po’ d’aria nuova si respira da giorni su radio, forum e – più in generale – sul web. L’effetto De Vrij ora si scorge anche al botteghino. Gli exit poll d’agosto dicono che Lotito ha riacquistato un po’ di fiducia, dopo il colpo oranje: 4224 abbonamenti venduti (1400 cuccioloni) è il dato finale dell’ultimo giorno di prelazione. Da domani infatti scatterà la vendita libera e si cercherà di recuperare terreno coi numeri. Fino a una settimana fa però, “Solo Amore” stava davvero procedendo a rilento, con appena 2mila tessere staccate dal 14 luglio.

NORD DESERTA CON COERENZA – Coerente, la Nord, con la sua protesta. La Curva aveva annunciato che non avrebbe sottoscritto alcun abbonamento sino al primo settembre (è quasi scontata la proroga della campagna biancoceleste) e sinora è stata quasi di parola. I numeri del settore più caldo della tifoseria fanno quasi paura: appena 285 abbonamenti sottoscritti (85 cuccioloni). La Nord è deserta. E basta comparare il dato con quello dello scorso anno, alla fine della prelazione: 4500 più 900 cuccioloni. Davvero una “sparuta minoranza” è tornata sui propri spalti.

Cittaceleste.it



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Locoso pubblicizza Tavecchio :” Rappresenta il cambiamento “

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Lazio-Napoli serie A

Botta e risposta. La temperatura in Lega Calcio aumenta ancora di più in un’estate un cui non ha mai fatto un caldo torrido. Su una sponda Carlo Tavecchio, sull’altra Demetrio Albertini. Claudio Locoso si è esposto, ha parlato tanto a favore del presidente della Lega Dilettanti. E continua a farlo, come questa mattina, che affronta l’argomento sulle colonne del Corriere della Sera. Sotto, l’intervista completa di Fabrizio Roncone:

«Aho’, ce stai ancora? O sto a parlà da solo?».
(È passato al tu quasi senza accorgersene. La telefonata va avanti da dieci minuti, ma il presidente della Lazio Claudio Lotito non si decide a scivolare dentro il ritmo normale dell’intervista: parla solo lui, s’interroga e si risponde, polemizza, immagina, profetizza. Poi gli viene un dubbio, rallenta. «Dimme la verità: perché t’hanno chiesto de sentì proprio me sulla storia di Tavecchio?»).

Perché lei, insieme ad Adriano Galliani, è uno dei suoi due grandi sponsor.
«Io sponsorizzo il cambiamento del calcio italiano, punto! E Carlo Tavecchio può fare del bene al calcio, altro punto! Potremmo chiuderla qui. Solo che Tavecchio lo state perseguitando. Siete pretestuosi, cattivi. E forse qualcuno è pure pagato per seminare odio intorno a lui».

Il suo candidato alla presidenza della Federcalcio dice cose inaccettabili: giocatori negri che mangiano banane, donne handicappate.
«Banali gaffe».

No: incidenti gravissimi.
«Bah… Ha espresso concetti sacrosanti: gli stranieri che vengono a giocare in Italia devono essere bravi… poi, certo, concordo, ha certamente sbagliato la formulazione della frase. Però…» (Pausa, tira su con il naso).

Però?
«Tre minuti dopo ha chiesto scusa. Non è come lo descrivete. Io mi sono informato: ha aperto due ospedali in Togo, ha adottato due o tre bambini, ha persino…».

Il passato di Tavecchio non è limpidissimo. Ha avuto qualche problema con la giustizia.
«Ma che discorsi sono? Per me contano i fatti! E di Tavecchio due cose si possono dire con assoluta certezza: il programma con cui si è candidato è solido e moderno e da presidente della Lega dilettanti non ha fatto bene, ma benissimo. Tu l’hai mai letto Kant?».

L’ho studiato a scuola, presidente.
«Ecco, bravo… Allora sai quello che dice Kant: dice che c’è il noumeno e c’è il fenomeno. Il noumeno è la realtà, il fenomeno è ciò che appare. Perciò, se vogliamo dirla in un modo che piacerebbe al nostro filosofo, Tavecchio è il noumeno, Albertini il fenomeno».

Cosa non le piace di Albertini?
«Gliel’ho detto anche a lui: Demé, sei giovane e carino, ma tu, il bilancio di una società, sai cos’è? Hai mai gestito qualcosa in vita tua? Sono sette anni, che stai lì, in Federcalcio: e che puoi dire di aver fatto? Niente, zero. Anzi, essendo stato il capo spedizione in Brasile, hai pure contribuito al terrificante naufragio della nostra povera nazionale. No, dammi retta, Demé, lascia stare».

E lui?
«Sa che non ha i numeri per farcela».

Veramente, il fronte di coloro che prendono le distanze dalla candidatura Tavecchio si allarga: oltre a Juve e Roma, ci sono Fiorentina, Sampdoria, Sassuolo…
«Embé? Sono minoranza, sono. No, dico: la democrazia è chiara. Per ora, nonostante l’imponente operazione di killeraggio mediatico, sono pochini ad essere contro Tavecchio. E poi… no, vabbé, lasciamo stare, se no dicono che so’ il solito Lotito…».

La prego, presidente.
«Mi tiri per i capelli e allora lo dico, sia pure senza fare nomi: ma dobbiamo star qui a prendere lezioni da quelli che ogni anno chiudono in perdita di 50-60 milioni? Sono questi geni che dovrebbero spiegarci come far rinascere il nostro calcio?».

(Gli squilla un altro telefonino. «Chi sei? Sto’ a parla’ con il Corriere della Sera. Chiama dopo»).
«Mhmm… Dicevamo?».

Anche molti calciatori sono indignati con Tavecchio: Daniele De Rossi si chiede se, quando vorrà insultare un giocatore di colore, potrà dargli del «mangiabanane».
«Ah, beh, allora qui si rovescia il mondo! Ora parla pure De Rossi! I dipendenti dovrebbero fare i dipendenti, no?».

Senta: Giovanni Malagò sostiene che il programma di Tavecchio è coraggioso e innovativo, ma impossibile da attuare, perchéTavecchio ha troppe cambiali da pagare.
«No, su, parliamo d’altro…».

Malagò è il presidente del Coni.
«E sarà pure presidente del Coni, ma io non ne parlo!».

Numerosi osservatori ritengono che stia lavorando a una soluzione di commissariamento.
«Ah ah ah!… Malagò, che è una persona intelligente, sa perfettamente che non ha gli strumenti giuridici per procedere con un commissariamento… e sa pure che il commissariamento è previsto solo per situazioni estreme: ma non mi sembra che ci siano gravi illeciti o che la Federcalcio sia sull’orlo del default… Quindi…».

La voce che gira è che una delle cambiali, qualora fosse eletto, Tavecchio dovrà pagarla proprio a lei.
«A me?».

Esatto: nominandola vicepresidente.
«Ma proprio no! Ora: io sono cattolico, praticante e cristiano, e davvero non dovrei mettermi a giurare… però, ecco, lo faccio: giuro di non aver mai parlato di questo con Tavecchio, mai!».

(Altra telefonata sul secondo telefonino: «Ti richiamo, sto chiudendo un concetto con il Corriere…»).
«Un’ultima cosa: se pensano di piegare Tavecchio con menzogne e fango, sbagliano. Quell’uomo ha una tempra eccezionale. E sai perché?».

No, perché?
«Perché è un alpino!… No, non ridere, sul serio: ha fatto il militare nel corpo degli alpini…».

LALAZIOSIAMONOII



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Lotito fa litigare la Lega Pro

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Lotito

I gironi del campionato di Lega Pro erano attesi come uno snodo cruciale. Con un grande protagonista sugli scudi, Claudio Lotito, nonostante alla fine della giornata abbia voluto sfilarsi dal palco principale tenendo a precisare: «Non ero io ad aver chiesto qualcosa per la Salernitana». Quando però il giro di lancette è entrato nella seconda ora di discussione del direttivo appena insediato, i presidenti e i dirigenti delle squadre del girone sud, il C, hanno cominciato a innervosirsi. «Ora il problema del Sud è la Salernitana, solo la Salernitana» , il commento rabbioso di più di qualcuno. In realtà si è consumato davvero una battaglia… “navale” di nervi in quelle due ore. Fino al trionfo del criterio di divisione orizzontale dello stivale, la territorialità. E Lotito, che verso tre si era allontanato per un pasto frugale: «Tavecchio? Il fronte è assolutamente unito e lui dice cose giuste nel modo sbagliato. Il Benevento contro? Poi vediamo… Il Messina vuole il commissario? Una rondine non fa primavera». Quando è tornato il patron della Salernitana sbandierava sorridente l’autonomia della Lega Pro. «I gironi? Io non influenzo nessuno, torna ora… La Lega lavora, autonoma di decidere».

Nervi e urla. In realtà le cose non sembrano essere andate così. Anzi: non sono andate così. Lotito, dall’esterno, perché una sua presenza nel direttivo non poteva essere prevista, ha “vegliato” sulla scelta dei gironi, ha provato a piegarla al suo pensiero che era quello di portare la Salernitana nel girone centrale. E a un certo punto ci era riuscito: L’Aquila e Teramo nel Sud, dove erano prima che ripescassero Martina e Aversa, Salernitana e Ischia al centro. «E certo, un’altra campana a traino per non farla proprio sporca» , il commento di qualche interessato. Si è accesa la battaglia nel direttivo, con la presidenza (Macalli e il consigliere federale Pitrolo) che in qualche modo pare cercassero una soluzione pro-Salernitana. E Lotito scatenato al telefono. Si sono alzati i toni, ma alla fine la Salernitana è rimasta nel girone sud con l’Ischia.

Il retroscena. All’uscita il nervosismo si respirava forte nell’aria. Qualcuno aveva fatto notare anche a Lotito che vincere una battaglia per i gironi avrebbe messo a rischio la vittoria della “guerra”, pro Tavecchio. E il patron della Salernitana, uscendo e tradendo la tensione ha detto: «Io non ho chiesto niente per la Salernitana, è il Viminale che lo ha fatto. Ora qualcuno si prenderà la responsabilità se accadrà qualcosa».

Macalli ha confermato: una lettera che consigliava, dopo segnalazioni di questore e prefetto di Salerno, di mettere in gironi diversi Salernitana e Paganese. «Ora faranno intervenire Alfano e ricambieranno tutto» , la paura di alcuni presidenti. Bene, quella lettera un paio di mesi fa partì dal Viminale, è vero. Così come sempre dal Viminale fanno sapere che un intervento di Alfano in questa storia pare un timore fuori posto. Ma nessuno toglie dalla testa di molti che la comodità di un girone meno agguerrito e le ragioni di sicurezza, si siano fuse creando un incrocio favorevole a Lotito. «E perché non spostare la Paganese?».

Ops, dubbio lecito. «Abbiamo scelto il male minore – la chiosa di Macalli – pur considerando situazioni importanti come quella che riguarda la Campania. Ma allo stesso tempo uno non può prendere le squadre e spostarle di quà e di là. Il consiglio ha deciso così anche senza l’unanimità di consensi».

NOIBIANCOCELESTI



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Cristina Lotito :” Mio marito è un genio “

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CRISTINA LOTITO
Lunga intervista di Cristina Lotito (moglie del di Claudio e sorella di Marco Mezzaroma) al quotidiano Il Mattino: “In casa ci sono colori granata e biancocelesti ovunque, i miei ospiti dicono che sembra di essere in uno store di Lazio e Salernitana. Chi è più bravo come presidente? Formalmente mio fratello, concretamente mio marito. Credo sia un connubio perfetto, nasce dalla stima reciproca. Il pregio di Marco è quello di essere concreto senza sbandierare quello che fa, forse farebbe bene a parlare un po’ di più. Claudio è un genio incredibile. Il suo difetto è che tiene sempre nascosto il cuore”.
Infine su Lazio e Salernitana: “Sono due sorelle che fanno parte della stessa famiglia. Hanno un genitore in comune che le ama alla stessa maniera e pretende il massimo da entrambe“.
LAZIONEWS24


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Dal Messico annunciano Marquez alla Lazio

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MARQUEZ
Il cerchio si stringe, pian piano. La ricerca del compagno difensivo da affiancare a De Vrij è iniziata, da tempo ormai. Vlaar, Paletta, Kaboul, Mendes, Doria. La svolta è vicina. Anzi, in Messico sono sicuri sia davvero dietro l’angolo. Secondo diversi media locali e come confermato dal portale spagnolo ftbpro.com, l’accordo tra Rafael Marquez e la Lazio sarebbe ad un passo: contratto annuale con opzione per l’anno successivo, questa la formula che mette d’accordo tutti. Un difensore forte, di esperienza e a costi contenuti: questo l’obiettivo di Lotito e Tare, questo il profilo di Rafa Marquez, capitano della Nazionale messicana e del Lèon, club con il quale ha vinto gli ultimi due campionati. Senza dimenticare il glorioso passato in Spagna, nel Barcellona dei record. In attesa di conferme in Italia, in America e in Spagna danno per imminente la chiusura dell’affare. Rafa Marquez è pronto al ritorno in Europa. Seppur con 35 primavere segnate sulla carta d’identità.

GIANMARCO LIBERATI – LAZIONEWS24



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Marienfeld in attesa per Klose :” Non vediamo l’ora che arrivi “

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È tutto pronto a Marienfeld per abbracciare il ritorno dalla vacanze di Miroslav Klose. Il campione del Mondo è attesissimo nel luogo dove la Lazio sta svolgendo la seconda fase del ritiro. Come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Miro tornerà oggi a Roma dopo aver trascorso gli ultimi giorni di ferie con la moglie e i due figli in Sardegna, in Costa Smeralda, nello stesso hotel di Porto Cervo che due anni fa ospitò la prima settimana di preparazione della Nazionale tedesca a Euro 2012. Giovedì il viaggio verso la «sua» Germania per unirsi, insieme a Biglia, ai suoi compagni. «Il fatto che possa esserci Klose fresco campione del mondo per noi è una favola – ha detto Reinhold Frie, il direttore dell’hotel che ospita la Lazio -. Non vediamo l’ora che arrivi».

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Lisbona, la difesa preoccupa

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difesa

Sconfitta di rigore per la Lazio, la squadra di Pioli assapora la prima sconfitta stagionale, seppur in amichevole.  Inizio choc per i biancocelesti che al 5° sono già sotto: palla in mezzo per Martins che, tutto solo, non può sbagliare, lo Sporting è in vantaggio. La Lazio non riesce a reagire, subisce gli attacchi lusitani, ma a fine primo tempo trova il pareggio con il capitano Mauri, bravo a ribadire in rete dopo un batti e ribatti in area di rigore. La ripresa regala ancora un inizio da brividi. Marchetti perde palla sul pressing avversario, il portiere non può fare altro che stendere l’attaccante avversario: ammonizione e rigore che Adrien non sbaglia. Ancora una volta, però, la Lazio agguanta il match allo scadere grazie a Tounkara, sesto gol in 3 partite per lui, che porta la sfida ai rigori. Dagli 11 metri lo Sporting dimostra di essere più freddo, gli errori di Keita e Tounkara condannano la Lazio.

FORMAZIONI – Pioli manda in campo quella che, almeno nelle idee del tecnico ex Bologna, sembra essere la formazione titolare. Marchetti tra i pali, difesa a 4 composta da Basta, Novaretti, Cana, Radu. Mediana a 3 composta da Ledesma, Cataldi e Pereirinha. Attacco affidato a Felipe Anderson, Mauri e Keita.

PRIMO TEMPO – Torna in campo la Lazio, in palio il trofeo “Cinco Violinos”. Neanche il tempo di posizionarsi sul rettangolo verde che gli uomini di Pioli devono già rincorrere: palla sulla sinistra, cross in mezzo, difesa in bambola e Martins, tutto solo, non può sbagliare. Il vantaggio dello Sporting Lisbona ha il potere di addomentare il match, solo Felipe Anderson, con un paio di spunti, cerca di svegliare i suoi, ma il suo colpo di testa non centra la porta difesa da Rui Patricio. La partita vive di fiammate, i ritmi sono bassi, i biancocelesti non riescono ad accelerare e i portoghesi hanno vita facile. Al 27° è ancora Sporting: Montero ci prova su punizione, ma la sfera sorvola ampiamente il montante. Passano dieci minuti ed è ancora il colombiano, ex obiettivo laziale, a rendersi pericoloso, Marchetti osserva la sfera perdersi alla propria destra. In chiusura si svegliano i biancocelesti, al 41° è Mauri a servire la palla giusta a Pereirinha, il portoghese arriva in corsa, ma il suo piatto destro finisce alle stelle. Sono le prove generali al gol che arriva quando ormai si attende solo il fischio finale: Ledesma calcia dalla bandierina, Novaretti colpisce di testa, la sfera carambola su Keita. Il pallone, dopo aver baciato il palo, danza sulla linea, nessuno riesce a liberare, il più lesto di tutti è Mauri che deposita la sfera alle spalle di Rui Patricio. Il primo tempo finisce qui, le squadre vanno al riposo sul risultato di 1-1.

SECONDO TEMPO – La ripresa inizia subito con una novità: stessi undici, ma cambia la casacca dello Sporting. I portoghesi abbandonano il completo a righe bianco-verdi per indossare la maglia gialla da trasferta. La Lazio dimostra ancora una volta di soffrire gli avvii, Marchetti stoppa il pallone e prova la gambeta, Martins va in pressing e ruba la sfera, il numero 22 biancoceleste non può fare altro che stendere l’attaccante. Cartellino giallo per lui e rigore per lo Sporting che Adrien trasforma riportando avanti i suoi. I biancocelesti provano subito a rispondere, Felipe Anderson ci prova, ma il suo tiro al volo, su cross di Keita, termina di poco alto. Dentro Ciani, Konko e Braafheid, fuori Cana, Basta e Radu, Pioli fa ruotare i suoi uomini. I cambi non mutano l’atteggiamento della Lazio che non riesce a rendersi pericolosa in avanti, anzi è lo Sporting a creare pericoli alla porta biancoceleste con la punizione di Jefferson, ma Marchetti riscatta parzialmente l’erroraccio commesso in apertura bloccando la sfera.  La squadra di Pioli ci prova in contropiede, Mauri mette in mezzo, ma la difesa portoghese respinge, sulla ribattuta Cataldi prova il destro a giro, ma sbaglia. Dall’altra parte lo Sporting si rende pericoloso con un paio di conclusioni, ma nessuna riesce a creare problemi alla retroguardia laziale. Quando il 90° sta per scoccare la legge non scritta più antica del calcio, quel “gol sbagliato gol subito” tanto caro al Trap, fa vedere i propri effetti al pubblico dello stadio “José Alvalade”. Grande azione di Felipe Anderson che manda in porta Tounkara: il numero 45 dribbla in grande stile Rui Patricio e insacca a porta vuota. Così come nel primo tempo la Lazio riaggunta la partita quando ormai sembrava sfuggirle dalle mani, per decretare la vincitrice del trofeo Cinco Violinos serviranno i rigori. Dagli 11 metri sbagliano Keita e Tounkara, la lotteria dei rigori premia i portoghesi. 

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Enza, la mamma di tutti i Laziali :” Ho dato la mia vita per la Lazio “

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enza LAZIO POINT

Non esistono laziali che non lo conoscano. Forse non esistono laziali che non vi si siano recati – almeno una volta – per una maglia, una sciarpa, un biglietto. Oppure per un semplice sorriso. Un punto di ritrovo da 25 anni a pochi passi dalla centralissima stazione Termini, un vero angolo di storia. È questo il Lazio Point di Via Farini. Ma da oggi, purtroppo, saremo costretti a usare l’imperfetto, a dire “era”. C’era una volta un angolo di Lazialità, dove tanti tifosi potevano scambiare due chiacchiere e passare a salutare Enza, Romano (riposa in pace, grande Romano…) e Angelo. La crisi economica, unitamente all’attuale situazione ambientale che ci riguarda da vicino, ha travolto la piccola-media imprenditoria. Il Lazio Point cala dunque il sipario, chiude il negozio simbolo per intere generazioni di affezionati biancocelesti. A Enza, donna dal cuore d’oro, e alla sua straordinaria famiglia va tutto il nostro sostegno e la nostra infinita gratitudine.   

Dopo una vita passata a fianco della Lazio, la sua passione più grande di tutta una vita, Enza e il Lazio Point di Via Farini, chiude i battenti dopo tantissimi anni.Ho visto crescere tanta gente qui – ci racconta in esclusiva ai microfoni di cittaceleste.it Enza – bambini che ora sono diventati uomini, voglio bene a tutti, oggi è una giornata bruttissima, ho perso da poco mio marito, già è un dramma per me, e poi quest’ultima mazzata non me la sarei davvero aspettata”.

La situazione si è aggravata: Qui ci hanno aumentato la pigione, è un momento delicato per l’Italia e per il nostro negozio, non sono riuscita a pagarlo, anche con tutta la buona volontà non ce la facevo proprio. La clientela è diminuita tanto, non ce la facevo più”.

Ma lei non dimentica mai il suo amore: Ricordi belli ce en sono tanti, in serie B ho fatto 10 pullmann, sia come età che come persona, mi porto un fagotto non indifferente, è un momento delicatissimo. Non me lo credevo di lasciare il Lazio Point. Sono laziale, non mi importa, dove stava io la seguivo sempre, questo vuol dire aver bene alla Lazio, ho saputo organizzare, ho saputo difendere i laziali, alcuni li ho tolti da tante situazioni non belle, oggi per me è venuta tanta gente e non lo dimenticherò mai”, rotta in un bagno di lacrime ha però la voglia e la forza di voler ripartire: Vedremo se riusciamo a trovare un buco o un negozio dove pagare meno di affitto rispetto a qui”.

La sua è una storia come tante in questa Italia dove i piccoli commercianti risentono ancora in maniera più forte della crisi economica che affligge il nostro Paese. La nostra tifoseria è spaccata in tante correnti ed anche parecchio disamorata, cosa che inevitabilmente ha inciso su un calo nelle vendite dei prodotti del mondo Lazio, ufficiali e non. Non dimenticheremo mai quando, dopo la trasferta di Bergamo, ci ha fatto tornare a Roma a me e mio figlio, in macchina, mentre lei è restata fino alle 6 di mattina in stazione in attesa del treno, perchè non c’era più posto, ci raccontano Claudio e Jacopo. Enza è così, bella generosa e laziale;stai tranquilla mamma, i tuoi figli laziali saranno sempre pronti a stringerti in un abbraccio infinito da qui all’eternità.

CITTACELESTE e Guido De Angelis-LAZIALITA’



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Sforzini va alla Lazio per essere girato alla Salernitana

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Caro-biglietti Lazio-Verona: Lotito risponde alle critiche dei tifosi

lotito-soldi

Calil, Ghezzal, Cani e forse anche Mazzeo… Nel valzer di nomi che potrebbero completare l’attacco granata non perdete di vista Ferdinando Sforzini.A Pescara sono sicuri che tra oggi e domani l’attaccante firmerà la rescissione del contratto e passerà alla Lazio per tre stagioni. Il bomber ovviamente poi verrà girato in prestito alla Salernitana, dove si metterebbe a disposizione di mister Mario Somma, da sempre estimatore del giocatore.



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Astori provoca :” Non sono Maradona, gioco in un altro ruolo “

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E’ stato ad un passo dal vestire la maglia biancoceleste, Davide Astori. Il suo passaggio alla corte di Stefano Pioli sembrava cosa fatta, i tifosi laziali erano pronti ad accoglierlo a braccia aperte. Poi l’intromissione della Roma, la trattativa chiusa nell’arco di poche ore e l’approdo nella Capitale, sponda giallorossa. Il difensore ex Cagliari, nella conferenza di presentazione, torna sul suo mancato approdo alla Lazio. “La trattativa è stata molto enfatizzata dai media. Il mio ex presidente Giulini è stato molto bravo a sintetizzarla: la trattativa precedente non era andata in porto e quando c’è stata la possibilità di scegliere la Roma non c’è stato nessun dubbio. Ho la possibilità di giocare per il club italiano più forte e dà più appeal rispetto al giocare per uno leggermente inferiore».

Il suo trasferimento ha fatto rumore, lo smacco subito dagli acerrimi rivali non è andato giù a nessuno. Lotito compreso, che qualche giorno fa si era lasciato andare ad un Astori? Mica è Maradona“. Il diretto interessato, stuzzicato sull’argomento, non si sottrae. “Ovvio, giochiamo in due ruoli diversi. Accordi con la Lazio? No, perché prima gli accordi si fanno tra i club”. 

L’affare Astori, a Roma, ha riacceso la rivalità cittadina, il web si è scatenato negli sfottò. “E’ più una goliardia mediatica, ovvio tra compagni ci scherziamo, ma la prendiamo anche come una questione di rispetto per gli altri tifosi”.

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Kakuta va al Rayo Vallecano

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Una meteora in biancoceleste. In casa Lazio verrà ricordato così Gael Kakuta, giovane talento del Chelsea reduce da sei mesi di prestito nella Capitale. Due presenze, 28 minuti totali tra campionato ed Europa League: difficile lasciare il segno. Ora l’esterno francese riparte dalla Spagna, ancora una volta in prestito: il Rayo Vallecano ha annunciato oggi l’acquisto a titolo temporaneo. Ci auguriamo che in Spagna faccia bene“, è l’auspicio che si legge sul sito ufficiale del Chelsea.

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I propositi di Parolo :” La contestazione è uno stimolo “

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parolo
parolo

PAROLO

Dopo la presentazione di Stefan De Vrij, tocca a Marco Parolo

“La Lazio mi cercava da tempo. Darò il massimo sia in allenamento che in partita. Sono arrivato tardi in Serie A ma ho imparato tanto, ho una base, impegno e voglia di lottare. Se abbiamo un gruppo forte possiamo far bene e toglierci soddisfazioni”

Cosa ti ha portato a dire si alla Lazio?
“Il progetto, la voglia di riscatto. Ho centrato l’anno scorso l’Europa col Parma e ora voglio farlo con la Lazio. Questa è una squadra che vuole tornare a vincere, con ambizioni, che sono anche le mie. Voglio vincere qualcosa. Darò tutto quello che ho affinchè ciò avvenga”. 

La tua voglia di Europa coincide con quella della Lazio…
“Voglio giocare contro squadre europee… bisogna conquistarla, non sarà facile, visto che c’è tanta concorrenza”.

Ti spaventa la contestazione?
“No, perchè se noi facciamo risultato la gente tornerà allo stadio. Il nostro obiettivo deve essere quello. Dobbiamo lottare su ogni pallone. Se abbiamo queste basi, la gente tornerà allo stadio a tifare la Lazio. E’ una società che ha storia e l’Olimpico è un grande stadio, sarà un piacere riportare i tifosi allo stadio”.

Cosa manca alla Lazio per fare il salto?
“Ci sono giocatori nuovi, altri che devo conoscere. Se i nuovi portano qualcosa al gruppo che già c’è si può svoltare. E’ presto per chiedermi cosa manca. Sicuramente manca qualcosa, ma come è dappertutto, difficile trovare la perfezione. Ma è un percorso affascinante che dobbiamo affrontare con entusiasmo”

Hai visto l’ambiente, che impressione hai avuto?
“Formello è bellissimo, la città è strepitosa, spero di poterla girare tutta. Il mister è molto carico ha l’entusiasmo che ho io e tutti gli altri”. 

Come vivi l’attesa del derby?
“Sono partite che ti caricano d’adrenalina, l’ho sempre visto da fuori e mi ha sempre affascinato. Ho tanta voglia di giocarlo, l’abbiamo già segnato sul calendario”

Hai esordito in A all’Olimpico…
“E’ stata un’emozione grandissima. Spero diventi uno stadio dove posso lasciare il segno”

Albertini ti ha preso ad esempio sulla questione degli stranieri… che ne pensi?
“Penso che ognuno debba fare il suo percorso. I talenti puri esordiscono presto, ma il giovane di oggi deve avere anche umiltà, stare in panchina, osservare i più grandi. Ho fatto tutte le categorie, ho imparato tante cose, soprattutto quali sono le basi. La costanza, la voglia di stare in campo, divertirsi. Forse potevo arrivare prima in A ma sono contento del mio percorso”.

La prima sarà proprio col Cesena. In passato sei stato vicino alla Lazio?
“Ci fu un pour-parler, ma ero ancora un giovane appena arrivato in A. Spero sia un amore duraturo, quella partita fu una bella sensazione. Spero di farmi perdonare facendo gol già col Cesena”.

Ti senti di fare una promessa dal punto di vista dei gol?
“Io credo che uno come me debba fare almeno 5-6 gol per dire di aver fatto bene. L’anno scorso ne ho fatti 8. Io provo sempre a inserirmi, a calciare. Se riesco a sfruttarle posso dare il mio contributo”.

Concorrenza a centrocampo: sei preoccupato?
“No, ho fatto tanta strada. Ho acquisito sicurezza, forza, so quello che valgo. La concorrenza dà al mister la possibilità di sceglierere. Uno deve spremersi fino alla fine, e il cambio è un bene per la squadra”.

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De Vrij abbraccia la Lazio :” E’ la squadra giusta per me “

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DE VRIJ

Ha riportato entusiasmo, i tifosi all’aeroporto di Fiumicino dopo tre lunghi anni (l’ultima accoglienza del genere era stata riservata per Cissé). Stefan De Vrij ha già conquistato tutti con la sua semplicità: ha il viso da bravo ragazzo, scende dalla macchina e stringe la mano ai presenti prima di firmare gli autografi. A 22 anni è il nuovo pilastro della difesa della Lazio, presto farà parlare anche il campo. L’olandese si presenta

Stefan De Vrij si presenta:

“Sono molto felice di essere qui, in questa fantastica città. Ringrazio Lotito, Tare e tutto lo staff. Sono onorato di essere arrivato qua. Mi auguro di poter migliorare e diventare un calciatore più forte”.

Partono le domande:

Ti aspettavi un’accoglienza del genere? “Non me lo aspettavo assolutamente, abbiamo avuto due ore di ritardo. E’ stato incredibile trovare tutto quei fan e questo dimostra la loro personalità. Mi sono sentito incredibilmente amato, ho capito cosa mi aspettava”.

Hai scelto la Lazio prima del mondiale… “La Lazio è stato l’unico club veramente interessato a me prima del mondiale, sicuramente dopo i mondiali ho valutato altre opzioni ma quella che mi aveva trasmesso maggiori sensazioni era la Lazio. Questa è stata la migliore scelta”.

Quali sono i tuoi obiettivi alla Lazio? “Sono eccitato di giocare con la Lazio, voglio aiutare la squadra a migliorare e migliorare me stesso. Voglio diventare più completo”.

Alla Lazio ha giocato Stam, ti piacerebbe ripercorrere le sue orme? “Ho tanto rispetto per Stam, ma preferisco credere di essere unico. Non mi piace paragonarmi ad altri giocatori”.

Il campionato italiano è il più utile per un difensore per migliorare? “Posso parlare solo per me stesso, sicuramente questo è il posto e la squadra giusta per me”.

Ti aspettavi il ricoscimento del mondiale? Cosa ti ha dato Van Gaal e come ti sei lasciato con il ct olandese che ti voleva allo United? “Van Gaal è un allenatore straordinario, è stato tutto fantastico, lo avrete notato sul campo. Avevo molta fiducia prima dei mondiali, so di aver fatto un buon lavoro ma di dover comunque migliorare”. 

Consiglieresti un difensore alla Lazio? Si è fatto il nome di Vlaar… “Non sono io a dover dire queste cose, ma altre persone come il presidente Lotito a dover rispondere a questa domanda. Con lui ho giocato da quando ho 18 anni, ho una grande intesa. E’ un amico”.

Hai parlato con Pellé della Lazio o del campionato italiano? “Tutti erano positivi riguardo a questa mia decisione. Lui è un grande attaccante, anche con lui ho una grande intesa. Ne abbiamo parlato tanto”.

Hai dato già un’occhiata alla rosa della Lazio? Cosa ne pensi? “Beh, sì. Ho fatto ricerche, analizzato la squadra e parlato con l’allenatore. Non posso dire gli obiettivi, ho bisogno di un po’ più di tempo”.

C’è stata una manovra di disturbo della Roma? “No, non è vero”.

Ci vuoi dire i club che hanno fatto vacillare la tua scelta di venire alla Lazio? “C’erano molti club interessati, non importa chi. Non il Manchester United, ho preso la decisione di essere qui e sono molto felice”.

Al mondiale hai giocato in una difesa a 3. In quale posizione ti trovi meglio? “Non è importante, ho giocato con la difesa a 4 e a 3. Pr me vanno bene entrambe le cose, l’importante è la comunicazione. Per questo voglio imparare subito l’italiano”.

Qual è il tuo punto di forza e dove ritieni di dover migliorare? “Sono bravo con la palla, a prendere decisioni veloci nella posizione. Devo diventare nel colpo di testa e nella rapidità”

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De Vrij è carico :” La Lazio crede molto in me “

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DE VRIJ

Dopo l’annuncio ufficiale dell’acquisto di Stefan De Vrij, arrivano anche le prime parole del giocatore. Il neo centrale biancoceleste ha rilasciato alcune dichiarazioni sul sito ufficiale del suo ex club, il Feyenoord. Saluta i suoi vecchi tifosi e si dichiara pronto per la nuova avventura: “Prima di scegliere la Lazio mi sono preso il mio tempo, è stata una decisione soppesata attentamente dopo i molti colloqui sostenuti con il club, che mi ha impressionato positivamente. L’impressione è stata confermata in questi giorni, quando è stato annunciato il trasferimento. La Lazio ha dimostrato di volermi e sono felice di fare questo passo. Spero di diventare un difensore più completo in Italia, visto che giocherò contro attaccanti di livello mondiale. E’ una grande sfida! Sono orgoglioso degli anni trascorsi al Feyenoord e di aver fatto parte a lungo di un club con dei tifosi fantastici. Ho solo ricordi positivi se mi guardo indietro”

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Sky non fa parlare Lotito

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FINE LOTITO

La punizione verrà senza dubbio ridotta, ma a Lotito questa decisione non è andata giù. Bastava vederlo ieri negli studi di Sky Milano, in occasione della presentazione dei calendari della stagione 2014-2015, deluso e nervoso perché nessuno lo ha fatto parlare. Per uno come lui uno smacco simile è quasi impossibile da digerire. Il microfono gli è passato davanti più di una volta e Lotito ha sperato che prima o poi arrivasse il suo turno. Niente, hanno preso la parola quasi tutti i presidenti della Serie A, per commentare i turni di campionato e per fare il punto sul mercato. Meno che lui.Sky ha deciso di non concedergli questo “beneficio”.

Ma perché questo accanimento nei confronti di Lotito? Semplice, per colpa della sua arroganza e perché il presidente della Lazio non ha rispetto per  nessuno. Qualche giornalista dell’emittente di proprietà di Murdoch, come Alessandro Bonan, gli aveva fatto notare che il gestore del club biancoceleste non può pretendere di avere la stessa visibilità di cui godono Milan, Inter, Juventus e Roma. Soprattutto dopo le moltissime disdette che ha ricevuto Sky dai tifosi laziali e dove la motivazione era sempre la stessa: “La colpa è di Lotito”. Il presidente non ha preso bene queste esternazioni ed avrebbe avuto un diverbio con Bonan e con altri colleghi. Da qui la decisione dei vertici di Sky di metterlo in punizione. E quale peggiore penitenza per Lotito è più pesante di togliergli la possibilità dei suoi farneticanti monologhi? Nessuna. Gli argomenti di ieri sarebbero stati sicuramente l’acquisto di De Vrij, che rappresenta un colpo davvero importante in casa Lazio perché è certamente un difensore molto forte e la difesa di Tavecchio per la sua uscita poco elegante sui calciatori “mangia-banane”, non sufficientemente selezionati, come in Inghilterra.

Eppure Sky, fino a poco tempo fa, ha sempre cercato di difendere il numero uno del club biancoceleste. Gli ha sempre dato la possibilità di dire tutto ciò che voleva nelle interviste. E quest’anno, quando la contestazione del pubblico capitolino ha assunto toni molto forti, durante le telecronache i microfoni esterni  sono stati spenti per minimizzare la protesta. Ma, disdetta dopo disdetta, stessa motivazione dopo  stessa motivazione, anche nella potente Tv si sono iniziati a fare due calcoli. E il microfono questa volta lo hanno spento a Lotito, diventato addirittura un ospite indesiderato.

ULTIMA RIBATTUTA



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De Vrij, la Roma ha provato a inserirsi

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DE VRIJ

Il primo colpo si è inceppato, il secondo è andato a segno. De Vrij è atterrato ieri sera a Fiumicino, stamattina sosterrà le visite mediche in Paideia e nel pomeriggio firmerà un quinquennale da 1,3 milioni a salire. Al Feyenoord ne andranno 8, stavolta nessun colpo di scena. Non che i cugini non ci abbiano provato, anzi. In realtà Astori era solo il piano B, perché la Roma aveva individuato proprio in De Vrij l’oggetto dello “sgarbo” (studiato nei minimi dettagli) alla Lazio. Sabatini ha provato a inserirsi nella trattativa con il Feyenoord, ma – a differenza dell’ex difensore del Cagliari – l’olandese ha mantenuto fede alla parola data al club biancoceleste. Questo derby se lo aggiudica la Lazio, insomma. Che prende il miglior difensore dell’ultimo Mondiale, terzo nella classifica generale stilata dalla Fifa dietro solo a Kroos e Robben.
 
Ora resta da scegliere chi affiancargli: le ultime idee arrivano sempre dai campionati del mondo. A Lotito sono stati proposti l’uruguaiano Diego Lugano e il messicano Rafa Marquez, entrambi a parametro zero. Stuzzica la pista che porta all’ex Barcellona, che dopo aver giocato gli ultimi quattro anni tra Stati Uniti e Messico vorrebbe tornare in Europa. Dubbi sull’età (è un classe ’79) e l’ingaggio vicino ai 2 milioni. La Lazio ci pensa concretamente, non vuole sbagliare. 

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La Lazio propone a Braafheid un contratto annuale

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BRAAFHEID

Approda nella Città Eterna, Stefan De Vrij. A Formello chissà se lo attenderà un altro olandese. Parliamo di Edson Braafheid. Il trentunenne è comparso a sorpresa nella scuderia laziale poco prima del ritiro in Veneto, occasione nella quale si è unito al gruppo di Pioli. Che ha valutato positivamente il difensore. Anche il giudizio della società ha avuto lo stesso esito, Lotito e Tare hanno avuto un colloquio con lui, nel quale hanno proposto un contratto annuale con opzione sulla stagione successiva. Lo svincolato dall’Hoffenheim temporeggia: vorrebbe accettare, ma gli interessi e le offerte avanzate in Eredivisie e Bundesliga hanno seminato dubbi. Il classe ’83 è migliorato molto ad Auronzo: si era presentato con quattro chili di sovrappeso, ha dovuto pagare le spese di un anno di lontananza da campo, dopo che l’Hoffenheim l’aveva relegato fuori rosa. Versatile, Braafheid è un esterno, ma può ricoprire anche il ruolo di difensore centrale.

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La lezione di De Vrij

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Lotito

Lo hanno richiamato di corsa da Palma de Maiorca, dove si stava riposando dopo le fatiche mondiali. Una convocazione d’urgenza a Rotterdam, qualche telefonata tra l’Olanda e gli Stati Uniti per capire che Van Gaal e il Manchester United avevano mollato la presa, quindi la decisione d’accordo con il Feyenoord. De Vrij ha scelto la Lazio, per un quinquennale da 1,5 milioni di euro; il Feyenoord ha incassato 8.5 milioni di euro per un giocatore che tra sei mesi arebbe potuto perdere a zero, visto che era in scadenza giugno 2015; Igli Tare ha rimediato in parte (perché certe cose non si cancellano…) alla figuraccia rimediata qualche giorno fa con il trasferimento di Atori alla Roma.

Tutti contenti? Sì, in parte. Perché se mai ce ne fosse stato bisogno, l’acquisto di De Vrij dimostra che se metti i soldi sul tavolo, senza fare sempre tira e molla con la speranza di risparmiare una manciata di euro o di strappare un paio di rate in più,  i giocatori li prendi. De Vrij è in volo verso Roma con un volo AZ 7717 e tornerà in Olanda il 31 luglio (volo AZ 7714) restando a Roma giusto il tempo di fare visite mediche, presentazione e scegliere la casa. Poi tornerà per aggregarsi alla squadra, insieme a Klose, Candreva e tutti i nazionali.

Qualcuno ora riderà e mi prenderà per il culo (ma non m’interessa): De Vrij è arrivato grazie ai tifosi, può sembrare ridicolo ma è così. Tare ad Auronzo disse ad alcuni tifosi presenti, proprio la sera stessa di quella figuraccia a Sappada, che l’incontro decisivo col Feyenoord sarebbe stato il 31 Luglio (o dentro o fuori). Improvvisamente viene anticipato tutto di 4 giorni e in poche ore si riesce a chiudere per un giocatore dal costo più elevato di Astori (per il quale si era litigato per un misero milione). Questo fa capire che le contestazioni servono eccome, qualcuno probabilmente ha avuto la strizza per le conseguenze che poteva portare la figuraccia di qualche giorno fa. Solo se messi sotto pressione riescono a fare qualcosa di buono, vedi anche il calciomercato estivo del 2011 (i 10 anni di Lotito insegnano)

Detto questo De Vrij è un ottimo colpo, soprattutto in prospettiva, ma serve ancora un centrale di livello e forse altri 2 acquisti per reparto (cercando allo stesso tempo di confermare i migliori).

 



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STEFAN DE VRIJ E’ DELLA LAZIO

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De-Vrij

Stefan De Vrij arriva alla Lazio. La prima squadra della capitale ha finalmente un difensore decente, anche se il suo arrivo non basterà per colmare le lacune di questa squadra. Ci sarà ancora molto da lavorare. Questa sera l’olandese sbarcherà a Roma allo scalo di Fiumicino, domani mattina alle 8,00 visite mediche presso la clinica Paideia. Al Feyenoord andranno 7 milioni di euro + bonus (1 milione circa) pagabili in 3 rate; al difensore 1.3 milioni più bonus.



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Dall’Olanda viene annunciato De Vrij alla Lazio

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DE VRIJ

La Lazio e Stefan De Vrij non sono mai stati così vicini. Secondo il portale Telegraaf.nl, il club biancoceleste e il Feyenoord avrebbero raggiunto un accordo sulla base di 8,5 milioni di euro. Il centrale dovrebbe sostenere le visite mediche e firmare un quinquennale con il club biancoceleste nelle prossime 48 ore. A sbloccare la trattativa respingendo le offerte provenienti dall’Inghilterra, sempre secondo il portale olandese, sarebbe stato il rilancio del club capitolino che avrebbe alzato sensibilmente la proposta presentata al club di Rotterdam che partiva da una richiesta di dieci milioni di euro.  

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Tare fa la vittima :” Minacciano me e la mia famiglia “

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Lazio-Napoli serie A

Tare prepara il viaggio in Olanda per De Vrij. Sul difensore del Feyenoord c’è anche lo Schalke, che ha presentato un’offerta importante, leggermente superiore all’ultima da 7 milioni proposta dalla Lazio. Intanto continuano gli effetti della delusione Astori: un articolo de La Repubblica, a firma di Giulio Cardone e Marco Ercole, rivela che negli ultimi giorni il ds biancoceleste è stato vittima di minacce di morte e scherzi da parte dei tifosi, che hanno scoperto il suo nuovo numero di telefono. Non è bastato al ds cambiare numero di telefono dopo l’affare Hernanes. L’albanese in quel frangente ha ricevuto messaggi di protesta conditi da minacce alla sua persona, tanto da costringere la polizia a bloccare l’utenza e iniziare un’indagine. Alla chiusura del mercato di riparazione, Il ds dà il suo recapito a poche persone di fiducia e a qualche amico. Niente Whatsapp, in passato i tifosi lo avevano riconosciuto per un’immagine che lo ritraeva con i suoi figli. Nessun problema con il numero nuovo, fino all’altra sera: ironia della sorte, il giorno del suo quarantunesimo compleanno: “Dopo la notte di Auronzo di Cadore spiega Tare in un’intervista rilasciata a Il Tempo – e il confronto con i tifosi per Astori sotto l’albergo della squadra sono ricominciati i guai. Qualcuno deve essere di nuovo entrato in possesso del mio numero e me lo sono ritrovato su internet. Sono cominciati ad arrivare i soliti messaggi di minaccia ma non solo. Ho ricevuto telefonate strane, come una dall’Alitalia – prosegue il digente albanese – Qualcuno aveva prenotato un volo a mio nome per Rotterdam. Ho passato due ore a disdire per capire chi fosse stato, che cosa stesse accadendo. Si divertono, hanno falsificato la mia voce con un dirigente di un club del sud per l’acquisto di un calciatore che stava prendendo un aereo per venire a Roma… Sono caduto dalle nuvole, per fortuna ho bloccato tutto in tempo. Poi migliaia di messaggi di insulti e minacce. Dopo la trattativa saltata per Astori, la situazione è degenerata, costringendo il ds a correre ai ripari: “L’altra notte sono andati oltre, hanno chiamato anche il telefono di mia moglie e mi sono cominciato a preoccupare”. 

E’ partita una denuncia contro ignoti ma forse non basterà a fermare chi semina veleni e insulti: “È incredibile che in un paese come l’Italia non si riesca a proteggere la privacy. Nelle prossime ore sarò costretto a cambiare di nuovo numero di cellulare e non sarà facile perché è uno strumento fondamentale del mio lavoro. Sono tanti i problemi che avrò ma quello che mi dispiace di più sono le cose che vengono dette alla mia famiglia”. 

Ricomincerà il giro di dirigenti e amici: “Mi hanno consigliato di darlo a meno persone possibile, così è dura”, ha concluso Tare. La nuova utenza è già pronta, così come il viaggio in Olanda per cercare di strappare De Vrij alla concorrenza.

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I consensi di Lotito :” I Laziali fuori Roma m’adorano “

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Lotito

Tavecchio sarà presidente della Figc, Lotito il suo grande sponsor. Ma nelle ultime ore l’attenzione mediatica si è spostata dagli affari meramente calcistici a quelli morali. Un’uscita a vuoto del primo, ha costretto il secondo a correre ai ripari. In un’intervista rilasciata all’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, il patron biancoceleste ha difeso a spron battuto il nuovo numero uno della Federazione dalle accuse di razzismo e torna a parlare della spinosa questione tifosi.

Lotito, come ha fatto? Con i princìpi, lo spirito di servizio. Abbiamo contemperato le esigenze dei singoli nell’interesse collettivo, senza dimenticare il valore delle istituzioni.

Addirittura. Parla da statista. Portare vantaggi a una squadra a danno delle altre sarebbe miope. C’era grande sperequazione, mi sono battuto e ho vinto.

Di più: parla da Robin Hood. È un fatto di equità. Il rispetto della dignità di ognuno: questo è il faro ispiratore. Bisogna ribaltare le situazioni guicciardiniane: non si può badare al “particulare”.

Tavecchio però se ne esce con le banane, si inventa soprannomi razzisti stile “bingo bongo”. Non le pare vergognoso? No, no, fate confusione. Stava facendo un ragionamento sull’impiego di questi ragazzi, sul fatto che tolgono spazio ai nostri giovani. Bisogna valutare la ratio delle parole. Lui proviene dalla Lega Dilettanti che è il contrario della discriminazione: è la base del calcio italiano.

Ma un uomo pubblico può esprimersi così? Il linguaggio era improprio. Parlava con enfasi, a braccio, da un’ora e mezza. Ma siete voi che esasperate il concetto mediaticamente. Nessuno si fece problemi quando ci fu il “caso Minala” (primavera camerunense della Lazio ‘accusato’ di essere molto meno giovane di quanto non riporti la carta di identità, ndr).

Finché non portate a casa la nomina, però, non è meglio che Tavecchio taccia un po’? Forse, ma non va criminalizzato. Ha usato un termine colorito. Ma se ne è accorto. Si è scusato. Sbaglia anche il prete sull’altare. Oggi si crea un caso per motivi elettorali. Bisogna conoscere l’uomo.

L’uomo ha subito 5 condanne. Se ragioniamo così, per ogni incarico bisognerebbe andare a fare le pulci a tutti. A noi interessano gli aspetti sostanziali.

Le condanne non lo sono? Lei dimentica una cosa: il suo casellario giudiziario è pulito… e comunque io valuto le persone a prescindere dal casellario giudiziario. Lei ha un casellario giudiziario pulito? Io giudico chi ho davanti da come agisce e da quello che dice: dai programmi. Questo pseudo moralismo non serve a nulla. Non vado a scavare nella vita della gente.

Il rinnovamento passa per un uomo di 71 anni? Mi duole che si ragioni sull’aspetto anagrafico. Abiuro e contrasto la parola “rottamazione”. Preferisco il “rinnovamento nella continuità”. Il nostro programma è il rinnovamento assoluto.

Il suo programma. A distanza di 10 anni, io predicavo alcuni temi e ora i fatti mi danno ragione: il calcio deve voltare pagina. Io sono un cattolico cristiano praticante: seguo le parole di Nostro Signore Gesù Cristo: non si possono servire due padroni. Voglio essere un uomo vero, non un sepolcro imbiancato, che è bello fuori, ma dentro è pieno di putritudine.

Lei porta a casa vittorie politiche e sconfitte sul mercato. La Roma ricordi la Coppa Italia. Io non ho mai detto che avrei comprato Astori.

Ora non faccia come la volpe con l’uva… Ho sei obiettivi per quel ruolo. Uno si dà delle priorità: Astori non era priorità. Tare purtroppo non parla benissimo l’italiano, non è vero che si vuole dimettere, come hanno scritto.

I suoi tifosi però non la sopportano. Abbiamo fatto un gran mercato. Ma si crea artatamente un clima negativo attorno a Lotito. Nemo propheta in patria. A Roma c’è il problema delle radio, nel resto d’Italia i tifosi laziali mi adorano.

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Lotito nega l’evidenza :” Mai detto di voler prendere Astori, pare che abbiamo perso Maradona “

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Lazio-Napoli serie A

Le ultime giornate di Claudio Lotito sono state molto impegnative. Sul fronte mercato non sono arrivate buone notizie, il mancato arrivo di Astori ha reso ancor più distanti il patron e la tifoseria, sempre più impegnata nella contestazione. Il presidente della Lazio è impegnato nell’elezione del futuro presidente della Figc. In un’intervista rilasciata al quotidiano Libero, Lotito parla a tutto campo di quanto è accaduto questi ultimi giorni.

Prima è stato decisivo nella trattativa Mediaset- Sky per i diritti tv, ora ha compattato Lega Serie A intorno al nome di Tavecchio come prossimo presidente Figc. Claudio Lotito, ma come fa a mettere d’accordo tutti? “Serve spirito di servizio, far convergere gli interessi dei singoli negli interessi collettivi senza tradire quelli dell’istituzione”.

Visti i voti dei club, “Lotito- Resto del mondo 18-2”: della serie “il pallone lo porto io”…
“Ma non ci devono essere vinti o vincitori, tutti devono contribuire a crescita e innovazione. Serve una scossa”.

Ha provato Andrea Agnelli a darla…
“Però va accompagnata da atti concreti”.

Ma con il presidente della Juve non eravate alleati?
“Infatti non c’è ostilità, si sono affrontate due filosofie diverse e ha prevalso l’interesse collettivo”.

Rinnovare o rottamare?
“Parola che non mi piace, significa buttare quanto di buono è stato fatto. Non a caso ho coniato l’espressione “rinnovamento nella continuità”.

E qui arriviamo a Tavecchio: perché lui e non Albertini?
“C’era sintonia sul suo nome e sul progetto. La Lega Dilettanti rappresenta lo zoccolo duro del sistema ed è omologa delle società di serie A che sono il volano economico del sistema. Sposando queste due realtà vogliamo affrancarci da interessi corporativi, essere agili e autosufficienti”.

Con quale programma?
“Portare il prima possibile serie A e B a 18 squadre e ridurre in modo significativo quelle della Lega Pro. È necessario per motivi economici e organizzativi; i troppi impegni hanno creato danni al sistema. Società efficienti sono pure un’assicurazione sulla vita lavorativa di chi è impiegato nel comparto”.

Il nome del prossimo ct è stato già individuato?
“Dopo l’11 agosto affronteremo la questione, però puntiamo sull’orgoglio di un tecnico italiano. Abbiamo affrontato altri temi”.

Quali?
“Abbiamo scritto una serie di proposte funzionali per rendere il calcio moderno, competitivo e autosufficiente”.

Insomma: Tavecchio il braccio, Lotito la mente.
“Nella vita bisogna creare sinergie. Non dimentichiamo la sua esperienza: è stato sindaco (Ponte Lambro, Co, ndr), ha dimestichezza con l’economia, ha preso la Lnd nel ’99 in condizioni disastrose e l’ha resa ricca e organizzata. Si sposa con la stessa filosofia: quando ho preso la Lazio aveva 550 milioni di debiti, con una perdita di esercizio annuo di 86,5 milioni di euro a fronte di 84 milioni di ricavi annui, oggi usciamo in utile”.

Lei oggi è il grande pacificatore eal contempo il presidente più contestato d’Italia.
“Nemo propheta in patria. È un fatto endemico di Roma”.

La vogliono pure morto.
“Quando entri in un sistema e inizi a eliminare quegli interessi personali che hanno portato alla distruzione del sistema stesso, cercano di fermarti e screditarti. Accade anche nel rapporto con la tifoseria”.

Si riferisce al freschissimo “caso Astori”?
“Anche. Attraverso radio e tv romane vengono riportate cose inventate”.

Se la chiamasse uno dei soliti tifosi… a proposito, le telefonano ancora per insultarla?
“A qualsiasi ora del giorno e della notte. Per insultarmi e per minacciarmi”.

Dicevamo, se dovesse spiegare a un tifoso la vicenda Astori?
“Semplice. Claudio Lotito, presidente della Lazio, non ha mai detto che avrebbe preso Astori. Ho detto che stiamo lavorando sulla difesa, ci sono due colpi in canna, ma non ho mai fatto nomi. Basta vedere quali sono i giornali che hanno messo in campo l’azione mediatica dell’auspicato ma non riuscito smacco ai miei danni: vorrà dire qualcosa…Ai tifosi continuo a dire che rafforzeremo la squadra. Ma io ormai parlo solo per comunicati: scripta manent”.

Dunque, insieme al nuovo mister Pioli ci sarà anche il ds Tare.
“Certo, anche le voci sul suo addio sono fasulle. Ha detto che è pronto a metterci la faccia qualora entro la fine del mercato non abbiamo rinforzato la difesa. Poi, con tutto il rispetto, quello è Astori, mica Maradona…Balzaretti docet”.

Però c’è chi dice che se Lotito si è preso il calcio, la Roma si è presa lo scudetto d’estate…
“Solo proclami, non mi sembra che abbiano vinto nulla. La Roma ancora ha il concetto del calcio come le bocce: ma qui non conta chi ci va più vicino”.

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Pedullà critica Lotito :” Non ha ancora capito come fare mercato “

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Pedulla lazio
Pedulla Lotito

PedullaIl noto giornalista Alfredo Pedullà,esperto di calciomercato, ha dato il suo giudizio sulla vicenda Astori, non risparmiando le critiche a Lotito, per come ha condotto la situazione, e per come si comporta nel calciomercato. Intervenuto ai microfoni di Tele Radio Stereo, ha affermato:“La Roma ha messo in piedi un mercato sontuoso,autorevole. La vicenda Astori è clamorosa, Sabatini è stato un genio prendendo un calciatore che serviva alla Roma, ed in più creando un buco in una squadra come la Lazio che era da tempo sul giocatore. Qualcuno dovrebbe spiegare a Lotito come funziona il mercato, ancora non l ‘ ha capito: voleva prendere Astori a 5 milioni, ha rischiato troppo tirando per le lunghe, facendo inserire la Roma che ha chiuso tutto in pochissimo tempo”. Piovono le critiche su Lotito, che sembra essersi chiuso in un silenzio incomprensibile.

NOIBIANCOCELESTI



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