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Florian Myrtaj, dal miracolo Albania al futuro di Tare

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Chi è un calciofilo incallito conosce discretamente Florian Myrtaj. Attaccante albanese, una vita in giro per l’Italia (approdato a 13 anni) da nord a sud, ma mai in massima serie, 26 presenze e 3 gol con la sua nazionale dal 2002 al 2006, proprio nel periodo in cui il movimento calcistico locale iniziava a crescere con l’interessamento dei grandi club europei e nel periodo in cui arrivò il primo ct italiano in una nazionale estera, ossia Beppe Dossena.

Quando arrivò in Italia (per aiutare lo zio in una ditta edile, ndr), la prima squadra in cui militò fu, ironia della sorte, proprio quel Sassuolo che domenica dovrà affrontare la Lazio, e lalaziosiamonoi.it lo ha intercettato per un’intervista che spazia dall’impresa recente della coppia De Biasi-Tramezzani in terra albanese a un possibile ruolo di gran spessore del DS Tare.

L’Albania stacca il biglietto per i campionati europei. Un’impresa incredibile.

“È stato un risultato fantastico, insperato nelle previsioni. Fino a qualche mese fa non se l’aspettava nessuno, poi le cose si sono messe bene e tutti ci speravano”.

Il calcio albanese sta sfornando diversi talenti interessanti, ma si sente soprattutto la mano di mister De Biasi. Gli allenatori italiani sono ancora un marchio di garanzia?

“È un dato di fatto. L’Italia ha sfornato tanti ottimi allenatori, ci voleva un tecnico che compattasse il gruppo e cercasse nuovi giocatori in giro per l’Europa. Lui è stato bravo a farlo, hanno iniziato questo percorso tre anni fa e sono arrivati a compiere un’impresa straordinaria”.

Ora quali sono le possibilità di andare avanti in Francia?

“L’Albania ha possibilità di fare qualche bella figura o almeno speriamo. Il suo Europeo l’ha già vinto, raggiungere la qualificazione dopo tanti anni è stato straordinario. Se capita in un girone con qualche squadra non blasonatissima può fare qualche punto e sarebbe già una vittoria. Nel ranking è migliorata molto e lo farà ancora…”.

Ultimamente si è parlato della possibilità di vedere Igli Tare a capo della Federcalcio albanese. Qualcuno l’ha indicato persino come possibile erede di De Biasi.

“Non credo che Igli voglia fare l’allenatore. Per quanto riguarda la posizione di presidente della Federcalcio, tra tutti i ragazzi albanesi che sono all’estero è la persona che ricopre il ruolo più importante come dirigente. È normale che venga indicato come possibile successore dell’attuale presidente. Non credo a breve, ma è una cosa che succederà. Per quel che ho sentito è un suo desiderio, magari tra 5 o 10 anni, lo può fare”.

Preferisci il Tare attaccante o il Tare dirigente?

“Ha fatto una carriera ottima da attaccante perché  ha giocato tanti anni in Serie A. Ci ho giocato insieme, era un calciatore di temperamento e di personalità. Una punta centrale vecchio stampo, non faceva tantissimi gol ma era un trascinatore in campo e nello spogliatoio. Da dirigente sta facendo benissimo, è partito da zero. Ha piazzato dei colpi di mercato importanti come Biglia e de Vrij, ha preso dei giocatori prima che disputassero dei grandi Mondiali, non è facile”.

Berisha è stato uno degli elementi fondamentali nel percorso della Nazionale albanese, ma alla Lazio fatica a trovare spazio.

“Lo conosco di vista, non abbiamo giocato insieme perché quando lui esordì avevo già smesso con la Nazionale. Tutte le volte che la Lazio l’ha chiamato in causa ha fatto bene. La Lazio è una squadra importante, gioca due competizioni, ha bisogno di portieri forti. È chiuso da Marchetti però nell’arco degli anni le sue partite le fa sempre”.

Domenica la Lazio farà visita al Sassuolo, la tua prima squadra. Ti aspettavi un’ascesa del genere da parte di questo club?

“Sinceramente non me l’aspettavo. Sassuolo è famosa per la ceramica, non per il calcio. Alle spalle c’è una società importante, hanno garantito miglioramenti di anno in anno e adesso si sono consolidati in Serie A, sia economicamente che a livello di strutture. Io ci ho giocato 20 anni fa e non si pensava a questo salto, ma sta meritando ogni cosa”.

Che partita dobbiamo aspettarci? 

“L’anno scorso andai allo stadio, la Lazio vinse 3 a 0, giocò  una gran partita, andava molto forte. Mi aspetto una bella gara, aperta: il Sassuolo è una squadra che gioca a calcio, non pensa solo a difendersi”.

La Lazio ha tre centravanti in rosa: Klose, Matri e Djordjevic. Chi è il titolare, al netto degli infortuni?

“Tra tutti i problemi fisici in corso il titolare è Matri. A me piace molto Djordjevic, ma non ho ancora visto il giocatore che mi aspetto a causa degli infortuni. È arrivato all’ombra di Klose, un campione del mondo che ha fatto tanti gol. Non era facile rubargli il posto, lui era riuscito a prenderselo. Adesso si è fatto male, ma è quello che mi piace di più. Per Klose parla la storia, ma non è più in giovane età”.

C’è un calciatore albanese che vedresti bene in Serie A?

“Hanno fatto molto bene in queste qualificazioni, li ho seguiti, c’è qualche giocatore interessante. Forse Memushaj (Pescara) potrebbe meritare una chance, conosce il calcio italiano. Non è giovanissimo, ma l’inserimento può essere più semplice. Spero di dare una risposta in prossimità degli Europei, quando li vedrò in partite più importanti. Il calcio albanese è ancora indietro ma sta venendo fuori”.



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