Se Luigi Bigiarelli viene ricordato come l’artefice della fondazione della Società Podistica Lazio, Sante Ancherani è senza ombra di dubbio l’uomo che ha creato la Lazio Calcio. Nato a Cotignola (in provincia di Ravenna) il 6 settembre del 1882, Ancherani si era trasferito con la famiglia a Roma, nel quartiere di Ottavia. Grazie al suo fisico statuario fu scelto a febbraio 1900 dai fondatori come atleta da tesserare per la Società Podistica Lazio, dopo che lo videro correre i 100 metri in 13 secondi. Gli diedero la tessera di socio numero 6. Ma a Roma Ancherani era conosciuto anche come uomo dalle imprese ardite, soprattutto dai “fiumaroli” romani, che raccontavano di ben sette salvataggi accertati di altrettanti aspiranti suicidi da parte di questo ragazzo dalla nuotata approssimativa ma dal cuore grande come il suo coraggio.
Nel 1901, con l’arrivo del calcio nella Capitale, Sante Ancherani decise di lasciare la compagnia per dedicarsi a questo nuovo sport arrivato dall’Inghilterra. Amava ripetere: “Il calcio a Roma sono io”. E per almeno sette-otto anni all’inizio del ventesimo secolo è stato proprio così. Intorno a se riesce a radunare un gruppo di ragazzi che si danno battaglia su campi di piazza d’Armi, a due passi da piazza Mazzini e poco lontano da piazza della Libertà, luogo in cui è stata fondata la Lazio. Nel 1901, quindi, Sante Ancherani fonda la sezione calcio di quella che comincia a diventare una Polisportiva. Ma per oltre un anno, mentre al Nord si giocano già i primi campionati, Sante Ancherani e i suoi amici non hanno avversari con cui confrontarsi nella Capitale, anche se qualcuno a distanza di un secolo tenta ancora di mistificare la realtà per nel goffo tentativo di smentire il fatto che sia stata la Lazio la prima società di calcio di Roma. Nominato dagli altri componenti della squadra allenatore e capitano, per via del suo indiscusso carisma, Ancherani si fece portare dall’Inghilterra un paio di scarpe bullonate, gli antenati degli scarpini. Le portò al suo calzolaio e se ne fece fare dieci paia, che distribuì ai suoi compagni di squadra. Nel 1902 viene fondata la Virtus Roma. Finalmente, la Lazio ha un avversario con cui confrontarsi: e con il primo derby giocato quell’anno a piazza d’Armi, nasce anche il mito di Sante Ancherani. Il capitano, infatti, segna tutti e tre i gol di quella prima stracittadina della storia del calcio romano, finita 3-0 per la Lazio. A distanza di anni, Sante Ancherani descrive così i primi passi del calcio romano e quel primo derby della Capitale.
“Da principio, ci mettevamo tutti in circolo, ci spogliavamo e poi cominciavamo a fa le porte coi vestiti. Ne mettevamo un po’ da una parte e un po’ dall’altra, misurando circa sette passi e mezzo tra un mucchio di vestiti e l’altro. Io che avevo fatto un po’ di sport fin da ragazzo e pe quel po’ di velocità che ci avevo riuscivo a fa qualcosa che, insomma, agli altri non riusciva. E così, decidemmo de formà la squadra (che per esse undici fummo costretti a mette dentro qualcuno che neanche pigliava mai la palla). A me m’elessero subito capitano e giocavo centrattacco. Per un po’ di tempo, andammo avanti così. Poi, finalmente mettemmo dei bastoni al posto dei vestiti. Ma non erano pali, erano proprio dei bastoni che avranno avuto si e no tre centimetri di diametro, sopra mettemmo una cordicella e poi du bandierine una da una parte e una dall’altra, ad una certa distanza dai pali. Così, almeno avevamo una porta, ma anche una direzione, dei punti di riferimento. E cominciammo a fa partite tra di noi. Ci levavamo la giacca, i calzoni e via a correre. Sotto ci avevamo i calzoncini e dai calzolai ci facevamo mettere un po’ di striscette sotto alle scarpe nostre da passeggio.
Poi, dopo un po’, visti i progressi che facevamo, venne la Virtus. Nacque da un dissidio tra laziali, alcuni si staccarono e fecero anche loro una squadra di football. Così, nel 1902 ci fu il primo incontro vero, tra la Lazio e la Virtus a piazza d’Armi: vincemmo noi 3-0. Per l’occasione, inaugurammo certe camicette de flanella, a scacchi bianchi e celesti. Ce l’eravamo fatte fa da noi, anzi se me ricordo bene furono mia madre e mia sorella a cucille. Avevamo scelto il bianco e il celeste perché piaceva a tutti, delicato, signorile, simile alla bandiera della Grecia, la patria delle Olimpiadi. La Virtus, invece, era bianco e nera, a scacchi come noi a metà e metà me pare, non me lo ricordo bene, ma la maglia era bianco-nera. Pure loro giocavamo a piazza d’Armi, ma un po’ lontano da noi. Tanto piazza d’Armi era grande, se facevamo le riviste co’ trenta, quaranta soldati. Questa è stata la prima partita vera di football che s’è giocata a Roma. Di quei tre gol a distanza de anni non so più così certo, ma un paio l’ho segnati di sicuro, come è sicuro che vincemmo noi per 3-0. La formazione nostra era così formata: in porta Balestrieri, ufficiale di cavalleria; terzini Grifoni, un generale di marina, un ammiraglio insomma, e Graid, che faceva il capostazione; mediani erano D’Amico, Mariotti e Pellegrini; all’attacco Ricci, Pollina, Ancherani, Tito Mastri, che era alto un metro e novanta e Collini. Che tempi….”.
Il mito di Ancherani (che in quella foto storica scattata a piazza d’Armi e al centro in basso, con i baffi) diventa leggenda cinque anni dopo, quando dando vita alla prima campagna acquisti della storia convince il presidente Ballerini a ingaggiare i fratelli Corrado e Filiberto Corelli dalla Virtus per andare a giocare nel il primo Campionato Interregionale. Si gioca a Pisa, a giugno del 1907. I giocatori della Lazio partono la notte prima in treno, viaggiando in terza classe ie dormendo su panche di legno. E quando poco dopo l’alba arrivano a destinazione, trovano una sgradita sorpresa. Devono giocare alle 10 contro il Lucca, alle 16 contro il Pisa e alle 18 contro il Livorno: tre partite in otto ore. Ma Ancherani e compagni non si perdono d’animo. Battono 3-0 il Lucca, fanno il bis superando per 4-0 il Pisa e completano l’opera battendo nell’ultima partita per 1-0 il Livorno e vincendo così il primo torneo nella storia della Lazio Calcio.
Sante Ancherani gioca e allena per 11 anni la Lazio, fino al 1912, quando chiamato a scegliere tra la passione per il calcio e quella per la musica (suonava la tromba nella banda comunale di Alberto Vassalla), scelse quest’ultima, lasciando il calcio. La Lazio lo perse come atleta e come calciatore, ma non come tifoso. Sante aprì un negozio di articoli sportivi a via dei Prefetti e con l’aiuto di nipoti, figli e nuore ebbe un grande successo, a tal punto da diventare lo sponsor tecnico della Lazio, fornendo palloni, maglie e scarpe di loro produzione. Lucidissimo e sempre tifoso della Lazio, Sante Ancherani è morto il 9 settembre del 1971. Ha festeggiato la conquista della Coppa Italia, ma non ha potuto realizzare il grande sogno cullato per una vita: vedere la sua Lazio vincere lo scudetto.
STEFANO GRECO
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