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Lotito traccia la svolta :” Ora i campioni vogliono venire alla Lazio “

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Lotito

Immancabile, non ne può più fare a meno. Ecco il nuovo comunicato del presidente Claudio Lotito: “La fase dell’espansione è iniziata: come promesso nel mio primo giorno da presidente, infatti, dopo essere riusciti a portare in equilibrio economico finanziario la societa’, oggi la Lazio puo’ solo crescere.’. Il patron biancoceleste è sicuro, la strada tracciata porta verso il successo: “Nell’ambito di una gestione rigorosa, infatti, oggi la Società sportiva Lazio poggia su basi solidissime e anche se il percorso di risanamento deve ancora essere del tutto completatopossiamo proiettarci verso nuovi obiettivi con l’ambizione di voler arrivare sempre più in alto, insieme ai nostri tifosi. E tutto cio’ e’ dimostrato anche dalla volonta’ di parecchi campioni di volere approdare alla Lazio.” 



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Tounkara s’allontana d’Auronzo, problema rinnovo ?!

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TounkaraAuronzo di Cadore si avvicina. Per il settimo anno consecutivo le Tre Cime di Lavaredo si coloreranno di biancoceleste. La nuova Lazio di Stefano Pioli prenderà forma durante il ritiro in Veneto in cui il neo mister dei capitolini analizzerà e scoprirà i componenti della rosa.Sarà folta la truppa che partirà da Formello e comprenderà anche i neo acquisti Basta e Djordjevic, mentre Parolo raggiungerà il gruppo qualche giorno più tardi.Saranno settimane intense, è arrivato il momento di serrare i ranghi in una rosa in cui si alterneranno molti volti nuovi e tanti giovani in rampa di lancio. Nutrito sarà il numero di giocatori della Primavera che si aggregheranno alla prima squadra per cercare di convincere l’allenatore e conquistarsi un posto in rosa. Dodici mesi fa, ad esempio, Keita aveva incantato tutti iniziando la scalata che lo ha portato a conquistare una maglia da titolare. Chi invece rischia di non volare ad Auronzo di Cadore è Mamadou Tounkara. L’atttaccante della Primavera, secondo indiscrezioni raccolte in esclusiva dalla nostra redazione, potrebbe essere escluso dal gruppo che raggiungerà il Veneto. Una storia particolare quella dell’ex Barcellona. Solo un anno fa Vladimir Petkovic aveva preteso di aggregarlo al gruppo della prima squadra, mentre oggi la situazione è opposta. La punta aveva iniziato alla grande la stagione raggiungendo presto la doppia cifra e trascinando la Primavera in campionato e in Coppa Italia. Un brutto infortunio (distorsione al collaterale del ginocchio destro, ndr) lo ha costretto ai box per oltre due mesi facendogli saltare anche il torneo di Viareggio. Il finale di stagione non è stato spumeggiante come la prima parte, ma sono comunque arrivati l’esordio in Serie A (nell’ultima giornata contro il Bologna, ndr) e la prima rete nell’amichevole contro il Levski Sofia. Sembrava essere il preludio allo sbarco definitivo in prima squadra, ma probabilmente non sarà così. A fare da spartiacque è il contratto di Tounkara. L’accordo del giovane centravanti scadrà nel giugno del 2015, la fumata bianca per il prolungamento sembra sempre più lontana e il rischio di perderlo a parametro zero aumenta ogni giorno di più. I rapporti con l’entourage del giocatore si sono raffreddati con il trascorrere del tempo e le parti sono ancora distanti dal trovare un’intesa. Mamadou è legato ai colori biancocelesti e a Roma sta benissimo, ma vuole valutare con calma il suo futuro senza fare scelte affrettate. Tanto più che le sue prestazioni e caratteristiche tecniche hanno attirato le attenzioni di molte big italiane ed estere (soprattutto della Premier League, ndr) pronte ad accogliere a braccia aperte il calciatore. Se ne riparlerà nei prossimi mesi ma, qualora non si arrivasse al rinnovo, già da gennaio il numero quarantacinque sarà libero di firmare un preaccordo con un’altra società, esattamente come accaduto con Djordjevic. Sarebbe un finale inaspettato e doloroso, ma nel calcio mai dire mai. Un anno fa era successo lo stesso a Cavanda che a sorpresa scelse di prolungare il suo contratto. I tifosi laziali, che sui social network dimostrano costantemente il loro affetto a Tounkara, sperano che il futuro di Mamadou sia ancora a tinte biancocelesti

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Altre stranezze nel bilancio della Lazio

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lotito-soldiAncora tante stranezze sul bilancio della Lazio. Stavolta il discorso è relativo ai tesserati: né in quello di dicembre né in quello di marzo compare il portoghese Pereirinha, che pure ha giocato (seppure poco) quest’anno fra le fila biancocelesti. Un fantasma messo sul mercato ormai da mesi. Non solo. Da ieri, con la visualizzazione del contratto di Djordjevic sul sito della Lega Serie A, registrato al 20 gennaio 2014, sorge spontanea una domanda: perché non c’è traccia nell’ultima semestrale dell’acquisto dell’attaccante serbo, fra i “fatti avvenuti dopo il 31 dicembre”, ma soprattutto nella trimestrale di marzo? A proposito della “lista trasferimenti” della Lega Serie A: oggi dal sito ufficiale scopriamo che Dusan Basta è stato comprato dall’Udinese “a titolo temporaneo”. Quindi i 5,5 milioni non sono stati versati ancora all’Udinese. Non c’è nessun errore: Lotito ha preso il serbo in prestito con obbligo di riscatto il prossimo anno. Ormai l’unico modo per ovviare all’abolizione dell’istituto della comproprietà. 

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ALBERTO ABBATE – CITTACELESTE



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Lotito fa lo show :” Se avessi i soldi della Juve, vincerei anch’io “

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Comunicati, interviste, note e chi più ne ha più ne metta. Negli ultimi tempi non è affatto una rarità imbattersi nelle parole di Claudio Lotito. Questa volta il patron capitolino ha aperto le porte di Villa San Sebastiano, per ospitare Salvatore Merlo de Il Foglio quotidiano. Una conversazione fiume che tocca i temi più disparati: ve la riproponiamo di seguito.

TRATTO DA IL FOGLIO QUOTIDIANO

Dice a un certo punto: “Con me pensavano d’aver preso la vacca per le zinne, e invece hanno preso le palle di un toro”. Non è facile interrogarlo perché è astuto, non è facile raccontarlo perché bisogna tradurre il suo linguaggio (“faccio cento cose insieme, è che so’ sinestetico”), un vitalissimo miscuglio di romanesco e di lingue morte (“est modus in sciaradis”), di affarismo e di furbizia (“in Italia tutti vogliono mungere i presidenti delle squadre di calcio, ma io vi dico che i patròn non sono più cogliòn”), di sbruffonaggine e generosità (“se avessi io i soldi che c’ha la Juve ti assicuro che vincerei tutto”). Obelischi, statue romane, marmo ovunque, mobili neri dalle gambe ricurve, oppure laccati tipo Settecento veneziano e sempre con gambe arcuate e riccioline, oppure a testa di leone. Alla parete ecco una ninfa discinta e secentesca che versa procace del vino da una brocca poco sopra a un tavolino tutto d’oro, che però ha una gamba divelta come pure lo scalcinato divano di pelle a ramages assortiti ha un tremendo buco al centro. Mentre ancora osservo questo salottino di Villa San Sebastiano, sull’Appia Antica, forse uno dei luoghi più belli di Roma, tre ettari di giardino che tuttavia deve aver visto tempi migliori – e lo esamino per oltre due ore in attesa del padrone di casa – Claudio Lotito, presidente della Lazio, sbuca fuori dal nulla. “Non male eh? Qui ci abitava il fotografo del duce, poi ci sono stati i D’Amico, gli armatori. Adesso è il mio quartier generale. Mettiamoci in sala riunioni”E a questo punto sparisce per un’altra ora, mentre vengo introdotto in un salone buio buio, foderato in mogano, due affreschi appesi alle pareti e staccati chissà da dove (“epoca Pio V”), con l’enorme libreria anticata, il marmoreo camino, e un tavolone rettangolare di almeno sette metri di lunghezza che neanche a casa dei Buddenbrook, tono su tono, nero su nero. Ed è qui che, volitivo e diffidente, chiassoso e instabile, con alle spalle l’opera omnia del Reader’s Digest, Lotito finalmente mi spiega a modo suo la crisi del calcio italiano: “Non escono più buoni giocatori perché è più facile andare a comprare un prodotto finito all’estero anziché coltivare il seme, innaffiare e raddrizzare la piantina. E poi non escono più talenti perché gli italiani so’ viziati. Pieni di sovrastrutture, qua nessuno vuole più faticare. Pretendono”.

La voce di Lotito esce a gruppi sillabici che hanno cesure proprie, come mangiate e morsicate per assaggi famelici. E’ in giacca e cravatta, i polsini della camicia serrati da un paio di gemelli d’argento, panciuti ricordano due aeroplani da traversata intercontinentale. Gli chiedo: perché non eleggete Demetrio Albertini alla guida della Federcalcio? E’ una persona perbene, ha un bel volto pulito. Risposta: “Mo’ ti spiego perché no. Te l’hai letto Kant?”. A scuola. “Kant dice che ce stanno il noumeno e il fenomeno. Il fenomeno è ciò che appare, il noumeno è invece la realtà. Ecco, Albertini è kantianamente un fenomeno. Il calcio adesso ha bisogno di gente che sappia fare, che abbia esperienza manageriale. Ma te pare normale che in ritiro, in Brasile, quelli della Nazionale si sono portati le mogli?”. C’è chi propone Walter Veltroni alla Federcalcio. “Non so com’è venuto fuori. L’ho letto sui giornali”. Lo propone Renzi, forse. “Ah, sì?… Veltroni è quello che ha fatto approvare la legge Melandri. La legge che ha distrutto il calcio italiano. Lassamo sta’, che è meglio. Il calcio va completamente ristrutturato. Bisogna che la Lega di A, i rappresentanti delle squadre, quelli che davvero il calcio lo fanno, contino di più. Adesso c’è un governo pletorico nel calcio, assurdo. Mo’ ce vuole ’na scossa”. Là fuori c’è Renzi, che dà l’impressione di volerla dare una scossa, a tutta l’Italia. “Renzi chi? Quello che ha fatto la legge Nardella sugli stadi? Un pasticcio. Non s’è costruito manco uno stadio grazie a quella legge”. Avvertimenti, accenni dialettali, sentimenti ingigantiti, a volte il viso di Lotito si contrae, gli occhi si fanno sospettosi.

[Improvvisamente gli squilla il cellulare. “Pronto… ah… sì… mi passi il ministro”. Lotito si alza ed esce dalla stanza. Rientra dopo venti minuti]

… “Gli italiani, ti dicevo, sono viziati. Tu, per esempio, fammi vedere che maglietta c’hai addosso. Famme vedè. E’ una Ralph Lauren. Ecco vedi. E c’hai pure il Rolex. Però te non sei ricco. I tedeschi nun so’ così, se vestono male. Nun gli importa de annà in giro con la Ralph Lauren. E infatti lavorano, producono, vincono”…

[Squilla ancora il telefono. Stavolta dev’essere un collaboratore. La conversazione è agitata. Lotito stringe il cellulare come Orlando il suo corno a Roncisvalle. La saliva che copre come rugiada l’apparecchio. “T’ho detto di no. No. No. Nooooo. Quelli prendono anche di meno… Col cazzo che gli do tutti sti soldi. Non vale niente”. Riattacca]

 “Che te stavo a di’? Ah sì. Vedi, quello del calcio è un mondo impazzito. Non se sanno regolà. Gente che non vale nulla e che prende un sacco di soldi”. E Lotito ce l’ha soprattutto con i procuratori, gli agenti dei calciatori. “So’ bestie assatanate”, mi dice. “Nel calcio la gente pensa di aver trovato sempre qualche fesso da mungere. E spesso i fessi sono i presidenti delle squadre di calcio. Ma io non sono fesso. Non mi faccio mungere”. E dunque ecco le famose palle: “Adesso ti faccio un paragone silvano-agreste”, dice. “Con me pensavano d’aver preso la vacca per le zinne, e invece hanno preso un toro per le palle”. La metafora non sarà elegante, ma rende. “I procuratori sono una malattia del sistemaUna volta stavamo facendo una trattativa per un giocatore. Eravamo nel mio studio. C’erano gli avvocati, c’era il mio direttore sportivo, c’erano il calciatore e il suo procuratore. A un certo punto il procuratore mi dice chiaro e tondo che l’affare si chiude soltanto se io do a lui sette milioni di euro. Sette milioni. Praticamente una tangente. Allora io gli dico: ‘ma che, ti pigli più del ragazzo’? Così guardo il giocatore negli occhi e gli dico: ‘E a te te pare normale, non dici niente?’. Non diceva niente, stava muto. E infatti il suo procuratore, urlando: ‘Certo che sta zitto. Lui non pensa. E’ mio’. Ecco i procuratori sono come i negrieri, sono degli estorsori autorizzati. Alcuni procuratori, i più importanti, sono figli di gente molto potente nel mondo del calcio: Moggi, Lippi… “Ci vuole più trasparenza nel calcio. Ed è anche per questo che io sono per la prova tv”. Anche gli arbitri contano troppo? Silenzio ironico.

Riprende Lotito: “E lo stesso discorso si può fare per la politica. Dove però ci sono pure i ladri. Io a questo proposito ho idee radicali. Se l’amministratore del tuo condominio ruba che fai? Lo cacci. Con i politici dev’essere la stessa cosa”. Obiezione: Ma lei è considerato da sempre molto vicino alla politica regionale, con le sue ditte di pulizia e di vigilanza privata. In particolare a Francesco Storace, a Renata Polverini. E qui, a Roma, c’è stato il famoso Batman. Non proprio il massimo. Lotito s’irrigidisce. “Io ho avuto solo rapporti con le istituzioni. Ma sa che le dico? Le regioni io le abolirei e mi terrei le province. Sto paese va smontato tutto. Ma ci vuole una visione pragmatica. Imprenditoriale”. E’ quello che diceva anche Berlusconi vent’anni fa. Non precisamente una novità. “A Berlusconi l’ha fregato l’apparato. Nei gangli dello stato ce devi mettere la gente tua. De fiducia. Come fa Renzi che ci mette tutti i fiorentini, come il capo dei vigili urbani di Firenze che adesso è all’ufficio legislativo di Palazzo Chigi”. Lei ce l’ha con Gianni Letta. Lotito sorride. “Questo cancellalo tutto”. Ma è vero che lei vuole entare in politica? E lui, con la gestualità da mollusco permaloso, ma con gli occhi rapidi: “Non è questo il punto. Io sono animato da spirito civico. Vorrei solo lavorare per la polis”. Poi uno scoppiettio improvvisamente spavaldo: “Datemi una leva e vi solleverò il mondo”. Nel 2005 dicevano che sarebbe entrato in politica, e anche alle regionali del 2013 lei era sul punto di candidarsi con il Pdl. “Io nun me volevo candidà. Forse qualcuno voleva candidare me…”.

[Driiin, driiin, driiiin. Mentre lo osservo rispondere ancora una volta al telefono comincio a pensare che la mobilità sia la qualità predominante di quest’uomo trafelato. “Ammazza. Urbà, sei tu?”. E’ Urbano Cairo, il presidente del Torino, l’editore di La7. “Me so’ scordato de chiamarti, scusa, stavo ar telefono con una personalità istituzionale. Sì, sì, c’era pure Galliani e parlavamo… sì, sì… uhm… m’hanno fatto fa na fidejussione… sì… il modo, Urbano, nun te mette a ride, non era… non era… non era ‘urbano’… certo c’hai ragione te. Sai come si dice? Similia similibus. Ricordatelo sempre. Siamo in un piccolo condominio, nun te possono piacere tutti. Sai che è? E’ che nun se sa se la gente è ‘psichiatrica o chimica’. Hai visto che giochetto voleva fare Andrea (Agnelli, ndr)?”]

Interrotti da innumerevoli telefonate, la conversazione prosegue con la lievità di uno zoppo che corre. Ma lei quante cose riesce a fare contemporaneamente? “So’ sinestetico”, mi risponde Lotito. Poi mi guarda. “Tu lo sai cos’è la sinestesia?”. Una figura retorica. Come l’inizio della ‘Recherche’ di Proust, dico, sparandola. E un velo di perplessità cala sul volto del presidente della Lazio. Poi il pensiero si aggrega in un’articolazione coerente di parole: “Sì, ma il primo è stato D’Annunzio con la Pioggia nel Pineto”, dice. “‘Piove sui volti silvani’. Questa è la sinestesia. Ecco. Io uso anche quattro telefoni contemporaneamente, uso tutti i sensi. Una volta a un giornalista sportivo gli ho detto che riesco a usare tutti i miei telefoni tutti insieme perché sono sinestetico, e lui è svenuto. Non ha capito un cazzo. Nel calcio non so’ abituati a questo linguaggio. Una volta li ho tramortiti tutti perché ho detto ‘icastico’. La differenza tra nozionismo e cultura è questa. Io sono una spugna. Assorbo”. E mentre ascolto Lotito penso che il suo è lo stesso linguaggio che ha fatto la fortuna di Nino Frassica, uno che andrebbe preso drammaticamente sul serio.

Domando: lei ha fatto il classico? “Certo. E me ricordo tutto. Purtroppo se hai studiato è così”. E qui comincia una specie di mitragliata: “‘Historia magistra vitae’. E poi Vico, ‘corsi e ricorsi storici’. Queste cose le studi a scuola, poi cresci, e lo vedi nei fatti che la vita è davvero così. Noi dovremmo sempre imparare dalla storia”. Ed ecco una massima: “Io sono per un calcio didascalico e moralizzatore”. E ancora: “Il calcio, la vita, ma pure la politica, devono essere ispirate dalla poetica di Manzoni”. Mi chiede: “Te lo sai che diceva Manzoni?”. Mi dica. “Diceva che la poesia deve avere il vero per soggetto, l’utile per iscopo e l’interessante per mezzo. E il politico deve seguire Manzoni”. Allora è vero che vuole entrare in politica. “Io sono per l’impegno civico e civile. Ma ti stavo spiegando le qualità del politico”. Prego. “C’è un altro elemento importante, oltre Manzoni”. E quale? “Pascoli”. Ah. “Pascoli dice che c’abbiamo un fanciullino dentro di noi. Vuol dire che se c’hai delle sovrastrutture la gente diffida di te. Bisogna essere semplici”.

Per esempio Matteo Renzi è semplice. “Renzi c’ha ste qualità. E’ un comunicatore. Ma non so se c’è dell’altro oltre all’apparenza. L’Italia è un paese oppresso dal concetto verghiano della rassegnazione”.

Niente di meno. “Questa è la società dei Malavoglia. E’ questo il nostro guaio”.

Lei era molto bravo a scuola? “Eccerto. Vinsi pure una borsa di studio. I cento migliori allievi d’Italia. La Gazzetta dello Sport non ci credeva. Andarono a recuperare una mia pagella. Nun ce credevano proprio. A me il liceo classico m’ha insegnato tutto. I problemi della Repubblica di Platone sono gli stessi della Lazio o della politica italiana”.

E qui Lotito prende la Montblanc e comincia a scrivere un elenco su un foglio. “Stai attento”, dice. “La Pubblica amministrazione in Italia si divide in Efficienti, Ignavi, e Sfruttatori di posizione. Come lo risolvi? Lo risolvi con la mobilità”.

Il collegamento logico con Platone mi sfugge, ma dev’essere colpa mia. D’altra parte Lotito si sposta da un argomento all’altro con la velocità del suono. Allora gli dico: la politica la interessa molto. “Ma no, io so’ affezionato alla polis come ti ho già detto. Anche la Lazio io l’ho presa per spirito di servizio”.

E qui mi racconta di come ha salvato la squadra dopo il crac di Sergio Cragnotti e della Cirio: Ho fatto un’operazione geniale col fisco, dilazionando il debito. Ho rimesso il bilancio in equilibrio. Ho preso la Lazio con lo stesso spirito di chi si butta da un ponte con la corda elastica”.

E mentre lo dice sembra provare una candida ammirazione per la propria audacia. “Io pago sei milioni di euro l’anno allo stato di tasse arretrate, che è praticamente il bilancio di una squadra di serie B. E la Lazio adesso è una delle pochissime squadre che producono reddito. Ho scorporato la parte commerciale della società e ho rivalutato il marchio. Poi mi hanno copiato tutti, ho fatto scuola. Una sera, anni fa, ero a cena con De Meo, l’amministratore delegato dell’Alfa Romeo, e gli ho spiegato come si fa. Poi lo ha fatto pure lui. Io questa squadra l’ho salvata e l’ho rilanciata. E l’ho fatto per il bene pubblico”. 

E insomma Lotito si descrive come un pittoresco ciclone benefico. Ma deve pur guadagnare, gli dico. Guardi, la nostra società italiana è una società di prenditori non di imprenditori. L’imprenditore illuminato non deve portare via i guadagni”. Un po’ se li tiene e un po’ li investe. “L’imprenditore illuminato è uno che fa opere di bene. Un’azienda che si occupa di finanza non dà posti di lavoro, non costruisce, non crea ricchezza”.

Per lei Cragnotti era un prenditore? “Non mi faccia dire…”.

Ma la cosa migliore che Lotito ha fatto alla Lazio, che è anche la ragione per la quale gira con la scorta, non me la racconta. Chissà perché. Lotito ha smantellato i sussidi agli ultras, ha rotto i legami con le curve violente del tifo organizzato, ha ritirato le centinaia di abbonamenti gratuiti che venivano regalati alla teppa e ha pure stracciato gli accordi commerciali (e un po’ corruttivi) che affidavano agli ambienti della tifoseria organizzata la commercializzazione dei gadget della Lazio, ha anche denunciato infiltrazioni camorristiche. E’ per questo che gira con un’auto di scorta della polizia. E il suo autista, un gigante buono che lavora con lui da sedici anni e che lo ama come un fratello, mi spiega: “Tu lo vedi così, spavaldo. E puoi farti anche un’impressione sbagliata. Ma il presidente è un uomo generoso che subisce da anni un’aggressione vile. Lui si difende. Se la Lazio fosse Alitalia adesso Lotito sarebbe un eroe nazionale. Abbiamo vinto la coppa Italia, abbiamo battuto la Roma. Mica una partita qualsiasi. Eppure mentre si festeggiava la vittoria, allo stadio, ci hanno buttato le monetine addosso”.

E forse adesso capisco perché Claudio Lotito alterna toni aspri e stridenti, piccoli moti di stizza e diffidenza ad altri improvvisamente bonari e spiritosi. A un certo punto gli chiedo se è vero che suo padre era un poliziotto, come ho letto sui giornali. E la conversazione, per reticenza, si fa a tratti surreale. “Non era poliziotto”.

E che lavoro faceva suo padre? “Io vengo da una famiglia di carabinieri”.

Dunque suo padre era carabiniere. No, mio zio era carabiniere”.

Capisco. E suo padre che lavoro faceva?“Svolgeva certe funzioni…”. A questo punto cerco un tono mielato, direi framboisé, per indurlo alla massima naturalezza. Dunque gli dico: “Lei è un self made man. Non è nato ricco. La sua è una storia di successo.

Come ha cominciato? E Lotito per un attimo sembra disponibile. “Ho iniziato da ragazzino, il mio primo lavoro è stato il suo. Facevo il giornalista”, mi spiega, e tira fuori anche un tesserino professionale.“Ero collaboratore del Tempo, facevo il corrispondente”. 

Da dove? “Da un paese della provincia di Roma”. 

Ah, interessante. Ma quale paese? “Non importa”.

[Entra la segretaria con un faldone di documenti. “Questo lo ha lasciato Assunta, questo invece è il contratto per Armando, questo è…”. E lui: “Porca putt…, e che è sta roba?]

“Quando ho iniziato a lavorare io c’era meno cattiveria in giro. La gente c’aveva meno sovrastrutture”.

Dunque il suo primo lavoro era con Gianni Letta direttore del Tempo. “No il direttore era Angiolillo. Ma quello non era un lavoro vero. Le attività imprenditoriali le ho cominciate dopo”.

E come ha iniziato? “Frequantavo certi ambienti…”, di nuovo. “Ma stai attento a quello che ti dico. E’ importante. Un tempo si cresceva meglio, con un processo di maturazione intellettiva e interiore”.

Okay. Ma lei dov’è cresciuto? “Nel Lazio”.

Dunque è cresciuto a Roma? “Sulla via dei laghi”.

Ma dove precisamente? “Ti ho detto sulla via dei laghi”.

A Bracciano? “No”.

A Bolsena? “No”. Albano? Grottaferrata? (solo a tarda sera, dopo molte ore, finalmente Lotito scioglie il mistero: “Sono originario di Marino”).

[Rientra la segretaria. Ha un altro pacco di fogli. Sono i disegni, gli schizzi per il nuovo pullman della Lazio. Bisogna scegliere il colore. “Me sembrano tutti uguali”]

Riprendo il filo: lei diceva che negli anni Settanta, quando ha cominciato, la gente era meno cattiva. Ed era più facile fare gli affari. Ma forse semplicemente c’erano più soldi. “Sì, poi s’è tutto sfasciato. E’ arrivata Mani pulite”. E lei fu inquisito. “E assolto. Il mio motto è male non fare paura non avere”.

Che si ricorda di Tangentopoli? “Che bastava un avviso di garanzia ed era come una condanna. Ma c’era corruzione. E non è diminuita”.

Lei vota a destra? “Io guardo la qualità delle persone”.

Quindi ha votato anche a sinistra? “Non ho detto questo. Mo’ te lo chiedo a te: tu sei di destra o di sinistra?”.

Domanda complicata. Le posso dire che ho votato i Radicali. E lei chi vota? “Io sono per una forma di socialismo liberale”.

Carlo Rosselli, socialismo liberale, Partito d’Azione? “Diciamo tra i Liberali e il Psdi. Come aspetto ideologico”. Ma tutti dicono che Lotito, almeno fino a ieri, era berlusconiano.

[Squilla ancora il telefono. Risponde. E mentre parla di calcio e di diritti televisivi, allo stesso tempo continua a rivolgersi anche a me. Così il suo discorso diventa un mosaico sgangherato: “A noi c’ha fottuto l’euro. E’ raddoppiato tutto, il debito e il deficit… sì, digli che va bene, poi lo paghiamo… E infatti col cazzo che gli inglesi mollano la sterlina… con i diritti televisivi abbiamo chiuso alla grande… Romano Prodi ci ha messo in ‘sto guaio dell’euro… anche Andrea alla fine era d’accordo pure lui e la Juve… quando c’era la Guerra fredda si stava meglio. Si stava alla grande… Pronto? Pronto? Mi senti?… eravamo un po’ est e un po’ ovest. Mancavano i soldi? Inflazione! Si stampava moneta. Una meraviglia…”]

Intanto si è fatta quasi mezzanotte quando mi invita a vedere il centro sportivo della Lazio, a Formello, ventotto ettari di prato all’inglese. Una specie di gioiellino tirato a lucido, dove lui ha fatto costruire una televisione e una radio per i tifosi. “Quando arrivai nella Lega calcio, da Cenerentolo, c’era Diego Della Valle che mi zittiva: ‘Tu stai zitto e paga le tasse’, mi diceva. Ora invece mi stanno a sentire tutti. Sono diventato autorevole”.

E Lotito lascia intuire che preferisce Adriano Galliani ad Andrea Agnelli. “Lo stimo Agnelli, anche se ci confrontiamo in maniera serrata. Ma alla Federcalcio ho portato un principio: i voti si contano, non si pesano”. E’ davvero tardi, il sole è tramontato da un pezzo sulla via Appia, e lui, Lotito, è l’unico a non avere l’aria disfatta dal sonno (“dormo tre ore e mezza a notte”).

Prima di salutarci mi sorride: “Lei è di Libero, eh? Antonio Angelucci è un mio grande amico”.

Veramente lavoro al Foglio. “Ah. E chi è il proprietario del Foglio?”.

Paolo Berlusconi ha una quota di maggioranza. “Anche Paolo Berlusconi è un mio grande amico”.



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L’Avv. Gentile esclude un risarcimento per l’infortunio di Onazi

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Lazio, Avv. Gentile: "Curva Nord squalificata dalla UEFA per striscioni e gesti sospetti"

LOTITO GENTILEL’infortunio ad Edy Onazi, vittima dell’intervento ai limiti del regolamento del francese Matuidi, sembrerebbe essere meno grave del previsto. Escluse fratture, come ipotizzato in un primo momento dalla stampa nigeriana, ma solo una forte contusione che terrà lontano dai campi di gioco il mediano africano per circa un mese. Un danno per la Lazio che, come riportato stamattina da Goal.com, sarebbe intenzionata a chiedere il risarcimento dei danni alla FIFA, come previsto dal regolamento, che rapportato allo stipendio di Onazi, non dovrebbe comunque superare i 15mila euro. Per saperne di più la redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato l’avvocato Gian Michele Gentile che, ai nostri microfoni, ha smentito questa opzione. “Non ne so nulla, non ho avuto nessun incarico dal presidente. È una cosa di cui non abbiamo mai parlato”.  Nessun risarcimento quindi, la Lazio non è intenzionata a rivolgersi al massimo organo calcistico mondiale per chiedere i danni. I biancocelesti aspettano il proprio mediano senza fretta, scongiurata la grande paura è già tempo di pensare al recupero. 

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Il sogno di Lotito :” Voglio una notte come quella del 26 Maggio “

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Roma vs Lazio - Finale Coppa Italia 2012-2013

Un comunicato al giorno, toglie il medico da torno. Il patron Lotito continua su questa filosofia. In mattinata, arriva un’altra nota, che recita: “Nel 2004 sono salito alla guida della S.S.Lazio con l’intenzione di riscrivere la storia di una società abbandonata al rischio crac. Insieme allo staff e ai collaboratori tecnici abbiamo dato il via ad un progetto ambizioso e lungimirante, che negli anni ci ha portato ad alzare diversi trofei e raggiungere traguardi importanti, anche e soprattutto nel settore giovanile, e a proiettare la società – con la realizzazione dell’Academy, prima iniziativa in Italia – in un futuro ricco sicuramente di soddisfazioni e di certezze di qualità tecnico-agonistica. Ma se qualcuno oggi mi chiedesse di guardarmi indietro e di scegliere il mio più bel giorno da presidente, gli risponderei il 26 maggio: la Coppa Italia contro l’eterno “avversario”, un unicum nella storia del calcio italiano, una notte indimenticabile, infinitamente lunga e gloriosa. Ne sogno un’altra di pari intensità”.

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La contestazione sale sulle Dolomiti : Ad Auronzo alberghi quasi vuoti

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Lazio, UFFICIALE: il RITIRO ESTIVO 2025 si terrà a FORMELLO! Niente Auronzo, ecco perché

auronzo di cadore

La contestazione scuote Auronzo di Cadore: forse non basterà Parolo, e Lotito non potrà nemmeno aggrapparsi alle Tre Cime di Lavaredo per risollevarsi il morale. Gli exit poll, a meno di 10 giorni dallo sbarco della Lazio, preannunciano una frana pesante del “consenso” in montagna: su 28 alberghi, contattati dalla redazione di Cittaceleste.it, soltanto due non hanno “disponibilità per 10 persone” dal 10 al 26 luglio. Dopo quella data invece il picco delle prenotazioni: addirittura “tutto esaurito” e tanti turisti in vacanza sulle Dolomiti dal 22 luglio in poi. E’ gelo fra gli albergatori in vista del ritiro della Lazio: “Non era mai successo in sette anni di avere così poca affluenza a luglio”, ci rivela uno dei proprietari degli hotel più ricercati dai tifosi nelle passate stagioni. Qualcuno si lancia in “disperati” sconti: “Mezza pensione, 25 euro al giorno”. Volano triple, quadruple, matrimoniali, c’è chi ha persino 8 singole da offrire. E si tratta sempre di “piccole” baite di legno.

PAURA E DANNO ECONOMICO – E’ uno specchio dell’Olimpico il lago di Misurina, riflette il deserto. Non temevano il malcontento, le autorità di Auronzo: “Anche quest’anno il ritiro della Lazio sarà il momento topico del nostro turismo. Ci aspettiamo il solito grande clima”, assicurava il vicesindaco Vecellio in conferenza stampa a Formello. I dati dei nostri sondaggi smentiscono le previsioni. Non solo. Fra gli stessi albergatori c’è pure qualche altro timore: “Siete i ragazzi della Curva?”, ci chiede qualcuno, prima d’elargire stanze e appartamenti. C’è lo spauracchio di disordini, ma è più forte ancora la paura del danno economico. Perché è il settore più caldo della tifoseria (la Nord) che ha sempre rimpolpato le casse del Comune, seguendo i propri beniamini nel pellegrinaggio estivo. Solo dalla nostra inchiesta ci sono più di 500 posti liberi ad Auronzo. Tanti altri occupati da famiglie o semplici coppie in vacanza. Numeri significativi. 

CITTACELESTE



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Lotito attacca i tifosi :” Sto rispondendo ai gufi “

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classifica direttori sportivi serie a

lotito tare

“Renzi non è certo il solo ad avere dei ‘gufi’ che remano contro il processo di riforme. Chiunque metta in atto un processo di cambiamento con un progetto vincente ha le sue grane, l’importante è tenere la barra dritta e proseguire lungo il percorso stabilito senza alcun ripensamento. Il nostro obiettivo è costruire una squadra competitiva capace di riprendersi il posto che merita in Europa. Oggi stiamo facendo tutto il possibile per riuscirci. L’acquisto di Parolo infatti apporterà ulteriore qualità alla rosa. Ma abbiamo ancora diversi colpi in canna da assestare.  Il quinto se contiamo il riscatto di Candreva. Ci aspetta una stagione esilarante: se avremo al fianco il supporto dei tifosi, torneremo presto tra le grandi”. Lo dichiara il presidente della Lazio Claudio Lotito.



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Brutto infortunio per Onazi che saluta il Mondiale

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10513451_10152221666405949_1678978730344758332_nC’è grande preoccupazione per le condizioni di Eddy Onazi. Il numero 23 capitolino – dopo dieci minuti del secondo tempo – è stato costretto ad uscire dal campo per un bruttissimo fallo di Matuidi, punito solamente con il cartellino giallo dal signor Geiger. Il centrocampista della Lazio aveva rischiato di abbandonare il match anche nella prima frazione per una botta rimediata al ginocchio. Un vero peccato. Sì, perché prima di essere trasportato via in barella, la prova del 21enne di Jos era stata davvero positiva. Personalità, grinta e qualità, sarà un caso che i due gol siano arrivati proprio dopo la sua sostituzione forzata? No, non doveva finire così il suo Mondiale. 

LALAZIOSIAMONOI



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Lotito dopo l’acquisto di Parolo :” Visto ? Io mantengo le promesse “

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Lazio-Napoli serie A

Poco fa è stato chiuso il contratto con Parolo che verrà depositato formalmente dopo le visite mediche. Dopo il riscatto di Candreva e l’acquisto di Basta e l’acquisizione di Filip Djordjevic, ecco che un altro tassello del mosaico si compone. Io mantengo le promesse. Da più di una settimana lo andiamo dicendo e mi sembra chiaro che non si tratta della politica degli annunci, ma dei fatti concreti. E come molti anni fa, quando promisi di risanare la Lazio, e mantenni fede, oggi dico: saremo di nuovo forti. Siamo intenzionati a potenziare la squadra. La prossima tappa riguarderà la difesa. Mi auguro che commentatori e tifosi ne prendano atto con soddisfazione, abbandonando atteggiamenti di pregiudizio: la Lazio ha bisogno del supporto e dell’affetto dei suoi tifosi”. Così Claudio Lotito nell’ennesimo comunicato. 

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Lazio-Parolo, oggi pomeriggio la firma!

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paroloManca solo l’ufficialità, che arriverà tra poche ore, ma Marco Parolo è ormai da considerarsi un nuovo giocatore della Lazio. Il centrocampista della Nazionale ha infatti raggiunto l’intesa col club di Claudio Lotito e volerà a Roma nel primo pomeriggio per firmare un contratto che lo legherà per i prossimi cinque anni ai biancocelesti. Al Parma, che già da tempo aveva trovato l’intesa con la Lazio, andranno 5,5 milioni di euro più bonus

MEDIASET



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Ad Auronzo di Cadore si giocheranno 5 amichevoli

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AURONZO OLYMPIA

Ultimi sette giorni di vacanza per la Lazio, lunedì appuntamento a Formello: è fissato il raduno, scatteranno le visite mediche per l’idoneità. Il 10 luglio la partenza per Auronzo di Cadore, non ci saranno i nazionali che avranno un supplemento di vacanze. Come riporta Il Tempo, la squadra di Pioli disputerà cinque amichevoli sotto le Tre Cime di Lavaredo: il 13 con la selezione di Auronzo, il 16 con il Ponte delle Alpi, il 20 con l’Indonesia under 23, il 26 con il Perugia. Da definire la partita che si disputerà il 23, probabilmente sarà contro il San Paolo (Serie D). Ma su richiesta di Pioli potrebbero esserci delle variazioni. Come riporta Repubblica il tecnico biancoceleste ha chiesto di disputare due gare nello stesso giorno: una la mattina, l’altra il pomeriggio. In alternativa l’interessante ipotesi di giocare un unico incontro da tre tempi di 45 minuti. Il nuovo tecnico biancoceleste vuole sfruttare il ritiro per provare la squadra, conoscere schemi e giocatori.  Poi la tournée in Germania dal 2 al 10 di agosto, dove i biancocelesti giocheranno contro l’Amburgo (l’8 agosto a Flensburg) e l’Hannover (il 10 di agosto). 

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La Lazio tratta con due sponsor stranieri

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SPONSOR

La questione sponsor in casa Lazio dura da tempo: precisamente da 6 anni, 11 mesi e 28 giorni. Quasi sette stagioni senza sponsor sono un brutto colpo, soprattutto perché una partnership con cui legarsi porterebbe prestigio e soldi.  Negli ultimi anni sulle magliette laziali si sono visti saltuariamente la Paideia, il videogioco PES e il logo di Lazio Style Channel. Come riporta l’edizione odierna de Il Tempo, sembra che la società capitolina stia trattando con due società straniere, questa potrebbe essere la settimana decisiva per il club romano. I biancocelesti attendono una risposta nei prossimi giorni, poi saranno presentate anche la seconda e la terza divisa da gioco.Che questo sia l’anno buono per tornare a vedere la Lazio con lo sponsor sulla maglia oppure Lotito userà di nuovo la scusa del “non svalutare” il marchio” ? La risposta di Lotito sulla questione sponsor la conosciamo tutti 

“Se io devo vendere lo spazio sulla maglia ad uno sponsor ad una cifra irrisoria, preferisco che questa somma sia utilizzata per opere benefiche. C’è qualcuno che ha uno sponsor importante da proporre? Ben venga. Se gli altri svendono, affari loro. Quanti soldi vale la maglia della Lazio? Beh c’è chi prende 10, 15, 18. Ripeto, io non svendo”.

 

Non svende??? Giocare il derby con la scritta “Clinica Paideia” sulla maglia significa non svendere? Uno sponsor importante? Abbiamo giocato con “Edileuropa” scritto sulle maglie e lui dice che accetta solo sponsor importanti? Se c’è qualcuno che ha uno sponsor importante ben venga? Ma se ha avuto la possibilità di avere come sponsor  addirittura il ministero del turismo dell’Azerbaijan e ha fatto saltare tutto. Eravamo in lizza con l’Atletico Madrid, bisognava solo andare a incontrare il presidente Ilham Aliyev che in cambio della scritta “Land of Fire” chiedeva solo visibilità, ovvero un blitz in Azerbaijan di Lotito con al seguito Petkovic, Hernanes e Klose, ma chi guida la Lazio ha preteso che fossero loro a venire a Roma e ha fatto saltare tutto. L’Atletico Madrid è volato di corsa in Azerbaijan, portando Simeone e Falcao, e sapete quanto ha incassato grazie a quella scritta “Land of Fire” che campeggia sulle maglie dei “colchoneros” e al centro del campo? 12 milioni di euro da gennaio 2013 a giugno 2014, con opzione per il rinnovo. E promesse di bonus, come il contributo aggiuntivo di 8 milioni di sterline all’anno che aveva promesso lo sponsor “Land of Fire” per consentire all’Atletico Madrid di strappare Suarez al Liverpool. Una cifra enorme per una società come la Lazio, nulla per un paese che negli ultimi anni ha speso 140 miliardi di dollari in infrastrutture e per promozione turistica e sport.

 

LALAZIOSIAMONOI e Stefano Greco – LAZIOMILLENOVECENTO



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Parolo riflette :” Vado alla Lazio ? Non lo so “

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parolo

Il centrocampista del Parma Marco Parolo parla del suo futuro. Ecco le sue parole riportate da Il Messaggero: “Una risposta alla Lazio? È appena finito il mondiale, sto ancora riflettendo”. Nei giorni scorsi il presidente dei biancocelesti Claudio Lotito aveva parlato di accordo trovato tra i club: la palla passa al giocatore.



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Lotito vuole entrare in politica :” Serve uno come me, il mio curriculum parla da solo “

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Lazio-Napoli serie A

La decisione era nell’aria, ora non ci sono più dubbi. Claudio Lotito è pronto a scendere in politica. Il patron biancoceleste racconta le sue intenzioni sulle colonne de La Repubblica, dichiarandosi disposto a tendere una mano per aiutare:

Allora è vero, presidente, che pensa a un governo con dieci Lotito.
«Mai detta quella frase. Mi è stata attribuita anni fa e qualcuno l’ha ritirata fuori adesso. Non penso a una cosa del genere. Anche perché di Lotito ne basta uno solo».

Quindi non entra in politica?
«Sono a disposizione. Come cittadino e quindi espressione della polis. Gli onorevoli sono tali perché dovrebbero essere le persone più autorevoli al servizio della comunità».

Lei è autorevole?
«Il mio curriculum parla da solo».

In politica per fare cosa?
«Il sistema è stato dormiente per troppo tempo. C’è stato uno scollamento totale tra la società e la politica. Chi doveva dettare le norme ha pensato ai compromessi e mai alla soluzione dei problemi».

Però gli elettori hanno dato fiducia a Renzi per cambiare la politica. Lo dimostrano le Europee.
«Renzi ha avuto il grande merito di dare una scossa al sistema. Ha preso molte iniziative, alcune delle quali giuste. Bisogna vedere se si traducono in fatti. Non si può misurare un uomo e in particolare un uomo politico sugli annunci. Per il momento abbiamo soprattutto quelli».

Quali “fatti” ha in mente lei?
«Ne parlerò al momento opportuno, dentro a un progetto collettivo con la consapevolezza che oggi in Italia esiste una criticità seria. Bisogna spogliarsi del particulare di cui parla Guicciardini e calarsi in una dimensione più generale, pubblica. Passare dall’io al noi. Non è il momento delle avventure solitarie».

Sta parlando di sé?
«Sto dicendo che posso offrire degli spunti di riflessione a 360 gradi. Qualcuno accoglierà i miei suggerimenti, ne sono sicuro».

A destra o a sinistra?
«Ma quale destra e sinistra! Non fossilizziamoci su posizioni ideologiche. Esistono persone con capacità amministrative, che sanno mettere al centro la trasparenza di gestione, l’efficienza, scevre da qualsiasi interesse personale».

Come lei?
«Penso di avere questa sensibilità. Penso di poter interpretare i bisogni dei cittadini attanagliati dalla farraginosità del sistema-Paese»

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De Vrij va al Manchester United

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DE VRIJ

De Vrij non vestirà la maglia biancoceleste. Infatti, dall’Olanda arriva la notizia dell’accordo tra il Feyenoord e il Manchester United. Il portale SoccerNews.nlrivela che le due società hanno raggiunto un’intesa sul prezzo del cartellino del centrale Orange: la cifra si aggira tra i 7 e i 10 milioni di euro. Appena si concluderà l’impegno Mondiale, De Vrij volerà in Inghilterra per effettuare le visite mediche, ormai manca solo l’ufficialità. A Manchester, il difensore ritroverebbe Louis Van Gaal, attuale allenatore della Nazionale, che ha sempre spinto per il suo trasferimento ai Red Devils. Sfuma così il primo obiettivo (insieme ad Astori) della Lazio, accostata per molto tempo a De Vrij, ma che non ha mai raggiunto la cifra richiesta dal Feyenoord. Fuori uno.

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Prima fase Mondiali : Come hanno giocato i “Lazionali”

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klose

Si è chiusa la prima fase del Mondiale in Brasile che ha riservato piacevoli sorprese (Costa Rica, Algeria e Grecia in primis), conferme (il Belgio e le sudamericane) e cocenti delusioni (Italia e Spagna su tutte). Tre giornate intense che hanno visto in campo ben sette calciatori della Lazio. Qualcuno ha brillato, altri hanno mancato l’occasione e c’è chi ha svolto semplicemente il compitino. In quattro sono ancora in lizza per il titolo, mentre in tre hanno salutato anticipatamente la terra verdeoro. Analizziamo singolarmente le prestazioni dei calciatori biancocelesti.

ANTONIO CANDREVA – Il numero sei dell’Italia è partito alla grande. Prestazione maiuscola la sua contro l’Inghilterra, impreziosita da un assist al bacio per Balotelli. Antonio è stato il migliore in campo contro gli inglesi uscendo tra gli applausi di tutto lo stadio di Manaus al momento della sostituzione con Parolo.  L’esterno di Tor de’ Cenci viene confermato contro la Costa Rica, ma mostra notevoli passi indietro. Il laziale non ha lo stesso cambio di passo e delude le aspettative. La sorella ha rivelato che il giocatore ha giocato con qualche linea di febbre, ma non basta a giustificare una prova tanto opaca. Nella sfida decisiva contro l’Uruguay, Prandelli lo lascia in panchina per tutti i novanta minuti. La rete di Godin rispedisce gli Azzurri a casa anzitempo e il giudizio su tutta la Nazionale non può che essere negativo.

MIROSLAV KLOSE – Non esistono più parole per descrivere l’attaccante della Germania. Tenuto in panchina contro il Portogallo, Miro è sceso in campo nella ripresa sia contro il Ghana che nella sfida contro gli Usa. Contro gli africani gli sono bastati solo tre minuti per trovare in allungo la rete che gli ha permesso di raggiungere Ronaldo come miglior marcatore nella fase finale di un Mondiale. Tutto il mondo si è complimentato con l’attaccante della Lazio. Contro gli Stati Uniti entra in campo ad inizio ripresa al posto dell’amico Podolski. La punta capitolina lotta come un leone, fa tanto movimento ma sui piedi non gli capita una sola occasione. Adesso nel mirino c’è la rete numero sedici che lo porterebbe da solo in vetta alla classifica e, soprattutto, la conquista del Mondiale che sarebbe la ciliegina sulla torta di una carriera favolosa.

LUCAS BIGLIA – L’Argentina ha chiuso il suo girone a punteggio pieno grazie alle tre vittorie, sofferte, contro Bosnia, Iran e Nigeria. Nella squadra del ct Sabella ha trovato poco spazio Lucas Biglia. Il regista della Lazio, protagonista nella fase di qualificazione, ha messo insieme tre presenze, ma sono spezzoni di partita. Sette minuti contro la Bosnia, tre con l’Iran e due con la Nigeria, poco per dimostrare il proprio valore. Il selezionatore dell’Albiceleste gli ha preferito Gago e Mascherano, ma l’ex Anderlecht lavora duro e si farà trovare pronto se il ct dovesse avere bisogno di lui.

ALVARO GONZALEZ – Il Tata si conferma il solito lottatore indomabile. Parte in panchina nella prima sfida contro il Costa Rica, ma è tra i pochi a salvarsi nello scampolo di match che Tabarez gli concede. Il numero venti della Celeste ha superato la concorrenza partendo titolare nelle sfide con Inghilterra e Italia. Gonzalez ha dato tutto in campo con la solita grinta e caparbietà non cedendo nemmeno davanti alla stanchezza o a qualche acciacco. L’Uruguay affronterà ora la Colombia nell’ottavo di finale più equilibrato ed interessante che potrebbe far volare la Celeste.

EDDY ONAZI – Più che positiva l’avventura del centrocampista africano che è volato agli ottavi di finale con la sua Nigeria. Onazi ha disputato tutte le sfide da titolare al fianco di Obi Mikel formando una diga davanti alla difesa che ha permesso ai nigeriani di superare un girone complicato. Il mediano della Lazio continua a dimostrare una maturità importante per un ragazzo che compirà 22 anni solamente a dicembre. Su di lui sono molti i rumors di mercato che vorrebbero parecchi club di Premier e Bundesliga sulle sue tracce, ma il suo futuro potrebbe essere ancora in biancoceleste, dove le sue caratteristiche potrebbero essere molto utili.

SENAD LULIC – Eliminazione con qualche rammarico per la Bosnia dell’esterno laziale. La sua nazionale si candidava al ruolo di possibile sorpresa della manifestazione, ma ha pagato le sconfitte con Argentina e Nigeria nelle prime due partite, rendendo inutile il successo nell’ultima sfida contro l’Iran.  L’eroe del 26 maggio ha iniziato da protagonista assoluto fornendo l’assist ad Ibisevic per la prima rete nella storia della competizione per la Bosnia. Senad è stato il migliore dei suoi nel primo match, ma poi è andato calando un po’ come accaduto al compagno di squadra Candreva. Deludente la sua prestazione contro la Nigeria, con l’attenuante che Susic lo ha schierato arretrato sulla linea dei difensori, che lo ha visto uscire dopo un’ora di gioco. Nella terza giornata resta in panchina per tutta la gara chiudendo così la sua avventura brasiliana.

HELDER POSTIGA – E’ durato solo sedici minuti il Mondiale del centravanti del Portogallo. Paulo Bento gli concede una chance nella sfida contro gli Usa, ma un problema muscolare lo costringe ad abbandonare prematuramente il campo. L’attaccante lusitano aveva fame di rivincita dopo sei mesi vissuti ai margini con la maglia biancoceleste ed appena 139 minuti sul terreno di gioco. Sperava che con un torneo importante, la Lazio potesse riscattarlo dal Valencia, ma così non sarà.

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Lotito ai tifosi :” Dovete riconoscere che ci stiamo sforzando a rinforzare questa squadra “

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lotito
Ancora un comunicato stampa di Claudio Lotito. Questa volta l’argomento di discussione é il mercato:“In questi giorni, come ampiamente annunciato in alcune note stampa della settimana scorsa, la società Lazio sta lavorando per la definizione di alcuni acquisti di considerevole valore, sotto il profilo umano e professionale. Crediamo al potenziamento della squadra e ci stiamo muovendo con grande tenacia e convinzione affinche’ quella della prossima stagione possa essere una rosa capace di raggiungere grandi obiettivi.Mi auguro che i tifosi sappiano cogliere l’importanza del momento e possano supportare con il loro entusiasmo il conseguimento di questi successi, riconoscendo con onesta’ intellettuale la correttezza di chi intende passare dalle parole ai fatti”. Lo dichiara il presidente della Lazio Claudio Lotito.


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Di Padre in Figlio, Miro Klose :” Spero che i miei figli vincano con questa maglia “

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klose figli

Condannato a segnare. Non è bastato il quindicesimo gol per eguagliare Ronaldo, il Fenomeno. No, Miro vuole di più, mira al gradino più alto, al trono dei numeri uno. Non fa per lui un record in coabitazione, ha già scalzato Gerd Müller, ora tocca al brasiliano. “Il titolo con la squadra è molto più importante del successo personale”, continua a ripetere l’avanti capitolino ai microfoni di kicker.de. Ma è ovvio che nei suoi pensieri ci sia la sedicesima perla. La mia preparazione in vista di una gara è maniacale, sia dal punto di vista atletico che mentale – prosegue. – Sono onesto, la panchina contro il Portogallo mi brucia ancora, sono venuto al Mondiale per giocare”

“Non sono arrabbiato, so che posso aiutare la squadra in qualsiasi momento, contro il Ghana si è visto. Sono consapevole che non posso più dare un mano ai miei compagni come una volta, ma adesso ho altre qualità e voglio vivere fino in fondo questo sogno”.

Poi scava nel passato, torna alla gestione Klinsmann: “Il mio livello è aumentato enormemente sotto la gestione di Jürgen Klinsmann. Così sono stato in grado di gestirmi meglio e acquisito le caratteristiche di un attaccante moderno, curando sia la fase offensiva sia quella difensiva. Klinsmann si era concentrato in particolare sull’accelerazione degli attaccanti: sprint, riposo, sprint, riposo. Al giorno d’oggi le punte fanno molto più movimento – dichiara Klose ai microfoni di sportbild -, non stanno ferme d’avanti. Di conseguenza, è necessario recuperare le energie nel minor tempo possibile“.

Infine volge lo sguardo al futuro, a Roma, ormai la sua città. Onorerà la casacca biancoceleste per una stagione ancora, poi si dedicherà a lavagnette e tatticismi. Non prima di vedere le sue giovani aquile all’opera: “Non vedo l’ora di andare allo stadio per vedere e sostenere dal vivo i miei figli Luan e Noah. Spero che vincano un torneo dopo l’altro con la Lazio”. Di padre in figlio.



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Morte di Ciro, i Romanisti si dissociano dai “razzisti”

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ilromanista Ritorniamo di nuovo sulla morte del tifoso napoletano e sull’articolo scritto ieri. Il mondo del web si sta stringendo intorno alla famiglia del partenopeo in un unico abbraccio. Fortunatamente i fuochi che infamano la sua memoria sono pochi (anche se non ci dovrebbero essere per niente al mondo). Questa mattina “ilromanista” è uscito con una primapagina tutta nera in segno di lutto. Ritornando a quello che dicevo ieri, i tifosi hanno diverse fedi ma l’amore per il pallone è una cosa comune. A prescindere dalla razza,dal colore, dalla zona di provenienza, la gazzetta romanista ha lanciato un segno significativo che dovrebbe far capire qualcosa a coloro che stanno infangando la memoria di chi non c’è più.
Intanto De Santis è stato spostato dall’ospedale per paura di rappresaglie da parte di alcuni tifosi napoletani.
Daniele De Santis trasferito all’ospedale Betolle di Viterbo

OMICIDIO VOLONTARIO – Con la morte di Ciro Esposito si è inoltre aggravata la posizione dell’ex ultras della Roma con una militanza attiva nel mondo dell’estrema destra, già detenuto con l’accusa di aver sparato al gruppo di tifosi napoletani in viale di Tor di Quinto Non più tentato omicidio, ma omicidio volontario la nuova ipotesi di reato contestata dal Pm, Eugenio Albamonte, titolare dell’inchiesta. Uno dei legali della famiglia Esposito, Damiano De Rosa, ha reso noto che l’autopsia sul corpo di Ciro sarà effettuata al Policlinico Umberto I di Roma.

“E’ STATO LUI” – Intanto riecheggiano le parole con le quali – come raccontato dallo zio di Ciro Esposito, il tifoso napoletano avrebbe riconosciuto in foto Daniele De Santis: “Mi ha sparato lui, mi ha sparato un chiattone”. Disposta l’autopsia la salma del giovane partenopeo partirà alla volta di Scampia dove è prevista la camera ardente per il saluto di migliaia di napoletani. Venerdì alle 16.30, si celebreranno i funerali nella piazza dei Grandi Eventi.

IL CORDOGLIO DEL CAPITANO – Francesco Totti, simbolo della Roma e stella del calcio italiano, ha espresso tutta la sua vicinanza alla famiglia Esposito: “Il dolore per la perdita di un figlio – ha scritto il capitano giallorosso sul suo sito – è la cosa peggiore che possa accadere a un genitore. Da uomo e da padre do un abbraccio ai familiari di Ciro”. Anche altri azzurri di oggi e di ieri, come Lorenzo Insigne, Fabio Cannavaro, Pepe Reina e Dries Mertens, hanno dedicato attraverso i social network, un messaggio al povero Ciro.

Daniele De Santis trasferito all’ospedale Betolle di Viterbo

IL ROMANISTA IN LUTTO – Nella mattinata di oggi il quotidiano Il Romanista, in segno di lutto per la morte di Esposito è uscito con una prima pagina completamente nera. A piè di pagina poche righe con le dichiarazioni della mamma di Ciro, “Adesso in nome di mio figlio nessuna violenza. Giustizia non vendetta”, e dei parenti, “Chi ha gestito l’ordine pubblico deve pagare”. Il quotidiano poi scrive: “Mentre l’Italia pallonara si occupa di Prandelli e Balotelli noi siamo con le parole di Malagò: l’unico dramma è la morte di Ciro”. “È il momento del lutto, del silenzio, del rispetto. E che sia mantenuto sempre”.

Romatoday



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La Lazio incassa dalla precedente Europa League 9,5 milioni di euro

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La Uefa ha reso noti gli introiti ottenuti dalle squadre impegnate nell’ultima edizione della Champions League e dell’Europa League. Tra le italiane,la Juventus guida la classifica con un ricavo di 50 milioni di euro conquistati fra l’una e l’altra competizione. Il Milan – unica squadra del Belpaese approdata alla fase finale della massima competizione europea – vanta un bottino pari a 37,5 milioni, preceduto dal Napoli con 38,6 milioni (ottenuti tra Champions ed Europa League). Cifre decisamente più basse per la Fiorentina (8,2 milioni per i viola) e per la Lazio che incassa 9,5 milioni di euro. La compagine biancoceleste è stata protagonista di una buona fase a girone in Europa League – che ha chiuso con un secondo posto – poi ha visto ben presto sfumare i suoi sogni europei nei sedicesimi di finale: col Ludogorets quel 3-3 al ritorno, dopo la sconfitta dell’andata, sancì il passaggio del turno in favore dei bulgari. Ben più importanti le cifre per le big d’Europa, sul gradino più alto inevitabilmente il Real Madrid – vincitore della Champions – che si è guadagnato la fetta più grande dei ricavi con 57,4 milioni. Alle sue spalle il Psg – 54,4 milioni per i parigini – e l’Atletico Madrid.

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Morte Ciro Esposito, Lotito fa lo sciacallo :” Servono stadi sicuri “

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FINE LOTITO

“La morte di Ciro Esposito ci spezza il cuore. In questo giorno di lutto la Società Sportiva Lazio è vicina alla famiglia e ai suoi cari, cui va tutta la nostra vicinanza. Dopo l’ennesimo dramma consumato in occasione di un evento sportivo, è altrettanto opportuno che le forze politiche ed istituzionali s’incarichino ora di elaborare un pacchetto di misure affinché gli stadi tornino ad essere luoghi sicuri e di partecipazione positiva, lontani anni luce dai messaggi di odio e di vendetta,da cui la stessa famiglia di Ciro ha preso nettamente le distanze“. Queste le parole del presidente della S.S. Lazio, Claudio Lotito.

Ci saremmo volentieri risparmiati il “nostro” giudizio sul comunicato quotidiano, ma non si può proprio chiudere la bocca di fronte alla sfacciataggine di Lotito. Ormai va oltre ogni limite, supera la comune decenza. Non si tratta d’essere prevenuti, ma ravveduti: come si fa a invocare “misure” – cioè norme – delle istituzioni per “stadi più sicuri” nel giorno della morte di Ciro Esposito? Il presidente sa bene come gli scontri colpevoli del tragico evento siano avvenuti altrove: viale Tor di Quinto. Che c’entra quindi l’Olimpico? Sì, è il momento di pensar solo male.

Perché c’è il dolore di una famiglia, che non può certo essere strumentalizzato in questo frangente per parlare di “impianti di proprietà”. Tema che batte fortissimo nel cuore di questo presidente affranto. Non solo: dov’era Lotito il giorno dell’omicidio di Gabriele Sandri? Non riusciva a scrivere o dire nulla senza l’aiuto della pr Macchioni? E all’Agenzia delle Entrate, quando vennero massacrati i laziali? Se questo (quanto steso nell’ultima nota) era il modo in cui avrebbe parlato, rimpiangiamo il silenzio.

Cittaceleste.it



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La Nord risponde ai comunicati di Lotito :” Solo chiacchiere “

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Dinamo Kiev-Lazio, tifosi biancocelesti pronti ad Amburgo: settore ospiti sold out

libera la lazio curva nord laziali

Lotito ci riprova, ostinatamente e con l’ obiettivo di ricucire il rapporto lacerato con i tifosi. È indirizzato a loro, in particolare al settore più caldo, l’ultimo comunicato: «Abbandoniamo i rancori del passato anteponendo i colori biancocelesti e l’amore per la Lazio alle avversità emerse negli ultimi anni. Aiutiamo insieme la squadra: la Curva Nord torni a essere il dodicesimo uomo in campo». Per la prima volta, dunque, Lotito si rivolge direttamente al nucleo del tifo organizzato. 

La Nord per ora non indietreggia: «Questi messaggi non ci interessano. Le parole al momento non sono supportate dai fatti e noi aspettiamo ben altro», il pensiero degli ultrà, riportato da Repubblica questa mattina.

Cittaceleste.it



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Quando i colori sovrastano la persona

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ciro Sono passate poche ore dall’ultimo bollettino medico di Ciro, il tifoso napoletano brutalmente colpito da un colpo di pistola prima del match Fiorentina- Napoli (finale di coppa Italia svoltasi all’Olimpico).Il ragazzo è stato dichiarato clinicamente morto per via dei suoi peggioramenti (infezione polmonare). Lo staff di Since1900 va oltre i colori e si stringe alla famiglia di Ciro dando le nostre più sentite condoglianze.
Condoglianze che non vengono mostrati da tutti.
Chi naviga sui social network sa che ci sono troll o persone che vogliono farsi “grandi” lanciando segnali di razzismo (ognuno è libero di far ciò che vuole) e di infamità sulle persone morte. Ricordiamo tutti quando morì il nostro Gabriele Sandri, dove tutte le tifoserie del mondo si sono stretti alla famiglia di Gabbo ma ci furono dei piccoli focolari dove persone di “merda” insultavano la sua persona anche dopo la morte. Purtroppo ci sono persone che riescono a mettere la fede o l’etnia di una persona davanti alla vita. Ci son persone che esultano alla morte di Ciro così quando morì il nostro tifoso:
Ciro.
L’infamia delle persone a volte supera la loro intelligenza (il più dei casi). Con la speranza che certe affermazioni pubbliche o insulti verso chi non c’è più, vengano al più presto punite, noi ci auguriamo che il “Pallone” divenga una festa per lo sport e non una faida tra poveri.



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Academy, la Roma inizierà a Settembre

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as roma scuola calcio

Ma quale “Academy Bob Lovati”? Il progetto, presentato (a parole) il mese scorso a Formello, è solo sulla carta. E mentre la Lazio, o meglio Lotito e Tare, festeggiano qualcosa che non esiste (e chissà quando vedrà la luce), la Roma fa sul serio e dà vita alla sua scuola calcio.Bruciando, ancora una volta, i cugini biancocelesti. E vincendo, ancor prima che inizi il campionato, il suo secondo “derby estivo”. Il primo è stato quello della frequenza radio 100.7, perché i proprietari di VOXON Radiohanno deciso di togliere la frequenza alla Lazio (che l’aveva in affitto) e venderla alla Roma. L’esordio nell’etere è fissato per il 15 luglio. Un bello smacco per il presidente biancoceleste, per il diesse albanese e per Stefano De Martino, che non è soltanto il responsabile della comunicazione della Lazio ma anche l’editore della trasmissione “Lazio Style Radio”. Adesso, a breve (fine settembre), nascerà la prima scuola calcio della AS Roma 1927, nell’impianto “Giulio Onesti” dell’Acqua Acetosa. Il motto è “Indossa la storia”. E, in questo caso, non si tratta soltanto di uno pseudo-progetto, ma di una programmazione societaria, seria, che vuole realmente investire sul futuro e sull’immagine della squadra giallorossa. Che dopo la conquista del secondo posto in campionato, punta a vincere qualcosa di importante. La scuola calcio della Roma è riservata ai ragazzi nati dal 2003 al 2009. Le iscrizioni, a numero chiuso (che partiranno dal 30 giugno), sono subordinate ad un test di ingresso, effettuato da tecnici specializzati AS Roma, che determinerà il numero dei partecipanti. Per iscriversi al test occorre inviare una mail a scuolacalcio@asroma.it.

Nella Capitale ci sono due squadre. Una, la Lazio, affranta e abbattuta per colpa delle persone che la gestiscono, prigioniera del dispotico Lotito; l’altra, la Roma, che ha invece le idee chiare e che, con l’ingresso in società come partnership del calibro di Nike e Volkswagen, pensa sempre più in grande.

Conoscendo il permalosissimo presidente laziale è certo che avrà preso malissimo la notizia della scuola calcio giallorossa. Intanto, iniziano già a circolare le voci sul perché la scuola calcio biancoceleste, che esiste da molti anni, sia stata “spodestata” e spostata dall’Eur al campo “Gentili” alla Giustiniana. Lotito non avrebbe più pagato l’affitto dei campi.

E tanto per continuare a farsi del male arrivano anche le polemiche sul progetto-fantasma “Academy Bob Lovati” (tra l’altro, l’ex portiere, quando era ancora in vita, è stato cacciato da Formello proprio da Lotito stesso). “Non è stato mai presentato alcun progetto da parte della Lazio”. A sbugiardare  Lotito, è direttamente il sindaco di Formello Sandro Celestino, in un’intervista esclusiva rilasciata a “Città celeste”(http://www.dailymotion.com/video/x20614m_parla-il-sindaco-di-formello_sport). Il sindaco  ha anche aggiunto che si tratta di un progetto che, non solo va valutato tecnicamente, ma anche portato in Consiglio Comunale. Serve ancora, insomma, una delibera del massimo organo decisionale della città, che dovrà esprimersi con un voto”.

La realtà dei fatti, dunque, è che, ad oggi, non c’è nulla. Aria fritta servita su un bel piatto d’argento come fosse il progetto del secolo. Un college, una biblioteca, una sala studio, sei campi di calcio per i giovani. Parlava di questo Lotito come un qualcosa già avviato sulla strada giusta. Lo stesso Lotito che ha subito minacciato di querelare il sito che ha pubblicato questa notizia. Peccato però che su “Città Celeste” è stata pubblicata per intero l’intervista al sindaco Celestino e le sue parole non possono essere fraintese.

La frittata è fatta, anche se Lotito ha voluto contattare direttamente il sindaco di Formello ai microfoni di Lazio Style sulle frequenze, ancora per poco, di 100.7. “Costringendolo”a ridimensionare un pò le sue dichiarazioni. “Tra il Comune di Formello e la Lazio c’è grande sinergia. L’Academy è un progetto importante e stiamo collaborando per renderlo realtà”. Ma ormai, a credere al presidente, sono rimasti davvero in pochi.

ULTIMARIBATTUTA



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Il Sindaco di Formello gela Lotito :” Non ha presentato nessun progetto “

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academyROMA – “Un college, una biblioteca, una sala studio, sei campi di calcio per i giovani”, urlava al mondo Lotito lo scorso 26 maggio. Un anno prima alzava al cielo la Coppa Italia della storia. Un mese fa si beatificava con un trofeola nascita della “scuola della lazialità”, la prima in Italia – al momento trasparente. Benvenuti nell’Academy che non c’è: “No, non ci è stato presentato alcun progetto”, tuona il sindaco di Formello, Sandro Celestino. Ha incontrato Lotito, prima dell’inaugurazione, lo aveva pure diffidato dal presentare una struttura senza alcuna fondamenta: “Peraltro si tratta di un progetto che, non solo va valutato tecnicamente, ma anche portato in Consiglio Comunale. Serve una delibera del massimo organo decisionale della città, che dovrà esprimersi con un voto”, racconta in un’intervista esclusiva a Cittaceleste.it il primo cittadino.

RICHIESTA DI PARCHEGGI – Ma quale “prima pietra”. I lavori inizieranno davvero nell’estate del 2015? “A noi non hanno dato alcuna scadenza”. Non c’è traccia di piantine, ma solo un disegno nell’aria. Che potrebbe incontrare pure qualche scarabocchio: “L’aumento del carico sull’attuale centro sportivo non dev’essere un ostacolo alla viabilità e un problema per i quartieri intorno. Quando riceveremo la proposta di piano, dovremo ragionare sulle migliorie della circolazione attorno alla struttura, per evitare che gli abitanti di Prato Roseto e case Bianche siano ostaggio dei tifosi che parcheggiano ovunque, che – in occasione di partite importanti – impazzisca lo svincolo. In questo senso c’interessa il progetto perché deve contribuire a risolvere alcuni problemi”.

NIENTE VINCOLI AMBIENTALI – Per fortuna, nessun vincolo ambientale alla costruzione: “Il complesso sportivo della Lazio non è all’interno del parco di Veio – spiega Celestino – altrimenti, stando le norme di salvaguardia ambientali del Parco attuali, non sarebbe stato possibile immaginare uno sviluppo in termini di volumetrie, tribune e spogliatoi”. Si parla di una club house riservata a 35 giovani calciatori, che saranno sempre seguiti da uno staff di professori e istruttori qualificati. Un istituto in stile Premier (United, Chelsea, Arsenal, City ed Everton), di cui si vanta di continuo anche il ds Tare: “Una volta creata la struttura dell’Academy, punteremo sul bacino di Roma e dell’Italia”. Basta fughe, i talenti già volano felici a “Formello che non c’è”.

CITTACELESTE



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Lotito tende la mano ai tifosi :” Tornate ad essere il 12° uomo in campo “

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lotito

LOTITO

“È nel pieno interesse della società metter su una squadra competitiva in grado di ottenere grandi risultati. La dirigenza sta operando 24 ore su 24 sul mercato continuativamente e diversi obiettivi già sono stati centrati, dimostrazione di un nutrito impegno che vuole riportare il club ai massimi livelli in Europa. Eccolo l’ennesimo comunicato di Claudio Lotito, riportato da Repubblica.it. “Nei giorni scorsi – prosegue – ho lanciato un appello molto chiaro alla tifoseria: abbandoniamo i rancori del passato anteponendo i colori biancocelesti e l’amore per la S.S.Lazio alle avversità emerse negli ultimi anni. Spingiamoci oltre l’ostacolo, aiutiamo insieme la squadra a risalire la china. La Curva Nord  torni ad essere il 12esimo uomo in campo”.



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Dal 15 Luglio Lazio Style non trasmetterà più sui 100.7

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Addio 100.7, Lazio Style Radio si prepara a salutare la frequenza che l’ha ospitata sin dal gennaio del 2011. Sì, perché come riportato dal Messaggero, il 15 luglio è la data che segnerà la fine del matrimonio tra il club capitolino e l’ex Voxson Vintage Radio, comprata dalla Roma per 3,6 milioni. La Lazio si guarda intorno, valuta altre due frequenze su base regionale, ma c’è il rischio che la radio ufficiale dell’Aquila resti in silenzio per qualche giorno. “Dalla prossima settimana ci saranno novità che non voglio anticipare riguardo aspetti della comunicazione biancoceleste”, aveva dichiarato il 5 giugno scorso il Responsabile della Comunicazione per coprire le voci di un possibile scippo da parte della Roma della frequenza in cui trasmette Lazio Style Radio. Già, noi siamo stati i primi (sorvoliamo sui dati di ascolto…), ma per risparmiare la frequenza l’abbiamo presa in affitto fino al 2016. La Roma, invece, ha deciso di fare la radio e di investire seriamente, quindi ha bussato alla porta del proprietario della frequenza e si è di fatto comprata la frequenza, estromettendo la Lazio che, nella migliore delle ipotesi, diventerebbe affittuaria della Roma. Invece, pagate le penali previste dal contratto, i nuovi proprietari staccheranno la spina alla Lazio e da settembre sulla frequenza dei 100.7 a trasmettere sarà la Radio della Roma

A Roma si dice: “Attento a sputà in cielo, che poi te torna in faccia”. In realtà il detto originario è napoletano, ma poco cambia, perché il significato è sempre lo stesso. Ma lo capiscono in pochi a quanto pare, soprattutto dalle parti di Formello. Basta pensare alla storia di LAZIO STYLE RADIO, dipinto da anni come il fiore all’occhiello della società, che tra 20 giorni esatti sarà sfrattata dalla frequenza dei 100.7, perché i proprietari di VOXON Radio hanno deciso di togliere la frequenza alla Lazio e cederla alla Radio della Roma che farà il suo esordio nell’etere il 15 luglio, vincendo il primo derby della stagione. Un vero e proprio schiaffo in faccia a chi con fare borioso si vantava di aver inventato la Radio di proprietà, dopo la rivista e insieme alla televisione.

Ma perché la Lazio è stata sfrattata nonostante un contratto fino al 2016? Semplice, perché non pagava regolarmente. E questa volta Lotito c’entra ma solo in quanto presidente della Lazio e quindi responsabile della scelta fatta all’origine, ovvero appaltare di fatto tutta la parte editoriale della comunicazione della Lazio ad una società di Stefano De Martino. Già, perché il “loquace biondino” non è solo il “direttore” di rivista, televisione e radio ufficiale, ma è anche l’editore. La Lazio paga la sua società e lui deve pagare le spese. O meglio, dovrebbe. Sì, perché a quanto pare sarebbero stati proprio i ritardati pagamenti a consentire ai proprietari della frequenza in cui va in onda Lazio Style Radio a strappare il contratto (con la giusta causa della morosità), pagando una piccola penale. Questa è la realtà. La Roma, infatti, al contrario di quanto si era detto arrivando a parlare addirittura di “tentativo di scippo”, non ha acquistato la frequenza (i costi di una frequenza a Roma variano due 2 ai 3 milioni di euro), ma l’ha presa solo in affitto. Come ce l’aveva la Lazio.

Rilette oggi, fanno sorridere le dichiarazioni boriose rilasciate il 5 giugno scorso ai microfoni di Lazio Style Radio da Stefano De Martino il giorno in cui dalle colonne de “Il Tempo” fu annunciato lo sfratto che si consumerà il 15 luglio.

“Mi viene da sorridere se penso a come due anni fa fu accompagnata l’idea della radio ufficiale per un club; la Lazio è stata la prima società in Italia. Ripenso a ciò che mi dissero e dall’altra parte leggo la volontà di chi arriva secondo in un aspetto come questo. La Lazio ha anticipato questo importante tipo di percorso; mi compiaccio molto: significa che anche lì abbiamo anticipato i tempi dando soluzioni nuove, non può che farci piacere. Ma ovviamente i nostri nuovi disegni e progetti non li sveliamo oggi. La volontà però, è sempre quella di fare qualcosa di più rispetto al giorno prima, la volontà di migliorare e mai di tornare indietro, anche nel settore delle comunicazioni. Su quanto detto da ‘Il Tempo’ non aggiungo nulla, perché ci sono aspetti contrattuali che non mi permettono di farlo. Ma sicuramente ci saranno delle novità importanti. Se abbiamo fatto un gradino, c’è la volontà di farne altri due. Dalla prossima settimana ci saranno novità che non voglio anticipare, riguardo aspetti di comunicazione. Poi, beh, immagino che dopo la sconfitta di ieri del derby(quello Primavera, ndr)vengano usate delle sfumature giornalistiche particolari… Ma non c’è bisogno tranquillizzare il popolo biancoceleste, arrivai nel 2008 e abbiamo iniziato un percorso che è solo a metà di quanto previsto. Oggi la priorità è il mercato, una prima squadra da costruire dopo una stagione deludente per il piazzamento. C’è una grande volontà nel fare questo, lo abbiamo sottolineate a questi microfoni. Anche se dall’esterno spesso può sembrare che si preferisca tralasciare certi aspetti per incensarne altri, mi sembra che in questi due anni abbiamo mantenuto un buon equilibrio.

Noi siamo i più fichi, noi siamo arrivati primi, noi famo, noi dimo… BLA, BLA, BLA. La realtà è che di settimane da quel giorno ne sono passate quasi tre, che l’unica novità che si è vista a livello di comunicazione nel mondo Lazio è stata l’avvento sulla scena di Monica Macchioni, la guru scelta da Lotito per rifarsi l’immagine. Con De Martino sparito o quasi dalla circolazione. Prima li scriveva lui i comunicati di Lotito, ora li scrive una professionista del settore, che ci azzecca poco o niente (anzi, assolutamente nulla) con il mondo del calcio e il linguaggio che può far presa sui tifosi (specie su quelli laziali che oramai vedono Lotito come il nemico numero uno della Lazio). E se possibile questo è un ulteriore schiaffo per il loquace e borioso biondino, che con questa storia della radio ha mandato su tutte le furie Lotito, che di tutto aveva bisogno in questo momento meno che di un danno d’immagine e di un assist fornito a chi contesta lui e la gestione della società. Perché se  vero che non è colpa di Lotito se la società di De Martino non ha pagato regolarmente i proprietari della frequenza su cui trasmette Lazio Style Radio, è altrettanto vero che a scegliere di affidare al“biondino” l’appalto dell’intero progetto editoriale targato Lazio è stato Lotito.

Comunque, Lazio Style Radio non morirà. Forse sparirà per qualche giorno in attesa di trovare una nuova casa, ma il danno è stato comunque fatto, perché farsi soffiare dalla Roma la frequenza  usata dalla radio ufficiale (nata nel 2011), non è certo una bella immagine per chi si vanta di aver creato un grande progetto editoriale arrivato solo a metà dell’opera. E c’è poco da vantarsi comunque di questo progetto, perché a livello di numeri e di entrate i dati sono disastrosi. La rivista non arriva a 100 abbonati (si, avete letto bene CENTO…), il canale su SKY sta perdendo abbonati (perché ancora prima di disdire per protesta contro la società il pacchetto calcio i tifosi hanno disdetto il pacchetto LAZIO STYLE CHANNEL) a rotta di collo e la Radio a livello di entrate pubblicitarie faticava a mantenersi in vita. Tanto è vero che i ritardati pagamenti avrebbero portato poi allo sfratto.

Ma visto che chi va con lo zoppo impara ben presto a zoppicare, come Lotito anche De Martino si guarda bene dal fare pubblicamente un “mea culpa” per questo schiaffo in faccia che ha fatto prendere alla Lazio dalla Roma. No, meglio provare a buttarla in caciara, vantarsi di un derby Primavera vinto, parlare di “mercato come priorità della società” per gettare fumo negli occhi, visto che quello che riguarda la costruzione della Lazio squadra del futuro ci azzecca come i cavoli a merenda con la situazione attuale e il destino futuro di Lazio Style Radio. Per il semplice motivo che, come dicevamo all’inizio, il progetto editoriale della comunicazione Lazio è stato dato in appalto ad una società di proprietà di De Martino. Quindi è lui in prima persona che deve rispondere di quello che succede con televisione, radio e rivista. Non Lotito e la Lazio. Perché è troppo facile pretendere di prendersi tutti i meriti se e quando le cose vanno bene e poi scaricare su altri le responsabilità quando le cose vanno male o buttarla in caciara come è stato fatto quando si è sparsa la voce dello sfratto di Lazio Style Radio. Perché prima o poi, tutto torna indietro. Anche e soprattutto gli sputi lanciati in aria…

LALAZIOSIAMONOI E LAZIOMILLENOVECENTO



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Klose non s’accontenta :” Ronaldo, ti supero “

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KLOSESono passati due giorni, da quella zampata. Ma il mondo è ancora inchinato, in doveroso omaggio. Lui invece ha rimesso la testa a posto, dopo essere tornato a vedere il mondo capovolto. Una capriola, la quindicesima in un Mondiale. Record di Ronaldo? Raggiunto. Ora, non rimane che staccare il Fenomeno. Miro Klose si gode un bottino storico, è lui l’uomo del momento. Ma non si adagia sugli allori, non l’ha mai fatto. Guarda avanti, il panzer. Da questa Coppa del Mondo chiede di più: “Voglio segnare almeno tre gol. E poi vincere la coppa con la sua Germania, ovvio. Il sito ufficiale della Federcalcio tedesca ha intervistato il campione tedesco della Lazio, tanti gli spunti interessanti che vi proponiamo integralmente.

Hai eguagliato il record di Ronaldo: quanto conta per te aver centrato questo traguardo?
Chi mi conosce sa che negli ultimi mesi il mio primo obiettivo era disputare la mia quarta Coppa del Mondo. Ho alle spalle un anno complicato, in cui ho affrontato parecchie difficoltà. Aver raggiunto questo obiettivo è una grande conferma per me. Il fatto di aver eguagliato anche questo record, naturalmente, è una soddisfazione in più. Venti partite, 15 gol: non male. Più dei miei obiettivi personali, per me conta la squadra. Se posso aiutare i miei compagni, ci sono sempre.

Questo record ti rende già soddisfatto?
Assolutamente no. Il mio obiettivo è di essere lì in testa da solo. Non ho ancora completato l’opera, mentirei se dicessi il contrario. Sono un attaccante, per questo voglio sempre segnare. E naturalmente cercherò di mantenere questo record il più a lungo possibile. So quanti attaccanti talentuosi ci sono in giro, ma so anche quanto sia difficile raggiungere questi obiettivi, proprio per il livello che caratterizza i Mondiali.

Che traguardo vuoi fissare al termine dei Mondiali: 16, 17, magari 18 gol?
Prima di una competizione così importante, un attaccante si ferma un attimo e pensa a quali obiettivi poter raggiungere. Prima del Mondiale mi sono ripromesso di segnare almeno tre reti. Se poi dovessero essere di più, non mi dispiacerebbe!

Chi potrebbe insidiare il tuo record è Thomas Müller…
Assolutamente sì. Vedo Thomas ogni giorno e mi rendo conto delle qualità che ha. Senza ombra di dubbio ha tutto quello che serve per segnare altri gol. Ha la fortuna di essere sempre in forma in questi tornei. È davvero un grande attaccante.

Raccontaci il tuo goal contro il Ghana…
Ero appostato lì per sfruttare l’angolo. Prima ho pensato di andare di testa, ma poi qualcosa mi ha detto di muovermi e andare sul secondo palo. Questo istinto mi ha portato fortuna, perché poi in quella zona è arrivato il pallone. Devi avere il fiuto per capire dove potrà arrivare il cross. Ho intuito dove posizionarmi e non sono andato oltre la linea dei difensori.

A cosa hai pensato quando sei entrato in campo?
A nulla. Ero ottimista, perché sapevo che avremmo ottenuto in un modo o nell’altro quel gol. Abbiamo avuto la nostra possibilità e l’abbiamo colta.

Avevi già deciso di festeggiare con la capriola?
No, tutto è stato spontaneo. Non so cosa mi abbia spinto a farla. Avete anche potuto vedere quanto fossi del tutto fuori allenamento…(ride, ndr).

Puoi spiegare perché spesso gli attaccanti fanno meglio in Nazionale che nelle squadre di appartenenza?
Faccio parte di una squadra, quindi se gioco bene è merito dei miei compagni. Molti obiettivi li ho raggiunti solo perché avevo una buona compagine alle spalle. È tutto determinante, non basta solo il fiuto del gol. Per un attaccante è fondamentale la qualità dei giocatori che ti sono vicino.In Nazionale di qualità ce n’è tanta.

In questa Coppa del Mondo si sono visti già tanti gol. È il torneo degli attaccanti?
Sì, credo si possa definire così. Abbiamo già visto tante segnature, forse perché le temperature sono veramente proibitive, si spendono molte energie. Per un difensore diventa estremamente difficile marcare un attaccante che entra al 60′ o al 70′, che ha ancora tante energie.

Come valuti il torneo della Germania ad oggi? Disillusione dopo l’euforia? Oppure quattro punti dopo due partite è un bottino abbastanza soddisfacente?
Il nostro obiettivo è sempre quello di ottenere tre punti e vincere il girone. Affrontiamo ogni partita con questa ambizione, ma è ovvio che non possiamo vincere ogni partita 4-0.

Nel 2010 avevi affermato che quello sarebbe stato il suo ultimo Mondiale. A quanto pare ti sei sbagliato. Sei proprio sicuro che questa sarà la tua ultima Coppa del Mondo?
Sono sicuro (ride, ndr). Questa volta lo sono davvero. Nel 2010 ero sincero, non avrei mai pensato di arrivare in Brasile quattro anni più tardi. Ma nel calcio gli anni passano in fretta, quando al termine della stagione c’è un Europeo e o un Mondiale, subentrano motivazioni extra. È stato così per questi Mondiali, ma nel 2018 non ci sarò, è impossibile.

Quale è il gol più importante, dei 15, che hai segnato?  I più importanti sono i due che ho fatto contro l’Argentina nel 2006. Erano i quarti di finale, si giocava all’Olympiastadion di Berlino.

Lascerai il Brasile con malinconia, qui muoverai i tuoi ultimi passi sul grande palcoscenico…
Adesso vogliamo vincere contro gli Stati Uniti, poi inizierà la fase a eliminazione diretta. In queste partite tutto può succedere. Cercherò di godermi ogni secondo, e se andrà bene, avrò altre opportunità. Non siamo ancora alla fine, il Mondiale è appena iniziato.



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De Martino sulla contestazione :” Prevarrà l’amore per i nostri colori “

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Ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7 è intervenuto il responsabile della comunicazione della Lazio Stefano De Martino. Queste le sue parole.

Su Basta
È arrivato un bel giocatore, importante, che si è fatto valere in questi campionati disputati in Italia. Lo accolgo con grande entusiasmo, abbiamo pranzato insieme a lui e Tare e sembra davvero un ragazzo con le idee chiare e sa di essere arrivato in una società importante come la Lazio. Nei suoi occhi ho visto la consapevolezza e la voglia di fare bene. Le formalizzazioni verrano fatte con i tempi e con i modi di una società quotata in borsa. Poi verrà formalizzato e presentato in conferenza stampa. Fino a che non viene formalizzato il contratt0 non possiamo far parlare nessuno. Non è intervenuto nemmeno da noi e avremmo potuto farlo.

Sul mercato
Sarà lungo, interessante e abbiamo tanti spunti che stiamo seguendo.

Su Candreva
Lotito è  stato chiaro nei comunicati rilasciati. Candreva non è sul mercato, lo abbiamo riscattato e non abbiamo intenzione di metterlo sul mercato. Ovviamente nel calcio tutto può accadere ma il presidente è stato piuttosto chiaro. La chiarezza è stata fatta, era necessario farlo, ma ovviamente si accavalleranno tante voci su tanti giocatori fino alla fine del calciomercato. Ricordo, però, quando venne acquistato: accadde il putiferio, tutti dicevano che avevamo preso un brocco e il giocatore fu massacrato, ma non dai tifosi, dalla stampa. Ricordo che ebbe problemi addirittura a entrare a Formello e già allora dissi che serviva equilibrio, è necessario dare a tutti il tempo e la possibilità di mostrarsi e far vedere chi è. Candreva venne massacrato quando arrivò a Formello, ma i tifosi lo hanno preso per mano e lui è esploso.

Sul ritiro
Ci sarà il ritiro sui Lazio Style Channel e sarà pubblico per i nostri utenti. Sarà il settimo anno consecutivo che andiamo ad Auronzo e i tifosi potranno viverlo per intero dalla mattina alla sera, comprese le amichevoli che saranno esclusive nostre. Sarà un’estate movimentata, la Lazio girerà e sarà seguita dalla tv. Ci sarà anche la presentazione della squadra quest’anno, a breve saremo più chiari. Tutto il sistema dell’anno scorso verrà ripresentato ma ci saranno un paio di novità in più. Ci sarà la possibilità di seguire in maniera più massiccia il ritiro dei calciatori: saremo un po’ come il Grande Fratello, entreremo nelle stanza dei calciatori. Ci sarà anche tanta curiosità  per il nuovo allenatore. Speriamo di dare quasi tutta la rosa della prossima stagione a Mister Pioli per la partenza del ritiro

Sui tifosi e sulla possibilità ricucire lo strappo con la società
Dico da sempre che vorrei equilibrio e vicinanza tra la squadra e i tifosi. Ma ho fiducia nei nostri colori, che possono essere il minimo comune denominatore e riavvicinare i tifosi. Ma ora parliamo di altro, guardiamo al mercato e poi vediamo

 Sugli abbonamenti
Marco Canigiani interverrà in settimana per dare tutti i riferimenti del caso, partirà a breve e ci saranno importanti novità, di diverso genere.

Su Pioli
Mi è sembrato un uomo convinto  che ha tanta voglia di fare bene con i risultati. Il contratto di un anno denota la voglia di fare bene, è convinto di farlo e di essere arrivato in una grande squadra. Ha voglia di cominciare un’avventura così importante in una piazza davvero difficile come quella romana. Ha tanta voglia di riscatto dopo la sua stagione a Bologna, ma è difficile fare paragoni, sono situazioni diversissime. Un allenatore che arriva per me è un allenatore che inizia la sua carriera in quel momento. Vorrei solo che si aspettasse nel dare giudizi su chiunque, penso a  Candreva che venne massacrato quando arrivò a Formello, i tifosi lo hanno preso per mano e lui è esploso. Da questo dobbiamo capire che serve equilibrio. Aspettiamo e poi diamo giudizi, per lui e anche per tanti altri giocatori che hanno avuto poco spazio quest’anno

Ci sarà un museo nell’Academy?
Si, anche se non c’è nel progetto divulgato. Da parte nostra c’è volontà e disponibilità, all’interno dell’Academy ci saranno tante opportunità del genere. E sarà un museo ricco perché la Lazio ha dei passaggi storici unici anche rispetto a tante europee

Sulla guerre delle frequenze della radio Lazio e di quella della Roma
Non posso dare contenuti rispetto a fattori contrattuali che le legano ad altre. Lazio Style Radio è nata due anni fa tra li scetticismo generale ma rivendico questa scelta, la società deve avere uno strumento per dire le cose, anche se ognuno è libero di ascoltare chi vuole

Sul rinnovo di Klose
Può ancora dare tanto. La sua statura professionale è fondamentale, i ragazzi della Primavera mi dicono che una sua parola li motiva con una forza incredibile. La presenza di Klose è fondamentale per la crescita dei giovani della Primavera

LAZIONEWS



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