Home News Lazio Lotito nel mirino: indagine su minacce e pressioni

Lotito nel mirino: indagine su minacce e pressioni

461
0
Claudio Lotito e il caos interno alla Lazio: comunicazione sbagliata, maglie pubblicate in anticipo e disorganizzazione a Formello

Un’inchiesta delicata scuote ancora una volta l’ambiente biancoceleste.
Claudio Lotito, presidente e proprietario della S.S. Lazio, sarebbe finito al centro di una campagna di minacce e pressioni organizzata da una rete legata ad ambienti del tifo radicale.
Lo riporta La Repubblica, secondo cui la procura di Roma e i carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci stanno seguendo la pista di un disegno coordinato mirato a costringere il numero uno laziale a vendere la società.


⚖️ L’indagine della procura di Roma

Due tifosi sono già finiti sotto indagine con l’accusa di stalking e minacce, ma gli inquirenti ritengono che non si tratti di casi isolati.
Dietro ci sarebbe una regia più ampia, una struttura capace di coordinare persone, telefoni e messaggi, con appoggi in ambienti ultrà.

Le telefonate notturne, i messaggi con frasi minacciose — “Lotito, ti veniamo a prendere”, “Vendi la Lazio” — e un martellamento costante hanno convinto gli investigatori che non si tratti di sfoghi isolati, ma di un piano costruito con metodo per mettere pressione al presidente.

Il lavoro degli inquirenti si concentra ora su tabulati, celle telefoniche e contatti incrociati, per capire se i due sospetti abbiano agito in autonomia o per conto di figure più influenti all’interno della curva Nord.


⚪🔵 Una storia che si ripete

Non è la prima volta che Lotito si trova nel mirino.
Già tra il 2005 e il 2006, il presidente biancoceleste subì un tentativo di estorsione da parte di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, storico capo degli Irriducibili, poi figura centrale della criminalità romana.
Insieme a lui agirono Yuri Alviti, Paolo Arcivieri e Fabrizio Toffolo.
Tutti furono condannati nel 2015 per tentata estorsione ai danni di Lotito, ma il processo d’appello non è mai stato discusso, nonostante i dieci anni trascorsi dalla sentenza di primo grado.

Da allora il patron biancoceleste ha mantenuto una linea durissima: nessun biglietto omaggio, nessun favore, nessun rapporto diretto con i capi curva.
Una scelta che ha spezzato vecchi equilibri e alimentato un risentimento mai sopito.


🔍 La nuova rete delle minacce

Secondo le prime ricostruzioni, il nuovo fronte seguirebbe uno schema simile a quello di vent’anni fa, ma adattato all’era dei social network.
Un filo che partirebbe dalle chat private, passerebbe per i due indagati e arriverebbe ai vertici del tifo organizzato.
Obiettivo: far pressione su Lotito per spingerlo alla cessione del club.

Gli investigatori non escludono collegamenti con ambienti dell’estrema tifoseria romana, già in passato protagonisti di episodi di violenza o intimidazione.
La Lazio, dal canto suo, mantiene il massimo riserbo, ma filtra irritazione per un clima che rischia di pesare sulla serenità del club in un momento sportivamente difficile.


🗣️ Clima pesante e vecchie ferite

A Formello si percepisce preoccupazione.
Le continue contestazioni e i messaggi di minaccia alimentano un clima di tensione che ricorda i momenti più bui della gestione Lotito.
Nonostante tutto, il presidente biancoceleste non sembra intenzionato a cambiare linea: nessun dialogo con chi utilizza la violenza come arma di pressione.

Un messaggio che ribadisce la sua posizione storica: “La Lazio è dei tifosi, ma non dei delinquenti”, frase più volte pronunciata dallo stesso patron nei momenti di scontro con la frangia più radicale del tifo.




Resta Aggiornato con il nostro Canale WhatsApp! Ricordiamo che il canale è protetto da Privacy ed il tuo numero non è visibile a nessuno!Iscriviti Subito cliccando qui sul canale di Since1900