Tutti a San Pietro. Vedere più di ottomila laziali alle nove di mattina, con le difficoltà economiche di questo periodo, è impressionante. La giornata non inizia alla grande perché parcheggiare a San Pietro è veramente una mission impossible. Ma tutto ciò non ferma l’euforia del tifoso laziale che, nonostante i trenta gradi, si incammina con fierezza verso la sala Nervi. Ore 9:00, il presidente della polisportiva, nonché organizzatore, Antonio Buccioni introduce il filmato della storia del centenario biancoceleste, divisa in due parti. Immagini toccanti che ci ricordano questo amore unico. Finita la prima parte Pino Insegno, accolto da molti applausi e pochi fischi, introduce Enrico Lenni con la sua “Caput Mundi”. Verso le 10:00 ecco l’immancabile Toni Malco con il nostro amato inno. Nella terza ed ultima parte ci viene mostrato un ultimo video riguardante tutte le sezioni della polisportiva. Ore 11:00, forse il momento più commovente per noi laziali con il ritorno della voce del grande Franceco Scarcelli, e poi con Delia Donati che naturalmente canta le canzoni del nostro Aldo. E’ mezzogiorno, è arrivato il momento, tutto il popolo biancoazzurro in piedi. Arriva Sua Santità, che si mostra subito disponibile salutando tutti per poi mettersi seduto ed ascoltare il discorso del presidente Buccioni. Con un rumore di festa Papa Bergoglio pronuncia parole sante sottolineando soprattutto l’importanza di ogni singolo sport. Anche per chi non crede quest’uomo fa impressione, le parole non sono mai banali e spesso commoventi. Quest’udienza non si potrà dimenticare, l’ennesima dimostrazione dello spettacolo che attraverso la concordia possiamo creare. Continuiamo così e nessuno potrà fermarci.
La notizia arriva tramite il portale telegrafa.nl e ci porta in Olanda: durante un allenamento Wesley Hoedt, difensore dell’AZ Alkmaar che da luglio sarà a tutti gli effetti un giocatore della Lazio, avrebbe colpito con un pugno il suo compagno di squadra e centrocampista Steven Berghuis dopo una discussione.
A calmare gli animi sembra averci pensato l’allenatore della squadra olandese, John Van den Brom: in conferenza stampa ha chiarato che “subito dopo l’accaduto è tornato tutto alla normalità e i due si sono stretti la mano, sono cose che accadono almeno un paio di volte a stagione e nei periodi di maggiore tensione, ma tutto alla fine si è risolto in una stretta di mano tra i due”.
Chissà se questo nervosismo sia anche dettato dalla diminuzione di interesse verso la squadra che lo ha fatto esplodere in un solo anno di Eredivisie da titolare in favore dell’imminente approdo nella Capitale, nella prima squadra romana… di certo non è un bel momento in Olanda per Hoedt, dopo le numerose critiche e i tanti fischi ricevuti dai propri tifosi per l’infortunio subito al ginocchio che lo ha lasciato fuori dal campo per ben 3 settimane.
Durante Since1900 WebRadio, Giuseppe Di Lauro ha ospitato e intervistato Stefano Greco; per tutti coloro che si sono persi la puntata e si sono persi questo momento, riproponiamo le sue parole.
Stefano come hai visto la partita di Bergamo?
Difficile perché contro di noi non si scansa nessuno come giusto che sia, cosa che non sta succedendo su tutti i campi, l’Atalanta aveva bisogno di questo punto, come abbiamo visto il Cagliari ha vinto a mani basse con il Parma e per forza di cose la Dea doveva tenere a distanza i sardi e di conseguenza ci siamo trovati un avversario che per l’ennesima volta aveva molto da giocarsi e giustamente è venuto fuori un 1-1. Abbiamo cominciato a giocare come sappiamo fare ultimamente e loro si sono meritatamente portati a casa un punto, resta il rammarico perché con un pizzico di attenzione, un pizzico di cattiveria in più sotto rete si andava in vantaggio e magari veniva fuori completamente un’altra partita, ma il calcio è anche questo, con il Parma riesci a fare 3 goal in giro di 6 minuti mentre con l’Atalanta hai tre occasioni da goal davanti al portiere e, la bravura del portiere mista alla sfortuna e a un minimo di ingenuità, non riesci a fare goal e quindi ti complichi la vita.
Secondo te è mancato più un terminale offensivo come Klose oppure anche De Vrij? Visto che dietro è da un po’ di settimane che stiamo cominciando a ballare, per esempio Radu non sta facendo una grande stagione, anche lo stesso Mauricio che sembra che senza De Vrij va in difficoltà.
Senza De Vrij chiunque va in difficoltà, anche quando toglievi Nesta l’altro centrale andava in difficoltà perché comunque parli di gente sopra la media, e quando non c’è si fa sentire. Mauricio è un onesto giocatore ma non è niente di che e lo stesso discorso accentuato per Ciani che guarda solamente il pallone come per l’occasione del goal, non è detto che con De Vrij non avrebbe segnato lo stesso Biava… e se non lo prendi, come era successo nelle altre partite, avevi vinto sia la partita con il Chievo che con l’Atalanta e oggi si sarebbe fatto un discorso completamente differente.
Domenica ritornerà anche Klose. Si rischiano gli spettri del 2011 e 2012 visto che la Lazio, rispetto a Roma e Napoli, sembra avere un calendario difficile. Cosa ne pensi?
Non vedo analogie con quelle stagioni perché all’epoca la Lazio era completamente cotta facendosi rimontare, adesso è la squadra che ha rimontato, ha più solidità e ha più gioco, poi ci sta che in quattro scontri diretti le cose possono andare male, nella logica delle cose non ci si doveva ridurre forse alle ultime quattro giornate o, quanto meno, si doveva mettere da parte un piccolo tesoretto ma per quel mi riguarda la stagione resta ugualmete positiva indipendentemente da come finirà, perdere la Champions all’ultima giornata potrebbe essere una beffa ma il Napoli potrebbe arrivare in finale di Europa League, vincerla e l’ultima partita proprio contro di loro diventerebbe una passeggiata di salute.
Hai organizzato per il 14 maggio una festa per la Lazio più vincente della nostra storia: sappiamo che ci sarà Cragnotti, sai dirci chi ne farà parte tra staff e giocatori e come verrà strutturata la serata?
Innanzitutto l’evento sarà al Pala Atlantico di Roma, la location non è indifferente, è un teatro bellissimo che si presta a un evento del genere avendo un palco fantastico, e posso dirti chi non ci sarà sicuramente Matias Almeyda, Juan Sebastian Veron e Marcelo Salas per motivi di spostamenti, essendo impegnati tra ruoli dirigenziali e squadre di club sudamericani, anche Attilio Lombardo ha detto di no perché allena lo Schalke 04 con Di Matteo.
C’è un calciatore che non partecipa mai alle iniziate della Lazio: Pavel Nedved. E’ stato invitato?
Nedved è stato invitato ma non ha ancora risposto, conoscendolo non credo che verrà ma se cambiasse idea sarei contento. Abbiamo invitato anche la Lazio di oggi perché è giusto che ci debba essere, per come la vedo io, poi sta a chi è stato invitato decidere di venire o no, per quel che riguarda i giocatori la risposta è stata ottima.
Ma parli dei giocatori del giorno d’oggi?
No quella del 2000, per quella del giorno d’oggi non ho ricevuto nessuna risposta, e dubito che ne riceverò, ho invitato Lotito come rappresentate della società, Pioli e un giocatore a scelta da parte loro. Non ci è stato mandato neanche un no per declinare l’invito e non mi stupisco, non mi creo problemi, è una cosa fatta per creare un cordone fra quella squadra e questa di oggi però ognuno decide come preferisce, se si vuole isolare si isola, chi vuole partecipare partecipa. Io sono molto contento della risposta da parte dei giocatori del 2000, alcuni hanno accolto con un entusiasmo quasi commovente come Couto, che ha detto di sì senza sapere neanche se doveva venire a Roma per una partita o solamente a partecipare a una serata, l’ha scoperto tre giorni fa quando ha chiesto se doveva portare gli scarpini o se al materiale avremmo provveduto noi. Questo è il tipo di risposta che ti riempie d’orgoglio! Questa idea è nata in un pranzo con Cragnotti e Guido Pagliari, dato che questa squadra non era mai stata festeggiata in tantissimi anni; con ciò voglio specificare che non si tratta di festeggiare il 15imo anniversario dello scudetto ma creare un evento, in quello stesso giorno di 15 anni fa. Quindici anni non è un evento, lo può essere i 10 anni, i 20 anni, i 30 anni, i 40 anni o i 25 anni se fosse una sorta di giubileo biancoceleste, è stata scelta quella data per fare un collegamento, ma non è assolutamente una serata nostalgia o l’anniversario di uno scudetto, bensì una festa per ringraziare un gruppo che ha portato la Lazio ai vertici del calcio mondiale e per abbracciare i giocatori della squadra più vincente degli ultimi anni nel calcio romano, in ultima battuta per far vedere dal vivo giocatori che non si vedevano da tempo, forse perchè assenti l’anno scorso a “Di Padre in Figlio” per impegni con altre squadre.
Ovviamente non dirai sì o no, ma personalmente mi auguro di vedere Sven Goran Eriksson.
Non farò i nomi di chi parteciperà per scaramanzia, ma posso dirti che Eriksson è disperso in Oriente e non riusciamo a rintracciarlo, neppure tramite il figlio o attraverso la sua ex compagna. Sicuramente parteciperà Luciano Spinosi e, se riesce a disdire un appuntamento in Friuli, sarà presente anche Dino Zoff. Verranno anche i massaggiatori, personale dello staff, ci sarà Gabriella Grassi, Pulici, D’Amico e Oddi che premieranno i giocatori poiché fanno da trade union fra primo scudetto e il secondo. In più, la presenza di direttori importanti come Mimun, Mazza e Maffei, tifosissimi della Lazio. A premiare Cragnotti ci sarà una sorpresa legata al passato della Lazio di cui la presenza farà felice molti laziali.
Quel giorno del 14 maggio del 2000 quanto ci credevi? E dov’eri?
Io credevo allo spareggio, anzi diciamo che prima della partita qualcuno ci aveva dato più di qualche sicurezza in merito, mi sentivo abbastanza rilassato su questo aspetto. Poi quando ha segnato Calori non ero più rilassato perché passare dallo spareggio all’assaporare addirittura la possibilità di vincere lo scudetto, in una giornata che nessuno pensava di poterlo vincere, ha creato un clima di tensione tale all’interno dello stadio che chi l’ha vissuta non potrà mai dimenticarla per tutta la vita.
Tornando all’evento, se un tifoso volesse acquistare un biglietto dove deve andare?
I tifosi possono rivolgersi: a tutte le ricevitorie “Ciao Tickets” e sul sito per l’acquisto online, su www.campionipersempre.it dove sono presenti le liste delle ricevitorie accereditate, oppure il giorno stesso presso il botteghino del Pala Atlantico.
Stadio Flaminio, proposta di riportare le romane nell’impianto
Strana proposta del M5S quella di chiedere alla Roma di ristrutturare lo stadio Flaminio al posto di costruire la “casa di proprietà” a Tor di Valle.
La struttura in questione, stando alla storia, è un luogo biancocelste dove la prima squadra della capitale ha vissuto momenti di gioia e momenti di buio, un vero tempio di culto per chi ha la fede biancoceleste nel cuore. Lo stadio attualmente è in stato di abbandono e la proposta del movimento di Grillo è quella di riqualificare l’area portando una delle due romane nella struttura. La voce è circolata sul web a macchia d’olio ma subito è stato messo in chiaro che la proposta non vale solo per la Roma ma anche per la Lazio: «ll bando sullo Stadio Flaminio serve a riqualificare l’area: cosa ci sarebbe di meglio se non lo spostamento della Roma al Flaminio, con un lavoro sicuramente meno complesso di Tor di Valle, che riporterebbe l’impianto a essere cuore della zona e della città. Sappiamo che le due squadre stanno lavorando per avere uno stadio di proprietà, quindi evidentemente non sarebbe la soluzione definitiva per Roma e Lazio, ma sarebbe adatto almeno a risolvere uno dei due problemi. La nostra proposta non è indirizzata solo alla Roma, sia chiaro: è evidente che ora si parli prevalentemente dello stadio della AS Roma, perché a giugno dovrebbe essere presentato il progetto definitivo. Per questo abbiamo scritto la lettera aperta al Presidente Pallotta, non per escludere Lotito e la Lazio».
La Lazio si appresta ad affrontare lo sprint finale con delle partite che sono molto ardue e che potrebbero far capire quanto sia maturata la squadra di Pioli grazie ai suoi metodi. Domenica all’Olimpico ci sarà l’Inter di Mancini ma la banda biancoceleste avrà come supporto il dodicesimo uomo in campo. I tagliandi staccati sono già 17.000. Canigiani ha fatto un punto della situazione ai microfoni di Lazio Style: “Siamo a 17 mila biglietti venduti, è un numero interessante per domenica sera. C’è la possibilità fino a domenica sera, ovviamente, per acquistare il proprio biglietto. Sono ancora disponibili tutti i settori, ed è attiva la vendita online. La corsa della Lazio non è finita, quindi c’è bisogno del supporto di tutti, stringiamoci insieme alla squadra andando allo stadio. Dalla prossima settimana verranno messi in vendita i biglietti per il Derby. Ma la Tevere subirà delle limitazioni, quindi vi rinnovo l’invito per acquistare il mini abbonamento che permette l’accesso in Tribuna Tevere per Lazio-Inter e Lazio-Roma. Come prezzi, prevede un piccolo risparmio economico, al contrario dell’acquisto di due biglietti presi singolarmente. Il mini abbonamento si potrà acquistare fino a venerdì 8 maggio. Per la finale di Coppa Italia siamo intorno ai 15 mila biglietti venduti, la vendita procede. Dal giorno 11 maggio, partirà la terza fase di acquisto per i tifosi, con una modalità di vendita più aperta. Dobbiamo comunque attendere il risultato europeo della nostra avversaria, la Juventus, perché si potrebbe giocare tutto, derby e finale, nel giro di una settimana”.
La Lazio centra l’obiettivo Europa matematicamente
La Lazio di Pioli ha centrato l’obiettivo stagionale prefissato ad inizio campionato. Dopo un anno di assenza la squadra biancoceleste tornerà a mostrare il suo calcio nel continente europeo. La qualificazione matematica è avvenuta grazie alla sconfitta del Torino contro l’Empoli tagliando fuori la squadra Torinese dalla corsa e qualificando matematicamente la prima squadra della capitale.
Non finisce qui, con il centro stagionale Pioli verrà automaticamente “rieletto” mister della panchina laziale. Nel suo contratto c’è una clausola che in caso di accesso europeo, il suo contratto si prolungherà fino al 2017 con un opzione al 2018, aumentando il suo ingaggio ad un milione di euro dai 500 mila attuali. Per ora l’obiettivo era l’europa league ma stando alla classifica si lota per entrare nella competizione per le grandi,solo a fine campionato si tireranno le somme ma stando ai fatti il centro è stato colpito ed affondato, poi in caso di promozione in Champions League sarà la ciliegina sulla torta in questa straordinaria stagione che ha reso protagonista Stefano Pioli, un’allenatore che ha sempre allenato squadre medio\piccole, soprannominato come il mister salvezza o allenatore di serie B portando una squadra allo sbando (La Lazio di “Ieri”) a grandi livelli
72 partite, 14 gol, un campionato, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Supercoppa Europea con la maglia della Lazio, una carriera con trionfi in Europa e America.
Adesso è il presidente dell’Estudiantes, dopo una parentesi da Direttore Sportivo, ma quando tra i laziali pronunci il nome di Juan Sebastian Veron si scatenano sentimenti di emozione e di ricordo, ricordi di una Lazio che era e che tanto ha dato negli ultimi cinque anni dell’era Cragnotti, uno dei tanti archi nella freccia di Eriksson e da scoccare quando si trattava di un calcio di punizione in alternativa al cecchino Mihajlovic.
A distanza di quasi 10 anni, quando lasciò l’Europa per tornare in patria, la Brujia sta meditando l’ipotesi di un torneo a La Plata con le squadre dove ha dato e ricevuto tanto in carriera: “Più che un match di addio abbiamo in programma di portare qui le squadre in cui ho giocato. Sarebbe stupendo poter ospitare il Manchester United, l’Inter e la Lazio”.
Per noi, se coronasse questo sogno, non sarà un torneo qualunque, ma un riconoscimento importante per un uomo e un calciatore importante che ha fatto tanto per il calcio mondiale e, in casa nostra, per la prima squadra della Capitale.
Melandri:”Ilievski parla per convenienza,le pene nel suo paese sono inasprite”
L’interrogatorio di 5 ore dello zingaro sta facendo scalpore, giornali e giornalai non fanno altro che parlare di Mauri, così radiosei ha contattato l’avvocato Melandri per far chiarezza sui fatti. “Questi sono tutti comportamenti che le procure devono evitare. Se il nostro codice di procedura penale è costruito con delle regole è perché il giudice non deve subire condizionamenti. Io non posso pensare che il giudice non apra un giornale… l’informazione deve essere corretta, ci si deve limitare al fatto di cronaca. Come al solito siamo arrivati a maggio ed escono sui giornali nuove piste per poter parlare di calcio nelle aule e non di calcio giocato. Ci siamo abituati, ogni volta si parla di svolta nell’inchiesta e invece si torna alle stesse identiche circostanze. L’ordinanza di custodia cautelare aveva all’interno l’intervista fatta ad Ilievski in cui negava di aver conosciuto Mauri e in cui diceva che c’erano anche altri soggetti. Sempre all’interno c’è l’intercettazione in cui Ilievski chiama il giornalista lamentandosi di aver riportato cose non vere. La verità processuale sta nei riscontri che ci sono agli atti dell’ordinanza. Che oggi si venga a raccontare una storia diversa lascia perplesso e lascia perplesso che ci siano ancora persone che gli credano”. “Quelli che erano riscontri oggettivi oggi invece vengono superati dalle dichiarazioni di un coindagato che riferisce sempre la stessa cosa. Mauri, se ricordate, ha sempre detto di aver visto Zamperini per il tempo necessario alla consegna dei biglietti. Sicuramente non c’è stato il tempo necessario per architettare tutta l’organizzazione della partita, questo è poco, ma sicuro. Mauri, inoltre, ha sempre detto che fa fotografie con molta gente, ma ha sempre dichiarato che non gli è stato presentato tale Ilievski. I telefoni di Mauri sono stati controllati, addirittura hanno fatto un incidente probatorio sui dispositivi elettronici, e non ricordo altro processo in cui succede questo, e non è stato trovato nulla quindi più di questo non so cosa altro si voglia. Vi ricorderete che tutto il processo fu fatto sui riscontri delle celle telefoniche e non vi è traccia di una chiamata Mauri-Milanetto. Sono stati contestati i contatti con Aureli e non viene contestata quella con Milanetto? Io credo che nei confronti di Mauri sia stata svolta ogni tipo di indagine, sono stati toccati anche gli affetti più cari e nulla è emerso. Il Tribunale Sportivo lo ha condannato per il suo rapporto con Zamperini in quanto non poteva non sapere e a questo ci dobbiamo attenere. Detto questo non c’è uno straccio di prova che possa ricondurre a lui. Se poi la procura vuole tenersi le parole di uno che è stato latitante per 4 anni, che pare, da quello che dicono i giornali, sia venuto in Italia perché le pene sul fixing in Montenegro sono state inasprite… Vedrei questa collaborazione nell’ottica della convenienza, la prenderei con le molle. Attendiamo un confronto con la Procura all’interno delle aule di Tribunale perché è lì che devono farsi i processi”.
La versione di Stefano Mauri è sempre la stessa. “L’unico confronto che c’è stato con la Procura di Cremona risale a tre anni, al momento dell’arresto, poi più nulla. Si sono trasferiti gli atti e c’è stato un procedimento sportivo. Mauri ha sempre detto che quella partita l’ho giocata, ho anche dato uno scossone a tutti i giocatori nello spogliatoio per vincerla.; questa è stata l’unica versione fornita dal calciatore. Di tutto il resto, zingari, slavi e quant’altro non ha mai saputo nulla. Se poi la Procura aveva il sospetto che la partita fosse combinata dalle due squadre non è mai emerso. Se ci sono più piste una di queste è per forza di cose sbagliate, se ho due piste alternative vuol dire che la certezza che alcune persone possano aver commesso un illecito non ce l’ho. L’inchiesta è chiusa, sono stati inviati gli avvisi di conclusione delle indagini. Viene data facoltà agli indagati di farsi interrogare, poi esaurita questa fase deve valutare il pubblico ministero se far iniziare l’azione penale. In quel caso si passa all’udienza preliminare quindi finalmente entreremo nella fase di contraddittorio con un giudice diverso. Poi è chiaro che la competenza territoriale è Cremona e non si può spostare”.
Calcioscommesse,il pentito della banda degli zingari tuona su Mauri riaprendo il caso
Ilievsky, lo “zingaro” che si è consegnato dopo anni di latitanza alle forze dell’ordine italiane,comincia a parlare in ambito di calcioscommesse accusando Mauri di aver pilotato la partita Lazio-Genoa terminata 1-1.
Nell’interrogatorio il macedone spiega con i minimi particolari come è avvenuta la combina parlando anche di una foto che lo ritrae col capitano biancoceleste ma che non è stata ritrovata. “Mi chiamò alle due di notte Gervasoni e il giorno dopo già volavo verso Roma. Andai in un albergo e venni raggiunto da Zamperini a bordo di un BMW X3. L’ho conosciuto in quel momento. Mi ha detto che poteva farmi combinare la partita Lazio-Genoa e che potevamo andare a Formello, nel ritiro della Lazio“. I particolari: “Siamo entrati dentro, all’interno del parcheggio e abbiamo aspettato che arrivasse Mauri. Ero sorpreso del fatto che mi aveva portato nel ritiro della Lazio, cioé in un luogo così importante. E’ arrivato Mauri e ci siamo presentati. Io sono un appassionato di Mauri e conoscevo la sua fisionomia. Zamperini gli ha riferito che ero la persona che poteva dargli i soldi per combinare la partita. Mauri gli rispose che andava bene così, che la partita era già stata combinata. Io gli riferivo che ero disposto a dargli 350.000 euro per un Over e la vittoria della Lazio. Mauri mi rispose che ci dava il regalo dell’1-1 a fine primo tempo come risultato sicuro. Mi disse inoltre di essere amico di Zamperini e per tale ragione era disposto ad aiutarci. Chiesi a Mauri come potevo essergli riconoscente e mi rispose di mettermi a posto con Zamperini. Davanti a me Mauri chiamò Milanetto dicendogli che due persone lo avrebbero raggiunto per incontrare i giocatori del Genoa. Andammo all’albergo di Milanetto, lui uscì – ha continuato Ilievski -, parlammo e disse che l’ipotesi Over con la vittoria della Lazio non poteva essere garantita perché il Genoa quel giorno avrebbe giocato non con la sua squadra classica, ma con molti stranieri ai quali non era facile chiedere qualcosa di simile”.
Soldi lasciati come ringraziamento: “Prima di rientrare in albergo io e Zamperini siamo andati in un’agenzia di scommesse che Zamperini conosceva . Alla fine ho guadagnato 150-200 mila euro e ho dato a Zamperini circa 50.000 euro come “saluto” per Mauri e 20.000 per lui. Ovviamente non posso verificare che Mauri abbia avuto il suo. I soldi li ho consegnati in centro a Milano a Zamperini. A Milano ho incontrato anche Gervasoni, a cena con Gegic in un ristorante giapponese di lusso che appartiene a Seedorf. In quel momento ricordo che erano presenti anche Galliani e Cafu seduti ad un altro tavolo“.
La foto che può incastrare Mauri: “Quando eravamo dentro al ritiro della Lazio, esattamente nel parcheggio, con il mio cellulare Zamperini ha fatto una foto a me e a Mauri, una delle tipiche foto con i volti vicini, come in segno di ricordo di un incontro. L’ho fatta fare perché è un calciatore assai famoso. In questi anni ho cambiato tanti cellulari, ma non escludo di poterla trovare”.
Il fair play finanziario non sta facendo sconti a nessuno. Nel mirino della UEFA sono finite due italiane: l’Inter di Mancini e la Roma di Garcia. Domani ci sarà la sentenza definitiva che potrebbe portare la diminuzione della rosa disponibile per le partite europee. Le voci parlano di una multa che si aggira tra i 6 e gli 8 milioni di euro a squadra con l’Inter che verrà penalizzata anche nella lista dei convocabili (21 giocatori invece dei soliti 25).Oltre questa due penalizzazioni, le squadre interessate avranno un limite da spendere nella sessione di mercato ( Si potrà spendere in base ai guadagni).Platinì vuole lanciare un segnale duro verso tutte le squadre che non rispettano il fair play finanziario. Al contrario invece la Lazio di Pioli e la Juventus di Allegri che vengono promosse per aver rispettato questa “legge” imposta dall’Uefa.
Dopo i pareggi con Napoli e Roma, Edy Reja ha colpito ancora. L’allenatore goriziano guida la Dea ad una salvezza tranquilla rubando punti ai pretendenti della zona Champions. L’ex Biava, quattro anni e mezzo con l’aquila sul petto, segnò e celebrò timidamente il vantaggio dei neroazzurri, risposto da Parolo sul calcio d’angolo.
Per la Lazio le occasioni sono state rarissime: oltre il gol di Parolo, un palo e due oportunità sprecate da Keita. Poi tanti passaggi e cross sbagliati e tanta Atalanta, forte nel pressing e nei contropiedi che, per fortuna, non vengono sfruttati.
Ancora senza De Vrij, la difesa non va bene: troppo spazio per gli avversari. Anche il centrocampo non è lo stesso di prima. Biglia ci manca tantissimo alla ripartenza, Felipe Anderson dopo la Juve è tornato a sparire e Candreva questa volta ha fatto poco. In attacco non c’è Klose, squalificato, e Keita non è un giocatore di area di rigore. Da salvare Marchetti, l’uomo della partita, e Parolo, che ha segnato il golaço dell’1-1. In una squadra con tanti stranieri, sono gli italiani ad evitare il peggio.
La squadra di Pioli è tornata da Bergamo con un pareggio che significa aver guadagnato un punto piuttosto che perderne due, anche se la classifica parla diverso. Perchè il secondo posto della Roma è da difendere con le unghie e coi denti. Ora sono quattro finali, con due prove di fuoco alle ultime giornate. Col rientro dei big, si può fare. Forza Lazio!
La partita fra Atalanta e Lazio possiamo chiamarla la sfida tra il passato e il presente, un match tra ambizioni diverse, da una parte la lotta per la champions e dall’ altra la permanenza in A. Tanti gli ex nelle file bergamasche, il primo su tutti Reja, allenatore croce e delizia del popolo laziale, passando per Stendardo, Scaloni, Biava e Bianchi. Questa è la partita numero 93 tra Atalanta e Lazio, con 31 vittorie atalantine,26 vittorie degli aquilotti e 36 pareggi. L’ ultimo pareggio risale nel 2007 0-0 il risultato finale, poi sei vittorie dell’ Atalanta e sette della Lazio. All’ andata la sfida terminò con un secco 3-0 per i biancocelesti, a segno Mauri con una doppietta e Lulic. Nelle file dei bergamaschi merita massima attenzione Pinilla già castigatore della Lazio in questa stagione (goal decisivo nella trasferta di Marassi quando giocava per il Genoa). Per la squadra di Reja mancheranno all’ appello Denis (deve scontare ancora 4 giornate di squalifica per i fatti di Empoli) e Benalouane. Quindi formazione tipo per l’Atalanta che dovrebbe scendere in campo con il 4-2-3-1. In casa Lazio invece l’emergenza sembra essere rientrata con i recuperi lampo di Parolo e Mauri insieme alle convocazioni di Gentiletti (almeno per la panchina) e Djordjevic. De Vrij e Biglia invece risulteranno operativi contro l’Inter. Sarà squalificato Klose ma forse è meglio perderlo ora che in una delle partite importanti, quindi per il posto lasciato vuoto dal tedesco ballottaggio tra Mauri e Keita con il capitano che potrebbe agire da “falso nueve” ma lo spagnolo sembra il favorito. Anche per mister Pioli la formazione più o meno è fatta. Arbitra il signor Orsato di Schio.
Primo Maggio, un giorno che per molti rappresenta la festa del lavoro, ma d’ora in poi sarà ricordato dai tifosi laziali, anche, come il giorno della seconda coppa in faccia alla Roma. Infatti, anche i ragazzi di mister Inzaghi sono riusciti nell’impresa di battere gli odiati cugini romanisti in una finale di Coppa Italia. A nulla è valsa la vittoria giallorossa dell’andata, la Lazio ha ribaltato il primo risultato vincendo per 2 reti a 0 il ritorno. I giovani biancocelesti sospinti da una sempre immensa Curva Nord hanno giocato una grande gara e hanno portato a casa il terzo trionfo, il secondo consecutivo, in questa competizione.
Pronti, via e dopo neanche sei minuti la Lazio è già in vantaggio, Oikonomidis, dopo un grande assist di Palombi, si invola verso la porta di Marchegiani e con un sinistro chirurgico mette la palla in rete. 1-0 e risultato dell’andata già riequilibrato. La Roma, però, ferita nell’orgoglio decide di attaccare a testa bassa alla ricerca del pareggio e i giovani di Inzaghi soffrono per circa una quindicina di minuti. I giallorossi sfiorano il gol in due occasioni, ma la difesa biancoceleste chiude sempre molto bene. La Lazio, però, questa sera ha una marcia in più e riprende in mano il pallino del gioco. Tounkara sfiora la rete in due occasioni e non riesce a mettere a segno il gol del raddoppio. La Lazio però spinge sempre di più, i tre tenor lì davanti fanno paura, Palombi è bravo fra le linee, con Oikonomidis e Tounkara liberi di fare male lì davanti. La Roma è schiacciata e no riesce a reagire. Così il raddoppio non tarda ad arrivare. Splendido contropiede biancoceleste, Tounkara servito da Murgia mette in mezzo per Oikonomidis che da due passi non sbaglia. 2-0 al 41′ e tifosi biancocelesti in delirio. La Lazio chiude il primo tempo con un vantaggio di due reti e la coppa sembra prendere la direzione di Formello.
Nel secondo tempo la Roma, spronata dal suo allenatore De Rossi, cerca disperatamente il goal che le consentirebbe di portare a casa la coppa, ma la difesa biancoceleste chiude sempre molto bene. La Lazio fa paura quando riparte con i tre là davanti e solo un grande Marchegiani nega la gioia del goal a Tounkara e il terzo goal ai biancocelesti. Siamo al 63′. Sul cambio di fronte la Roma si fa pericolisissima ed è il portierone della Lazio Guerrieri che salva il risultato su un bolide dalla distanza di Pellegrini. Poi i due allenatori effettuano alcuni cambi : De Rossi toglie Ferri e Sanabria e manda un campo Vestenicky e Di Mariano, per cercare con piùinsistenza il goal, Inzaghi cerca di coprirsi e risponde inserendo Rossi e Condemi al posto di Palombi e Verkaj, entrambi autori di un’ottima prova. Al 78′ ancora giallorossi in avanti e ancora Guerrieri grande protagonista, il giovane portiere biancoceleste salva la propria porta con un colpo di reni straordinario dopo il tiro ravvicinato di Vestenicky. Nel finale assedio gialoorosso, 5′ i minuti di recupero, ma la Lazio resiste, seppur con grande sofferenza e porta a casa una vittoria che vale anche la conquista della Coppa Italia Primavera. Ribaltato il risultato dell’andata e la Lazio può festeggiare sul prato dell’Olimpico. Bravo mister Inzaghi ad imbrigliare la manovra della Roma con le sue scelte tattiche e a non consentirgli di creare il proprio gioco. Splendidi, ancora una volta, i ragazzi della primavera, che cuore, che grinta con quella maglia addosso! Una vittoria che lascia ancora una volta con l’amaro in bocca i tifosi giallorossi, già pronti a festeggiare per la vittoria dell’andata. Ma anche questa volta la Lazio, come due anni fa, vince e la coppa in faccia alla Roma è servita per la seconda volta. E se non c’è due senza tre…
STATISTICHE
Lazio-Roma 2-0 (2-1) Marcatori: 7′ e 40′ Oikonomidis
ROMA (4-3-3) : Marchegiani; Paolelli (87′ Soleri), Capradossi, Calabresi, Sammartino; Pellegrini, Pepín, D’Urso (55′ Vestenicky); Verde, Sanabria, Ferri (C) (64′ Di Mariano). Sostituzioni: Ionuţ Pop, Anočić, Marchizza, Soleri, Di Livio, Ndoj, Di Mariano, Ciavattini, Vestenický, De Santis E., Njiki Tchoutou, Vasco. All.: De Rossi.
Arbitro: Rapuano di Rimini. Assistente 1: Dario Cecconi di Empoli. Assistente 2: Raspollini di Livorno. Quarto Ufficiale: Guia di Pisa.
Note:Ammoniti: 33′ Pellegrini (R), 44′ Tounkara (L), 45′ D’Urso (R), 83′ Prce (L). A partita finita, espulso Soleri (R) per comportamente irrispettoso nei confronti del direttore di gara.
Nella trentatreesima giornata del campionato di Serie a si sono affrontate la seconda e l’ultima squadra in classifica. I biancocelesti sembrano partire in difficoltà nei primi dieci minuti, all’inizio con un filtrante di Nocerino per Palladino, anticipato da Marchetti e poi con un tiro dello stesso attaccante parmigiano. Basta poco per scaldare l’animo dei i padroni di casa che realizzano tre gol in sei minuti, chiudendo la partita dopo neanche mezz’ora di gioco. Il primo gol è realizzato da Marco Parolo con un tiro spettacolare da fuori area. Subito dopo Anderson con un gran numero salta il difensore mettendola in mezzo dove Klose, dopo la respinta di Mirante su Radu, finalizza. Il terzo gol lo realizza Candreva che viene lanciato in profondità da Lulic battendo Mirante. Nel secondo tempo la situazione è analoga con i biancoazzurri che controllano la partita senza alcun problema. Al diciottesimo minuto, l’unica nota negativa per la Lazio con l’ammonizione di Klose che era diffidato e salterà la gara di domenica Atalanta–Lazio. Fatale la sostituzione di Anderson per Keita che dopo tanto tempo ritrova il gol grazie all’assist di Antonio Candreva che merita il premio di migliore in campo. Vittoria preziosissima per i biancocelesti in chiave secondo posto ed in vista delle sfide fondamentali per consolidare la propria posizione.
Hristiyan Ilievski, il macedone ritenuto il capo del gruppo che corrompeva giocatori di serie A e B, durante l’interrogatorio di ieri sera ha confermato di aver incontrato Stefano Mauri e l’ex centrocampista del Genoa, Omar Milanetto, e di aver avuto come ottima spalla l’ex difensore Stefano Bettarini; l’incontro con il capitano della Lazio sembra essere avvenuto a Formello, mentre con l’ex genoano si parla di un faccia a faccia nell’albergo sede del ritito romano dei rossoblu, in più durante Lecce-Lazio (una delle due partite incriminate) ci sarebbero stati contatti con il gruppo degli ungheresi. Nel corso dell’interrogatorio sono spuntati fuori nuovi nomi, tra cui tre giocatori che sono stati prosciolti solo dalla giustizia sportiva, in più lo slavo avrebbe confermato di aver conosciuto Tan Seet Eng, il capo di Singapore che forniva denaro per corrompere i giocatori, e avrebbe messo soldi propri in alcune occasioni.
Ilievski avrebbe raccontato di un incontro a Malpensa con un asiatico che gli ha consegnato un trolley contenente 300mila euro e Bettarini avrebbe avuto, a detta degli inquirenti, “un ruolo specifico con riferimento ad una certa squadra” (non esplicitamente nominata). L’interrogatorio riprenderà giovedì.
Immediata la reazione di uno degli avvocati di Stefano Mauri, Matteo Melandri: “Ilievski può aver detto ciò che vuole, ma questo non toglie che andrebbe dimostrato con fatti precisi. Rischio riapertura del processo sportivo? No, assolutamente”.
La Lazio con il Parma ha la possibilità e anche l’obbligo di rimanere al secondo posto e magari sperare nell’ ennesimo passo falso della Roma e uno stop del Napoli. Abbiamo bisogno anche di “San Culino” (per dirla alla Ferrero), visto che la Dea Bendata sembra averci abbandonato con tutti questi infortuni a scadenza settimanale (De Vrij e Parolo con l’Empoli, Biglia con la Juve, Mauri Cavanda Cana e Klose prima della partita con il Chievo senza contare i lungo degenti). Con i clivensi abbiamo costruito il nostro classico gioco ma Candreva ha sciupato le occasioni. La partita con gli emiliani potrebbe seguire la falsa riga di domenica e se a Cesena arrivano buone notizie visto che l’Atalanta in caso di vittoria condannerebbe il Parma aritmicamente, nei giocatori emiliani potrebbe scattare uno sconforto mentale tale che a quel punto ne possiamo approfittare in modo positivo. Per me questa Lazio schierata in un modo forzato ha la capacità di far felice un popolo e acquistare fiducia nei propri mezzi. Pensate se si battesse il Parma in condizioni di emergenza e le diretti concorrenti invece impattono in risultati negativi, il palcoscenico europeo si aprirebbe in un modo impensabile fino a qualche tempo fa, soprattutto a poche settimane dal termine. Non ci resta che aspettare questi 90 minuti per capire dove possiamo arrivare. Come si dice in questi casi: “Chi vivrà vedrà”.
Si è costituito dopo 3 anni di latitanza il capo degli zingari. Hristiyan Ilievsky è considerato come l’uomo chiave che potrebbe riaprire il caso sulle partite truccate che anno smosso tutta la lega calcio italiana e anche nelle leghe estere. L’uomo potrebbe riportare un periodo nero per Mauri che molto spesso è stato accostato a lui. Come riferisce La Repubblica, dopo mesi di trattative con l’Interpol, Ilievsky è atterrato ieri pomeriggio a Orio al Serio, mentre oggi verrà ascoltato dal giudice per le indagini preliminari Guido Salvini. All’interrogatorio parteciperà, con ogni probabilità, anche il capo della procura di Cremona, Roberto Di Martino. Se lo “Zingaro” decidesse di collaborare con la giustizia – viene considerato un personaggio chiave nel “caso Mauri” – avrebbe molto da raccontare. Ma sono in pochi ad essere così ottimisti: alla base della sua decisione di tornare in Italia c’è l’inasprimento delle pene in Macedonia per il match fixing (rischierebbe circa 10 anni di galera): meglio quindi farsi processare nel Belpaese dove, col rito abbreviato, può puntare allo sconto di un terzo su una pena già minima…
Fonte Lazionews
Pioli mostra come sermpre la sua umiltà e la sua signorilità sia prima che dopo una gara. Lo stop contro il Chievo, la sconfitta contro la Juventus, quel punto in due giornate non hanno depresso il mister laziale che come sempre vive il campionato giornata dopo giornata. Grazie al sito “Lalaziosiamonoi” riproponiamo l’intervista di Pioli a Formello in vista del Parma
Il pari col Chievo ha tolto qualche convinzione?
“Non sono cambiate le nostre certezze, è giusto chiudere i discorsi con la partita di domenica. Abbiamo fatto una buona prestazione, non siamo riusciti a chiudere la partita e a non subire gol. La squadra ha dimostrato di avere qualità, di concludere più dell’avversario. E’ chiaro che dobbiamo trarre delle indicazioni anche da quel match. Ma siamo pronti a ripartire”.
Dipende sempre tutto dalla Lazio?
“Sì, abbiamo sempre ragionato così. Facciamo la corsa su noi stessi, ci prepariamo bene qui a Formello. Siamo consapevoli di poter condizionare le prestazioni con il lavoro e la qualità. La squadra si è preparata bene, mancano ancora due sedute alla partita col Parma. Non conosco a pieno le condizioni dei miei, ma siamo pronti a giocare con il solito spirito”.
Mauri e Klose come stanno?
“Sono aperto a qualsiasi situazione, ieri Miro stava bene, credo che si allenerà anche oggi. Poi valuteremo nella rifinitura di domattina. Così faremo con Mauri e con tanti altri giocatori. Schiererò la migliore formazione possibile”.
Tre squadre in tre punti. Avrebbe preferito evitare gli scontri diretti con Roma e Napoli o li considera un’opportunità?
“Voi parlate spesso di calendari facili e difficili. Non esistono partite facili, così come in Italia non ci sono partite impossibili. Lo abbiamo dimostrato noi. Poi la Juve ha perso col Parma, la Fiorentina col Cagliari. Ci sono tanti casi così. Più avanti ci aspettano gli scontri diretti. Il calendario ci ha visto ottenere dei risultati positivi alla fine dell’andata, con la Roma, la Samp, l’Inter e il Napoli. Io ragiono pensando che saranno un’opportunità. Ma pensiamo alla partita di domani, ci tengo a ribadire tutta la mia stima a Donadoni e al suo staff per la dignità dimostrata. Stanno facendo bene, i valori del Parma non sono da ultima posizione in classifica”.
Possibilità di convocazione per Parolo?
“Ieri si è allenato, vediamo oggi come sta. Ha fatto un allenamento con chi non ha giocato con il Chievo, potrebbe esserci la possibilità. Ma aspettiamo gli ultimi due allenamenti”.
La Lazio negli ultimi anni è stata beffata sempre alla fine. C’è la paura del braccino corto?
“Quando parlo, penso di essere chiaro. Ci stiamo preparando con grande generosità, concentrazione e serenità pensando a noi stessi e al percorso che stiamo portando avanti. Siamo cresciuti, non ci interessa quello che è successo negli anni passati, questo è un altro campionato e un’altra squadra. Il 31 maggio tireremo le somme”.
Da parmense come vive la situazione dei ducali?
“Con tristezza, è difficile capire perché il Parma abbia fatto questa fine. E’ una squadra che mi sta a cuore, spero possa finire nel miglior modo possibile”.
La Lazio aveva il migliore attacco, poi ha segnato un gol nelle ultime due partite…
“L’unica partita in cui abbiamo creato poco è stata quella con la Juve, ma per merito loro. La partita si è messa subito in salita e si sono chiusi bene. L’importante è creare, abbiamo dimostrato anche domenica il nostro gioco propositivo. Portiamo tanti uomini nell’area avversaria. Con l’Empoli abbiamo creato meno ma siamo stati cinici. Col Chievo siamo stati poco precisi e abbiamo trovato un grande portiere”.
Cosa può dare Cataldi in più? Come sta fisicamente la squadra?
“A volte mi piacerebbe confrontare i dati sulle partite che abbiamo a disposizione noi con quelli che avete voi giornalisti. Perché spesso non sono gli stessi. Abbiamo sbagliato poco domenica. Di solito quando si perde, si tira sempre in ballo la condizione fisica. I dati dicono che abbiamo corso più del Chievo, ma nella ripresa abbiamo corso meno bene e ci siamo allungati dando spazio al Chievo. Qualche giocatore che ha giocato meno ha fatto fatica, ma la squadra ha fatto una prestazione positiva. Era una partita da vincere, per mancanza di attenzione non ci siamo riusciti. Cataldi è un centrocampista completo, dovrà lavorare bene in entrambe le fasi”.
Domani preferisce vedere una Lazio bella o cattiva?
“Se mettiamo insieme le due cose, vinceremo la partita. Ogni pallone può essere quello decisivo, dovremo essere determinati”.
Ceresini ha parlato bene di lei e in un’intervista ha legato la situazione del Parma alla sentenza Bosman.
“E’ il vecchio presidente del Parma, che ora non c’è più. La legge Bosman ha sicuramente cambiato molto il mondo del calcio. Per me è stato come un nonno, mi è stato vicino perché ho cominciato a giocare lì giovanissimo”.
A che punto è la crescita di Keita?
“Sta crescendo e lavorando per diventare sempre di più un giocatore completo”.
In un weekend negativo per i colori biancocelesti, con il pareggio della Prima Squadra tra le mura amiche di un Olimpico gremito contro il Chievo e la sconfitta nella gara d’andata della finale di Coppa per la Primavera guidata da mister Simone Inzaghi, in casa Lazio il sorriso torna grazie alle stelline di proprietà del club, mandate in giro per l’Italia (e l’Europa) a “farsi le ossa”.
SERIE B – Nella serie cadetta, Enrico Zampa si sta dimostrando sempre più una pedina fondamentale per il Trapani. Il centrocampista classe 1994 viene schierato ancora una volta titolare nel match perso dai granata sul campo dello Spezia. Un solo punto negli ultimi tre incontri per la formazione guidata da Serse Cosmi, che sceglie per la seconda volta consecutiva di non inserire nella lista dei convocati Cristiano Lombardi. La mezzapunta di Viterbo vive un momento tutt’altro che positivo: da 8 turni infatti il diciannovenne non viene utilzzato dal tecnico perugino, collezionando 3 mancate convocazioni e 5 panchine. Situazione molto simile anche per Vinicius e Rozzi. Il terzino sinistro brasiliano, dopo un buon inizio di stagione calcistica, sembra aver tradito la fiducia del tecnico Andrea Camplone, che dopo 4 panchine consecutive non lo ha convocato per gli ultimi 3 match contro Varese, Ternana e Livorno. Rozzi invece, dopo un minutaggio molto magro con la maglia dei galletti del Bari nella prima metà di stagione, si è trasferito a Chiavari alla corte di mister Aglietti con tanto entusiasmo, che però è scemato col passare del tempo. Sono solo quattro presenze per lui, al pari di sei panchine senza subentrare e quattro mancate convocazioni. Non convocato neanche Lorenzo Filippini, reduce dalla chiamata della Nazionale Under 20 per il match amichevole contro la Germania, vinto dagli Azzurri con il risultato di 2 a 1.
Non è stato un weekend da ricordare neanche per Minala e Crecco. Il centrocampista di origine camerunense viene schierato solamente a partire dal primo minuto della ripresa nel match tra Bari e Bologna. Il suo match però dura appena 19 minuti, prima di essere espulso, collezionando ingenuamente due ammonizioni nel giro di quattro minuti. Grande delusione per l’ex calciatore della Primavera biancoceleste che attraverso il proprio profilo Facebook ha chiesto scusa a tutti i tifosi biancorossi esprimendo il proprio disappunto. “Sono dispiaciuto per quanto è accaduto ieri sera. Ho commesso un’ingenuità, sono stato troppo impulsivo. Avrei dovuto aiutare la squadra e invece ho fallito. Chiedo scusa ai tifosi del Bari e spero che mi perdoneranno”. Come dicevamo, male anche Luca Crecco, che subentra a Dianda al minuto 66, partecipando alla disfatta della Ternana sul campo del Catania. Gli etnei vincono 2 a 0 grazie alle reti di Maniero e Casto, mettendo sempre più nei guai i rossoverdi allenati da Attilio Tesser; ora i punti di vantaggio sulla zona calda sono solamente 2.
LEGA PRO – Le gioie di questo turno arrivano soprattutto dalla Lega Pro grazie ad Ettore Mendicino che con la Salernitana ha conquistato artimeticamente il girone C di Lega Pro. Nell’incontro disputato davanti i propri tifosi, i granata superano il Barletta grazie alle reti di Negro, Calil e proprio Mendicino, che a 3 minuti dalla fine fa esplodere la festa dell’ “Arechi” chiudendo l’incontro con il suo quinto timbro stagionale. Ottima stagione per la punta classe 1990, con 26 presenze e 5 reti in campionato. Molto bene anche Alessandro Berardi; il suo Messina impatta in casa del Benevento con il risultato di 1 a 1.
UNGHERIA – Altra prestazione sopra le righe del gioiellino croato Josip Elez. Il difensore centrale classe 1994 colleziona la settima presenza da titolare con la maglia del Budapest Honvéd nel match pareggiato contro il Debreceni, quarta forza del campionato ungherese. 90 minuti senza particolari disattenzioni dimostrando di essere sempre più un pilastro della formazione guidata dal tecnico italiano Marco Rossi, in attesa del rientro alla base per giocarsi le proprie chance con la maglia della Prima Squadra della Capitale.
Scende in campo una Lazio accolta all’Olimpico da 50mila tifosi in festa, ma stravolta dalle numerose assenze: out De Vrij in difesa, centrocampo decimato con le assenze di Biglia, Cataldi e Parolo e per ultimo anche lo stop di Stefano Mauri. Mister Pioli reinventa e dà spazio a Novaretti e Radu in difesa, centrocampo guidato da Onazi e Ledesma.
Nel primo tempo la Lazio parte subito forte e detta i ritmi, già al 3′ si rende pericolosa con una punizione di Candreva, solo verso il 20′ il Chievo si affaccia in avanti senza essere, però, mai pericoloso.
Chiude momentaneamente i conti proprio sulla scadere del primo tempo il solito Miroslav Klose, che batte Bizzarri con un tocco di classe, dopo aver saltato i due centrali del Chievo.
Nel secondo tempo sono tante le occasioni sprecate dalla Lazio, una su tutte l’errore di Onazi a porta vuota. Si abbassano i ritmi del gioco, e la squadra di Pioli perde freschezza e lucidità, a nulla servono i cambi: dentro Keita per Klose, Ederson e Perea per Lulic ed Onazi.
Il Chievo è in crescendo, Paloschi non perdona e firma il pari finale al 75′.
Intanto la Juventus viene fermata dai granata nel derby, finisce 2 a 1 con le reti di Darmian e Quagliarella a ribaltare la perla di Pirlo su calcio di punizione.
Impatta anche la squadra di Garcia nell’anticipo di sabato sera contro l’Inter e la Lazio lo sa bene.
Eppure butta via una grandissima occasione.
Sicuramente le numerose assenze, 8 totali, pesano a livello tattico e psicologico, forse i ragazzi scendono in campo con troppa poca cattiveria agonistica.
Una cosa è certa, questa squadra ha due volti: da una parte l’undici titolare che convince, anche se non vince, e dall’altra una panchina lunga di giocatori che non sempre riescono ad essere all’altezza di questa classifica.
Ci sono ancora 6 gare da disputare e il 31 maggio è ancora lontano, l’armata di Pioli si trova al secondo posto in solitaria come mai nessuno avrebbe azzardato a dire.
Quest’anno, però, non sono impegnati in competizioni europee, e se vogliono confrontarsi a viso aperto con le big è necessario un mercato estivo ricco di investimenti.
Per adesso sguardo basso fino al 7 giugno, di strada ce n’è ancora tanta.
Lazio, guarda avanti, non voltarti indietro!!
Un comunicato duro quello che ha pubblicato la Tevere Parterre. Il settore biancoceleste ne ha abbastanza di queste prese in giro. La crisi Italiana ancora non è finita e la Figc ha stabilito dei prezzi assurdi per questa finale di coppa italia. Come tutti sanno, in campo non esiste solamente una squadra affronta l’avversario ma anche il tifoso che incita e porta quelle undici anime alla vittoria. Tempo fa il calcio si seguiva o dagli spalti o attraverso le radio, quest’oggi il pallone è diventato un buisness con dei giri monetari assurdi (basti vedere che i primi giocatori erano militari o persone con un “primo lavoro” usando il calcio come sport e non come fonte di lucro. Poi sono arrivate le tv, i diritti televisivi, gli sponsor,le multinazionali etc etc.
La Figc ha diramato i prezzi dei biglietti ma il tifoso ne ha piene le tasche. Ecco il comunicato della tevere: “A seguito della pubblicazione dei prezzi della finale Tim Cup, in particolare relativamente al settore Tribuna Tevere da sempre luogo frequentato dalle famiglie,protestiamo con vigore per l’assurda e immorale politica dei prezzi praticata dalla Lega Calcio.
Non può oltretutto che lasciarci indignati l’aumeto indiscriminatorio del prezzo rispetto alla finale dello scorso anno e non possiamo far passare questa cosa sotto silenzio; chiediamo e vogliamo spiegazioni in merito a questa scellerata politica dei prezzi.
In un paese in difficoltà,con persone che faticano a far quadrare i contila richiesta di 120 euro per una tribuna ci sembra immorale e fuori tempo; La FIGC, che dovrebbe portare la gente allo stadio,in questa maniera l’allontana sempre di più,togliendo la passione alle persone.
Quel è l’obiettivo di tutto questo? Lasciare a casa le famiglie,i bambini che dovrebbero essere “il bello del calcio”? Sono parole forse al vento,ma ci piacerebbe che qualcuno rispondesse…
Tante chiacchiere ma a pagare è sempre il tifoso che con la sua passione tiene in vita questo splendido gioco…tra poco ci metteree i manichini sui vostri seggiolini!
Riflettete e non fate figli e figliastri,con il prezzo che varia in base alle squadre o agli sponsor che le accompagnano.
Chiediamo un intervento deciso per limitare quella che riteniamo una speculazione fuori luogo,qualora la nostra richiesta non venisse accolta, ci riserviamo di comunicare a breve chiari e forti decisioni in merito
Tevere Parterre per sempre Lazio”
GazzettaContratto in scadenza per il portierone laziale, la data di fine contratto è nel 2016 ma Lotito e Tare non vogliono privarsi della saracinesca laziale che ha anche riassaporato l’aria azzurra della nazionale italiana. Il rinnovo del contratto dovrebbe arrivare in pochi mesi. Avere un portento italiano nella rosa può mettere in mostra anche l’Italia in Europa. Anche il mister Pioli spinge per il rinnovo a Marchetti portando avanti un blocco di giocatori che stanno facendo bene sia in campionato che in coppa.
Esce sconfitta la Lazio di Inzaghi nell’andata di finale contro la Roma in coppa Italia. Le giovani aquile terminano i primi 90 minuti con 1 rete subita su calcio di rigore. Inzaghi vuole un’altra mentalità nella gara di ritorno che assegnerà il titolo della TIM Cup. E’ finita con il risultato giusto?
Credo sarebbe stato più giusto il pari, siamo stati puniti da un rigore. Dispiace per i ragazzi, non meritavano la sconftta. Comunque abbiamo ancora il match di ritorno da giocare.
Grandre prestazione di Guerrieri…
Guido è un gran portiere, ma credo che oggi abbia fatto normale amministrazione. Se c’era una squadra che doveva segnare eravamo noi, ma giocavamo con una squadra forte come la Roma che aveva Sanabria e Verde. Siamo stati sfortunati, poi il rigore 9 volte su 10 non lo danno. Non ci stava di perdere e sono dispiaciuto per i ragazzi.
Il centrocampo è sembrato un po’ statico…
C’era molta stanchezza. Pace aveva fatto una sola partita, Murgia erano 3 settimane che non giocava, Oikonomidis quattro. Anch Verkaj non era al massimo. Normale essere un po’ stanchi, ma sono abbastanza soddisfatto.
Ha richiamato i ragazzi sotto la Curva…
Si, pechè era giusto salutare i ragazzi che sono venuti a vederci. I miei erano abbattuti per il risultato, ma c’è un ritorno da giocare.
L’abbiamo vista parlare animatamente con l’arbitro a fine partita. Discutevate del rigore?
Siamo un po’ sfortunati con gli arbitri, ancora non l’ho rivisto, a volte si possono anche non dare falli del genere.
Verde e Sanabria. Come li ha visti?
Sono due grandi giocatori, ma ero contento ci fossero. Verde lo ha dimostrato, Sanabria anche. Un piacere per tutti giocare contro la Roma al completo. Ce la siamo giocata, non abbiamo demeritato. Con l’1-0 è tutto più difficile.
Riprendere il volo. Questo è l’imperativo che è stato imposto dalle parti di Formello. Il brusco stop in casa della Juventus la scorsa settimana deve essere subito dimenticato e per farlo serve l’immediato ritorno alla vittoria nella gara casalinga contro il Chievo, ormai salvo e senza molto da chiedere a questo campionato. La banda-Pioli però arriva a questa sfida con le ossa rotte: Biglia, De Vrij, Parolo sono i tre macigni che peseranno sulle spalle della squadra a cui va aggiunta anche la squalifica del giovane Cataldi. Il mister capitolino dovrà fare i salti mortali per mettere in campo una formazione competitiva e che non ripeta i gravi errori difensivi commessi nella sfida allo Juventus Stadium. I biancocelesti scenderanno in campo con il 4-2-3-1, con Radu che prenderà il posto di Cana in difesa accanto a Mauricio (l’albanese ha offerto una delle sue peggiori prestazioni la scorsa giornata), Lulic agirà da terzino sinistro e Basta completerà la linea difensiva. A centrocampo le scelte sono obbligate: dove vari mesi in cui era stato messo in naftalina equasi ceduto all’Inter, tornerà Ledesma affiancato da Eddy Onazi. Davanti spazio ai 4 tenori: Mauri, Candreva e Felipe agiranno dietro a Miro Klose.
La volontà di Pioli e dei giocatori è quella di tornare subito a vincere per far felici i tifosi che affolleranno le tribune dell’Olimpico (si prevede un’affluenza pari o superiore a quella avuta contro l’Empoli), in vista anche del secondo maglia-day a distanza di 12 anni dall’ultimo. Vincere contro i veronesi e replicarsi poi contro il Parma e nella trasferta di Bergamo per poi arrivare alle 4 partite del tour de force finale senza rimpianti e al secondo posto.
L’aquila deve riprendere il suo volo per vedere ancora più vicina quell’Europa tanto sognata e desiderata.
Maran è già carico per la sfida di Domenica tra Lazio-Chievo in programma all’Olimpico alle ore 15.00.
Il Mr veronese è a caccia di quei 3 punti che potrebbero dare la salvezza matematica alla sua banda. “Ho avuto fiducia nei miei ragazzi e loro ne hanno avuta in me, siamo andati oltre le più rosee aspettative a abbiamo una classifica straordinaria. Non siamo ancora salvi ma non sono ipocrita, la salvezza è davvero vicina – ammette il tecnico nell’intervista rilasciata a Tuttosport – Non rischiamo molto ma aspettiamo a festeggiare”. Anche perché di fronte si troverà una squadra lanciatissima verso la Champions: “Sono in formissima ma il Chievo comunque ci proverà a portare a casa il risultato. Cosa sarei disposto a fare in caso di vittoria? Pagherei volentieri una cena a Pioli”.
A distanza di pochi anni ci si ritrova un derby in finale ma questa volta i protagonisti saranno i giovani della primavera che affronteranno la Roma quest’oggi alle 17.30. Non sarà un match singolo ma come da regolamento per i giovani, la finale si svolgerà in due trance: andata e ritorno.
Aleberto De Rossi maschera la tensione:“Gente allegra dio li aiuta”. Il tecnico giallorosso è consapevole che in caso di vittoria la Roma entrerà nella storia, cercando una rivincita del 26 Maggio. Per far ciò ha chiesto a Garcia qualche prezzo pregiato: Verde e Sanabria. In porta c’è l’esordio in coppa Italia di Marcheggiani.
Qui Lazio Inzaghi è fiducioso: “è una partita che si prepara da sola”. Il mr non ha dovuto motivare la squadra in quanto i giocatori sono già carichi in vista del match che porterà la storia in caso sia in caso di vittoria che di sconfitta. Murgia ritrova il campo dopo l’affaticamento che lo ha costretto a non giocare per due giornate. Riecco anche Oikonomidis e Tounkara squalificati in campionato.
Probabili Formazioni:
Primavera Tim Cup, finale d’andata
Stadio Olimpico di Roma – 24 aprile 2015, ore 17.30
Probabili formazioni
ROMA (4-3-3) – Marchegiani; Paolelli, Calabresi, Capradossi, Sammartino; Machin, Pellegrini, D’Urso; Ferri, Verde, Sanabria. All. De Rossi.
E’ di due giorni fa la vittoria della Juventus allo Stadio Louis II, tana del Monaco, con i bianconeri che dopo 12 anni sono riusciti a ritornare in una semifinale di Champions League. Nonostante le rivalità, una buona notizia per l’Italia calcistica, in prospettiva ranking UEFA, vista l’esclusione delle squadre inglesi sia dalla Champions che dall’Europa League, e la presenza di una sola squadra tedesca nelle due competizioni. Ma il Louis II non ha portato fortuna solo alla compagine torinese, ma anche alla nostra amata Lazio. Infatti, lo stadio del Principato di Monaco ha ospitato per molti anni, dal 1998 al 2012, la finale della Supercoppa Europea, ed ogni tifoso laziale che si rispetti non può dimenticare quella notte magica in cui Alessandro Nesta alzò al cielo il secondo titolo europeo della storia della Lazio. In quella notte indimenticabile di sedici anni fa, era il 27 agosto 1999, di fronte alla prima squadra della capitale si presentavano gli “invincibili” del Manchester United, guidati da Sir Alex Ferguson. I red devils erano i freschi vincitori della Champions, conquistata dopo una rocambolesca finale con il Bayer Monaco; ma non solo, arrivavano anche da una stagione fantastica, nella quale avevano fatto il “treble”, vincendo anche la Premier League e la FA Cup. Quella era la squadra di Beckham, il futuro laziale Stam, Sheringam e Giggs, solo per citarne alcuni, una squadra costruita con un unico obbiettivo, la vittoria. Non a caso erano stati soprannominati “gli invincibili”. Alla Lazio questo, però, non interessava, non aveva paura di nulla quella Lazio. Che squadra quella lì, con Nesta, Mihajlovic, Nedved, Veron, Stankovic e Mancini, e tanti altri campioni! Una squadra che aveva conquistato l’ultima edizione della Coppa delle Coppe, in una storica, ultima finale, contro il Mallorca. Una squadra che aveva carattere, forza, cuore e grinta che non si arrendeva di fronte a nulla, e in quella notte magica, neanche l’infortunio di Simone Inzaghi fermò quella squadra, anzi fu un motivo ulteriore per portare a casa la vittoria. Fu, infatti, proprio il sostituto di Inzaghi a segnare il gol vittoria, l’indimenticabile “matador”Marcelo Salas, che al 35′ del primo tempo mise a segno la rete decisiva.
Un cambio che fu quasi provvidenziale, con Salas che fu autore di una prestazione superba. In quella partita la Lazio forse meritava anche più di un gol. Non arretrò mai, infatti, di fronte ai Red Devils, anzi attaccò quasi sempre e sfiorò più volte il gol, soffrendo solo nel finale di gara. Una partita giocata alla grande dai biancocelesti, solidi in difesa e cinici in attacco. Una grande partita ed una grande vittoria, e quando Wojcik fischiò la fine delle ostilità tutto il popolo biancoceleste esultò di gioia per quella vittoria, per quel secondo titolo europeo che capitan Nesta alzò nel cielo di Monaco. Una notte magica ed indimenticabile. Quella era la Lazio del presidente Cragnotti e di mister Eriksson, una squadra costruita per vincere queste grandi partite, che in quella stagione ci regalò anche il secondo scudetto e la terza Coppa Italia. Bei tempi quelli, tempi in cui la Lazio dominava in Italia e in Europa e i biancocelesti facevano paura a chiunque. Non a caso Ferguson tra i più grandi rimpianti della sua vita ha proprio quello di non aver vinto quella finale e dichiarò, qualche anno dopo, che quella Lazio era forse la squadra più forte del mondo in quel periodo, e detto da uno come Ferguson vale doppio. Che squadra! Che Lazio! Che emozioni!
Prosegue senza sosta la vendita dei biglietti per la gara casalinga contro il Chievo Verona in programma per Domenica alle ore 15. Il pubblico laziale sta rispondendo molto bene alla chiamata di Pioli e la sua squadra raggiungendo la quota di 22mila tagliandi staccati contro la squadra veronese e i 6000 biglietti venduti per il Parma.
Marco Canigiani è intervenuto a Lazio Style Radio:“Ci stiamo avvicinando a quota 22mila, speriamo di superare il record di Lazio-Empoli. Siamo a quasi 40mila, considerando gli abbonati”. Si invigorisce anche il ritmo della vendita per la gara contro gli emiliani: “Per il Parma si viaggia sui 6mila biglietti venduti”
Per il derby invece toccherà aspettare ancora un po’:“C’è ancora tempo, prima c’è la gara con l’Inter. Per quanto riguarda la prelazione dei Cuccioloni, l’abbiamo estesa a lunedì, per entrambe le gare. Il cambio posto distinti sud è possibile farlo in via Calderini”
Ed in conclusione parla dell’iniziativa che collega il tifoso direttamente alla Lazio tramite i social: “Una frase molto cara ai tifosi è “Noi l’amiamo e per Lei combattiamo”. Oggi vogliamo chiedere ai nostri tifosi di mandarci una foto o un video in cui raccontare perché amano la Lazio. Possono mandarci tutto su Whatsapp, al numero 334 3538450. Verranno pubblicati e votati. I 10 più belli verrano premiati con una giornata speciale con i biancocelesti!”.
La Juventus è reduce del passaggio alle semifinali di Champions League pareggiando 0-0 contro la squadra tedesca e passando il turno grazie all’1-0 rimediato nell’andata dei quarti.
Visto il passaggio alla fase successiva la Juventus di Allegri presenterà la richiesta di anticipare la finale di coppa Italia,spostandola dal 7 Giugno al 20 Maggio,gara che come nelle passate edizioni, si giocherà allo stadio Olimpico di Roma.
Con questo cambio di programma, la Lazio di Pioli dovrà affrontare nel giro di 5 giorni, la Juventus in coppa e la Roma nel derby in profgrama il 24 Maggio nel girone di ritorno del campionato. Il 31 Maggio i biancocelesti dovranno affrontare anche la squadra di Benitez. Sarà quindi un tour de force contro Juventus,Roma e Napoli nell’arco di pochi giorni.
Sky Sport fa trapelare una notizia che lascierà a bocca aperta tutti i giallorossi. Secondo loro, James Pallotta non ha intenzione di rinnovare il contratto da giocatore a Francesco Totti. Per lui sarebbe il sesto rinnovo partendo dai 60 milioni di lire nel 1996 (annui) finendo a 4,5 milioni di euro annui nell’ultimo contratto firmato. La scadenza che lo reputa un giocatore dell’As Roma è nel 2016 ed il capitano della Roma dichiarò di smettere da giocare quando si accorgerà che non ce la farà più.
Il presidente giallorosso non lo vuole cacciare ma vuol far si che Totti firmi un contratto da dirigente che lo porterà a fare l’ambasciatore per il club romano. Bisogna solo attendere la decisione del capitano romanista se accettare o no il ruolo proposto dall’americano.