C’è una cosa che, da tifoso e giornalista, non riesco a mandare giù: la doppia morale che circonda la Lazio e chi la racconta.
Quando un anno fa criticavo Marco Baroni, mi si accusava di non essere laziale, di volere il male della squadra, solo perché sottolineavo errori evidenti.
Oggi, invece, chi attacca Maurizio Sarri viene definito “vero laziale”.
Qual è la differenza?
Semplice: io criticavo un allenatore non da grande squadra, loro invece attaccano Sarri solo per difendere Lotito.
Sarri dice la verità, e per questo viene attaccato
Maurizio Sarri non è un santo, ma è uno dei pochi che ha avuto il coraggio di dire la verità.
Ha detto chiaramente che la rosa della Lazio non è da primi posti, che il mercato è stato un fallimento, e che Lotito ha mentito quando assicurava che la squadra fosse all’altezza della Champions.
Parole dure ma vere, che però non piacciono a chi difende il presidente a prescindere.
Oggi leggiamo da alcune pagine e giornalisti “allineati” che il gioco di Sarri è noioso, che piange troppo, che demoralizza i giocatori.
In realtà, Sarri sta solo raccontando fatti concreti: una rosa ridimensionata e un club che da due anni arretra, passo dopo passo.
I “lotitiani” contro i laziali veri
C’è una nuova categoria di tifosi, o meglio, di “commentatori”: i lotitiani.
Non sono laziali, sono difensori d’ufficio del presidente.
Per loro criticare Lotito è un peccato mortale, mentre attaccare un allenatore o un giocatore per difendere la società è legittimo.
Ma se guardiamo i numeri, i fatti parlano chiaro:
due anni fa avevamo Milinković-Savić, Luis Alberto, Felipe Anderson e Immobile al top.
Oggi ci ritroviamo con Castellanos, Basic, Isaksen e Dia.
È o non è un ridimensionamento?
Negarlo significa non capire di calcio o, peggio, fare propaganda.
Sarri ha salvato la Lazio dal baratro
Lo ha detto lui stesso prima di Atalanta-Lazio:
“In qualunque altra squadra, sapendo che non si poteva fare mercato, mi sarei dimesso. Con la Lazio non l’ho fatto, per rispetto del popolo biancoceleste.”
Queste parole dicono tutto.
Chi ama davvero la Lazio dovrebbe ringraziare Sarri, non attaccarlo.
Perché se si fosse dimesso, al suo posto sarebbe arrivato un tecnico di Serie B o peggio, e oggi la Lazio navigherebbe nel buio più totale.
La verità fa male, ma serve per ripartire
Oggi Sarri tiene in piedi una baracca fragile, con dignità e professionalità, nonostante tutto.
Ma in troppi preferiscono attaccarlo per coprire le mancanze della società.
Lo stesso Baroni che l’anno scorso andava difeso a spada tratta, ora viene rimpianto solo perché non metteva mai in discussione Lotito.
Il vero laziale, invece, non difende nessuno a prescindere, ma pretende serietà, ambizione e rispetto per la maglia.
E in questo momento, il rispetto per la Lazio lo sta dimostrando solo Sarri.
Conclusione
La Lazio non ha bisogno di tifosi silenziosi o allineati, ma di voci libere, capaci di denunciare ciò che non funziona.
Chi oggi attacca Sarri per difendere Lotito, non difende la Lazio: la sta indebolendo.
E la verità, anche se fa male, resta sempre la verità.
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