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La Curva Nord ribadisce: “Lo stadio trasformato in una base militare. Decisione all’unanimità: sciopero a oltranza.”

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La Nord rimane sui suoi passi. Sciopero ad oltranza

Una presa di posizione decisa. Un impegno cosciente e ragionato assunto a fronte di una situazione paradossale che porterà ad una probabile lunga assenza da quella che potrebbe essere definita come la “seconda casa” per difendere un ideale. La Curva Nord conferma le indiscrezioni dei giorni scorsi e annuncia l’assenza sia all’interno che fuori dallo stadio in occasione del derby di domenica contro gli accerrimi rivali giallorossi. Una decisione drastica per contestare l’inserimento su indicazione del Prefetto Gabrielli delle barriere all’interno delle curve dello Stadio Olimpico, la culla del tifo caldo romano. E a parlare sono proprio coloro che guidano la tifoseria biancoceleste. Gli esponenti della “Nord” infatti hanno rilasciato delle dichiarazioni nella trasmissione in onda ieri sera in seconda serata su Rai 3 “Il processo del Lunedì” condotta dal noto giornalista partenopeo Enrico Varriale.

“In Curva non ci sono problematiche di violenza da più di 15 anni. La scorsa stagione abbiamo lasciato un impianto con 55mila tifosi. Dove ora ci sono le barriere, l’anno scorso giocavano i nostri bambini. Non si può entrare allo stadio come se fosse una base militare, vengono fatte togliere le scarpe anche ai bambini e ai signori di una certa età. Un tifoso non può vivere lo stadio con il rischio del Daspo soltanto per il cambio di posto. Ormai esistono i microfoni direzionali, possono ascoltare anche quello che si dice in una curva. Allora a cosa servono le barriere?”. Un’analisi chiara sulla situazione del tifo nel nostro Paese, in cui troviamo strutture tutt’altro che sicure. “Ad esempio a Bergamo parliamo di uno stadio vecchio, dove ci sono le transenne. Alcuni posti non permettono nemmeno la visuale della partita. In questo caso chi mi garantisce il posto?”. Un quadro che diventa ancor di più negativo se si guarda all’estero, confrontandoci per esempio con il cosiddetto “modello britannico”. “Lì è ben diverso, ognuno ha un posto assegnato e con un seggiolino”. Nell’epilogo viene poi confermata l’amara presa di posizione: “La decisione è stata presa da tutto il gruppo ed è quella di disertare ad oltranza. La situazione resterà questa”.

La risposta del Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, non si è fatta attendere. Contattato dalla stessa trasmissione in onda ogni Lunedì, il 55enne viareggino ha commentato così la quasi certezza di una stracittadina deserta: “La prospettiva di un derby romano con le curve vuote mi provoca dispiacere: credo che un derby sia anche un momento di partecipazione. L’assenza dei tifosi in curva, sicuramente non è positiva. Si tratta di un’evenienza. Il questore e le forze di polizia stanno lavorando anche a questa ipotesi, ma mi auguro sia scongiurata”. Gabrielli fa poi chiarezza sul perchè non si sia pensato alla videosorveglianza, ma siano state inserite le barriere: “Quando ad Aprile sono arrivato mi hanno fatto notare che le due curve, in particolare quella della Roma, aveva una capienza abnorme. Da quella ipotetica di 7.500 si arrivava a 12-13 mila. Le società questa decisione l’hanno subita e, sia pure con atteggiamenti di collaborazione di tipo diverso, credo non ci abbiano dato una mano, perché quando noi abbiamo comunicato che avremmo diviso le curve e ristretto la capienza, ed è la cosa per la quale io onestamente mi sento di essere vicino al tifoso che magari ha comprato l’abbonamento, pensando di stare vicino a persone con le quali condividere la passione calcistica”. Una decisione che ha come obiettivo da parte del governo di far ricadere i costi dello stadio più sui club che sui conti dello Stato, con un incremento del progetto steward e con una tassa ancora non stabilita sui biglietti. Il Prefetto manda poi un segnale forte ai due club capitolini:“Io intanto trovo un po’ immorale che nel derby scorso lo Stato abbia dispiegato 1.700 uomini per garantire lo svolgimento di una partita di calcio, a fronte del fatto che, occupandomi di sicurezza dei municipi, sento la gente che si lamenta del fatto che non ci sia neanche una pattuglia dei carabinieri. Credo che per un Paese serio che ha a cuore la propria immagine, queste modalità debbano essere superate. E si superano principalmente con l’assunzione di responsabilità da parte dei club”.

Gabrielli, in carica per il secondo mandato consecutivo dal 13 novembre 2013, conclude il suo intervento rivolgendosi ai tifosi intenzionati a scioperare al derby: “Più si radicalizzerà il confronto e meno spazi ci saranno per trovare forme di una diversa gestione di queste questioni. Queste manifestazioni mi convincono ancora di più della necessità di regole un po’ più dure. Se, invece, la gente ritornerà nelle curve, ritornerà allo stadio e dimostrerà nei comportamenti che la sicurezza e l’incolumità può essere garantita in altro modo. Io credo che nessuno sia così ottuso da non rivedere anche le proprie posizioni. Se invece di tratta di un braccio di ferro è chiaro che per loro sarà perdente. Ne va della credibilità dello Stato“.



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