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Quando il tuo nemico tifa per Lotito…

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ROMANISTI LOTITO

di STEFANO GRECO – LAZIOMILLENOVECENTO

Quando le cose vanno bene, la cosa più goduriosa per un tifoso è ascoltare gli “altri”, i rivali. Il 27 maggio del 2013, le trasmissioni radiofoniche che parlavano di Roma hanno battuto ogni record d’ascolto, perché sono stati pochi, pochissimi, i laziali che si sono persi l’apertura di programma dei vari Marione, Max Leggeri o del trio Bersani-Rossi-Galopeira. Ascoltarli quel giorno, è stata una goduria e quando uno è un po’ depresso, va su youtube e si riascolta quella mezzoretta di sfogo accorato, con insulti a 360 gradi. L’altra faccia della medaglia, è quello che sta succedendo in questo periodo, soprattutto quello che è successo negli ultimi giorni, in coincidenza con il decimo anniversario della salita al trono di Claudio Lotito.

Da anni, anche in quel breve periodo successivo al 26 maggio, chi è della Roma “tifa”apertamente per Claudio Lotito. La foto che ho scelto per questo articolo è di sei anni fa, gli striscioni al derby con cui si incoraggiava il reuccio di Formello a “resistere” si sono sprecati e più monta la protesta più i tifosi della Roma si stringono intorno a Lotito, come hanno fatto nei giorni scorsi votando per lui nel sondaggio messo online da “Il Corriere dello Sport” in cui si chiedeva una promozione o una bocciatura di questi dieci anni di presidenza. I romanisti si sono riversati sul sito per lasciare il loro voto pro-Lotito, come fanno ogni giorno sulle bacheche dei social network degli amici ogni volta che si parla del reuccio di Formello. “Claudio resisti”,“lunga vita a Lotito”, fino ad arrivare a “Claudio avanti così, cancellali”, perché lo considerano un vero e proprio alleato. Se avete “stomaco”, sentitevi questa ventina di minuti di audio di quello che è andato in onda il 19 luglio 2014 sulle frequenze di Tele Radio Stereo. E capirete di cosa sto parlando.

https://www.youtube.com/watch?v=PoqU8mXgEHI

Tolte le banalità, gli eccessi tipici del tifo e quel sentirsi padroni di tutto anche se non si è padroni di niente tipico di certi romanisti, in quei venti minuti sono condensati tutti i motivi che dovrebbero portare un laziale sano di mente ad odiare Lotito. Perché è uno di loro e si comporta proprio come farebbe uno di loro se diventasse dall’oggi al domani presidente della Lazio. Anzi, lui è la dimostrazione che la realtà a volte va anche oltre i sogni. Sì, perché il sogno di ogni romanista è diventare presidente della Lazio per annientarla. Come il sogno di ogni laziale è quello di salire al potere a Trigoria per fare altrettanto. Non per distruggere l’avversario,  perché poi se lo distruggi il gioco è finito e non c’è più gusto, per annientarlo, per cancellarlo giorno dopo giorno lasciandolo però in vita, illudendolo continuamente che dietro l’angolo ci sia quella svolta che invece non arriverà mai. Riducendolo, insomma, a vivere l’esistenza triste di chi passa più tempo a sperare che l’avversario vada male piuttosto che a tifare perché vada bene la sua squadra. E tutto questo noi lo sappiamo bene, perché lo abbiamo vissuto a ruoli invertiti almeno due volte in quel decennio tra il 1990 e il 2000. Abbiamo tifato apertamente per Ciarrapico e per noi è stato un giorno di lutto quando lo hanno arrestato e abbiamo capito che quelle manette ai polsi avrebbero messo la parola fine alla sua presidenza. Abbiamo riso per anni quando Sensi comprava i Bartelt e i Fabio Junior promettendo lo scudetto, quando in Curva Sud comparivano striscioni del tipo “Cragnotti comprate Sensi”, quando noi vincevamo ovunque sul campo e loro vincevano solo sulla spiaggia tra giugno e settembre, facendo poi la fine delle cicale con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno. Noi ci siamo stati dall’altra parte della barricata, quindi sappiamo bene cosa si prova, come sappiamo benissimo che quando il tuo “nemico” arriva a tifare apertamente per il tuo presidente, significa che si è toccato il fondo del barile.

Possiamo anche provare a raschiare e provare a vedere se c’è un fondo sotto al fondo, ma questa è la realtà: ogni volta che apre bocca, Lotito per i romanisti è come manna che piove dal cielo. Insulti continui alla Curva e ai tifosi, attacchi agli altri club che ricordano la volpe che non arrivando a prendere l’uva dice che è acerba, discorsi su congiure che somigliano al “complotto del palazzo” che impediva a Sensi di vincere. Quando lo stesso palazzo poi concedeva il tesseramento di un terzo extracomunitario modificando le regole a campionato in corso per far giocare Nakata, oppure chiudeva tutti e due gli occhi davanti ai rolex regalati a tutti gli arbitri (qualcuno ci finì in B all’inizio degli anni settanta per aver regalato un orologio ad un solo arbitro, è storia…), ai rapporti economici con uno dei designatori, oppure al buffetto ricevuto in occasione di passaporti e fidejussioni false per l’iscrizione al campionato. Non colpevoli, semmai addirittura vittime, “parte lesa”. Proprio come Lotito, che si professa vittima del sistema quando ci sta dentro mani e piedi in quel sistema, arrivando al paradosso che dopo la denuncia presentata nei giorni scorsi da Abete (che ha citato Lotito e la Lazio in tribunale per chiedere un risarcimento per danno d’immagine procurato alla Federcalcio in occasione di Calciopoli…), Lotito rischia di trovarsi nella ridicola posizione di dover chiedere (in quanto consigliere federale) i danni a se stesso. Un po’ come la Sensi che gridava al complotto quando faceva parte del Consiglio di Lega ed era consigliere federale.

Per anni Sensi è stato quasi un “mito” per i laziali che per stare tranquilli gli auguravano lunga vita al vertice della Roma. Poi, per carità, Sensi alla fine ha anche vinto ma per farlo si è rovinato. Loro con Lotito non lo corrono questo rischio, perché Lotito di soldi nella Lazio non ne metterà mai, quindi tolte un paio di coppe non è mai andato e mai andrà, quindi non rappresenta un pericolo per loro. Lo è per noi, invece…

Perché i danni che sta facendo Lotito li vediamo tutti i giorni ma li vedremo ancora di più tra qualche anno, perché è come quando si avvelenano le acque gettando rifiuti tossici in un fiume. All’inizio vedi solo la schiuma nel fiume e pensi di salvarti evitando di toccare l’acqua, ma non pensi al fatto che quei veleni poi finiscono nei terreni, nelle falde acquifere e vanno ad avvelenare tutto il territorio, rendendo imbevibile l’acqua e immangiabile qualunque cosa spunti da quei terreni. Questo è il vero problema, questo è il motivo che spinge i romanisti a tifare quasi più per la permanenza di Lotito alla guida della Lazio che per un acquisto estivo in più per la Roma. Perché giorno dopo giorno ci sta togliendo futuro…

Non è un problema legato alla partenza di Candreva e Hernanes, oppure al mancato arrivo di De Vrij e Astori. Quelle sono stupidaggini rispetto a tutto il resto. Il problema è che sta distruggendo l’immagine che ci eravamo costruiti all’estero negli anni d’oro dei trionfi cragnottiani, quando tu andavi a Londra, oppure a Madrid o a New York e nei grandi negozi trovavi la maglia della Lazio vicino a quella del Manchester United e del Real Madrid, messa in bella mostra più di quelle di Milan, Inter e Juventus, mentre di quella della Roma non c’era proprio traccia. Ora sta succedendo il contrario. Noi giochiamo amichevoli ridicole e la Roma va negli Stati Uniti a giocare un torneo che somiglia ad una sorta di Mundialito per club, con il meglio del calcio europeo. Noi abbiamo uno sponsor tecnico di terza fascia (a livello di quello della Roma di due anni fa…), quando la Roma è entrata nel novero dei top club sponsorizzati Nike, Adidas o Puma. Loro hanno progetti di espansione commerciale all’estero, Lotito si vanta di avere i Lazio Style (che sono quasi tutti franchising e stanno chiudendo…) ma all’estero non si trova una maglietta della Lazio. Lotito ha parlato per nove anni di stadio senza produrre un solo progetto, loro con gli americani lo hanno presentato in meno di tre anni. Poi magari ora glielo bocceranno e dovranno modificarlo, ma esiste un progetto di stadio reale, esistono degli studi di fattibilità e di sostenibilità economica dell’opera, mentre dello stadio della Lazio esistono solo un plastico e tante chiacchiere. E si potrebbe andare avanti all’infinito…

In un anno, in questi 14 mesi passati da quel successo in Coppa Italia in cui la Roma sembrava annientata e la Lazio padrona della città e del futuro, Lotito è riuscito nell’impresa titanica di resuscitare il nemico morto. Ha fallito l’ennesimo salto di qualità che era a portata di mano, ha deriso l’avversario che invece lavorando si è rimboccato le maniche e in silenzio (la società, non i tifosi…) ha gettato basi solide per il futuro. Il tutto, senza fare un solo comunicato e senza rispondere alle continue provocazioni di Lotito. Risultato, loro lo scorso anno hanno lottato per vincere lo scudetto e quest’anno sono ancora in prima fila. Noi, invece, siamo spariti o quasi. E sappiamo benissimo di chi è la responsabilità e perché il “nemico” tifa per Lotito. Perché il 12 maggio ha mostrato quello che è il reale potenziale di questa piazza, quello che potrebbe fare questa tifoseria in condizioni normali e gestita da persone normali. Mentre la prima settimana di campagna abbonamenti ha mostrato a tutti qual è il futuro immediato della Lazio: quello di una squadra destinata a giocare in un olimpico più vuoto di quello delle ultime sei giornate di campionato. Perché fino ad oggi, Lotito si è salvato grazie alla “sua” Roma, alle debacle in serie collezionate da una gestione Sensi agonizzante e dagli errori (inevitabili, li commise anche Cragnotti) commessi da una nuova gestione che per la smania di fare bene e subito ha sbagliato tanto ma ha imparato dagli errori commessi e ha corretto il tiro. Lotito, invece, non cambierà mai, perché sta svolgendo alla perfezione la sua missione da “infiltrato” nelle linee nemiche: quella di fingersi amico e di distruggere dall’interno il mondo-Lazio…

 



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