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Storia S.S. Lazio

La Nord spiega la protesta di Domenica :” Con questo personaggio non possiamo sognare “

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Lazio-Atalanta e la protesta della gente laziale versoLotito continua. A differenza della gara contro ilSassuolo, dove erano presenti allo stadio circa 40.000 spettatori, contro gli orobici la protesta annunciata prevede un Olimpico deserto. Due esponenti della Curva Nord ai microfoni della trasmissione ’La Voce della Nord’, in onda sulle frequenze di Radiosei, hanno spiegato il perchè di lasciare lo Stadio vuoto in occasione di Lazio-Atalanta di domenica: Noi staremo fuori per visionare, chi vuole può venire. Vogliamo far capire che possiamo anche stare lontano da ciò che amiamo, se serve a dimostrare che non ce la facciamo più a sopportare questa gestione. Questo è un atto di amore, è un sacrificio, l’assenza è più importante della presenza quando sposi questa causa”.

I due sottolineano che non c’è nessuna ‘regia oscura’ dietro questa protesta: ”Non sono iniziative che portiamo avanti per i nostri interessi, torniamo a ripetere. Contro il Sassuolo abbiamo avuto la dimostrazione che il popolo laziale è unito. La nostra protesta è manifestazione di puro amore. Lo spirito è Libera la Lazio, perché quello che questa gestione ci ha dato è l’impossibilità di sognare. Non protestiamo perché siamo a conoscenza dell’intenzione di qualcuno di comprare la Lazio. Se qualcuno ci fosse, che si facesse vedere. Siamo arrabbiati, vedere che non si trova uno sponsor sulla maglia, che non si da nemmeno la possibilità di puntare a qualcosa di più. Lotito per noi non è il presidente della Lazio, ma colui che la gestisce. Questo è quello che ci infastidisce. Protesteremo in tutta civiltà, anche domenica saremo fuori dallo stadio per visionare, la Curva Nord è la nostra casa. Il messaggio che vogliamo mandare al presidente, attraverso Libera la Lazio, è che vogliamo ci venga data la possibilità di ritornare grandi. Perchè il presidente non si avvicina a qualcuno che possa aiutarlo? Magari una partnership per far tornare la Lazio un club grande e importante. Può darsi che venga uno peggio di lui, ma i sentimenti che ha creato nella tifoseria non hanno precedenti. I tifosi sono sognatori, non possono essere privati della capacità di sognare”

Infine i 2 esponenti hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa Libera la Lazio: “Ci siamo commossi quando abbiamo visto tutti quei cartoncini in alto con la scritta Libera la Lazio. Torniamo a ripetere che quei cartoncini, quando non riuscivamo più a distribuirli, sono stati presi volontariamente dagli altri tifosi. Altri ancora li avevano preparati individualmente a casa. Significa che il popolo biancoceleste è unito, e in maniera unita ha sposato questa causa”.

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1 novembre 1997: quando la Lazio in dieci asfaltò la Roma

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ROMA – LAZIO – La Lazio per la prima volta sfida l’ex tecnico Zeman, passato in estate sulla panchina della Roma. Eriksson, sbarcato nella Capitale dalla Sampdoria, per il derby sceglie il classico 4-4-2 con la coppia Mancini e Casiraghi in avanti e il centrocampo composto da Fuser, Almeyda, Jugovic e Nedved. Avvio shock per i biancocelesti che già al 7’ rimangono in dieci per l’espulsione di Favalli: Collina, in maniera molto severa, punisce con il rosso l’entrata diretta del difensore su Tommasi. Eriksson risistema la squadra inserendo Negro al posto di Almeyda e chiedendo un sacrificio a Mancini sull’esterno sinistro. Dopo un primo tempo di sofferenza, in apertura di ripresa è proprio il numero 10 a sbloccare il match. L’ex capitano della Sampdoria parte dall’esterno e infilandosi tra Gomez e Servidei fa partire un destro che si infila sotto l’incrocio della porta difesa da Konsel. Passano soltanto dieci minuti e la Lazio raddoppia con un’altra perla: questa volta Mancini si trasforma in uomo assist e Casiraghi in spaccata trova una coordinazione perfetta per il 2-0. All’84’ è Nedved ad infilarsi nel cuore della difesa giallorossa, superando Konsel con un delizioso pallonetto. Il gol di Delvecchio al 91’ conta soltanto per le statistiche e al fischio finale è euforia biancoceleste. Una Lazio da 10, e lode.

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