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Lotito protesta per l’arbitraggio di Giovedì

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Furioso e silenzioso, deciso a farsi sentire da Platini a microfoni spenti e nell’interesse del calcio italiano, non solo della Lazio. Ieri, il giorno dopo la vergogna di Sofia, Lotito ha preferito evitare dichiarazioni. Era deluso, ma anche convinto che non sarebbe servito parlarne o gridare, perché il danno è stato fatto e la squadra di Reja non scenderà in campo negli ottavi di Europa League per affrontare il Valencia al posto del Ludogorets. Non si può tornare indietro. Il discorso, le valutazioni sono di più ampio respiro. Lotito è per la moviola in campo, non da ieri, ma da almeno due o tre anni. E questa non è la prima volta che in campo europeo il club biancoceleste viene penalizzato con direzioni arbitrali discutibili. Nell’aprile scorso l’eliminazione nei quarti ad opera del Fenerbahce era maturata a Istanbul per le sviste clamorose dello scozzese Collum, nel 2011 Reja aveva pagato il conto a Lisbona con lo Sporting, persino Ballardini a Salisburgo nel dicembre 2009 compromise la qualificazione ai sedicesimi per un rigore non concesso a Zarate sulla linea di fondo, proprio sotto gli occhi dell’arbitro d’area. Un po’ come è successo giovedì sera a Sofia: l’assistente Sousa, nel dubbio, ha spinto Benquerença a convalidare il gol del 2-2. Era vicino al palo di Marchetti, ha convinto il portoghese a ratificare il pareggio in uno stadio trasformato in bolgia. Ancora ieri i dubbi non erano stati dissolti: secondo alcuni fotogrammi, ripresi dalle immagini televisive, il pallone non avrebbe totalmente superato la linea di porta. Dentro o fuori? Sette centimetri difficilissimi da rilevare e così determinanti da spostare (probabilmente) l’esito di una qualificazione agli ottavi.

CONTESTAZIONI – Più dell’episodio contestato dai giocatori, la Lazio si è lamentata per la direzione di Benquerença. Era a senso unico. E nella ripresa il portoghese ha permesso ai bulgari un gioco durissimo, scorretto, non regolare. Interrompevano l’azione della Lazio ricorrendo al fallo sistematico e ripartivano senza che l’arbitro intervenisse. I giocatori di Reja finivano a terra e non riuscivano a tenere palla. C’è stato un fallo non rilevato anche alcuni secondi prima del sinistro di Zlatinski per il 2-2. Così la rimonta è stata facilitata alla pari con le incertezze di Marchetti, decisivo in negativo anche per il 3-3 firmato da Quixada a due minuti dalla fine. Ha infastidito il metro di giudizio. E la Lazio ha ricordato altri episodi, una costante negativa in Europa League. Nella partita d’andata il tedesco Zwayer s’era inventato un rigore (poi sventato da Berisha) attribuendo un fallo di mano a Cana, che teneva il braccio incollato al corpo.

MOVIOLA – C’è una partita aperta con Platini, da tempo la Lazio si porta dietro un’etichetta antipatica, nella passata stagione sono state ripetute le sanzioni e le diffide dell’Uefa per il comportamento della tifoseria biancoceleste. Questo è un discorso diverso. Sta a cuore di Lotito non solo per i fatti di Sofia e da presidente del club biancoceleste, ma da consigliere federale. Il sistema deve cambiare in Italia e all’estero. Se Platini reclama il rispetto del fair-play finanziario, e ci sono parametri oggettivi e dati di bilancio per misurarlo, sul campo bisogna ridurre la discrezionalità degli arbitri. Il mondo cambia e si evolve, solo il calcio resta conservatore e ancorato ai criteri del passato, ormai superati. Serve la moviola in campo, un supporto tecnologico per fissare certezze incontrovertibili. Se un pallone è entrato in porta oppure no, possono stabilirlo le immagini. Altrimenti ci si affida solo al valore degli arbitri, alla capacità di resistere ai condizionamenti, a una discrezionalità eccessiva. Ecco perché Lotito, in ambito nazionale ed europeo, tornerà alla carica con la moviola in campo. Da Sofia a Firenze, magari ne parlerà domenica anche con Della Valle. Guarda caso, c’è di nuovo la Lazio al Franchi dentro una serata in cui tutti osserveranno Banti con gli occhi spalancati. Un anno fa Petkovic e la squadra biancoceleste uscirono con le ossa rotta dalla partita con i viola: gol regolare annullato a Mauri, gol di Ljajic con Jovetic in posizione attiva di fuorigioco, vittoria della Fiorentina. Anche in quel caso la moviola in campo sarebbe servita.

Tratto da: “Il Corriere dello Sport” – Fabrizio Patania

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Bianchessi dice addio alla Lazio: il ringraziamento della società

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Nelle scorse settimane la Lazio ha ricevuto le dimissioni di Mauro Bianchessi. Il direttore del settore giovanile ha voluto riavvicinarsi a casa e alla sua famiglia. Ecco il ringraziamento della società biancoceleste:

“Nelle scorse settimane il direttore del settore giovanile Mauro Bianchessi aveva manifestato la volontà di riavvicinarsi a casa e alla sua famiglia e, di conseguenza, di porre termine con anticipo al suo impegno contrattuale con la S.S. Lazio.

Rispettando il suo desiderio, la S.S. Lazio lo ringrazia per il lavoro svolto con professionalità, dedizione e impegno da luglio 2017 ad oggi.

L’attuale dirigenza, che al momento sovraintende le attività della Lazio Primavera e di Lazio Women, subentrerà quindi da subito nelle funzioni relative anche al settore giovanile, in attesa che nei prossimi giorni si definisca e si completi l’organigramma del comparto”.

Il direttore del Settore Giovanile della S. S. Lazio, Mauro Bianchessi ha reso nota una lettera con la quale annuncia la decisione, condivisa con il Club, di anticipare la sua uscita:

“Per sopraggiunti impegni personali, dal 1° aprile, di comune accordo con il presidente, sen. Claudio Lotito, al quale va tutta la mia stima, riconoscenza, gratitudine e affetto, comunico che non sarò più presente a Formello in qualità di direttore responsabile del Settore Giovanile maschile e femminile. Dal 1° maggio 2023 andrò comunque in pensione. Ringrazio tutti i miei fantastici collaboratori, i tecnici, gli impiegati, tutti i calciatori e le loro famiglie per questi anni straordinari trascorsi insieme. Auguro alla Società e alla “famiglia” Lazio, tutto il meglio.
Con affetto e riconoscenza.
Mauro Bianchessi”.

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