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Tutte le partite aperte con l’Agenzia delle Entrate

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SOLDI PALLONE FINANZA
Quella tra la Ss Lazio e l’Agenzia delle Entrate è una partita ancora aperta. Da una parte, la transazione fiscale raggiunta nel 2005 per un totale di 149 milioni, 63 dei quali sono ancora da pagare; dall’altra, due ulteriori contenziosi in corso da quasi 4 milioni. A fare il punto sulle due questioni, che riguardano imposte diverse, Irpef e Iva in un caso e Irap nell’altro, è la relazione della società di revisione Pricewaterhousecoopers al bilancio chiuso al 30 giugno del 2013 dalla società biancoceleste. 

Al punto 4 del documento, i revisori richiamano l’informativa fornita dal consiglio di gestione della Lazio su due “aspetti significativi” del bilancio. Innanzi tutto, ricordano l’atto di transazione, risalente al marzo del 2005 (allora presidente e azionista di riferimento era da poco diventato Claudio Lotito), che prevedeva la rateizzazione spalmata su 23 anni del debito tributario da complessivi 149 milioni relativo a Irpef e Iva dovute al 31 dicembre del 2004 (ossia riferite alla precedente gestione di Sergio Cragnotti). Ebbene, come fanno sapere i revisori, al 30 giugno, la squadra romana ha provveduto “al regolare versamento delle rate previste e il debito residuo ammonta a 63 milioni”.

Nella relazione sulla gestione allegata al bilancio, i consiglieri spiegano che “la società, sulla base di quanto previsto dai piani, è in grado di far fronte agli impegni societari derivanti dalla dilazione concessa dal fisco, come fatto fino a oggi, talvolta anche in largo anticipo rispetto alle scadenze stabilite”. Sta di fatto, però, che la situazione finanziaria della Ss Lazio non è delle più rosee: basti pensare che l’ultimo esercizio al 30 giugno si è chiuso con una perdita netta di 5,39 milioni contro il dato positivo di 580mila euro con cui era stato archiviato il bilancio del 2011-2012.

E’ poi aperto il contenzioso sui due avvisi di accertamento dell’Agenzia dell’entrate notificati alla società calcistica nel 2007 e su cui è chiamata a esprimersi la Cassazione. I revisori dei conti, nella loro relazione, spiegano che “la Ss Lazio, aderendo anche all’impostazione fornita dalla Lega Nazionale, nonostante l’orientamento contrario dell’Agenzia dell’entrate, ritiene di non dovere assoggettare a tassazione ai fini Irap le plusvalenze generate dalla cessione dei diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori”. Perciò, la società, una volta ricevuti gli avvisi di accertamento, ha fatto ricorso, valutando, anche con l’aiuto del parere di un professionista, il rischio di soccombenza soltanto come “possibile”. Per questo motivo non è stato effettuato alcun accantonamento a bilancio, “pur non essendo tali sentenze ancora passate in giudicato”. Dal primo avviso, emergono imposte ancora da pagare per circa 1,84 milioni, mentre nel secondo si contestano mancate tasse per 1,91 milioni. In entrambi i casi si deve pronunciare la Cassazione, cui l’Agenzia delle entrate ha presentato ricorso dopo che i precedenti gradi di giudizio hanno dato ragione al club presieduto da Lotito.

(09 ottobre 2013) – LAREPUBBLICA.IT

 

 



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