Siamo ai titoli di coda di una stagione totalmente da dimenticare, che lascia spazio già alle chiacchiere per quanto riguarda la Lazio del futuro. Proprio per tirare le somme della stagione ormai agli sgoccioli e per ipotizzare il futuro biancoceleste, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di LazioPress Emiliano Bernardini, giornalista de “Il Messaggero”. Sono stati toccati diversi argomenti, a partire dal nuovo allenatore, passando per l’episodio Lotito, fino al discorso legato al Flaminio.

Come giudichi la stagione della Lazio?

“Assolutamente fallimentare. Voto 3″

Di chi sono le colpe di questa stagione ormai compromessa?

“Le colpe sono assolutamente generali. Qualcuno ne ha di più rispetto ad altri. Pioli non è esente da colpe ed ha sbagliato a non battere i pugni quando era necessario. I giocatori sono colpevoli di un mancato attaccamento alla maglia, piuttosto pensano al nome dietro la maglia, invece di pensare al simbolo davanti. Ma i veri responsabili di questa situazione è la società e chi ha fatto la squadra. E’ questa che attraverso degli obiettivi indica la via per il successo. Colpa del direttore sportivo, visto che domenica la Lazio ha giocato con quattro parametri zero titolari, e non può essere colpa del mister o degli stessi giocatori che questo valgono. Pensare che Patric fino a ieri era un carneade qualunque eppure ha giocato 90 minuti nel derby. Anche il presidente ha molte responsabilità, visto che ha deciso di non fare niente per rinforzare il terzo posto conquistato lo scorso anno”.

Chi sarà secondo te il sostituto di Pioli il prossimo anno?

“Dico 55% Mihajlović , 45% Prandelli”

Come si può uscire da questo scontro tra i tifosi ed il Presidente Lotito?

“Siamo arrivati ad un punto di non ritorno e non credo possa esserci una via di fuga con il presidente Lotito. Probabilmente sperare in una sorta di miracolo, ovvero che il presidente decida di fare qualcosa da laziale e di rifondare la società e fare un giro a 360 gradi di quello fatto fino ad ora. Se adesso si sta andando in una direzione, di cambiare strada e di andare dalla parte opposta. Però credo che in 12 anni difficilmente potrà essere cosi, forse solo con un addio del presidente potrebbe finire questa storia”.

Sei favorevole all’idea del Flaminio come nuovo stadio?

“Il Flaminio è sicuramente un’idea affascinante, ma bisogna partire da un presupposto: gli stadi in Italia vengono fatti dalle società per ricavare un indotto, non per rendere più bella una società. Hanno la stessa valenza dei centri commerciali che vengono costruiti. Anche la Roma, nel suo stadio aveva progettato degli appartamenti e da quello che si trae il beneficio. Anche sullo Juventus Stadium, bellissimo impianto, ma anche li vorrei vedere quanti tifosi vanno a mangiare al ristorante, oppure quanti vanno veramente al museo, quanti vanno al cinema. Tutte belle idee che poi si scontrano con l’idea dei fatti”.

Come vedi il futuro della Lazio?

“A Formello ci sono delle macerie più che fumanti, ci sono da tempo che sono state sbriciolate ulteriormente domenica. Adesso per ricostruire bisognerà fare il triplo della fatica. La prossima stagione sarà facile, visto che la rosa competerà per soli due obiettivi il campionato e la Coppa Italia, basterà ripulire lo spogliatoio e dare ai nuovi giocatori un po’ di entusiasmo. Però tutto questo non basterà. Stiamo parlando di una società con una storia importante e gloriosa che ogni anno dovrebbe competere per le prime posizioni”.



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