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E’ passato un mese…

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eventi lazio 26 maggio 2023

Foto Marco Rosi/LaPresse26 05 2013 Roma ( Italia )SportFinale Tim Cup 2012/2013 AS Roma - SS Lazio allo Stadio Olimpico di Roma.Nella foto : la coppa italia mostrata alla curva nordFoto Marco Rosi/ LaPresse26 05 2013 Rome ( Italy )SportFootball Italian Tim Cup  2012/2013 Final AS Roma vs SS Lazio in Rome at the Olimpic Stadium .In the picture SS Lazio's player  and AS Roma's playerAd un mese dalla morte di qualcuno che ci è molto caro, di solito ci si riunisce in chiesa per celebrare una messa e ricordare la scomparsa del caro estinto. Questo rito, si chiama “trigesimo”. Oggi, quindi, ad un mese esatto da quel 26 maggio già entrato nella storia, ci si dovrebbe riunire per ricordare. Da qualche parte con gli amici, passando davanti all’Olimpico, in un luogo che ci è particolarmente caro oppure da soli con un minuto di meditazione, rivivendo ad occhi chiusi emozioni e sensazioni di quel giorno, ma soprattutto pensando a cosa sarebbe successo a parti invertite. Perché se a loro non passa e forse non passerà mai, perché noi staremo sempre qui a ricordarglielo, pensate che cosa sarebbe successo a parti invertite. Non aggiungo altro, mi fermo a pensare e per rivivere le sensazioni provate a caldo vi ripropongo quelle righe scritte di getto, con il cuore in tumulto e le lacrime agli occhi alla fine di un evento che ho voluto vivere da solo, a casa e in silenzio…

“E ora zitti, tutti, per sempre! Perché questa vittoria ve la sbatteremo in faccia per tanto tempo, senza fair play, senza fare i signori, perché voi non avreste fatto prigionieri in caso di successo. E noi troppe volte ci siamo comportati da signori, festeggiando in modo pacato. In passato, ma non questa volta, non in questa occasione. Perché oggi Roma è nostra e lo sarà a lungo! Sì, perché la reale portata di questo successo nel derby la capiremo più avanti, non oggi che siamo travolti da un mare in piena di emozioni, stravolti dalla tensione, ora che voliamo per la gioia mentre le lacrime scendono, irrefrenabili, al pensiero delle tante persone con cui avremmo voluto condividere l’estasi di questo successo sognato per una vita. Il peso di questa Coppa Italia alzata al cielo della Capitale dai giocatori della Lazio lo capiremo tra anni, quando potremo sbattere in faccia questo successo a qualunque romanista provi ad alzare in qualche modo la testa. Perché non era mai successo in 85 anni e forse non succederà per chissà quanti altri anni di poter alzare in faccia agli avversari di sempre un trofeo. Una coppa che per quelli che hanno perso diventerà subito una coppetta, anche se avrebbero pagato qualunque cifra per alzarla al cielo, come dimostrano le lacrime di De Rossi, di Totti e dei tifosi.

Questo successo, come ha detto Hernanes a fine partita a caldo è tanta roba, veramente tanta roba”, perché è entrato nella storia. Non è importante per quella sesta Coppa Italia che finirà nella bacheca, non è importante perché chi aveva già preparato le magliette giallorosse con la stelletta d’argento ora se le darà in faccia, oppure perché chi voleva la finale della Supercoppa a New York per omaggiare la Roma a stelle e strisce ora semmai nella grande mela ci vedrà giocare la Lazio di Giorgio Chinaglia, dell’italiano che ha fatto diventare il soccer un qualcosa d’importante nel paese del baseball e del football americano. Questa vittoria è importante perché è un trampolino di lancio, un’occasione da cogliere al volo per far fare il salto di qualità a questa società, ma aprendo le porte a chi ha mezzi per investire, per nel calcio servono i soldi per vincere. Lo dico ora e non per scena: Lotito va ringraziato per quello che ha fatto in questi anni, ma ora deve essere il primo a prendere atto di aver raggiunto il massimo dei suoi mezzi, forse addirittura di più dei suoi mezzi e di quello che lui stesso poteva immaginare o anche sognare.

Lo so che in questo momento dovrebbe essere celebrata solo la squadra, l’impresa di un gruppo di ragazzi che da mesi prendevano schiaffi e che nel giorno più importante hanno dimostrato di essere squadra, guidati da un allenatore che meriterebbe di essere messo in condizione di poter dare il meglio, dopo aver dimostrato di poter dare tanto, di avere idee e carisma. E’ stato bravo a tenere unito il gruppo in un momento in cui tutto poteva andare in frantumi, è stato bravo a recuperare un giocatore importante come Lulic che oggi quasi da solo ha fatto a pezzi l’intera difesa della Roma, realizzando il gol che lo ha consegnato direttamente alla storia. E con lui Candreva, monumentale per l’ennesima volta e autore dell’ennesimo assist decisivo di questa stagione. Lo so che tutti meriterebbero due righe e una citazione, ma come avevo scritto alla vigilia. dalle 19.50 di questo 26 maggio inizia la grande partita della Lazio, quella del futuro. E ora basta parole, perché questa non è una sera di parole, è una sera di festa, di cori urlati a squarciagola, di braccia al cielo e di lacrime, le stesse uscite al fischio finale di Orsato mentre esultavo solo in casa con un urlo soffocato per ore, tenuto dentro per giorni, sognato per anni, anzi da una vita. Le stesse lacrime che non riesco a frenare neanche ora che sto scrivendo e che bagnano la tastiera. Le stesse lacrime di quella notte di Lazio-Milan nel 1998, il giorno in cui nacque la Lazio più bella e più forte di tutti i tempi. E chissà che questo successo non sia solo l’inizio, un trampolino di lancio verso il futuro sulle note di “il cielo è sempre più blu”!

STEFANO GRECO



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