Storia S.S. Lazio
L’uomo della Provvidenza : Vincenzo D’Amico
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9 anni agoon
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Redazione

Tutte le storie che si rispettino partono dall’inizio o dalla fine. Questa, invece, parte all’incirca a metà, e non potrebbe essere altrimenti vista la singolarità del personaggio. E’ il 6 giugno del 1982, la Lazio ha perso ben presto il treno per la promozione e dopo l’esonero di Castagner perde settimana dopo settimana e partita dopo partita motivazioni e si ritrova alla penultima giornata in piena lotta per la retrocessione, abbandonata anche dai suoi tifosi. Dopo la sconfitta interna di una settimana prima contro la Cremonese, l’Olimpico è deserto, disertato anche dagli abbonati. Sugli spalti siamo talmente pochi da poterci quasi contare quando agli ordini di Agnolin la Lazio scende in campo per affrontare il Varese di Fascetti, lanciatissimo verso la promozione in serie A. Dopo un quarto d’ora, la Lazio è sotto per 2-0, con Turchetta e Bongiorni che battono senza problemi Moscatelli segnando alla fine di due azioni giocate tutte di prima. La Lazio è ad un punto dalla serie C, con la prospettiva di dover giocare all’ultima giornata in trasferta a Palermo. Allo stadio c’è chi piange, chi dopo una ventina di minuti vorrebbe scappare via per non assistere all’ennesima debacle di quell’armata allo sbando. Come ha già fatto due anni prima contro il Catanzaro, dopo l’arresto di Wilson, Cacciatori, Manfredonia e Giordano, Vincenzo D’Amico decide di tirare fuori la sua bacchetta magica, di dar sfogo a quel genio calcistico che vive dentro di lui ma che sovente sonnecchia e esce fuori a corrente alterna.
Agnolin concede un rigore alla Lazio e D’Amico si presenta sul dischetto e realizza. Due minuti dopo, Vincenzo subisce un fallaccio sotto la Monte Mario, vicino all’area. Ha un buco nella caviglia lasciato dai tacchetti del difensore, ma pretende di rientrare. Fa segno ai compagni di piazzarsi dentro l’area per il cross, ma poi disegna una traiettoria maligna, con il pallone che supera la barriera e si infila dentro la porta insieme a Rampulla, che accorgendosi troppo tardi delle intenzioni di D’Amico si fa sorprendere sul suo palo. Finita? Neanche per sogno. Nel secondo tempo, Agnolin concede un altro rigore (abbastanza generoso), Vincenzo prende il pallone, finta la botta come il occasione del primo rigore, poi piazza la palla di piatto: Lazio 3 Varese 2. In un’ora, Vincenzo porta la squadra dal baratro della serie C alla salvezza, trampolino di lancio per la promozione che arriva l’anno dopo, con il rientro di Giordano e Manfredonia.
Genio e sregolatezza: la vita e la carriera di Vincenzo D’Amico è racchiusa in questi due termini che lo hanno caratterizzato fin da quando ha mosso i primi passi. Nato il 5 novembre del 1954 a Latina, approda alla Lazio a 16 anni. Maestrelli si innamora subito di quel ragazzo dai capelli ricci, dal volto sorridente e dai modi di fare irriverenti in campo, dove con le sue finte e i suoi dribbling espone a brutte figure giocatori con dieci anni d’esperienza in serie A. Con la Lazio in piena corsa per la promozione, lo fa esordire in serie B a soli 17 anni, il 21 maggio del 1972, nella partita vinta all’Olimpico contro il Modena. L’estate successiva, Maestrelli lo aggrega alla prima squadra, deciso a lanciarlo in serie A, ma un gravissimo infortunio in un’amichevole, rischia di mettere fine alla sua carriera a soli 18 anni. A quell’epoca, la rottura dei legamenti segna quasi sempre la fine dell’attività agonistica di un atleta. Ma Renato Ziaco non si arrende e sperimentando una nuova tecnica ricostruisce quel prezioso ginocchio e restituisce al calcio italiano e alla Lazio il talento di Vincenzo D’Amico. Tommaso Maestrelli lo stima al punto tale, che durante un’intervista durante il ritiro deroga ai suoi principi, mettendo il singolo davanti alla squadra. Ad una domanda sulle ambizioni-scudetto della sua Lazio alla vigilia della stagione ’73-’74, il “maestro” risponde così.
“A dire il vero, il campionato avremmo già dovuto vincerlo lo scorso anno. Senza voler nulla togliere a Manservisi che è un ottimo giocatore, a noi ci è mancato quel tocco di classe in più, quella imprevedibilità nella manovra che solo D’Amico può darci”.
E come al solito Maestrelli ha ragione. La giovinezza, la freschezza, l’imprevedibilità e la classe di Vincenzo D’Amico trasformano la Lazio, soprattutto in attacco. Il giorno del derby d’andata, il “maestro” è costretto a sostituire il suo pupillo, in crisi di nervi, travolto da Rocca che è imprendibile su quella fascia. Ma anche questo serve per crescere, come il calcio nel sedere rimediato da Chinaglia a San Siro. Partita dopo partita, Vincenzo prende confidenza e nell’ultima giornata del girone d’andata segna il suo primo gol in serie A. E’ il 27 gennaio del 1974 e al 15’ della ripresa Chinaglia, sotto la Curva Sud, finta l’azione personale poi serve di tacco D’Amico che solo davanti a Buso segna il più facile dei gol. Poi, allo scadere, Vincenzo ricambia il favore e consente a “Long John” di realizzare la doppietta personale. Ma la sua grande rivincita, “Vincenzino” se la prende il 31 marzo del 1974, nel derby di ritorno. Ha un conto in sospeso da regolare, ma le cose si mettono subito male, con il cross di Spadoni che provoca l’autogol di Felice Pulici. Come all’andata, però, la Lazio reagisce, questa volta con D’Amico in campo, che segna il gol dell’1-1 all’inizio della ripresa, seguito tre minuti dopo da Chinaglia che realizza il gol-vittoria.
Vincenzo è uno dei grandi protagonisti di quello scudetto: 27 partite giocate, due gol segnati e una quantità di assist per i compagni. Viene premiato come miglior giovane del campionato e la motivazione scritta da Alfeo Biagi, grande cronista sportivo dell’epoca, recita così:
“Vincenzo D’Amico non è una punta come comunemente si crede. E’ una mezza punta con spiccate propensioni per il gioco offensivo. Non ha segnato molto, ma il suo contributo al gioco della Lazio è stato di portata eccezionale. Gioca d’appoggio a Chinaglia e Garlaschelli, richiama lontano il suo marcatore diretto che di solito è un terzino, tocca la palla con la classe che è dono dell’istinto e che non si impara né sui campi di Coverciano né dalle lezioni teoriche dei più grandi maestri di calcio. Si nasce così e basta. D’Amico per noi è il talento più lucido delle ultime leve, rapido nelle conclusioni, geniale nelle intuizioni dello sviluppo della manovra, solido e proporzionato nel fisico, che è quello di un brevilineo veloce. Lasciate che acquisti la necessaria esperienza poi si parlerà di lui come uno dei più forti giocatori italiani di tutti i tempi”.
Ma per diventare fuoriclasse, bisogna saper soffrire. “Vincenzino”, invece, sapendo di avere doti fuori dal comune non ha molta voglia di soffrire negli allenamenti e tantomeno di fare una vita rigorosa da atleta. Quando il fisico lo sorregge, è imprendibile per qualsiasi marcatore. Quando è in giornata, è in grado di vincere una partita quasi da solo. Ma se non c’è, con la testa e con il fisico, in campo si mette a “gigioneggiare”. Così lo ricorda Arcadio Spinozzi, suo ex compagno dal 1981 al 1986.
D’Amico è stato uno dei migliori calciatori che abbia mai conosciuto. Un ragazzo fuori dall’ordinario, tutto estro e fantasia, croce e delizia di compagni e allenatori. Con un colpo di genio, da autentico fuoriclasse, poteva risolvere qualsiasi partita. A volte, però, diventava un peso morto, una zavorra per la squadra. Se non era in giornata di grazia lo capivamo subito, fin dalle prime battute di gara. Prendeva sempre tutto allegramente. Una volta, contro il Perugia, all’avversario, che dopo avergli rubato palla scattava per sostenere l’azione offensiva della squadra, gli urlò: “Ahò, ma ‘ndo vai così de fretta? Ma che te cori? Ahòoo, vabbé torna presto. Io t’aspetto qua”. A un allenatore che si era permesso di metterlo fuori squadra, D’Amico, spacciandosi per tifoso, da dietro la fitta siepe che delimitava gli spogliatoi del ‘Maestrelli’ dal terreno confinante, gridò a pieni polmoni: “A coso, fa giocà D’Amico domenica. Se voi salvà la panchina, lo devi fa giocà. Damme retta, lo dico pel bene tuo!”. Lui era fatto così: imprevedibile, in campo e fuori. Per lui, giocare al calcio non era una professione, ma un hobby. Dubito che abbia rinunciato una sola volta ai piaceri della vita, per il pallone. Sembrava allergico ad ogni sorta di sacrificio.
E io che l’ho conosciuto bene, che l’ho visto fare a 55 anni decine di palleggi con una mozzarella di bufala in un ristorante dopo una puntata di “Goal di Notte”, devo dar ragione ad Arcadio. Tra alti e bassi, comunque Vincenzo d’Amico scrive la storia della Lazio. Uno scudetto “Primavera” e un tricolore con la squadra di Maestrelli lo fanno diventare il leader della Lazio dopo l’addio di Chinaglia e dopo il “tradimento” di Wilson. Contro il Catanzaro, il 30 marzo del 1980 guida una squadra ancora scossa dall’arresto di 4 compagni alla vittoria contro il Catanzaro. Al suo fianco giocano l’esordiente Budoni in porta e ragazzini di 18 anni della “Primavera” come Perrone, Cenci, Manzoni e Ferretti, più Tassotti che con i suoi 20 anni è quasi un veterano. Gioca forse la partita più bella della sua carriera e salva la Lazio sul campo. Con la Lazio finita in serie B a tavolino, va per un anno in esilio a Torino, ma poi torna, deciso a non andare più via. Salva la squadra dalla C con quell’incredibile tripletta al Varese e l’anno dopo è insieme a Giordano e Manfredonia il protagonista indiscusso della promozione in serie A della Lazio. Nella stagione ’83-’84, fa un altro dei suoi miracoli. Quando si infortuna Giordano, si mette a fare il centravanti tattico, in coppia con Michael Laudrup. Gioca partite memorabili, come il derby del 26 febbraio del 1984. Contro una Roma Campione d’Italia che lotta per riconquistare lo scudetto e marcia spedita verso la finale della Coppa dei Campioni, la Lazio può opporre solo il cuore e la classe di D’Amico. “Vincenzino”, dopo appena 9 minuti porta la Lazio in vantaggio, con una delle sue punizioni deviata da Di Bartolomei. Sembra un fuoco di paglia, invece poco dopo la metà del primo tempo Agnolin concede un rigore che D’Amico trasforma: doppietta e Lazio clamorosamente in vantaggio per 2-0. Il gol su rigore di Agostino Di Bartolomei e l’espulsione di Manfredonia, sembrano un segnale di resa, ma nonostante il gol del pareggio di Cerezo, la Lazio riesce a resistere fino al novantesimo, portando a casa un pareggio insperato. Per dare un’idea su come andò quella partita, basta leggere il tabellino, con 13 calci d’angolo battuti dalla Roma e 1 solo dalla Lazio. Quell’anno Vincenzo D’Amico gioca la sua migliore stagione dopo quella dello scudetto, ma è l’ultimo acuto. L’anno successivo la Lazio scivola in serie B. Vincenzo resta, con la speranza di riportare subito in A la squadra, ma i troppi problemi fisici e la prepotente crescita di Dell’Anno, battezzato già suo erede naturale, a fine stagione lo convincono a lasciare definitivamente la Lazio. Se ne va dopo aver indossato per 266 volte la maglia biancoceleste in campionato e con 39 reti all’attivo, ma soprattutto con il rimpianto di quello che poteva essere e non è stato, di non aver sfruttato al massimo il suo talento, quel grande dono che ha ricevuto da madre natura. Anche con la maglia azzurra ha avuto poca fortuna, chiuso da Claudio Sala e Franco Causio, ma soprattutto penalizzato dai suoi alti e bassi. Colleziona una presenza nell’Under 23 e 7 nella Nazionale B, arrivando solo a sfiorare la Nazionale maggiore, convocato ma senza scendere in campo neanche un minuto. Un peccato per lui, che poteva essere uno dei più grandi di sempre, ma un peccato anche per la Lazio, che comunque dovrà essere sempre grata a “Vincenzino” per tutte le volte che l’ha salvata, risultando sempre e comunque decisivo nei momenti importanti.
STEFANO GRECO
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Lazio-Roma: le statistiche di tutti i derby
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6 giorni agoon
12 Agosto 2022By
Redazione
Aggiornamento 2022: Dati aggiornati
Aggiornamento 2021:
L’ora del Derby della Capitale per Lazio-Roma sta arrivando. Sarà la prima stracittadina senza il pubblico che è realmente il vero protagonista dello Stadio Olimpico di Roma con coreografie mozzafiato e da far invidia a quasi tutte le tifoserie della Serie A.
Lazio-Roma, i Derby universali
La Tredicesima giornata di Serie A aprirà il sipario con Roma-Lazio. Sarà il 178esimo derby della Capitale nella storia dei due club dove la Roma porta a casa la vittoria per ben 68 volte con 62 pareggi e 48 sconfitte. Il match chiave per i padroni di casa è stato il 26 Maggio 2013 dove la Lazio sconfisse la Roma (qui il match completo) nella finale di Coppa Italia grazie al gol di Lulic al 71esimo minuto di gioco.
Lazio-Roma, i Derby in Serie A
156 invece sono i derby disputati nella Serie A. 60 vittorie giallorosse, 56 quelle biancocelesti e 40 i pareggi. E se andiamo a prendere gli ultimi 10 anni, con 20 stracittadine disputate, la storia non cambia con i giallorossi che vincono 9 volte contro i 6 pareggi e le 5 sconfitte.
A seguire: Articolo datato 2016
Lazio-Roma le statistiche nella storia capitolina
Domenica 4 Dicembre 2016 è arrivato il giorno del Derby. Le statistiche nella storia parlano di una Roma in vantaggio con 67 vittorie a 50 ricamate con ben 63 pareggi. Sul piano dei gol segnati stravincono ancora i giallorossi con ben 226 reti segnati contro le 179 laziali.
Ma il derby che ha fatto più male nella storia del calcio italiano è nei ricordi di tutti e non c’è bisogno di rimarcarlo vista la sua importanza ma andiamo a vedere la tabella completa dal primo derby giocato all’ultimo
Dati Derby Aggiornati ad Agosto 2022
Competizione | Data | Partita | Risultato | Marcatori ![]() |
Marcatori ![]() |
Nº |
---|---|---|---|---|---|---|
Serie A 1929-1930 | 8 dic. 1929 | ![]() ![]() |
0-1 | 78° Volk | 1 | |
4 mag. 1930 | ![]() ![]() |
3-1 | 8′ Pastore | 20′ Bernardini, 44′ Volk, 68′ Chini | 2 | |
Serie A 1930-1931 | 7 dic. 1930 | ![]() ![]() |
1-1 | 34′ Foni | 76′ Volk | 3 |
Amichevole | 22 feb. 1931 | ![]() ![]() |
1-4 | 82′ Pastore | 41′ (rig.) Chini, 60′, 80′ Volk, 85′ Eusebio | – |
Serie A 1930-1931 | 24 mag. 1931 | ![]() ![]() |
2-2 | 30′ Pastore, 61′ Fantoni I | 49′ Volk, 88′ Bodini II | 4 |
Serie A 1931-1932 | 6 dic. 1931 | ![]() ![]() |
2-0 | 51′ Volk, 55′ Eusebio | 5 | |
1º mag. 1932 | ![]() ![]() |
1-4 | 34′ Fantoni I | 3′ Chini, 48′ Volk, 54′, 59′ Costantino | 6 | |
Coppa Fornari | 26 giu. 1932 | ![]() ![]() |
0-3 | 18′, 26′ Fantoni I, 31′ Malatesta | – | |
Serie A 1932-1933 | 23 ott. 1932 | ![]() ![]() |
2-1 | 4′ Demaría, 83′ Castelli | 18′ Volk | 7 |
26 mar. 1933 | ![]() ![]() |
3-1 | 79′ Demarí | 20′ Costantino, 53′ Fasanelli, 86′ Eusebio | 8 | |
Serie A 1933-1934 | 1º nov. 1933 | ![]() ![]() |
5-0 | 18′, 31′, 55′ Tomasi, 49′, 89′ Bernardini | 9 | |
11 mar. 1934 | ![]() ![]() |
3-3 | 31′, 42′, 83′ Demaría | 8′ Bernardini, 10′ Costantino, 15′ Guaita | 10 | |
Serie A 1934-1935 | 18 nov. 1934 | ![]() ![]() |
1-1 | 72′ (rig.) Piola | 61′ (rig.) Guaita | 11 |
31 mar. 1935 | ![]() ![]() |
0-0 | 12 | |||
Serie A 1935-1936 | 13 ott. 1935 | ![]() ![]() |
0-1 | 89′ Cattaneo | 13 | |
Coppa Italia 1935-1936 | 19 gen. 1936 | ![]() ![]() |
2-1 | 27′ Piola, 35′ Camolese | 77′ Gadaldi | 14 |
Serie A 1935-1936 | 16 feb. 1936 | ![]() ![]() |
1-0 | 82′ Cattaneo | 15 | |
Serie A 1936-1937 | 18 ott. 1936 | ![]() ![]() |
3-1 | 9′ Busani | 29′, 89′ Di Benedetti, 62′ Serantoni | 16 |
21 feb. 1937 | ![]() ![]() |
0-1 | 52′ Mazzoni | 17 | ||
Serie A 1937-1938 | 3 ott. 1937 | ![]() ![]() |
1-1 | 22′ Piola | 88′ Frisoni | 18 |
6 feb. 1938 | ![]() ![]() |
2-1 | 17′ Camolese | 7′ Michelini, 85′ Borsetti | 19 | |
Amichevole | 22 mag. 1938 | ![]() ![]() |
3-0 | 11′ Busani, 41′, 82′ Vettraino | – | |
Serie A 1938-1939 | 15 gen. 1939 | ![]() ![]() |
0-2 | 3′ Zacconi, 39′ Busani | 20 | |
21 mag. 1939 | ![]() ![]() |
1-3 | 12′ Capri | 3′ Michelini, 5′ Coscia, 42′ Bonomi | 21 | |
Serie A 1939-1940 | 7 gen. 1940 | ![]() ![]() |
1-0 | 5′ Campilongo | 22 | |
26 mag. 1940 | ![]() ![]() |
1-0 | 14′ Flamini | 23 | ||
Amichevole | 9 giu. 1940 | ![]() ![]() |
3-3 | 45′, 55′ Busani, 65′ Vettraino | 5′ Coscia, 48′ Pantò, 77′ Timon | – |
Serie A 1940-1941 | 24 nov. 1940 | ![]() ![]() |
1-1 | 12′ Zironi | 58′ Amadei | 24 |
16 mar. 1941 | ![]() ![]() |
2-0 | 43′, 80′ Piola | 25 | ||
Serie A 1941-1942 | 11 gen. 1942 | ![]() ![]() |
2-1 | 23′ Piola | 15′ Amadei, 90′ (aut.) Faotto | 26 |
24 mag. 1942 | ![]() ![]() |
1-1 | 70′ Puccinelli | 8′ Pantò | 27 | |
Serie A 1942-1943 | 22 nov. 1942 | ![]() ![]() |
3-1 | 32′ Piola, 63′ (aut.) Acerbi, 76′ Koenig | 87′ (rig.) Pantò | 28 |
7 mar. 1943 | ![]() ![]() |
1-0 | 38′ Amadei | 29 | ||
Coppa Italia 1942-1943 | 16 mag. 1943 | ![]() ![]() |
2-1 | 66′ Gualtieri | 28′ Krieziu, 62′ Dagianti | 30 |
Campionato romano di guerra 1943-1944 |
9 gen. 1944 | ![]() ![]() |
1-1 | 8′ Manola | 19′ Amadei | -. |
7 mag. 1944 | ![]() ![]() |
0-0 | – | |||
Amichevole | 29 giu. 1944 | ![]() ![]() |
3-2 | 40′ Manfré, 60′ Longhi, 88′ Koenig | 35′ Andreoli, 46′ (rig.) Amadei | – |
Campionato romano di guerra 1944-1945 |
4 mar. 1945 | ![]() ![]() |
2-0 | 46′, 78′ Koenig | – | |
6 mag. 1945 | ![]() ![]() |
1-0 | 60′ Urilli | – | ||
Torneo interregionale | 27 mag. 1945 | ![]() ![]() |
0-1 | 57′ (rig.) Amadei | – | |
Divisione Nazionale 1945-1946 | 23 dic. 1945 | ![]() ![]() |
1-2 | 56′ Manola | 29′ Urilli, 71′ (aut.) Gualtieri | 33 |
24 mar. 1946 | ![]() ![]() |
0-1 | 36′ Koenig | 34 | ||
Serie A 1946-1947 | 6 ott. 1946 | ![]() ![]() |
3-0 | 10′ Renica, 71′ Di Paola, 81′ Amadei | 35 | |
2 mar. 1947 | ![]() ![]() |
0-0 | 36 | |||
Serie A 1947-1948 | 16 nov. 1947 | ![]() ![]() |
0-1 | 14′ Amadei | 37 | |
21 apr. 1948 | ![]() ![]() |
0-2 | 47′ Cecconi, 52′ De Andreis | 38 | ||
Serie A 1948-1949 | 17 ott. 1948 | ![]() ![]() |
1-1 | 83′ Magrini | 23′ Losi | 39 |
6 feb. 1949 | ![]() ![]() |
0-0 | 40 | |||
Serie A 1949-1950 | 16 ott. 1949 | ![]() ![]() |
3-1 | 9′ Penzo, 51′ Puccinelli, 84′ (rig.) Remondini | 39′ Spartano | 41 |
19 feb. 1950 | ![]() ![]() |
0-0 | 42 | |||
Serie A 1950-1951 | 15 ott. 1950 | ![]() ![]() |
0-1 | 71′ Flamini | 43 | |
25 feb. 1951 | ![]() ![]() |
2-1 | 1′ Sentimenti III, 34′ Cecconi | 57′ Bacci | 44 | |
Coppa Messaggero | 7 set. 1952 | ![]() ![]() |
3-1 | 56′ Bredesen, 84′ Bredesen, 89′ Larsen | 70′ Renosto | – |
Serie A 1952-1953 | 16 nov. 1952 | ![]() ![]() |
1-0 | 41′ Bettolini | 45 | |
22 mar. 1953 | ![]() ![]() |
0-2 | 55′ Puccinelli, 58′ Puccinelli | 45 | ||
Coppa dell’Amicizia | 6 set. 1953 | ![]() ![]() |
1-0 | 18′ Bredesen | – | |
Serie A 1953-1954 | 29 nov. 1953 | ![]() ![]() |
1-1 | 41′ Vivolo | 19′ Galli | 47 |
18 apr. 1954 | ![]() ![]() |
1-2 | 50′ Fontanesi | 7′ Celio, 18′ Bortoletto | 48 | |
Trofeo Zenobi | 5 set. 1954 | ![]() ![]() |
0-2 | 57′ Pandolfini, 65′ Pandolfini | – | |
Serie A 1954-1955 | 17 ott. 1954 | ![]() ![]() |
1-1 | 33′ Hansen | 34′ Celio | 49 |
6 mar. 1955 | ![]() ![]() |
1-3 | 11′ Hansen, 47′, 56′ Burini | 59′ Cardarelli | 50 | |
Trofeo Zenobi | 11 set. 1955 | ![]() ![]() |
1-5 | 89′ Vivolo | 8′ Galli, 15′ da Costa, 45′, 65′, 73′ Nyers | – |
Serie A 1955-1956 | 16 ott. 1955 | ![]() ![]() |
0-0 | 51 | ||
4 apr. 1956 | ![]() ![]() |
1-0 | 46′ Muccinelli | 52 | ||
Serie A 1956-1957 | 14 ott. 1956 | ![]() ![]() |
0-3 | 33′, 68′ da Costa, 58′ Pestrin | 53 | |
3 mar. 1957 | ![]() ![]() |
2-2 | 22′ (rig.) Vivolo, 69′ Selmosson | 32′, 48′ da Costa | 54 | |
Serie A 1957-1958 | 27 ott. 1957 | ![]() ![]() |
3-0 | 58′ Lojodice, 61′ da Costa, 76′ Ghiggia | 55 | |
16 mar. 1958 | ![]() ![]() |
2-1 | 81′ Selmosson, 83′ Burini | 89′ da Costa | 56 | |
Coppa Italia 1957-1958 | 21 giu. 1958 | ![]() ![]() |
2-3 | 27′, 58′ Tozzi, 75′ Bizzarri | 33′ da Costa, 61′ Secchi | 57 |
12 lug. 1958 | ![]() ![]() |
1-1 | 27′ Tozzi | 74′ da Costa | 58 | |
Serie A 1958-1959 | 30 nov. 1958 | ![]() ![]() |
1-3 | 25′ Pozzan | 9′ Selmosson, 52′, 65′ da Costa | 59 |
12 apr. 1959 | ![]() ![]() |
3-0 | 22′ Lojodice, 81′ Selmosson, 87′ da Costa | 60 | ||
Serie A 1959-1960 | 18 ott. 1959 | ![]() ![]() |
3-0 | 2′, 42′ P. Manfredini, 86′ Selmosson | 61 | |
6 mar. 1960 | ![]() ![]() |
0-1 | 32′ (aut.) Janich | 62 | ||
Serie A 1960-1961 | 13 nov. 1960 | ![]() ![]() |
0-4 | 22′, 25′, 37′ P. Manfredini, 83′ Orlando | 63 | |
19 mar. 1961 | ![]() ![]() |
1-2 | 22′, 24′ Rozzoni | 17′ Giuliano | 64 | |
Coppa Italia 1961-1962 | 25 apr. 1962 | ![]() ![]() |
0-0 (6-4 dtr) |
65 | ||
Serie A 1963-1964 | 6 ott. 1963 | ![]() ![]() |
0-0 | 66 | ||
23 feb. 1964 | ![]() ![]() |
1-1 | 22′ Rozzoni | 79′ Carpanesi | 67 | |
Serie A 1964-1965 | 15 nov. 1964 | ![]() ![]() |
0-0 | 68 | ||
28 mar. 1965 | ![]() ![]() |
0-0 | 69 | |||
Serie A 1965-1966 | 10 ott. 1965 | ![]() ![]() |
0-1 | 39′ D’Amato | 70 | |
27 feb. 1966 | ![]() ![]() |
0-0 | 71 | |||
Coppa dell’Amicizia | 11 set. 1966 | ![]() ![]() |
1-0 | 57′ (rig.) Marchesi | – | |
Serie A 1966-1967 | 23 ott. 1966 | ![]() ![]() |
0-1 | 16′ Enzo | 72 | |
5 mar. 1967 | ![]() ![]() |
0-0 | 73 | |||
Coppa Italia 1968-1969 | 8 set. 1968 | ![]() ![]() |
1-0 | 61′ Ferrari | 74 | |
Coppa Italia 1969-1970 | 7 set. 1969 | ![]() ![]() |
0-2[120] | 87′ Peirò | 75 | |
Serie A 1969-1970 | 26 ott. 1969 | ![]() ![]() |
2-1 | 89′ Massa | 65′ Spinosi, 74′ Landini | 76 |
1º mar. 1970 | ![]() ![]() |
1-1 | 48′ Fortunato | 57′ (rig.) Capello | 77 | |
Coppa Italia 1970-1971 | 6 set. 1970 | ![]() ![]() |
2-0 | 44′ (aut.) Wilson, 68′ B. Vieri | 78 | |
Serie A 1970-1971 | 15 nov. 1970 | ![]() ![]() |
1-1 | 69′ Dolso | 84′ Petrelli | 79 |
14 mar. 1971 | ![]() ![]() |
2-2 | 30′ (aut.) Santarini, 62′ (rig.) Chinaglia | 40′ Zigoni, 74′ Salvori | 80 | |
Coppa Italia 1971-1972 | 29 ago. 1971 | ![]() ![]() |
1-0 | 24′ Chinaglia | 81 | |
Serie A 1972-1973 | 12 nov. 1972 | ![]() ![]() |
0-1 | 35′ Nanni | 82 | |
11 mar. 1973 | ![]() ![]() |
2-0 | 32′ Garlaschelli, 38′ (aut.) Santarini | 83 | ||
Coppa Italia 1973-1974 | 9 set. 1973 | ![]() ![]() |
0-0 | 84 | ||
Serie A 1973-1974 | 9 dic. 1973 | ![]() ![]() |
2-1 | 48′ Franzoni, 68′ Chinaglia | 34′ Negrisolo | 85 |
31 mar. 1974 | ![]() ![]() |
1-2 | 47′ D’Amico, 51′ (rig.) Chinaglia | 6′ (aut.) Pulici | 86 | |
Coppa Italia 1974-1975 | 22 set. 1974 | ![]() ![]() |
0-1 | 61′ Prati | 87 | |
Serie A 1974-1975 | 1º dic. 1974 | ![]() ![]() |
1-0 | 35′ De Sisti | 88 | |
23 mar. 1975 | ![]() ![]() |
0-1 | 74′ Prati | 89 | ||
Serie A 1975-1976 | 16 nov. 1975 | ![]() ![]() |
1-1 | 78′ Chinaglia | 55′ De Sisti | 90 |
14 mar. 1976 | ![]() ![]() |
0-0 | 91 | |||
Serie A 1976-1977 | 28 nov. 1976 | ![]() ![]() |
1-0 | 40′ Giordano | 92 | |
27 mar. 1977 | ![]() ![]() |
1-0 | 13′ Conti | 93 | ||
Serie A 1977-1978 | 20 nov. 1977 | ![]() ![]() |
0-0 | 94 | ||
19 mar. 1978 | ![]() ![]() |
1-1 | 55′ (rig.) Giordano | 9′ (aut.) Clerici | 95 | |
Serie A 1978-1979 | 12 nov. 1978 | ![]() ![]() |
0-0 | 96 | ||
18 mar. 1979 | ![]() ![]() |
1-2 | 58′ (aut.) De Sisti, 89′ Nicoli | 20′ (aut.) Cordova | 97 | |
Serie A 1979-1980 | 28 ott. 1979 | ![]() ![]() |
1-1 | 5′ (aut.) Rocca | 16′ Pruzzo | 98 |
2 mar. 1980 | ![]() ![]() |
1-2 | 74′ D’Amico | 60′ Pruzzo, 85′ Giovannelli | 99 | |
Serie A 1983-1984 | 23 ott. 1983 | ![]() ![]() |
0-2 | 3′ Nela, 63′ Pruzzo | 100 | |
26 feb. 1984 | ![]() ![]() |
2-2 | 8′, 24′ (rig.) D’Amico | 40′ (rig.) Di Bartolomei, 51′ Cerezo | 101 | |
Coppa Italia 1984-1985 | 9 set. 1984 | ![]() ![]() |
2-0 | 66′ (rig.) Iorio, 75′ Di Carlo | 102 | |
Serie A 1984-1985 | 11 nov. 1984 | ![]() ![]() |
0-0 | 103 | ||
24 mar. 1985 | ![]() ![]() |
1-1 | 73′ Giordano | 71′ Antonelli | 104 | |
Serie A 1988-1989 | 15 gen. 1989 | ![]() ![]() |
1-0 | 25′ Di Canio | 105 | |
28 mag. 1989 | ![]() ![]() |
0-0 | 106 | |||
Serie A 1989-1990 | 19 nov. 1989 | ![]() ![]() |
1-1 | 64′ Bertoni | 83′ Giannini | 107 |
18 mar. 1990 | ![]() ![]() |
0-1 | 30′ Völler | 108 | ||
Serie A 1990-1991 | 2 dic. 1990 | ![]() ![]() |
1-1 | 55′ Sosa | 45′ (rig.) Völler | 109 |
6 apr. 1991 | ![]() ![]() |
1-1 | 80′ Sosa | 54′ (rig.) Völler | 110 | |
Serie A 1991-1992 | 6 ott. 1991 | ![]() ![]() |
1-1 | 65′ Riedle | 81′ Rizzitelli | 111 |
1º mar. 1992 | ![]() ![]() |
1-1 | 5′ Sosa | 70′ Hassler | 112 | |
Serie A 1992-1993 | 29 nov. 1992 | ![]() ![]() |
1-1 | 88′ Gascoigne | 49′ Giannini | 113 |
18 apr. 1993 | ![]() ![]() |
0-0 | 114 | |||
Trofeo D. Viola | 18 ago. 1993 | ![]() ![]() |
0-1 | 24′ (rig.) Signori | – | |
Serie A 1993-1994 | 24 ott. 1993 | ![]() ![]() |
1-1 | 79′ Di Mauro | 17′ Piacentini | 115 |
6 mar. 1994 | ![]() ![]() |
1-0 | 7′ Signori | 116 | ||
Trofeo G. Calleri | 29 mag. 1994 | ![]() ![]() |
0-2 | 2′, 37′ Cappioli | – | |
Serie A 1994-1995 | 27 nov. 1994 | ![]() ![]() |
0-3 | 3′ Balbo, 25′ Cappioli, 51′ Fonseca | 117 | |
23 apr. 1995 | ![]() ![]() |
0-2 | 30′ Casiraghi, 70′ (rig.) Signori | 118 | ||
Serie A 1995-1996 | 1º ott. 1995 | ![]() ![]() |
0-0 | 119 | ||
18 feb. 1996 | ![]() ![]() |
1-0 | 85′ (rig.) Signori | 120 | ||
Serie A 1996-1997 | 8 dic. 1996 | ![]() ![]() |
0-0 | 121 | ||
4 mag. 1997 | ![]() ![]() |
1-1 | 91′ Protti | 35′ Balbo | 122 | |
Serie A 1997-1998 | 2 nov. 1997 | ![]() ![]() |
1-3 | 47′ R. Mancini, 57′ Casiraghi, 84′ Nedvěd | 91′ Delvecchio | 123 |
Coppa Italia 1997-1998 | 6 gen. 1998 | ![]() ![]() |
4-1 | 2′ Bokšić, 32′ (rig.) Jugović, 75′ R. Mancini, 80′ Fuser | 39′ (rig.) Balbo | 124 |
21 gen. 1998 | ![]() ![]() |
1-2 | 45′ (rig.) Jugović, 94′ Gottardi | 54′ Paulo Sérgio | 125 | |
Serie A 1997-1998 | 8 mar. 1998 | ![]() ![]() |
2-0 | 50′ Bokšić, 62′ Nedvěd | 126 | |
Serie A 1998-1999 | 29 nov. 1998 | ![]() ![]() |
3-3 | 28′, 56′ R. Mancini, 69′ (rig.) Salas | 25′ Delvecchio, 78′ Di Francesco, 82′ Totti | 127 |
11 apr. 1999 | ![]() ![]() |
3-1 | 79′ C. Vieri | 13′, 43′ Delvecchio, 90′ Totti | 128 | |
Serie A 1999-2000 | 21 nov. 1999 | ![]() ![]() |
4-1 | 52′ (rig.) Mihajlović | 7′, 26′ Delvecchio (R), 11′, 31′ Montella | 129 |
25 mar. 2000 | ![]() ![]() |
2-1 | 25′ Nedvěd, 28′ Verón | 3′ Montella | 130 | |
Serie A 2000-2001 | 17 dic. 2000 | ![]() ![]() |
0-1 | 71′ (aut.) Negro | 131 | |
29 apr. 2001 | ![]() ![]() |
2-2 | 78′ Nedvěd, 95′ Castromán | 48′ Batistuta, 54′ Delvecchio | 132 | |
Serie A 2001-2002 | 27 ott. 2001 | ![]() ![]() |
2-0 | 49′ Delvecchio, 90′ Totti | 133 | |
10 mar. 2002 | ![]() ![]() |
1-5 | 53′ D. Stanković | 13′, 30′, 37′, 64′ Montella, 72′ Totti | 134 | |
Serie A 2002-2003 | 27 ott. 2002 | ![]() ![]() |
2-2 | 51′ Fiore, 75′ D. Stanković | 57′ Delvecchio, 66′ Batistuta | 135 |
Coppa Italia 2002-2003 | 5 feb. 2003 | ![]() ![]() |
1-2 | 76′ Fiore | 12′ Cassano, 49′ Emerson | 136 |
Serie A 2002-2003 | 8 mar. 2003 | ![]() ![]() |
1-1 | 8′ D. Stanković | 89′ Cassano | 137 |
Coppa Italia 2002-2003 | 16 apr. 2003 | ![]() ![]() |
1-0 | 56′ Montella | 138 | |
Serie A 2003-2004 | 9 nov. 2003 | ![]() ![]() |
2-0 | 81′ Mancini, 86′ Emerson | 139 | |
21 apr. 2004 | ![]() ![]() |
1-1 | 40′ Corradi | 61′ (rig.) Totti | 140 | |
Serie A 2004-2005 | 6 gen. 2005 | ![]() ![]() |
3-1 | 29′ Di Canio, 74′ César, 85′ Rocchi | 68′ Cassano | 141 |
15 mag. 2005 | ![]() ![]() |
0-0 | 142 | |||
Serie A 2005-2006 | 23 ott. 2005 | ![]() ![]() |
1-1 | 57′ Rocchi | 40′ Totti | 143 |
26 feb. 2006 | ![]() ![]() |
0-2 | 31′ Taddei, 63′ Aquilani | 144 | ||
Serie A 2006-2007 | 10 dic. 2006 | ![]() ![]() |
3-0 | 44′ C. Ledesma, 52′ (rig.) Oddo, 73′ Mutarelli | 145 | |
29 apr. 2007 | ![]() ![]() |
0-0 | 146 | |||
Serie A 2007-2008 | 31 ott. 2007 | ![]() ![]() |
3-2 | 12′ Rocchi, 69′ Ledesma | 19′ Vučinić, 42′ Mancini, 57′ Perrotta | 147 |
19 mar. 2008 | ![]() ![]() |
3-2 | 44′ Pandev, 57′ (rig.) Rocchi, 92′ Behrami | 31′ Taddei, 62′ Perrotta | 148 | |
Serie A 2008-2009 | 16 nov. 2008 | ![]() ![]() |
1-0 | 50′ J. Baptista | 149 | |
11 apr. 2009 | ![]() ![]() |
4-2 | 2′ Pandev, 4′ Zárate, 58′ Lichtsteiner, 84′ Kolarov | 9′ Mexès, 81′ De Rossi | 150 | |
Serie A 2009-2010 | 6 dic. 2009 | ![]() ![]() |
1-0 | 79′ Cassetti | 151 | |
18 apr. 2010 | ![]() ![]() |
1-2 | 15′ Rocchi | 54′ (rig.), 64′ Vučinić | 152 | |
Serie A 2010-2011 | 7 nov. 2010 | ![]() ![]() |
0-2 | 52′ (rig.) Borriello, 85′ (rig.) Vučinić | 153 | |
Coppa Italia 2010-2011 | 19 gen. 2011 | ![]() ![]() |
2-1 | 57′ (rig.) Hernanes | 53′ (rig.) Borriello, 77′ F. Simplício | 154 |
Serie A 2010-2011 | 13 mar. 2011 | ![]() ![]() |
2-0 | 69′, 91′ (rig.) Totti | 155 | |
Serie A 2011-2012 | 16 ott. 2011 | ![]() ![]() |
2-1 | 51′ (rig.) Hernanes, 93′ Klose | 5′ Osvaldo | 156 |
4 mar. 2012 | ![]() ![]() |
1-2 | 10′ (rig.) Hernanes, 62′ Mauri | 16′ Borini | 157 | |
Serie A 2012-2013 | 11 nov. 2012 | ![]() ![]() |
3-2 | 37′ Candreva, 45′ Klose, 46′ Mauri | 11′ Lamela, 86′ Pjanić | 158 |
8 apr. 2013 | ![]() ![]() |
1-1 | 16′ Hernanes | 57′ (rig.) Totti | 159 | |
Coppa Italia 2012-2013 | 26 mag. 2013 | ![]() ![]() |
0-1 | 71′ Lulić | 160 | |
Serie A 2013-2014 | 22 set. 2013 | ![]() ![]() |
2-0 | 63′ Balzaretti, 94′ (rig.) Ljajić | 161 | |
9 feb. 2014 | ![]() ![]() |
0-0 | 162 | |||
Serie A 2014-2015 | 11 gen. 2015 | ![]() ![]() |
2-2 | 25′ Mauri, 29′ Felipe Anderson | 48′, 64′ Totti | 163 |
25 mag. 2015 | ![]() ![]() |
1-2 | 81′ Djordjevic | 73′ Iturbe, 85′ Yanga-Mbiwa | 164 | |
Serie A 2015-2016 | 8 nov. 2015 | ![]() ![]() |
2-0 | 10′ (rig.) Džeko, 62′ Gervinho | 165 | |
3 apr. 2016 | ![]() ![]() |
1-4 | 75′ Parolo | 15′ El Shaarawy, 64′ Džeko, 83′ Florenzi, 87′ Perotti | 166 | |
Serie A 2016-2017 | 4 dic. 2016 | ![]() ![]() |
0-2 | 64′ Strootman, 77′ Nainggolan | 167 | |
Coppa Italia 2016-2017 | 1º mar. 2017 | ![]() ![]() |
2-0 | 29′ Milinković-Savić, 78′ Immobile | 168 | |
4 apr. 2017 | ![]() ![]() |
3-2 | 37′ Milinković-Savić, 56′ Immobile | 43′ El Shaarawy, 66′, 90′ Salah | 169 | |
Serie A 2016-2017 | 30 apr. 2017 | ![]() ![]() |
1-3 | 12′, 85′ Keita, 50′ Basta | 45′ (rig.) De Rossi | 170 |
Serie A 2017-2018 | 18 nov. 2017 | ![]() ![]() |
2-1 | 72′ (rig.) Immobile | 49′ (rig.) Perotti, 53′ Nainggolan | 171 |
15 apr. 2018 | ![]() ![]() |
0-0 | 172 | |||
Serie A 2018-2019 | 29 set. 2018 | ![]() ![]() |
3-1 | 67′ Immobile | 45′ Pellegrini, 71′ Kolarov, 86′ Fazio | 173 |
2 mar. 2019 | ![]() ![]() |
3-0 | 12′ Caicedo, 73′ (rig.) Immobile, 89′ Cataldi | 174 | ||
Serie A 2019-2020 | 1º set. 2019 | ![]() ![]() |
1-1 | 58′ Luis Alberto | 17′ (rig.) Kolarov | 175 |
26 gen. 2020 | ![]() ![]() |
1-1 | 34′ Acerbi | 28′ Džeko | 176 | |
Serie A 2020-2021 | 15 gen. 2021 | ![]() ![]() |
3-0 | 14′ Immobile, 23′, 67′ Luis Alberto | 177 | |
15 mag. 2021 | ![]() ![]() |
2-0 | 42′ Mkhitaryan, 78′ Pedro | 178 | ||
Serie A 2021-2022 | 26 set. 2021 | ![]() ![]() |
3-2 | 10′ Milinković-Savić, 19′ Pedro, 63′ Felipe Anderson | 41′ Ibañez, 69′ (rig.) Veretout | 179 |
20 mar. 2022 | ![]() ![]() |
3-0 | 1′, 22′ Abraham, 40′ Pellegrini |
180 |
Statistiche generali
Totale | Vittorie![]() |
Pareggi | Vittorie![]() |
Reti![]() |
Reti![]() |
|
---|---|---|---|---|---|---|
Serie A | 156 | 40 | 60 | 56 | 154 | 198 |
Divisione Nazionale | 2 | 1 | 0 | 1 | 2 | 2 |
Totale campionato | 158 | 41 | 60 | 57 | 156 | 200 |
Coppa Italia | 20 | 7 | 3 | 10 | 21 | 24 |
Totale gare ufficiali | 178 | 48 | 63 | 67 | 177 | 224 |
Campionato romano | 4 | 1 | 2 | 1 | 3 | 2 |
Amichevoli | 4 | 2 | 1 | 1 | 10 | 9 |
Altri incontri | 8 | 4 | 0 | 4 | 9 | 11 |
Totale generale | 194 | 55 | 66 | 73 | 199 | 246 |
Classifica marcatori:
Giocatore | Squadra | Campionato | Coppa Italia | Campionato Alta Italia 1944 | Partite non ufficiali |
Totale gare ufficiali |
Totale |
---|---|---|---|---|---|---|---|
Dino da Costa | ![]() |
9 | 2 | 0 | 1 | 11 | 12 |
Francesco Totti | ![]() |
11 | 0 | 0 | 0 | 11 | 11 |
Marco Delvecchio | ![]() |
9 | 0 | 0 | 0 | 9 | 9 |
Vincenzo Montella | ![]() |
7 | 1 | 0 | 0 | 8 | 8 |
Rodolfo Volk | ![]() |
7 | 0 | 0 | 2 | 7 | 9 |
Silvio Piola | ![]() |
6 | 1 | 0 | 0 | 7 | 7 |
Ciro Immobile | ![]() |
4 | 2 | 0 | 0 | 6 | 6 |
Amedeo Amadei | ![]() |
5 | 0 | 1 | 2 | 6 | 8 |
Pedro Manfredini | ![]() |
5 | 0 | 0 | 0 | 5 | 5 |
Arne Selmosson | ![]() ![]() |
5 | 0 | 0 | 0 | 5 | 5 |
Tommaso Rocchi | ![]() |
5 | 0 | 0 | 0 | 5 | 5 |
Alejandro Demaría | ![]() |
5 | 0 | 0 | 0 | 5 | 5 |
Giorgio Chinaglia | ![]() |
4 | 1 | 0 | 0 | 5 | 5 |
Fulvio Bernardini | ![]() |
4 | 0 | 0 | 0 | 4 | 4 |
Raffaele Costantino | ![]() |
4 | 0 | 0 | 0 | 4 | 4 |
Mirko Vučinić | ![]() |
4 | 0 | 0 | 0 | 4 | 4 |
Vincenzo D’Amico | ![]() |
4 | 0 | 0 | 0 | 4 | 4 |
Pavel Nedvěd | ![]() |
4 | 0 | 0 | 0 | 4 | 4 |
Roberto Mancini | ![]() |
3 | 1 | 0 | 0 | 4 | 4 |
Hernanes | ![]() |
3 | 1 | 0 | 0 | 4 | 4 |
Ernesto Tomasi | ![]() |
3 | 0 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Roberto Pruzzo | ![]() |
3 | 0 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Bruno Giordano | ![]() |
3 | 0 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Rudi Völler | ![]() |
3 | 0 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Abel Balbo | ![]() |
2 | 1 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Antonio Cassano | ![]() |
2 | 1 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Stefano Mauri | ![]() |
3 | 0 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Giuseppe Signori | ![]() |
3 | 0 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Aleksandar Kolarov | ![]() ![]() |
3 | 0 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Edin Džeko | ![]() |
3 | 0 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Luis Alberto | ![]() |
3 | 0 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Sergej Milinković-Savić | ![]() |
1 | 2 | 0 | 0 | 3 | 3 |
Tammy Abraham | ![]() |
2 | 0 | 0 | 0 | 2 | 2 |
Classifica presenze calciatori
Classifica presenze allenatori
Allenatore | Squadra | Campionato | Coppa Italia | Partite non ufficiali |
Totale gare ufficiali |
Totale |
---|---|---|---|---|---|---|
Nils Liedholm | ![]() |
15 | 1 | 0 | 16 | 16 |
Luciano Spalletti | ![]() |
11 | 2 | 0 | 13 | 13 |
Sven-Göran Eriksson | ![]() ![]() |
9 | 3 | 0 | 12 | 12 |
Zdeněk Zeman | ![]() ![]() |
10 | 2 | 0 | 12 | 12 |
Fabio Capello | ![]() |
10 | 2 | 0 | 12 | 12 |
Simone Inzaghi | ![]() |
10 | 2 | 0 | 12 | 12 |
Juan Carlos Lorenzo | ![]() ![]() |
9 | 3 | 0 | 12 | 12 |
Dino Zoff | ![]() |
10 | 0 | 1 | 10 | 11 |
Tommaso Maestrelli | ![]() |
7 | 3 | 0 | 10 | 10 |
Helenio Herrera | ![]() |
6 | 4 | 0 | 10 | 10 |
Luigi Barbesino | ![]() |
8 | 1 | 0 | 9 | 9 |
Classifica derby vinti

Guido Guerrieri Lazio | Quest’oggi parliamo di un portiere che nasce in casa Lazio. Classe 1996, nato il 25 Febbraio a Roma.
Nella stagione 2013 il portiere entra nell’under 19 dopo la stagione con gli under 17. Il suo primo valore di mercato arriva a 100mila euro quando nel luglio del 2014 entra a far parte della Prima squadra. Passa con la Lazio 2 stagioni come terzo portiere andando poi nella stagione 2016/2017 in prestito al Trapani.
Dopo essere tornato alla base non avendo fortuna con i biancocelesti, il portiere viene ceduto gratuitamente in prestito alla Salernitana rimanendo con i granata fino al Febbraio 2022.
Nel mercato invernale del 2022, apre una piccola parentesi in Bulgaria al Tsarsko Selo Sofia.
Guerrieri Lazio? Svincolato
Nessun ritorno alla Lazio per questa stagione per Guido Guerrieri. Vedendo anche online, il portiere risulta svincolato e senza un procuratore. Chissà se non abbia appeso già gli scarpini al chiodo o lo rivedremo in campo con qualche squadra e che ci auguriamo sia così. Non ha avuto il destino di Strakosha, con l’albanese nato nel vivaio biancoceleste per trasferirsi in questa stagione in Premier dopo diversi anni con la Lazio, Salernitana e prestiti vari.
Guido Guerrieri divisa Lazio
Guido Guerrieri Lazio 2017 18
Dopo aver rinnovato il suo contratto, il portiere biancoceleste nella stagione 2017/2018 viene confermato come il terzo portiere della Lazio. Nel 2018 19 esordisce in Serie con la prima squadra in occasione di Lazio-Bologna (3-3) del 20 maggio 2019. Nella stagione successiva viene dato in prestito alla Salernitana che all’epoca era sempre di Claudio Lotito.
Un peccato che il giocatore non venga menzionato sulla grande enciclopedia in italiano con la parola Guido Guerrieri Lazio Wikipedia.
Il portiere del vivaio biancoceleste, però porta a casa un palmares di tutto rispetto a confronto di altri portieri che non sono riusciti a decollare. Il suo palmares infatti vede in bacheca 1 Coppa Italia vinta nella stagione 2018/19 con la Lazio, 2 Supercoppe Italiane nel 2020 e nel 2018 von la Lazio, 2 Coppe Italia con la Lazio primavera nel 2015 e 2014. 2 Supercoppe Primavera nelle medesime date della vittoria delle due coppe Italia.
Storia S.S. Lazio
Juan Carlos Lorenzo: l’allenatore stregone che incantò la Lazio
Published
3 settimane agoon
29 Luglio 2022By
Redazione
Un giocatore di Buenos Aires, per tre volte sulla panchina della Lazio, è fonte di infinite storie sulla sua superstizione e sul suo particolare modo di interpretare la partita.
Si dice che abbia bruciato le maglie della sua squadra negli spogliatoi, che abbia indossato il numero 8 in ogni partita perché lo perseguitava e che abbia suonato il tango prima dei derby di Roma per disorientare i giocatori romanisti, qui inizia la storia di Juan Carlos Lorenzo.
Juan Carlos Lorenzo, il calciatore
Un uomo cosi, non poteva avere una nascita normale e infatti, anche la sua data di nascita è avvolta nel mistero che nessuno è mai riuscito a chiarire veramente.
Il 22 ottobre 1922, nei registri argentini, risulta essere nato a Buenos Aires; le autorità brasiliane, invece, gli hanno concesso il permesso di soggiorno il 27, quindi ad oggi la reale data di nascita non si conosce.
Inizia la sua carriera calcistica con il Chacarita Juniors prima di passare al Boca nel 1945. Nel 1948 si trasferisce alla Sampdoria, seguendo le orme dei suoi antenati italiani nella direzione opposta.
Ha giocato per l’Atletico Madrid e per il Rayo Vallecano, prima di chiudere la carriera con il Mallorca dopo aver giocato quattro stagioni con l’Atletico Madrid.
Ma durante la sua carriera da discreto calciatore non si hanno notizie di stravaganze e particolari manie, le stesse che invece hanno caratterizzato la sua carriera da allenatore e che lo hanno reso una leggenda.
(Ovviamente la scaramanzia accompagna qualsiasi giocatore, in fatto di scaramanzie ce n’è per tutti. C’è, ad esempio, chi crede nel significato nascosto dei numeri angelici, ma come vedrete in questo articolo, Juan Carlos Lorenzo è riuscito negli anni a superarsi e dare il meglio di se per portare rituali magici e spaventare gli avversari con riti e anatemi propiziatori)
L’allenatore Juan Carlos Lorenzo
Le Isole Baleari sono state il punto di partenza della sua carriera di allenatore e il San Lorenzo è stato il suo punto di partenza al ritorno in patria, parte con una antitesi la sua storia da allenatore, forse la cosa più normale che gli succederà nella sua carriera di allenatore.
Nel 1962, la federazione argentina lo convocò per guidare la squadra nazionale ai Mondiali cileni, gli fu chiesto di portare il trofeo più ambito dell’AFA, la federazione calcistica Argentina.
Al contrario, la spedizione dell’Albiceleste fu eliminata dopo essere andata in Cile, a causa di questo fallimento, fu licenziato come allenatore.
Si trasferisce quindi in Italia, dove Ernesto Brivio, lo ingaccia alla Lazio, la squadra si trovava in una brutta situazione finanziaria ed era appena retrocessa in Serie B. Grazie a suo successo iniziale alla Lazio, riuscì a riportare il club in Serie A dopo la sua prima stagione, un bel momento per l’allenatore Argentino che riesce a dimostrare un buon calcio e una attitudine anche al calcio nostrano.
Con la Lazio neopromossa in Serie A, sembra che i biancocelesti non abbiano pagato il prezzo tipico di una squadra neopromossa e finiscono la prima stagione del ritorno, ottavi in classifica con un posizionamento di tutto rispetto.
La vittoria per 3-0 in casa contro la Juventus è stata determinante per dare lustro al campionato. Tuttavia, quando tutto sembra andare per il meglio, arriva la prima sorpresa della sua lunga carriera laziale.
La Lazio ha ancora le casse vuote e, grazie a un piano ideato da Lorenzo e avallato dal presidente Angelo Miceli, intende pagare i debiti per fare fronte ad un nuovo inizio, ma è qui che lo stesso Lorenzo si sfila dallo schema MiLor (una crasi che fonde i nomi dei suoi inventori), e accetta l’offerta della Roma che in quel momento non se la passa sicuramente meglio della Lazio in termini economici.
Il passaggio alla Roma
Pur dovendo affrontare le stesse ristrettezze economiche della Roma, l’argentino è riuscito a vincere la Coppa Italia nel suo primo anno in giallorosso. Sull’altra sponda del Tevere, la situazione finanziaria della Roma non è migliore di quella precedente anzi.
Per superare questa difficoltà economica, l’allenatore ha organizzato una raccolta fondi intitolata “Colletta del Sistina“, ispirata all’omonimo teatro romano e passata alla storia. Lorenzo, che dagli anni ’60 è conosciuto come “Don Giovanni“, ha vissuto molti alti e bassi. Nel 1966 tornò sulla panchina dell’Argentina dopo l’eliminazione ai quarti di finale della Coppa del Mondo, che si tenne in Inghilterra. Tuttavia, ancora una volta mancò l’appuntamento con la Coppa Rimet.
Il ritorno alla Lazio e il lancio di Chinaglia e Wilson
Dopo aver trascorso due stagioni al River Plate e al Mallorca, Lorenzo ha ritenuto di non aver concluso quello che voleva fare a Roma.
La Lazio lo ha riaccolto nel tentativo di tornare in Serie A, con l’ingaggio di Umberto Lenzini atto a riportare la squadra ad alti livelli.
Fu una decisione di Lorenzo quella di portare in prima squadra due giovani militanti dell’Internapoli, la squadra di Tommaso Maestrelli che vinse il primo scudetto.
Si tratta di Giorgio Chinaglia e Pino Wilson.
Le sue caratteristiche, tuttavia, sono state più memorabili dei suoi successi, pur essendo un ottimo insegnante, ha un‘ossessione per la superstizione e ha alcune stranezze che si mescolano alla leggenda metropolitana.
Nonostante tutte le stanze con il numero 8 fossero occupate, durante i viaggi le ha richieste e ha persino costretto un cliente a cambiare stanza. Un tarlo che affligge l’allenatore è l’abbigliamento.
È stato capace di indossare lo stesso vestito per più partite fino alla sconfitta successiva, fino alla sconfitta successiva. Investe persino il menu della cena del giorno precedente la partita.
Al centro del mirino di Lorenzo, però, non ci sono solo i suoi indumenti: ha infatti bruciato le maglie dei suoi giocatori dopo un derby perso.
Anche se non è stata l’unica volta, ha costretto il suo terzino a perdere ben cinque chili per assicurarsi di marcare meglio l’avversario di giornata in una trasferta a Genova. Con due gol di scarto alla fine del primo tempo, creò un falò e incenerì le maglie del primo tempo. La partita finì così 2-2.
Un grande allenatore ma molto, forse troppo scaramantico e ossessivo
C’è anche l’immancabile paura di essere circondati da spie, tra i giocatori della Lazio c’è chi cerca la sublimazione in un pomeriggio allo Stadio Flaminio: sono sollevati dal calore della loro gente.
Sembra un pomeriggio normale, ma non per Lorenzo. Arrivando allo stadio, l’argentino nota un’automobile targata Brescia nei pressi dell’impianto e crede che si tratti di Rondinelle spiate sugli spalti.
Per poter scadere, deve liberare gli spalti. L’avversario domenicale della Lazio è, ovviamente, il Brescia. È complicato interpretare i cartelli stradali. Pare che poco prima che il pullman della Lazio arrivasse all’Olimpico per la partita con la Roma, il semaforo fosse rosso all’altezza del Flaminio. È stata una fortuna perché la Lazio ha vinto la partita, e da quel momento Lorenzo ha fatto in modo che l’autista ignorasse lo stop e facesse lo stesso percorso.
Durante gli allenamenti in cui costringeva i suoi uomini a rincorrere una gallina e ad eseguire giochi con monete da 50 e 100 lire, l’argentino salvò nuovamente la Lazio.
Nell’estate del 1970, la cessione di Ghio e l’aggravarsi della situazione finanziaria del club causarono il ritorno della Lazio in Serie B. Toccò a Lorenzo pagarne le conseguenze, facendo le valigie e lasciando la capitale per la seconda volta. Ha allenato numerose squadre in Spagna e Argentina, vincendo premi nazionali e mondiali, tra cui due Coppe Libertadores.
Nel 1984, però, la Lazio lo attira nuovamente, è passato un po’ di tempo e nel frattempo Chinaglia, il suo pupillo, ha abbandonato le vesti di capitano per tentare la fortuna. Ha un disperato bisogno di sostegno e l’anno si conclude con il suo ritorno tra i cadetti.
In quell’anno, Lorenzo regala uno dei suoi ultimi colpi di teatro perché il campionato di Serie A è conteso dalla Roma vicecampione d’Europa, la partita all’Olimpico è considerata una sfida a causa del notevole divario tecnico tra le due formazioni.
Lorenzo cerca di colmare questo divario con una delle sue esibizioni da stregone, mettendo in scena un lettore di cassette di musica argentina fuori dallo spogliatoio della Roma. Mentre i giocatori della Roma passano, Lorenzo afferra un bicchiere e lo regge in segno di sfida agli avversari, suonando musica argentina. È un torero che, senza una frittella di cipolla, lancia un incantesimo, i giocatori della Roma sono talmente sconcertati che finiscono per pareggiare la partita.
Nel 1987, dopo la retrocessione della Lazio in Serie B, Lorenzo tornò in Argentina e giocò un’ultima volta per il Boca Juniors.
Nel novembre del 2001, quando morì, entrò definitivamente a far parte della leggenda che aveva definito la sua vita. Alcuni dicono che le sue ceneri siano state sparse dietro la porta della Bombonera, lo stadio del Boca. Tuttavia, i suoi resti si trovano al “Jardin de Paz” di Belgrano. Molte persone come lui vivono come romanzi, e la morte è solo l’inizio di un nuovo capitolo.

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