“Lazio, cedi Hernanes e comprane uno più forte“, sono le parole diSergio Cragnotti, ex presidente biancoceleste, ai microfoni di Radio Manà Sport durante la trasmissione ‘La Lazio siamo noi’:
Un altro colpo a sorpresa, la Lazio non smette di stupire. La svolta nella serata di ieri, quando si è avuta la certezza che Tare era riuscito a mettere le mani sul quinto colpo della campagna acquisti laziale.
Ti aspetti che a Roma sbarchi Anderson, invece ti svegli e scopri che a Fiumicio è arrivato Vinícius de Freitas Ribeiro. Nome esotico, passaporto brasiliano (unito a quello preziosissimo da comunitario) e poco altro.
Visite mediche a sorpresa domani per un nuovo acquisto biancoceleste. L’emittente televisiva Sky ha infatti confermato le indiscrezioni che volevano la Lazio vicinissima ad un esterno sudamericano. Diffuso l’identikit: si tratta di Vinícius de Freitas Ribeiro, classe 1990, proveniente dal Cruzeiro. Alto 176 centimetri e proveniente da Belo Horizonte, in Brasile, potrà all’occorrenza sostituire Radu sebbene sia dotato maggiormente di attitudini offensive. Possiede passaporto comunitario.
Lazio scatenata, in arrivo il quinto colpo di mercato. Vinìcius de Freitas Ribeiro, questo il nome del nuovo acquisto biancoceleste. Terzino sinistro del Cruzeiro, Tare ha individuato in lui l’alternativa ideale di Stefan Radu.
Guai a dire che la Lazio giocherà a casa la prossima Supercoppa Italiana: “Lo stadio del Coni non è di proprietà di nessuna società – giura Lotito a Radio Radio – e la Lega ha avuto l’interesse di strutturare questa manifestazione nella maniera più appetibile, come accaduto per la Coppa Italia”. Quella della storia: “Ho apprezzato il fatto che la tifoseria romanista abbia riconosciuto il nostro merito sul campo. Non è stato discusso il risultato, senza alcuna polemica”.
“Lotito fa quello che vuole. Negli ultimi dodici mesi non ho potuto giocare nella Lazio perché avevo problemi con il presidente. Mi ha emarginato, mi ha impedito di allenarmi con la squadra, di cambiarmi nello spogliatoio con i miei compagni, di avere lo stesso medico e gli stessi preparatori, perché lui fa quello che vuole nella Lazio. Non ho i numeri esatti, ma da quando sono arrivato circa 25-30 giocatori hanno vissuto la mia stessa situazione. Gli allenatori fanno quello che possono, ma Lotito fa quello che vuole. Lui non è un uomo di calcio”.
Bienvenido Lucas Biglia! Ore 18.30, volo AR 1140, finalmente il nuovo regista della Lazio si materializza all’aeroporto di Fiumicino. Viso stanco per il lungo viaggio dall’Argentina, ma felice per l’inizio della nuova avventura.
«Una chiamata di Candreva per avere un aumento dell’ingaggio? Non ho ricevuto nessuna telefonata, non mi risulta vera questa notizia».Sono le parole del Presidente della LAZI Claudio Lotito in piazza a La Botte, frazione di Guidonia Montecelio, che ieri sera ha festeggiato la vittoria della Coppa Italia della Lazio.
Sfoglio la rassegna stampa e questa mattina, ovunque, si parla solo ed esclusivamente di Roma. In passato, i titoloni a nove colonne sparati su tutti i giornali, sportivi e non, solo sulla Roma con la Lazio relegata a fondo pagina avrebbero fatto “incazzare” e non poco il tifoso laziale. Oggi, invece, l’attenzione mediatica che ha portato addirittura il TG1 a mettere il caso Roma-Venditti tra i titoli di testa del telegiornale della sera, al fianco dello scandalo Usa sulle intercettazioni o della crisi economica, è fonte di goduria, di immensa goduria. Paragonabile solo a quella provata a caldo nel vedere Mauri alzare al cielo di Roma quella Coppa Italia fonte di ogni male.
In principio, era solo un “portaombrelli”, un oggetto ingombrante e di scarso valore. Ora quel trofeo alzato al cielo di Roma la sera del 26 maggio si è trasformato in una sorta di bomba atomica. Questa Coppa Italia conquistata dalla Lazio ha avuto un effetto devastante sulla città, ma soprattutto sull’ambiente romanista.
Dopo la Confederations, la Supercoppa. Hernanes ha già fissato il prossimo obiettivo da centrare. «Voglio vincere la terza coppa in quattro mesi, sarebbe meraviglioso».Il Profeta, nel giorno dei festeggiamenti in Brasile, per la grande vittoria sulla Spagna, pensa anche alla Lazio. «Abbiamo battuto la squadra campione del mondo, regalando ai tifosi una gioia immensa, lo abbiamo capito dall’entusiasmo con il quale ci hanno seguito e incitato nel corso delle partite.
Che la storia tra la Lazio e Zarate fosse arrivata all’epilogo era noto ormai da tempo. Una lunga storia d’amore e odio che ha toccato l’apice nell’ultima stagione, con il giocatore lasciato da metà stagione a “pascolare a Formello”, tanto per utilizzare una frase celebre del presidente Lotito.
Toccata e fuga nella capitale per Federico Marchetti, tornato da una Confederations Cup vissuta da spettatore. Visite mediche di idoneità per il portierone biancoceleste, che ha anticipato i tempi rispetto ai compagni e ora si godrà le meritate vacanze prima di unirsi al gruppo per il ritiro precampionato di Auronzo.
Non fermatelo adesso Antonio Candreva. Una Confederations Cup da protagonista, la consapevolezza di essere diventato un punto di riferimento anche in Nazionale.
Lazio-Juventus il 18 agosto allo Stadio Olimpico di Roma. In palio la Supercoppa Italiana: dopo oltre un mese di batti e ribatti tra i due club, la Lega, i vari partner e la Rai ed alcuni confronti carichi di tensione si è giunti ad un compromesso.
Un mese fa il trionfo in Coppa Italia con l’aquila sul petto, ieri sera il successo in Confederations Cup con la Selecao. Hernanes non vuole fermarsi più e, dopo la schiacciante vittoria contro la Spagna, il centrocampista biancoceleste racconta le proprie emozioni ai cronisti brasiliani. “Per come ci hanno sostenuto stasera i tifosi non poteva essserci altro risultato che la vittoria. Per battere la Spagna si deve giocare con forza e determinazione, devi essere un guerriero e quando la folla cantava “di nuovo campioni”, è stato un grande momento”.
Vincere aiuta a vincere; è questo il pensiero di Hernanes che, dopo la conquista della Coppa Italia e della Confederations Cup, ha ancora fame di successi. “Divido la mia carriera in due parti: prima della finale di Coppa Italia tra Lazio e Roma e dopo.Il titolo vinto con la maglia biancoceleste mi ha fatto capire cosa significa vincere e questa Confederations Cup contribuisce ad aumentare la mia fame di successi. Voglio continuare cosi”. Hernanes ha ancora fame, vuole continuare a vincere, le voci sul suo futuro non lo infastidiscono: adesso che ha scoperto cosa significa alzare un trofeo non vuole più smettere.
Il Brasile stravince in finale contro la Spagna. I padroni di casa si impongono sui campioni d’Europa e del Mondo con un perentorio 3-0. Una doppietta di Fred – con un gol per tempo -, intervallata dalla rete di Neymar, fa esplodere la festa al Maracana e in tutto il paese.
E’ bello constatare che anche il laziale più critico sa ricredersi senza per questo mancare di coerenza. Tutti avevamo accolto con perplessità quell’acquisto fatto “a zero a zero” in cambio di Del Nero all’ultimo minuto di un mercato di gennaio sconcertante per l’assenza di colpi. Anzi, che aveva portato alla cessione di Cisse e all’arrivo di Alfaro.
Non si placano le polemiche tra Lazio e Juventus dopo aver deciso di giocare la supercoppa Italiana il 18 Agosto allo Stadio Olimpico di Roma. A far la voce grossa ora è un gruppo noto della tifoseria della Juventus che lancia il seguente appello :”A nome del gruppo tradizione (Juventus), per quanto riguarda la finale di supercoppa italiana decisa da lotito lega,
”Continui? No, con la Roma sicuro no da giocatore“. Con queste parole SIMONE PERROTTA chiude la sua carriera in giallorosso. Il suo pensiero, attraverso le frequenze di Teleradiostereo,
Il confronto tra Lotito e Moratti non è un discorso di soldi, non è un paragone tra patrimoni ereditati o conti in banca, non è neanche un confronto tra due modi diversi di intendere il calcio e di gestione societaria. Il parallelo tra Lotito e Moratti è solo la dimostrazione lampante della differenza tra chi dice di essere tifoso di una squadra e poi mette in cima a tutto i propri interessi e chi è veramente tifoso di una squadra, al punto da mettere il bene del club davanti a qualsiasi cosa: agli interessi economici e soprattutto alla voglia di protagonismo e di vetrina che prima o poi contagia tutti i presidenti di calcio.
“Date a Cesare quello che è di Cesare”, è un noto detto attribuito a Gesù che con il passare del tempo ha assunto il significato di rendere onore a chi lo merita… E oggi, bisogna rendere a “Lotito quel che è di Lotito”, senza foderarsi gli occhi di prosciutto, senza dire per forza di cose che qualcosa è nero se invece è bianco. Nel Consiglio di Lega i oggi, grazie al voto di maggioranza, il presidente della Lazio ha vinto la battaglia con la Juventus: la finale della Supercoppa si giocherà allo stadio Olimpico il 18 agosto e non a Torino.
Nel giorno in cui viene riportata con scarso risalto la notizia del patteggiamento di Gervasoni e Carobbio, i due“grandi pentiti” (spesso e volentieri smentiti e ritenuti poco credibili dai giudici sportivi) del nuovo filone dello scandalo scommesse che con un patteggiamento
Non ho mai creduto, neanche per un istante, che la Lazio avesse già chiuso la trattativa per acquisire le prestazioni calcistiche di Felipe Anderson. Neppure quando l’evento veniva ampiamente strombazzato a destra e a manca dai creduloni di turno, più o meno professionali, che si aggirano nei pressi dell’ambiente Lazio. Non mi illudo neanche ora che dopo le ammissioni dei dirigenti del Santos e la dichiarazione d’amore verso la Lazio fatta dal giocatore, l’operazione sembra oramai definita, se non addirittura chiusa.
Felipe Anderson è un giocatore della Lazio! Nella notte è stato lo stesso presidente del Santos, Odilio Rodrigues, a confermare la notizia riportata da alcuni siti brasiliani.
Ad un mese dalla morte di qualcuno che ci è molto caro, di solito ci si riunisce in chiesa per celebrare una messa e ricordare la scomparsa del caro estinto. Questo rito, si chiama “trigesimo”. Oggi, quindi, ad un mese esatto da quel 26 maggio già entrato nella storia, ci si dovrebbe riunire per ricordare. Da qualche parte con gli amici, passando davanti all’Olimpico, in un luogo che ci è particolarmente caro oppure da soli con un minuto di meditazione, rivivendo ad occhi chiusi emozioni e sensazioni di quel giorno, ma soprattutto pensando a cosa sarebbe successo a parti invertite. Perché se a loro non passa e forse non passerà mai, perché noi staremo sempre qui a ricordarglielo, pensate che cosa sarebbe successo a parti invertite. Non aggiungo altro, mi fermo a pensare e per rivivere le sensazioni provate a caldo vi ripropongo quelle righe scritte di getto, con il cuore in tumulto e le lacrime agli occhi alla fine di un evento che ho voluto vivere da solo, a casa e in silenzio…
“E ora zitti, tutti, per sempre! Perché questa vittoria ve la sbatteremo in faccia per tanto tempo, senza fair play, senza fare i signori, perché voi non avreste fatto prigionieri in caso di successo. E noi troppe volte ci siamo comportati da signori, festeggiando in modo pacato. In passato, ma non questa volta, non in questa occasione. Perché oggi Roma è nostra e lo sarà a lungo! Sì, perché la reale portata di questo successo nel derby la capiremo più avanti, non oggi che siamo travolti da un mare in piena di emozioni, stravolti dalla tensione, ora che voliamo per la gioia mentre le lacrime scendono, irrefrenabili, al pensiero delle tante persone con cui avremmo voluto condividere l’estasi di questo successo sognato per una vita. Il peso di questa Coppa Italia alzata al cielo della Capitale dai giocatori della Lazio lo capiremo tra anni, quando potremo sbattere in faccia questo successo a qualunque romanista provi ad alzare in qualche modo la testa. Perché non era mai successo in 85 anni e forse non succederà per chissà quanti altri anni di poter alzare in faccia agli avversari di sempre un trofeo. Una coppa che per quelli che hanno perso diventerà subito una coppetta, anche se avrebbero pagato qualunque cifra per alzarla al cielo, come dimostrano le lacrime di De Rossi, di Totti e dei tifosi.
Questo successo, come ha detto Hernanes a fine partita a caldo è “tanta roba, veramente tanta roba”, perché è entrato nella storia. Non è importante per quella sesta Coppa Italia che finirà nella bacheca, non è importante perché chi aveva già preparato le magliette giallorosse con la stelletta d’argento ora se le darà in faccia, oppure perché chi voleva la finale della Supercoppa a New York per omaggiare la Roma a stelle e strisce ora semmai nella grande mela ci vedrà giocare la Lazio di Giorgio Chinaglia, dell’italiano che ha fatto diventare il soccer un qualcosa d’importante nel paese del baseball e del football americano. Questa vittoria è importante perché è un trampolino di lancio, un’occasione da cogliere al volo per far fare il salto di qualità a questa società, ma aprendo le porte a chi ha mezzi per investire, per nel calcio servono i soldi per vincere. Lo dico ora e non per scena: Lotito va ringraziato per quello che ha fatto in questi anni, ma ora deve essere il primo a prendere atto di aver raggiunto il massimo dei suoi mezzi, forse addirittura di più dei suoi mezzi e di quello che lui stesso poteva immaginare o anche sognare.
Lo so che in questo momento dovrebbe essere celebrata solo la squadra, l’impresa di un gruppo di ragazzi che da mesi prendevano schiaffi e che nel giorno più importante hanno dimostrato di essere squadra, guidati da un allenatore che meriterebbe di essere messo in condizione di poter dare il meglio, dopo aver dimostrato di poter dare tanto, di avere idee e carisma. E’ stato bravo a tenere unito il gruppo in un momento in cui tutto poteva andare in frantumi, è stato bravo a recuperare un giocatore importante come Lulic che oggi quasi da solo ha fatto a pezzi l’intera difesa della Roma, realizzando il gol che lo ha consegnato direttamente alla storia. E con lui Candreva, monumentale per l’ennesima volta e autore dell’ennesimo assist decisivo di questa stagione. Lo so che tutti meriterebbero due righe e una citazione, ma come avevo scritto alla vigilia. dalle 19.50 di questo 26 maggio inizia la grande partita della Lazio, quella del futuro. E ora basta parole, perché questa non è una sera di parole, è una sera di festa, di cori urlati a squarciagola, di braccia al cielo e di lacrime, le stesse uscite al fischio finale di Orsato mentre esultavo solo in casa con un urlo soffocato per ore, tenuto dentro per giorni, sognato per anni, anzi da una vita. Le stesse lacrime che non riesco a frenare neanche ora che sto scrivendo e che bagnano la tastiera. Le stesse lacrime di quella notte di Lazio-Milan nel 1998, il giorno in cui nacque la Lazio più bella e più forte di tutti i tempi. E chissà che questo successo non sia solo l’inizio, un trampolino di lancio verso il futuro sulle note di “il cielo è sempre più blu”!
La notizia arriva dal Brasile quando in Italia è appena scoccata la mezzanotte: la Lazio ha convinto il fondo inglese e la cessione di Felipe Anderson è ormai cosa fatta. La bomba è lanciata dal sito Lancenet, uno dei più attenti alla vicenda e uno dei più vicini al club alvinegro. La Lazio sborserà una cifra vicina agli 8 milioni di euro. Secondo il portale brasiliano, sarebbe stata decisivo l’ennesimo contatto tra le parti andato in scena oggi e soprattutto fondamentali sono state le pressioni del giocatore sul fondo. Felipe Anderson è stato da subito pazzo di Lazio, lo ha fatto capire a più riprese, insieme ai suoi agenti ha portato avanti una continua opera di convincimento che finalmente pare aver dato i suoi frutti. Per lui è pronto un contratto di cinque anni da 800.000 euro a stagione a salire.