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Caso Yilmaz, il ministro degli Esteri turco replica a Lotito

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YILMAZ

Quando finirà la storia Yilmaz? La Hit dell’estate è diventata un tormentone che vale tutto l’anno. Il mancato arrivo dell’ariete turco alla corte di Claudio Lotito ha lasciato strascichi che durano ormai da mesi: c’è rammarico da parte dei tifosi, che lo vedevano come l’attaccante dei sogni per puntare sempre più in alto. Poi tante voci, italiane e turche. Come questa volta, in cui c’è in ballo il nome dell’ambasciatore turco a Roma, Hakkı Akil. 

Ma cosa c’entra l’ambasciatore? Lotito, ai tempi della trattiva parlò di lui come un intralcio all’operazione, il quale lo invitava a chiudere la trattiva con 15 milioni sul piatto senza tante storie. E allora, in questi giorni, il Ministro degli Esteri Davatoglu ha risposto:La legge n° 6004 sull’Organizzazione del Ministero degli Esteri, prevede che le ambasciate non siano solo un luogo preposto alla protezione dei cittadini turchi e delle persone giuridiche verso cui ci sono dei doveri in terra straniera. Esse ricoprono infatti anche il ruolo di protettori di atleti e società sportive, come di personalità famose, nell’ambito degli interessi legali che sono il presupposto a valori di promozione internazionale della Turchia”. 

Davutoglu evidenzia ancora: “Lotito preferì affidarsi ad un noto manager per un rapporto più personale in grado di dargli, secondo lui, terreno fertile per la trattativa”.

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