LOTITO

“Yilmaz? E’ un nome uscito fuori solo dalla Turchia. Noi non proclamiamo gli obiettivi, ma li centriamo. Avete mai sentito me o Tare parlare di Yilmaz? No! Allora siete voi che costruite i film e date per fatte cose che non esistono. Una punta l’abbiamo presa, si chiama Perea, poi vedremo se sarà all’altezza. Abbiamo riscattato la metà di Candreva, siamo la squadra che ha comprato di più senza vendere nessuno. Lunedi annunceremo un nuovo acquisto e solo allora vedrete chi sarà, ma qui qualcuno tenta di creare aspettative che non esistono”.

Davanti a dichiarazioni simili, non resta che alzare le mani e arrendersi. Arrendersi alla realtà dei fatti che questo personaggio e questa società non cambieranno mai, che non esiste nessuna possibilità che si possa riparare agli errori del passato, per il semplice motivo che siamo davanti ad una persona convinta di essere infallibile e che quindi non è neanche sfiorata dall’idea di aver commesso un qualsivoglia errore in questi nove anni, perché se errori ci sono stati a sbagliare sono stati gli altri. Gli allenatori, soprattutto, poi semmai i ds, incapaci di seguire le sue direttive. O semmai dei giornalisti, sempre pronti a creare “false aspettative”, come se l’avesse inventata la stampa la trattativa fiume con il Galatasary o la presenza del suo ds a Roma. Se condanne sono arrivate è colpa dei giudici, sportivi o no fa poca differenza. Neanche Berlusconi è in preda ad un simile delirio di onnipotenza. E con quello che ha ottenuto da imprenditore prima e da politico poi, rispetto a Lotito se lo potrebbe pure permettere un simile delirio.

Dopo anni, siamo ancora alla collezione di figurine, a vantarsi di aver comprato tanti giocatori e di aver speso tanto, quando non si chiedevano dieci acquisti o di spendere una vagonata di milioni di euro, ma di prendere solo tre giocatori ma VERI: un attaccante che non fosse l’ennesima scommessa, un centrocampista di peso e sostanza, un difensore dominante e in grado di fare la differenza. Ne è arrivato uno di giocatore vero: Biglia. Gli altri, non li abbiamo mai visti e quello che abbiamo visto (Novaretti) altro non è che l’ennesima figurina presa per riempire l’album. Perché se uno arriva alla soglia dei 30 anni senza mai esser stato preso in considerazione da nessun ct della sua nazionale e se stava in Messico e lo hai preso a parametro zero, un motivo ci sarà. E lo abbiamo visto il motivo.

Quindi, è inutile continuare a farsi il sangue amaro, è inutile pensare di usare la critica per far cambiare idea al personaggio o di evidenziare i fatti per convincere chi ancora lo difende (e lo farà ad oltranza) che nulla potrà mai cambiare, che fino a quando ci sarà Lotito non potremo mai aspirare a fare un salto di qualità. Quindi, continuate con le vostre interviste appecoronate in cui non si toccano mai argomenti scottanti, in cui non vengono mai poste le domande vere che si fanno i tifosi da anni, in cui nessuno replica e mette Lotito davanti all’evidenza dei fatti che contrastano con la sua realtà virtuale. Continuate a ridere dei show penosi nei salotti televisivi, continuate ad esaltarvi se come un disco rotto ricorda che la Lazio è nata prima della Roma o se attacca Pallotta. Ma continuate da soli, perché non c’è niente di divertente e di esaltante in tutto questo. Perché anche se nessuno di noi è diventato tifoso della Lazio pensando di tifare a vita una società in grado di primeggiare sempre e comunque, è deprimente avere la consapevolezza di non poter mai aspirare a qualcosa di più che sperare di vincere contro Siena, Catania, Juventus e Roma per portare a casa una coppa, perché una società vera in grado di costruire una squadra che duri 38 giornate, non ce l’abbiamo e non ce l’avremo mai. Possiamo durare al massimo un girone d’andata, ovvero fino a quando con l’arrivo dell’inverno e della fatica non vengono messi a nudo i problemi reali e i difetti strutturali nella costruzione di un gruppo forte a livelli quantitativo, ma non qualitativo, stracolmo di doppioni ma primo di elementi fondamentali, con i ruoli chiave coperti da figurine invece che da calciatori veri.

E se non lo avete ancora capito, se non avete preso coscienza della realtà del fatti, continuate da soli in questo viaggio virtuale. Perché a volte è meglio arrendersi che continuare ad illudersi per tutta la vita.

STEFANO GRECO



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