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Storia S.S. Lazio

Decadenza Lotito, il comunicato ufficiale :” Non ci sono i presupposti “

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LOTITO GENTILE

La decadenza Lotito tiene ancora banco. Una questione spinosa, soprattutto perché è arrivata nel momento della contestazione contro la presidenza da parte dei tifosi biancocelesti. Dichiarazioni di avvocati, smentite, silenzi: la S.S.Lazio, tramite un comunicato stampa, cerca di fare chiarezza, spiegando che sarà compito della Corte di Appello di Milano la determinazione della pena con un rinvio di giudizio non ancora fissato. Sotto il comunicato ufficiale:

In adempimento a quanto richiesto dalla Consob in data 4 marzo 2014, il Consiglio di Gestione della S.S. Lazio s.p.a. rende noto che la Corte di Cassazione, con sentenza in data 4 luglio/30 dicembre 2013, n. 51897/13, ha annullato senza rinvio la condanna emessa dalla Corte di Appello di Milano il 12 marzo 2012 nei confronti del dott. Claudio Lotito per i reati di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, ed ha annullato con rinvio la stessa sentenza per la parte relativa al reato di omessa alienazione di partecipazioni rilevanti, mandando alla Corte di Appello di Milano per la determinazione della pena. Il giudizio di rinvio non è stato ancora fissato.

Il Consiglio di Gestione della società ha ritenuto che, non contenendo la sentenza della Corte di Cassazione alcuna condanna definitiva ad alcuna pena, non si sia in presenza dei presupposti richiesti dall’art. 18 dello Statuto o dall’art. 22 bis delle Norme Organizzative Interne della FIGC.

Il Consiglio di Sorveglianza della società ha condiviso le considerazioni del Consiglio di Gestione ed ha acquisito un certificato penale del dott. Claudio Lotito, rilasciato a fine febbraio 2014, nel quale non risultano annotate condanne passate in giudicato. Il Consiglio di Sorveglianza rimane, comunque, in attesa dell’esito del giudizio di rinvio e del passaggio in giudicato della sentenza che concluderà il processo. 

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1 novembre 1997: quando la Lazio in dieci asfaltò la Roma

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ROMA – LAZIO – La Lazio per la prima volta sfida l’ex tecnico Zeman, passato in estate sulla panchina della Roma. Eriksson, sbarcato nella Capitale dalla Sampdoria, per il derby sceglie il classico 4-4-2 con la coppia Mancini e Casiraghi in avanti e il centrocampo composto da Fuser, Almeyda, Jugovic e Nedved. Avvio shock per i biancocelesti che già al 7’ rimangono in dieci per l’espulsione di Favalli: Collina, in maniera molto severa, punisce con il rosso l’entrata diretta del difensore su Tommasi. Eriksson risistema la squadra inserendo Negro al posto di Almeyda e chiedendo un sacrificio a Mancini sull’esterno sinistro. Dopo un primo tempo di sofferenza, in apertura di ripresa è proprio il numero 10 a sbloccare il match. L’ex capitano della Sampdoria parte dall’esterno e infilandosi tra Gomez e Servidei fa partire un destro che si infila sotto l’incrocio della porta difesa da Konsel. Passano soltanto dieci minuti e la Lazio raddoppia con un’altra perla: questa volta Mancini si trasforma in uomo assist e Casiraghi in spaccata trova una coordinazione perfetta per il 2-0. All’84’ è Nedved ad infilarsi nel cuore della difesa giallorossa, superando Konsel con un delizioso pallonetto. Il gol di Delvecchio al 91’ conta soltanto per le statistiche e al fischio finale è euforia biancoceleste. Una Lazio da 10, e lode.

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