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Lotito: ” Bisogna riportare la normalità”

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Lotito intervenendo durante la presentazione di Diaconale, rilascia le seguenti dichiarazioni:

“Lo scopo è riportare la normalità. Ho fatto un editoriale dove ho detto che i risultati si ottengono solo grazie a tutti i componenti. Ovvero la società, i calciatori, lo staff tecnico e la tifoseria. Con unione di intenti si possono ottenere certi risultati. Le esperienze in Nazionale mi hanno confermato che al di là della qualità dei giocatori quello che conta è il clima che c’è intorno e all’interno del gruppo. I giocatori sono persone come noi che risentono delle pressioni ambientali positive e negative. L’ambiente all’unisono deve concorrere al raggiungimento degli obiettivi. Se io devo scegliere la legalità e il consenso io sceglierò sempre la legalità. Questo deve essere chiaro a tutti. Dobbiamo lavorare per questo risultato. Quando ho portato Peruzzi in giro per il centro sportivo è rimasto sbalordito. Mi ha detto che ho trasformato tutto e che quando c’era lui l’acqua calda non funzionava bene. E’ l’impronta dell’organizzazione e dell’ordine, che significa regole per tutti. Chi era abituato ad assumere comportamenti non in linea o ad avere privilegi ha portato quindi a contrapposizioni. Al di là di Lotito si stanno creando degli alibi emozionali che creano un danno alla lazialità. Vorrei essere giudicato per quello che faccio. Nemo propheta in patria: in Italia vengo considerato come una persona capace, a Roma come un delinquente che toglie i sogni ai tifosi. Ieri sono stato 7 ore nel centro sportivo a lavorare per la Lazio, questo non viene riconosciuto ma vengo considerato un padrone. Non siamo stati in grado di vendere bene quello che abbiamo fatto.” Poi continua parlando del rapporto con De Martino e la comunicazione:

“Insieme a De Martino abbiamo costruito tante cose, siamo stati i primi ad aprire una radio. Abbiamo una tv di qualità e una rivista che le altre società hanno abbandonato. Vogliamo dare ai tifosi degli strumenti per essere partecipi. Abbiamo una catena di negozi, questo è diventato un demerito. Già stiamo allestendo un negozio nel centro commerciale di Roma Est. Siamo cercando di mettere in condizione i laziali di essere vicini alla squadra. Abbiamo un pullman di proprietà, cosa che la Lazio non aveva mai avuto nella storia. Siamo italiani, dovremmo rivendicare la nostra nazionalità e il nostro marchio d’origine che è anche rappresentanza del territorio. Gli altri stanno deturperando gli aspetti emozionali. Noi non vogliamo curare soltanto il risultato ma anche la ricchezza umana. Oggi manca il pathos, il coinvolgimento emotivo, che non è dettato solo da un presidente che non rende partecipi i tifosi. E’ cambiato la mentalità dei tifosi, dobbiamo riportare l’essere, non l’avere. Nel momento in cui alcune componenti sono le prime che rivendicano posizioni si crea una crisi che tocca la fierezza e l’orgoglio di un club come la Lazio. Se non tramandiamo certi aspetti perdiamo le nostre caratteristiche. Con la nuova Comunicazione vogliamo riportare entusiasmo, non è un problema economico. La Lazio oggi non chiede, è autonoma, è libera e indipendente. Anzi, dà suggerimenti su come agire nel mondo del calcio. Questo viene considerato un elemento negativo”. Infine una battuta o meglio un appello per il futuro:

“Tutti insieme dico: ripartiamo! Dobbiamo valorizzare quello che siamo, rischiamo di perdere tutto quello che abbiamo costruito in più di 100 anni di storia. Noi dobbiamo essere orgogliosi di noi stessi, quello che abbiamo non ce lo può togliere nessuno. In passato invece è accaduto. Io sono un uomo libero, non voglio che il club sia condizionato da nessuno, nemmeno dal sottoscritto. L’interesse del club è l’interesse supremo, viene prima di me, della squadra, dei calciatori e dei tifosi. Se non esiste il club non esistono le altre componenti. Abbiamo fatto sforzi sovrumani per salvare la nostra identità, altre società sono nate dal fallimento. Noi siamo ancora quelli nati nel 1900. Queste innovazioni sono necessarie per la crescita del club”.

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Monza-Lazio,Sarri in conferenza stampa: ” Immobile non è al massimo, valutiamo di fargli fare uno spezzone”

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Dopo la sosta nazionali ritorna la Serie A. La Lazio seconda in classifica affronterà domani pomeriggio alle 15 il Monza. A presentare la gara in conferenza stampa è stato mister Sarri. Ecco le sue parole:

Ha preparato la gara di domani cavalcando l’entusiasmo o facendo il pompiere?

“Si sta preparando con logicità. Il derby non ci fa partire in vantaggio, sarà difficilissima, il Monza sta mettendo insieme dei numeri importanti. A livello di possesso palla è passata dal 18esimo posto al quarto posto in pochi mesi, ha qualità che ti possono mettere in difficoltà. Serve sacrificio e umiltà”. 

Come sta Immobile?

“Dal punto di vista clinico sta bene, poi c’è l’aspetto fisico visto che è stato fermo per un mese. Non può essere al massimo. Vediamo se lo possiamo sfruttare per uno spezzone di partita. 

Come ha visto i nazionali? Zaccagni sorpreso?

“Abbiamo un ct che fa le convocazioni, io quando i miei non vengono convocati sono contento. Sono decisione sue, quindi non mi interessa. Io so che le nazionali sono una follia. Vecino ha fatto Roma-Giappone, Giappone-Corea del Sud, Corea del Sud-Roma, il tutto per due amichevoli. È pure rientrato troppo bene per quello a cui è stato sottoposto. Il campionato non è più fattibile, ho sentito paragoni con la NBA, è una follia. Lì i giocatori stanno in campo per circa 28 minuti contro i 90 del calcio, e nel calcio si prendono più botte rispetto alla NBA. Rispetto al basket europeo non lo so”.

Ha rivisto la sua opinione sulla corsa Champions?

“Io ho sempre detto che ci sono squadre superiori al nostro organico, a livello complessivo. Vedo squadre che fanno dei cambi che ti lasciano pensare, ho visto l’Atalanta contro l’Empoli, a 20 minuti dalla fine ha messo Boga, Hojlund e Lookman dentro. Rimango dell’idea che ci sono organici superiori, poi lottiamo e vediamo come va a finire”.

Ora inizia un “altro” campionato?

“Il vantaggio è quasi simbolico, se penso ai punti che abbiamo recuperato nelle ultime 5 partite. Penso a cosa potrebbe succedere tra 11 giornate, non tra 5. Possiamo farci poco affidamento sul vantaggio. Non guarderei il campionato intero, ma la gara di domani. Lì ha perso la Juve e ha pareggiato l’Inter. Il Monza è una squadra difficilissima. Quello che possiamo andare a prenderci è il piccolo vantaggio di giocare una volta alla settimana, ma pensiamo di partita in partita. Quest’anno non c’è nulla di scontato”.

Giudizio su Palladino?

“Tra gli allenatori giovani di ora è uno dei più intriganti e interessanti. Riesce a fare una fase difensiva tipo l’Atalanta, con un palleggio però alla Guardiola. Uno da seguire con tantissimo interesse”. 

A che punto è Pellegrini? Può giocare titolare? 

“Se può giocare dall’inizio lo dico prima a Luca. Sono contentissimo di lui, è bello partecipe, grande progressione della condizione e dell’apprendimento. Poi stiamo parlando di una linea che ha funzionato, metterci le mani sopra è sempre difficile”.

Il momento di Milinkovic?

“Non è un momento in cui si sta esprimendo al massimo. Se torna al 100% può fare la differenza nella parte finale. Lo aspettiamo con grande fiducia”. 

Quanto è cresciuto il rapporto e il feeling con Luis Alberto?

“Dipende che intendi per rapporto. In questo momento è un giocatore fenomenale. Io non lo so cosa guardano il pubblico e i giornalisti in partita. Per quello che vede un allenatore, quello che sta facendo mi rende non contento, di più. Un giocatore totale, tira da fuori, rincorre, fa tutto. Un giocatore sopra le righe”.

Ha detto di preferire gli italiani: si è discusso di questo con Lotito?

“Una cosa di cui abbiamo sempre parlato. Io l’ho sempre detto che preferisco gli italiani, perché danno più identità alla squadra. Se in rosa ne hai 7-8 di italiani dai un’identità maggiore, se sono laziali ancora meglio. Ma lo pensano tutti i tecnici. Poi c’è da dire che un italiano che fa 3 partite costa 15 milioni, uno straniero in Bundesliga costa 4. Il motivo non lo so sinceramente”

Incontro a breve con Lotito?

“Lo vedo spesso, non così come prima da quando è in Senato. Ma lo vedo spesso”.

 

Spesso la Lazio si è fermata contro le medio-piccole. Cosa ne pensa?

“Mi sembra un campionato strano, contro queste squadre perdono tutte. Le squadre di media classifica sono forti, se le incontri in un momento di salute diventa un problema. Parlo di Bologna, Monza e Torino. La Fiorentina è un problema sempre invece. Hanno uno spessore superiore rispetto agli anni precedenti. Le motivazioni che contano sono quelle interne, quelle esterne sono frivole e il tempo se le porta via. Lo dico sempre alla squadra, vogliamo essere la più forte di Roma o una delle più forti d’Italia? Dopo le partite di cartello abbiamo vinto una volta sola. Il limite è stata questo”. 

La Lazio è stata alterna?

Succede a tutte, posso dire le gare di Milan e Inter, solo al Napoli non è successo. Periodi neri del Psg anche ci sono stati. Il livello top si è un po’ abbassato, il medio alzato. Il nostro gruppo ha mostrato la tendenza a accontentarsi. 

Quanto conta la Champions per la progettualità futura? La Lazio avrebbe più appeal?

Non lo so come ragionano calciatori e agenti. A me non importa se una squadra sta in Champions in meno, se una squadra mi cerca e il progetto mi intriga ci vado lo stesso. Se poi ci sono giocatori che si fermano al primo aspetto, può essere pure che aumenti a livello di richiamo. 

La Lazio vista la classifica ora ha più responsabilità?

La responsabilità ce l’ha chi ha l’organico migliore del nostro, noi abbiamo un’opportunità.

Oggi è una triste ricorrenza della scomparsa di Chinaglia.Pensieri?

Lo ricordo quand’ero ragazzino, ma avevo più come idolo gli allenatori che i calciatori. Lui ha segnato un’epoca, un personaggio estroso, particolare, rimane nell’immagine popolare fortissima. Come giocatore ho immagini davanti, però la cattura del personaggio era forte. Il ricordo è forte. 

Lei critica spesso le nazionali, perché?

Io non critico le nazionali, non mi interessa niente. Ho visto 10 minuti di Kosovo e Andorra, ho visto tutti i giocatori in area, ho detto “cazzo è successo?”. Critico il calendario, la qualità diminuisce, ci sono sempre 5-6 assenti per infortunio, mi devono spiegare dove vogliano andare. Il calcio da sport è diventato business, se poi diventa solo business non escludo che tra 10 anni nessuno si interesserà più.

Come sta Lazzari?

Sta bene, l’ho visto bello brillante. È rimasto fuori qualche partita, un giocatore che a fine anno sarà sopra le 35 presenze, poi per certe partite abbiamo fatto scelte diverse per motivi tattici. 

La pausa ha fatto bene?

Nei meandri mentali è difficile capire, cosa fa bene e cosa no. A volte giochi dopo 3 giorni e invece la trovi concentrata, a volte passa più tempo e lo scopri dopo. Non è facile da sapere. Poi la partita dice la verità.

La vittoria al derby può essere la cura al problema mentale?

Una piccola parte avete visto. La squadra ha lavorato bene dal punto di vista materiale e pratico. Ci sono stati momenti ludici e momenti tattici di alta intensità. Siamo indecifrabili, la squadra si allena a grandissimi livelli, spero che questa continuità nelle sedute diventi continuità mentale per le partite. Rispetto all’anno scorso abbiamo una continuità diversa, poi quest’anno non abbiamo fatto bene in Europa, ho paura che c’entri una scelta inconscia della squadra. 

Quanto Sarri c’è nella Lazio attuale?

Mi ci vedo. Giovedì abbiamo fatto un allenamento sulla linea difensiva, l’ho rivisto a casa, è roba importante. Una linea, lasciando perdere il valore dei singoli, è ai livelli di Napoli ed Empoli. Al Chelsea e alla Juve non l’ho mai raggiunto questo livello. Poi se Sarri nell’immaginario di tutti è quello del Napoli, non si rivedrà più. Ci sarà invece il Sarri di un altro gruppo di giocatori e di altre caratteristiche. 

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