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Stadio della Roma. Arrestato De Vito. La risposta della Raggi su Facebook

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Lo Stadio della Roma sta suscitando tanto clamore quanto stupore. Ciò che doveva essere un progetto per una società di calcio, sta diventando una macchina dell’illegalità per mazzette e piani falsi. I tempi per la costruzione si allungano come la lista degli indagati e quelli arrestati. A farne le spese, è Marcello De Vito, presidente del consiglio m5s di Roma per corruzione.

Le parole della Raggi

Nessuno sconto. A Roma non c’è spazio per la corruzione. Chi ha sbagliato non avrà alcuno sconto da parte di questa amministrazione.  La notizia dell’arresto di Marcello De Vito è gravissima: ho piena fiducia nella magistratura e nel lavoro dei giudici.  Una cosa è certa: nessuna indulgenza per chi sbaglia. Ho dichiarato guerra alla corruzione e respinto i tentativi di chi vuole fermare l’azione di pulizia che portiamo avanti.  Qui non c’è spazio per ambiguità. Non c’è spazio per chi immagina di poter tornare al passato e contaminare il nostro lavoro.  Avanti fino in fondo, senza se e senza ma, per la legalità”.

In Arresto anche l’avvocato

In carcere anche l’avvocato Camillo Mezzacapo, due persone ai domiciliari. Indagati in 11, anche gli imprenditori Toti e Statuto. Nel mirino la costruzione di un albergo e la riqualificazione degli ex Mercati generali di Ostiense: per i due lavori sarebbe stata pagata una tangente – sotto forma di consulenza a uno studio legale – di 136mila euro. “Circa 59mila girati su un conto di una società riconducibile a un avvocato e all’esponente M5s”

Tratto dal sito Il fatto quotidiano

Il “sodalizio” con Mezzacapo e lo stadio – Il presidente dell’Assemblea capitolina e Mezzacapo, secondo la giudice per le indagini preliminari Maria Paola Tomaselli, avevano messo su un “vero e proprio sodalizio” e dalle intercettazioni (leggi) captate dai carabinieri emerge la volontà di sfruttare “il ruolo pubblico di De Vito per fini privatistici e ottenere lauti guadagni”. Sempre stando a quanto scrive il gip nell’ordinanza, il presidente dell’Assemblea capitolina “ha messo a disposizione la sua pubblica funzione” per “assecondare, violando i principi di imparzialità e correttezza cui deve uniformarsi l’azione amministrativa, interessi di natura privatistica facenti capo al gruppo Parnasi”. Al costruttore arrestato la scorsa estate, sostiene la giudice, “assicurò un intervento su Paolo Ferrara e Daniele Frongia“. In primis, De Vito – arrestato per il rischio di inquinamento delle prove e reiterazione del reato – si era speso per “l’approvazione di una delibera” in consiglio comunale per la realizzazione nella zona dell’ex Fiera di un campo da basket e di un polo per la musica, “superando le limitazioni poste dalla delibera Berdini”. Mentre l’esponente M5s, Mezzacapo e Parnasi, lo scorso 31 maggio, discutevano della vicenda, il costruttore – sintetizza il gip – “conclude dicendo che loro (De Vito e Mezzacapo) devono parlare della cosa con Virginia (Vecchiarelli, indagata a piede libero ndr) in prosecuzione di quello che chiama il solito schema che conosciamo”.

Chi sono gli undici indagati – Tra gli 11 indagati figurano oltre ai vertici del gruppo Toti nonché l’immobiliarista Statuto, a capo dell’omonimo gruppo imprenditoriale, anche Gianluca Bardelli e l’architetto Fortunato Pititto, entrambi agli arresti domiciliari. Sotto inchiesta a piede libero Paola Comito, l’avvocato Virginia Vecchiarelli e Sara Scarpari, amministratore della società Mdl srl, e lo stesso Luca Parnasi. Perquisizioni sono state disposte, oltre che nell’appartamento di De Vito, anche in Campidoglio, nelle sedi di Italpol, della Silvano Toti Holding Spa e di Acea. Riguardo a quest’ultima società, il gip riporta degli stralci di interrogatorio di Parnasi, nei quali il costruttore ha riferito di aver attivato sia Mezzacapo che De Vito per il progetto dello spostamento di sede all’interno del Business Park. “Ho ritenuto di parlare di detto affare anche a De Vito – dice Parnasi davanti ai magistrati – perché (lo spostamento, ndr) avrebbe certamente richiesto l’avallo di tutto il Comune”.

Il caso Parnasi – In questo momento, in due stralci diversi, per l’inchiesta sullo stadio ci sono 28 persone già a processotra loro, oltre a Parnasi e Lanzalone, anche esponenti del Pd e di Forza Italia. De Vito (leggi il profilo) è stato il primo candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle a Roma nelle elezioni del 2013, vinte poi da Ignazio Marino. Nel 2016, risultò secondo a Virginia Raggi alle primarie online del M5S e si impose poi come il consigliere più votato con 6.451 preferenze conquistando la presidenza dell’assemblea capitolina. Avvocato, grillino della prima ora, fa parte dell’ala ortodossa del Movimento, da sempre vicino alle posizioni della ex deputata ora in consiglio regionale del Lazio, Roberta Lombardi.



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