L’ha ribadito più volte e lo fa ancora: tornerebbe al Genoa di corsa. Giuseppe Sculli, attualmente alla Lazio ma soltanto come fuori rosa e saltuariamente ‘prestato’ alla Primavera biancoceleste, continua a lanciare segnali d’amore al Grifone. “L’ho già detto, al Genoa tornerei più che volentieri. E’ casa mia e mi farebbe piacere pure ritrovare mister Gasperini. Aspetto qualche segnale, nel frattempo mi alleno per farmi eventualmente trovare pronto”, ha dichiarato l’attaccante calabrese nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Secolo XIX”. Chissà che il calciomercato invernale, che ha preso il via pochi giorni fa, possa esaudire il suo desiderio
Andrè Dias fino a Giugno. Questo è quanto si apprende in casa Lazio. Il difensore laziale come molti sapevano, doveva rientrare a casa a Dicembre. La sua scelta era stata frutto dal mancato “protagonismo” nella rosa di Petkovic messo in panchina lasciando titolari o Novaretti o Ciani o Cana anche se nelle ultime partite col neo tecnico della Svizzera fu preso in considerazione. Con l’arrivo di Reja, ed il posto titolare assicurato, il Cruzeiro dovrà aspettare la scadenza del contratto per avere il brasiliano in patria.
Ha trascorso una serata tranquilla, eccezion fatta per l’intervento sul colpo di testa di Nagatomo. Il 2014 di Etrit Berisha è iniziato col botto: l’esordio in Serie A, la Lazio che torna a vincere e la porta capitolina che rimane inviolata, un lusso di questi tempi. “È stato un debutto impressionante – commenta entusiasta l’albanese ai microfoni diPanorama Sport –Meglio di così non poteva andare. All’inizio ero un po’ emozionato, affrontavamo una grande squadra come l’Inter e noi non eravamo certo nelle migliori condizioni per batterla.
Ormai non c’erano più dubbi, si attendeva solo l’ufficialità che è arrivata in questi minuti: “La S.S. Lazio comunica di aver affidato la guida tecnica della squadra Primavera a Simone Inzaghi” – questo è il messaggio che compare sul sito ufficiale biancoceleste. L’ex tecnico degli Allievi prende il posto di Alberto Bollini, passato in prima squadra come secondo di Edy Reja.
Il suo archivio svela i rapporti riservati con alti prelati, funzionari dell’ intelligence , militari della Guardia di Finanza, imprenditori e politici. Perché Paolo Oliverio, arrestato agli inizi di novembre con l’accusa di aver pilotato nomine e affari dell’ordine religioso dei Camilliani, era in realtà il commercialista di fiducia di esponenti delle istituzioni e uomini d’affari. Ma anche – dice l’accusa – il «riciclatore» dei soldi della ‘ndrangheta e di alcuni esponenti della criminalità romana. Custode di numerosi segreti, come dimostrano le migliaia di file trovati nei suoi computer e nelle chiavette Usb sequestrate al momento dell’arresto. E adesso sono in molti a temere quello che ne verrà fuori. Anche perché il giudice delle indagini preliminari gli ha negato la scarcerazione proprio in attesa «dell’esito delle verifiche su questi legami» affidate dal pubblico ministero Giuseppe Cascini agli investigatori delle Fiamme Gialle guidati dal colonnello Cosimo De Gesù. Del resto lui stesso, ostentando spavalderia al momento della cattura, lo aveva anticipato ai militari che portavano via le apparecchiature informatiche: «Se li aprite viene giù l’Italia».
Da Squatriti a Finmeccanica Ci sono nomi noti come quelli di Paolo Berlusconi e Claudio Lotito nella lista delle frequentazioni del commercialista, ma anche quello di Marco Squatriti l’avvocato di affari ex marito di Afef Jnifen, coinvolto in numerosi scandali finanziari e tuttora latitante per una bancarotta da oltre 90 milioni di euro. Con loro Oliverio avrebbe tentato alcune operazioni finanziarie e in alcuni casi sarebbe riuscito a piazzare anche alcuni «colpi» da milioni di euro. È lo stesso meccanismo utilizzato nei rapporti con Lorenzo Borgogni, ex manager di primo livello di Finmeccanica con il quale condivideva alcune quote societarie e sarebbe riuscito ad orientare appalti gestiti da imprese del Gruppo. Tutto passava da decine di aziende, nella maggior parte dei casi intestate a prestanome, che il professionista avrebbe utilizzato per «ripulire» fondi di provenienza illecita.
Boss e Politici I magistrati lo accusano di aver determinato un «forte condizionamento della Pubblica amministrazione attraverso ricatti, attività di dossieraggio e finanziamento illecito della politica, grazie alla partecipazione nelle attività criminali dell’organizzazione di esponenti della ‘ndrangheta calabrese della banda della Magliana e di personaggi facenti parte di logge massoniche coperte oltre ad autorevoli prelati». Il riferimento è ai contatti con il faccendiere Flavio Carboni e con il boss Ernesto Diotallevi che avrebbe concluso con il commercialista affari immobiliari da centinaia di migliaia di euro. Ma dagli atti processuali emergono pure i suoi legami con il parlamentare del Nuovo centrodestra Alessandro Pagano e con l’ex senatore pdl Sergio De Gregorio, sotto processo a Napoli per la compravendita dei parlamentari insieme a Silvio Berlusconi. Uomo di collegamento fra i due era Giuseppe Joppolo che curava i rapporti di De Gregorio con forze dell’ordine e forze armate e proprio per questo sarebbe entrato in contatto con Oliverio.
Generali e 007 Capitolo certamente da esplorare riguarda le frequentazioni di Oliverio con esponenti dei servizi segreti, non escludendo la possibilità che il professionista possa essere stato «fonte» degli 007 in alcune occasioni. Anche perché, come svela proprio il gip motivando la scelta di lasciarlo in cella, «l’indagato disponeva di un sistema software per le intercettazioni illegali». Nel suo computer sono stati trovati numerosi «report» su personalità e affari. Sono resoconti su incontri avuti con personalità e sulla gestione di affari: quanto basta per alimentare l’ipotesi che in alcuni casi Oliverio si sia prestato a svolgere il ruolo di informatore.
L’inchiesta sui Camilliani che fece finire in carcere il superiore generale Renato Salvatore aveva svelato i suoi rapporti con sottufficiali della Finanza. I documenti custoditi nell’archivio svelerebbero però che di ben altro calibro erano i suoi referenti nelle Fiamme Gialle tanto da poter orientare verifiche fiscali su imprenditori e grandi società. Ma anche poter influire sull’attività di ispettori di Equitalia.
I legami in Vaticano Dai Camilliani il professionista aveva ottenuto una procura speciale per la gestione degli appalti in Campania, Calabria e Sicilia. Si occupava delle commesse e sarebbe riuscito a trasferire fondi all’estero, in particolare in Romania, attraverso un meccanismo che – accusa il Gico della Guardia di Finanza – prevedeva «l’effettuazione di bonifici giustificati da una causale fittizia, compatibile con il mondo camilliano, in modo che il beneficiario, ottenuta la disponibilità in conto, poteva prelevare il contante accreditato all’estero e ottenere in Italia la consegna contante di pari importo attraverso una sorta di compensazione».
Appunti e documenti contenuti nei suoi computer rivelano che non erano soltanto i vertici dell’ordine religioso i suoi referenti in Vaticano. Le informative allegate all’ordinanza rivelano che avrebbe «risolto» un caso di violenza sessuale che vedeva coinvolto un religioso convincendo la vittima a non presentare denuncia. I documenti acquisiti in seguito proverebbero che pure altre questioni delicate – economiche e personali – sarebbe riuscito a governare così favorendo alcuni alti prelati che avrebbero poi ricambiato questa disponibilità.
Prime voci di mercato che riguarderebbero la Lazio. Voci molto lontane dall’ufficialita. Nell’edizione odierna del corriere dello sport e in molte testate calcistiche, accostano il nome Lamela al club laziale. La bomba calda è stata lanciata dal tabloid inglese “The Sun”.
La notizia parla di un Erik Lamela che non trova spazio nel club inglese da quando è approdato nel mercato estivo. Il club in pole sarebbe l’Inter che lo vorrebbe in prestito fino a fine stagione ma la bomba non finisce qui, si legge infatti che il team di Lotito starebbe facendo di tutto per soffiare l’ex giallorosso al club neroazzurro. Si legge anche che Pablo Sabbag, l’agente del giocatore, è in viaggio verso Roma per discutere con la società nerazzurra.
Fantasia,realtà o il solito caso stile Honda-Yilmaz?
Con l’arrivo di Reja a Gennaio e nessuna trattativa ufficiale nell’aria, Paolo Soprani,agente FIFA lancia la sua opinione del probabile mercato biancoceleste in un’intervista al sussidiario. La Lazio ha deciso di cambiare Petkovic con Reja che ne pensa?
Petkovic è sempre stato un buon allenatore di livello che ha fatto molto bene ma la scelta è stata inevitabile Come mai?
La scelta di firmare con la Svizzera ha portato una situazione paradossale in casa Lazio e Lotito ha pensato di cambiare tutto Alla Lazio servirebbe una scossa da parte di qualche giocatore non crede?
Credo di si anche perchè alla Lazio servirebbe di ritrovare gente come Hernanes e Marchetti Colpa dei rumors del calciomercato?
Io penso che la Lazio abbia perso fiducia per colpa dei numerosi risultati negativi e di conseguenza anche i giocatori calano di prestazione. In difesa potrebbe arrivare Paolo Cannavaro che ne pensa?
Reja conosce bene Paolo e sarebbe un’ottima carta per il club capitolino. In attacco servirebbe un grande giocatore?
Si sta parlando di Quagliarella che sarebbe perfetto affianco a Klose ma attenzione anche alla vicenda Matri.
fonte sussidiario
Torna Reja in panchina e la Lazio riconquista i 3 punti; ci voleva l’esperienza dello “Zio” per ridaremorale ad una squadra che, nelle ultime settimane, aveva sofferto fin troppo la mancanza di stima. Olimpico vestito a festa per il gran ritorno, il popolo laziale ha voglia di esultare. Partita di sacrifico quella laziale, troppo alta la posta in palio per andare all’arrembaggio di un Inter che, nonostante non sia più quella del Triplete, incute comunque un certo rispetto. Quando tutto lo stadio comincia a fare la bocca allo 0-0 sale in cattedra Klose che, con un destro al volo, consegna a Reja la prima vittoria del 2014. Tutto come l’anno scorso, cambia solo la porta, ma il Re è sempre lui, Miroslav Klose
FORMAZIONI – Reja-vù, sul prato verde dell’Olimpico si rivede la vecchia guardia. Tra i pali c’è però da segnalare il forfait dell’ultimo minuto di Marchetti, che alza bandiera bianca (problema alla coscia): al suo posto Berisha. Il tecnico goriziano opta per il 4-3-3; nessuna sopresa nel quartetto difensivo, composto da Konko, Biava, Dias e Radu. Attacco affidato a Klose, Lulic e Candreva. Mazzarri risponde con un 3-5-1-1 atto soprattutto a limitare le folate offensive biancocelesti con Palacio unico terminale offensivo.
PRIMO TEMPO – Parte forte la Lazio, gli uomini di Reja attaccano l’Inter sulle fasce, costringendo Jonathan e Nagatomo a rinculare, favorendo le folate di Lulic e Candreva. Il primo tiro è di Juan Jesus, palla che si perde sopra la traversa. Passano due minuti e la Lazio va vicinissima al gol; Jonathan e Ranocchia si addormentano al limite dell’area, Lulic si fionda sul rimbalzo e tocca quel tanto che basta per scavalcare Handanovic, ma il pallone fa la barba al palo ed esce. Prima tegola dell’anno per Reja: Konko si infortuna, al suo posto entra Cavanda. Gara molto tattica, match che vive di fiammate; al 20′ erroraccio della difesa biancoceleste, Guarin si infila e cade su contrasto con Dias e Cavanda, l’arbitro opta per il giallo al brasiliano scontentando tutti. La punizione seguente, calciata da Alvarez, esce di poco sopra la traversa. Il pericolo corso scuote la Lazio che si getta in avanti, ma la reazione è scomposta e non porta pericoli alla porta difesa da Handanovic. Alla mezz’ora Ledesma sventaglia per Lulic che apparecchia per l’accorrente Hernanes che senza pensarci due volte tira, pallone deviato in calcio d’angolo. I biancocelesti aumentano la pressione, Candreva testa i riflessi di Handanovic, il portiere sloveno risponde presente. Salgono i toni agonistici, Radu e Guarin vengono quasi alle mani, poi è Cambiasso a finire sul taccuino dei cattivi. Il duplice fischio dell’arbitro mette fine alla contesa, Lazio e Inter vanno al riposo sullo 0-0.
SECONDO TEMPO – Stessi effettivi dei primi 45 minuti, lo spartito non cambia, la musica tantomeno. Dopo 10 minuti di gioco è Guarin a provare l’imbucata centrale per Palacio, Biava è prodigioso nel recupero negando all’argentino la gioia del gol. E’ l’inter a farsi preferire, Lazio che appare troppo rinunciataria. Per i nerazzurri è fin troppo semplice arrivare al tiro; ci prova Nagatomo di testa trovando la pronta respinta di Berisha. E la Lazio? La squadra di Reja amministra, cerca di ripartire e per poco non riesce a sorprendere la retroguardia interista con Hernanes che nasconde il pallone e parte per 40 metri palla al piede, poi scarica per Candreva, ma l’esterno di Tor De Cenci stasera non è in serata e si vede. La partita non offre spunti, ci prova Mazzarri togliendo Guarin, già ammonito, ed inserendo Milito, aumentando il peso in attacco e passando cosi alle due punte. La mossa non sembra dare i frutti sperati, si va avanti senza scossoni. Ma in campo c’è un’attaccante che è in grado di risolvere le partite da solo e risponde al nome di Miroslav Klose. Il panzer tedesco è un predatore nascosto nella savana, non ha fretta, sa che prima o poi la preda commetterà un errore. E quell’errore arriva puntuale quando nessuno se lo aspetta più, a commetterlo è Ranocchia che concede un millimetro di troppo al tedesco. Miro osserva il pallone arrivare, ruba il tempo e di destro al volo fa esplodere l’Olimpico. Tutto come l’anno scorso, cambia solo la porta, ma il Re è sempre lui, Miro Klose.
Mercato invernale iniziato e Luca Crescenzi è già nel mirino di due squadre. Attualmente in forza al Siena, con un contratto con la Lazio che scade nel 2015, il giovane difensore può vedere dalla sua finestra l’interesse della Juve Stabia (serie B) e il Pisa (lega Pro). Stando al portale tuttomercatoweb queste due squadre sarebbero interessate al giovane laziale.
Continua il botta e risposta tra Petkovic e la Lazio. Dopo le parole del tecnico e del presidente Lotito, oggi ha parlato il legale del mister di Sarajevo, l’avvocato D’Onofrio, che dalle pagine de Il Messaggero ha ribadito: «Gli ho consigliato io di non parlare, ma è assurdo sentire certe cose. Noi abbiamo chiesto solo l’audizione, prevista dallo Statuto dei Lavoratori, e Lotito non s’è neanche presentato. Volevamo il reintegro, la proposta economica ce l’ha fatta la Lazio».
I 200 mila euro lordi sono stati rifiutati per principio visto che il bosniaco voleva una lettera della società che riabilitasse la sua figura e rendesse legittimo l’accordo con la Svizzera. Ora l’allenatore, così come Manicone e Rongoni, non solo impugnerà il licenziamento per giusta causa, ma farà partire la contro-vertenza per i danni d’immagine. Petkovic ha poi chiarito, al telefono con il proprio avvocato, l’aspetto legato all’armadietto svuotato prima di Verona-Lazio: «Ma la Lazio sa bene perché. L’avevo fatto anche il Natale prima perché ce lo chiede la società per fare le pulizie».
Sarà ancora battaglia con il legale pronto a chiedere un’indagine federale e l’appoggio dell’associazione degli allenatori. Infine, Petkovic ha aggiunto: «Ringrazio quelli che hanno fiducia in me».
Che i colori separano la gente già si sapeva. Ma gli sfottò sono una cosa e l’umanità è un altra. La tifoseria più “odiata” in Italia, ovvero la curva Juventina, lancia dal suo settore uno striscione solidale verso i nostri connazionali detenuti a Varsavia:”Laziali Liberi”. Il bello del calcio è anche questo, “guerra tra tifosi” ma allo stesso tempo solidarietà e compattezza in queste situazioni.
FORMELLO – Radu recupera, scende in campo per la rifinitura, occuperà la fascia sinistra contro l’Inter. Completerà la vecchia retroguarda: Marchetti in porta, Konko a destra, la coppia Biava-Dias al centro. Reparto mai visto in questa stagione causa infortuni e scelte tecniche di Petkovic. Deve migliorare l’intera fase difensiva, aumentare il filtro a centrocampo. Ecco allora che tornano anche Ledesma in cabina di regia e Gonzalez come intermedio di destra. Il numero 24 garantisce maggiore copertura rispetto a Biglia, farà partire dai suoi piedi la manovra biancoceleste. Il “Tata” dovrebbe essere preferito a Onazi: è un pupillo di Reja, ha affrettato il rientro in campo dopo un mese di stop (frattura alla mano sinistra). Ha recuperato la condizione fisica, regalerà sostanza al centrocampo.
HERNANES – Reja prova di nuovo il Profeta qualche metro più indietro, è rimasto deluso dalla prestazione nel primo tempo con il Grifone Monteverde. Troppe volte spalle alla porta, anche un po’ svogliato, il brasiliano. Meglio arretrare il raggio d’azione per puntare gli avversari frontalmente e sfruttare il tiro dalla distanza. Hernanes partirà dalla linea dei centrocampisti, sarà la mezzala sinistra del 4-1-4-1, ma avrà comunque il compito di inserirsi alle spalle di Klose e aiutare il panzer in zona-gol. Sulle fasce tutto affidato alla corsa di Candreva e Lulic.
CONVOCATI – Questa la lista dei convocati diramata dal tecnico biancoceleste Edy Reja in vista della partita contro l’Inter:
Di seguito vi riportiamo il delirante monologo di Claudio Lotito in occasione della presentazione di Reja
Può ripercorrere gli ultimi due mesi con Petkovic? Le persone non si finiscono mai di conoscere, io rispetto quello che mi si dice, sono abituato a dire la verità. Quando mi spronavano a cambiare allenatore perché arrivavano rumors sulla Svizzera, Petkovic mi ha risposto che erano tutte invenzioni. Perché non dovrei credere a quello che mi viene detto dal mio allenatore? La scelta all’epoca era basata su alcuni principi e valori che ora sono venuti a meno, con il tempo ho capito cose che prima non avevo capito. Non mi sento di aver disatteso nessun impegno, anzi l’ho sostenuto nei momenti di difficolta anche lo scorso anno. La società gli ha offerto anche il rinnovo di contratto, cosa che è stata declinata. Sono stato sorpreso perché sono abituato a mantenere gli impegni. Da gennaio a gennaio uno poi si rende conto che il rendimento è stato disastroso. Il girone di ritorno della passata stagione mi sono speso molto per sostenerlo, non voglio rivendicare meriti ma se non fossi intervenuto forse non avremmo nemmeno ottenuto i risultati poi alla fine ottenuti. Si era creata una situazione di rispetto, ma di non soddisfazione. Ho sostenuto Petkovic perché lo ritenevo una persona meritevole. Poi i fatti hanno cambiato la mia valutazione, quelle considerazioni sulla persona sono venute meno, lui ha detto cose destituite di fondamento. Ho capito che si perseguiva esclusivamente un interesse personale. L’allenatore non è un dipendente qualsiasi, ma colui a cui è stato affidato il patrimonio della società. Io non ho mai esonerato nessuno, persino Ballardini se ne andò su sua richiesta. Così per Rossi e Reja. Non tutti hanno la mia pazienza, di sopportare la piazza e le male-parole. Soltanto Claudio Lotito sopporta alcuni epiteti. Prima di Verona Petkovic aveva svuotato tutto l’armadietto, già sapeva di dover uscire, ma io non gli avevo detto niente. Io Reja l’ho contattato soltanto all’ultimo, mi sono comportato in modo corretto. La Lazio ha sempre vinto i suoi contenziosi, almeno il 90% delle volte. Anche la storia di Pandev è ancora sospesa, Lotito vuole il rispetto delle regole scritte, etiche, deontologiche e comportamentali. Se fosse voluto andare via, sarebbe bastato dirlo senza poi lasciare la società scoperta. Ho parlato per giorni con lo spogliatoio, poi in campo vedevo moduli bizzarri. Non so se il suo intento era quello di farsi cacciare.
Perché non ha pensato a un cambio per i scarsi risultati? Ho preso una persona sconosciuta, dopo di che l’abbiamo inventata dal punto di vista mediatico e abbiamo avuto dei risultati fino a gennaio. Anche il girone di ritorno siamo andati comunque bene in Europa League e vinto la Coppa Italia. Abbiamo inseriti nuovi giocatori, lui ha detto che avrebbe dovuto trovare il modulo migliore ma l’automatismo di una squadra non si acquista in un giorno. Vinicius non è mai stato messo in campo, ma secondo me è un buon giocatore. Reja l’ha detto ora anche pubblicamente, questi sono giocatori che hanno grandi potenzialità. Keita ha fatto 4 partite dopo tanti sproni, Felipe Anderson pochi spezzoni. Se non si crea un assetto stabile dove ci sono delle gerarchie legate al merito, la squadra va in confusione e non c’è serenità.
Quando è stato offerto il rinnovo a Petkovic? Prima della coppa Italia e dopo la Coppa Italia. Ci ha detto ne riparleremo dopo…
Risponde il ds Tare: Eravamo d’accordo che dopo il primo anno in caso di buoni risultati ci saremmo incontrati per rinnovare e migliorare il suo contratto e quello dello staff tecnico. E’ successo dopo la vittoria di Coppa Italia, ma lui ha preferito rifiutare. Sapevo che andavamo verso una strada rischiosa, abbiamo dato credito e fiducia al professionista. Ci troviamo in un momento negativo, ma io volevo anche ringraziarlo perché comunque rimarrà nella storia della Lazio.Tutti ammettono che la rosa della Lazio non merita la classifica che ha adesso, per noi sarebbe stata importante avere chiarezza. Noi lo siamo sempre stati e lo abbiamo sempre sostenuto nonostante i risultati devastanti di questi ultimi mesi. E’ mancata chiarezza, sincerità da parte sua. Il patto era quello di andare avanti insieme e di essere sempre sinceri.
Lotito: Il primo semestre c’era un allenatore motivato che portava avanti gli interessi della società. Poi forse gli stava stretta la Lazio visto che era aumentata troppo la sua autostima. Noi avevamo vinto quattro partite di seguito per un intervento della società, andiamo a Trieste con il Cagliari e perdiamo in modo indecoroso. La domenica successiva avevamo il derby di Coppa, Petkovic aveva dato riposo fino a mercoledì. Io ho imposto il ritiro, ho parlato con il Capitano e la squadra. Poi a Norcia l’allenatore ha detto che era positiva la mia decisione. I giocaotori sono tornati a Formello come reduci dal fronte, ho obbligato anche mia moglie e mio figlio a venire qui al centro sportivo insieme alle famiglie di tutti i giocatori. Lì c’è stata l’inversione di rotta,abbiamo vinto la Coppa ed è sparito tutto il resto.
Perché é rimasto a Cortina in questi giorni? Se stavo a Cortina non vuol dire che non ho lavorato, il contratto l’ho sottoscritto a Cortina con Reja. Non esiste un presidente che sta vicino alla propria squadra come me. Calciomercato? Ora è fuori luogo, dobbiamo ritrovare serenità, la rosa è competitiva e piena di Nazionali. Cacciare l’allenatore e comprare giocatori sul mercato è una soluzione semplicistica. Se uno ha una Ferrari in mano deve anche saperla guidare.
La società non ha commesso errori? L’unico errore nostro è quello di avere dato credito a una persona.
Reja? Lui voleva andarsene diverse volte per colpa dell’ambiente. E’ stato insultato davanti alla moglie, non tutti reggono nello stesso modo le pressioni. Con Reja c’è sempre stato un rapporto buono, era condizionato dall’ambiente. Oggi è un allenatore completamente rigenerato, questo è un ambiente che logora. Io a Cortina mi stavo disintossicando. Ha parlato pure Ulivieri in questi giorni, ma chi è Ulivieri? Io sono il vice presidente in federazione, Ulivieri non ha nessun titolo perché non c’è accordo collettivo. Ecco perché andiamo dal giudice ordinario.
Perché ieri la società ha offerto una buonuscita a Petkovic? Io non c’ero, c’era la delega per sentire l’audizione. E noi l’abbiamo udito. Hanno proposto una risoluzione consensuale, i miei collaboratori hanno ascoltato quello che aveva da dirci Petkovic. Voleva i soldi anticipati fino a marzo e il tfr, poi ha ripensato anche su questo e rinnegato quello che voleva sottoscrivere. Noi non abbiamo proposto niente, sono loro che ci hanno fatto delle proposte. Quando i giornalisti scrivevano delle cose, speravo non fosse vero. Quello di Petkovic è stato un tradimento vero!
La squadra ha mai manifestato disagio per Petkovic? La squadra ha accolto benissimo il ritorno di Reja. Le rispondo in questo modo.
Ha atteso per giorni, poi Petko licenziato, Reja ufficializzato. Ventiquattr’ore dopo, zio Edy è pronto per la sua “prima” conferenza in biancoceleste. Dall’Inter all’Inter, il tecnico friulano riprende da dove aveva chiuso la sua avventura nella Capitale. Vuole risollevare la Lazio, così come quattro anno fa.
I soldi per fare mercato? Chissà, magari con qualche battaglia legale in meno, ci sarebbero pure. Il portafoglio biancoceleste piange: come scrive stamane Il Messaggero, sono 9.216.000 i milioni di euro pagati dal 2005 a oggi per ben 24 contenziosi verso i tesserati.
Licenziamento per giusta causa, la Lazio ha scelto questa via per interrompere il rapporto con Vladimir Petkovic. Si conclude ufficialmente il legame tra il tecnico di Sarajevo e il club biancoceleste, non certo la querelle legale tra le due parti. “Provvedimento ingiusto e illeggittimo“, tuona il legale del neo ct elvetico, Paco D’Onofrio. Gli ribatte l’avvocato della Lazio Gian Michele Gentile, intervenuto ai microfoni di Sky Sport 24: “Ognuno è padrone di sostenere le proprie tesi. La Lazio ritiene di aver adottato il provvedimento sulla base delle norme in vigore, dello Statuto dei lavoratori. E’ stata fatta una contestazione su fatti specifici che riguardano eventuali responsabilità del tecnico e dei suoi due collaboratori (Manicone e Rongoni, ndr). E’ stato dato un termine, i tre hanno risposto contestando e chiedendo di essere sentiti. Ieri sono stati convocati, hanno avuto tutto il tempo per esporre le proprie ragioni. La società stamattina ha tratto le proprie conclusioni e ha adottato il proprio provvedimento, perché evidentemente ha ritenuto non soddisfacenti le giustificazioni fornite e in alcuni aspetti anche non veritiere. Ci sono fatti incontrovertibilmente acquisiti, anche se sono stati negati le prove della loro esistenza ci sono“.
”DUE TIPI DI NORME VIOLATE” – Secondo quanto sostiene l’avvocato Gentile, Petkovic avrebbe disatteso le norme su un doppio livello: “Ci sono degli aspetti di normative federali che riguardano la possibilità dei tecnici di stipulare contratti con altri club in pendenza di rapporto di lavoro. E queste normative sono state violate. Ora si può sostenere che questa norma riguarda un club e non una nazionale, ma è un problema del tutto opinabile. Quello che ha determinato il licenziamento– illustra Gentile –è stato il fatto che Petkovic e i suoi collaboratori, una volta emerse le voci di trattative con la Federazione svizzera, davanti alla richiesta sia della stampa che del presidente hanno negato l’esistenza di queste trattative. Questo secondo la società è uncomportamento che ha violato il principio della fiducia. Per questo entriamo nellle normative che riguardano l’elemento fiduciario nel rapporto di lavoro, quindi lo Statuto dei lavoratori. Abbiamo una doppia violazione, sia di carattere federale che giuslavoristico“.
TENTATIVO DI MEDIAZIONE FALLITO – “L’incontro di ieri è stato fissato su richiesta dei tre dipendenti per completare le loro richieste e le loro difese – prosegue il legale biancoceleste -. E’ durato dalle 15 alle 20. Abbiamo verbalizzato le dichiarazioni che i tre hanno voluto rendere in assoluta autonomia e indipendenza. C’è stato un tentativo di trovare una soluzione concordata, ma con i due collaboratori è fallito subito. Col mister questo tentativo ha avuto una certa ‘performance’, che non ha però raggiunto il risultato finale. Alla fine ognuno è tornato sulle proprie posizioni iniziali ed è stato adottato questo provvedimento“. “Spero che il buon senso e il rispetto per le reciproche funzioni e per la Lazio porti a trovare una soluzione non conflittuale – continua nel suo ragionamento Gentile -. Se si dovesse affrontare una causa il clima verrebbe turbato. La responsabilità del mister, che è fuori discussione, mi auguro lo porti ad avere considerazione anche per questo aspetto. La Lazio ha le porte aperte, non ha bisogno di colpevolizzare nessuno ma solo di andare avanti, di avere rispetto per i propri tifosi, i propri calciatori e di avere serenità ambientale. Se questo non sarà possibile, la Lazio si difenderà come si è sempre difesa“.
Dopo le dichiarazioni di una sua permanenza a Basilea almeno fino al termine della stagione, nella giornata odierna sono filtrate altre indiscrezioni circa la posizione diMurat Yakin. Lo stimato tecnico elvetico di origini turche, al secondo anno in sella alla guida dei RotBlau, sarebbe sul punto di rinnovare il proprio contratto con il sodalizio campione di Svizzera. La situazione sembra ormai piuttosto chiara. Niente Lazio nel futuro del 39enne ex trainer di Lucerna e Thun, il portale elvetico Blickdà infatti per certo l’accordo, tanto che si attenderebbe solo l’annuncio ufficiale.
Non è finita qui. Petkovic non ci sta, promette battaglia (nelle aule di tribunale), si sente screditato e infangato. Il suo pensiero è affidato alle parole dell’Avvocato Paco D’Onofrio che, ai microfoni di SkySport24, tuona: “Abbiamo ricevuto il licenziamento per giusta causa, ne prendiamo atto e lo impugneremo nelle sedi opportune, perché lo riteniamento profondamente ingiusto e illegittimo.Il comunicato, uscito poche ore fa sul sito della Lazio, è singolare perché non reca indicazione delle norme che sarebbero state violate nel corso delle trattative con la federazione svizzera e non si tratta di una nostra interpretazione, tanto che anche il presidente dell’associazione allenatore, Renzo Uliveri, nei giorni scorsi, ha espresso solidarietà a Petkovic dicendo che il mister non aveva violato alcuna norma”.
I concetti che l’avvocato D’Onofrio ribadisce sono quelli già espressi nel comunicato emesso qualche giorno fa, soprattutto Petkovic non avrebbe contribuito in nessun modo a creare un clima negativo nello spogliatoio biancoceleste: “Nessuna norma vieta a un allenatore di prendere accordi con altri quando è in scadenza di contratto, mettiamoci anche che Petkovic non ha sancito accordi con una concorrente della Lazio, bensì con una nazionale. Spiace anche constatare che, secondo la società, il mister avrebbe creato un clima di sfiducia nello spogliatoio e intorno a sé, mentre molti giocatori, anche tra i più signficativi, continuano a manifestare ed esprimere attestati di stima nei confronti di Petkovic per il lavoro svolto e per quello che l’allenatore avrebbe voluto svolgere fino al termine della stagione”.
D’Onofrio spiega il fallimento del tentativo di conciliazione andato in scena ieri: “La questione è complessa, si cercava una verità di fondo da condividere anche per non intaccare l’immagine dell’allenatore, non potevamo accettare l’immagine di un tecnico che ha violato le regole, quindi eventuali accordi erano subordinati a questa esigenza. Il mister ha ribadito che il suo pensiero è solo per la Lazio e per i suoi tifosi, affinché possano finire il campionato al meglio, vincendo già la prossima partita. La sua intenzione è sempre stata quella di preservare la squadra e ora è quella di risanare una verità che in questi giorni ha subito della alterazioni. Petkovic era ancora l’allenatore della Lazio fino a stamane, non c’era stato esonero. Se ci fosse stata la possibilità di concludere questa vicenda con una stretta di mano e in un clima sereno saremmo stati felici, ma non potevamo accettare che si gettassero ombre sulla condotta di Petkovic”.
Petkovic non si ferma, il licenziamento è provvedimento che verrà impungato: “Noi prendiamo atto del licenziamento ma, se non dovessero esserci rettifiche, saremo costretti ad adire alle vie legali per ristabilire verità e giustizia e anche per il risarcimento dei danni all’immagine dell’allenatore. Vedremo anche se sarà il caso d’interpellare gli organi federali, perché esprimano un giudizio sull’intera economia della vicenda che presenta elementi di stravaganza e anomalia che meritano approfondimento e accertamento”.
“E’ tutto a posto, Reja sarà regolarmente in panchina contro l’Inter“. Parola dell’avvocato Gian Michele Gentile, contattato da Repubblica.it. “Stamattina abbiamo comunicato alla Figc la risoluzione del rapporto con Petkovic e la conseguente assunzione di Reja, alla quale il Settore Tecnico ha dato immediatamente l’ok– ha spiegato il legale biancoceleste -. Futura battaglia legale con Petko? Chi non è soddisfatto agirà di conseguenza“. Nessun accordo perciò tra la Lazio e Petkovic: il tecnico di Sarajevo ha rifiutato l’offerta di 100 mila euro avanzata dal club capitolino, di fronte ai 600 mila euro lordi che gli sarebbero spettati fino a giugno.
Nella giornata di oggi è in programma l’incontro fra la Lazio e Vladimir Petkovic per tentare di arrivare ad una risoluzione “amichevole” fra le parti. Se così non fosse, la vicenda andrà avanti per vie legali. Nelle ultime ore in molti hanno accostato la vicenda che vede protagonista la società biancoceleste e il tecnico bosniaco a quella che coinvolse la scorsa stagione la Salernitana (altra società di Lotito) e l’allora mister Giuseppe Galderisi. Proprio l’ex tecnico del club campano, ai microfoni di Tuttomercatoweb.com, ha voluto dire la sua sulla querelle fra la Lazio e Petkovic: “La mia storia e quella di Petkovic effettivamente sono molto simili. Il modo in cui il presidente tratta i suoi allenatori è ingiusto sotto tanti punti di vista. Non conosco personalmente il mister della Lazio, ma mi schiero totalmente dalla sua parte. Nel calcio ci sono delle regole e dei contratti che devono essere rispettati“.
Quali sono i punti di contatto che vede fra le due situazioni? “In entrambi i casi il presidente si è comportato con prepotenza, ha mostrato zero rispetto per i suoi dipendenti. Vuol comandare la vita professionale e umana di chi lavora con lui, arrivando a pretendere le dimissioni in entrambi i casi. Non parlo di leggi o regole, per quello esistono gli avvocati. Io metto la questione su un piano emotivo, ho ricevuto una grande delusione che mi ha ferito ma sono orgoglioso di non essermi piegato ad un tentativo di prepotenza“.
La situazione era simile, crede che anche l’esito possa essere lo stesso? “A me il Collegio Arbitrale ha dato ragione. Nei mesi scorsi ci sono stati tanti tentativi andati a vuoto per screditare la mia figura. E’ stato fatto tutto per farmi arrendere, ma io non ho mai mollato perché credo ancora in un calcio fatto di valori e integrità, tutte doti tramandatemi dal presidente Boniperti. Certe mancanze di rispetto non fanno parte dei miei ideali, e tutto quello che posso dire è che Petkovic ha il mio appoggio“.
Sfogliando il pantagruelico archivio di immagini che la “rete” conserva, c’è una fotografia, in particolare, che ritrae Sandro Mazzola prima dell’inizio di un incontro. Indossa la maglia dell’Internazionale Football Club, s’intende.
Tutto come previsto. E il solito copione con la fumata bianca dell’ultimo minuto. Questa mattina, subito dopo aver chiuso l’accordo con Petkovic per una risoluzione consensuale del contratto o aver deciso di procedere con il licenziamento per «giusta causa», la Lazio procederà ai passaggi formali per il tesseramento di Edy Reja. Come si legge quest’oggi sulle colonne de Il Corriere dello Sport, resta da capire la formula con cui la società biancoceleste e il tecnico di Sarajevo si separeranno, ma l’epilogo è scontato, così come non ci sono dubbi sul fatto che lunedì sera Edy Reja guiderà la Lazio nel posticipo con l’Inter. La richiesta di tesseramento del goriziano verrà girata agli uffici della Lega di Serie A in via Rosellini a Milano: entro l’ora di pranzo tutto dovrebbe essere ufficializzato.
Per favorire il raggiungimento di un accordo tra le parti, ieri gli avvocati (di parte Lazio e di parte Petkovic) si sono lasciati con il reciproco impegno di non rilasciare dichiarazioni, almeno per qualche ora, in attesa dei comunicati. Ecco perché in giornata la società biancoceleste dovrebbe ufficializzare la nomina di Edy Reja. Lotito sta per rientare da Cortina. Già dai giorni successivi al Natale, era stata indicata la data del 5 gennaio per la presentazione del friulano. E così sarà. Con il presidente ad accompagnare Reja, alla vigilia della partita con l’Inter, nel suo primo passaggio ufficiale in conferenza stampa. Se in queste ore sarà stato raggiunto un accordo soddisfacente con Petkovic, verranno usati toni misurati per salutare il mister della Coppa Italia, portato ad esempio sino a pochi mesi fa perché, oltre ad allenare, aveva lavorato alla Caritas. Qualora si finisse davvero in Tribunale, andrebbe in onda il probabile show di Lotito. D’altra parte se il presidente è conosciuto per essere parsimonioso e attentissimo ai conti (nell’interesse della società), questa volta ha trovato pane per i suoi denti con Petkovic, per niente deciso a mollare nonostante un posto di lavoro già garantito dalla Svizzera. Una battaglia legale all’ultimo euro.
Con la storia del licenziamento per giusta causa di Vlado Petkovic, stiamo facendo ridere per l’ennesima volta tutto il mondo del calcio: ma questa, purtroppo, non è una novità, semmai è una costante da dieci anni a questa parte. Perché dal 2005 a oggi, Lotito è riuscito a fare causa al mondo intero ed è riuscito a perderle quasi tutte, stabilendo con la complicità dell’avvocato Gentile un vero e proprio record mondiale! E a proposito di Gentile, in questo elenco di spese, non sono inserite le parcelle dell’avvocato, amico e difensore di Lotito da una vita. Perché spulciando tra i bilanci non si trovano. Riguardo a Gentile, c’è solo una voce a bilancio mai del tutto chiarita, nonostante richieste ufficiali di spiegazioni anche da parte dei piccoli azionisti. Mi riferisco a quei 3 milioni e 841.000 euro inseriti sotto la voce “altro” nella tabella a pagina 65 del bilancio al 30 giugno del 2006, come COMPENSI, BONUS E/O INCENTIVI PER I COMPONENTI DEGLI ORGANI SOCIALI. E visto che 3 milioni e 841.000 euro non sono pochi, anche a distanza di quasi 6 anni ci piacerebbe sapere da Lotito e dall’avvocato Gentile a che titolo sono stati versati quei soldi. Ma anche questa domanda, probabilmente, resterà senza risposta. Come quella del perché di tutte queste battaglie inutili e dispendiose che vi riassumiamo per dovere di cronaca qui sotto. E forse non sono neanche tutte….
Vertenze con Dino Baggio, Paolo Negro e Giuseppe Pancaro: perse con pagamento complessivo di 5 milioni e 109.000 euro (bilancio al 30.6.2005, pag. 52)
Vertenza con Roberto Mancini: persa, Lazio condannata a versare 900.000
Vertenza con Giuseppe De Mita:persa, Lazio condannata a versare 1,5 milioni di euro di risarcimento
Vertenza con Massimo Mutarelli: persa, giocatore svincolato per mobbing e 180.000 euro di multa
Vertenza con Lorenzo Marronaro (procuratore di Mutarelli):persa e condanna a 162.000 euro più IVA di risarcimento
Vertenza con Guglielmo Stendardo:persa, 180.000 euro al giocatore di risarcimento per mobbing e 10.000 euro di multa complessivi a Lotito e alla Lazio
Vertenza con Cristian Manfredini (2 volte): persa, 80.000 euro di risarcimento per mobbing e obbligo di reintegro
Vertenza con Riccardo Bonetto (2 volte):persa, 45.000 euro di risarcimento per mobbing e reintegro
Vertenza con Lucas Correa:persa, risarcimento di 15.000 euro e giocatore svincolato per mobbing
Vertenza con Goran Pandev:persa, giocatore svincolato per mobbing e 285.000 euro di risarcimento
Vertenza con Cristian Ledesma: non discussa per vizio di forma, giocatore reintegrato in rosa
Vertenza con Inter per Pandev:persa, Inter assolta
Vertenza con Velez Sarsfield per Zarate:persa, Lazio condannata a versare 727.380 euro più interessi e spese legali
Vertenza con Villareal per Eguren:ritirata per accordo tra le parti
Vertenza contro Maccabi Haifa per Golasa: annunciata e mai intrapresa
Vertenza con agente Rasmus Bengtsson:annunciata e mai intrapresa
Vertenza con Pajtim Kasami:persa, contratto rescisso e giocatore svincolato
Vertenza con CONI per contratto Olimpico:pendente
Processo sportivo per Calciopoli:perso, Lotito condannato a 4 mesi e Lazio a 30 punti di penalizzazione per la stagione 2005-2006 (con perdita del diritto di disputare la Coppa Uefa) e a 3 punti da scontare nella stagione 2006-2007
Processo penale per Calciopoli:perso, Lotito condannato a 1 anno e 3 mesi
Processo per patto parasociale con Mezzaroma:perso, Lotito condannato in 1° grado a 2 anni e multa di 530.000 euro dalla Consob
A quest’elenco deve essere aggiunto il ricorso presentato e perso contro il CONI, sia per la vicenda dell’affitto dello stadio che per la denuncia presentata contro alcuni dirigenti (tra cui l’ex segretario generale Pagnozzi, suocero di Nesta, e Diego Nepi Molineris, responsabile di tutti gli impianti del CONI di Roma) addirittura per estorsione. E non dimentichiamo le denunce avviate e mai intraprese alla Doyen Sports per Felipe Anderson e all’agente di Yilmaz o il ricorso alla sconfitta (MERITATA) sul campo di Udine 2 anni fa per un fischio di troppo…Non è stata intentata causa contro Cavanda e Diakité, ma il braccio di ferro con i due si è chiuso con la firma del primo (dopo sei mesi di esilio e l’acquisto inutile di Pereirinha) e la fuga a parametro zero del secondo, con perdita economica e soldi buttati dalla finestra per acquistare il cartellino di Ciani (1,8 milioni di euro) e per pagare l’ingaggio del difensore francese che guadagna più di quello che aveva chiesto Diakité per rinnovare il contratto. Poi, c’è la vicenda-zarate, ancora aperta e su due fronti: il primo, legato ai soldi non versati lo scorso anno da Lotito al calciatore, sia sotto forma di stipendi che della commissione annuale (3 milioni di euro) che la società si era impegnata a versare alla Pluriel Limited di Londra, il secondo, legato alla rescissione di contratto chiesta e ottenuta dal giocatore e che è costata alla Lazio una minus-valenza di oltre 6 milioni di euro. Nulla, contro gli oltre 40 milioni di euro spesi tra prestito, acquisto, commissioni e ingaggio buttati dalla finestra per pagare Zarate.
Scelte all’apparenza incomprensibili, ma che hanno in realtà motivazioni ben precise, anzi, che sono un vero e proprio stile di vita di un certo tipo di imprenditoria, soprattutto romana: rinviare i pagamenti. Della serie: “famme causa, poi vediamo. Intanto, oggi non te pago”. Perché le cifre relative ai contenziosi, vengono in qualche modo “congelate” nei bilanci, ma spariscono dai costi correnti. Per questo Reja ha dovuto bussare alla porta per oltre un anno per incassare un premio per la qualificazione alla Europa League, perché non essendo più tesserato la società non aveva urgenza di pagarlo. Per questo, sfruttando le pieghe del regolamento la Lazio ancora non ha pagato alla squadra il premio per la vittoria nella finale di Coppa Italia. E si potrebbe andare avanti all’infinito o quasi, perché la stessa tattica viene usata da anni con i fornitori, ma anche con i dipendenti, soprattutto quelli dello staff sanitario che, non a caso, cambia in continuazione.
Ma Lotito è fatto così ed oramai lo conoscono tutti, anche in Svizzera. Per questo, davanti alla minaccia fatta a Petkovic e all’accusa rivolta alla Federcalcio svizzera di aver rispettato le regole, il presidente della federazione elvetica ci è andato giù durissimo: “Abbiamo avuto contatti indiretti con il Presidente della Federazione Italiana, ma non con la Lazio. Noi non abbiamo nulla da rimproverarci, abbiamo fatto tutto secondo le regole”. E ancora più duro è stato l’avvocato
Alexandre Zen-Ruffinen: “In questa storia, io vedo soltanto le farneticazioni di un leader che vuole risparmiare e mettere un po’ di pressione”.
Prendere tempo e provare a risparmiare. Questo è il motivo che ha spinto Lotito a scatenare questa nuova bufera. Quello che in pochi sanno, è che Lotito ha già provato a licenziare per giusta causa un allenatore, ma quella causa l’ha persa. Lo ha fatto da presidente della Salernitana con Galderisi, cacciato dopo poche giornate. E Galderisi ha vinto la causa perché nel regolamento (italiano, Uefa e Fifa) che regola i contratti degli allenatori non è previsto il “licenziamento per giusta causa”. Vale per i calciatori, non per i tecnici. Quindi, tanto rumore per nulla. E ennesima brutta figura, doppia… Sì, perché oltre allo “sputtanamento” galattico, si aggiunge il fatto che qualcuno potrebbe ricordare a Lotito che fino a pochi giorni prima di iniziare questa battaglia con Petkovic, Lotito e Tare stavano trattando con Yakin, tecnico legato fino al 30 giugno con il Basilea, quindi secondo i parametri di Lotito “non avvicinabile”. Invece, oltre ad averlo contattato hanno provato in tutti i modi a liberarlo subito, all’insaputa di Petkovic che queste cose le ha lette per settimane sui giornali, senza nessuna smentita ufficiale.
E forse non è un caso se prima del SI’ di Reja, Lotito ha ricevuto una serie di NO da tutti gli allenatori contattati, Trapattoni in testa. Le voci girano e quando ti fai una certa nomea alla fine ricevi un SI’ solo qualche disperato o da qualcuno che non ha né pretese né spina dorsale. Non da un allenatore vero, a meno che non lo ricopri di soldi… E non è certo il caso della Lazio, visto che Lotito ha deciso di montare questo casino per risparmiare circa 200.000 euro. Perché a Petkovic e al suo staff gliene doveva versare 600.000 da gennaio a giugno, mentre a Reja gliene ha promessi 400.000, negandogli addirittura un vice allenatore per risparmiare. Infatti in panchina Reja avrà Bollini, così oltre a fare casini con la prima squadra rischiamo di sfasciare anche la Primavera. Cose che possono succedere solo alla Lazio…
Fra gli ex che scenderanno in campo lunedì all’Olimpico, fra le fila dell’Inter figura il portiere Juan Pablo Carrizo. L’ex River Plate venne a Roma con grandi aspettative molte delle quali disattese e proprio su quel trasferimento è oggetto di una considerazione da parte del portiere nerazzurro, si legge dal sito “ESPN”:Ho sempre sognato di restare al River Plate: non fu un bene per me andare via e giocare con la Lazio, ma presi l’aereo nonostante il dolore che provavo. Mi piacerebbe tornare, sono cresciuto lì, ma non dipende da me”.
Qualche giorno fa erano circolate alcune voci sul futuro di Emiliano Alfaro; i media uruguaiani avevano ipotizzato un ritorno in patria per l’attaccante biancoceleste, chiuso da Klose e compagni e attualmente ai box per un grave infortunio riportato nel ritiro estivo di Auronzo di Cadore. Oggi è lo stesso giocatore, in un’intervento a “Rock And Goll”, a far chiarezza sul proprio futuro. “Non c’è stato contatto. Sono infortunato e per il recupero mancano ancora due mesi, per questo è impossibile andare al Penarol”. Parole secche, dirette quelle della punta albiceleste che lasciano pochi dubbi sul futuro. Prima di tutto bisogna recuperare dall’infortunio al ginocchio, poi c’è da ritrovare la forma perduta. Per tutto il resto ci sarà tempo.
Brutte notizie in casa Aston Villa, dove l’ex laziale ha dovuto finire la stagione con largo anticipo. Libor si è infortunato gravemente durante l’allenamento subendo una frattura scomposta della gamba. Kozak quindi,finirà quest’annata calcistica collezionando 15 partite e 4 goal.
Stefano Mauri, appena ha saputo di quest’incidente ha mandato tramite tweeter un messaggio d’auguri per la pronta guarigione :”«Un abbraccio al mio ex compagno Libor Kozak, non mollare, tornerai presto».
Tra sei giorni la Società Sportiva Lazio festeggerà i suoi 114 anni di storia, ma sarà un compleanno diverso dagli altri, quantomeno nelle celebrazioni: per solidarietà nei confronti dei tre ragazzi ancora in cella a Varsavia, infatti, la Presidenza Generale della Polisportiva ha annunciato che la storica data del 9 gennaio non sarà accompagnata da specifici festeggiamenti. Di seguito il comunicato ufficiale:
“La Presidenza Generale della Società Sportiva Lazio rende noto che, in coerenza con quanto deliberato dal proprio Consiglio Generale, l’occasione della ricorrenza del 9 gennaio (114° anniversario della costituzione del sodalizio biancoceleste) quest’anno non sarà accompagnata da specifici festeggiamenti, in segno di solidarietà con i sostenitori biancocelesti tuttora detenuti in Polonia e con le rispettive famiglie.
La stessa Presidenza Generale intende comunque, in occasione di tale ricorrenza ed ancor di più in ragione delle circostanze di disagio menzionate, farsi promotrice di un momento di testimonianza ideale e comunanza di spirito fra i componenti della famiglia biancoceleste. A tal fine patrocina la mostra “9 ragazzi 1 sogno dal 1900”, promossa da Fondazione Gabriele Sandri, Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento e LazioWiki, in programma 8 e 9 gennaio 2014 in Piazza della Libertà. La mostra presenterà, attraverso pannelli e cimeli, la figura dei 9 fondatori della Società Sportiva Lazio, l’ideale sportivo biancoceleste all’alba del XX secolo ispirato ai Giochi Olimpici dell’età moderna.
La Presidenza Generale ricorda, inoltre, che il prossimo mese di maggio ricorreranno distintamente il 40° anniversario della conquista del 1° scudetto della Sezione Calcio, il centenario della nascita dell’indimenticabile Presidente Generale Ing. Renzo Nostini, il decennale della conquista della 4^ Coppa Italia della Sezione Calcio; auspica, pertanto, che in detto periodo ricorrano le idonee condizioni ambientali per ricordare nella maniera più degna quegli storici eventi.
Da ultimo, memore del motto scelto dai 9 Fondatori, “concordia parvae res crescunt”, la Presidenza Generale auspica la massima condivisione fra atleti, tecnici, dirigenti e sostenitori biancocelesti dello spirito e dei contenuti esposti e la conseguente traduzione in comportamenti ispirati al massimo della lealtà, del rispetto e dello spirito biancoceleste“.
La S.S. Lazio comunica che domani, venerdì 3 gennaio 2014 alle ore 15, verrà disputata al Centro Sportivo di Formello una partita di allenamento con la squadra del Grifone Monteverde che milita nel campionato di Eccellenza. La seduta sarà aperta al pubblico (apertura cancelli ore 14.30).
Continua la battaglia tra la Lazio e Vladimir Petkovic dopo che il mister di Sarajevo si è legato alla Svizzera. Il club biancoceleste vuole licenziare per giusta causa l’allenatore.
FORMELLO – Il Reja-bis entra nel vivo, primo giorno dell’anno e prime prove tattiche del “nuovo” corso. Modulo di riferimento ben chiaro, il tecnico friulano prova la formazione anti-Inter: 4-2-3-1 con Konko, Biava, Cana e Vinìcius in difesa, Onazi e Ledesma in mediana, con Candreva, Hernanes e Lulic alle spalle di Klose. Di fronte, il 4-3-3 formato da Cavanda, Novaretti, Ciani, Crecco, Gonzalez, Biglia, Mauri, Perea, Floccari e Keita, a fare da starring partner (Pereirinha e Felipe Anderson a fungere da jolly). Si delinea l’undici titolare del 6 gennaio, Radu l’unica pedina mancante (il romeno quest’oggi non si è allenato sul campo, mentre Dias ha saltato la partita in famiglia).
GONZALEZ – Corre il “Tata”, aumenta i carichi di lavoro, deve recuperare la condizione atletica persa nel mese di dicembre. La frattura alla mano sinistra, rimediata durante la partita con il Napoli, lo ha fermato proprio nel momento in cui sembrava poter sovvertire nuovamente le gerarchie nella testa di Petkovic. Gonzalez allunga, scatta verso il rilancio. Inizia in modo differenziato la seduta e si aggrega alla rosa per la parte tattica. Ha tolto il gesso al braccio, si sta allenando con un tutore protettivo, punta a rientrare tra i convocati per il match con l’Inter. Si allena a parte Ederson: il brasiliano è tornato nella Capitale dopo qualche giorno extra di permesso concesso dalla società. Ripresa fissata per domani (doppia seduta).