Una decisione assurda, che ha scatenato la rabbia e la delusione del popolo biancoceleste.
La trasferta dei tifosi della Lazio a Pisa è stata vietata all’ultimo momento, quando i biglietti per il settore ospiti erano già stati venduti e migliaia di sostenitori avevano organizzato il viaggio, prenotato alberghi e pagato spostamenti.
Una situazione paradossale che ancora una volta mette in luce le gravi lacune organizzative del calcio italiano.
⚠️ Decisione a sorpresa dopo la vendita dei biglietti
I biglietti per il settore ospiti dell’Arena Garibaldi erano stati messi in vendita regolarmente e, come accade in ogni trasferta della Lazio, andati esauriti in meno di mezz’ora.
Tutto sembrava pronto per la solita invasione biancoceleste, ma a distanza di tre giorni è arrivato il comunicato che vieta la trasferta ai tifosi della Lazio, per motivi di ordine pubblico.
Una decisione presa a ridosso della partita, con l’aggravante che molti tifosi avevano già acquistato biglietti del treno, prenotato hotel e richiesto permessi di lavoro.
“È uno scandalo – scrivono in molti sui social – prima vendono i biglietti e poi bloccano la trasferta. Una presa in giro totale.”
💣 La rabbia dei tifosi
La decisione è stata accolta come l’ennesima umiliazione per i sostenitori biancocelesti, che da mesi lamentano restrizioni costanti e trattamenti differenti rispetto ad altre tifoserie.
“In Inghilterra non succederebbe mai – si legge nei commenti – lì il tifo è parte integrante dello spettacolo. Da noi, invece, sembra quasi un fastidio.”
Molti tifosi hanno sottolineato il paradosso: lo scorso 25 agosto, in occasione di Pisa-Roma, ai tifosi giallorossi era stata consentita la trasferta, nonostante episodi di cori discriminatori e gesti offensivi.
Eppure, in quel caso, nessuna sanzione, nessuna chiusura dei settori, nessun divieto.
Da qui la sensazione di “due pesi e due misure”, che ha esasperato ulteriormente l’ambiente laziale.
⚽ “Il vero problema non è la pirateria”
La protesta dei tifosi si è estesa anche al comportamento della Lega Serie A, accusata di preoccuparsi più della “pirateria” che della gestione del pubblico negli stadi.
“Il presidente della Lega parla sempre di pirateria come male del calcio – commentano i tifosi – ma il vero male è questo.
Non si possono bloccare le trasferte due giorni prima della partita, dopo aver incassato i soldi dei biglietti. È una vergogna.”
L’appello dei sostenitori biancocelesti è chiaro: la Lega Calcio deve rimborsare i tifosi e posticipare la gara, garantendo la presenza del pubblico ospite, elemento fondamentale per l’equilibrio sportivo e per il rispetto del gioco.
🚫 La tessera del tifoso e le contraddizioni
A finire sotto accusa anche la tessera del tifoso, che doveva servire per identificare i responsabili di eventuali incidenti e garantire libertà di movimento ai sostenitori corretti.
Nei fatti, però, continua a essere uno strumento inefficace: si punisce l’intera tifoseria, senza individuare i singoli colpevoli.
“All’estero sanno benissimo chi entra e chi esce dallo stadio – denunciano i tifosi – da noi invece si blocca tutto e basta.”
🔵 “Due pesi e due misure”
Il confronto con altre tifoserie è inevitabile.
I laziali vengono puntualmente penalizzati, mentre altri club sembrano godere di una maggiore tolleranza.
La sensazione è quella di un sistema che applica le regole a geometria variabile, perdendo credibilità e rispetto anche a livello internazionale.
Per questo molti chiedono un intervento immediato della Lega e del Ministero dell’Interno, affinché situazioni del genere non si ripetano.
In un calcio che si definisce “moderno e inclusivo”, vietare le trasferte all’ultimo minuto è una figuraccia mondiale.
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