La Nazionale femminile di pallavolo continua a stupire e a regalare emozioni. Gran parte del merito è di Julio Velasco, il tecnico argentino che, con il suo carisma e la sua esperienza, ha portato le azzurre a scrivere nuove pagine di storia.
Velasco non ha certo bisogno di presentazioni: nel corso della sua carriera ha vinto tutto, dalle Olimpiadi ai Mondiali, dagli Europei agli Scudetti. Il suo nome è legato indissolubilmente alla pallavolo, ma non tutti ricordano che negli anni ’90 ebbe anche un ruolo da protagonista, seppur breve, nel calcio italiano.
L’esperienza con la Lazio di Cragnotti
Era il 1998 quando Sergio Cragnotti, allora presidente della Lazio, decise di puntare su di lui in qualità di direttore generale. Insieme a Velasco arrivò anche Dino Zoff, nominato presidente del club. Una scelta coraggiosa, che voleva dare alla società biancoceleste una guida composta da figure “pulite e spendibili”, come lo stesso Velasco ha raccontato.
La sua avventura a Formello, però, durò appena un anno. Velasco lasciò l’incarico dopo dodici mesi, nonostante un contratto quadriennale già firmato:
“Mi fermai un anno dopo la Lazio che lasciai perché avevo capito che sarebbe finita malissimo. Cragnotti scelse me e Zoff forse perché eravamo due figure pulite. Con lui riuscii a lavorare, ma mi resi conto dei problemi e rinunciai a quattro anni di contratto”.
Dalla Lazio all’Inter
Dopo l’esperienza biancoceleste, Velasco provò un’altra avventura nel calcio con l’Inter, ma anche in quel caso la permanenza fu breve.
“All’Inter c’era confusione. Poco dopo l’esonero di Lippi decisi di salutare. Non ho mai capito cosa volesse Moratti da me. Continuò a pagarmi per non lavorare”.
Un visionario che ha lasciato il segno
Se nel calcio la sua carriera è stata breve, nella pallavolo Velasco è diventato un’icona. Oggi guida la Nazionale femminile italiana, che sotto la sua gestione ha ritrovato entusiasmo e risultati di prestigio.
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Un percorso che dimostra, ancora una volta, come il carisma e le idee di Julio Velasco siano state capaci di lasciare il segno in qualsiasi contesto, anche in una parentesi particolare come quella con la Lazio di Cragnotti.
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