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Lazio: Lokomotiv e Napoli per ripartire, serve maturità!

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In questa settimana la Lazio dovrà subito cambiare marcia dopo lo stop in casa in Lazio-Juventus con Maurizio Sarri che si è dovuto arrendere al catenaccio di Allegri. Ma come dichiarato anche dallo stesso tecnico, ora arriva una settimana super impegnativa con i biancocelesti che voleranno in Russia senza i tifosi per la situazione Covid.

Lokomotiv-Lazio e Napoli-Lazio saranno le due sfide per far tacere le polemiche di questi giorni ma soprattutto per rialzare la testa dopo il risultato contro i bianconeri. 2 match difficili per la compagine di Sarri che dovranno ottenere i 3 punti per puntare al primo posto del girone E di Europa League. Attualmente la classifica vede:

  1. Galatasaray 8 Punti
  2. Lazio 5 Punti
  3. Olympique Marsiglia 4 Punti
  4. Lokomotiv Mosca 2 Punti

La speranza in caso di vittoria biancoceleste è quella che i turchi possano cadere contro i francesi per poi vincere l’ultima partita del girone contro i turchi il 9 dicembre all’Olimpico di Roma. 2 vittorie consentirebbero il passaggio alla fase ad eliminazione per i biancocelesti ( in caso i turchi pareggiassero o perdessero contro i francesi ).

Ma prima di dicembre, c’è un’altra terra da conquistare e questa volta è un fortino: Lo stadio Maradona ( Ex San Paolo ) del Napoli. Sarri conosce bene l’avversario ma servirà una prova di maturità molto più grande di quella vista fino ad ora. I partenopei difficilmente toppano o hanno toppato in casa con Spalletti che sta gestendo i partenopei con ritmi scudetto. 32 punti in 12 gare e neanche una sconfitta in questa Serie A ( Fra pochi minuti si disputerà Inter-Napoli che in caso di vittoria, si ritroverebbero al primo posto con 35 punti, +3 dal Milan che è secondo in classifica ).

Turnover ed Infermeria

Il tecnico biancoceleste dovrà capire come affrontare questi due match. Nel match contro la Juventus si è fermato anche Felipe Anderson per un problema al polpaccio ( da valutare l’entità dell’infortunio ). Difficile anche il recupero di Adam Marusic che si trova ancora in isolamento con un tampone positivo al covid19. Possibile recupero di Ciro Immobile per il match contro i russi ma con l’incognita di una possibile ricaduta. Il tecnico infatti ha accennato che il polpaccio è un muscolo che potrebbe creare problemi all’atleta si forzano i tempi.

A confermarlo è anche lo stesso Ciro nella giornata di oggi:

 «Ogni giorno miglioro sempre di più. Se non fosse stato il polpaccio probabilmente ce l’avrei fatta, ma è un  muscolo particolare e delicato. Meglio non rischiare. Domani faccio la risonanza di controllo e in questo momento è passato il dolore, ho solo un po’ di paura come è giusto che sia. Non vorrei fermarmi di nuovo e quindi ci sta un po’ di cautela».

Un turnover che però potrebbe non arrivare ed il tecnico biancoceleste dovrà contare su Muriqi in Europa League per non forzare troppo il trio offensivo Zaccagni, Pedro, Felipe Anderson. L’ex Verona dopo il suo infortunio non ha un minutaggio da 90 minuti + 90, il brasiliano invece attende notizie dai medici mentre lo spagnolo, dovrà stringere i denti in entrambe le partite.

Ricapitolando il tecnico toscano potrebbe stare senza Ciro Immobile, Marusic e Felipe Anderson in questa settimana importante per il cammino biancoceleste in Europa ed in Campionato. Le soluzioni offensive scarseggiano mentre per il reparto arretrato, i terzini Hysaj e Lazzari dovranno stringere i denti con Acerbi-Luiz Felipe a governare la difesa centrale. L’alternativa potrebbe essere quella di vedere Stefan Radu al suo debutto stagionale dal primo minuto al posto di Manuel Lazzari in Russia visto che il nazionale italiano è uscito da poco da un infortunio. Il centrocampo non desta problemi ma potrebbe salire in cattedra Raul Moro dal primo minuto al posto di Felipe Anderson per spostare ancora una volta Pedro come falso nueve e lasciando come ultima scelta Muriqi. Il Kosovaro non sta vivendo un periodo felice e lo ha dimostrato con un commento su Twitter, ammettendo che si sente morto mentalmente. Una uscita che può far “pena” ma allo stesso tempo mette in allarme il tecnico visto che il giocatore non può garantire fiducia fisicamente e soprattutto psicologicamente.

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