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Pantano si oppone alla contestazione :” E’ inutile “

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PANTANO
«Il tifoso deve tornare a fare il tifoso. Oggi è diventato esperto di mercato, di borsa ed è entrato in ambiti che non gli competono. Sarebbe bello tornare a preoccuparsi solo delle sorti della propria squadra: non credo che questa protesta sia efficace»
. Questo il pensiero di Stefano Pantano, ex schermidore ma soprattutto tifoso biancoceleste. La sfida col Sassuolo sarà al grido «Libera la Lazio», eppure la contestazione alla società non è una via efficace secondo il conduttore radiofonico perché non avrebbe il potere di cambiare le gerarchie al vertice: sognare è lecito ma vanno fatti i conti con la realtà biancoceleste.

Cosa significa questa contestazione? «Che lo stadio sia pieno è motivo di soddisfazione, sono anni che invito i sostenitori a riempire l’Olimpico. La contestazione significa dare un segnale, ma è curioso che chi ci sarà domenica magari non sia stato presente al derby. Molti tifosi sono mossi da sentimenti sinceri e hanno tutto il diritto di promuovere l’iniziativa, altri magari dovrebbero guardarsi allo specchio».

 

Non è d’accordo quindi con la protesta? «Magari arriverà un magnate o uno sceicco che farà fare il salto di qualità, ma non ci credo, siamo rimasti scottati troppe volte. La protesta di domenica, mi auguro civile e democratica, spero porti a qualcosa. Ma la presenza massiccia allo stadio, solo per insultare Lotito, non credo sia efficace. Qualcuno si sta sopravvalutando e sta sopravvalutando la comunicazione mediatica: non abbiamo il potere di cambiare il corso degli eventi, siamo pur sempre in democrazia e ognuno è libero di dissentire da questa protesta, se lo crede».

Cosa contestano i tifosi alla società ? «Ne ho parlato personalmente con il presidente Lotito, ci sono situazioni che non vanno e questo è evidente. Dal mercato deludente al mancato salto di qualità. Ma nulla è mai cambiato, e non abbiamo il potere di farlo né come tifosi né come comunicatori».

 

Non crede abbiano il diritto di sognare? «È giusto sognare, ci mancherebbe. Sono anche io un tifoso e sogno di tornare ai tempi della gloriosa Lazio di Cragnotti. Capisco che il momento e la crisi economica non aiutino, cerco dunque di essere più realista. In Italia si contestano De Laurentiis, Berlusconi e Moratti. Che per i tifosi biancocelesti sono dei veri e propri esempi».

IL TEMPO – CITTACELESTE

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