Nell’evento Lazio nelle Scuole è intervenuto anche Silvio Proto. Il secondo portiere della Lazio che conta poco minutaggio dalle scorse stagioni e zero minuti di gioco in quella attuale, racconta la sua esperienza da calciatore:
“È difficile dire quale sia stato il momento più bello da calciatore, quando si vincono dei trofei si festeggia con la squadra e sono i momenti più belli. Per noi è bello essere vicini ai più piccoli per dare qualche consiglio sullo sport, è un piacere. Per essere un atleta bisogna curare bene il corpo, fisicamente e mentalmente: è necessario seguire quanto ti insegnano nella vita e dare sempre il massimo. Capita di arrabbiarsi e di confrontarsi con dei compagni, ma sempre in modo positivo cercando di dare consigli costruttivi: l’importante è abbracciarsi alla fine della partita, fa parte del gioco.
È bello sentire la vicinanza dei nostri tifosi. Il razzismo è un tema delicato, sospendendo una partita a volte si da peso ad un gesto di poche persone ed a questo viene data importanza. Questi fenomeni, comunque, non dovrebbero manifestarsi. Vivere in una grande città è bello perché ci sono molte più persone allo stadio. La vita del calciatore è la stessa in qualsiasi città, la differenza è nell’ambiente che si respira allo stadio.
Il mio stadio preferito è San Siro, perché sono cresciuto vicino Milanello. All’Olimpico però ho esordito in Serie A, sono due stadi che porto con me. Per diventare calciatori bisogna sacrificarsi molto e divertirsi tanto da piccoli: crescendo si fa strada. Giocare deve essere un divertimento, non un’ossessione”.
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