Addio a Sven-Göran Eriksson: Il Mondo del Calcio Piange una Leggenda

Una stagione croce e delizia, prove generali di una Lazio vincente

Il 1997 non è solo l’anno in cui la società romana di Piazza della Libertà conquista un insperato derby contro gli acerrimi rivali concittadini. Il 1997 è un anno importante, fondamentale per capire le dinamiche che porteranno, tre anni più tardi, a salire sul gradino più alto del podio a tre colori.

Per cominciare, la Società Sportiva Lazio è quotata in borsa. Sarà la prima società calcistica italiana a farlo ed è una rivoluzione per il concetto stesso di associazione sportiva, che proietterà i biancocelesti in maniera decisa nella modernità.

Siederà in panchina Eriksson, svedese ex Samp, arriveranno Mancini, Jugovic, Boksic (rientrato dal prestito), Almeyda, Ballotta, Pancaro e Lopez. Campagna acquisti di tutto rispetto, macchiata dall’inizio di una vicenda che desterà parecchi malumori nei mesi più tardi: Beppe Signori entrerà in contrasto con l’allenatore, giocherà poche partite e verrà ceduto proprio alla Sampdoria nel mese di dicembre.

La Lazio, intanto, parte col botto e offre spettacolo nel girone di andata: vince agevolmente con il Napoli, conquista un complicato punto a Milano contro i nerazzurri, vince un difficilissimo derby in inferiorità numerica ed espugna l’Artemio Franchi di Firenze in rimonta. Chiuderà la prima frazione di campionato a 31 punti, offrendo prestazioni brillanti dal punto di vista del gioco e della forma fisica.

Per vincere i campionati, però, la parola d’ordine è “continuità”. I ragazzi di Eriksson perdono lucidità proprio nelle partite che non definiremmo “di cartello”, quelle che gli esperti definiscono cruciali, liddove, per dirla alla Max Allegri, “passano gli scudetti”.

La Lazio vincerà all’Olimpico contro l’Inter imponendo un secco 3-0 e conquisterà il derby di ritorno (4 in una stagione, mai nessuna delle due compagini romane ci è mai riuscita nella storia del calcio italiano), ma cadrà rovinosamente a Lecce, Vicenza, Bologna e in casa con la Fiorentina; uscirà sconfitta dallo scontro diretto con i futuri campioni d’Italia della Juventus a Roma e, sempre all’Olimpico, contro un ottimo Parma. Il campionato si chiude coi biancocelesti al settimo posto.

È il preludio a un periodo che la vedrà crescere sempre di più, annoverando acquisti record e conquistando trofei che impreziosiscono tutt’oggi la bacheca del calcio romano. Alla fine della stagione, la Lazio conquisterà la vittoria della Coppa Italia, sfornando una prestazione convincente contro il Milan all’Olimpico, vincendo 3-1 e riscattando il brutto 1-0 dell’andata a San Siro, e la finale di Coppa Uefa contro l’altra squadra di Milano che vedrà trionfare in un clima di festa e assoluto rispetto reciproco fra i tifosi, frutto di un trentennale gemellaggio.



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