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Serie A, 7ª: Milan in vetta, frenano Napoli e Roma

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Leao esulta dopo la rimonta del Milan sulla Fiorentina; in evidenza la capolista solitaria della Serie A alla 7ª giornata.
Leao esulta dopo la rimonta del Milan sulla Fiorentina; in evidenza la capolista solitaria della Serie A alla 7ª giornata.

La settima giornata non è “la svolta”, ma è certamente un bivio importante. Il Milan sorpassa tutti e si prende la vetta in solitaria grazie alla rimonta sulla Fiorentina: un successo che vale doppio per il modo in cui arriva e per il segnale mentale che invia al campionato. La notizia parallela è lo stop contemporaneo di Napoli e Roma, fin qui co-capoliste: i partenopei cadono a Torino, i giallorossi si arrendono all’Inter.

Il quadro dice che i rossoneri hanno ritrovato efficacia e solidità, mentre chi inseguiva deve fare i conti con fragilità (Napoli) o con il peso specifico del gol (Roma). E intanto la Juventus si inceppa a Como nel lunch match, alimentando dubbi sulla cura Tudor.

Napoli, tra assenze e alibi: servono risposte dalle seconde linee

Il ko a Torino matura contro una squadra in piena crisi alla vigilia ma lucida e organizzata nella gara della vita. Il Napoli paga assenze pesanti, la condizione post-Nazionali e il pensiero alla Champions, ma soprattutto incide poco negli ultimi metri. Le seconde linee — chiamate a colmare il vuoto — non capitalizzano: Lucca spreca l’occasione da titolare e non trova la porta, mentre a decidere è il “vecchio amicoSimeone, ex azzurro, che firma la partita.
Conte dovrà alzare l’asticella delle alternative: con il doppio impegno non basta gestire, bisogna produrre. La sconfitta costa la vetta e mette a nudo una squadra che, senza i riferimenti principali, fa fatica a cambiare ritmo e letture.

Roma: idea di gioco sì, ma manca il centravanti “da quota 20”

A San Siro l’Inter passa subito approfittando di una lettura difensiva sbagliata; poi la partita vive di equilibri. Nella ripresa la Roma avrebbe meritato il pari per volume e qualità della manovra, ma resta la domanda chiave: chi la butta dentro?
Gli attaccanti di lotta danno ampiezza e fisicità, tuttavia non garantiscono il gruzzolo di gol necessario per restare stabilmente in cima. È il dettaglio che fa la differenza tra contenders e pretenders. L’Inter porta a casa i tre punti, senza dominare, e affianca la zona altissima pur senza brillare: cinica, esperta, “da grande”.

Juventus, stop pesante: perché Vlaović così tardi?

Il Como vince con merito: intensità, linee corte, letture pulite. La Juve paga l’ennesima gara di scarsa pericolosità: se Yıldız si spegne, l’intero fronte offensivo cala. David lavora per la squadra ma non “vede” la porta come un 9 puro; resta il dubbio sulla gestione di Vlaović, inserito troppo tardi per cambiare l’inerzia.
Con cinque pareggi di fila tra campionato e coppe alle spalle e il ko di Como, la traiettoria bianconera si fa preoccupante: dietro si concede, davanti si costruisce poco. E il calendario — Real Madrid in Champions e Lazio in campionato — non aiuta.

Atalanta–Lazio: pari che muove poco ma dice molto

La Lazio, in piena emergenza, porta a casa uno 0-0 di resistenza: squadra corta, concentrazione massima, Provedel di nuovo affidabile. L’Atalanta “di Juric” è più attenta dietro ma perde un pizzico di spinta verticale rispetto alla versione gasperiniana: contro un avversario decimato, è un’occasione persa. Per i biancocelesti resta un mattoncino di autostima su cui ripartire, purché si ritrovi qualche soluzione offensiva in più.

Fiorentina in coda: allarme rosso

Ultimo posto e solo tre punti in sette turni: numeri che pesano per una rosa che, sulla carta, vale di più. In porta De Gea non regala i punti che la scorsa stagione sembrava cucirsi addosso: niente errori clamorosi, ma assenza di extra-parate nei momenti chiave. Il Milan ringrazia e si gode la doppietta di Leao, tassello che può cambiare il campionato rossonero se la condizione resterà questa.

La fotografia dopo sette giornate

  • Milan: solidità ritrovata e colpi dei singoli — capolista credibile.
  • Napoli/Roma: battute d’arresto diverse ma significative — devono alzare il livello realizzativo.
  • Inter: meno scintille, più sostanza — vince “da grande”.
  • Juve: identità offensiva da rifinire e scelte da anticipare.
  • Lazio: pari pesante per morale, da trasformare in continuità.
  • Fiorentina: classifica dura, serve un cambio di marcia immediato.


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