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Una colonia laziale made in Sud: la storia di Campania Biancoceleste

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Giovanna, dalla provincia di Napoli, ci racconta come nasce il gruppo di tifosi laziali originari della Campania

La Lazialità ti entra dentro e, una volta in circolo, non abbandona più il tuo animo. A qualche km di distanza a sud di Roma, non tantissimi per amor del vero, ha preso forma da diversi anni una vera e propria colonia, che fieramente porta in alto l’aquila laziale e condivide i sogni e le gioie dei romani di fede biancoceleste. In Campania, più diffusamente nel napoletano, nasce un considerevole agglomerato di tifosi laziali, liddove la religione chiamata Calcio Napoli difficilmente può essere contestata. Abbiamo dunque posto qualche domanda a Giovanna, laziale purosangue residente nel vesuviano, la quale ci racconta come vive un tifoso campano questa splendida passione.

Anzitutto, la prima domanda che sorge spontanea è: non vivendo a Roma e non avendo origini o parenti romani, com’è nata la passione per la Lazio? Cosa spinge un cittadino campano a tifare per la Lazio?

Grazie a Nesta è nata questa passione… nonostante la sua partenza, il rapporto d’amore con la Lazio è stato solo un crescendo. Per quanto riguarda coloro che non hanno una “spinta” nel tifare la Lazio, penso abbiano sempre una bella storia da raccontare perché, nella maggior parte dei casi, il tutto inizia grazie a quei calciatori che, in campo, ti fanno brillare gli occhi.

Tifosa della Lazio, pur vivendo in provincia di Napoli, in Campania. Cosa si prova? Riferiamoci, in particolare, alle reazioni di altri tifosi…

A Napoli è inaccettabile non tifare per la squadra della città, la gente ci resta davvero male e pensa che non si è attaccati alla proprio terra d’origine… ma io la penso diversamente. Al cuor non si comanda… e se si nasce con l’aquila sul petto, non si può che seguir il proprio cuore.

È facile, in Italia, tifare per la Juventus, l’Inter, ecc. ma la Lazio ha quel non so che di speciale…tu come lo definiresti?

Sarà anche una frase fatta ma è uno stile di vita: molti aquilotti si rivedono in quella che è la storia della Lazio in tutti questi anni. Non a caso un inno dei tifosi laziali recita “Non mollare mai”, fa parte dell’indole laziale non arrendersi oppure rialzarsi dopo una caduta… ma al tempo stesso, sorprendersi di cosa si è capaci di fare.

A Napoli, può sembrare strano, ma ci sono molto romanisti. Volendo far una stima, il rapporto non dovrebbe cambiare di molto tra la Capitale e città partenopea. Come si vive questa rivalità oltre il Garigliano?

Sicuramente non ai livelli della Capitale, sentiamo un po’ di più la rivalità con i tifosi partenopei, ma non per questo non viviamo con l’ansia il derby o non ci sono gli sfottò con gli amici che tifano Roma.

Quanti laziali ci sono, verosimilmente, in Campania? Quando e come è nata l’idea di creare una comunità virtuale?

Si superano, abbondantemente, i 500…ed è motivo di orgoglio sapere che non si è gli unici a tifare per la prima squadra della Capitale nella propria Regione: dettata proprio da questa curiosità, nel 2009, ho pensato di creare un gruppo su Facebook dove poter riunire chi, come me, era un pesce fuor d’acqua…ora siamo diventati un bell’acquario dove possiamo liberamente tifare la Lazio senza essere giudicati.

Partecipate spesso insieme alle partite in casa o in trasferta?

Ormai sono anni che esiste Campania Biancoceleste (prima Laziali della Campania…uniamoci) quindi, con il tempo, sono nate delle amicizie, dei gruppetti…diciamo che anche questo era l’intento del gruppo: riunire più persone e sostenere insieme la squadra. Qualche volta abbiamo organizzato la ‘trasferta’ in pullman, ma in molti preferiscono organizzarsi in auto perché è più comodo, non manca chi, anche da solo, va in treno a sostenere i ragazzi sia a Roma che in trasferta. Se non vi è la possibilità di raggiungere la Capitale, la casa di qualcuno diventa la Curva Nord.

Vi sarete senz’altro interfacciati con altri tifosi laziali originari di Roma e di altre zone del Lazio. Come siete stati accolti? Avete avuto l’idea di una grande famiglia biancoceleste?

Certamente, quando si ama la stessa squadra, la provenienza è superflua, anzi, per loro è comunque motivo di orgoglio sapere che anche al di fuori del Lazio ci sono tifosi biancocelesti.

La tua prima volta allo stadio. Ce la racconti?

22 aprile 2007, Lazio-Fiorentina. Ad ogni gradino il cuore batteva sempre più, fin quando, davanti ai miei occhi, non vidi l’intero Stadio, quello che avevo sognato per anni…uno dei miei desideri era diventato realtà!

Campania Biancoceleste si distingue anche per azioni di volontariato…

Esatto, siamo abbastanza attivi nel sociale e cerchiamo di portare un sorriso a chi viene spesso spento, per svariati motivi. Ogni scusa è buona per aiutare il prossimo con attività che portiamo avanti da anni: raccolta fondi, fantacalcio e aste a scopo benefico.

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