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Biglietti finale primavera Tim Cup solo ai tesserati

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primavera lazio

“La S.S. Lazio comunica che, dalle ore 10:00 di mercoledi 2 aprile, saranno messi in vendita i tagliandi per la garadella Finale di Ritorno della Tim Cup Primavera 2013-14 Fiorentina – LAZIO del 9 aprile alle ore 20:30 Stadio Artemio Franchi di Firenze. Tutti i Residenti della Regione Lazio possono acquistare un titolo in qualsiasi settore dello Stadio solo se possessori di Tessera del Tifoso emessa secondo le direttive di Legge”. Questo il comunicato apparso sul sito ufficiale della Lazio, quindi trasferta disponibile solo per possessori della Tessera del Tifoso. La vendita dei biglietti comunque terminerà martedì 8 Aprile alle ore 19:00.



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Oggi verranno ricordati Lovati e Chinaglia

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LOVATI CHINAGLIA

Tre giorni di inizio primavera, il pensiero non può che volare a quelle due leggende biancocelesti. Non è la ricorrenza della morte, in realtà, a risvegliare la memoria: come potrebbe il popolo laziale dimenticare due bandiere come Giorgio Chinaglia e Roberto Lovati? Era il 30 marzo quando Bob Lovati si spegneva a quasi 84 anni. L’arrivo alla Lazio nel ’54, il primo trofeo biancoceleste nel ’58: la Coppa Italia, conquistata con lui saldo protettore dei pali. E poi una carriera calcistica sempre con l’aquila sul petto: dopo il calcio giocato l’arrivo sulla panchina laziale, infine l’incarico di dirigente sportivo. Due anni, invece, dalla morte di Long John. Si sarebbe addomentato per sempre il primo aprile, a Naples, in Florida. La triste notizia sarebbe stata annunciata in Italia dal figlio Anthony. Era una domenica. Quasi quarant’anni dopo quelle speciali domeniche in cui Giorgio scendeva in campo, facendo innamorare un popolo. La S.S. Lazio ha comunicato che verrà celebrata una messa commemorativa per Chinaglia e Lovati. L’appuntamento è presso la Chiesa di Cristo Re alle ore 19.00, in Viale Mazzini​. 

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Tare annuncia :” Faremo una grande Lazio, abbiamo le idee chiare “

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Lazio-Napoli serie A

L’anima, ci metterà l’anima. E’ la promessa che s’è sentito di fare portando la mano sul cuore in zona mista: «Non devo fare promesse, devo lavorare al meglio. E non devo vendere cose che non sono vere, cerco di svolgere il mio compito, tutti cerchiamo di farlo per il bene della Lazio e dei nostri tifosi. Sarò il primo ad essere felice quando la Lazio tornerà ad essere una squadra competitiva e di grande spessore. Sono queste le nostre intenzioni». Igli Tare s’è rimboccato le maniche. Lo attende un compito arduo, i prossimi acquisti dovranno convincere per aiutare a vincere: «Arriveranno 3-4-5 acquisti in base a come si svilupperanno certe situazioni», ha annunciato il diesse. Ha iniziato le missioni di mercato, i blitz all’estero. In settimana è stato in Spagna, ha saltato il match di Genova, ieri era all’Olimpico: «Ho fatto un viaggio per conoscere da vicino i giocatori che fanno parte della nostra lista». Gli acquisti, un minimo di tre e un massimo di cinque, sono progettati. La Lazio dovrà essere costruita grande al di là dell’Europa: «Non è fondamentale per le strategie, non stiamo lottando per la Champions. Sappiamo già dove dobbiamo intervenire, conosciamo il gruppo, sappiamo cosa bisogna fare». E con Reja gli accordi sono chiari. Tare non li ha svelati, ne ha fatto solo riferimento: «Abbiamo dei patti, per le risposte a queste domande chiedo di avere pazienza. L’unica cosa che conta è il finale di campionato, poi vedremo di fare cose buone». Il diesse sa che non si potrà sbagliare nulla: «Spero che il prossimo sia un anno importante, questa squadra sta lavorando per aprire un ciclo e i nuovi acquisti cercheranno di migliorare la qualità. Ci sono annate positive e negative, non posso ancora dire che questa annata è stata negativa perché siamo ancora in lotta per l’Europa, è fondamentale conquistarla per la continuità societaria». Una continuità che altri in passato hanno perso. Il riferimento forse non era casuale, è facile legarlo alla Roma anche se Tare non ne ha mai fatto il nome: «Tante altre squadre, con possibilità più grandi della Lazio, non giocano in Europa da anni, ma di questo si parla raramente». Acquisti e rinnovi, aspettando la risposta di Klose: «Stiamo parlando con tutti, più o meno sappiamo cosa dobbiamo fare. Con Klose abbiamo un rapporto chiaro, sa che la società e la squadra vogliono andare avanti con lui. Stiamo facendo delle valutazioni, al momento opportuno diremo se sarà possibile continuare insieme o no».

TIFOSI – La vittoria ha ridato speranza:«E’ stata fondamentale per la classifica, certi successi possono valere la svolta. Non abbiamo visto la migliore Lazio, ma un grande spirito sì. Faccio un grande applauso alla squadra. Ci aspettano sette finali, in casa è fondamentale vincere, dobbiamo raggiungere l’Europa per noi e per i tifosi». Tare ha ringraziato la gente presente, spera nel riavvicinamento, ma bisogna volerlo tutti insieme: «Un bell’applauso alla gente che era allo stadio, ci ha sostenuto sino alla fine. L’appoggio dei tifosi è importante, siamo i primi a riconoscerlo, non vogliamo prendere le distanze, vogliamo analizzare qual è il bene per migliorare questa situazione. E ci auguriamo che l’appoggio ci sia sempre. La squadra se lo merita per ciò che è riuscita a fare negli ultimi anni e per i colori che rappresenta. Il bene dev’essere della Lazio, tutti dobbiamo fare un passo in avanti per raggiungerlo».

IL MERCATO – Il mercato del futuro e del passato. Tare è convinto che le scelte ripagheranno: «Non sono deluso da nessuno, sono fiero di questo gruppo, con grande difficoltà sta cercando di lottare sino alla fine. Ci sono tanti giovani, hanno bisogno di tempo, bisogna avere pazienza e le risposte ovviamente dovranno venire dal campo. Felipe Anderson? Chi vive il ragazzo sa che ha qualità fuori dal comune. In Italia non c’è pazienza, allo stesso momento è fondamentale che lui capisca una cosa: il calcio europeo è completamente diverso da quello brasiliano. Io sono molto fiducioso, in futuro sarà una pedina importante». Postiga è un caso a parte: «Quando l’abbiamo acquistato aveva un problema risolvibile in 3-4 giorni. Per un infortunio più grave ha saltato un mese e mezzo. Non l’ho visto giocare, non è giudicabile, di certo ha grandissime qualità. Questo non lo dice Tare, lo dice la sua storia».

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Muore un tifoso del Sassuolo durante la partita contro la Roma

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sassuolo romaTragedia allo stadio Mapei. Un tifoso presente nella curva del Sassuolo è morto colto da un malore pochi minuti dopo l’inizio della partita con la Roma. I medici del 118 di Reggio sono subito intervenuti, richiamati da altri tifosi e hanno subito trasportato l’uomo al pronto soccorso dell’ospedale di Reggio. Solo dopo la partita si è venuti a conoscenza del suo decesso.

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All’ultimo respiro

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ESULTANZAKeita prende palla sulla sinistra, crossa in mezzo per Candreva, palla che bacia la traversa e gonfia la rete. Comincia dalla fine il film di Lazio-Parma, una match che racchiude un campionato intero:prima il vantaggio con Lulic, poi il pareggio di Biabiany, il più grande rimpianto del mercato invernale. I biancocelesti non ci stanno erimettono la testa avanti grazie all’eterno Miro Klose, ma si fanno raggiunge da un’amnesia colossale di Ciani e Marchetti. Poi, quando i rimpianti stanno per prendere il sopravvento, ci pensa Candreva a scacciare i fantasmi di un futuro grigio e senza Europa.

FORMAZIONI – Cambio dell’ultima ora in casa Lazio: centrocampo affidato a Lorik Cana, riposa Gonzalez. Marchetti smaltisce i problemi avuti in settimana e riprende il proprio posto tra i pali, difesa a 4  con Biava e Novaretti centrali, Konko –Radu sugli esterni. Attacco affidato a Klose, supportato da Mauri, Candreva e Lulic. Il Parma risponde con il consueto 4-3-3: in difesa, al posto dell’indisponibile Paletta Donadoni sceglie Felipe, attacco affidatio ad Amauri, Biabiany e Cassano.

PRIMO TEMPO –  L’inizio biancoceleste promette bene: Lulic ruba palla e si invola sulla fascia, ma perde il tempo per la battuta. L’infortunio di Novaretti dopo appena sei minuti sembra far presagire un pomeriggio nero, ma è una nuvola passeggera. Il sereno torna al 15’ minuto quando Candreva e Konko scambiano sull’out di destra, il francese mette in mezzo e Lulic, dopo l’intervento di Mirante, ribadisce in rete il vantaggio laziale. Il gol sveglia la squadra di Donadoni che comincia ad impensierire la retroguardia biancoceleste: Marchetti è miracolo su Schellotto, poi ci prova anche Acquah, ma il suo tiro finisce alto. I ducali alzano i ritmi, la Lazio abbassa troppo il baricentro cercando la ripartenza. E’ l’errore che permette al Parma di pareggiare: Cassano al limite dell’area prova il destro a giro, Marchetti respinge, ma sulla ribattuta il più lesto è Biabiany che controlla e, dopo un pallonetto, mette in rete di testa. L’oggetto del desiderio del mercato invernale, non pago dopo il gran rifiuto di gennaio, regala un nuovo dispiacere ai colori biancocelesti. Soffre la Lazio, il Parma è ben messo in campo ed i biancocelesti non riescono più a portare pericoli alla porta gialloblu. Allo scadere ci prova ancora Biabiany che riceve spalle alla porta, si gira e conclude con il destro, palla che termina la propria corsa nei pressi della Curva Nord. La prima frazione non regala ulteriori emozioni, si va al riposo sul punteggio di 1-1.

SECONDO TEMPO – Nessun cambio nella ripresa, Reja e Donadoni non modificano l’atteggiamento delle proprie creature. Sono i gialloblu a farsi preferire, Cassano testa i riflessi di Marchetti, il numero 22 risponde presente. Il pallino del gioco è in mano agli emiliani, ma è la Lazio ad avere l’azione più clamorosa della partita: Lulic prende palla e da il via ad un contropiede 3 contro 1, il bosniaco punta il portiere, ignorando i compagni, ma Mirante è bravissimo a salvare la propria porta respingendo il tiro con la mano destra.  Al 65’ entra in campo Keita, esce Lorik Cana, Lulic si piazza in mediana con Onazi e Mauri.Passano due minuti e la Lazio ritrova il vantaggio proprio grazie al bosniaco che serve a Klose un pallone che chiede solo di essere spinto in rete. Il panzer tedesco non si fa pregare e rimette in corsa per l’Europa i biancocelesti, la sua esultanza è un misto di gioia e rabbia, l’urlo dell’Olimpico semivuoto una liberazione. Il Parma si riversa in attacco, Parolo mette i brividi, ma la sua conclusione non centra il bersaglio grosso. Gli uomini di Reja sembrano controllare, ma il colpo di scena è dietro l’angolo. Cross innocuo dalla destra, palla che torna in possesso della Lazio, o almeno cosi sperano i tifosi biancocelesti, ma Ciani e Marchetti non sembrano essere dello stesso avviso e combinano la frittata che rimette in carreggiata il Parma. Gli utlimi dieci minuti sono un attentato alle coronarie degli spettatori: prima Keita tira troppo centralmente, poi è Klose ad andare vicino al gol, ma la mira non è quella delle migliori occasioni. Risponde il Parma con Parolo e Palladino che si divorano, a tu per tu con Marchetti, il gol che avrebbe fatto scendere definitivamente dal treno europeo i biancocelesti. Quando i rimpianti stanno per prendere il sopravvento, però, ci pensa Candreva che sfrutta a dovere l’assist di Keita: la palla, prima di entrare in rete, tocca la traversa, ma non può essere il montante ad arginare il mare biancoceleste, esulta l’esterno romano, esplode l’impianto capitolino. Una pazza Lazio vince lo scontro diretto con il Parma, l’Europa League adesso non è più un miraggio.

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Le opinioni di ex Laziali e dirigenti su Lotito

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ALESSANDRO NESTA :“Non lo conosco e non ho mai voluto farlo. Quando ero in scadenza con il Milan (2007) e si parlò di un mio possibile ritorno alla Lazio, lui disse cose su di me in maniera molto poco elegante, senza motivo.” 

VLADIMIR PETKOVIC :“Non ero io il problema, non puoi cambiare il manico e sperare che le cose vadano meglio se la scopa rimane sempre la stessa.”

PAOLO DI CANIO :“Parlare di Lotito è come sparare sulla Croce Rossa. È un giullare che si atteggia a moralizzatore. Allenare la Lazio? Con Lotito mai nella vita.” 

WILLY STENDARDO :Purtroppo quando c’è egocentrismo, narcisismo… si fa fatica a dialogare. I tifosi della Lazio meriterebbero sicuramente qualcosa di diverso, mi auguro che in futuro possano avere una società diversa.” 

FELICE PULICI :”Voglio essere molto sincero, non tornerò mai più nella Lazio con la presenza di Lotito.” 

MAURO ZARATE :”Questo è un presidente che fa il male del club. Un presidente padrone che può distruggere un giocatore. Eravamo io e altri due giocatori con i quali lui ha avuto problemi e ci allenavamo in momenti diversi rispetto alla squadra, ci cambiavano negli spogliatoi usati dalle avversarie della squadra primavera. Non avevamo dottori, fisioterapisti. Nulla. A volte solo il massaggiatore era a disposizione. Una follia. Ci volevano distruggere e la stessa cosa l’avevano fatta anche con Pandev, che poi ha vinto la Champions con l’Inter. Quella persona è un male per la Lazio. Distrugge il patrimonio della squadra. Fa brutte cose. Voleva prendere in considerazione l’idea di vendermi ad altri club ma non è mai riuscito a trovare una soluzione adeguata e così negli ultimi anni si è rifiutato di pagarmi. Quando ho contestato la situazione, il nostro rapporto è finito; non mi ha più voluto in squadra ma allo stesso tempo non mi ha lasciato andar via. Non potevo più allenarmi in gruppo. Non ho mai sentito la fiducia di nessuno. Una situazione folle. Quando in televisione c’era la partita della Lazio, mi chiudevo al bagno a piangere per non farmi vedere da mia moglie. Non riuscivo più a guardare il calcio. È assurdo che ti impediscano di fare quello che ti piace. Prima mi hanno mandato in prestito all’Inter poi Lotito e la sua cupola mi hanno fatto fuori.”

GORAN PANDEV :”Sanno tutti che io ce l’ho con una sola persona, il presidente della Lazio. I tifosi della Lazio mi hanno dato tantissimo e mi dispiace tanto per loro, ma sono sicuro che capiranno perché conoscono bene il loro presidente. Vado via da Lotito che è un bugiardo. Mi ha trattato come fossi niente.” 

ANGELO PERUZZI :Non mi interessa più lavorare con la Lazio in queste condizioni, con una persona che ritiene che io non sono niente.” 

MATTEO SERENI :“Lotito mi ha fatto soffrire così tanto da maturare come uomo. Ora che sono andato via sono finalmente felice e spero di fargli un torto grandissimo.” 

HERNANES :”I tifosi mi hanno dato un amore incredibile… (piange, non riesce a parlare, ndr). Ho spiegato su Facebook le mie motivazioni, cerco sempre di rendere la mia vita speciale. Qui alla Lazio ho sempre avuto voglia di fare cose belle, di vincere degli Scudetti. Abbiamo vinto quella Coppa Italia, poi ho capito che quello era il massimo traguardo a cui sarei potuto arrivare qui”. 

EDNILSON SANCHEZ CRIBARI : Prima la Lazio, la società e i giocatori, erano uniti negli scopi e negli intenti, ma da quando Tare è diventato direttore sportivo non è più così. Un aggettivo per Lotito? Meglio non parlare, di sicuro direi un aggettivo negativo.” 

NELLO GOVERNATO :“E’ un dolore costante vedere una cosa grande come la Lazio, in mani così piccole.”

PAOLO NEGRO :Ho tanta rabbia dentro per come sono stato cacciato da Lotito. Gli ho regalato due anni, nei quali non prendevo nemmeno i soldi. Uno come me, che ha fatto di tutto per restare legato alla squadra, è stato ricattato per andare via. Sono stato minacciato anche nel periodo in cui mi allenavo fuori rosa. Nell’ultima giornata della stagione 2004-05, dopo 10 anni di Lazio, mi è stato impedito di fare giro di campo per salutare i tifosi. Sono andato in Curva a vedere la partita con loro, per salutarli. Investimenti non ne vuole fare, e tutti i Laziali man mano saranno mandati via”. 

GUIDO PAGLIA :“Quella di Lotito e’ una conduzione dittatoriale senza ne’ capo ne’ coda. Lotito mette bocca su tutto e accentra nella sua persona tutti i poteri. La cessione di Hernanes, oltre a comportare l’impoverimento della rosa dal punto di vista qualitativo, assurge a sinonimo di ridimensionamento societario, mancanza di prospettive di crescita. La Lazio è ostaggio di una gestione deficitaria, e i suoi tifosi sono prigionieri di una fede che da dieci anni viene calpestata.”

VALON BEHRAMI :“Uno che non si accontenta di vincere, vuole umiliarti. Io non posso avere rapporti con persone del genere. Il cuore mi diceva di restare a Roma, la testa di andare via perché non c’era più la possibilità di andare avanti, i rapporti erano compromessi. Capisco i tifosi, loro non perdonano le fughe, ma i tifosi della Lazio sanno bene chi è Lotito e sono convinto che in molti hanno capito.” 

LORENZO DE SILVESTRI : Io non sono andato via dalla Lazio, ma dal presidente della Lazio. Io sono un tifoso della Lazio, ma non c’erano più le condizioni per rimanere. Non posso spiegare il mio rapporto con Lotito perche’ rischierei il deferimento. Se volete saperlo dovete chiedere a tre persone come Osti, Sabatini e Persichetti, persone che sono state buttate fuori dalla Lazio senza motivo.”

VOLFANGO PATARCA :“Lui parla, se la canta, se la suona… ma la verità è che stanno scappando tutti per colpa sua. Per colpa di Claudio Lotito. Ma gliel’ho detto… Devo campare un giorno, più di lui.” 

VINCENZO D’AMICO :“Con Lotito non c’è futuro. Provo un fastidio fisico per questa persona, e mi da terribilmente fastidio che rappresenti la mia Lazio.”

DELIO ROSSI : “Quando entrammo in Champions si pose il problema del rafforzamento della rosa e individuammo alcuni giocatori, ma poi arrivarono le 19 del 31 agosto e la fine del calciomercato. Non comprarono nessuno, così alzai il telefono e comunicai che non sarei stato più l’allenatore della Lazio. Espressi tutto il mio rammarico, usai toni duri perché avevamo fatto degli enormi sacrifici per raggiungere la qualificazione in Champions e in quel modo si sarebbe sciupato tutto. In quel momento ci fu uno strappo con la società , litigai con il Presidente e mi trovai anche a fare da mediatore con Sabatini che aveva dato le proprie dimissioni. Il rapporto si incrinò in modo irreparabile. Ma porto i tifosi della Lazio nel mio cuore, e ogni volta che torno a Roma mi dimostrano tutto il loro affetto.” 

CRISTIAN LEDESMA :” Se i tifosi contestano, un motivo deve esserci per forza”

SERGIO CRAGNOTTI :” La critica che faccio a Lotito è che non farà mai il grande passo, il salto di qualità definitivo a questa squadra “

TOMMASO BERNI : Abbiamo parlato di rinnovo e lui con arroganza m’ha detto “Mo vòi i soldi pure te?”, detto questo, ho preso e me ne sono andato. Con Lotito la Lazio non farà mai il salto di qualità “

ANTONIO FILIPPINI :” Ci aveva promesso il rinnovo di contratto a fine stagione dicendo che eravamo i suoi leoni, poi s’è rimangiato la parola”

LUCIANO MOGGI :” Da ragazzino era scemo, ora è scemo e vanesio”

ANTONIO GIRAUDO : E’ un poco di buono “

MAURIZIO ZAMPARINI : Se in Lega c’è gente come Lotito vuol dire che il calcio italiano è alla rovina “

ALDO SPINELLI :E’ l’unico che gira con la scorta, ma chi si crede di essere ? “

CSKA MOSCA : Pretendeva Honda per due lire e un mezzo giocatore, ma c’ha preso per stupidi ?”

TRABZONSPOR : Se vuoi Yilmaz lo devi pagare, sennò comprati un televisore “

WALTER SABATINI :Vuole avere sempre voce in capitolo, non ti fa lavorare”



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Lotito gira la città in elicottero per le aree dello stadio ?!

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flaminio lazio

stadio delle aquile

Una perlustrazione di Roma in elicottero. La parte est, per la precisione. Questa, secondo indiscrezioni raccolte dalla redazione de Lalaziosiamonoi.it, la nuova idea di Claudio Lotito.Sorvolare la Città Eterna. Il motivo? Difficile pensare a un’inedita, quanto improbabile, passione per il volo. Più facile ipotizzare che il presidente biancoceleste abbia voluto osservare dall’alto le aree orientali della Capitale alla ricerca di qualche terreno interessante. Chissà se un giorno potranno servire per la costruzione del nuovo stadio della Lazio o per impianti destinati alla polisportiva. Solo di ieri le dichiarazioni: “Non è mica una corsa ad arrivare primi”. Che il giro in elicottero sia la prima risposta di Lotito al progetto americano della Roma?Complicato saperlo, ma bisogna fare alla svelta. “Perché c’è bisogno dello Stadio delle Aquile per combattere lo strapotere degli altri club in Italia”. E la Lazio, per il momento, non ha nemmeno uno spazio dove poterlo immaginare.

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La Lega difende Lotito

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beretta lotito

La Lega prenderà una posizione a breve“. Detto, fatto. Come annunciato dal presidente Lotito ieri, durante il Convegno su Etica e Sport alla LUMSA, il massimo organo calcistico è sceso in campo a difesa delle società italiane oggetto di “azioni tese a danneggiare i club, le squadre e i calciatori“, come le definisce il comunicato diffuso poco fa. Alla situazione in casa Lazio – tra le altre – non viene fatto esplicita menzione, ma il riferimento salta subito all’occhio in passaggi qualiazioni di boicottaggio delle presenze negli stadi“. Questo il testo della nota ufficiale: “La Lega Nazionale Professionisti Serie A denuncia la gravissima violazione dei diritti delle società sportive ad essa associate, che viene attuata da alcune tifoserie le quali, accampando imprecisati diritti di proprietà “morale”, pongono in essere azioni tese a danneggiare i club, le squadre e i calciatori. Al grandissimo rispetto che la Lega e le società sportive hanno sempre avuto nei confronti delle tifoserie deve corrispondere analogo rispetto da parte di queste ultime nei confronti dei club e dei loro dirigenti. Da qualche tempo alcune società sono sottoposte ad una vera e propria aggressione, non solo morale, che incide sulla serenità dell’ambiente e sulla capacità di generare risorse da reinvestire negli stessi club: e questo avviene, ad esempio, con azioni di boicottaggio delle presenze negli stadi o con l’esibizione di cori e striscioni al solo fine di provocare sanzioni a danno delle società sportive. Ancora più grave è il danno di immagine causato da cori orchestrati di insulti ed intimidazioni che, ripresi dalla stampa e dai media, colpiscono l’immagine del nostro calcio, delle società e delle loro città. La Lega Serie A richiama tutte le componenti del mondo del calcio a operare nel rispetto di civile convivenza, e si impegna ad intervenire attivamente nella difesa del prestigio del calcio nazionale, dei suoi club, dei suoi dirigenti e della parte sana della tifoseria. Invita tutte le società sportive a mobilitarsi nella difesa del loro ruolo come fonte di spettacolo, di sport e di competizione: una realtà che vuole contribuire alla crescita del Paese ed è attenta ai milioni di cittadini, soprattutto i più giovani, che per il calcio continuano a nutrire una sana passione. In questo quadro la Lega invita le Autorità preposte a difendere l’autonomia ed il prestigio dei club sportivi e a contrastare con decisione gli attacchi organizzati che assumano forme degenerate e inaccettabili. La Lega si dichiara pronta ad intervenire in tutte le occasioni in cui dovessero essere reiterati episodi o comportamenti come quelli accaduti in queste settimane in alcuni stadi. Questo al fine di tutelare, con ogni mezzo e in ogni sede, i diritti primari delle proprie associate che sono impegnate – e investono ingenti risorse – per la realizzazione del massimo campionato nazionale nell’interesse del calcio italiano e dei veri appassionati. Quegli stessi appassionati che, insieme con le società di calcio, oggi subiscono gravi disagi e intimidazioni”.

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Petkovic e la sua esperienza romana :” Due anni intensi “

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PETKOVIC

Dopo l’intervista rilasciata ai microfoni di Dribbling, trasmessa due settimane fa su Rai 2, Vladimir Petkovic è tornato a parlare della sua ultima esperienza, con un occhio al futuro. L’ex allentore biancoceleste si è raccontanto al sito aargauerzeitung.ch, commentando il suo futuro incarico a capo della Nazionale Svizzera.

Quale periodo ha avuto il maggior impatto sulla tua carriera? “Sono stato fortunato a fare piccoli passi alla volta nella mia carriera, dalla 1° Divisione fino alla Serie A. Dal Malcantone Agno, al Bellinzona, fino ad arrivare alla Lazio. In Turchia e in Italia ho imparato molte cose anche fuori dal campo, che era importante per lo sviluppo personale. Molti aspetti extra calcistici sono importanti per far bene, hanno un grande impatto sui risultati. Chi non ne tiene conto fallisce”

E’ difficile aspettare tutto questo tempo prima di allenare la squadra? “Mi fa bene recuperare in questo periofo, gli ultimi anni a Roma sono stati molto intensi. Nella scorsa stagione abbiamo disputato 57 partite ufficiali, in questa stagione 30. Ho anche il tempo di parlare con altri allenatore della nazionali. E’ arrivato il momento di trovare il mio stile per poter allenare una squadra nazionale”.
Come pensi di vivere la Coppa del Mondo?“E’ chiaro che il mio mandato inizierà solo dal 1° Luglio. Io resterò da parte, non voglio interferire. Non andrò in Brasile, guarderò le partite solamente in TV. Non voglio creare polemiche”.
Hai mai parlato con Ottmar Hitzfeld? “Si, è una persona accogliente, è stato un incontro casuale. Penso che un allenatore non debba sapere tutto, ma imparare cose nuove”.
Cosa volevi sapere da Hitzfeld?Si trattava di sapere come si allena una squadra nazionale, dove si hanno i problemi all’inizio. Della squadra non abbiamo parlato, c’è un sacco di tempo al primo luglio. Già conosco molti giocatori”.
Qual è la più grande forza del calcio svizzero? “Ha una chiara leadership , una scuola chiara e c’è un corretto sviluppo dei giovani. Lavorare con i giovani è eccezionale. Si può notare dal fatto che molti di loro attualmente si stanno muovendo all’estero . Saranno molto affamati in futuro. Questo è importante!”.
Qual è la tua filosofia di gioco? “Voglio un gioco organizzato, aggressivo, offensivo. Voglio essere migliore degli avversari, giocare sempre per vincere”.
Qual è il tuo sistema di gioco preferito? “Nella mia carriera ho utilizzato molti schemi. Non sono imporanti i sistemi di gioco, ma i principi. E’ meno importante giocare a tre o a quattro difensori piuttosto del modo in cui gioca la squadra. Voglio vedere compattezza, aggressività, dinamismo”.

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Gabriele Sandri infangato dal Black Humor

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GABRIELE SANDRIAllontaniamoci dal calcio giocato e il calcio “gestito” per dar voce al nostro disdegno verso la persona che sta infangando Gabbo tramite la parodia di Wikipedia. Quest’oggi nei messaggi privati della nostra pagina facebook, ci è arrivata una segnalazione da un nostro fan che ha trovato la pagina web. Si sa che il black humor su internet è diffuso, ma si sa anche che dietro ad una tastiera il coniglio può diventare leone. Una parodia che lascia a bocca aperta e che non fa ridere neanche Satana in persona. Una pagina web che ironizza la morte del nostro tifoso biancoceleste ma sopratutto di un essere umano che ha perso la vita INGIUSTAMENTE, un destino segnato da una pazzia di un poliziotto.

piccolo trafiletto della pagina che mi è stata postata:

Luigi Spaccarotella (Colli Forati Fioriti, Siena, 1944 – certamente dopo di te) è stato un ex tiratore scelto dell’aviazione, ex guardia giurata, ex bracconiere, ex guardia svizzera extralarge. Attualmente sconta una pena di 6 minuti di carcere per la soppressione illegale di un camoscio ferito, Gabriele Sandri

Sfortunatamente il web è pieno di questi siti che incitano violenza e scherzano con la morte di persone innocenti. Purtroppo non tutte le persone al mondo hanno un cervello sano e sono vittime della loro idiozia.
Con la speranza che chiudano quel trafiletto vi posto il link da segnalare:
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Luigi_Spaccarotella



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Comunicato curva Nord

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STADIO VUOTO
Diramato sulla frequenza di Radiosei nel programma “la voce della nord” e riportato sul sito lalaziosiamonoi, postiamo anche noi il comunicato ufficiale della curva Nord:
“Abbiamo riflettuto, ponderato, vagliato tutto. Potrà sembrare strano, anche se storicamente poi è sempre stato così, ma questa situazione non ci ha spaccato come tifoseria (come magari qualcuno si augurava) ma ci ha unito ancora di più perché si è instaurato un dialogo tra tutte le componenti del tifo. Si è instaurato un dialogo tra tutte le componenti del tifo, ognuno ha espresso la sua opinione e bisogna ammettere che ogni soluzione era supportata da amore incondizionato verso la Lazio e da ragionamenti validissimi. Noi abbiamo deciso: da domenica non entreremo. Invitiamo chi la pensa come noi a fare altrettanto. Invitiamo comunque a lasciare la Curva Nord vuota, a non occupare posti che non vi appartengono. Vi spiegato cosa ci ha portato a questa sofferta, soffertissima decisione: noi amiamo la Lazio, la poniamo al centro della nostra vita, la viviamo sette giorni su sette e non solo nei novanta minuti della partita. Per lei diamo tutto noi stessi ma allo stesso tempo abbiamo un compito e un dovere importante: far rispettare ed onorare la Lazio e i tifosi della Lazio stessi. Lo facciamo allo stadio, lo facciamo per strada, nelle città straniere quando andiamo in trasferta e abbiamo il dovere di farlo anche dentro casa nostra. Per amore di questi colori abbiamo mandato giù tutto, ci siamo gettati alle spalle mille provocazioni arrivate da questa dirigenza. Abbiamo deciso di supportare incondizionatamente una squadra allo sbando, come abbiamo visto la scorsa stagione, anche se l’umore generale era differente. Abbiamo mandato giù l’ennesima promessa di fare una grande Lazio, ascoltata e vista da tutti a Piazza San Silvestro, quando poi i risultati sono quelli che vediamo. Abbiamo sopportato l’assenteismo della società nel tragico periodo di Varsavia e abbiamo dovuto subire addirittura l’ennesima provocazione nei nostri confronti, sentendoci chiamare collettori di collette, quando il nostro unico intento era quello di liberare i nostri fratelli. I fratelli di tutti i tifosi della Lazio. Per questo abbiamo ricevuto elogi da tutti e dalla Lazio stessa indifferenza. Subiamo le continue provocazioni di un mister che vorrebbe ricondurre gli scarsi risultati della squadra alla contestazione e non ad un mercato indegno ed una rosa inadeguata. Abbiamo sentito per l’ennesima volta farneticanti dichiarazioni su un Hernanes incedibile, salvo poi venderlo a una diretta concorrente per un posto in Europa. Abbiamo sentito la proprietà della Lazio sminuire il malcontento di 45.000 laziali che hanno manifestato liberamente a Lazio-Sassuolo, 45.000 laziali presi in considerazione dalla stampa e dalle televisioni ma ignorati dalla Lazio stessa. Abbiamo ascoltato in televisione il presidente della Lazio fare riferimenti repressivi simili al 2005 per chi contesta. Non abbiamo avuto neanche la possibilità di fare domande illecite all’interno dello stadio, con gli striscioni che non sono stati fatti entrare, stranamente solo in questa occasione. Noi abbiamo una storia e una dignità che ci portano a dire basta. Noi non tolleriamo più la presenza di questo personaggio. Noi non tolleriamo più di dividere lo stadio con chi, con arroganza e prepotenza inaudita, sta sgretolando non solo la Lazio ma la lazialità. Noi, da Lazio-Parma, non entreremo. Non abbandoniamo la Lazio ma, anzi, cerchiamo così facendo di mantenere alta l’attenzione e di dare un’ulteriore scossa. Chiamarla ancora contestazione ormai è riduttivo: è una rivolta popolare che vede coinvolti ultras, semplici tifosi e chi ha a cuore le sorti e il futuro della S.S. Lazio. Questo è per quanto riguarda l’ambito dello stadio, perché la nostra protesta si estende al fuori dello stadio da adesso in poi. Per questo ci organizzeremo per manifestare in piazza. Intanto vi informiamo che noi, come gruppo, porteremo avanti queste altre forme di protesta e vi invitiamo a prenderle in considerazione perché le riteniamo giuste. Sarà libera scelta di ognuno, poi, valutarle positivamente o meno. Noi come gruppo non ci abboneremo fino alla fine della campagna acquisti, quando vaglieremo tutti insieme se le promesse saranno rispettate o disattese come sempre. Noi non acquistiamo e non acquisteremo materiale e prodotti ufficiali. Ognuno di noi che ha sottoscritto un abbonamento con Sky o Mediaset invierà alla rispettiva piattaforma una promessa di disdetta, riconducibile solo ed esclusivamente alla gestione della Lazio. La riteniamo una forma civile e legale per far sentire la nostra voce. Ovviamente abbiamo preparato una bozza che, tramite la radio e altri mezzi di comunicazione, vi comunicheremo nei prossimi giorni.
Uniti si può.
Uniti si deve.
Uniti riprendiamoci la nostra Lazio”
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Le domande scomode a Lotito

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FINE LOTITOUna rabbia senza fine. La sconfitta di Genova dà nuova linfa alla contestazione del popolo biancoceleste contro il presidente Lotito, esplosa a gennaio per la cessione di Hernanes e un mercato deludente. Ancora amareggiati, o meglio infuriati per la realizzazione solo parziale della terza contestazione a Lotito (a poche ore dalla sfida con il Milan la questura ha bloccato l’ingresso degli striscioni all’Olimpico e allora i tifosi ne hanno esposti alcuni fuori dallo stadio), i rappresentanti della Nord si sono riuniti per studiare modi e tempi della prossima protesta, annunciata per domenica pomeriggio contro il Parma. Le opzioni messe sul tavolo dai tifosi sono tre: andare allo stadio e contestare Lotito; lasciare l’Olimpico vuoto come già contro l’Atalanta; abbandonare gli spalti nel secondo tempo. Alla vigilia della sfida col Genoa, la maggior parte dei tifosi sembrava orientata per l’ipotesi più dura, ovvero non entrare allo stadio: la decisione definitiva sarà presa oggi, ma certo è difficile prevedere un cambio di rotta dopo la sconfitta del Ferraris, ennesima occasione persa in una stagione deludente. Il Tempo , intanto, è venuto a conoscenza degli altri striscioni preparati dai ragazzi della Nord e mai esposti per il divieto della questura. Alle cinque domande rese note domenica («Perché non viene fatto un aumento di capitale?»; «Con quale coraggio si chiede la vicinanza e la pazienza dei tifosi quando a Varsavia sono stati lasciati soli?»; «Perché viene pagato con i soldi della Lazio un avvocato che perde tante, troppe cause?»; «Perché finanziamo con 1,5 milioni di euro la Salernitana?»; e l’obiezione più attuale: «Perché non vuole costruire lo stadio se non sulle sue proprietà?»), se ne aggiungono altre sei altrettanto dure e critiche.
Innanzitutto la questione della mancata sponsorizzazione: «Perché non abbiamo uno sponsor sulla maglia da 7 anni e ha rifiutato “Land of fire”?», chiedono i tifosi a Lotito facendo riferimento alla proposta milionaria partita dal ministero del turismo dell’Azerbaigian, poi finito sulle maglie dell’Atletico Madrid. «Perché – chiedono i tifosi in un altro striscione – promettere di essere competitivi quando poi al momento giusto viene sempre fatto un passo indietro?». E ancora: «Perché non ci sono più figure laziali di spicco all’interno della Lazio?». E «perché prendere in considerazione un singolo tifoso per una scritta sulla maglia (“prima squadra della Capitale”, ndr) e non decine di migliaia che manifestano il loro malcontento?». I tifosi chiedono delucidazioni anche sul bilancio e i rapporti con alcune aziende: «Roma Union Security, Gasoltermica Laurentina, Omnia Service, Linda, Snam Sud, Bona Dea, Us Salernitana, semestrale 2012 euro 1.992.000, semestrale 2013 euro 5.757.000: spirito di servizio o altro?». E infine un attacco frontale al direttore sportivo Igli Tare: «Perché non viene messo in discussione un ds che fa comprare a tanto giocatori mediocri?», chiaro riferimento alla campagna acquisti della scorsa estate con i 12 milioni investiti per la coppia Anderson-Perea. Una contestazione a 360 gradi: cosa risponderà il presidente Lotito?

LAZIALITA’



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Un tifoso a Lotito :” Ma quale etica?! Sei un condannato” e lui lo fa identificare

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classifica direttori sportivi serie a

lotito tare

Lotito continua nei suoi show. L’ultimo è andato in scena oggi pomeriggio all’università Lumsa di Roma. Il presidente della Lazio era ospite al convegno di “Etica, sport, deontologia. Profili mediatici, economici e formativi”.

Quando il numero uno della società capitolina,  ha iniziato un comizio già nell’androne dell’ateneo, uno studente  ha alzato il cartello “libera la Lazio” mostrandolo a lui ed a tutti i presenti. Inoltre, mentre Lotito parlava di etica nel mondo dello sport, il giovane gli ha rivolto la frase “ma quale deontologia presidente, ha una condanna di secondo grado che la Cassazione ha reso definitiva (e per la quale rischia la decadenza da ogni carica federale n.d.r). Si deve vergognare e lasciare la Lazio”. A quel punto, com’è solito fare, il presidente del club romano ha chiamato le sue guardie del corpo affinchè procedessero all’identificazione del ragazzo. Una volta presi i documenti, Lotito ha chiesto ai suoi uomini che venisse scattata una foto alla carta d’identità dello studente. Quest’ultimo ha risposto così: “non potete fare una cosa del genere, io ho semplicemente espresso un mio parere. Portatemi in commissariato a questo punto”. Gli animi si sono surriscaldati ed il giovane è stato allontanato dalla polizia.  Non contento, Lotito ha poi ripreso la parola dicendo di non poter continuare così, di non sentirsi al sicuro e di voler entrare all’interno della struttura. Troppo grande il pericolo di incontrare studenti “disobbedienti” che possano, in qualche modo, ledere la sua immagine da presidente modello. Solo a parole.

L’ULTIMARIBATTUTA.COM



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Lotito replica ai tifosi :” Se voi fate il bene della Lazio…”

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contestazione lotito

Intercettato da alcuni cronisti, Claudio Lotito, invitato ad un convegno “Etica, sport, deontologia. Profili mediatici, economici e formativi” presso l’università LUMSA, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: Il campionato non è finito, mancano ancora gli esiti. Noi in questo momento dobbiamo concentrarci, anche se questo clima che condiziona la squadra. Alcuni giocatori non ne possono più, è questa la frase giusta: non è che i giocatori non vogliono venire alla Lazio, è che se ne vogliono andare. Non perché c’è un rapporto brutto con la società, tutt’altro.Qualcuno mi ha detto ‘Presidente, qui non mi diverto più, sta diventando un problema’. Immaginate anche per loro vivere in un certo contesto non è piacevole. Se questi sono i tifosi che vogliono il bene della Lazio, fate voi. I giocatori se ne vanno per colpa dei tifosi? Nessuno ha parlato di tifosi, ma di situazione ambientale. I tifosi sono corretti, gli altri no. La Lega su questo prenderà una posizione a breve“.



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Reja puntualmente trova l’alibi: Peruzzo

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reja Ricollegandomi all’articolo scritto questa notte dopo la partita contro il Genoa, nel quale abbiamo accennato di come la società dia la colpa ai tifosi scaricando su di loro la frustrazione del risultato, arriva puntualmente l’ennesima scusa senza fare il “mea culpa”. Nelle dichiarazioni post partita, l’allenatore laziale da la colpa a Peruzzo in un certo senso:
“Probabilmente con Peruzzo non siamo fortunati noi o non è fortunato lui nei nostri confronti. Già due settimane fa non aveva fischiato un fallo su Keita e ora l’episodio su Mauri che mi confermano essere rigore”
“Abbiamo preso gol su un nostro angolo ma la gara l’abbiamo fatta noi ed ero soddisfatto di come stavamo in campo – ha spiegato Reja -. Abbiamo giocato a buoni ritmi e con intensità, la squadra ha lottato palla su palla. Ora però dobbiamo guardare avanti, il nostro dovere è quello di continuare ad inseguire l’obiettivo europeo”. A cambiare le carte in tavola l’ingresso nel Genoa del greco Fetfatzidis. “Il Genoa con i cambi nella ripresa si è sbilanciato più di noi e credevamo di poterne trarre vantaggio – è stato il commento di Reja – ma non ci siamo riusciti. Il non aver raccolto punti compromette il nostro cammino ma noi abbiamo l’obbligo di provarci sino in fondo”.



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Quando la contestazione diventa un alibi per la società

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lzio atalanta protestaSappiamo tutti come è la situazione nel nostro ambiente. Questa notte a mente fredda vorrei provare a mettere nero su bianco un mio pensiero personale. Non posso negare che Reja ha fatto più punti di Petkovic in questo campionato. Non posso negare che l’ambiente a Roma può influire sulla psiche dei giocatori. Non posso negare che la società cavalca l’onda della contestazione trasformandola in un alibi perfetto nascondendo i vari errori che mandano in tilt il meccanismo della Lazio. Partiamo dal presupposto che appena la curva del Milan solo per una partita ha disertato lo stadio (solo la curva), tutti i giornali italiani l’hanno messa in luce. Come scrisse Stefano Greco, che ultimamente e dispiace sentirlo, viene fatto passare per l’antilaziale solo perchè vuole rivedere il sorriso e la pace nel mondo biancoceleste,la protesta dei laziali, che dura ormai da anni (partiti con la sparuta minoranza ed arrivati con l’assoluta maggioranza) è apparsa sui giornali e nei vari media solo quando tutto lo stadio ha contestato Lotito sia riempendo l’olimpico (contro il sassuolo) e sia disertandolo. Contestazione apparsa nelle prime pagine solo per far notizia, trasformata in un fatto di “cronaca nera del tifo” raccontando la situazione come se il tifoso laziale abbia infranto la legge (giornalisti parlavano di contestazione violenta?). Invito a tutti coloro che scrivono queste cose ad informarsi dai diretti interessati e non solo dalla dirigenza laziale. Un Reja che quando si perde da la colpa al clima (se c’erano i tifosi avremmo più punti cit.). Allora mi domando, se la colpa è dei tifosi perchè inserire a 4 minuti dalla fine un attaccante quando si è sotto di due gol? Perchè inserire Postiga e Perea facendo uscire Keita e Gonzalez?. Tolta la partita di oggi contro il Genoa, perchè non si fanno risultati fuori casa? Perchè la società cerca di comprare scommesse provenienti dal sud america? Perchè spendere 8-9 milioni per un ragazzo di appena 20 anni e tenerlo sempre in panchina? Perchè questo ragazzo che è stato pagato 9 milioni non ci ha dimostrato che li vale?.
Ci sarebbero tanti perchè a cui rispondere ma quelli fondamentali come scritto nell’articolo di pochi giorni fa, qualcuno ha deciso di testa sua che la protesta civile e la libertà di manifestazione non venga fatta. Ricordiamo a questo signore che l’Olimpico è italiano e come da costituzioni le leggi, i doveri e i diritti si possono esprimere. L’Olimpico non è il Vaticano che ha leggi proprie, la Lazio è il nostro patrimonio, la nostra fede e non una ditta familiare! Basta con questi alibi!



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In vacanza!

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gonzalezZero punti e tanta rabbia. La Lazio cade 2-0 a Marassi contro un buon Genoa, ma reclama per un rigore negato nella ripresa sullo 0-0. Ora i biancocelesti si ritrovano ottavi in classifica, superati dall’Atalanta. Dopo i progressi visti contro il Milan, la squadra di Reja ha perso brillantezza consentendo ai rossoblù di rialzare la testa dopo un periodo di flessione  (un solo successo nelle precedenti sei giornate). Il tecnico friulano ha stupito in avvio schierando Mauri finto centravanti, affiancato da Candreva e Keita. In mezzo al campo, a fare filtro e ripartire, il trio Gonzalez-Ledesma-Onazi. Gasperini risponde con l’esperienza di Gilardino e l’ex Sculli. Le scelte danno ragione al tecnico rossoblù, perché in avvio i liguri sono molto aggressivi e vanno vicini al vantaggio in un paio di occasioni (dopo pochi secondi Sturaro sfiora al palo, al 4’ Motta di testa impegna Berisha). Con il passare dei minuti, però, la Lazio cresce e prende campo. Al 16’ un rimpallo favorisce Mauri che appena dentro l’area ci prova con il destro. Potenza senza precisione, palla alta. La squadra di Reja ci crede e attacca. Al 35’ il Genoa rischia grosso. Keita scatta sull’esterno, entra in area e fa partire un diagonale che Motta devia verso la porta. Bravissimo l’ex Bizzarri a respingere con il piede. Gasperini è arrabbiato con i suoi e nella ripresa cambia. Fuori De Ceglie e Cofie, dentro Centurion e Fetfatzidis. La Lazio però continua ad essere più pericolosa in attacco. Al 12’ Gonzalez si inserisce centralmente ma il suo tiro è troppo debole per impensierire Bizzarri. Poco dopo un caso che farà discutere. Contatto tra Mauri e Centurion nell’area rossoblù, la Lazio chiede il calcio di rigore ma Peruzzo lascia correre. Neanche il tempo di protestare che il Genoa trova il gol. Al 20’, infatti, Sculli scatta in profondità e serve facilmente Gilardino. L’attaccante ha il tempo di prendere la mire e di battere Berisha. Il portiere biancoceleste si riscatta poco dopo salvando ancora sull’ex Bologna. La Lazio no ci sta e prova a rientrare in partita. Reja manda in campo Helder Postiga, Felipe Anderson e Perea ma non basta. Al 38’ Fetfatzidis batte Berisha e chiude la partita. Nel finale, piuttosto nervoso, Ledesma viene espulso per proteste

CORRIEREDELLOSPORT.IT



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Contestazione a Lotito, la Nord propone tre opzioni…

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Dinamo Kiev-Lazio, tifosi biancocelesti pronti ad Amburgo: settore ospiti sold out

libera la lazio curva nord lazialiLa Curva Nord chiama a raccolta tutti i tifosi per sentire il loro parere sulla contestazione alla dirigenza. I ragazzi della Nord sono intervenuti a Radiosei, dove hanno dichiarato che all’esame ci sono tre opzioni su come continuare la protesta. La scelta ricadrà su una delle seguenti tre opzioni:

1 Andare allo stadio e contestare
2 Abbandonare lo stadio nel secondo tempo
3 Lasciare lo stadio vuoto

Oggi vogliamo sentire il parere degli ascoltatori e domani comunicheremo la decisione“. Questo l’appello della Curva Nord. E voi quale opzione scegliereste?

NOIBIANCOCELESTI



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Chinaglia Jr parla di suo padre :” Un campione unico “

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chinaglia junior

Un figlio adottato dal popolo laziale.E’ questo George Chinaglia, secondogenito del mitico Long John e Connie Costance. Un ragazzo apparso sempre emozionato nelle sue uscite per onorare la memoria di suo padre.Già, Chinaglia, l’eroe dei due mondi: alla Lazio, oltre allo Scudetto del ’74 ha lasciato tanto, forse troppo. In America, nei Cosmos è diventato il giocatore più importante di un club che già annoverava tra le sua fila campioni come Pelè e Carlos Alberto. Le cose belle devono essere ricordate: è questo l’obiettivo di George, che ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it si racconta, partendo proprio dalla festa del 12 maggio che segnerà la ricorrenza dei 40 anni dal primo scudetto biancoceleste. Lui, nell’anno del trionfo, aveva solo due anni: il ricordo è attaccato ai racconti del padre, che lo ha cresciuto con tanto amore per la Lazio:

In questi giorni si parla tanto dell’iniziativa del 12 maggio? Cosa ne pensi? Verrai? “Ho intenzione di venire a Roma per l’evento. Credo che “Di padre in figlio” sia un’iniziativa fantastica e anche molto importante per tutti. Il primo Scudetto è un traguardo che a mio padre lo rendeva molto fiero. Hanno lavorato duramente e alla fine sono stati campioni”.

Cosa ti ha colpito maggiormente dei racconti di tuo padre? “La cosa che più mi ha impressionato di mio padre è stato il fatto che in ogni squadra dove ha giocato ha vinto e lui è sempre stato capocannoniere. Era un vero campione: al più presto abbiamo intenzione di pubblicare le sue statistiche per mostrare a tutti i suoi record durante la sua carriera”.

Parlaci della Fondazione… “La Fondazione Giorgio Chinaglia è stata avviata da me e dalle mie sorelle in memoria di nostro padre, non solo come giocatore, ma come uomo. Ha aiutato molte persone e continueremo a farlo in suo nome. Ora stiamo organizzando il nostro primo evento con la squadra dei Cosmos per il mese di giugno, con lo scopo di creare una clinica per bambini al centro di formazione del club. Stiamo anche raccogliendo dei fondi tramite delle cene, sempre destinata ad un programma per bambini. Speriamo di fare tutto questo un giorno a Roma con la Lazio”.

Vieni a Roma spesso, magari in incognita? “No, non ho bisogno di girare in forma anonima (ride,ndr), almeno per ora. Ho molti amici a Roma ma della gente non mi preoccupa. Sono rispettoso”.

Come si vive il calcio oltreoceano? “New York è una grande città e ha bisogno di grandi club calcistici. Questo Paese sta cominciando ora ad abbracciare il calcio, grazie anche a tanti giocatori che provengono da tutto il mondo. Credo che in pochi anni questo sport si innalzerà ad un livello molto alto”.

Sei emozionato di tornare all’Olimpico? “Non vedo l’ora di vedere tutti i ragazzi, Pino (Wilson,ndr), Giancarlo (Oddi,ndr), Massimo (Maestrelli,ndr) e il grande amico di famiglia Sergio Valente…insomma tutti. Sono una famiglia per me. Aspetto di vedere anche Nesta e altri grandi giocatori. Ma soprattutto vengo per fare visita a mio padre, ci manca, ma sappiamo che veglia su tutti noi.”

Segui la Lazio di oggi? “Ci sono persone che seguono la Lazio qui. Io cerco di non perdermi nemmeno una partita: alla tv o al computer seguo le partite dei biancocelesti”.



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Cori contro Seedorf : solo un ammenda alla società

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lzio atalanta protestaIl giudice sportivo ha sanzionato con 40 mila euro di ammenda il club biancoceleste: “I cori sembravano indirizzati più alle singole persone che non propriamente al solo scopo razziale”
IL COMUNICATO – «Il Giudice sportivo, letto il referto arbitrale concernente la gara soc. Lazio – soc. Milan del 23 marzo 2014 nel quale, tra l’altro, si attesta che “ al 4°, 6°, 12° e 32° pt dalla curva dei tifosi della Lazio venivano intonati i seguenti cori – Seedorf tu sei in figlio di p……, buu, buu, buu!!- e di seguito – Lotito tu sei in figlio di p……, buu, buu, buu!!- tali cori sembravano indirizzati più alle singole persone che non propriamente al solo scopo razziale”; letta altresì la relazione dei collaboratori della Procura federale, che hanno riferito di tali beceri cori esprimendo un’analoga valutazione; ritenuto, pertanto, che il segnalato comportamento non sia espressivo di “discriminazione per motivi di razza” nei confronti dell’allenatore della squadra rosso-nera, sanzionabile ex art. 11, nn. 1 e 3 CGS, ma integri gli estremi di una condotta disciplinarmente rilevante ex art. 12 n. 3 CGS, P.Q.M. delibera di sanzionare la soc. Lazio con l’ammenda di € 40.000,00; entità della sanzione attenuata ex art. 13 lett. a) e b) CGS, per avere la Società concretamente operato con le Forze dell’ordine a fini preventivi e di vigilanza».

CdS



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Klose avverte :” Quando mi sentirò un peso per la squadra, mi tirerò fuori da solo “

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KLOSE“Questa sera è mancato il nostro terminale offensivo, Miroslav Klose. Con una figura del genere in area cambia tutto”. Edy Reja dixit. È questo il destino dei campioni: anche se non giocano, state pur certi che di loro se ne parlerà ugualmente. Dove lo pesco un attaccante?”. Continua a chiedersi malinconico il goriziano nel post-partita di Lazio-Milan. Già, dove lo pesca? Lì davanti, in grado di far la differenza, c’è il solo Miro, uno che il pescatore – di gol e di carpe – lo fa di mestiere. Il tedesco, contro il Diavolo, ha alzato bandiera bianca: è stato messo KO dal mal di schiena e non sa ancora se potrà tornare in quel di Marassi. Dubbi dell’immediato futuro, che svaniscono se lo sguardo volge all’orizzonte, ovvero al Brasile. “Chi gioca a calcio vuole vincere a ogni costo il Mondiale con la propria nazionale – sentenzia il panzer di Opole ai microfoni di sportschau.de – Io ancora non ci sono riuscito, per questo è un mio grande obiettivo”.

Prima però, c’è una stagione da concludere al meglio con la casacca biancoceleste addosso. Se sarà l’ultima o meno, non è ancora lecito saperlo. La certezza è che all’ombra del Colosseo l’ex Bayern Monaco sta bene, non l’ha mai nascosto: Qui non c’è distanza tra giocatori e tifosi. È normale ricevere per strada abbracci e baci dai fans, il calcio è una parte fondamentale della vita”.

Fondamentale. Ha potuto constatarlo sulla sua pelle – o meglio sui suoi piedi – quando ha segnato un gol nel derby a tempo scaduto, interrompendo una serie negativa di cinque stracittadine perse:È stato incredibile vedere tutta quella felicità nello sguardo delle persone. Qualche giorno dopo il derby vinto, mi suona un ragazzo alla porta, mi chiede cosa può fare per ringraziarmi: si inginocchia e mi bacia i piedi”.

Da allora ne è trascorso di tempo, ne sono passati di giocatori, ma la fame di calcio, di gloria e di gol del numero 11 è rimasta intatta: “Mi sento ancora in forma e mi diverto a giocare a pallone. Non è ancora arrivato il momento di ritirarsi. Quando diventerò un peso per la squadra mi tirerò fuori da solo!”. 

LALAZIOSIAMONOI



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Djordjevic rivela :” Ho firmato un quadriennale “

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djordjevic

Lo spavento, il déjà vu, poi il sospiro di sollievo. Filip Djordjevic come Felipe Anderson, anzi no. L’infortunio della punta serba è meno grave del previsto: nessun interessamento dei legamenti per l’avanti del Nantes, solo una semplice distorsione al ginocchio. Tempi di recupero? Dai 10 a 15 giorni. Splende nuovamente il sole sulle rive della Loira, Filip torna a sorridere e a parlare di Lazio, di Klose. Questa volta ai microfoni di rts.rs. Di seguito vi proponiamo l’intervista integrale.

Filip, quando hai deciso di lasciare il Nantes?“Avevo bisogno di una nuova sfida dopo sei anni e mezzo con il Nantes. Abbiamo negoziato un’eventuale rinnovo del contratto, ma in inverno ho deciso di andarmene a fine stagione”.

I club si sentono traditi quando un giocatore si libera a parametro zero, pensi che valga lo stesso per il Nantes? “I proprietari dei club sono imprenditori ed è normale che pensino a come guadagnare soldi. Tuttavia ho ottimi rapporti con il presidente del Nantes e con suo figlio. Con loro non ho mai avuto alcun problema. Alla fine mi hanno augurato buona fortuna, si sono congratulati e mi hanno detto che per loro sarà strano iniziare la nuova stagione senza di me”.

 

Perché la Lazio? Avevi offerte anche da Francia, Germania e Inghilterra… “Ho scelto la Lazio perché ha dimostrato di volermi fortemente. Ho avuto offerte economiche migliori, ma volevo giocare in un campionato importante, in una grande squadra, per dimostrare il mio valore. Quindi, una società che mi garantisse di giocare con continuità, e questo è stato il caso della Lazio. Ho 26 anni e non volevo andare in un club con il rischio di stare in panchina. Poi la Lazio lotta ogni anno per un piazzamento europeo e ciò si sposa alla perfezione con le mie ambizioni”.

È vero che hai firmato un contratto di cinque anni? “No, si tratta di un quadriennale”

Potresti giocare con Klose, uno dei migliori attaccanti degli ultimi vent’anni…“Il suo contratto scade al termine della stagione. Vorrei davvero che lui rimanesse, potrei imparare i trucchi del mestiere da uno dei più grandi attaccanti di sempre”.

Lo sai che è molto importante imparare la lingua del Paese dove andrai a vivere. Stai già studiando l’italiano? Sto prendono lezioni di italiano da quattro settimane. Cercherò di impararlo il prima possibile”.

Hai parlato con qualche giocatore serbo che milita in Serie A? Ho parlato molto con Nenad Tomovic della Fiorentina. Anche Kolarov mi ha spiegato cosa significhi giocare per la Lazio e Ljajic mi ha raccontato della vita di un calciatore a Roma”.

 

Quali sono state le difficoltà in Francia? “Il periodo di adattamento è stato il più difficile, soprattutto per due motivi. Prima di tutto a livello fisico, e poi sono arrivato che ero ancora un adolescente, non conoscevo la lingua. È stato difficile perché proprio all’inizio della mia avventura in Francia sono stato messo ai margini per otto mesi a causa di un infortunio”.

Quale è stato invece il momento migliore? “Sono quelli che sto vivendo in questo momento. Sono il capitano della squadra e ho aiutato il Nantes a tornare in Ligue1, la categoria giusta per questo club”.

La partita con il Psg è stata la più importante della tua carriera? “Il Psg è una delle squadre più forti d’Europa. È stata una grande sfida giocare contro il migliore difensore del mondo, Thiago Silva. Sono felice, perché mi sono reso conto di poter affrontare alla pari giocatori del suo calibro. La Francia rimarrà una grande parte della mia carriera e della mia vita. Altrimenti non sarei rimasto per sei anni e mezzo”.

Cosa ti viene in mente quando si parla di Italia? “Calcio, la bellezza di Roma, l’ottima pasta, il clima gradevole… Queste sono le prime cose che mi vengono in mente”.

Dove ti vedi tra un anno e dove tra cinque anni? “Non mi dispiacerebbe se stessi ancora in Italia tra cinque anni”.

Se Italia e Francia si incontrassero durante la Coppa del Mondo, per chi tiferai? “Voglio solo che sia una grande partite, con molti gol”.

LALAZIOSIAMONOI



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Scarcelli ritira l’inno finchè ci sarà Lotito

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scarcelliC’è chi parla e non fa i fatti e chi quando promette una cosa compie ciò che ha promesso. Francesco Scarcelli è stanco della situazione che da anni è come una nube di smog che abbraccia la popolazione biancoceleste.
“Da questo momento in poi ritirerò il mio inno” Non Mollare Mai”. Dal momento che chiunque esprima un pensiero contrastante, viene messo alla berlina ed allontanato da questi colori, allora “Non Mollare Mai” non è l’inno adatto per questa dirigenza. Negli altoparlanti risuonerà questa inno, solo quando saremo liberi da questa persona. Questo presidente ha calpestato la dignità di un popolo intero; ed io, Francesco Scarcelli, non voglio assolutamente che il mio nome possa essere, anche minimamente, accostato a questa persona”.



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I buu contro Seedorf faranno chiedere la Curva per 2 turni

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lzio atalanta protestaUna domenica diversa dalle altre quella che si è consumata ieri sera allo stadio Olimpico. La maggior parte dei circa 30000 spettatori ha continuato la sua protesta contro il presidente Lotito. Il patron biancoceleste non è stato l’unico obiettivo dei sostenitori capitolini. La Curva Nord, cuore del tifo laziale, ha espresso tutto il proprio risentimento nei confronti di Clarence Seedorf. All’attuale allenatore del Milan viene rinfacciata la sua scelta del 2007 di non indossare il lutto al braccio in occasione della morte di Gabriele Sandri. Ieri la famiglia del tifoso laziale ucciso non ha accettato le scuse dell’olandese e  il fratello Cristiano lo ha definito “un piccolo uomo“. Durante il match è arrivata, immancabile, la dura contestazione della Nord che si è scagliata pesantemente contro il mister dei lombardi. Come riportano le edizioni odierne de La Repubblica, il Corriere dello Sport, Il Tempo e La Gazzetta dello Sport, insieme allo striscione “Seedorf Boia” non sono mancati i buu che potrebbero portare alla squalifica del settore. Al tecnico milanista è stato rivolto lo stesso tipo di coro, seguito dai buu, diretto poi anche nei confronti del presidente Lotito, a voler sottolineare l’imparzialità del gesto. Una circostanza che però potrebbe essere valutata diversamente dal Giudice Sportivo. Il cuore del tifo biancoceleste è in diffida dal match contro il Livorno e oggi toccherà al giudice Tosel decidere la sanzione che potrebbe portare anche a due giornate di squalifica di tutta la Curva. Dopo la partita con i toscani, venne decretata la squalifica della Nord per un turno, ma il provvedimento fu sospeso con l’avvertenza che in caso di «analoga violazione la sospensione sarà revocata e la sanzione sarà aggiunta a quella comminata per la nuova violazione». La contestazione a Seedorf era stata annunciata, la Nord aveva invitato a non strumentalizzare il dissenso contro il mister rossonero. Nonostante ciò, i buu vengono catalogati in un solo modo e quindi la Lazio potrebbe essere costretta ad affrontare le sfide con Parma e Sampdoria con la Nord chiusa.

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Per Djordjevic solo una distorsione al ginocchio

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djordjevic

Sospiro di sollievo, Djordjevic si ferma per soli 10-15 giorni. Scongiurata la rottura dei legamenti e lo spavento di cominciare in infermeria l’avventura in biancoceleste. Per l’attaccante, rimasto a terra al 47′ di Nantes-Montpellier, semplice distorsione al ginocchio. Il suo agente, Alessandro Lucci, aveva già smorzato le preoccupazioni nella serata di ieri: Non è nulla di grave, al di là della paura non si tratta di un infortunio preoccupante”. Gli esami clinici hanno confermato le parole del procuratore, Djordjevic (che aveva comunque abbandonato il terreno di gioco sulle sue gambe) potrà rientrare prima della fine della Ligue 1 e aiutare il Nantes nella lotta salvezza prima dell’approdo nella Capitale.

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Un pari inutile

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novaretti pereaLazio e Milan, sorelle amareggiate in una stagione che vive di insuccessi e contestazioni. Col senno di poi, non poteva finire che in pareggio, anche stavolta: 1-1, come nell’andata a San Siro. Se a ottobre fu Ciani a rispondere alla perla di Kakà, stasera ci pensa Alvaro Gonzalez (alla prima rete stagionale) a replicare al gol fortunoso trovato sempre dall’ex Pallone d’Oro. Sugli spalti, la protesta contro Lotito vive degli inviti ininterrotti a lasciare la società, di cartoncini “Libera la Lazio”, dei cori contro Seedorf. E di una Curva lasciata per metà vuota all’intervallo, dopo che già il tifo organizzato aveva deciso di non entrare, per la vicenda del divieto a esporre gli striscioni con le domande al presidente (mostrate durante la partita nel piazzale antistante la Nord).

FORMAZIONI – Bandiera bianca per Dias e Klose, Candreva preferito a Lulic: queste le tre sorprese nell’undici laziale rispetto alla vigilia. Gli acciacchi fermano il centrale brasiliano e il panzer tedesco, al loro posto largo a Novaretti e Perea. Berisha sostituisce tra i pali l’influenzato Marchetti, davanti a lui Konko, Biava e Radu completano la difesa. A centrocampo confermato il terzetto tutto sudamericano Gonzalez-Ledesma-Biglia. Davanti, il lanciatissimo Keita è il terzo tassello dell’attacco. Il Milan risponde con Honda, Poli e Kakà a supporto di Pazzini: per SuperMario Balotelli solo panchina. L’ex romanista Mexes, Constant ed Essien sono le altre variazioni rispetto alle previsioni.

PRIMO TEMPO – Due squadre che provano a farsi male, ma che finiscono per accarezzarsi. Questa il tenore dei primi 40 minuti di gioco: né gli artigli dell’aquila biancoceleste né il forcone del diavolo rossonero sono tanto acuminati da ferirsi. La Lazio crea sicuramente maggiore mole di gioco, ma senza mai riuscire a trovare lo spunto giusto. L’asse più battuta è quella destra, con Candreva e il fido Konko che calamitano – anche troppo – la maggior parte dei palloni. Da parte loro, gli uomini di Seedorf si limitano a ripartire in sterili contropiede, una pochezza interrotta da due pregevoli conclusioni di Honda. A spezzare la monotonia ci prova il giocatore che non ti aspetti, che fa rima con Novaretti: prima un colpo di testa di poco fuori, quindi il gol annullato per fuorigioco di Biava. Sfortunato il difensore argentino, sfacciatamente baciato dalla dea bendata Kakà: al 43′ un cross innocuo del brasiliano trova la deviazione di Konko e la beffa per Berisha. Un’autorete molto simile a quella di Cannavaro in Lazio-Sassuolo (stessa porta), ma che stavolta premia oltremodo gli ospiti.

SECONDO TEMPO – Durante l’intervallo mezza Curva Nord si svuota, sempre in segno di protesta verso Lotito. Sul terreno di gioco riparte in sordina la ripresa, la Lazio spinge con poca concretezza alla ricerca del pareggio. Al 54′ botta e risposta tra i due tecnici a colpi di cambi: Seedorf chiama in campo Balotelli al posto di Honda; Reja replica con Lulic in luogo di Perea e Keita che indossa i panni del finto nueve. I biancocelesti aumentano i ritmi, al 56′ Biglia tenta la conclusione su ribattuta ma trova la schiena di De Jong. Poco male, perché al 61′ arriva la rete dell’1-1: Ledesma apre sulla destra per il solito Candreva, sul cross del romano Biglia fa da torre acrobatica per Gonzalez, che di testa punisce Amelia. Primo centro stagionale per il Tata, il settimo nelle 138 presenze totali con la maglia biancoceleste. Il gol aumenta l’acquolina in bocca della Lazio, al 66′ Candreva non è abbastanza lucido da capitalizzare un contropiede solare. Errore ancora più grossolano quello commesso al 74′ dallo stesso Gonzalez, che imbeccato alla perfezione da Ledesma perde il tempo giusto per calciare in porta. Al 76′ Seedorf vuole dare più sostanza al centrocampo, togliendo Poli e inserendo Muntari. Tre minuti più tardi, anche Reja opta per il secondo cambio: dentro Onazi, fuori Biglia, che si guadagna una strameritata selva di applausi. Seguono due note di demerito per la Lazio: prima una leggerezza di Konko in area regala quasi il gol a Pazzini, quindi Lulic si becca il giallo per fallo su De Sciglio. Diffidato, il bosniaco salterà la trasferta di mercoledì con il Genoa. All’83 brivido per la porta di Berisha: Balotelli carica il destro da fuori area, il pallone si stampa sul palo alla sinistra del portiere albanese. Prova a fare meglio subito dopo Candreva, ma il numero 87 mira troppo alto sopra la traversa. Nel mezzo, il cambio Bonera per De Sciglio in casa rossonera, a cui Reja risponde con Mauri al posto di Gonzalez. In pieno recupero, Keita serve a meraviglia Onazi, ma il piattone del nigeriano non centra lo specchio della porta. L’ultimo acuto è una punizione dal limite di Candreva, deviata in angolo. Dopo cinque minuti di recupero, Rocchi decreta la fine dell’incontro. Come all’andata, Lazio e Milan si dividono la posta con una rete per parte. I giocatori in campo si scambiano le maglie, i tifosi abbandonano gli spalti. Sui seggiolini rimangono – come un mese fa contro il Sassuolo – i fogli bianchi di “Libera la Lazio”.

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Seedorf si scusa. Sandri:” troppo tardi non credo siano sincere”

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GABRIELE SANDRINella giornata di ieri dopo 7 anni sono arrivate le scuse di Clarence Seedorf sulle sue dichiarazioni in merito al caso Sandri. Il padre di Gabriele ha subito risposto dicendo che per lui non sono scuse sincere e sono arrivate solo per non essere contestato dai tifosi biancocelesti.
“Volevo chiarire verso la famiglia e i tifosi laziali che la mia decisione di non mettere il lutto quel giorno era semplicemente legata al fatto che in quel momento non si sapeva cosa si trattava”. Con queste parole si è difeso Clarence Seedorf in conferenza stampa, ieri a Milanello. “Ho sempre rispettato le persone scomparse – contuinua l’olandese – e feci le condoglianze subito alla famiglia. Chiedo scusa ai familiari se si sono sentiti offesi, una settimana dopo avrei messo quella fascia, una volta capito di cosa si era trattato. Sono aspetti umani a cui tengo molto”. Il tecnico del Milan ha chiesto scusa, ma per i parenti del tifoso scomparso è troppo tardi. L’edizione odierna de Il Corriere dello Sport, infatti, riporta la replica di Giorgio Sandri, il papà di Gabbò che scrisse un post ‘infuocato’ quando Seedoorf arrivò al Milan: “Ha chiesto scusa dopo quasi sette anni? Le scuse lasciano il tempo che trovano. Poteva parlare anche due mesi fa, poteva alzare il telefono quando scrissi quel post su Facebook. Non credo siano scuse sincere, le ha pronunciate alla vigilia della partita, verrà a Roma, probabilmente avrà sentito che sarà contestato. E aggiungo una cosa, non vorrei che il disappunto dei laziali verso Seedorf venisse strumentalizzato con accuse di stampo razziale, i tifosi vogliono solo rispettare il ricordo di Gabriele”.

“Seedorf? Piccolo uomo. Non si strumentalizzi la contestazione di domani sera”. Queste le parole di Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, rilasciate ai microfoni di ‘Radio Manà Sport’. “Il suo rifiuto di portare il lutto braccio la domenica successiva all’omicidio di mio fratello Gabriele fu un atto di anticonformismo fuori luogo oltre che di scarsa sensibilità – continua Cristiano Sandri – Evidentemente dietro il grande giocatore quale è stato c’è un piccolo uomo. Tutti i suoi compagni, e in generale l’insieme dei calciatori di Serie A, accettarono quella giornata di campionato di indossare la fascia nera per ricordare Gabriele Sandri, la sua decisione di evitarlo si commenta da sola. L’atmosfera domani sera all’Olimpico? A parte la contestazione annunciata dal popolo laziale verso la società, ce ne sarà un’altra inevitabile nei confronti dell’allenatore del Milan. Per questo motivo, spero che quanto accadrà nei suo confronti non venga strumentalizzato dai mass media e dall’opinione pubblica in generale come spesso accade quando di mezzo c’è la tifoseria della Lazio. Non c’entra il colore della pelle, c’entra quanto avvenne sette anni fa circa che nessuno si è dimenticato. Inoltre, delle scuse in seguito non ne sono mai arrivate e nemmeno me le aspetto domani sera”.
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Lazio-Milan, la dittatura esce allo scoperto.La curva ha intenzione di non entrare allo stadio a partire da oggi

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Dinamo Kiev-Lazio, tifosi biancocelesti pronti ad Amburgo: settore ospiti sold out

libera la lazio curva nord laziali114 anni di storia rovinati negli ultimi 10, la Lazio di Lotito avrà vinto qualche trofeo ma sta perdendo in ambito di “passione”. Solo un vero tifoso e chi mastica calcio può capire ciò che l’amore per una squadra può fare e può dare. Una fede che ultimamente è stata trasformata da un soggetto in un impresa personale e per impresa non intendiamo un azione per la vittoria ma una vera e propria azienda familiare dove solo una persona ci guadagna. Passione ed amore, due parole che il chi gestisce la Lazio usa inappropriatamente per farsi “bello” sotto la luce della telecamera anche se chi lo intervista e chi segue le sue dichiarazione ha ben chiaro il vero scopo di questo personaggio (solo in pochi rimangono abbindolati dalle sue parole). La società e Claudio in persona in settimana, avevano lanciato un’iniziativa di riavvicinamento con i tifosi. Parliamo del video “insieme si può” che personalmente sembra una pagliacciata per placare gli animi fuori dal mondo biancocelesti, facendo passare il tifoso per carnefice e la società per la vittima. Usualmente le regole del dialogo sono lo scambio di opinioni….usualmente. Ma se dalla parte societaria si lancia un video per i tifosi perchè la stessa non vuole ricevere gli striscioni con le domande per il presidente?. Parliamo infatti del divieto di Lotito a far entrare tutti i quesiti dei tifosi con le varie domande. Come già ha scritto Stefano Greco sul suo sito quest’oggi, nella costituzione italiana c’è un’ampia parte dedicata al diritto di manifestare, diritto e DOVERE, cosa che è stata vietata al cittadino biancoazzurro. Questa cosa ricorda tanto i vari dittatori, i quali censuravano le varie stampe e sparavano ad altezza uomo i manifestanti. UNA VERA E PROPRIA DITTATURA. La prima squadra della capitale ha subito un vero colpo di stato,che sia stata acquistata legalmente o no poco importa, ma la cosa che tutti noi possiamo vedere è come la stanno gestendo. Il calcio Laziale E’ STATO RAPITO. Stando alla voce della nord, i ragazzi della curva, appresa la notizia del divieto degli striscioni, sta pensando di disertare lo stadio già dalla partita di oggi,rimanendo fuori lo stadio e affiggendo gli striscioni all’esterno dell’Olimpico. Riportiamo la versione integrale dell’articolo di lalaziosiamonoi:
AGGIORNAMENTO ORE 14.25 – L’intenzione della Nord è quella di non entrare in Curva, già a partire da questa sera. Lo fa sapere Marco, uno dei ragazzi del tifo organizzato biancoceleste, ai microfoni di Radiosei: “C’è l’intenzione di non entrare in Curva direttamente a partire da oggi, noi comunque andremo sotto lo stadio per poter esporre gli striscioni all’esterno. C’è nervosismo davanti a questa presa in giro. Questa non è più la Lazio, c’è poco da fare. Abbandonare lo stadio sarebbe per noi pesantissimo, ma non avrebbe senso entrare solamente per poter dire ‘Bravo!’ e battere le mani”. Marco ripercorre la vicenda degli striscioni con le domande a Lotito, per cui la Questura ha vietato l’ingresso allo stadio: “E’ pesante fare il punto della situazione, siamo nervosi e delusi. Non ci è stata data la possibilità di far entrare ed esporre gli striscioni di carta con le domande a Lotito. Riguardo agli striscioni di carta, c’è una legge di qualche anno fa che prevedeva questo, ma è una norma estremamente restrittiva, per cui gli stessi organi preposti hanno da tempo allargato le maglie e non è stata più applicata, quindi gli striscioni di carta ormai vengono fatti entrare. Evidentemente noi pensiamo che sia stata fatta pressione per far applicare questa legge, fatalità in occasione di questa partita. Questa è la terza forma di protesta che attuiamo e abbiamo fatte tutto nella legalità, senza minimi errori. Se non ci viene data la possibilità di esprimere il nostro pensiero, si va proprio oltre il concetto di ultras per arrivare a quello di liberi cittadini”. Marco chiude il suo intervento con una domanda: “Se oggi avessimo fatto entrare venti striscioni di elogio per la presidenza, credete che si sarebbe creato questo problema?”.

Il clima è sempre più teso,ma solo una delle due parti ne uscirà vincitore.

#liberalalazio



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Alle ragazze della Lazio calcio a 5 è stato negato il giro di campo per Domenica con la Coppa Italia vinta

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CALCIO A 5 FEMMINILEPer farvi capire quanto sono vuote e false le parole dette da Lotito, sui “valori”, sull’importanza della Polisportiva, vi raccontiamo un episodio di ieri. Le ragazze della Lazio calcio a 5 che la settimana scorsa hanno vinto la Coppa Italia, tramite la loro società avevano chiesto alla Lazio di poter sfilare domenica sera prima di Lazio-Milan, di poter fare il giro di campo mostrando a tutti il trofeo appena conquistato. Una piccola soddisfazione, pochi minuti di visibilità per una delle tante sezioni che vanno avanti a fatica grazie al contributo di dirigenti appassionati e di ragazze che si allenano e fanno vita da professioniste senza percepire in molti casi neanche un rimborso spese. Che ci voleva a dire sì? La risposta, invece, (almeno ieri, si fa sempre in tempo a ripensarci…) è stata NO! Della serie: “ma che c…o che frega della Lazio Calcio a 5 femminile”, sullo stile di ben note intercettazioni in cui il “nostro” parlava in modo colorito dei tifosi o di qualche comunicatore, esprimendo il suo reale pensiero lontano da taccuini e telecamere. Sì, perché quando si accende la lucetta rossa della diretta, “i tifosi sono una parte fondamentale del progetto-Lazio”, così come la “Lazio è la Polisportiva più grade d’Europa e per questo noi vogliamo costruire oltre allo stadio una cittadella dello sport”. La Lazio, i laziali e la Polisportiva vengono citati quando serve, quando fa comodo metterli in mezzo per ottenere qualcosa per sé, non per la Lazio.

STEFANO GRECO



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Prevendita fiacca per il Milan : 7.000 biglietti venduti

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CURVA NORDNon si scalda l’attesa per il Milan. Prevendita contenuta: ieri all’ora di pranzo erano stati staccati poco più di 7 mila biglietti (7694 per la precisione) e in occasione della sfida con i rossoneri (come succede con Roma, Inter e Juventus) non valgono gli abbonamenti Cucciolone (si possono convertire in biglietti al prezzo di un euro). Considerando i 13 mila abbonati, l’Olimpico per adesso si è riempito per 20 mila spettatori. Poco, considerando l’importanza della partita. Ma ci saranno altre 48 ore per acquistare il biglietto. Mercoledì, attraverso Sky, è stato irradiato lo spot televisivo realizzato dai giocatori della Lazio. «Insieme per l’Europa». La squadra ha chiesto affetto e sostegno alla gente biancoceleste. Dopo la fortissima contestazione avvenuta il 23 febbraio con il Sassuolo e il deserto di due settimane fa con l’Atalanta, anche domenica sera l’Olimpico e la Curva Nord manifesteranno il proprio dissenso nei confronti della società biancoceleste. Sono stati annunciati più di dieci striscioni e più di dieci domande a Lotito. Gliele rivolgeranno i tifosi, decisi a sostenere con forza la squadra biancoceleste soltanto nel secondo tempo della partita con il Milan. Accoglienza ostile per Clarence Seedorf, ma la Curva ha tenuto a precisare e distinguere il motivo. L’olandese verrà fischiato nel novembre 2007, prima della partita con l’Atalanta, non accettò di indossare il lutto al braccio per la morte di Gabriele Sandri. Un gesto e una presa di posizione che i tifosi della Lazio non gli hanno perdonato.

LAZIALITA’



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