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Pagelle Lazio-Lecce: Salvezza Solo per Pedro, Attacco Assente e Difesa Distratta

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Grafica delle pagelle Lazio-Lecce, che evidenzia la solitaria sufficienza di Pedro tra le numerose insufficienze e la delusione generale della squadra.

La sconfitta interna per 0-1 contro il Lecce ha segnato la fine delle ambizioni europee della Lazio Per la cronaca completa del match, clicca qui., lasciando l’amaro in bocca a tifosi e addetti ai lavori. A poche ore dalle dichiarazioni ottimistiche del DS Fabiani Per approfondire le parole di Fabiani, clicca qui., la realtà del campo ha dipinto un quadro ben diverso. Le pagelle della sfida, riflettono una prestazione collettiva nettamente al di sotto delle aspettative, con pochissime note liete e molte bocciature.


I Voti dei Biancocelesti: Pochi Acuti, Molte Insufficienze

La valutazione del singolo si fonde con quella di squadra, evidenziando le difficoltà che hanno portato alla capitolazione interna. Ecco il rendimento dei protagonisti:

  • MANDAS 5: Sorpreso dalla conclusione ravvicinata di Coulibaly, appare meno reattivo del solito. Anche nella ripresa, i suoi rinvii sono spesso imprecisi, contribuendo a un senso generale di precarietà.
  • MARUSIC 4.5: Una prova impacciata, quasi goffa sul piano tecnico. Non offre spinta sulla fascia e soffre in fase difensiva, risultando ben al di sotto delle aspettative per un terzino.
    • Dal 46’ HYSAJ 5: Entra per Marusic, ma la sua prestazione non riesce a incidere. Difficile fare peggio del compagno sostituito, ma riesce a eguagliare quasi la sua anonimità.
  • GILA 4: L’errore sul gol è imperdonabile: un passaggio rischioso in uscita con la squadra sbilanciata in avanti. Non la prima leggerezza della stagione, che solleva interrogativi sulla sua tenuta mentale e sulla gestione dei complimenti ricevuti.
  • ROMAGNOLI 4.5: Il pallone del gol gli sfila tra le gambe, rendendo più agevole la conclusione di Coulibaly. Poteva fare di più nell’occasione. Nel finale, la testa salta, culminando in un’espulsione che lo estromette dal match.
  • TAVARES 5: Ritorna titolare all’Olimpico dopo mesi, ma la sua spinta non produce cross precisi. Sebbene sia l’unico a creare qualche pericolo nel primo tempo con le sue accelerazioni (una delle quali porta all’espulsione di Pierotti), la ripresa è macchiata da leggerezza e un traversone non sfruttato da Castellanos.
    • Dal 73’ PELLEGRINI 5.5: Tenta qualche cross, con uno d’esterno che per poco non provoca un autogol di Baschirotto, ma senza effettivi esiti.
  • GUENDOUZI 4.5: Un primo tempo insufficiente, caratterizzato da imprecisione e confusione. Non riesce a essere incisivo negli spazi chiusi della metà campo del Lecce. La sua conclusione da fuori viene murata da Falcone.
  • ROVELLA 5: Ha un’occasione sul destro che si perde tra le gambe dei difensori avversari. La manovra della Lazio, con lui in campo, appare troppo lenta.
  • ISAKSEN 4.5: Se in passato era “tanto fumo e niente arrosto”, ormai non è più neanche fumo. La sua prestazione è inesistente e trasparente. Logica la sua sostituzione all’intervallo.
    • Dal 46’ PEDRO 6.5: L’unico a salvarsi e a provarci con continuità. Dimostra una classe infinita, tentando conclusioni dalla distanza e cercando di dare vivacità all’attacco. L’ultimo a mollare.
  • DIA 4.5: Schierato sulla trequarti con il compito di supportare Castellanos, non lo serve adeguatamente e non conclude a rete. La sua presenza in campo risulta inesistente.
  • ZACCAGNI 4.5: Una prova così deludente da giustificare la sua sostituzione con Noslin in una fase cruciale del match. Non riesce a “prendere per mano” la squadra negli ultimi mesi, confermando un calo di rendimento.
  • CASTELLANOS 4.5: Spreca un colpo di testa giudicato “facile facile”, respinto da Falcone. Si limita alla lotta con i difensori, ma a una squadra ambiziosa servono “colpi”, non solo grinta.

L’Allenatore: La Gestione del Sogno Svanito

ALL. BARONI 4.5 (in panchina Del Rosso): La gestione del match, culminato nell’incubo del fischio finale, si rivela fallimentare. Dal possibile sogno di un piazzamento europeo si passa all’esclusione totale. La squadra non solo non raggiunge la Champions League o l’Europa League, ma si fa scippare dalla Fiorentina anche la Conference League, non riuscendo a ottenere un pareggio contro un avversario rimasto in dieci uomini per oltre 50 minuti. Un bilancio che apre a profonde riflessioni sulla conduzione tecnica.



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