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Storia S.S. Lazio

La linea dura della Curva Nord :” Non scendiamo a compromessi con Lotito “

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Ai microfoni di Radio Sei, in rappresentanza della CURVA NORDPaolo Signorelli ha fornito alcuni dettagli relativi alla protesta contro la dirigenza attuale, evidenziando le linee guida della nuova iniziativa. Ecco le sue parole: “Ci saranno degli striscioni botta e risposta, botta sicuro, risposta vedremo. Non saranno solo dieci, ne faremo quanti ce ne pare. La nostra contestazione proseguirà ad oltranza, non scenderemo a compromessi con nessuno. Nessuno può parlare in nome nostro, non abbiamo nessun rapporto con la stampa, non scendiamo a compromessi, conosciamo il personaggio Lotito. Continuiamo su questa linea, ma nessuno parli a nome della Curva. Avendo una voce in capitolo con la radio, vogliamo chiedere le motivazioni di questa gestione. Tutti i tifosi vogliono avere delle risposte, basta fare questa distinzione tra tifosi della Curva e altri tifosi. Prima c’era un immobilismo totale e una protezione per il presidente, l’opinione pubblica ha avuto un ruolo importante per smuovere la questione.Non ci siederemo al tavolo con Claudio Lotito, vogliamo che lui dica: “Non posso fare più di questo!”, allora le cose potrebbero cambiare. Finchè si parla di regia occulta, veniamo accusati di essere collettori di collette, non ci può essere dialogo. Lo facciamo per portare avanti il nome della Lazio. Il problema c’è da tanti anni, più volte siamo stati accusati. Allo stesso tempo questo problema deve essere sollevato. Lui che dice del pullman e dell’aquila ascoltando solo un paio di tifosi, ma le 40000 persone che sono contro di lui non le ascolta. Il senso di appartenenza non è una scritta dentro al colletto della maglia. Non capisco perchè dica queste cose in una tv nazionale, lo scudetto del 2000 anche mio, li volevo cambiare, il nostro auspicio è che lui capisca quello che vogliamo. Noi non abbiamo nessun tipo di interesse, vogliamo un futuro migliore per la Lazio. Non fare l’abbonamento, non significa non andare allo stadio, insieme al fatto di non acquistare prodotti ufficiali, potrebbero creare dei danni economici al presidente ed essere una buona forma di protesta”.

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1 novembre 1997: quando la Lazio in dieci asfaltò la Roma

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ROMA – LAZIO – La Lazio per la prima volta sfida l’ex tecnico Zeman, passato in estate sulla panchina della Roma. Eriksson, sbarcato nella Capitale dalla Sampdoria, per il derby sceglie il classico 4-4-2 con la coppia Mancini e Casiraghi in avanti e il centrocampo composto da Fuser, Almeyda, Jugovic e Nedved. Avvio shock per i biancocelesti che già al 7’ rimangono in dieci per l’espulsione di Favalli: Collina, in maniera molto severa, punisce con il rosso l’entrata diretta del difensore su Tommasi. Eriksson risistema la squadra inserendo Negro al posto di Almeyda e chiedendo un sacrificio a Mancini sull’esterno sinistro. Dopo un primo tempo di sofferenza, in apertura di ripresa è proprio il numero 10 a sbloccare il match. L’ex capitano della Sampdoria parte dall’esterno e infilandosi tra Gomez e Servidei fa partire un destro che si infila sotto l’incrocio della porta difesa da Konsel. Passano soltanto dieci minuti e la Lazio raddoppia con un’altra perla: questa volta Mancini si trasforma in uomo assist e Casiraghi in spaccata trova una coordinazione perfetta per il 2-0. All’84’ è Nedved ad infilarsi nel cuore della difesa giallorossa, superando Konsel con un delizioso pallonetto. Il gol di Delvecchio al 91’ conta soltanto per le statistiche e al fischio finale è euforia biancoceleste. Una Lazio da 10, e lode.

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