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Stefano Orsini (RAI): “Serviva un salto di qualità, colpe di tutti”

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Più passa il tempo e più rimbalzano dichiarazioni e interviste di carta stampata, ex giocatori e uomini di calcio che continuano a confermare (senza che ce ne fosse bisogno ulteriormente) la stagione fallimentare della Lazio. Ecco che, tramite LazioPress, andiamo ad intercettare le parole del giornalista sportivo della Rai e del TGR Lazio Stefano Orsini, dove non fa selezioni sulle eventuali colpe di questa annata storta.

Come giudichi la stagione della Lazio?

“Decisamente negativa. E’ ormai una squadra che a sei giornate dalla fine deve sperare che si concatenino una serie di cose per poter centrare una miracolosa qualificazione in Europa League. Stagione brutta perché le premesse erano ben altre. Sconfitti in Supercoppa, eliminati nel preliminari di Champions League. Serviva un salto di qualità che, purtroppo, non è stato fatto”.

Di chi sono le colpe di questa stagione ormai compromessa?

“Le colpe sono chiaramente di tutti. C’è l’errore a monte della società che in estate non ha portato a termine operazioni di rinforzo della rosa, e questo è accaduto anche nella passata sessione di mercato invernale. Ma le colpe sono indubbiamente anche dei calciatori, sono loro che vanno in campo e molti di loro non hanno reso come avrebbero potuto, chi perché era scontento chi per altri motivi. Non ha d affatto ato il massimo neanche l’allenatore con il suo staff. Pioli in tutti questi mesi non è riuscito a cambiare quando le cose andavano male. Non è riuscito ad adoperare le giuste correzioni”.

Chi sarà secondo te sarà Inzaghi l’allenatore prossimo anno o la società deciderà di puntare su un allenatore di caratura maggiore?

“In questo momento è tutto in gioco. E’ facile ora dire “probabilmente Inzaghi”, dopo la vittoria all’esordio per 3 a 0 sul Palermo, una squadra che ha ritrovato fiducia e corsa. Verrebbe da dire che sia lui, ma il calcio è strano e può portare a molte sorprese. Lui ha fatto tutto quello che poteva, ha una grande esperienza e ha fatto molta gavetta a livello giovanile, ha un passato importante da calciatore, dove ha vinto tanto, e ha molto entusiasmo. Ci sono tutte le premesse per far bene. E’ chiaro che questa è una domanda difficile a cui rispondere perché la società a fine stagione dovrà tirare una linea, e non so se sette partite possano risultare sufficienti per confermare Inzaghi”.

Come si può uscire da questo scontro tra i tifosi ed il Presidente Lotito?

“Anche questa è una bella domanda. Ho posto lo stesso quesito ieri a Massimo Piscedda al TG3 e in studio e lui ha detto ’bisognerebbe avere la bacchetta magica’. E’ chiaro che tutti dovrebbero fare un passo indietro. A me sarebbe piaciuto che già fosse accaduto qualcosa. In passato c’erano i famosi stati generali, dove si convocavano i saggi per affrontare un determinato problema. Lì tutti si confrontavano in maniera civile e si cercava di arrivare ad una proposta da fare al diretto interessato. Sarebbe bello vedere questo, che tutti si ritrovassero in un posto come un teatro e lì, dopo una sorta di consultazione, si arrivasse ad un dialogo. Tutto questo, però, sembra destinato a rimanere un sogno perché il confronto tra le due parti è stato sempre evitato. Mi aspetto una mossa, non da Lotito, ma dai tifosi che hanno compiuto manifestazioni molto mature nel corso del tempo, come quella a via Allegri, quando ci fu in ballo uno Scudetto. Dalla società non mi aspetto nulla”.

Sei favorevole all’idea del Flaminio come nuovo stadio?

“Penso che chiunque lo sarebbe. E’ un operazione nostalgica che ci potrebbe stare, anche per ridare alla Lazio quel quartiere che gli appartiene, perché Piazza della Libertà si trova a pochi passi. Però ci sono altri tipi di ragionamenti. La premessa è che ogni società di calcio che è intenzionata a crescere deve avere un proprio stadio. Tutte le squadre che hanno fatto il salto di qualità, hanno lo stadio di proprietà, e anche la Lazio deve puntare ad averne uno. Il Flaminio sarebbe un sogno. E’ vero, ci sono tremila ostacoli da superare, ma sarebbe bellissimo. Non credo comunque che questa società, come altre società, vedi la Roma e la Juventus che in passato erano intenzionate risistemare strutture già esistenti, sia in grado di portare a termine tale operazione. Le esigenze del calcio moderne sono diverse. Non c’è solo un prato vere e una tribuna dove poter veder bene una partita da considerare, ma anche altre cose da valutare per poter far business”.

Come vedi il futuro della Lazio?

“Per forza migliore di questo, perché questo è davvero un anno orribile e non è affatto facile riviverlo. La Lazio può pensare in positivo, ma è chiaro che ci vuole una rifondazione totale. La squadra va cambiata, serve acquistare almeno quattro titolari. Questo finale di stagione servirà ad Inzaghi per valutare qualche giovane. La Lazio è come un palazzo che va ricostruito. Mi aspetto un mercato degno di questo nome che aiuti la squadra a competere per la Champions League e a lottare su fronti che le competono”.



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