Igor Tudor su Juventus-Lazio: "Baroni ha dato identità, pronostico bianconero"
L'ex tecnico della Lazio, Igor Tudor, parla a Tuttosport della sfida tra Juventus e Lazio: "Baroni ha dato identità, ma vedo favorita la Juve". Scopri le sue parole su Immobile e il match.

Vigilia del debutto in panchina di Igor Tudor come allenatore della Lazio. In conferenza stampa ha presentato così la gara di domani contro la Juve:

Che segnali ha ricevuto?

“Sono tornati tutti in buono stato, senza acciacchi. Il problema è che sono arrivati da poco, non abbiamo lavorato tanto. Con gli altri abbiamo lavorato bene, i ragazzi si sono messi a disposizione e con la voglia di fare, la giusta applicazione”.

Le emozioni e le tensioni del suo debutto? E sulla Juve?

“Non credo al destino. Sensazioni sono sempre positive, uno che sta nello sport come me vede sempre una sfida davanti a sé, di poter vincere e gioire con la squadra. La Juve ho fatto 8 anni della mia vita, dove uno si costruisce non solo come giocatore ma come persona. Sono grato perché ho avuto delle persone che mi hanno fatto diventare come sono, anche nella cultura di allenatore”.

Quali emozioni proverà domani?

“Saranno belle emozioni. Una gara contro un avversario importante. Dall’altra parte è una gara come tutte, va preparata in modo giusto. Un allenatore pensa a preparare la squadra per dare quello che lui è. La squadra deve essere lo specchio dell’allenatore, servirà tempo e pazienza per raggiungere questa trasformazione. Io proverò a fare in fretta, ma non sarà così immediata“.

Cosa eredita della precedente gestione?

“Ci sono due cose che penalizzano questa trasformazione. Il fatto che prima si giocava a quattro e l’altra è che si trattava di un allenatore forte. Ma è così, dobbiamo lavorare bene. Il modulo è importante, ma non come pensate voi. È il modo di interpretare, non sono i numeri. Manca poco, lo vedrete come difenderemo”.

Rotazioni e coinvolgere tutti in queste tre partite?

“È un momento particolare. Per forza dovranno giocare tutti in questa settimana. Il calcio è cambiato, anche con i 5 cambi, si può modificare metà squadra. Devo anche io capire, una cosa sono gli allenamenti e l’altra è la partita. Bisogna capire chi è adatto al tuo calcio, chi deve migliorare, quanto tempo serve… Poi però adesso c’è da lavorare, essere belli tosti con la qualità giusta”.

Tensione tra squadra e proprietà, servono figure di raccordo?

Non è una domanda per me. Non abbiamo parlato troppo di questo, ci siamo messi a lavorare subito per quello che conta”.

Sente le radio e legge i giornali? Immobile e la Nazionale?

“Se ti metti ad ascoltare radio e leggere i giornali ti ammazzi. Se c’è una cosa particolare vengo informato, altrimenti è un suicidio, anche quando le cose vanno bene. Ti portano a una strada sbagliata. Con Ciro abbiamo parlato un paio di volte, lui tiene alla Nazionale, è molto motivato. Penso che dipenda solo da lui. L’ho visto voglioso di fare, sono due mesi importanti. I gol li ha sempre fatti e penso che li farà, ci conto tanto. Ha qualità sia calcistiche che umane, sono convinto che sarà molto importante da qui alla fine”.

Tutti i giocatori ripartono da 

a zero o si affiderà alla vecchia guardia? E su Kamada?

“Lui all’Eintracht giocava sia avanti che dietro, è completo. Ha sia corsa che qualità di gioco. Penso che sia più adatto a questo calcio che a quello precedente. Non è pulitissimo, ma ha altre doti. Ha la mentalità giusta, ha gol e questo può fare la differenza. L’ho visto allegro, voglioso. Gerarchie? C’è rispetto per il passato, ma non si vive di passato. Il calcio è crudele, c’è da vincere”.

Si può giocare con Lazzari e Felipe Anderson?

“Vediamo oggi Lazzari come sta. C’è equilibrio, sia offensivo che difensivo. È una cosa se hai un’ala di un tipo o di altro. Servono i gol, ma anche quelli che fanno fase difensiva. C’è da scegliere anche in base alle avversarie”.

Felipe a tutta fascia può giocare?

“Che si intende a tutta fascia? Non l’ho mai provato. Vedremo quali saranno gli uomini e poi capiremo”.

Che spogliatoio ha trovato?

“C’è la voglia di giocare meglio, c’è l’orgoglio di non sentirsi da nono posto. Bisogna vedere come reagiranno alla lunga, con il tempo. Qui ci conosciamo tutti da poco, si vedrà con il tempo, con le difficoltà vere quello che uscirà fuori dalle persone”.

Zaccagni e Luis Alberto?

“Possono giocare insieme, dipende da come giochiamo. L’importante è avere giocatori forti, se un allenatore è bravo trova il posto a tutti”.

Come sta la squadra dal punto di vista atletico?

“Lo vedremo domani. La Lazio ha sempre avuto dati alti nelle partite, poi però bisogna vedere le distanze che sono diverse. Anche le corse non sono le stesse, poi però ci sono anche cose simili. C’è da essere compatti, andare ad aggredire alti. Ma poi bisogna essere bravi anche a correre indietro”.

Potrebbe essere inserito nei tre dietro un terzino? E sul mini ciclo?

“Più o meno ho pensato come ruotare i giocatori. È tutto ipotetico, anche perché io non ti voglio dire come giochiamo (ride, ndr.)”

Sulle qualità di testa della squadra?

“Si sono fatti pochi gol, sono anche le caratteristiche. Quando vai a fare gol è sempre la cattiveria che fa la differenza, serve più convinzione”.

Su Cataldi e Patric?

Tutti gli allenatori hanno giocatori che per tuo calcio hanno importanza un po’ diversa, non so se succederà anche qui. Sono molto attento di essere giusto. Loro sono giocatori forti e bravi. Danilo ha giocato tanto, dietro sono contento che Patric sia tornato, mi è sempre piaciuto quando l’ho visto giocare”.

È il momento più importante della sua carriera?

“Non esiste questa cosa. C’è una partita bella da giocare, nessuna esagerazione. Non sono cose che mi appartengono. Voglio caricare la squadra, fare le cose giuste, è questo che mi appartiene. Io gli ho detto di non avere pensieri. Voglio vedere coraggio, attaccare e difendere in tutti. Una squadra che è difficile da battere e una squadra coraggiosa in avanti”



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