Storia S.S. Lazio
NESSUNA CLEMENZA
In un Olimpico che si annuncia già quasi deserto (appena 17.000 abbonati e poche centinaia di biglietti venduti), senza i 4.000 e passa tesserati della Curva Nord domenica sera sarà come giocare in campo neutro. Il che è forse peggio che giocare a porte chiuse. Non sono bastate le iniziative messe in atto dalla Lazio (che non avendo sponsor scenderà in campo con una scritta contro il razzismo sulla maglia) e il comunicato dei tifosi della Curva Nord per convincere la Corte di Giustizia della Federcalcio, che ha rigettato oggi pomeriggio il ricorso d’urgenza presentato dalla società dopo la decisione del Giudice Sportivo di ordinare la chiusura del settore per i fischi e gli insulti a tre giocatori di colore della Juventus in occasione della finale di Supercoppa.
La stagione, quindi, inizia come era finita quella precedente, quando la Lazio era stata costretta a giocare due partite di Europa League a porte chiuse. E visto che la società giocherà per tutta la stagione con la spada di Damocle di una squalifica di un anno da tutte le competizione europee (sospesa con la condizionale), l’unica speranza è che al comunicato di qualche giorno fa della Curva Nord e alla promessa di mettere fine a “buuu” e fischi ai giocatori di colore delle squadre avversarie seguano fatti concreti, altrimenti il prezzo da pagare quest’anno sarà salatissimo, sia in Italia che in Europa. E a pagarlo, oltre alla società, saranno la squadra e anche i tifose, a partire da quei 4.000 abbonati di Curva Nord che per colpa di pochi domenica sera saranno costretti a restare fuori dall’Olimpico e a vedere in televisione Lazio-Udinese, senza nessuna possibilità di vedersi rimborsare da chicchessia per il danno subito.
GIORGIO CERRI
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