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Una Lazio che fa tenerezza

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difesa tracollo
Nel giorno del ricordo a Maestrelli, il tecnico del primo scudetto biancoceleste, la Lazio stecca contro il Napoli dicendo addio, se ancora ce ne fosse bisogno, al sogno Champions. Parte meglio la Lazio che si rende pericolosa con Candreva, ma il Napoli ha un campione che risponde al nome di Higuain. L’argentino entra nel match al 23′ quando parte da centrocampo, lascia sul Cana e trafigge Marchetti. La Lazio non ci sta e trova il pareggio con l’autogol di Behrami. Ma è un fuoco di paglia. Al rientro dagli spogliatoi è di nuovo il Napoli a passare in vantaggio con Pandev. Petkovic le prova tutte, cambia modulo ma è ancora una volta Higuain ad infliggere il colpo del k.o. Ci prova Keita ad alimentare le speranze biancocelesti con un gol che da solo vale il prezzo del biglietto, ma orma è tardi. A rendere vani gli ultimi 5 minuti ci pensa Ciani che si addormenta con il pallone tra i piedi consentendono a Callejon di portare a 4 le marcature partenopee. La Lazio continua a perdere terreno, adesso anche l’Europa League è a rischio.

FORMAZIONI – Ritorno all’antico per Petkovic che schiera il tanto caro 4-1-4-1 con Biglia preferito a Ledesma, Gonzalez ed Hernanes intermedi di centrocampo e Lulic e Candreva esterni. In avanti spazio a Perea. Il Napoli risponde con il 4-2-3-1; dietro l’unica punta Higuain ci sono Insigne, Pandev e Callejon.

PRIMO TEMPO – Cinque minuti poi Lulic cambia gioco per Candreva che finta la battuta al volo, stoppa il pallone e tenta il sinistro, palla fuori di pochissimo. La Lazio c’è, gli attaccanti pressano i portatori di palla del Napoli che sembra in difficoltà. La partita vive di fiammate, ma sono sempre i biancocelesti a rendersi pericolosi. Al quarto d’ora palleggio di Perea che libera Hernanes, il brasiliano prende la mira, ma il suo tiro è debole, nessun problema per Reina. I pericoli maggiori arrivano dall’out di destra, teatro delle scorribande laziali. Ci prova anche Konko, ma la palla esce di poco al lato. Venti minuti di sola Lazio, poi la differenza la fa il fuoriclasse; palla di Inler per Higuain che ingrana la quarta e parte da metà campo lasciando sul posto Cana, Ciani è in ritardo e l’argentino insacca. L’importanza di chiamarsi Higuain, il Napoli è in vantaggio. Ma la Lazio è viva, è lontana parente di quella vista a Genova, non solo dal punto di vista del gioco. Non passa neanche un minuto che la dea bendata si materializza in area partenopea prendendo le sembianze di Behrami che, sul tiro cross di Candreva, spedisce nella propria porta. E’ 1-1. Il match si infiamma, le squadre si allungano, ma in campo regna la confusione. Il Napoli protesta per un gol annullato ad Higuain, la Lazio recrimina per l’occasione capitata ad Hernanes, ma il risultato non cambia. L’ultima emozione del primo tempo la regala Candreva che da posizione defilata cerca il gol, ma la palla si perde a fondo campo.

SECONDO TEMPO – La seconda frazione inizia cosi come era finito il primo tempo. Al 2′ è Hernanes, dopo un doppio passo, a tentare il sinistro, ma la palla esce di un nulla.Alla prima azione è di nuovo il Napoli a passare in vantaggio. Higuain crossa in mezzo, Pandev vince un rimpallo e di sinistro gira in porta per il nuovo vantaggio partenopeo. Ci prova Hernanes a dare la scossa, ma il brasiliano spara a salve. Al quarto d’ora Petkovic opera la prima sostituzione, dentro Floccari fuori Gonzalez. Cambio di modulo per il tecnico di Sarajevo che passa cosi alle due punte. La mossa di Petkovic sveglia la Lazio che si rende pericolosa prima con Lulic che perde l’attimo giusto per la conclusione, poi con Radu che si prova dalla distanza non trovando però il bersaglio grosso. Entra anche Keita, Lazio a trazione anteriore. L’azzardo di Petkovic non paga ed il Napoli cala il tris; palla in profondità, Cana tenta l’intercetto ma sbaglia aprendo la strada ad Higuain che, a tu per tu con Marchetti, non può sbagliare. Ci prova Candreva a dare la scossa, ma il suo tiro dai 30 metri non può impensierire Reina. Quando sul match sono pronti a scorrere i titoli di coda sale in cattedra Keita che semina 4 uomini e spara una bomba sotto al sette che vale il 2-3. Un eurogol che aumenta i rimpianti per l’ingresso tardivo del giovane ex Barcellona. A rendere inutili gli ultimi minuti ci pensa Ciani che perde malamente il pallone nella trequarti campo aprendo una prateria nella quale Callejon corre libero verso Marchetti, trafiggendolo. Per la Lazio è notte fonda, la Champions è un miraggio, l’Europa League un’impresa

LALAZIOSIAMONOI



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