Voci o fatti concreti?. L’ex capitano laziale, stanco di fare panchine su panchine, vorrebbe vuvere una stagione da protagonista. Secondo Alfredo Pedullà, Tommaso che ha rifiutato le proposte del livorno e un futuro in Legue1, sarebbe entrato nel mirino del Latina, neopromosso nella serie B. Troverà pace e chiuderà la sua carriera da protagonista?. Il popolo laziale non dimentica, amato e odiato per la sua decisione di andare all’Inter dove ha trovato anche li un posto da panchinaro, Rocchi scenderà di categoria per essere felice? staremo a vedere, per ora sono solo voci di “quartuere”
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Quella del 20 agosto, è una data da ricordare e da festeggiare per sempre. Come quella quelle in cui si sono vinti i trofei, come quella del 9 gennaio, il giorno della fondazione della Lazio. Sì, perché il 20 agosto di 138 anni fa, è nato colui l’artefice della nascita della Lazio: Luigi Bigiarelli.
Purtroppo per la Lazio sta diventando una triste abitudine ed un triste primato, che rischia di etichettare per sempre la tifoseria biancoceleste: non è la prima volta che la Lazio deve subire una chiusura, seppur parziale dell’Olimpico, sempre per motivi razzisti.
Qui inizia il viaggio nella storia della Lazio, rivissuta non anno per anno, ma attraverso le storie dei personaggi principali che hanno lasciato un segno indelebile nei 113 anni di vita di questa meravigliosa società. E in un viaggio come questo, non si può non partire dall’inizio, da chi questa società l’ha fondata.
Non ho mai amato le morali, gli indici puntati contro, l’indignazione a targhe alterne di tanti giornalisti pronti a condannare una tifoseria salvo poi difendere a spada tratta la squadra del cuore se i suoi “colleghi” tifosi cadono nello stesso errore commesso dagli altri.
Il derby diventa un caso: non solo per l’orario, ma anche per il giorno. La sfida tra roma e Lazio, dopo la finale di Coppa Italia vinta dai biancocelesti, arriva infatti in un momento della stagione già molto intasata.
È anche difficile scrivere qualcosa dopo una partita del genere, con la Lazio che è stata umiliata perdendo 4-0 allo Stadio Olimpico contro la Juventus, per una notte di festa bianconera. Una partita dove la squadra biancoceleste è sembrata essere in balia dell’avversaria, quasi a offrirsi come vittima sacrificale. Tanti i punti su cui riflettere.
La stagione 2013-2014 parte col botto per la Lazio, peccato sia un botto di deflagrazione per una squadra scoppiata e mai entrata in partita, se non nei primi minuti del primo tempo. La testa dei giocatori era, secondo i punti di vista, “fomentata” e “montata”. Forse i nostri 11 erano troppo sicuri di se, forse la forma non perfetta dei giocatori, forse non sono ancora in sintonia sul campo, fatto sta la Lazio ha preso 4 gol in pochi minuti dove il k.o dato da quei 2-3 gol in pochissimi giri di lancetta hanno mandato in tilt la formazione, l’allenatore, la prestazione, l’onore, la goliardia un implosione di demoralizzazione che ha dato una prestazione deludente contro una squadra che forse o non forse era più in forma dei biancocelesti.
Pagellone secondo honil888: Federico MARCHETTI 5 –Potremmo mettere senza voto vista l’assenza di occasioni dove poteva salvare il risultato ma si è trovato su 3 gol su 4 senza colpe, forse il primo poteva fare di più ma la sfortuna e la buona intuizione sul gol di pogba gli fa “alzare” il voto. Luis Pedro CAVANDA 5,5 –non doveva neanche giocare, e si è trovato catapultato nel match,non soffre Asamoah e dalla sua fascia non si passa, da migliorare la precisione nei passaggi e un po più di intelligenza di gioco. Migliore tra i peggiori
Andre DIAS 4 – C’era o non c’era si fa bruciare da Vucinic in più occasioni. Completamente assente nel Black out biancoceleste
Giuseppe BIAVA 3,5 – Peggio di Dias, ritarda su ogni gol.
Stefan RADU 4,5 –Litchsteiner si prende gioco di lui, prova con 2 bordate da fuori a sorprendere Buffon,una pericolosa, l’altra su Rocchi,prestazione pessima dopo il momento di luce dove Petkovic si arrabbia e lo tira fuori (Dal 58’ EDERSON 5 – entrato nella ripesa, prova a fare qualche gioco di gambe ed un tiro debole, nulla di più.
Lucas BIGLIA 5,5 – A ritmi lenti, senza strafare, tiene a bada Pirlo ma d’altronde non può fare di più
Cristian LEDESMA 5 – Gioca quasi bene il primo tempo, essendo capitano,invece di scuotere la squadra crolla nel buio anche lui.(Dal 58’ Sergio FLOCCARI 5 – Doveva essere la secondo punto che affianca Klose, ma per colpa non sua, non vede ne palla ne porta).
Antonio CANDREVA 6 – Corre come sempre a destra ed a sinistra, da sempre il 110% ma viene assistito malamente,migiore nella Lazio. HERNANES 4 – Si spegne dopo il fallaccio che gli ha procurato il giallo,profeta in ferie? (dal 71′ Onazi s.v)
Senad LULIC 5 – Benino il primo tempo, il gol al derby lo ha fomentato e prova a restare in fase offensiva lasciando Radu dietro da solo in balia della Juve Miroslav KLOSE 5,5 – Otto partite con la Juve e zero gol. Stasera gliene nega uno anche Buffon. Soffre giocare contro la difesa bianconera e lo si vede. All. Vladimir PETKOVIC 3 – Tre come i gol che becca in 5 minuti. I giocatori, ancora in fase di rodaggio, possono avere un black-out e crollare fisicamente e mentalmente. Chi sta in panchina dovrebbe capirlo prima di prendere 4 gol in 57 minuti. Attenzione Vlado, perché Roma è una piazza “calda” e Lotito non ha tanta pazienza
La Lazio, dopo la Supercoppa Italiana, potrebbe perdere anche i propri tifosi, come comunicato anche da Lazio Style Channel. Oltre il danno anche la beffa. Colpa di pochi “imbecilli”, rei di aver rivolto i soliti ululati razzisti a Pogba, Asamoah ed Ogbonna, giocatori juventini di colore.
Il giorno dopo la cocente sconfitta in Supercoppa conto la JUVENTUS, Stefano DE MARTINO, responsabile della comunicazione della LAZIO, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel e Lazio Style Radio 100.7. Queste le sue parole.
Noi laziali vecchio stampo non siamo abituati a correre dietro ai risultati e soprattutto a cambiare idea e umore a seconda di una vittoria o di una sconfitta. Quelli come me, additati ultimamente come “nemici della Lazio” solo perché non hanno dimenticato certe cose e si rifiutano di cancellare il passato e di abbracciare chi guida questa società in nome di una presunta PAX LAZIALE che esiste solo di facciata, in questa mattinata assolata del 19 agosto pensano le stesse cose che pensavano nell’altrettanto assolata ma meno calda mattinata del 27 maggio.
Commentare questa sconfitta è davvero difficile. Una partita in cui la Lazio ha espresso un gioco sterile, un possesso palla che, nel primo tempo, ha permesso alla Lazio di dominare il campo per lunghi periodi di tempo, ma senza riuscire a rendersi pericolosa. Nel secondo tempo 3 svarioni difensivi hanno permesso alla Juventus di chiudere la gara con estrema facilità.
Petkovic strigliato, subito a rapporto da Lotito e Tare. E’ successo a fine partita, il summit s’è consumato negli spogliatoi. Se il confronto è stato duro? Il giusto. La sconfitta è stata pesante, l’atteggiamento della squadra non è piaciuto, certe scelte tecniche non sono state digerite.
Provate ad immaginare Cenerentola che si presenta al gran ballo a corte trasformata in tutto e per tutto in una principessa dalla fata che per dimenticanza o per aver esaurito sul più bello i poteri al posto delle scarpette di cristallo le ha lasciato ai piedi un paio di sandali vecchi e logori. Provate ad immaginare gli U2 che compongono“With or without you” ma che nel trascrivere il testo si dimenticano di mettere una parte del ritornello che ha reso immortale questa canzone.
Purtroppo nella vita non capita sempre di trovare dall’altra parte la Roma. Purtroppo a volte capita di trovare di fronte una squadra vera, compatta, che gioca a memoria, che ha una panchina infinita quasi quanto la fame di vittoria. E quando trovi un avversario del genere, tutti i nodi vengono al pettine, tutte le piccole crepe evidenti da tempo ma nascoste dal successo del 26 maggio diventano fratture, quasi voragini. E capita di vivere serate come questa, pesanti non tanto per il punteggio, quanto perché ti mostrano tutta la differenza che c’è tra una buona squadra spacciata per grande squadra e una che grande squadra lo è nei fatti non a chiacchiere.
Come potrete vedere dall’immagine postata dal sito cittàceleste, un aereo firmato as Roma ha sorvolato lo stadio Olimpico mentre i tifosi stanno man mano riempiendo gli spalti. Dopo gli sfottò laziali con lo stesso mezzo, i cugini adottati, ripagano con la stessa moneta. Peccato che questa moneta valga meno di una banconota da 3 euro del monopoli. Una delle prime risposte fu, testaccio ricorda Roma è giallorossa, tocca alla frase di poco conto “v’arzamo in faccia il nome immortale as Roma. Come sono arrivati secondi nella coppa italia, secondi arrivano negli sfottò a mezz’aria. La coppa in faccia brucia ai romanisti e non solo, anche ai loro neuroni che non hanno inventiva per “farci male” ma ci fanno godere sempre più!. 26 Maggio 2013 data indelebile nella storia del calcio italiano e data LETALE per una fazione capitolina! Rip
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Anche se sei un personaggio pubblico, come noi tutti ci siamo accorti, twitter è il social network più diffuso nei pc\smartphone dei “vip”. Alla vigilia della gara LLorente e Mauri dicono la loro ai tifosi attraverso la tecnologia. “Domani purtroppo non sarò in campo, ma inciterò e soffrirò per i miei compagni dalla tribuna. Forza Lazio”. Scrive Stefano Mauri “Domani giochiamo la Supercoppa, speriamo vada tutto bene e che possiamo dare la prima grande soddisfazione ai nostri tifosi “. Spera Llorente.
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Il giorno X è arrivato, tra i vari botta e risposta dei due mister in conferenza stampa, si fanno avanti le probabili formazioni del match di oggi. Una sfida tanto attesa, non tanto per la coppa in palio ma per la voglia di entrambe le squadre a vincere un trofeo e partire col piede giusto la stagione 2013\2014. La squadra torinese vuole raggiungere il Milan in quantità di supercoppe italia vinte e scordare le amichevoli andate male di quest’estate; La Lazio vuole ripetersi come contro la Roma e conquistare il secondo trofeo nel giro di 2 mesi, ma sopratutto battere la squadra che da due anni sembra essere imbattibile nel campionato italiano. Convinti del loro potenziale in rosa, ecco le probabili formazioni che schiereranno Conte e Petkovic.
Juventus (3-5-2) – Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, Asamoah; Tevez, Vucinic.
Lazio (4-2-3-1) – Marchetti; Konko, Biava, Dias, Radu; Biglia, Ledesma; Candreva, Hernanes, Lulic; Klose.
Con lo stadio stracolmo, non poteva mancare una modifica temporanea alla viabilità nei pressi dell’Olimpico nella capitale. L’agenzia per la mobilità di Roma capitale emette il seguente comunicato predisposto dalla procura:
“Dalle 13 al termine del deflusso post-gara saranno chiuse al traffico le seguenti strade nell’area circostante lo stadio:viale Giuseppe Volpi, piazzale della Farnesina, piazza Lauro De Bosis, lungotevere, piazzale e largo Maresciallo Diaz, via Edmondo De Amicis, viale del Campeggio, largo Ferraris IV, viale Tommaso Tittoni, viale Paolo Boselli, via Mario Toscano (compresa area parcheggio), via Salvatore Contarini (compresa area parcheggio), via dei Monti della Farnesina (un tratto di 200 metri da largo Ferraris IV), lungotevere Maresciallo Cadorna, via Roberto Morra di Lavriano (compresa area parcheggio lato distributore), viale dei Gladiatori, viale delle Olimpiadi, Ponte Duca d’Aosta e piazzale Maresciallo Giardino.
Sulle stesse strade è previsto lo sgombero dei veicoli in sosta dopo le 8.
In caso di necessità, possibile la chiusura al traffico anche in viale della Macchia della Farnesina, via dei Robilant, piazzale dello Stadio Olimpico e viale Antonino da San Giuliano.
Temporaneamente sospesi anche i capolinea Atac in piazzale Maresciallo Giardino e largo Maresciallo Diaz.
Misure straordinarie anche per i pullman che porteranno in città i tifosi della Juventus. Saranno indirizzati nelle aree di sosta di via Silvio Gigli, (nei pressi della stazione Saxa Rubra della ferrovia Roma-Viterbo), largo Guido Mazzoni (nei pressi della stazione FS-Roma Tiburtina) e in via Luigi Schiavonetti (Autostrada Roma-Napoli). Da qui i tifosi raggiugeranno lo stadio a bordo di bus navetta.
Un’altra area di sosta per i pullman è prevista in lungotevere della Vittoria.
Come di consueto, potenziato anche il servizio di trasporto pubblico che collega varie zone della città con il Foro Italico. Sia per l’afflusso che per il deflusso, l’Atac ha predisposto corse aggiuntive sulle linee 2 (da piazzale Flaminio), 32 (da piazza Risorgimento), 69 (da largo Sergio Pugliese), 280 (da piazzale dei Partigiani), 446 (dalla circonvallazione Cornelia), 628 (da via Cesare Baronio) e 910 (dalla stazione Termini)”.
fonte lalaziosiamonoi
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Ulteriori attività di indagine e accertamento relative alla posizione del laziale Stefano Mauri e della società Lazio sono state disposte dalla Corte di Giustizia federale al termine del processo d’appello sul calcioscommesse per le presunte combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio del maggio 2011.
Quest’oggi è un giorno cruciale per Stefano Mauri. Ci sarà l’appello nel processo che lo imputa nel calcioscommesse. Pronte le parole del suo avvocato:«Sono molto ottimista. Siamo qui per consentire a Mauri di giocare la Supercoppa. Stefano è stato condannato per omessa denuncia, ma non si sa di che cosa, non si sa quando e come avrebbe saputo e quali atti sarebbero stati compiuti per alterare il risultato. Teoricamente il rischio di un peggioramento della pena è possibile», ha detto il legale del giocatore. «Il pm De Martino ha parlato di nuovi elementi in arrivo da Cremona? Non è successo niente e forse queste dichiarazioni poteva risparmiarsele. La Corte è solida a livello professionale e non si farà influenzare. Ipotesi ricorso al Tnas? L’ordinamento lo prevede, se dovesse esserci una conferma o un peggioramento della condanna», ha concluso l’avvocato di Mauri.
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Stefano Mauri in questi giorni si sta allenando a pieno ritmo con la speranza di poter scendere in campo nella finale di Domenica contro la Juventus. Palazzi è irremovibile sulla sua richiesta di squalifica a 3 anni e 6 mesi. Soltanto la sentenza di secondo grado potrà decidere le sorti del capitano biancoceleste il 16 dove si riunirà la corte di giustizia federale per esaminare l’appello della Procura federale. Gli avvocati di Stefano sperano in un assoluzione piena in quanto il loro assistito si dichiara totalmente innocente sul caso Calcioscommesse.
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Slitta l’accordo di Francelino Matuzalem con la maglia del Genoa. La società genovese starebbe aspettando di conoscere le condizioni fisiche del centrocampista ex o non ex Laziale. La telenovela sembrava finita quest’estate ma le voci che davano conclusa la trattativa non erano veritiere (o almeno in parte). Il brasiliano infatti ha un problema muscolare che lo affligge da tempo e la sua futura squadra vuole vedere come starà il giocatore visto che salterà anche la partita di coppa italia con lo Spezia. Secondo lalaziosiamonoi, la trattativa andrà in porto sicuramente e quest’esitazione è solo un modo di valutare il giocatore e la trattativa. Anche Albano Bizzarri al 90% lascerà la casacca biancoceleste per indossare quella della squadra genoana e mettersi a disposizione del neo tecnico Fabio Liverani.
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Il ct della nazionale italiana ha dichiarato, nella lunga cofferenza stampa, che userà le giuste misure riguardo i giocatori impegnati per la supercoppa italiana. Dice dunque, che terrà in considerazione Laziali e Juventini ma che non li userà per tutto il match per salvaguardare le prestazioni fisiche per la partita del 18 Agosto. “Mercoledì vorremmo controbattere colpo su colpo, con la giusta personalità, regalando spettacolo bello ed autentico, senza esasperare gli animi. Domenica c’è Lazio-Juve di Supercoppa? Queste sono date della Fifa, non ho pensato di lasciare a casa qualche giocatore, in questi anni ho dimostrato sempre buon senso e l’avremo anche mercoledì, cercando di gestire un po’ tutti. E’ però impensabile pensare di affrontare l’Argentina con dieci giocatori a casa”.
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foto lalaziosiamonoi
Danilo Cataldi, neo campione d’Italia con la Lazio Primavera, ha deciso di portare materialmente il suo ricordo che rimarrà impresso a vita sul suo corpo. Sfoggia orgogliosamente il suo nuovo tatuaggio con lo scudetto e la data della vittoria. Cataldi braccio armato di una Lazio che abbatte i pari età bergamaschi. Il ricordo di quella sera scolpito nella mente, l’emozione nel cuore ed ora anche la pelle marchiata a fuoco. Come si apprende dal suo profilo Facebook, il baby centrocampista della Lazio Primavera Campione d’Italia ha deciso di incidere sul proprio corpo un tatuaggio celebrativo del tricolore conquistato. Danilo è stato accostato nell’ultimo mese a mezza Serie B. L’interesse più recente è quello dell’Empoli. I toscani hanno provato ad inserire il ragazzo nell’ambito dell’affare Hysaj. La Lazio, almeno per il momento, è intenzionata a portarlo in ritiro ad Auronzo, al fine di valutarne da vicino l’approccio alla realtà della prima squadra. La società crede nella crescita del mediano romano, che compirà 19 anni ad agosto.
fonte lalaziosiamonoi
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Diramate le giornate del campionato Primavera. Si inizierà il 24 Agosto con Lazio-Napoli. I campioni d’Italia sono stati sorteggiati nel girone C. Il derby invece, si terrà il 2 Novembre a Trigoria e il 6 Marzo a Formello. Il campionato terminerà 3 Maggio 2014 dando via poi al Final Eight.
Di seguito le giornate della Lazio:
L’estate del 1990 è una sorta di ANNO ZERO per la Lazio e per il calcio italiano. I Mondiali sono finiti in archivio, la delusione per il mancato trionfo annunciato della Nazionale di Vicini non è ancora stata smaltita, ma nell’ambiente c’è grande entusiasmo. Dopo anni passati in stadi strasformati in cantieri o addirittura come nel caso della Lazio in “esilio” al Flaminio, i Mondiali hanno lasciato in eredità nuovi stadi, capienti e moderni. E in un calcio che ancora non ha scoperto il reale valore del prodotto televisivo e vive solo grazie agli investimenti di presidenti-magnati e soprattutto di incassi al botteghino, poter contare su stadi da 80.000 posti invece che su impianti da 20.000 posti disponibili, significa in alcuni casi poter addirittura quadruplicare il budget a disposizione. E in casa Lazio, l’effetto è immediato. Dopo anni di campagne acquisti fatte con il bilancino, Gianmarco Calleri e Carlo Regalia hanno piazzato un doppio grande colpo: per 10 miliardi di lire, la Lazio acquista dal Werder Brema Karl Heinz Riedle e la squadra viene affidata a Dino Zoff, reduce dal trionfo in Coppa Uefa.
Un centravanti Campione del Mondo da affiancare a Ruben Sosa e un allenatore che è una leggenda a garanzia dell’esistenza di un progetto di crescita annunciato ma che sembrava destinato a restare un sogno dopo la cessione di Paolo Di Canio alla Juventus. Oltre a Riedle, arriva anche un’ala destra (Madonna dall’Atalanta) e un regista (Domini) per completare una squadra che dopo due anni di assestamento sogna di tornare in Europa. E per allenarsi all’Europa, la Lazio vola in ritiro in Svizzera, a Macolin. Nel cantone tedesco, a due passi dal lago di Neuchatel. E il calendario delle sfide pre-campionato è da “grande”: sfida al Werder Brema per l’esordio nel nuovo Stadio Olimpico, amichevole di lusso contro il Milan Campione d’Europa, ma soprattutto invito in Spagna per partecipare a due passi da Gibilterra al torneo “Ciudad de la Linea”: prima sfida con il Cadice ed eventuale finale nientemeno che con il Real Madrid. Roba che non si vedeva in casa Lazio dai tempi di Chinaglia e del primo scudetto. Volo in Spagna al seguito della Lazio con la curiosità del giornalista ma con l’eccitazione del tifoso.
L’11 agosto, la Lazio affronta il Cadice con la formazione tipo: Valerio Fiori in porta, Bergodi e Sergio sulle fasce e Gregucci-Soldà coppia centrale; a centrocampo Pin e Domini si piazzano al centro, con Madonna a destra e Sclosa che si adatta a fare l’esterno sinistro; in attacco, la coppia dei sogni formata da Ruben Sosa e “Kalle” Riedle. E sono fuochi d’artificio. La Lazio vola facilmente sul 2-0 (Ruben Sosa e Pin) contro gli spagnoli, poi a venti minuti dal termine considera chiusa la pratica e inizia a pensare alla finale con il Real Madrid, che nell’altra semifinale ha battuto il Penarol. E in 4’, sfruttando il calo di concentrazione il Cadice pareggia. Zoff in panchina si alza e urla, ma poi ci pensa Soldà su punizione a firmare il 3-2 definitivo. Il 12 agosto del 1990 è domenica, a Cadice fa caldo, ma la sfida con il Real Madrid mette i brividi. John Toshack, ex bandiera del Liverpool Campione d’Europa, è al suo secondo anno da allenatore del Real Madrid e ha il compito di vincere tutto in quella stagione, perché la società gli ha messo a disposizione una squadra stellare: Chendo, Sanchis, Spasic e Tendillo formato il pacchetto difensivo, a centrocampo ci sono Michel, Gordillo, Luis Milla e George Hagi, con Emilio Butragueno e Hugo Sanchez a formare la coppia d’attacco. Con due nazionali come Hierro, Paco Lorente, Esnajder e Urzaiz in panchina. Una corrazzata, troppa roba per una Lazio alla terza stagione di Serie A e che solo 4 estati prima stava per scomparire dalla mappa del calcio italiano, tra lo spettro del fallimento e quello della retrocessione a tavolino in Serie C.
Qualcuno, scherzando, entra allo stadio con un pallottoliere, ma il calcio è materia imperscrutabile, a volte un mistero anche per chi vive da una vita in quel mondo folle. E la follia del calcio si materializza dopo appena 9 minuti, quando “Kalle” Riedle si fa beffa di tutta la difesa del Real e batte con sicurezza Jaro. Roba da stropicciarsi gli occhi: la piccola Lazio in vantaggio contro il Real Madrid. Pensi “ora questi si arrabbiano e ci asfaltano”, ma non va così. Il Real Madrid attacca, ma Gregucci e Soldà concedono pochissimo a Butragueno e Hugo Sanchez fatica a trovare i tempi giusti per far sfruttare la sua grande elevazione. Alla fine del primo tempo, il punteggio dice Lazio 1 Real Madrid 0. Nella ripresa il Real spinge e quando dopo un’ora di gioco Hugo Sanchez riesce a trovare, il sogno sembra destinato ad andare in frantumi. Zoff toglie Pin che si è sfiancato nel braccare Hagi e inserisce un altro difensore (Lampugnani), la Lazio si arrocca in difesa e riesce a conservare fino al 90’ il prezioso 1-1. Niente supplementari, si va ai calci di rigore, ma in campo i giocatori della Lazio si abbracciano già prima del verdetto finale, perché hanno tenuto testa e in trasferta ad una squadra costruita dal presidentissimo Ramon Mendoza per vincere sia la Liga che la Coppa dei Campioni.
Per primo su dischetto si presenta Ruben Sosa: gol. Lo imitano Hugo Sanchez, Sclosa, Tendillo e Riedle, poi sul dischetto va “El buitre”: lunga rincorsa e pallone che finisce fuori. Fiori esulta, Dino Zoff rimane quasi impassibile a bordo campo, mentre Gianmarco Calleri si mette le mani nei capelli in un mix di incredulità, gioia e terrore perché restano da tirare altri due calci di rigore. Sul dischetto va Raffaele Sergio, sinistro e gol. Michel timbra il cartellino e tutto il peso finisce sulle spalle di Roberto Soldà. Pallone sistemato con cura, rincorsa di cinque passi e gran botta ad occhi chiusi con il pallone che scuote la rete. In campo è il delirio. I giocatori del Real Madrid sono increduli e mentre Toshack da gran signore va a stringere la mano a Dino Zoff, in campo c’è il delirio. Pin alza a fatica un trofeo enorme come il significato di quella vittoria. E’ un torneo estivo, ci mancherebbe altro, ma per i tifosi della Lazio che solo quattro anni prima avevano visto in faccia i fantasmi, quel trofeo assume un significato enorme.
Un caso? No. Una settimana dopo, nell’esordio nel nuovo stadio Olimpico, la Lazio sfiora la vittoria contro il Werder Brema, raggiunta solo nel finale da Neubarth dopo esser stata due volte in vantaggio grazie ai gol di Riedle e Madonna, con in mezzo la rete di Klaus Allofs. Ma la vera notte da sogno è quella che va in scena sabato 25 agosto, quando la Lazio affronta il Milan Campione d’Europa. Zoff contro Sacchi, due filosofie di gioco totalmente diverse. Il Milan è uno schiacciasassi e quando Sergio batte Fiori con il più classico degli autogol dopo appena 10’, la pratica sembra già chiusa, perché pensare di fare un gol ad una difesa con Tassotti e Maldini sulle fasce e Filippo Galli e Nava al centro, sembra impossibile. Ma il 4-3-3 di Sacchi va in tilt: Ancelotti, Evani e Stroppa faticano a centrocampo, mentre Simone, Van Basten e Massaro non riescono a seminare il panico nella difesa della Lazio. A fare disastri, in realtà, sono Ruben Sosa e “Kalle” Riedle, folletti imprendibili per la difesa del Milan. Si scambiano le posizioni, giocano a occhi chiusi scambiandosi la palla come se giocassero insieme da una vita e nel giro di tre minuti vanno a segno tutti e due: prima Ruben Sosa e poi Riedle. All’inizio del secondo tempo, Ruben Sosa firma dal dischetto il 3-1 e la serata nel finale regala un po’ di gloria anche a Giampaolo Saurini, giovane attaccante di Colleferro che con la Primavera ha vinto lo scudetto nel 1987 e poi ha subito un lungo calvario a causa di un infortunio ai legamenti. E’ lui a segnare il gol del definitivo 4-1 e a chiudere un’estate da sogno. La piccola Lazio che nel giro di due settimane “mata” il Real Madrid e il Milan Campione d’Europa e tiene testa a una squadra come il Werder Brema che quell’anno vincerà la Coppa di Germania l’anno successivo la Coppa delle Coppe. Il salto di qualità annunciato dall’acquisto di Riedle e dall’ingaggio di Zoff, sembra dietro l’angolo, ma è un sogno di notti di mezza estate. Da settembre, la squadra comincia a mostrare limiti di tenuta, soprattutto psicologica. Nelle prime 20 giornate di campionato la Lazio perde solo contro Lecce e Napoli in trasferta, ma colleziona qualcosa come 14 pareggi, tanto che il Dino nazionale diventa per tutti Xoff.
Per attendere i successi veri bisognerà aspettare sette stagioni, con Zoff passato dalla panchina al vertice della società e con Cragnotti al posto di Calleri. Ma quella del 1990 resterà comunque un’estate indimenticabile: non tanto per quel trofeo alzato in faccia al Real Madrid o per quel successo contro il Milan Campione d’Europa, quanto perché ha dato a tutti i tifosi laziali la consapevolezza che il vento era girato e che bisognava solo aver la pazienza di aspettare la folata giusta per veder gonfiare le vele e iniziare il viaggio verso mete solo sognate ma che da lì a poco sarebbero diventate realtà. L’arrivo di Gascoigne, Doll e Winter, poi quello di Signori, Boksic e Casiraghi, i campioni costruiti in casa come Nesta o quelli presi giovanissimi come Negro, Favalli e Nedved, fino ad arrivare i fuochi d’artificio di fine anni novanta e a quella serie infinita di successi. Nell’estate del 1990 è cambiato il calcio italiano, è iniziato il calcio moderno dei grandi stadi e dei grandi investimenti, quello che in quel decennio ha portato il calcio italiano a conquistare sette edizioni di Coppa Uefa su dieci, a disputare 9 finali di Coppa dei Campioni (4 vinte) e tre Coppe delle Coppe. Il periodo in cui il Parma ha alzato al cielo 4 trofei europei e che ha portato ognuna delle “sette sorelle” (Milan, Inter, Juventus, Lazio, Roma, Parma e Fiorentina) a giocare almeno una finale europea! Con Roma e Fiorentina uniche a non aver vinto nulla, sconfitte sempre in finali “fratricide” contro Inter e Juventus. Vedendo come è ridotto oggi il calcio italiano, quei tempi sono lontani anni luce, ma restano impressi nella memoria perché sono diventati storia.
Altra telenovela del calciomercato italiano. Fabio Quagliarella è stato più volte accostato alla Lazio. In quest’estate 2013 è stato nominato minimo 4 volte a settimana dai quotidiani sportivi italiani. Per chiunque sperava in una stagione capitolina con la coppia Klose-Quagliarella, dovrà, secondo calciomercato.com,mettersi l’anima in pace. Nell’articolo precedente, abbiamo sottolineato la difficoltà di Lotito nel trovare una punta che affianchi il tedesco o che almeno gli faccia da vice. Secondo il sito sopraelencato infatti, il giocatore bianconero avrà un futuro ben lontano dall’Italia. Infatti l’attaccante partenopeo viene accostato maggiormente agli 11 di Paolo Di Canio, facendo si che il Sunderland infoltisca la colonia italiana dopo l’acquisto dell’ex juventino Giaccherini . L’operazione per portarlo in Inghilterra si aggira intorno ai 15 milioni d’euro.
Fonte lazionews.
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