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Altre tremende testimonianze sull’inferno di Varsavia

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arresti legia lazio
Si chiama F, B,, un tifoso come tanti altri, che s’è recato in Polonia per assistere alla gara della sua Lazio ma come tutti sapete le cose non sono andate per il verso giusto :” Umiliazioni allo stato puro,io ero in camionetta quando ci hanno caricato con un mio caro amico…lui soffre di claustrofobia..eravamo in 15 dentro una camionetta…gli mancava il fiato e’ SI E’ MESSO IN GINOCCHIO PREGANDO UNA GUARDIA POLACCA DI FARLO USCIRE…sbattuti e divisi per gruppi da un commissariato all altro,ci hanno fatto aspettare 4 ore in camionetta facendo uscire a scaglioni due o tre ragazzi alla volta e come gia detto dividendoci per commissariati…una volta giunti al commissariato ho visto miei fratelli chiusi come animali in una gabbia,io che potevo ancora usare il telefono ho mandato messaggi per tranquillizzare i genitori di chi mi chiedeva di mandare un messaggio alla propria mamma…dopo dichedue zoccole infami mi dicevano che non potevo usare il telefono al che mi e’ stato sequestrato..flessioni completamente nudo al bagno senza calzini…una volta in carcere un mio caro amico in cella con me che ha un problema al rene e ha bisogno di bere spesso per idratarlo…l interprete gli aveva detto che ogni volta che la chiedeva gliel avrebbero data invece l hanno fatto penare…un ora prima di portarcela,e ci dicevano che se la volevamo solo acqua calda e poi dovevamo farla raffreddare…ci hanno tirato sassolini addosso per umiliarci…un infame schifoso al quale auguro la morte dei figli prendeva in giro il nostro maurizio che non c’e’ piu’..,ci negavano una chiamata per sentire i nostri genitori dicendo che solo l ambasciata avrebbe potuto farlo…appena mi verranno altre cose in mente le scrivero’…liberta’ per i miei fratelli”

 “Mi hanno fatto l’ispezione anale, come con i trafficanti di droga. Chiedevo acqua dicendo ‘water, water!’, ma niente…hanno costretto un altro ragazzo a fare le flessioni, le ha fatte nudo. Ho capito cos’è il terrore”. Parla così David D., con le lacrime agli occhi, il ventenne romano appena rientrato dalla Polonia, uno dei tifosi laziali che hanno fatto rientro a Roma, dopo la terribile esperienza del fermo preventivo, intervistato in esclusiva da IntelligoNews. Sono 23 quelli ancora in cella. “L’inferno, sì l’inferno è iniziato nel pomeriggio di giovedì 28 novembre,  quando ci hanno fatto salire dopo quattro ore su dei furgoni. Io avevo paura,non riuscivo a salire su quello in cui mi volevano far entrare, gridavo che soffrivo di claustrofobia” ricorda David come gli altri ha subito poi un processo per direttissima: “Mi chiedevano se avevo moglie, figli a carico e immobili; erano interessati solo alla mia condizione economica”. Poi ha spiegato di vivere ancora sotto choc: “Stanotte mi sono svegliato urlando,mi sembrava di essere ancora in cella. Poi ho visto le mura di casa ed ho tirato un sospiro di sollievo”.



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